mercoledì, luglio 23, 2014
MA CHE CACCIA E' QUESTA?!
Anzitutto mi scuso per aver saltato una
settimana circa di contatto con i miei lettori, ma ho trascorso questo tempo in
un ospedale dove mi è stata sistemato un aneurisma all’arteria femorale che
ancora non mi permette una deambulazione corretta; spero comunque che in una
decina di giorni mi dovrei rimettere completamente.
Ma veniamo all’argomento odierno: premetto di
non essere mai stato – e mai lo sarò – un appassionata della caccia, tant’è
vero che di questo argomento l’unico episodio che ricordo è quello di alcuni
decenni fa, quando ci trovavamo in campagna, io e mio figlio (allora
piccoletto), e un indigeno insisteva per condurci a caccia; il giovanissimo
figliolo cedette e fu condotto via all’alba; ritornò verso l’ora di pranzo e
alla mia richiesta ”come è andata?” mi rispose con un significativo “benissimo,
neppure un ferito!”; evidentemente faceva il tifo per gli uccellini!!
Quindi non riesco ad afferrare la bellezza
della “poesia della caccia”, ma soprattutto non
capisco e non riesco a tollerare la barbarie dell’uso degli uccelli da
richiamo usati per incastrare i propri simili e che in questo modo vengono
attirati e più facilmente uccisi.
Dunque, come funziona questa ennesima
sconcezza inventata dall’uomo che si sente superiore a ogni altro essere
vivente con cui convive; con grandi reti si catturano allodole, merli, tordi,
pavoncelle ed altri uccellini similari che vengono tutti rinchiusi in
gabbiette, tenuti per mesi al buio in magazzini e sottosuoli, in modo da
stravolgere la loro percezione delle stagioni.
Riportati all’aperto, i piccoli
“sequestrarti” credono che sia primavera e cantano, così la loro voce diventa
un subdolo richiamo per gli stormi in migrazione che si abbassano sulle
doppiette in agguato, provocando un fuoco di sbarramento molto simile alla
battaglia d’Inghilterra.
Ovviamente, se ci riflettiamo un momejnto0,
vediamo che tutto questo è “normale”: siamo il paese che detiene il record
mondiale delle truffe: finanziarie, alimentari, sui rifiuti, pensionistiche e sanitarie, e potrei
continuare.
Potevano mai le allodole sottrarsi al più vile e ignobile tra i
raggiri assurti a sport nazionale?
Certo che è veramente facile delinquere in un
paese dove lo Stato affronta il sovraffollamento delle carceri svuotandole
surrettiziamente, anziché costruirne di nuove. E offre sconti di pena e
permessi premio all’omicida ma è inflessibile con chi spara per difendersi; un
paese dove uno dei popoli più rissosi del pianeta viene sostenuto da una
allucinante densità di avvocati (ce ne sono più a Roma che in tutta la Francia) i quali hanno lo
scopo preciso di paralizzare la
Giustizia ricorrendo in Cassazione anche se il bucato del
terzo piano sgocciola sui davanzali del secondo.
Come si può vedere, l’infamia delle allodole
usate come esche ci porterebbe lontano, si potrebbe “paragonare” con altre
cose, ma purtroppo in Italia tutto fa capo ad una maggioranza silenziosa o
appena brontolante, il che fa il gioco di minoranze spregiudicate, ciniche,
spesso sempre più criminali.
Le menti più perversamente raffinate del
mondo si concentrano qui, dove nel momento in cui si progetta l’EXPO o il MOSE,
subito si inventa un sistema di mazzette e conti truccati e quando vedo i
responsabili in manette, ricordo di averli già visti anni addietro; e allora si
pensa di poter fare qualcosa per mettere in piedi un sistema meno canagliesco
per la caccia degli uccelli? Ma mi faccia il piacere!!
mercoledì, luglio 16, 2014
ZIBALDONE N.7
Le notizie che mi hanno colpito in questo
periodo sono tre e spero che colpiscano anche i miei amici lettori.
LA PRIMA riguarda un paio di incidenti che hanno
messo a dura prova i miei nervi; facciamo un passo indietro: ricorderete che ho
detto tempo addietro che io soffro di vertigini; ebbene, in questi ultimi tempi
sono accaduti degli eventi che – per il solo fatto di leggerli – mi hanno messo
in difficoltà.
Il primo riguarda un eurostar bloccato nel
tunnel della Manica con 382 passeggeri e alcuni automezzi; il problema sembra
essere dipeso da un guasto elettrico e così i passeggeri sono stati evacuati –
non le auto – attraverso un apposito tunnel di servizio previsto per tali
evacuazioni. Per carità, tutto bene, ma se penso che i passeggeri sono stati
delle ore nel cunicolo con una quantità immensa di acqua sulla testa, il mio
subconscio si ribella e mi manda in tilt.
