<$BlogRSDUrl$>

mercoledì, luglio 23, 2014

MA CHE CACCIA E' QUESTA?! 



Anzitutto mi scuso per aver saltato una settimana circa di contatto con i miei lettori, ma ho trascorso questo tempo in un ospedale dove mi è stata sistemato un aneurisma all’arteria femorale che ancora non mi permette una deambulazione corretta; spero comunque che in una decina di giorni mi dovrei rimettere completamente.
Ma veniamo all’argomento odierno: premetto di non essere mai stato – e mai lo sarò – un appassionata della caccia, tant’è vero che di questo argomento l’unico episodio che ricordo è quello di alcuni decenni fa, quando ci trovavamo in campagna, io e mio figlio (allora piccoletto), e un indigeno insisteva per condurci a caccia; il giovanissimo figliolo cedette e fu condotto via all’alba; ritornò verso l’ora di pranzo e alla mia richiesta ”come è andata?” mi rispose con un significativo “benissimo, neppure un ferito!”; evidentemente faceva il tifo per gli uccellini!!
Quindi non riesco ad afferrare la bellezza della “poesia della caccia”, ma soprattutto non  capisco e non riesco a tollerare la barbarie dell’uso degli uccelli da richiamo usati per incastrare i propri simili e che in questo modo vengono attirati e più facilmente uccisi.
Dunque, come funziona questa ennesima sconcezza inventata dall’uomo che si sente superiore a ogni altro essere vivente con cui convive; con grandi reti si catturano allodole, merli, tordi, pavoncelle ed altri uccellini similari che vengono tutti rinchiusi in gabbiette, tenuti per mesi al buio in magazzini e sottosuoli, in modo da stravolgere la loro percezione delle stagioni.
Riportati all’aperto, i piccoli “sequestrarti” credono che sia primavera e cantano, così la loro voce diventa un subdolo richiamo per gli stormi in migrazione che si abbassano sulle doppiette in agguato, provocando un fuoco di sbarramento molto simile alla battaglia d’Inghilterra.
Ovviamente, se ci riflettiamo un momejnto0, vediamo che tutto questo è “normale”: siamo il paese che detiene il record mondiale delle truffe: finanziarie, alimentari, sui rifiuti,  pensionistiche e sanitarie, e potrei continuare.
Potevano mai le allodole  sottrarsi al più vile e ignobile tra i raggiri assurti a sport nazionale?
Certo che è veramente facile delinquere in un paese dove lo Stato affronta il sovraffollamento delle carceri svuotandole surrettiziamente, anziché costruirne di nuove. E offre sconti di pena e permessi premio all’omicida ma è inflessibile con chi spara per difendersi; un paese dove uno dei popoli più rissosi del pianeta viene sostenuto da una allucinante densità di avvocati (ce ne sono più a Roma che in tutta la Francia) i quali hanno lo scopo preciso di paralizzare la Giustizia ricorrendo in Cassazione anche se il bucato del terzo piano sgocciola sui davanzali del secondo.
Come si può vedere, l’infamia delle allodole usate come esche ci porterebbe lontano, si potrebbe “paragonare” con altre cose, ma purtroppo in Italia tutto fa capo ad una maggioranza silenziosa o appena brontolante, il che fa il gioco di minoranze spregiudicate, ciniche, spesso sempre più criminali.
Le menti più perversamente raffinate del mondo si concentrano qui, dove nel momento in cui si progetta l’EXPO o il MOSE, subito si inventa un sistema di mazzette e conti truccati e quando vedo i responsabili in manette, ricordo di averli già visti anni addietro; e allora si pensa di poter fare qualcosa per mettere in piedi un sistema meno canagliesco per la caccia degli uccelli? Ma mi faccia il piacere!!

