sabato, marzo 26, 2011
UNA PORCHERIA NEL MONDO DELLO SPETTACOLO
Ricorderete che qualche tempo addietro, il Governo aveva pensato di aumentare di un euro il biglietto di cinema e teatri per finanziare il famoso “FUS.” acronimo di Fondo Unico dello Spettacolo, una specie di riserva alla quale attingono tutti i “tromboni” del mondo dello spettacolo, quelli che non riescono a far quadrare il bilancio del loro prodotto con il solo introito del botteghino.
Ebbene, l’aumento del biglietto è tramontato, a beneficio di una nuova iniziativa. Per la verità chiamarla “nuova” mi sembra una bestemmia, dato che si tratta di ricorrere ad un aumento di uno o due centesimi sull’accisa del “solito” carburante, iniziativa presa altre volte, da tanti Governi che hanno usufruito della benzina, tanto che adesso, l’imposta sulla “verde” incide per il 53% del prezzo alla pompa e del 46% per il gasolio.
Queste alte percentuali derivano anche dalle tante iniziative che sono state finanziate con il carburante, con la particolarità che anche dopo che l’evento è terminato, l’imposta è rimasta; volete alcuni esempi: si va dalla guerra in Etiopia alla crisi di Suez, dal disastro del Vajont all’alluvione di Firenze, dai terremoti nostrali al finanziamento della missione in Libano e Bosnia, fino al rinnovo, nel 2004, del contratto degli autoferrotranviari; come si può vedere, abbiamo un variegato panorama di “accidenti” che incide sul prezzo della nostra benzina. Tutto questo però è – a mio giudizio – almeno giustificabile sul piano del contenuto, molto meno sul piano del metodo, ma cozza con le leggi europee che prevedono il principio del “chi usa paga” e quindi non è possibile costringere chi usa l’automobile a finanziare il mondo della cultura (cinema, teatro, danza, eccetera).
Si ritorna al solito discorso che ho fatto tante volte: coloro che mettono in scena uno spettacolo o realizzano un film, sanno che per farlo ci vogliono soldi; in un contesto “normale”, si costruisce una previsione d’entrata e su questa si fa un budget d’uscita; nel mondo dello spettacolo, ma voglio aggiungere “nel nostro mondo dello spettacolo”, si agisce all’inverso: si stabilisce quanto verrà a costare il film o la messa in scena dell’opera e, visto che dal botteghino si realizza all’incirca la metà del fabbisogno, si va a pietire al Ministero dello Spettacolo che, senza neppure conoscere di cosa si tratta, ricopre la sicura perdita; mai che nessuno dica loro: spendi meno!!
Mi si dice: ma si tratta di spettacoli o di film che il normale pubblico non recepisce, ma che – ciononostante – rappresentano delle opere d’arte; vorrei fare un solo esempio: quando uscì nel cinema mondiale il fenomeno ”Bergman”, il produttore che metteva i “propri” soldi per far sì che il maestro svedese facesse il “suo” film, venne intervistato e considerato alla stregua di un mecenate del passato; egli ebbe a rispondere, stupito, che aveva prodotto e finanziato questi film con la “quasi certezza” di non rimetterci e, infatti, ci aveva anche guadagnato. Evidentemente dipende anche dal prodotto!
Un’ultima considerazione che riguarda il campo del cinema – dove mi considero esperto! – e che si riferisce alla cinematografia americana: avete notato che il regista, l’autore della sceneggiatura e quello del soggetto e, molte volte, anche l’attore principale, figurano tra i produttori? Questo sta a significare che, dato che in America non esiste alcun aiuto allo spettacolo, chi “crede” nel suo prodotto, mette i “propri” soldi, prima di passare alla cassa per riscuotere i “propri” compensi.
I nostri “tromboni”, che hanno sempre vissuto di aiuti pubblici, da questo orecchio non ci sentono e adesso che lo Stato non può più foraggiarli, si ricorre al solito scamotto dell’accise sulla benzina; non c’è che dire, grande finanza creativa!!
