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sabato, luglio 12, 2008

ZIBALDONE N.7-2008 

Due argomenti, antitetici – come è giusto sia – mi hanno interessato in modo particolare e così mi sono ritrovato a parlare di loro, con voi, ovviamente.

Il PRIMO argomento riguarda l’ultimo nato nel caleidoscopico mercato delle follie elettroniche: l’iPhone, un cellulare della Apple che – escluso il caffè – può fare proprio tutto, o quasi.

Ovviamente non voglio parlare dell’apparecchio, perché non me ne intendo e neppure voglio capirlo: fermiamoci al concetto che oltre a funzionare come cellulare, può fare un sacco di cose, tra cui entrare in internet e dialogare con altri internauti; il costo dell’operazione non mi è ancora chiarissimo, ma i due “monopolisti” (Vodafone e Tim) presentano dei listino che vanno da un minimo di una trentina di euro al mese (pagando l’apparecchio circa 250 euro) ad un massimo di 200 euro mensili (in questo caso il terminale è gratuito); ovviamente l’impegno non può essere a breve scadenza ma almeno “a media” (due o tre anni).

In questo momento di crisi ci chiediamo chi sono coloro che hanno fatto la fila – di notte – per essere i primi ad avere questa meraviglia dell’elettronica e ci domandiamo: ma allora la crisi è di pochi!! Direi meglio che gli acquirenti degli iPhone (16.000 venduti in prima battuta) non possono essere considerati significativi dell’Italia che arriva appena alla terza settimana: alcuni dicono che sono i famosi “bamboccioni” di Padoa Schioppa (ricordate??), altri affermano che questi numeri sono comunque all’interno di una forbice destinata ad aprirsi sempre più ed a dirigersi verso il basso.

Comunque, possiamo vedere la cosa anche sotto l’aspetto dell’euforia che questa operazione porta con se: sembra quasi un voler scongiurare i segnali di crisi e dire “ma che diamine, non siamo mica alla canna del gas!!”.

Il SECONDO argomento si riferisce alla povera Federica, barbaramente uccisa a Lloret de Mar da un balordo uruguagio in preda ad un micidiale mix di droga ed alcool; ovviamente nessuna scusante per quanto ha fatto ed anzi, invochiamo per lui una giustizia severa e senza sconti di sorta.

Quello che voglio riportare è la sconcertante dichiarazione di un esponente del governo della Catalogna (un po’ come dire la Padania), tale Joan Boada, che afferma quanto segue: “Giornali e TV italiani hanno usato la morte di Federica in modo truculento per togliere spazio alle ‘animalate’ di politica interna del governo Berlusconi, criticando la Polizia che invece ha lavorato benissimo”.

Che la Polizia spagnola abbia lavorato bene non lo mettiamo in dubbio (anche se l’assassino è stato preso dopo una trappola che gli hanno teso degli amici), quello che invece i nostri pennivendoli non hanno preso bene – lasciamo stare la fesseria sul governo organizzatore – è la segretezza nella quale si sono mosse tutte le indagini, segretezza alla quale la nostra Polizia e tanto meno la nostra Giustizia non ci hanno certo abituato.

In concreto, fino a quando non c’è stata la cattura e la subitanea confessione del balordo assassino, niente è trapelato sulle indagini e sui modo di avvicinamento al colpevole: di questo dobbiamo rendere atto alla Polizia ed alla Magistratura catalana, ma anche lì c’è il solito difetto: la politica (cioè l’esponente governativo autore della dichiarazione) rovina tutto con improvvide dichiarazioni che non c‘incastrano niente con la verità dei fatti. Come si dice: ad ognuno la sua croce; ai catalani è capitato questo Boada a noi invece ci tocca subire altri personaggi!!