mercoledì, luglio 16, 2014

ZIBALDONE N.7 



Le notizie che mi hanno colpito in questo periodo sono tre e spero che colpiscano anche i miei amici lettori.
LA PRIMA riguarda un paio di incidenti che hanno messo a dura prova i miei nervi; facciamo un passo indietro: ricorderete che ho detto tempo addietro che io soffro di vertigini; ebbene, in questi ultimi tempi sono accaduti degli eventi che – per il solo fatto di leggerli – mi hanno messo in difficoltà.
Il primo riguarda un eurostar bloccato nel tunnel della Manica con 382 passeggeri e alcuni automezzi; il problema sembra essere dipeso da un guasto elettrico e così i passeggeri sono stati evacuati – non le auto – attraverso un apposito tunnel di servizio previsto per tali evacuazioni. Per carità, tutto bene, ma se penso che i passeggeri sono stati delle ore nel cunicolo con una quantità immensa di acqua sulla testa, il mio subconscio si ribella e mi manda in tilt.
Analoga “paura” mi prende a leggere che per colpa di alcune travi spezzate, è crollato un viadotto in Sicilia; un’auto che stava transitando proprio in quel momento è finita nella voragine e si sono avuti “solo” quattro feriti.
Già, anche i viadotti fanno parte delle mie fobie!!
LA SECONDA si riferisce ai problemi che stanno agitando il PD, ex PCI, in questa bailamme di rigurgiti anche a carattere storico.
Alcuni “ribelli” non ci stanno ad ubbidire al segretario del partito, Renzi, e cercano di fargli lo sgambetto in mille modi; se uno ripensa a quello che accadeva quando c’era il PCI, capisce che adesso è tutto diverso: anzitutto se ti volevi iscrivere dovevi essere presentato, altro che partito on line; poi c’era lo Statuto che dettava ogni tipo di comportamento possibile e immaginabile e su cui non erano ammessi fraintendimenti.
Ai vertici si aveva la segreteria che dava “l’indirizzo politico” e la Direzione che esaminava e decideva su tutte le questioni più importanti per la politica del Partito.
Ma insomma, quello che diceva il compagno Palmiro era legge e nessuno aveva l’ardire di controbatterlo; adesso basta un Mineo qualsiasi per mettere in discussione un leader che ha preso più del 40%.
Ed anche la familiarità non era certo quella di adesso: racconta D’Alema che una sera, invitato a cena a casa di Alessandro Natta, scoprì che la moglie li chiamava per cognome “compagno Natta e compagno D’Alema, la cena è pronta”.
LA TRERZA notizia riguarda il famigerato POS; ricordate che tempo addietro ho parlato della recente obbligatorietà per negozi ed artigiani di consentire i pagamenti con “denaro elettronico”.
In questa occasione si è avuto alcune situazioni che “fanno ridere i polli” come si usa dire dalle mie parti; il Governo ha obbligato quasi tutti a dotarsi di un POS, ma tra questi “tutti” non sono compresi coloro che i bancomat e le carte di credito le emette, cioè le banche.
Infatti, se uno si presenta allo sportello di una banca per effettuare un qualsiasi pagamento e presenta al cassiere il bancomat, costui non  l’accetta, invitando il cliente ad uscire dalla banca, andare alla postazione del bancomat, prelevare i contanti dal relativo sportello e poi tornare con i soldi in mano per poter completare l’operazione iniziata.
Mi sembra che questo atteggiamento certifichi con precisione che le banche sono le prime a non fidarsi dei marchingegni elettronici; e perché dovremmo fidarci noi??