Ebbene, l’aumento del biglietto è tramontato, a beneficio di una nuova iniziativa. Per la verità chiamarla “nuova” mi sembra una bestemmia, dato che si tratta di ricorrere ad un aumento di uno o due centesimi sull’accisa del “solito” carburante, iniziativa presa altre volte, da tanti Governi che hanno usufruito della benzina, tanto che adesso, l’imposta sulla “verde” incide per il 53% del prezzo alla pompa e del 46% per il gasolio.
Queste alte percentuali derivano anche dalle tante iniziative che sono state finanziate con il carburante, con la particolarità che anche dopo che l’evento è terminato, l’imposta è rimasta; volete alcuni esempi: si va dalla guerra in Etiopia alla crisi di Suez, dal disastro del Vajont all’alluvione di Firenze, dai terremoti nostrali al finanziamento della missione in Libano e Bosnia, fino al rinnovo, nel 2004, del contratto degli autoferrotranviari; come si può vedere, abbiamo un variegato panorama di “accidenti” che incide sul prezzo della nostra benzina. Tutto questo però è – a mio giudizio – almeno giustificabile sul piano del contenuto, molto meno sul piano del metodo, ma cozza con le leggi europee che prevedono il principio del “chi usa paga” e quindi non è possibile costringere chi usa l’automobile a finanziare il mondo della cultura (cinema, teatro, danza, eccetera).
Si ritorna al solito discorso che ho fatto tante volte: coloro che mettono in scena uno spettacolo o realizzano un film, sanno che per farlo ci vogliono soldi; in un contesto “normale”, si costruisce una previsione d’entrata e su questa si fa un budget d’uscita; nel mondo dello spettacolo, ma voglio aggiungere “nel nostro mondo dello spettacolo”, si agisce all’inverso: si stabilisce quanto verrà a costare il film o la messa in scena dell’opera e, visto che dal botteghino si realizza all’incirca la metà del fabbisogno, si va a pietire al Ministero dello Spettacolo che, senza neppure conoscere di cosa si tratta, ricopre la sicura perdita; mai che nessuno dica loro: spendi meno!!
Mi si dice: ma si tratta di spettacoli o di film che il normale pubblico non recepisce, ma che – ciononostante – rappresentano delle opere d’arte; vorrei fare un solo esempio: quando uscì nel cinema mondiale il fenomeno ”Bergman”, il produttore che metteva i “propri” soldi per far sì che il maestro svedese facesse il “suo” film, venne intervistato e considerato alla stregua di un mecenate del passato; egli ebbe a rispondere, stupito, che aveva prodotto e finanziato questi film con la “quasi certezza” di non rimetterci e, infatti, ci aveva anche guadagnato. Evidentemente dipende anche dal prodotto!
Un’ultima considerazione che riguarda il campo del cinema – dove mi considero esperto! – e che si riferisce alla cinematografia americana: avete notato che il regista, l’autore della sceneggiatura e quello del soggetto e, molte volte, anche l’attore principale, figurano tra i produttori? Questo sta a significare che, dato che in America non esiste alcun aiuto allo spettacolo, chi “crede” nel suo prodotto, mette i “propri” soldi, prima di passare alla cassa per riscuotere i “propri” compensi.
I nostri “tromboni”, che hanno sempre vissuto di aiuti pubblici, da questo orecchio non ci sentono e adesso che lo Stato non può più foraggiarli, si ricorre al solito scamotto dell’accise sulla benzina; non c’è che dire, grande finanza creativa!!
giovedì, marzo 24, 2011
ALCUNE COSA CURIOSE
Mentre la vicenda libica continua nella più totale “disorganizzazione” (tutti vogliono comandare senza assumersi alcuna responsabilità) vediamo alcune cose che ci inducono a riflettere, su questa storia e su altre; sulla situazione della Libia, mi corre l’obbligo di citare una cosa che sembra marginale: nei 5000 e oltre migranti approdati a Lampedusa, sono pochissimi i libici, ma sono quasi tutti tunisini o di altri paesi africani.
