venerdì, febbraio 14, 2014
MA E' TUTTO SESSO ?
Ricordate le baby squillo dei Parioli? Ogni
tanto viene fuori qualche tassello di notizia che scompagina quanto si sapeva
in precedenza. Per esempio, una di queste ragazzine afferma categoricamente:
“mia madre non sapeva; ogni tanto le davo dei soldi; per un periodo anche cento
euro al giorno, dato che era in difficoltà economica; le dissi che spacciavo!
Lo so che è strano, ma ritenevo che fosse peggio se avesse saputo della
prostituzione”
Direi che questo è l’abisso della situazione
che emerge dalle dichiarazioni: mi prostituisco, ma dico alla mamma che spaccio
droga che è “meno grave”!
Questa “forma mentis” appartiene alla più
piccola delle due baby squillo, ascoltata dal Gip della capitale con
l’assistenza di uno psicologo, pratica ormai in uso da anni quando sono
coinvolti minorenni.
Tra le dichiarazione della ragazzina,
estrapolo questa frase che mi sembra sintomatica: “ho iniziato perché avevo
voglia di fare molti soldi e ho guadagnato anche 5-600 euro al giorno; spendevo
tutto per acquistare vestiti di marca e telefonini”.
Ma ci sono anche altre forme di sesso per
fare un po’ di soldi: nell’immenso panorama dei social network, ci sono delle
ragazzine che propongono degli incontri – nell’auto dell’altro – per veloci
“fellatio”, consumate nell’auto e del costo di appena 100 euro; il motivo: mi
servono perché voglio cambiare il telefonino oppure per un golfino fichissimo
che ho visto in vetrina.
Se guardiamo bene, queste forme di sessualità
mercificata, spostano il baricentro dal piacere all’utilità, con l’intervento
di un “cliente” – definiamolo bonaccione – che paga e riceve per quello che dà.
Ma la sessualità vera, quella fatta di urla e
singhiozzi, di abbracci e di spasimi, è forse sparita ed è ridotta a queste
esercitazioni di sesso che hanno il solo scopo di accontentare la ragazzina con
i soldi e di accontentare il cliente con un breve piacere.
Ma, attenti un attimo, c’è anche un risvolto
della materia: in America una signora di nome Ali, è la prima “coccolatrice” di
professione e riceve nel suo mini-appartamento a due passi da Wall Street; la
professione della gentile signora non esiste nell’albo dei mestieri autorizzati
dallo stato di New York, ma sta prendendo piede anche in altre città degli USA, da Portland a San
Francisco ed anche a Rochester.
Se qualcuno si azzarda a paragonare Ali ad
una massaggiatrice cinese, la manderebbe su tutte le furie e si sentirebbe
dire: “le coccole sono coccole, ed hanno un forte impatto psicologico e
rilassante”.
80 dollari, l’equivalente di 60 euro per
potersi sdraiare tra le materne braccia di Ali potrebbe apparire come un affare
poco ortodosso e di confine, ma Ali crede ciecamente in questa nuova attività:
da quando ha deciso di avviare discretamente la sua attività, ha già una trentina
di clienti (tra cui una donna) che ritornano regolarmente a farsi coccolare. La
sorpresa è che i clienti sono tutti sotto i 35 anni e raramente sono uomini
maturi che hanno un debole per “i massaggi di ogni tipo”.
La nostra coccolatrice mostra anche un buon
senso degli affari: ha preparato un “pacchetto” da 200 dollari che include film
e coccole, fino ad arrivare a quello da 500 dollari con la notte inclusa; ma
nessuno lo ha ancora richiesto, anche perché – forse -. sul comodino fa bella
mostra di sé il “contratto anti sesso” che Ali fa firmare a tutti i suoi
clienti, a scanso di equivoci.
Certo che tra Ali e le baby squillo c’è una
bella differenza; n0n siete d’accordo?
mercoledì, febbraio 12, 2014
UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DELL'ITALIA
Avevamo già avuto un grande successo con il
vertice nella classifica della tassazione; abbiamo avuto anche un ottimo
successo nella carcerazione, con le nostre prigioni che contengono il doppio
dei detenuti che dovrebbero avere; siamo ai vertici anche per le lunghezze dei
processi, sia civili che penali; ma adesso abbiamo avuto un autentico exploit:
pensate che la corruzione nel totale dei 28 paesi aderenti all’U,.E. ha
raggiunto l’ammontare di 120/miliardi, ebbene il nostro Paese da solo, soltanto
con le proprie forze e la propria voolontà ha avuto un ammontare di
60/miliardi, ben il 50% del totale; che ne dite? Quindi, primo in classifica!!C’è
da andarne fieri!
Il primo rapporto della Commissione europea
sulla corruzione in Europa, contiene un interminabile atto d’accusa contro
l’Italia, in cui questa sorta di “tassa occulta” si porta via questa cifra
mastodontica di 60/miliardi l’anno (e si parla del 2009, figuriamoci a quanto
siamo arrivato adesso!!).
E quello che è veramente da ridere è che “la
commissione ci riconosce di aver fatto significativi passi in avanti nella lotta contro il
fenomeno”, tuttavia occorre fare ancora molto e in fretta.
La UE ricorda che negli ultimi anni sono state
portate all’attenzione del pubblico, numerose indagini per presunti casi di
corruzione, finanziamento illecito ai partiti e indebiti rimborsi elettorali
che hanno visto coinvolti personalità politiche di spicco e titolari di cariche
elettive anche a livello regionale.
Come esempio “degno di nota” di tale
situazione, la commissione segnala quello di un parlamentare (Nicola Casentino)
indagato per collusione con il clan camorristico dei “Casalesi”.