Analoga “paura” mi prende a leggere che per
colpa di alcune travi spezzate, è crollato un viadotto in Sicilia; un’auto che
stava transitando proprio in quel momento è finita nella voragine e si sono
avuti “solo” quattro feriti.
Già, anche i viadotti fanno parte delle mie
fobie!!
LA
SECONDA si
riferisce ai problemi che stanno agitando il PD, ex PCI, in questa bailamme di
rigurgiti anche a carattere storico.
Alcuni “ribelli” non ci stanno ad ubbidire al
segretario del partito, Renzi, e cercano di fargli lo sgambetto in mille modi;
se uno ripensa a quello che accadeva quando c’era il PCI, capisce che adesso è
tutto diverso: anzitutto se ti volevi iscrivere dovevi essere presentato, altro
che partito on line; poi c’era lo Statuto che dettava ogni tipo di
comportamento possibile e immaginabile e su cui non erano ammessi
fraintendimenti.
Ai vertici si aveva la segreteria che dava
“l’indirizzo politico” e la
Direzione che esaminava e decideva su tutte le questioni più
importanti per la politica del Partito.
Ma insomma, quello che diceva il compagno
Palmiro era legge e nessuno aveva l’ardire di controbatterlo; adesso basta un
Mineo qualsiasi per mettere in discussione un leader che ha preso più del 40%.
Ed anche la familiarità non era certo quella
di adesso: racconta D’Alema che una sera, invitato a cena a casa di Alessandro
Natta, scoprì che la moglie li chiamava per cognome “compagno Natta e compagno
D’Alema, la cena è pronta”.
LA
TRERZA notizia
riguarda il famigerato POS; ricordate che tempo addietro ho parlato della
recente obbligatorietà per negozi ed artigiani di consentire i pagamenti con
“denaro elettronico”.
In questa occasione si è avuto alcune
situazioni che “fanno ridere i polli” come si usa dire dalle mie parti; il
Governo ha obbligato quasi tutti a dotarsi di un POS, ma tra questi “tutti” non
sono compresi coloro che i bancomat e le carte di credito le emette, cioè le
banche.
Infatti, se uno si presenta allo sportello di
una banca per effettuare un qualsiasi pagamento e presenta al cassiere il
bancomat, costui non l’accetta,
invitando il cliente ad uscire dalla banca, andare alla postazione del
bancomat, prelevare i contanti dal relativo sportello e poi tornare con i soldi
in mano per poter completare l’operazione iniziata.
Mi sembra che questo atteggiamento certifichi
con precisione che le banche sono le prime a non fidarsi dei marchingegni
elettronici; e perché dovremmo fidarci noi??
lunedì, luglio 14, 2014
NON SO SE PIANGERE O RIDERE
Il termine da usare sarebbe “se non fosse da
piangere sarebbe da ridere”, ma il senso è comunque chiaro: siamo in presenza
di situazioni che non sappiamo catalogare e quindi, a parte l’incazzatura, non
possiamo collocarle tra quelle che fanno ridere o tra quelle che fanno
piangere.
Parliamo delle spese “assurde” che
incontriamo sia nell’amministrazione statale che in quella di enti locali: una
voragine da 800/miliardi di euro l’anno, cifra che ci farebbe sistemare tante
cose che invece non si possono accomodare.
Tanto per dare una misura comprensibile,
sappiate che i suddetti 800/miliardi rappresentano esattamente la metà del
nostro Pil, cioè della ricchezza che ogni anno gli italiani riescono a
produrre.
Cominciamo a vedere qualcuna di queste cifre:
lo Stato spende ogni anno 211,2/milioni di euro in traslochi e facchinaggio e
409/milioni per la pulizia e la lavanderia (ci deve essere molto
sudiciume!!).
Poi si passa all’alimentazione e si scopre
che questa voce ci porta via quasi 100/milioni di euro, mentre la sola “carta”
utilizzata negli uffici è costata quasi 2/milioni di euro.
Andiamo adesso a vedere quello che succede
nelle Regioni: la voce “personale” la fa da padrona assoluta con i suoi oltre
1,5/miliardi di euro , ma anche l’informatica non scherza: 236,5/milioni di
euro.
C’è poi una voce che mi intriga: le spese
legali; questa voce raccoglie tutte le cause perse dall’ente locale (patrocinio
legale e sentenze sfavorevoli) e ammonta a oltre 41/milioni di euro l’anno.