Mi chiedo: ma in Tunisia non si era tutto concluso con la vittoria dei ribelli e con la formazione di un governo provvisorio in attesa di nuove elezioni? E allora, come mai i tunisini pensano bene di darsela a gambe invece di concorrere alla “rifondazione” di una “nuova democrazia”? Difficile dare una risposta non conoscendo – come io non conosco – l’attuale situazione del paese magrebino: forse l’unica spiegazione è che i controlli adesso si sono allentati e la migrazione in Italia – per poi proseguire verso qualche altra Nazio9ne europea – rappresenta comunque la migliore soluzione.
Un'altra vicenda che mi sta incuriosendo è quella della situazione debitoria delle Aziende sanitarie della mia regione: siamo arrivati a superare i 300/milioni di euro, ma soprattutto, una sola di queste ASL (quella di una cittadina medio piccola) concorre per oltre il 70% del deficit: per l’esattezza 224.820.884; ampliando l’indagine, è stato accertato che il disavanzo è rappresentato da una notevole quantità di assegni e bonifici intestati a persone “strane” e che farebbero risalire “il beneficiario” allo stesso “traente”; insomma, una partita di giro per guadagnare illecitamente dei bei soldoni.
Intanto la Regione ha emesso una serie di richieste di rimborso a carico di alti dirigenti della struttura sanitaria (direttore attuali e ex), per cifre che mi sembra difficile riuscire ad incassare, almeno a breve termine: il direttore dovrebbe pagate entro il 10 aprile la bellezza di 88/milioni e spiccioli, mentre l’ex direttore, sempre entro il 10 aprile, dovrebbe emettere un bonifico di quasi 68 milioni; un altro ex direttore – oggi al vertice di un’altra ASL – dovrebbe pagare quasi 39/milioni e i revisori dei conti dovranno pagare – in solido – circa 10/milioni.
Se tutti pagano, il buco verrebbe tappato, ma mi sembra altamente improbabile che vada a finire così e che il 10 aprile affluiscano tutti questi soldi all’Ente Regione; comunque, sperare non costa niente, solo che ci si rimane male!!
Passiamo adesso ad un’altra questione: nella lunga e maleodorante classifica delle “furbate” messe in atto dall’italiano per frodare qualcosa, il vizietto di circolare in auto con un pass per disabili – falso o scaduto – oltre che la più schifosa è anche, guarda caso, quella che è in costante aumento, sicché al momento ha raggiunto le primissime posizioni. Alcuni esempi chiariscono la magagna: una signora pizzicata nella Ztl con un pass rilasciato a suo tempo al coniuge – poi deceduto – si è giustificata dicendo che non se l’era sentita di restituire il prezioso tagliando che le ricordava tanto il caro estinto; altri, addirittura hanno asserito di non essere stati a conoscenza che il genitore o il marito era deceduto. Un’ultima battuta: chi ha due auto e un solo pass, denuncia il furto del prezioso tagliando, in modo da ottenerne un duplicato con cui corredare una delle due auto del permesso di sosta e di transito.
Accanto a questi “casi limite”, c’è una considerazione più generale da fare: stante la penuria di parcheggi e le difficoltà di entrare in zone proibite e dato che quasi ogni famiglia “possiede” un anziano che può avere diritto al “permesso”, facciamo uno più uno e troviamo che tra i beni che il nonno lascia a figli o nipoti, tra qualche tempo ci sarà anche il prezioso pass per disabili: il tutto con regolare testamento!!
Mi chiedo: ma in Tunisia non si era tutto concluso con la vittoria dei ribelli e con la formazione di un governo provvisorio in attesa di nuove elezioni? E allora, come mai i tunisini pensano bene di darsela a gambe invece di concorrere alla “rifondazione” di una “nuova democrazia”? Difficile dare una risposta non conoscendo – come io non conosco – l’attuale situazione del paese magrebino: forse l’unica spiegazione è che i controlli adesso si sono allentati e la migrazione in Italia – per poi proseguire verso qualche altra Nazio9ne europea – rappresenta comunque la migliore soluzione.