lunedì, luglio 14, 2014

NON SO SE PIANGERE O RIDERE 



Il termine da usare sarebbe “se non fosse da piangere sarebbe da ridere”, ma il senso è comunque chiaro: siamo in presenza di situazioni che non sappiamo catalogare e quindi, a parte l’incazzatura, non possiamo collocarle tra quelle che fanno ridere o tra quelle che fanno piangere.
Parliamo delle spese “assurde” che incontriamo sia nell’amministrazione statale che in quella di enti locali: una voragine da 800/miliardi di euro l’anno, cifra che ci farebbe sistemare tante cose che invece non si possono accomodare.
Tanto per dare una misura comprensibile, sappiate che i suddetti 800/miliardi rappresentano esattamente la metà del nostro Pil, cioè della ricchezza che ogni anno gli italiani riescono a produrre.
Cominciamo a vedere qualcuna di queste cifre: lo Stato spende ogni anno 211,2/milioni di euro in traslochi e facchinaggio e 409/milioni per la pulizia  e la  lavanderia (ci deve essere molto sudiciume!!).
Poi si passa all’alimentazione e si scopre che questa voce ci porta via quasi 100/milioni di euro, mentre la sola “carta” utilizzata negli uffici è costata quasi 2/milioni di euro.
Andiamo adesso a vedere quello che succede nelle Regioni: la voce “personale” la fa da padrona assoluta con i suoi oltre 1,5/miliardi di euro , ma anche l’informatica non scherza: 236,5/milioni di euro.
C’è poi una voce che mi intriga: le spese legali; questa voce raccoglie tutte le cause perse dall’ente locale (patrocinio legale e sentenze sfavorevoli) e ammonta a oltre 41/milioni di euro l’anno.
La cancelleria supera i 20/milioni di euro e si somma con il materiale informatico e tecnico; gli studi e le consulenze hanno superato gli 87/milioni di euro.
Ma la voce che più di tutte mi ha colpito è “l’assistenza psicologica e religiosa” che si prende oltre 1,6/milioni di euro l’anno; sarei curioso di conoscere le modalità con le quali avviene questa forma di assistenza!!
Comunque, andiamo avanti, ma tenendo ben presente che abbiamo già superato i 2.100/miliardi di debito pubblico e continuando con questa frenesia spendereccia, non riesco ad intravedere dove arriveremo.
Per fare un esempio, la spesa che maggiormente colpisce le Regioni è quella del personale (oltre 3/miliardi di euro), ma se ne conosce anche la motivazione: un esempio su tutte è quello della Sicilia che ha tanti dipendenti quanto tutte le regioni del Nord messe insieme; si può pensare di andare avanti così??!!
E ricordiamoci che quando si arriva a fare dei tagli – sacrosanti – in Parlamento ognuno difende la propria regione, ognuno difende il proprio posticino; insomma tutto è fatto per perpetuare il sistema, e basta!!
Un passo indietro: questi dati provengono dal sistema informatico Siope gestito dalla Banca d’Italia e quindi al di sopra delle persone interessate; se poi ci sono trucchi, allora….
Un ultima notazione: sapete che quasi tutte le Regioni hanno lussuose sedi all’estero utilizzate soprattutto per le vacanze dei funzionari e consiglieri? E non c’è nessuno che possa impedire tale spreco, dato che la normativa concede piena autonomia a questi enti locali; come dire: io lo faccio e nessuno può dirmi niente, perché nessuno ne ha l’autorità per farlo!!

sabato, luglio 12, 2014

MI CASCA IL PAN DI MANO 



 La frase riportata nel titolo è “un modo di dire” che si usa dalle mie parti per indicare una cosa così stupefacente, così sorprendente che ti “fa cadere il pane di mano”, cioè ti fa cadere uno degli elementi più importanti per la nostra vita, cioè il pane, alimento bade della nostra sussistenza.
Ebbene, nella circostanza, questa cosa stupefacente, questa cosa sorprendente è aprire i giornali di qualche giorno fa e leggere a tutta pagina il seguente titolo: “CORROTTO ANCHE IL GARANTE”.
La notizia si riferisce a tale Giuseppe Brienza, ex Presidente dell’Authority sugli appalti pubblici, finito agli arresti domiciliari su richiesta del PM di Roma, con l’accusa di corruzione.
L’accusa è quella di avere favorito il rilascio di alcune procedure per la partecipazione negli appalti in particolare all’Axsoa, azienda presso la quale il Brienza, terminato l’incarico all’Autorità,  si è fatto assumere con uno stipendio di 5/mila euro mensili e con un contratto di un anno.
Nello stesso quadro investigativo che ha portato Brienza ai domiciliari, sono indagati per abuso d’ufficio, anche un altro ex Presidente dell’Autorità, nonché ex presidente della Corte dei Conti ora in pensione, Luigi Giampaolino.
Insieme a questi “pezzi da novanta”, sono stati iscritti nel registro degli indagati una serie infinita di alti funzionari di strutture di vigilanza.
Siamo arrivati al punto in cui i “controllori” sono sospettati di essere collusi con i controllati?  La risposta mi sembra evidente e il motivo – probabilmente – sta nel fatto che i controllori sono talmente tanti in Italia che, alla fine, bisogna mettere mano al portafoglio per venirne a capo, per uscire da quella sorta di labirinto che è la normativa degli appalti.
In sostanza, le authority delegate ai controlli sono un po’ più di una dozzina; alcune hanno centinaia di dipendenti e dirigenti (molto ben pagati, in alcuni casi addirittura 600/mila euro l’anno) e hanno incarichi che vanno dai 5 ai 7 anni; già da questa prima esposizione si comprende che queste strutture hanno un potere enorme.
Questo potere delle autorità, spazia anche nel campo massmediale: basta infatti che aprano un’istruttoria per creare un sacco di fastidi alle persone e alle società inquisite; sembra addirittura che qualche volta la “mazzetta” corra non per “sanare”, in modo improprio, qualcosa di illecito ma soltanto per porre fine alla richiesta di chiarimenti attraverso un’istruttoria che blocca ogni attività.
Con molta probabilità, il punto in cui bisogna fermare l’attenzione del lettore e del magistrato, è la complessità delle nostre regole (sembra che per costruire una scuola occorrano più di 30 autorizzazioni).
Qualche catena di supermercati ha impiegato anche dieci anni prima di essere autorizzata a chiamare i  muratori per avviare la costruzione dell’edificio; ognuno di noi – pur non addetti ai lavori – comprende che è folle pensare che servano 10 anni alla pubblica amministrazione per decidere se un supermercato possa essere aperto o no.
È ovvio che non c’è da meravigliarsi se poi corrono le mazzette che “svegliano” la pratica semidormiente.
Sembra che il governo si sia reso conto della situazione ed abbia allo studio una serie di provvedimenti per snellire la situazione; il primo passo non mi sembra tanto incoraggiante: concentrare tutto e tutti a Roma!!