La cancelleria supera i 20/milioni di euro e
si somma con il materiale informatico e tecnico; gli studi e le consulenze
hanno superato gli 87/milioni di euro.
Ma la voce che più di tutte mi ha colpito è “l’assistenza
psicologica e religiosa” che si prende oltre 1,6/milioni di euro l’anno; sarei
curioso di conoscere le modalità con le quali avviene questa forma di
assistenza!!
Comunque, andiamo avanti, ma tenendo ben
presente che abbiamo già superato i 2.100/miliardi di debito pubblico e
continuando con questa frenesia spendereccia, non riesco ad intravedere dove
arriveremo.
Per fare un esempio, la spesa che
maggiormente colpisce le Regioni è quella del personale (oltre 3/miliardi di
euro), ma se ne conosce anche la motivazione: un esempio su tutte è quello
della Sicilia che ha tanti dipendenti quanto tutte le regioni del Nord messe
insieme; si può pensare di andare avanti così??!!
E ricordiamoci che quando si arriva a fare
dei tagli – sacrosanti – in Parlamento ognuno difende la propria regione,
ognuno difende il proprio posticino; insomma tutto è fatto per perpetuare il
sistema, e basta!!
Un passo indietro: questi dati provengono dal
sistema informatico Siope gestito dalla Banca d’Italia e quindi al di sopra
delle persone interessate; se poi ci sono trucchi, allora….
Un ultima notazione: sapete che quasi tutte
le Regioni hanno lussuose sedi all’estero utilizzate soprattutto per le vacanze
dei funzionari e consiglieri? E non c’è nessuno che possa impedire tale spreco,
dato che la normativa concede piena autonomia a questi enti locali; come dire:
io lo faccio e nessuno può dirmi niente, perché nessuno ne ha l’autorità per
farlo!!
sabato, luglio 12, 2014
MI CASCA IL PAN DI MANO
La frase riportata nel titolo è
“un modo di dire” che si usa dalle mie parti per indicare una cosa così
stupefacente, così sorprendente che ti “fa cadere il pane di mano”, cioè ti fa
cadere uno degli elementi più importanti per la nostra vita, cioè il pane,
alimento bade della nostra sussistenza.
Ebbene, nella
circostanza, questa cosa stupefacente, questa cosa sorprendente è aprire i
giornali di qualche giorno fa e leggere a tutta pagina il seguente titolo:
“CORROTTO ANCHE IL GARANTE”.
La notizia si
riferisce a tale Giuseppe Brienza, ex Presidente dell’Authority sugli appalti
pubblici, finito agli arresti domiciliari su richiesta del PM di Roma, con
l’accusa di corruzione.
L’accusa è quella di
avere favorito il rilascio di alcune procedure per la partecipazione negli
appalti in particolare all’Axsoa, azienda presso la quale il Brienza, terminato
l’incarico all’Autorità, si è fatto
assumere con uno stipendio di 5/mila euro mensili e con un contratto di un
anno.
Nello stesso quadro
investigativo che ha portato Brienza ai domiciliari, sono indagati per abuso
d’ufficio, anche un altro ex Presidente dell’Autorità, nonché ex presidente
della Corte dei Conti ora in pensione, Luigi Giampaolino.
Insieme a questi
“pezzi da novanta”, sono stati iscritti nel registro degli indagati una serie
infinita di alti funzionari di strutture di vigilanza.
Siamo arrivati al
punto in cui i “controllori” sono sospettati di essere collusi con i
controllati? La risposta mi sembra
evidente e il motivo – probabilmente – sta nel fatto che i controllori sono
talmente tanti in Italia che, alla fine, bisogna mettere mano al portafoglio
per venirne a capo, per uscire da quella sorta di labirinto che è la normativa
degli appalti.
In sostanza, le
authority delegate ai controlli sono un po’ più di una dozzina; alcune hanno
centinaia di dipendenti e dirigenti (molto ben pagati, in alcuni casi
addirittura 600/mila euro l’anno) e hanno incarichi che vanno dai 5 ai 7 anni;
già da questa prima esposizione si comprende che queste strutture hanno un
potere enorme.
Questo potere delle
autorità, spazia anche nel campo massmediale: basta infatti che aprano
un’istruttoria per creare un sacco di fastidi alle persone e alle società
inquisite; sembra addirittura che qualche volta la “mazzetta” corra non per
“sanare”, in modo improprio, qualcosa di illecito ma soltanto per porre fine alla
richiesta di chiarimenti attraverso un’istruttoria che blocca ogni attività.
Con molta probabilità,
il punto in cui bisogna fermare l’attenzione del lettore e del magistrato, è la
complessità delle nostre regole (sembra che per costruire una scuola occorrano
più di 30 autorizzazioni).