Un'altra vicenda che mi sta incuriosendo è quella della situazione debitoria delle Aziende sanitarie della mia regione: siamo arrivati a superare i 300/milioni di euro, ma soprattutto, una sola di queste ASL (quella di una cittadina medio piccola) concorre per oltre il 70% del deficit: per l’esattezza 224.820.884; ampliando l’indagine, è stato accertato che il disavanzo è rappresentato da una notevole quantità di assegni e bonifici intestati a persone “strane” e che farebbero risalire “il beneficiario” allo stesso “traente”; insomma, una partita di giro per guadagnare illecitamente dei bei soldoni.
Intanto la Regione ha emesso una serie di richieste di rimborso a carico di alti dirigenti della struttura sanitaria (direttore attuali e ex), per cifre che mi sembra difficile riuscire ad incassare, almeno a breve termine: il direttore dovrebbe pagate entro il 10 aprile la bellezza di 88/milioni e spiccioli, mentre l’ex direttore, sempre entro il 10 aprile, dovrebbe emettere un bonifico di quasi 68 milioni; un altro ex direttore – oggi al vertice di un’altra ASL – dovrebbe pagare quasi 39/milioni e i revisori dei conti dovranno pagare – in solido – circa 10/milioni.
Se tutti pagano, il buco verrebbe tappato, ma mi sembra altamente improbabile che vada a finire così e che il 10 aprile affluiscano tutti questi soldi all’Ente Regione; comunque, sperare non costa niente, solo che ci si rimane male!!
Passiamo adesso ad un’altra questione: nella lunga e maleodorante classifica delle “furbate” messe in atto dall’italiano per frodare qualcosa, il vizietto di circolare in auto con un pass per disabili – falso o scaduto – oltre che la più schifosa è anche, guarda caso, quella che è in costante aumento, sicché al momento ha raggiunto le primissime posizioni. Alcuni esempi chiariscono la magagna: una signora pizzicata nella Ztl con un pass rilasciato a suo tempo al coniuge – poi deceduto – si è giustificata dicendo che non se l’era sentita di restituire il prezioso tagliando che le ricordava tanto il caro estinto; altri, addirittura hanno asserito di non essere stati a conoscenza che il genitore o il marito era deceduto. Un’ultima battuta: chi ha due auto e un solo pass, denuncia il furto del prezioso tagliando, in modo da ottenerne un duplicato con cui corredare una delle due auto del permesso di sosta e di transito.
Accanto a questi “casi limite”, c’è una considerazione più generale da fare: stante la penuria di parcheggi e le difficoltà di entrare in zone proibite e dato che quasi ogni famiglia “possiede” un anziano che può avere diritto al “permesso”, facciamo uno più uno e troviamo che tra i beni che il nonno lascia a figli o nipoti, tra qualche tempo ci sarà anche il prezioso pass per disabili: il tutto con regolare testamento!!
martedì, marzo 22, 2011
LA COALIZIONE HA DEI PROBLEMI
Più passano le ore e più affiorano i dubbi tra i Paesi (pochi per la verità) che si sono schierati in ossequio alla risoluzione ONU; il documento peraltro è assai lacunoso e quindi ognuno può dare una sua interpretazione.
Anzitutto dobbiamo rilevare che i Paesi e le strutture che si stanno defilando dall’iniziativa anti-Gheddafi aumentano a vista d’occhio: al momento sono la Cina, la Russia, l’India, il Brasile, la Lega Araba, l’Unione Africana, la Germania e la Turchia; la cosa mi sembra che dovrebbe preoccupare tutti i “guerrafondai” che sperano di ritrovare una loro “grandeur” e che si augurano di arrivare per primi ai pozzi di petrolio.