giovedì, luglio 10, 2014

L'ORRORE DELLA MIGRAZIONE 



Le scene di orrore e i morti che galleggiano nel Canale di Sicilia, non si placano, anzi se possibile diventano sempre più frequenti e raccapriccianti.
Sentite l’ultima di queste vicende di morte: 45 disperati in fuga dagli orrori della loro patria, sono stati picchiati e chiusi dentro un comparto di un peschereccio e sono stati minacciasti ed ancora picchiati perché si lamentavano; quando gli altri disperati hanno sentito cessare i lamenti, hanno subodorato una tragedia, ma il comparto era chiuso con un lucchetto e quando, finalmente, sono riusciti a farlo aprire, era ormai troppo tardi: “sembrava che dormissero”, ma erano tutti morti, questo il commento di uno di loro.
Dopo aver giustamente pianto sul dolore e la morte di questi disperati, guardiamo l’intera vicenda da un altro punto di vista; in questo barcone, gli immigrati avrebbero pagato 1.500 euro a testa e quindi gli scafisti – veri traghettatori della morte – avrebbero incassato quasi 1/milione di euro.
Ma chi sono questi “scafisti” e come funzione tutta questa barbara operazione? Uno degli scafisti arrestati – un egiziano – ha raccontato alla Polizia che esiste un tariffario per ogni operazione che il migrante mette in opera: il biglietto varia tra i 1.500 e i 2.000 euro a secondo del posto che gli viene riservato sul barcone; un giubbotto di salvataggio costa 200 euro, mentre per una coperta devono spendere 300 euro e la stessa somma come supplemento per un fantomatico “posto ponte”, che immagino voglia significare il non essere cacciato a forza in una stamberga della stiva.
Per il vitto abbiamo un solo dato: un po’ d’acqua e una scatoletta di sardine costano 200 euro, mentre, se scendiamo nel “voluttuario”, quindici minuti di colloquio al telefono satellitare costano 300 euro.
All’inizio di questo esodo – poco biblico, per la verità – mi ricordo che le Forze di Polizia e gli altri corpi presenti nelle operazioni, si davano un grandissimo daffare per catturare questi delinquenti che vengono chiamati scafisti ma forse sarebbe più appropriato chiamarli “schiavisti”.
Dopo i primi successi, magari mal ripagati dalle poche incriminazioni, la cattura di questi delinquenti è diventata una cosa assai rara, dato che i banditi si sono attrezzati per sfuggire alle maglie della giustizia, a scapito magari della sicurezza del barcone e della gente ivi contenuta; tanto ormai avevano pagato!!
Sembra che quando arrivano a qualche centinaia di metri dalla riva, lanciano un S.O.S. che mette in moto la Marina Militare italiana e loro se ne vanno dal natante, utilizzando uno dei tanti sistemi messi in piedi per sfuggire.
Anzitutto, dopo aver abbandonato il barcone, possono averne un altro nei paraggi che li aspetta; oppure si mischiano ai migranti e sbarcano sulle coste italiane insieme a loro; oppure s’imbarcano su scialuppe di salvataggio e fanno un po’ la stessa trafila dei migranti, senza che nessuno di loro abbia il coraggio di denunciarli.
In quest’ultimo viaggio della morte, gli scafisti interessati erano in due: uno proveniente dal Senegal e l’altro di origine zambiana; entrambi sono stati arrestati, insieme ad un altro “aiutante”, un egiziano; tutti e tre dovranno rispondere di molti reati, ma – almeno a quanto risulta al sottoscritto – non sono a conoscenza di particolari incarcerazioni a seguito di processi seguiti dall’opinione pubblica; e invece, per me, questi delinquenti dovrebbero essere condannati al carcere a vita e a quello più duro possibile, magari facendo loro rivivere alcune brutalità che loro hanno inflitto ai migranti..