Qualche catena di
supermercati ha impiegato anche dieci anni prima di essere autorizzata a
chiamare i muratori per avviare la
costruzione dell’edificio; ognuno di noi – pur non addetti ai lavori – comprende
che è folle pensare che servano 10 anni alla pubblica amministrazione per
decidere se un supermercato possa essere aperto o no.
È ovvio che non c’è da
meravigliarsi se poi corrono le mazzette che “svegliano” la pratica
semidormiente.
Sembra che il governo
si sia reso conto della situazione ed abbia allo studio una serie di
provvedimenti per snellire la situazione; il primo passo non mi sembra tanto
incoraggiante: concentrare tutto e tutti a Roma!!
giovedì, luglio 10, 2014
L'ORRORE DELLA MIGRAZIONE
Le scene di orrore e i morti che galleggiano
nel Canale di Sicilia, non si placano, anzi se possibile diventano sempre più frequenti
e raccapriccianti.
Sentite l’ultima di queste vicende di morte:
45 disperati in fuga dagli orrori della loro patria, sono stati picchiati e
chiusi dentro un comparto di un peschereccio e sono stati minacciasti ed ancora
picchiati perché si lamentavano; quando gli altri disperati hanno sentito
cessare i lamenti, hanno subodorato una tragedia, ma il comparto era chiuso con
un lucchetto e quando, finalmente, sono riusciti a farlo aprire, era ormai
troppo tardi: “sembrava che dormissero”, ma erano tutti morti, questo il
commento di uno di loro.
Dopo aver giustamente pianto sul dolore e la
morte di questi disperati, guardiamo l’intera vicenda da un altro punto di
vista; in questo barcone, gli immigrati avrebbero pagato 1.500 euro a testa e
quindi gli scafisti – veri traghettatori della morte – avrebbero incassato quasi
1/milione di euro.
Ma chi sono questi “scafisti” e come funzione
tutta questa barbara operazione? Uno degli scafisti arrestati – un egiziano –
ha raccontato alla Polizia che esiste un tariffario per ogni operazione che il
migrante mette in opera: il biglietto varia tra i 1.500 e i 2.000 euro a
secondo del posto che gli viene riservato sul barcone; un giubbotto di
salvataggio costa 200 euro, mentre per una coperta devono spendere 300 euro e
la stessa somma come supplemento per un fantomatico “posto ponte”, che immagino
voglia significare il non essere cacciato a forza in una stamberga della stiva.
Per il vitto abbiamo un solo dato: un po’
d’acqua e una scatoletta di sardine costano 200 euro, mentre, se scendiamo nel
“voluttuario”, quindici minuti di colloquio al telefono satellitare costano 300
euro.
All’inizio di questo esodo – poco biblico,
per la verità – mi ricordo che le Forze di Polizia e gli altri corpi presenti
nelle operazioni, si davano un grandissimo daffare per catturare questi
delinquenti che vengono chiamati scafisti ma forse sarebbe più appropriato
chiamarli “schiavisti”.
Dopo i primi successi, magari mal ripagati
dalle poche incriminazioni, la cattura di questi delinquenti è diventata una
cosa assai rara, dato che i banditi si sono attrezzati per sfuggire alle maglie
della giustizia, a scapito magari della sicurezza del barcone e della gente ivi
contenuta; tanto ormai avevano pagato!!
Sembra che quando arrivano a qualche
centinaia di metri dalla riva, lanciano un S.O.S. che mette in moto la Marina Militare italiana e loro
se ne vanno dal natante, utilizzando uno dei tanti sistemi messi in piedi per
sfuggire.
Anzitutto, dopo aver abbandonato il barcone,
possono averne un altro nei paraggi che li aspetta; oppure si mischiano ai
migranti e sbarcano sulle coste italiane insieme a loro; oppure s’imbarcano su
scialuppe di salvataggio e fanno un po’ la stessa trafila dei migranti, senza
che nessuno di loro abbia il coraggio di denunciarli.
In quest’ultimo viaggio della morte, gli
scafisti interessati erano in due: uno proveniente dal Senegal e l’altro di
origine zambiana; entrambi sono stati arrestati, insieme ad un altro
“aiutante”, un egiziano; tutti e tre dovranno rispondere di molti reati, ma –
almeno a quanto risulta al sottoscritto – non sono a conoscenza di particolari
incarcerazioni a seguito di processi seguiti dall’opinione pubblica; e invece,
per me, questi delinquenti dovrebbero essere condannati al carcere a vita e a
quello più duro possibile, magari facendo loro rivivere alcune brutalità che
loro hanno inflitto ai migranti..
martedì, luglio 08, 2014
SI RUBA ANCHE TRA LE STELLE
Questa non me l’aspettavo, forse perché non
conoscevo il meccanismo che sta dietro a tutta la situazione dei rifiuti,
tossici o no.
