sabato, luglio 14, 2007
LA FORBICE SI ALLARGA SEMPRE PIU'
La “forbice” che cito nel titolo è quella che si instaura tra povertà e ricchezza, con la fascia tra le due lame che dovrebbe riguardare il ceto medio, che tende a rivolgersi sempre più verso il basso.
Non lo dico io, ma lo ripete per l’ennesima volta una indagine statistica di “Eurispes” sull’andamento delle spese e dei consumi in Italia; anzitutto diciamo che sono ben 7 milioni gli anziani che campano con poco più di 500 euro al mese, ai quali si affiancano un esercito di alcune centinaia di migliaia di giovani che si arrabattano tra un lavoro precario e un altro.
Ma se passiamo ad esaminare la vita di coppia, scopriamo che nel nostro Paese vivono ben 2 milioni e mezzo di persone che cercano di tirare avanti con 936 euro al mese (ovviamente in due).
Eurispes però è andata ben oltre nell’esaminare la vita di coppia ed ha preso in esame alcune famiglie tipo, composte da marito e moglie, con redditi mensili al di sopra dei 2mila euro cadauno e con 2 figli: insomma la tipica famiglia italiana di quattro persone; ebbene questo nucleo accumula alla fine dell’anno un “debito”, risultante da quanto guadagnano e quanto spendono, che va dai 547 euro (bancario e professoressa che vivono a Torino) agli 11mila euro di un muratore e una cassiera che vivono a Bologna.
Ovviamente questi “debiti” vengono coperti, sempre secondo l’istituto di statistica, o con rateizzazioni o con ricorso a strozzini.
Ma ora basta con i numeri – potrei continuare per molto con citazioni sempre più funeree – e concludiamo con una affermazione di carattere giornalistico che condivido: oltre ai pensionati ed ai precari, abbiamo un esercito composto da 2 milioni e mezzo di persone “in giacca e cravatta” che sono già al verde alla terza settimana del mese.
Ma da cosa deriva questa situazione: ritengo che noi abbiamo subito le conseguenze del combinato disposto dell’inefficienza della nostra classe politica e dell’ingresso nell’area euro: per la prima non credo che ci vogliano molte considerazioni, è sotto gli occhi di tutti che il nostro bellissimo e disgraziatissimo Paese – pur passando da governi di centro destra a quelli di centro sinistra – ha subito solo ed esclusivamente delle autentiche rapine, fatte da politici ladroni e incompetenti allo scopo di riempire le loro tasche e quelle di amici e sodali.
Notate – poi si cambia subito discorso – che in una situazione di contrazione dei consumi come quella attuale, il DPEF prevede un abbassamento della pressione fiscale (la più alta nell’area dell’euro) del solo 0,2% per il prossimo anno e dello 0,8% per i successivi 3 anni: come dire che i soldi continuano a servirci a noi che comandiamo e chi non può permettersi le vacanze (il 50% degli italiani) si arrangi.
Il secondo punto – ingresso nell’area dell’euro – è stato per noi non solo altamente negativo sotto il profilo monetaristico, ma anche per quello che concerne l’economia spicciola, quella della massaia che si reca giornalmente a fare la spesa: infatti, gli stipendi sono stati equiparati al nuovo conio (chi guadagnava un milione è andato a prenderne poco più di mezzo), mentre le uscite sono state subito portate a livello euro con uno scamotto che è tipico della nostra mentalità: la pizza che costava 5 mila lire si porta a 5 euro, un pasto in un ristorante medio che costava 20 mila lire costa, nello stesso ristorante, 20 euro.
E dico queste cose profondamente sconsolato e convinto, purtroppo, che non ci sia niente da fare, con le buone; con le cattive qualcosa ci sarebbe da fare, ma……
giovedì, luglio 12, 2007
A PROPOSITO DI ANZIANI
Nella mia città, la splendida Firenze, sono ben 95mila (circa il 25% del totale) i cosiddetti over 65, e di questi, oltre 30mila vive e si arrangia da solo.
Con questo preambolo non intendo parlare di nuovo del problema delle pensioni, perché i cittadini sopra citati sono già “in pensione”, con una cifra alta o bassa, ma quella è e quella deve bastare; a proposito dello “scalone”, c’è solo da aggiungere che fare una battaglia per lasciare la soglia a 58 anni (la più bassa del mondo) mi sembra una battaglia di retroguardia, di quelle tipiche dei nostri sindacati.
Ma torniamo ai nostri arzilli vecchietti fiorentini e parliamo di due cose che sono accadute e che li riguardano: la prima è l’abolizione da parte dell’Azienda Municipalizzata dei Trasporti, di un particolare biglietto per gli ultra sessantacinquenni; fin qui niente di particolarmente strano, dato che si cerca di risparmiare su tutto, ma quello che mi ha colpito è stata la dichiarazione del Presidente dell’Azienda (70.000 euro l’anno); sentite qui sotto.
Con la protervia tipica dei politicanti arrivati al benessere economico, afferma: “Quello accordato finora agli anziani era un privilegio assurdo; basandosi solo sui criteri di età si finiva per offrire abbonamenti a prezzi ridotti anche a persone più che benestanti. Abbiamo deciso di aiutare solo chi davvero di trova in difficoltà economiche.”
Primo commento: a proposito delle persone “più che benestanti” che approfittano dell’abbonamento, al signor Presidente basterebbe che si mettesse qualche volta allo sportello della sua azienda (non dico che debba montare sugli autobus) e si accorgerebbe che coloro che lui definisce “più che benestanti” non ci sono; questi ultimi per spostarsi usano la loro auto o il taxi.