martedì, luglio 08, 2014

SI RUBA ANCHE TRA LE STELLE 



Questa non me l’aspettavo, forse perché non conoscevo il meccanismo che sta dietro a tutta la situazione dei rifiuti, tossici o no.
Dunque, vediamo di capire il possibile: andiamo quindi lassù, in alto, nei cieli, oltre le nuvole, proprio dove l’immaginario collettivo colloca i santi, gli angioletti e, più prosaicamente, i satelliti.
Cosa ci fanno questi satelliti? Semplicemente controllano “chi passa” e, in particolare registrano dallo spazio i percorsi dei camion carichi di rifiuti, come prescritto dalla legge.
Da terra c’era chi riusciva a modificare i “tracciati” dei mezzi e a far sversare i veleni sulla verdura da mettere in tavola, mentre sui monitor di controllo appare tutta un’altra cosa, tutto un altro percorso, sicuramente più virtuoso.
Quindi, dopo aver fatto la cresta su ospedali, dighe, cimiteri, e altre costruzioni pubbliche, probabilmente lo stesso personaggio o no della “banda” riusciva a infettare anche la più sofisticata tecnologia.
Quindi  siamo in presenza di personaggi che hanno nel loro libro paga dei tecnici, anzi vorrei dire degli scienziati, che fanno invidia alla NASA e che non fanno rumore di spari, ma agiscono tranquillamente solo con l’ingegno e la tecnologia.
In questa nuova puntata delle ruberie, il sistema ha stupito anche gli inquirenti quando hanno individuato un meccanismo a metà tra Guerre Stellari e Star Treak..
In questa nuova puntata, il nostro furfante non è seduto dietro o davanti alla scrivania di un pubblico ufficiale, ma lo troviamo addirittura lassù, insieme con i … cosmonauti.
L’imbroglio sulla traccia dei camion dei rifiuti è addirittura degno di essere architettato dal capo della Spectre e, proprio per la sua alta specializzazione, aveva un costo che, se lo compariamo con quello miliardario del Mose, sembra che avesse anche un tariffario ridotto: solo un milione di euro o giù di lì, forse perché il capo dei ladri/tecnologici aveva meno compari con cui spartire il malloppo; da notare che anche in questo caso il malloppo veniva regolarmente consegnato in borsoni sportivi “a perdere” con il logo dello sponsor in bella vista.
Adesso, al di là dell’ovvia cattura e detenzione dei malviventi, sarebbe interessante che qualcuno ci raccontasse dove sono finiti “veramente” i camion dei quali si sono “confuse” le tracce, che cosa trasportavano e quali rischi dobbiamo attenderci per la pubblica salute da questa nuova bravata della criminalità.
Comunque, l’avreste mai detto che la realtà sarebbe arrivata a superare di gran lunga la pur fervida fantasia di Jan Fleming? O quello che veniva prospettato in un film con Geoge Clooney – “The pacemaker- cioè l’uso dei satelliti per cose “banali”, come il seguire le tracce di camion contenente rifiuti (nella realtà) o altri mezzi di locomozione che trasportano missili con testate nucleari (nel film in questione).
Insomma, come possiamo inquadrare questo nuovo problema che si prospetta? La tangente sull’alta tecnologia! Credo che sia il logico sviluppo di una situazione che cerca il guadagno illecito in tutto quello che agisce e, appena trova il minimo varco, vi si incunea per appropriarsi della situazione favorevole e fare soldi.
Insomma, nei film i satelliti non spostavano soldi ma truppe e missili, mentre nella realtà nostrale, gli stessi sateloliti spostano solo “monezza” e rendono miliardi a chi ha le mani in pasta nella faccenda.
Del resto non vorrete mica che il Governo chiami Gorge Clooney!!