giovedì, luglio 10, 2008

NO-CAV DAY 

Si è tenuto a Roma, martedì scorso, il “no-cav day” manifestazione organizzata dall’IdV (Italia dei Valori) di Di Pietro contro il Governo (appunto il capo dello stesso è chiamato “cavaliere”); a questa iniziativa non ha partecipato né il PD, che pure è alleato con l’IdV e neppure l’UDC di Casini.
La piazza, credo sia stata Piazza Navona, era animata da “eroici” Robespierre e da “feroci” tricoteuse, ma non c’era nessuno che facesse muovere la ghigliottina; tra gli invitati ad agitare le acque i soliti girotondisti: da Travaglio alla Guzzanti, per finire con Grillo (in collegamento telefonico).
Gli insulti e i “vaffa” – che dovevano essere indirizzati solo a Berlusconi – sono stati diretti anche verso altre personalità, a cominciare da Napolitano per proseguire con Benedetto XVI e, per concludere, verso lo stesso Veltroni, fino a prova contraria artefice dell’ingresso di Di Pietro in Parlamento (nessuno mi leva dalla testa che altrimenti il buon Tonino avrebbe fatto la stessa fine di Boselli, socialista, o di Bertinotti, rifondarolo, o di Giordano, PDCI, insomma di tutti quelli che l’idea di Veltroni di scompaginare le carte della politica, ha portato fuori da Camera e Senato).
Terminato l’evento, ed ascoltati gli insulti – anche molto beceri – rivolti a Napolitano, al Papa ed al Cavaliere, tutti si sono dissociati (per tutti intendo tutti meno Di Pietro), come se non si sapesse che se inviti questi signori, lo spettacolo che sanno fare è solo quello.
Comunque, dopo la manifestazione, tutti i “rivoluzionari” sono scesi dal palco e sono ritornati laddove stanno consumando queste ferie estive, cioè nel vippaio radical chic di Capalbio, dove tra pini marittimi, palme, sabbia fine, belle donne e laute mangiate, si ritemprano da queste fatiche e si preparano al prossimo girotondo: il tutto officiato da quel gran sacerdote di Maurizio Costanzo e dalla sua diletta signora.
Mi richiamano alla memoria uno splendido film realizzato nel 1970 da Francesco Maselli, dal titolo “Lettera aperta a un giornale della sera”, nel quale viene fotografato il marciume degli intellettuali di sinistra – cialtroni, bugiardi, pusillanimi, sempre a caccia solo di gloria personale – e tutto questo viene fatto da un autore di sinistra ed anzi, faceva addirittura parte del Comitato Centrale dell’allora P.C.I.
Scriveva Machiavelli “Dei loro capitani non te ne puoi fidare perché sempre aspireranno alla grandezza propria”: splendida fotografia per il Cavaliere, ma anche per tutti i suoi detrattori (Di Pietro, Travaglio, Grillo, ecc) i quali interpretano il ruolo di “rivoluzionario per i loro interessi” in questa squallida commedia che tutti noi siamo costretti a recitare, ma senza che un qualche regista di polso e di sapienza sappia contenere gli ardori guitteschi di questi squallidi attori ed assegni loro la giusta parte.
Sul Cavaliere la più bella battuta l’ha pronunciata quel grandissimo animale politico che è Bossi: “Berlusconi un po’ è perseguitato, un po’ è un coglione, per parlare di certe cose al telefono…”: una fotografia più bella non poteva uscire dalla voce fioca del Senatur.
L’unica bella figura è stata fatta da Veltroni che ha approfittato della manifestazione per mettere – quasi – alla porta il Di Pietro e riassumere quindi, incontrastato, la leadership dell’opposizione; non c’è che dire, il bravo Walter ha avuto buon fiuto a non lasciarsi coinvolgere in questa iniziativa, specie perché a lui preme fare politica e questa si fa con i numeri: ebbene, ogni manifestazione di questo genere (ormai è storia) accresce il consenso del Cavaliere: vogliamo continuare a farci del male??.

martedì, luglio 08, 2008

QUALCHE NUMERO...PER CERCARE DI CAPIRE 

Del resto, al di fuori dei numeri, non è che la cronaca ci offra delle grandi soddisfazioni: una ragazzina di Padova, in vacanza a Lloret de Mar, dopo quattro giorni dalla scomparsa è stata ritrovata cadavere in un boschetto a poche centinaia di metri dal Pub dove era con l’amica; un pluriomicida (undici delitti nel suo palmares) rimesso in libertà ha subito cercato, riuscendoci!!, di aggiornare il proprio record; perciò meglio rifugiarci nell’asetticità e nell’indiscutibilità dei numeri.

Prima però chiariamo un paio di cose sugli eventi sopra accennati: la giovane patavina era in vacanza con un’amica ed aveva “l’obbligo” di divertirsi (come abbiamo tutti noi, magari più attempati) senza peraltro sapere con esattezza cosa significa divertirsi; il secondo caso, il camorrista pluriomicida, implicato anche nella “falsa denuncia” di Tortora, non si capisce in base a quale principio sia stato fuori dalle patrie galere: misteri della nostra giustizia!!

E veniamo a questi numeri: il primo è di fonte “Il Sole 24 Ore” e ci dice che l’evasione fiscale, nel 2007, si è attestata tra un minimo di 89 ed un massimo di 100,1 miliardi di euro (cifra mostruosa anche soltanto a scriverla con tutti i numeri) e sembra in diminuzione rispetto ai 115 miliardi del 2006; non so quale sia il sistema per calcolare – anche con una certa precisione – delle cifre che sono dichiaratamente “sommerse”, ma evidentemente ci deve essere un modo, perché a scadenze ricorrenti ce le ritroviamo davanti.

Ora l’altro numero: la pressione fiscale, ovviamente al netto dell’evasione, sta veleggiando verso il 52%, cifra anch’essa mostruosa e direi inspiegabile; mi spiego meglio: non s’era detto da più parti che l’abbassamento del sommerso avrebbe comportato una diminuzione della pressione fiscale? Non credo di essermelo sognato, perché mi sembra che il precedente Ministro Visco abbia ripetuto questo concetto più volte: vale anche per il ministro attuale? O no!!

Intanto, un abbassamento è alle viste: si tratta dell’I.V.A. che l’U.E. autorizza a portare ad un livello “non inferiore al 5%” per una serie di servizi il più noto dei quali è la ristorazione: da noi l’avevamo al 15% e quindi abbiamo una diecina di punti di manovra. Ma chi ne sarà beneficiario? Il ristoratore, cioè il proprietario del ristorante, oppure la clientela che vedrà riversarsi sui prezzi dei pasti questo abbattimento? Lo vedremo tra qualche tempo.