Dunque, vediamo di capire il possibile:
andiamo quindi lassù, in alto, nei cieli, oltre le nuvole, proprio dove
l’immaginario collettivo colloca i santi, gli angioletti e, più prosaicamente,
i satelliti.
Cosa ci fanno questi satelliti? Semplicemente
controllano “chi passa” e, in particolare registrano dallo spazio i percorsi
dei camion carichi di rifiuti, come prescritto dalla legge.
Da terra c’era chi riusciva a modificare i
“tracciati” dei mezzi e a far sversare i veleni sulla verdura da mettere in
tavola, mentre sui monitor di controllo appare tutta un’altra cosa, tutto un
altro percorso, sicuramente più virtuoso.
Quindi, dopo aver fatto la cresta su
ospedali, dighe, cimiteri, e altre costruzioni pubbliche, probabilmente lo
stesso personaggio o no della “banda” riusciva a infettare anche la più
sofisticata tecnologia.
Quindi siamo in presenza di personaggi che hanno nel
loro libro paga dei tecnici, anzi vorrei dire degli scienziati, che fanno
invidia alla NASA e che non fanno rumore di spari, ma agiscono tranquillamente
solo con l’ingegno e la tecnologia.
In questa nuova puntata delle ruberie, il
sistema ha stupito anche gli inquirenti quando hanno individuato un meccanismo
a metà tra Guerre Stellari e Star Treak..
In questa nuova puntata, il nostro furfante
non è seduto dietro o davanti alla scrivania di un pubblico ufficiale, ma lo troviamo
addirittura lassù, insieme con i … cosmonauti.
L’imbroglio sulla traccia dei camion dei
rifiuti è addirittura degno di essere architettato dal capo della Spectre e,
proprio per la sua alta specializzazione, aveva un costo che, se lo compariamo
con quello miliardario del Mose, sembra che avesse anche un tariffario ridotto:
solo un milione di euro o giù di lì, forse perché il capo dei ladri/tecnologici
aveva meno compari con cui spartire il malloppo; da notare che anche in questo
caso il malloppo veniva regolarmente consegnato in borsoni sportivi “a perdere”
con il logo dello sponsor in bella vista.
Adesso, al di là dell’ovvia cattura e
detenzione dei malviventi, sarebbe interessante che qualcuno ci raccontasse
dove sono finiti “veramente” i camion dei quali si sono “confuse” le tracce,
che cosa trasportavano e quali rischi dobbiamo attenderci per la pubblica
salute da questa nuova bravata della criminalità.
Comunque, l’avreste mai detto che la realtà
sarebbe arrivata a superare di gran lunga la pur fervida fantasia di Jan
Fleming? O quello che veniva prospettato in un film con Geoge Clooney – “The
pacemaker- cioè l’uso dei satelliti per cose “banali”, come il seguire le
tracce di camion contenente rifiuti (nella realtà) o altri mezzi di locomozione
che trasportano missili con testate nucleari (nel film in questione).
Insomma, come possiamo inquadrare questo
nuovo problema che si prospetta? La tangente sull’alta tecnologia! Credo che
sia il logico sviluppo di una situazione che cerca il guadagno illecito in
tutto quello che agisce e, appena trova il minimo varco, vi si incunea per
appropriarsi della situazione favorevole e fare soldi.
Insomma, nei film i satelliti non spostavano
soldi ma truppe e missili, mentre nella realtà nostrale, gli stessi sateloliti
spostano solo “monezza” e rendono miliardi a chi ha le mani in pasta nella
faccenda.
Del resto non vorrete mica che il Governo
chiami Gorge Clooney!!
domenica, luglio 06, 2014
I SOLITI "ESEMPI" DEL BELPAESE
Il primo degli
“esempi” che mi è capitato di leggere è quello della nostra Presi9dente della
Camera, Laura Boldrini, numero tre in ordine di grandezza tra le cariche dello
Stato, dopo il Presidente della Repubblica, quello del Senato e, appunto,
quello della Camera.
Ebbene, qualcuno ha
detto alla bella Laura che la sua “immagine” fa acqua da tuttte le parti; il
nostro “numero tre” non si è perso d’animo ed ha convocato Gad Lerner per farsi
consigliare su come fare per risultare simpatica.
Non mi sembra una
scelta molto oculata, anzi direi che mi appare un po’ come chiedere a Galeazzi un consiglio sulla dieta da seguire
o a Scaiola farsi consigliare un immobiliarista, oppure sentire la Camusso prima di scegliere
il proprio parrucchiere.