domenica, luglio 06, 2014

I SOLITI "ESEMPI" DEL BELPAESE  



Il primo degli “esempi” che mi è capitato di leggere è quello della nostra Presi9dente della Camera, Laura Boldrini, numero tre in ordine di grandezza tra le cariche dello Stato, dopo il Presidente della Repubblica, quello del Senato e, appunto, quello della Camera.
Ebbene, qualcuno ha detto alla bella Laura che la sua “immagine” fa acqua da tuttte le parti; il nostro “numero tre” non si è perso d’animo ed ha convocato Gad Lerner per farsi consigliare su come fare per risultare simpatica.
Non mi sembra una scelta molto oculata, anzi direi che mi appare un po’ come chiedere a  Galeazzi un consiglio sulla dieta da seguire o a Scaiola farsi consigliare un immobiliarista, oppure sentire la Camusso prima di scegliere il proprio parrucchiere.
Ma non è questo il “punto” focale del discorso; infatti a Nilde Jotti o a Pietro Ingrao oppure a Sandro Pertini non sarebbe mai venuta in mente un’idea del genere, più attinente ad un concorrente di “X Factor” o di “Amici”  che alla terza carica dello Stato.
Un tempo, neppure tanto lontano, c’era l’idea che più della simpatia dovesse contare la competenza, la riservatezza, la serietà, tempi nei quali – c’è da giurarci – una persona come la nostra Laura avrebbe potuto aspirare al massimo a fare la valletta di Gad Lerner in uno dei suoi programmi noiosi.
Ma passiamo ad altro; da oggi scatta il divieto di rifiutare il pagamento elettronico per cifre superiori a 30 euro; chi deve installare l’apparecchio? Tutti i negozi che vengono al pubblico e tutte le categorie professionali, dall’idraulico al notaio; e chi non lo installa? Sono previste sanzioni – ancora non precisate – che il governo introdurrà mano a mano che caleranno i costi di installazione; quali gli obiettivi che lo Stato si prefigge? Giungere alla piena tracciabilità dei pagamenti, un’arma in più nella lotta all’evasione fiscale.
Come era facilmente prevedibile, sia i professionisti che i negozianti sono in rivolta e lanciano un primo slogan: “ questa norma comporta una batosta per noi da cinque miliardi”.
Secondo la CGIA di Mestre, un’azienda con 100.000 euro di ricavo annuo, con il Pos, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull’incasso, dovrà sostenere una spesa media annua di 1.200 euro.
Anche i commercianti sono ovviamente contrari alla norma; secondo Confesercenti, l’obbligo di accettazione di pagamento via bancomat o carta di credito è una batosta per le imprese da circa cinque miliardi annui, tra costi di esercizio e commissioni.
Lo studio di Confesercenti valuta che gli imprenditori si troveranno a sostenere aggravi di spesa di 1700 euro l’anno ciascuno.
E aggiunge che la nuova normativa rischia di dimostrarsi inutile, perché la grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento.
Ed infatti il Codacons è durissimo sulla nuova normativa che definisce  una vera e propria buffonata; infatti non sono previste sanzione per chi non si doterà del Pos, il quale potrà continuare a comportarsi come meglio crede senza rischiare assolutamente niente.
Che poi questi contribuenti che rifiutano l’adozione del Pos possano rischiare l’inserimento in una apposita “lista nera” che il fisco potrà seguire con maggiore attenzione, mi sembra l’unico vero rischio!!

venerdì, luglio 04, 2014

QUESTE COSE SI FANNO TRA I CAVALLI!! 