Al momento la situazione è questa: la Francia vorrebbe la regia dell’intera operazione, mentre gli altri Paesi auspicano una supervisione NATO; inoltre, Sarkozy e Cameron appaiono i più scatenati nei bombardamenti contro le basi libiche, mentre gli Stati Uniti – memori di quanto è ancora in corso in Irak e Afghanistan – stanno andando con i piedi di piombo e sono tra coloro che reclamano una regia NATO; inoltre sembrano essere abbastanza scocciati dall’attivismo bombarolo di Sarkoxy.
La Merkel non ne vuol sapere di entrare in azione e la Turchia sta parlando apertamente di “genocidio” degli occidentali nei confronti dei mussulmani; le due strutture sopranazionali – Lega Araba e Unione Africana – considerano “eccessivo” l’intervento occidentale:”non ho mai pensato – ha detto il Segretario Generale, Amr Mussa – che si dovesse fermare i bombardamenti di Gheddafi con altri bombardamenti stranieri che producono il solo risultato di aumentare il già tragico numero di vittime civili” e, sia pure in toni pacati, ha chiesto: “cosa si sarebbe dovuto fare dopo Piazza Tienanmen? Forse avremmo dovuto bombardare Pechino?”.
C’è poi una domanda che angoscia molti: cosa facciamo dopo? Cioè, dopo aver consolidato la “no.fly-zone” qual è il passo successivo? Andiamo a Tripoli e sbattiamo fuori il Rais? Da notare che la risoluzione ONU – quel pezzo di carta su cui tutti basano le loro dichiarazione di “non guerra, ma ordine dell’ONU” – non si spinge ad ipotizzare la caduta di Gheddafi, quindi, in teoria, dovrebbero fermarsi, riprendere ognuno i propri aerei e tornarsene a casa. Ma vi sembra possibile??
E noi come ci stiamo comportando? Abbiamo concesso le basi agli aerei alleati, e ci siamo spinti a mettere a disposizione 7 aerei “per il pattugliamento”, quindi niente bombardamenti; curioso, direi quasi comico, il comportamento di quell’aviatore nostrano che, appena sceso dall’aereo, ancora prima di andare a fare rapporto ai superiori, si è diretto verso l’immancabile postazione televisiva e al telecronista che gli chiedeva chiarimenti, ha spiegato che la sua missione era quella di “pattugliare una certa zona del cielo libico e non sparare”:se non fosse da piangere sarebbe da ridere!!
Intanto esce di soppiatto una notizia che potrebbe rappresentare lo scoop del futuro: il Capo di Stato Maggiore USA, Mike Mullen, ha affermato che gli Stati Uniti sono a conoscenza della disponibilità che il regime libico ha di una notevole quantità di armi chimiche, in particolare del “gas mostarda”, del quale si parla addirittura di undici tonnellate stoccate in luogo segreto; vuoi vedere che le armi di distruzione di massa che non hanno trovato a Saddam erano qui in Libia??!!
Tra i Capi di Stato che si sono dichiarati contrari all’iniziativa, c’è anche Hugo Chavez, Presidente del Venezuela, il quale ha dichiarato che “contro la Libia è in atto un bombardamento indiscriminato: cessi subito l’aggressione capitalista”: il solito Chavez che però sembra avere colpito nel segno!! Chiaro??
Anzitutto dobbiamo rilevare che i Paesi e le strutture che si stanno defilando dall’iniziativa anti-Gheddafi aumentano a vista d’occhio: al momento sono la Cina, la Russia, l’India, il Brasile, la Lega Araba, l’Unione Africana, la Germania e la Turchia; la cosa mi sembra che dovrebbe preoccupare tutti i “guerrafondai” che sperano di ritrovare una loro “grandeur” e che si augurano di arrivare per primi ai pozzi di petrolio.
Al momento la situazione è questa: la Francia vorrebbe la regia dell’intera operazione, mentre gli altri Paesi auspicano una supervisione NATO; inoltre, Sarkozy e Cameron appaiono i più scatenati nei bombardamenti contro le basi libiche, mentre gli Stati Uniti – memori di quanto è ancora in corso in Irak e Afghanistan – stanno andando con i piedi di piombo e sono tra coloro che reclamano una regia NATO; inoltre sembrano essere abbastanza scocciati dall’attivismo bombarolo di Sarkoxy.