Ma non è questo il “punto”
focale del discorso; infatti a Nilde Jotti o a Pietro Ingrao oppure a Sandro
Pertini non sarebbe mai venuta in mente un’idea del genere, più attinente ad un
concorrente di “X Factor” o di “Amici”
che alla terza carica dello Stato.
Un tempo, neppure
tanto lontano, c’era l’idea che più della simpatia dovesse contare la
competenza, la riservatezza, la serietà, tempi nei quali – c’è da giurarci –
una persona come la nostra Laura avrebbe potuto aspirare al massimo a fare la
valletta di Gad Lerner in uno dei suoi programmi noiosi.
Ma passiamo ad altro;
da oggi scatta il divieto di rifiutare il pagamento elettronico per cifre
superiori a 30 euro; chi deve installare l’apparecchio? Tutti i negozi che
vengono al pubblico e tutte le categorie professionali, dall’idraulico al
notaio; e chi non lo installa? Sono previste sanzioni – ancora non precisate –
che il governo introdurrà mano a mano che caleranno i costi di installazione;
quali gli obiettivi che lo Stato si prefigge? Giungere alla piena tracciabilità
dei pagamenti, un’arma in più nella lotta all’evasione fiscale.
Come era facilmente
prevedibile, sia i professionisti che i negozianti sono in rivolta e lanciano
un primo slogan: “ questa norma comporta una batosta per noi da cinque
miliardi”.
Secondo la CGIA di Mestre, un’azienda
con 100.000 euro di ricavo annuo, con il Pos, tra canone mensile, canone
annuale e la percentuale di commissione sull’incasso, dovrà sostenere una spesa
media annua di 1.200 euro.
Anche i commercianti
sono ovviamente contrari alla norma; secondo Confesercenti, l’obbligo di
accettazione di pagamento via bancomat o carta di credito è una batosta per le
imprese da circa cinque miliardi annui, tra costi di esercizio e commissioni.
Lo studio di Confesercenti
valuta che gli imprenditori si troveranno a sostenere aggravi di spesa di 1700
euro l’anno ciascuno.
E aggiunge che la
nuova normativa rischia di dimostrarsi inutile, perché la grande maggioranza
degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di
pagamento.
Ed infatti il Codacons
è durissimo sulla nuova normativa che definisce
una vera e propria buffonata; infatti non sono previste sanzione per chi
non si doterà del Pos, il quale potrà continuare a comportarsi come meglio
crede senza rischiare assolutamente niente.
Che poi questi
contribuenti che rifiutano l’adozione del Pos possano rischiare l’inserimento
in una apposita “lista nera” che il fisco potrà seguire con maggiore
attenzione, mi sembra l’unico vero rischio!!
venerdì, luglio 04, 2014
QUESTE COSE SI FANNO TRA I CAVALLI!!
Come è noto – almeno agli appassionati di
ippica e in particolare di cavalli da corsa – nel momento in cui si decide di
ritirare una cavalla dalle corse per farle fare “la madre”, viene pensato allo
stallone che meglio di ogni altro potrà inseminarla in modo tale da avere buone
probabilità che nasca un campione; non sempre questi calcoli vengono
rispettati, ma insomma l’uomo continua a provarci, ma la natura continua a fare
di testa propria.
Ebbene, nei casi di stalloni/cavalli, si - va
come in altri campi - a secondo della moda del momento; ed anche nel mondo
degli umani, ovviamente non potevano fare diversamente.
In Inghilterra è in atto una sorta di
infatuazione per tutto quello che è scandinavo (Svezia, Danimarca e Norvegia) e
questa “passione” si sposta anche nei confronti dell’uomo con cui “fare un
figlio”; le donne inglesi sono stufe di uomini troppo timidi e goffi, poco
atletici e con i denti storti e quindi stanno assaltando la “Banca del Seme”che
propone campioni di ottimo prodotto vichingo.
Senza alcuna traccia di lascivia, i danesi
reclutano i possibili donatori (stalloni!!) con una pubblicità che ha una
gioiosa bici a forma di spermatozoo che si aggira nei centri delle città,
piuttosto che fuori da strutture sportive o vicino a campus universitari.
Sul catalogo dell’azienda che fornisce il
seme – “European Sperm Bank” – i potenziali padri, oltre ad elencare i titoli
di studio e i successi lavorativi, vengono specificati anche gli hobby e le
specialità più amate.
Ma c’è di più; pagando si può ottenere un
vero e proprio dossier su ogni donatore; più di 30 pagine di informazioni con
foto di quando era bambino e un’intervista audio per sentirlo raccontare di se
stesso: ovviamente in perfetto inglese.