Intanto posso solo riferire che proprio ieri sera, in un Ristorante – Pizzeria di periferia, un antipasto, una pizza, ed un pezzo di dolce, annaffiati da acqua minerale e con un caffè per finire, mi sono costati 20 euro e 50 centesimi!!

Di numeri non ne ho più; ho soltanto delle informazioni che riguardano dati tendenziali: la prima è che – visti gli abbassamenti dei consumi – i commercianti sperano che la campagna saldi che sta aprendosi in tutta Italia, risolva almeno in parte la loro non facile situazione.

Anche qui ci sarebbe da fare una considerazione; questa campagna non riguarda prodotti, diciamo così, essenziali, ma soprattutto abiti, scarpe ed altri generi d’abbigliamento (per intenderci, il Ristorante di cui sopra non partecipa ai saldi!!); ecco che allora si vedono i consumi reali o meglio “i desideri di consumi” che attanagliano la nostra gente – come è giusto che sia – ma che da qualche tempo devono essere soddisfatti solo con i saldi: anche questo è un sintomo degli atteggiamenti consumistici che cambiano, o meglio, che ci vengono fatti cambiare!!


domenica, luglio 06, 2008

FORSE MI SBAGLIO... 

Forse mi sbaglio, forse il mio è un discorso troppo semplicistico e quindi non attuabile in un contesto di elevata tecnicità, ma io la penso così e quindi ve lo dico!!

Diamo per scontato che stiamo vivendo momenti non facile sul versante economico, noi italiani ma anche altre parti del mondo e quindi ragioniamo come se questo fosse un dato acquisito; pensate che in America la crisi delle tre grandi case automobilistiche (Ford, G.M. e Chrisler) che rischiano di bruciare una ventina di miliardi di dollari entro l’anno, è presa così tanto sul serio dagli americani che gela l’entusiasmo per l’Independent Day e tutti sono a piangere in gramaglie, ritirando fuori un vecchio adagio che recita “ciò che va bene alla General Motors va bene all’America”.

Ma torniamo a noi ed ai nostri problemi: la FIAT, tanto per fare un esempio, pur non navigando in acque placide, non è certamente nelle condizione delle aziende automobilistiche americane; quello che ci frena invece, sembra che sia qualcosa che mischia la psicologia ed il portafoglio, cioè non si ha il coraggio di fare delle scelte onerose sotto il profilo economico anche – e forse soprattutto – perché il potere dei redditi sta sempre più calando.

Adesso, facciamo quel discorso semplicistico che anticipo nel primo capoverso: se proviamo, a titolo puramente accademico, a paragonare lo Stato con un famiglia qualsiasi, ci ritroviamo con alcune considerazioni: la prima e forse la più importante è che il capo famiglia, dopo aver verificato lo stato delle proprie finanze, annuncia a tutti i componenti che le spese sono ridotte e soprattutto che viene eliminato il superfluo; tutto questo, ovviamente, in attesa che ritornino le “vacche grasse” condizione che non mancherà di essere ripristinata dopo un po’ di tempo di questa cura.

Se scendiamo nel dettaglio di questa proposta, vediamo che una cosa superflua è la enorme realizzazione di alcune infrastrutture che se da una parte inorgogliscono il Paese, dall’altra ne ingoiano una buona fetta di risorse (alludo al Ponte sullo Stretto, casomai non si fosse capito!!).

Scendiamo poi agli stipendi di funzionari e dipendenti pubblici di alto livello: prima di fare questa mossa è ovvio che la classe politica deve dare il buon esempio e diminuirsi lo stipendio almeno della metà (tanto gli basta e avanza!!) e poi presentarsi a coloro che hanno stipendi faraonici e proporre una congrua diminuzione (ci hanno provato con i magistrati e quelli si sono subito messi in stato di agitazione).

Queste mosse che definirei stipendiali, non risolvono ovviamente i buchi del bilancio statale, ma danno alla gente comune, a coloro cioè che è chiamato a tirare la cinghia, l’immagine di una classe dirigente che partecipa alla precaria situazione del Paese mettendo quello che ha di più sacro: una parte del proprio stipendio.

C’è poi un’altra cosa che mi preme parlare: lo Stato, da tempo immemorabile, fornisce sussidi e contributi a Enti e Istituzioni che propongono cultura – sia musicale che letteraria o cinematografica – convinto che solo con questi interventi i vari comparti possano tirare avanti; ebbene, a mio modo di vedere, chi vuole la cultura se la paga e mi spiego meglio: dare sei milioni di euro di contributi a fondo perduto per il Maggio Musicale Fiorentino, è cosa buona e giusta, ma se devo fare delle scelte questa operazione non è più prioritaria e quindi si fanno dei tagli e si aumentano i biglietti (palchi, platea e galleria) mentre si lasciano inalterati quelli del loggione, notoriamente frequentato non da ricchi che fingono di amare la musica, ma da veri appassionati che possono permettersi solo quello. Sono stato chiaro???


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