La Merkel non ne vuol sapere di entrare in azione e la Turchia sta parlando apertamente di “genocidio” degli occidentali nei confronti dei mussulmani; le due strutture sopranazionali – Lega Araba e Unione Africana – considerano “eccessivo” l’intervento occidentale:”non ho mai pensato – ha detto il Segretario Generale, Amr Mussa – che si dovesse fermare i bombardamenti di Gheddafi con altri bombardamenti stranieri che producono il solo risultato di aumentare il già tragico numero di vittime civili” e, sia pure in toni pacati, ha chiesto: “cosa si sarebbe dovuto fare dopo Piazza Tienanmen? Forse avremmo dovuto bombardare Pechino?”.
C’è poi una domanda che angoscia molti: cosa facciamo dopo? Cioè, dopo aver consolidato la “no.fly-zone” qual è il passo successivo? Andiamo a Tripoli e sbattiamo fuori il Rais? Da notare che la risoluzione ONU – quel pezzo di carta su cui tutti basano le loro dichiarazione di “non guerra, ma ordine dell’ONU” – non si spinge ad ipotizzare la caduta di Gheddafi, quindi, in teoria, dovrebbero fermarsi, riprendere ognuno i propri aerei e tornarsene a casa. Ma vi sembra possibile??
E noi come ci stiamo comportando? Abbiamo concesso le basi agli aerei alleati, e ci siamo spinti a mettere a disposizione 7 aerei “per il pattugliamento”, quindi niente bombardamenti; curioso, direi quasi comico, il comportamento di quell’aviatore nostrano che, appena sceso dall’aereo, ancora prima di andare a fare rapporto ai superiori, si è diretto verso l’immancabile postazione televisiva e al telecronista che gli chiedeva chiarimenti, ha spiegato che la sua missione era quella di “pattugliare una certa zona del cielo libico e non sparare”:se non fosse da piangere sarebbe da ridere!!
Intanto esce di soppiatto una notizia che potrebbe rappresentare lo scoop del futuro: il Capo di Stato Maggiore USA, Mike Mullen, ha affermato che gli Stati Uniti sono a conoscenza della disponibilità che il regime libico ha di una notevole quantità di armi chimiche, in particolare del “gas mostarda”, del quale si parla addirittura di undici tonnellate stoccate in luogo segreto; vuoi vedere che le armi di distruzione di massa che non hanno trovato a Saddam erano qui in Libia??!!
Tra i Capi di Stato che si sono dichiarati contrari all’iniziativa, c’è anche Hugo Chavez, Presidente del Venezuela, il quale ha dichiarato che “contro la Libia è in atto un bombardamento indiscriminato: cessi subito l’aggressione capitalista”: il solito Chavez che però sembra avere colpito nel segno!! Chiaro??
lunedì, marzo 21, 2011
L'ONU E LA LIBIA
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU è formato – di diritto – dai vincitori dell’ultima guerra mondiale (U.S.A., Inghilterra, Francia, Russia e Cina) e a rotazione da altri 5 Paesi che durano “in carica” per un anno; attualmente i “fortunati” sono: la Bosnia Erzegovina, il Brasile, il Gabon, il Libano e la Nigeria.
Questi dieci signori, rappresentanti dei rispettivi Paesi, hanno dato mandato alla NATO per “sistemare” Gheddafi; una volta ci avrebbe pensato l’America da sola, con l’atteggiamento da “poliziotto del mondo” che si era inventata, ma al momento l’attuale Presidente è molto più cauto dei precedenti e sicuramente non ha nessuna voglia di andarsi ad impantanare in una nuova guerra.
Ma nella circostanza ha trovato un valido sostituto: Sarkozy, che, mentre ospitava il summit di Parigi nel quale veniva deciso il da farsi, aveva già fatto decollare i i suoi caccia diretti sulla Libia per bombardare la flotta aerea del Rais ed i suoi carri armati.