Ed alla fine di questo esame si ha la quasi
matematica certezza di partorire un bebè che da grande sarà alto, biondo e con
gli occhi azzurri, insomma, un perfetto “vichingo”.
Sarebbero poche le donne capaci di resistere
a queste lusinghe pubblicitarie e così il numero delle inglesi single in età
riproduttiva – quasi raddoppiate negli ultimi dieci anni – e quelle che hanno
relazioni lesbiche – salite del 23% in un solo anno – oppure quelle formate da
coppie sterili, hanno deciso di avvalersi di questo centro di eccellenza estero
(che spedisce lo sperma via corriere).
In Inghilterra i donatori sono pochi e di
loro si sa pochissimo (al massimo altezza e peso), in più la burocrazia è tale
che solo 1 donatore su 20 viene considerato idoneo e può intraprendere questa attività.
Ed allora le inglesi si sono rivolte ai
“vichinghi”; oltre alle considerazioni sopra indicate, c’è anche – sotto, sotto
– la voglia di mettere al mondo un piccolo guerriero o guerriera, un Thor o una
Helga, al posto dei soliti, consunti John o Helga.
Inoltre, i danesi sarebbero più felici ed
allegri rispetto agli inglesi, considerati pessimisti, sardonici e
autolesionisti, quando non addirittura gay.
Ma ritorniamo alla procreazione dei cavalli
da corsa: anche in questo settore ormai la monta tradizionale è in fortissimo
disuso, specialmente per la sua potenziale pericolosità dovuta alla meccanica
dell’atto; quindi – alla stessa stregua di quello che fanno le donne inglesi –
l’inseminazione avviene attraverso sperma congelato messo direttamente in vagina con una apposita siringa. Quindi, la
scelta avviene “sulla carta”, l’atto d’amore non esiste più; insomma, uomini e
animali sono uguali!!
mercoledì, luglio 02, 2014
IL "MONDIALE" DISTRAE DALLA FEDE
La nostra partecipazione al mondiale di
calcio non è stata per niente esaltante, ma dopo le solite polemiche – avrebbe
dovuto fare questo, avrebbe dovuto non fare questo – tutto sta rientrando
nell’alveo della normalità, anche se il CT Prandelli si è dimesso e analogo
comportamento ha tenuto il Presidente della Federazione Gioco Calcio.; insomma,
per fortuna, la vita continua con le cose brutte e belle che ci stanno
aspettando!!
In Nigeria invece è proprio il concetto di
“gioco” che non viene approvato da Boko Haram, la corrente di Al Qaeda, la
quale anziché congratularsi con i giocatori della squadra di calcio che hanno
superato il turno e hanno avuto accesso agli ottavi di finale, hanno lanciato
lo slogan “il calcio è una perversione occidentale” e lo combattono sterminando
sistematicamente gli sventurati che nonostante tutto si ostinano ad affollare i
luoghi nei quali sono montati i maxi schermi
per seguire i campionati mondiali dal Brasile.
L’ultimo esempio di queste efferatezze si è
avuto in occasione della partita tra il Brasile ed il Marocco; il match era
cominciato da pochi minuti, decine di persone erano assiepate in un cinema all’aperto nella cittadina di Damaturu,
capitale dello stato di Yobe, nel quale peraltro è in vigore lo stato di
emergenza proprio per queste situazioni.
Improvvisamente è saltato in aria un risciò a
tre ruote imbottito di esplosivo parcheggiato vicino alla recinzione ; secondo
alcuni testimoni, alla guida del mezzo ci sarebbe stato un kamikaze che sarebbe
quindi perito insieme alle altre vittime.
L’ospedale nel quale sono state ricoverate le
vittime e i feriti ha dichiarato che i morti sono stati 21 e che 15 persone
sono ricoverate nel reparto di terapia intensiva; un medico di questo ospedale
ha detto che sono stati soprattutto uomini e bambini ad avere perso la vita
nell’attentato.
Il football in Nigeria è una passione di
massa e le squadre nigeriane hanno avuto buoni successi anche in campo
internazionale; ma Abubakar Shekau, l’emiro di Boko Haram, ha deciso di
combatterlo perché – come la musica – distrae le persone e le allontana dalla
religione.
I primi di giugno, nello stato di Adamawa i
seguaci di Al Qaeda hanno piazzato una bomba sugli spalti dello stadio di Mubi,
facendo 40 morti tra gli spettatori; sempre nello stesso stato, un altro
ordigno ha falciato 14 tifosi che seguivano il mondiale brasiliano ai piedi di
uno schermo gigante.