Come è noto – almeno agli appassionati di ippica e in particolare di cavalli da corsa – nel momento in cui si decide di ritirare una cavalla dalle corse per farle fare “la madre”, viene pensato allo stallone che meglio di ogni altro potrà inseminarla in modo tale da avere buone probabilità che nasca un campione; non sempre questi calcoli vengono rispettati, ma insomma l’uomo continua a provarci, ma la natura continua a fare di testa propria.
Ebbene, nei casi di stalloni/cavalli, si - va come in altri campi - a secondo della moda del momento; ed anche nel mondo degli umani, ovviamente non potevano fare diversamente.
In Inghilterra è in atto una sorta di infatuazione per tutto quello che è scandinavo (Svezia, Danimarca e Norvegia) e questa “passione” si sposta anche nei confronti dell’uomo con cui “fare un figlio”; le donne inglesi sono stufe di uomini troppo timidi e goffi, poco atletici e con i denti storti e quindi stanno assaltando la “Banca del Seme”che propone campioni di ottimo prodotto vichingo.
Senza alcuna traccia di lascivia, i danesi reclutano i possibili donatori (stalloni!!) con una pubblicità che ha una gioiosa bici a forma di spermatozoo che si aggira nei centri delle città, piuttosto che fuori da strutture sportive o vicino a campus universitari.
Sul catalogo dell’azienda che fornisce il seme – “European Sperm Bank” – i potenziali padri, oltre ad elencare i titoli di studio e i successi lavorativi, vengono specificati anche gli hobby e le specialità più amate.
Ma c’è di più; pagando si può ottenere un vero e proprio dossier su ogni donatore; più di 30 pagine di informazioni con foto di quando era bambino e un’intervista audio per sentirlo raccontare di se stesso: ovviamente in perfetto inglese.
Ed alla fine di questo esame si ha la quasi matematica certezza di partorire un bebè che da grande sarà alto, biondo e con gli occhi azzurri, insomma, un perfetto “vichingo”.
Sarebbero poche le donne capaci di resistere a queste lusinghe pubblicitarie e così il numero delle inglesi single in età riproduttiva – quasi raddoppiate negli ultimi dieci anni – e quelle che hanno relazioni lesbiche – salite del 23% in un solo anno – oppure quelle formate da coppie sterili, hanno deciso di avvalersi di questo centro di eccellenza estero (che spedisce lo sperma via corriere).
In Inghilterra i donatori sono pochi e di loro si sa pochissimo (al massimo altezza e peso), in più la burocrazia è tale che solo 1 donatore su 20 viene considerato idoneo e può intraprendere questa attività.
Ed allora le inglesi si sono rivolte ai “vichinghi”; oltre alle considerazioni sopra indicate, c’è anche – sotto, sotto – la voglia di mettere al mondo un piccolo guerriero o guerriera, un Thor o una Helga, al posto dei soliti, consunti John o Helga.
Inoltre, i danesi sarebbero più felici ed allegri rispetto agli inglesi, considerati pessimisti, sardonici e autolesionisti, quando non addirittura gay.
Ma ritorniamo alla procreazione dei cavalli da corsa: anche in questo settore ormai la monta tradizionale è in fortissimo disuso, specialmente per la sua potenziale pericolosità dovuta alla meccanica dell’atto; quindi – alla stessa stregua di quello che fanno le donne inglesi – l’inseminazione avviene attraverso sperma congelato messo direttamente in  vagina con una apposita siringa. Quindi, la scelta avviene “sulla carta”, l’atto d’amore non esiste più; insomma, uomini e animali sono uguali!!

mercoledì, luglio 02, 2014

IL "MONDIALE" DISTRAE DALLA FEDE 



La nostra partecipazione al mondiale di calcio non è stata per niente esaltante, ma dopo le solite polemiche – avrebbe dovuto fare questo, avrebbe dovuto non fare questo – tutto sta rientrando nell’alveo della normalità, anche se il CT Prandelli si è dimesso e analogo comportamento ha tenuto il Presidente della Federazione Gioco Calcio.; insomma, per fortuna, la vita continua con le cose brutte e belle che ci stanno aspettando!!
In Nigeria invece è proprio il concetto di “gioco” che non viene approvato da Boko Haram, la corrente di Al Qaeda, la quale anziché congratularsi con i giocatori della squadra di calcio che hanno superato il turno e hanno avuto accesso agli ottavi di finale, hanno lanciato lo slogan “il calcio è una perversione occidentale” e lo combattono sterminando sistematicamente gli sventurati che nonostante tutto si ostinano ad affollare i luoghi nei quali sono montati i maxi schermi  per seguire i campionati mondiali dal Brasile.
L’ultimo esempio di queste efferatezze si è avuto in occasione della partita tra il Brasile ed il Marocco; il match era cominciato da pochi minuti, decine di persone erano assiepate in un  cinema all’aperto nella cittadina di Damaturu, capitale dello stato di Yobe, nel quale peraltro è in vigore lo stato di emergenza proprio per queste situazioni.
Improvvisamente è saltato in aria un risciò a tre ruote imbottito di esplosivo parcheggiato vicino alla recinzione ; secondo alcuni testimoni, alla guida del mezzo ci sarebbe stato un kamikaze che sarebbe quindi perito insieme alle altre vittime.
L’ospedale nel quale sono state ricoverate le vittime e i feriti ha dichiarato che i morti sono stati 21 e che 15 persone sono ricoverate nel reparto di terapia intensiva; un medico di questo ospedale ha detto che sono stati soprattutto uomini e bambini ad avere perso la vita nell’attentato.
Il football in Nigeria è una passione di massa e le squadre nigeriane hanno avuto buoni successi anche in campo internazionale; ma Abubakar Shekau, l’emiro di Boko Haram, ha deciso di combatterlo perché – come la musica – distrae le persone e le allontana dalla religione.
I primi di giugno, nello stato di Adamawa i seguaci di Al Qaeda hanno piazzato una bomba sugli spalti dello stadio di Mubi, facendo 40 morti tra gli spettatori; sempre nello stesso stato, un altro ordigno ha falciato 14 tifosi che seguivano il mondiale brasiliano ai piedi di uno schermo gigante.
Lo stesso orrore si è ripetuto anche nello stato di Plateau, dove i gestori di un maxi schermo hanno ricevuto una lettera nella quale venivano esortati a non organizzare proiezioni dei Campionati del Mondo; la Polizia sospetta che il mittente sia il solito Boko Haram.
Se ci spostiamo nel vicino Kenia la musica non cambia: nella cittadina di Mapekoni sono stati sterminati 53 persone e il massacro è stato rivendicato dalla Shabaab, i seguaci somali di Al Qaeda.
Ricordate il detto “la religione è l’oppio dei popoli”? ebbene, in questi ultimi tempi alcuni saggisti hanno sostituito “la religione” che ormai ha ben poca influenza, con il gioco del calcio; ebbene, quello che l’ala integralista dell’Islam sta combattendo è proprio questa potenziale sudditanza psicologica dei giovani nei confronti del calcio; e lo fanno a modo loro, cioè con poche parole e molte bombe.
Ognuno usa i sistemi che ritiene più validi!!