Inoltre si segnala che nel 2012 sono scattate
indagini penali nei confronti di esponenti politici locali in circa 20 Regioni,
sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 per presunte
infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati
per reati legati alla corruzione o al finanziamento illecito.
Tutti ciò si è mostrato ancora più
“devastante” in quanto ha impattato su una economia già colpita dalla crisi
economica, in cui forse solo il 10% della popolazione è impiegato in attività
produttive.
Ed ora qualche altra cifra, dopo lo sconfortante
60/miliardi annui (4% del Pil) che l’Italia ha nel campo della corruzione; l’UE
ha portato avanti anche un sondaggio – non so quanto attendibile – in cui, alla
domanda “hai subito personalmente la corruzione?”. Il 42% degli italiani
risponde affermativamente mentre i restanti 26 paesi della Ue si dichiarano in
senso negativo; ed alla domanda se “la corruzione blocca la concorrenza
commerciale?”, l’italiano risponde affermativamente per il 92% mentre nei
restanti Paesi UE siano al 73%.
Inoltre, un altro esempio ci viene
dall’anormale differenza sul costo al chilometro dell’alta velocità tra noi e
gli altri: La
Parigi-Lione è costata 10/milioni, mentre la Roma-Napoli
47/milioni; la
Madrid-Siviglia 9,8/milioni, mentre la Novara-Milano
79,5/milioni; la Tokyo-Osaka
9,3/milioni mentre la
Torino-Novara 74/milioni e la Bologna Firenze addirittura
96,4/milioni. Non può essere colpa solo della geologia!!
Dopo questi risultati, la Commissione ha
raccomandato di “rendere più trasparenti gli appalti pubblici prima e dopo
l’aggiudicazione, come già richiesto dalle raccomandazioni all’Italia a luglio
2013 nel quadro del semestre italiano”.
Tutto questo è “sconfortante”, ma non è una
sorpresa!! Chiaro??
lunedì, febbraio 10, 2014
DOVE VANNO A FINIRE LE TASSE?
Circa due anni fa, maggio 2012, il
governatore della Banca d’Italia ribadì che occorreva tagliare le tasse per
dare fiato alla crescita; ovviamente tutti ad applaudire e a dargli ragione;
dopo questo tempo trascorso, nulla è cambiato, anzi, il fisco ed il suo seguito
di balzelli erode profitti e stipendi e questo fa sì che la crescita arranchi e
di conseguenza il mondo del lavoro chiede a gran voce di tagliare la
tassazione; per fare questo, tagliare la
mostruosa spesa della macchina dello Stato.
Sembra un moloch che procede meccanicamente,
registrato solo per una funzione: mantenere un apparato mastodontico e
perennemente affamato.
Mi sto ripetendo, perché tali concetti li ho
espressi altre volte, ma penso che le tasse – pur non essendo “il male
assoluto” – dovrebbero essere il meccanismo solidale che consente allo Stato di
funzionare, erogare servizi e garantire i diritti che sono alla base del vivere
civile: sanità, scuola, giustizia, viabilità, protezione civile: nulla di tutto
questo potrebbe funzionare senza le tasse dei contribuenti; sono servizi ma
sono anche diritti fondamentali per uno stato democratico.
Il problema è che nel corso degli anni lo
Stato ha gonfiato a dismisura la fame di risorse, a scapito dei cittadini
paganti (quelli cioè che non evadono il fisco) ma anche operando palesi
ingiustizie al suo interno.
Così – tanto per fare un esempio – un usciere
della Camera è valutato economicamente molto di più di un insegnante che nella
sua carriera forma migliaia di giovani. Voglio dire che la spesa per la “casta”
burocratica non può essere così spropositata rispetto a ciò che si investe per
chi lavora in altri servizi considerati, a torto, delle cenerentole; allo
stesso modo non è giustificabile il divario di risorse fra un consigliere
regionale e un dirigente scolastico.
Tagliare, quindi, è un imperativo
inevitabile, ma tagliare non basta, anzi i tagli lineari hanno un sapore
ingiusto e sono alla fin fine inefficaci perché indeboliscono i servizi
costringendo a chiedere maggiori esborsi ai cittadini (si pensi ai “contribuiti
volontari” nella scuola, per fotocopie ed anche per la carta igienica).
Mi viene subito in mente la spesa mostruosa
per la macchina dello Stato, intendendo con questo tutti gli stipendi a
politici e similari che non hanno mai subito un ridimensionamento, e la gamma
interminabile di rimborsi non ha mai avuto un ritocco.
Adesso qualche numero, indispensabile per
comprendere la dimensione del problema; si riferiscono al 2012 e ci dicono che
l’introito totale della tassazione è stato di circa 690 miliardi di euro, il
cui utilizzo è così suddiviso: 217/miliardi finanziano pensioni e misure
sociali, 364/miliardi affluiscono nelle casse dello Stato, mentre 79/miliardi
vanno a quelle delle Regioni, 24/miliardi in quelle dei Comuni e poco più di
4/miliardi in quelle delle Province.
Come appare dai numeri sopra indicati, la fetta più grande entra nelle casse dello
Stato e serve per pagare l’immensa e vorace macchina pubblica in cui
affluiscono stipendi e rimborsi per politici di ora o di qualche tempo
addietro, spese per far funzionare i tanti carrozzoni che hanno spese
sibaritiche (si pensi che il Quirinale costa molto di più dell’Eliseo e della
reggia della Regina Elisabetta).
Insomma, se lo Stato usa i nostri soldi per
far funzionare meglio la scuola, la sanità e la giustizia, saremmo tutti
contenti, ma se li usa per mantenere una burocrazia inefficace e spropositata
nonché una casta politica sempre tentata dal rimborso facile, allora rompe il
contratto che lega l’individuo allo Stato. Sono stato chiaro?