Lo stesso orrore si è ripetuto anche nello
stato di Plateau, dove i gestori di un maxi schermo hanno ricevuto una lettera
nella quale venivano esortati a non organizzare proiezioni dei Campionati del
Mondo; la Polizia
sospetta che il mittente sia il solito Boko Haram.
Se ci spostiamo nel vicino Kenia la musica
non cambia: nella cittadina di Mapekoni sono stati sterminati 53 persone e il
massacro è stato rivendicato dalla Shabaab, i seguaci somali di Al Qaeda.
Ricordate il detto “la religione è l’oppio
dei popoli”? ebbene, in questi ultimi tempi alcuni saggisti hanno sostituito “la
religione” che ormai ha ben poca influenza, con il gioco del calcio; ebbene,
quello che l’ala integralista dell’Islam sta combattendo è proprio questa
potenziale sudditanza psicologica dei giovani nei confronti del calcio; e lo
fanno a modo loro, cioè con poche parole e molte bombe.
Ognuno usa i sistemi che ritiene più validi!!
lunedì, giugno 30, 2014
SONO QWUESTI I SERVITORI DELLO SDTATO?!
Se questi sono i
“servitori”, meglio – per lo Stato – non essere “servito; ma andiamo con ordine
e raccontiamo la vicenda.
Giorni addietro il
Prefetto di Perugia – vi ricordo che il prefetto è l’emanazione locale del
Ministro dell’Interno – in occasione di una conferenza stampa si è lasciato
andare a questa frase che definire “sciagurata” è veramente poca cosa.
“Una mamma, un
genitore che non si accorge che il proprio figlio fa uso di droga è una
fallita, si deve solo SUICIDARE”.
Su sollecitazione del
Premier Renzi, il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha subito
stigmatizzato le parole del Prefetto e successivamente ha provveduto alla sua
“rimozione”, provvedimento che dovrà essere ratificato dal Consiglio dei
Ministri il quale provvederà anche a ratificare la reggenza all’attuale
vicario, Tiziana Tombesi, guarda caso proprio una donna.
Ovviamente il Prefetto
ciurla nel manico, come si dice dalle mie parti, affermando che “il suo non era
un invito al suicidio, ci mancherebbe altro, era solo un appello, anche come
genitore e nonno, a fare di più per creare un argine al fenomeno della droga;
non tutte le famiglie sbagliano ma alcune sono “disattente”, siamo diventati
troppo permissivi con i figli”.
Se la frase che ha
dato origine alla contestazione era una solenne “puttanata”, la precisazione
dell’illustre funzionario è la conferma della prima, cioè una seconda
“puttanata”.
Ma prima di scendere
nei meandri delle cose affermate, mi corre l’obbligo di farmi e di farvi una
domanda: ma questo signore è diventato “in questo modo” adesso, oppure lo è
stato da tempo; questo perché nel primo caso nessuno poteva prevedere simili
affermazioni, ma se invece il signore in questione aveva già mostrato i sintomi
incipienti di questa “caduta mentale”, allora è lo Stato, i suoi superiori, il
Ministro che hanno peccato non
sollevando dall’incarico questo individuo prima di farlo arrivare a questo
grado e a queste affermazione incredibili.
Purtroppo, a questa
mia domanda non credo che avremo mai una risposta “vera”!!
Ma torniamo
all’affermazione del Prefetto, rivolta alle madri che hanno in casa un figlio
che fa uso di droghe; il solo fatto di rivoltare l’incombenza dell’intervento
sulla madre mostra già un grosso errore di base; nel caso della
tossicodipendenza la famiglia può essere solo di supporto, ma subito dopo
devono intervenite i professionisti della cura alla dipendenza e questo è solo
lo Stato che deve gestirne il servizio e fare in modo che sia il migliore
possibile.
La madre di un ex
ospite della comunità di Don Gelmini ha replicato, fra le lacrime, allo
sproloquio del Prefetto: “avere un figlio tossicodipendente vuol dire pensare
solo a lottare per aiutarlo a uscirne; altro che suicidarsi!!”
Da questa affermazione
traspare una sostanziale “solitudine” della madre del tossicodipendente che in
molti casi si ritrova sola a lottare contro tutti i problemi che la “maledetta
droga” genera; e in aiuto trova, quasi sempre, solo delle strutture private
come quella sopra citata o come altre che si distinguono per l’encomiabile
attività; lo Stato, invece, inteso come funzionari periferici, è molto assente
dal problema e sa soltanto sproloquiare.
Conclusione: il
Prefetto è stato rimosso; bene, ma lo stipendio continuano a darglielo oppure
lo hanno sospeso? Sarebbe interessante una risposta in merito!!