lunedì, giugno 30, 2014

SONO QWUESTI I SERVITORI DELLO SDTATO?! 



Se questi sono i “servitori”, meglio – per lo Stato – non essere “servito; ma andiamo con ordine e raccontiamo la vicenda.
Giorni addietro il Prefetto di Perugia – vi ricordo che il prefetto è l’emanazione locale del Ministro dell’Interno – in occasione di una conferenza stampa si è lasciato andare a questa frase che definire “sciagurata” è veramente poca cosa.
“Una mamma, un genitore che non si accorge che il proprio figlio fa uso di droga è una fallita, si deve solo SUICIDARE”.
Su sollecitazione del Premier Renzi, il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha subito stigmatizzato le parole del Prefetto e successivamente ha provveduto alla sua “rimozione”, provvedimento che dovrà essere ratificato dal Consiglio dei Ministri il quale provvederà anche a ratificare la reggenza all’attuale vicario, Tiziana Tombesi, guarda caso proprio una donna.
Ovviamente il Prefetto ciurla nel manico, come si dice dalle mie parti, affermando che “il suo non era un invito al suicidio, ci mancherebbe altro, era solo un appello, anche come genitore e nonno, a fare di più per creare un argine al fenomeno della droga; non tutte le famiglie sbagliano ma alcune sono “disattente”, siamo diventati troppo permissivi con i figli”.
Se la frase che ha dato origine alla contestazione era una solenne “puttanata”, la precisazione dell’illustre funzionario è la conferma della prima, cioè una seconda “puttanata”.
Ma prima di scendere nei meandri delle cose affermate, mi corre l’obbligo di farmi e di farvi una domanda: ma questo signore è diventato “in questo modo” adesso, oppure lo è stato da tempo; questo perché nel primo caso nessuno poteva prevedere simili affermazioni, ma se invece il signore in questione aveva già mostrato i sintomi incipienti di questa “caduta mentale”, allora è lo Stato, i suoi superiori, il Ministro  che hanno peccato non sollevando dall’incarico questo individuo prima di farlo arrivare a questo grado e a queste affermazione incredibili.
Purtroppo, a questa mia domanda non credo che avremo mai una risposta “vera”!!
Ma torniamo all’affermazione del Prefetto, rivolta alle madri che hanno in casa un figlio che fa uso di droghe; il solo fatto di rivoltare l’incombenza dell’intervento sulla madre mostra già un grosso errore di base; nel caso della tossicodipendenza la famiglia può essere solo di supporto, ma subito dopo devono intervenite i professionisti della cura alla dipendenza e questo è solo lo Stato che deve gestirne il servizio e fare in modo che sia il migliore possibile.
La madre di un ex ospite della comunità di Don Gelmini ha replicato, fra le lacrime, allo sproloquio del Prefetto: “avere un figlio tossicodipendente vuol dire pensare solo a lottare per aiutarlo a uscirne; altro che suicidarsi!!”
Da questa affermazione traspare una sostanziale “solitudine” della madre del tossicodipendente che in molti casi si ritrova sola a lottare contro tutti i problemi che la “maledetta droga” genera; e in aiuto trova, quasi sempre, solo delle strutture private come quella sopra citata o come altre che si distinguono per l’encomiabile attività; lo Stato, invece, inteso come funzionari periferici, è molto assente dal problema e sa soltanto sproloquiare.
Conclusione: il Prefetto è stato rimosso; bene, ma lo stipendio continuano a darglielo oppure lo hanno sospeso? Sarebbe interessante una risposta in merito!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?