Seconda osservazione: aiutare solo chi si trova in difficoltà economiche, significa costringere l’anziano a pietire un aiuto, cosa che oltre che imbarazzante è anche decisamente squalificante per chi ha lavorato tutta una vita e non ha avuto la fortuna di trovare nessun padrino politico; a questo proposito il signor Presidente farebbe bene a vedersi il celebre “Umberto D.” di Vittorio de Sica e, ammesso che lo capisca, trarne le conseguenze e qualche insegnamento circa la dignità dell’individuo.
Seconda cosa che mi ha colpito è la strana motivazione per cui un’altra Azienda Municipalizzata (altro Presidente a 70.000 euro l’anno) che si occupa della distribuzione dell’acqua potabile, ha avuto per gli aumenti delle bollette di circa il 10%.
Pensate un po’ che cosa si sono andati ad inventare: l’aumento sarebbe motivato dal mancato raggiungimento dei consumi previsti dalla società di gestione; quindi – uscendo dal politichese – i consumi dell’anno sono stati inferiori a quelli previsti (ed il cui ricavo era già stato budgettizzato) e quindi il bilancio ha un deficit che si può ripianare solo con l’aumento del prodotto, cioè dell’acqua potabile (non con la diminuzione di qualche spesa e di qualche stipendio!!).
Ma come, dopo tutti gli inviti a risparmiare l’acqua, dopo tutte le campagne pubblicitarie mirate a questo scopo, si viene a scoprire che il risparmio c’è stato, ma che i risparmiatori verranno penalizzati perché pagheranno l’acqua ad un prezzo maggiore?
Ed allora vi chiedo: sono io che non capisco oppure ci stanno prendendo per il “fondoschiena”, con quella supponenza e con quella prosopopea che è tipica delle menti piccole ma anche degli individui del sottobosco politico che guardano tutti dall’alto (del loro introito) al basso (degli altrui emolumenti).
martedì, luglio 10, 2007
IL RICATTO EUROPEO
Ancora non è per niente risolta la grana del Documento di Programmazione per il 2008 che l’Europa non intende digerire; l’avvertimento a Padoa Schioppa è preciso: dovete risanare i conti.
Bisogna premettere che ad aprile, nel corso di una riunione a Berlino dei ministri finanziari, era stato deciso che entro il 2010 i bilanci di tutti gli stati sarebbero stati in pareggio e per far questo l’Italia ed altri, avrebbero dovuto ridurre il deficit strutturale di mezzo punto all’anno e riportare le finanze “vicino al pareggio” per il fatidico 2010.
Dopo quella firma c’è stato il ciclone Sarkozy, il quale si è presentato a Bruxelles facendo pressappoco questa considerazione: senza crescita non ce la possiamo fare e quindi il “dovere” ridurre il deficit subito ci mette in difficoltà, per cui propongo di procrastinare la data al 2012.
Detto fatto, i pecoroni dell’U.E. hanno accettato il diktat di Sarkozy e si sono messi a dare fiondate al povero Padoa Schioppa; sentite questa che è dei tedeschi ed è rivolta all’Italia: “così facendo voi mettete tutti nei guai”.
Cosa aveva chiesto il nostro ministro dell’economia? Niente meno che di poter ridurre il deficit nel 2008 di solo lo 0,2 anziché dello 0,5. Cioè aveva fatto grosso modo lo stesso discorso che hanno fatto i francesi, ma ottenendo risultati diversi. Perché? Forse perché siamo considerati un paese inaffidabile e quindi da tenere costantemente d’occhio?
Eppure, quando si tratta di fare il bene dell’Europa (o meglio di alcuni paesi e di alcuni finanzieri e industriali) noi non ci siamo tirati indietro; tutti ricordano il tasso d’ ingresso della lira nella moneta unica europea fissato a 1,9 mentre
Ricordo ancora un nostro economista che quando si stava trattando per fissare i parametri da seguire per l’entrata in Europa, ebbe ad affermare (cito a memoria) rivolto ai nostri negoziatori : “non vi preoccupate delle loro (degli altri paesi europei) reazioni, perché noi saremo accettati in ogni modo: sanno benissimo che una Italia svincolata dai lacci europeisti sarebbe una mina vagante per l’intera economia europea”.
Non gli è stato dato retta e noi ci siamo comportati come il convitato poco desiderato che si siede a tavola cercando di dare meno noia possibile; e invece gli altri (francesi in testa) fanno i loro porci comodi e tutti si tolgono il cappello al loro cospetto.
Ricordate l’intervento “nazionalistico” del governo francese a difesa di quell’azienda che si trovava sotto scalata italiana? Ebbene, Sarkozy, alla sua prima uscita a Bruxelles, ha preteso ed ottenuto di togliere dalla Costituzione Europea il concetto di libera concorrenza, quel concetto che sta alla base di ogni forma di liberismo, e di rimettere la potestà dei singoli stati di intervenire in difesa delle loro aziende.
Se applicassimo questo principio, il nostro Ministero dell’Economia potrebbe anche tentare il salvataggio di Alitalia; scherzo….non mi prendete sul serio….è solo un esempio per dire quello che si potrebbe fare se si volesse imitare gli altri.
Chiudo con una riflessione: più passa il tempo e più mi convinco della giustezza della mia posizione di “euro-contrario”; però con il passare degli anni mi sono anche convinto che non è realizzabile una qualsiasi marcia indietro…..quindi dobbiamo tenerci l’U.E. con tutto il suo osceno baraccone di nani e ballerine.
O avete qualche idea migliore??