A questo punto credo che meriti qualche considerazione l’appello dei “presenti” e degli “assenti”: tra questi ultimi, abbiamo due membri di diritto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Russia e Cina) ma anche una grande Nazione europea quale la Germania che pur partecipando alla riunione parigina, si è ben guardata – almeno per ora – di promettere alcunché; la Merkel che è stata inquadrata dalle televisioni di tutto il mondo era molto imbronciata, come se non vedesse niente di buono per il futuro!!
Solo un paio di riflessioni sulla vicenda come si presenta ai miei occhi sul momento; probabilmente molto di quello che diciamo adesso potrà essere smentito e confermato dai fatti che si susseguiranno in un futuro più o meno prossimo.
Prima di tutto, anche due Nazioni facenti parte dell’ONU, una addirittura membro del Consiglio di Sicurezza e cioè la Cina e l’Iran, potrebbero cadere sotto la lente d’ingrandimento di questa “polizia internazionale”; però c’è il problema che la Cina è praticamente intoccabile – sia economicamente che militarmente – mentre l’Iran sembra addirittura possedere l’atomica, con tutto quel che ne conseguirebbe; però, detto sottovoce, entrambe si meriterebbero quello che si sta abbattendo su Gheddafi?
Secondo problema: esiste una zona buia, piena di disinformazione che è la composizione dei ribelli libici e soprattutto sui suoi “capi”; chi sono? Siamo sicuri che non sia una longa mano di Al Qaeda? Insomma, non vorrei che la coalizione dei “cristiani” – come la definisce Gheddafi – togliesse le castagne dal fuoco di personaggi che in un futuro più o meno prossimo si possono rivelare assai pericolosi. Il concetto che il Rais esprime più spesso è che la Libia sia una specie di bastione contro il terrorismo islamico; se cade quello, l’Europa, ma prima di tutti l’Italia, sarà invasa, oltre che da milioni di immigrati, anche da centinaia di terroristi decisi a portare avanti la Jjiad nei confronti dei “nuovi crociati”, come veniamo definiti dai mussulmani.
C’è poi anche una curiosa – fino ad un certo punto - teoria di Dario Fo che “auspica l’arrivo degli arabi, quelli veri, nel nostro Paese; e spera così che si realizzi quella rivoluzione che per lui rappresenta l’unica alternativa a questo sistema attualmente imperante”; insomma, se ho ben capito il pensiero del fantasioso Nobel, questi arabi dovrebbero portarci la rivoluzione, quella stessa rivoluzione che non riescono a fare a casa loro; forse avrò capito male, ma la rivoluzione d’esportazione mi ha sempre convinto poco, così come mi convince poco la democrazia d’esportazione, quella che gli americani cercano di portare avanti come battaglia di principio che però viene fatta sulla punta delle baionette o meglio, dei missili!! No, non sono d’accordo!!
Questi dieci signori, rappresentanti dei rispettivi Paesi, hanno dato mandato alla NATO per “sistemare” Gheddafi; una volta ci avrebbe pensato l’America da sola, con l’atteggiamento da “poliziotto del mondo” che si era inventata, ma al momento l’attuale Presidente è molto più cauto dei precedenti e sicuramente non ha nessuna voglia di andarsi ad impantanare in una nuova guerra.
Ma nella circostanza ha trovato un valido sostituto: Sarkozy, che, mentre ospitava il summit di Parigi nel quale veniva deciso il da farsi, aveva già fatto decollare i i suoi caccia diretti sulla Libia per bombardare la flotta aerea del Rais ed i suoi carri armati.
A questo punto credo che meriti qualche considerazione l’appello dei “presenti” e degli “assenti”: tra questi ultimi, abbiamo due membri di diritto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Russia e Cina) ma anche una grande Nazione europea quale la Germania che pur partecipando alla riunione parigina, si è ben guardata – almeno per ora – di promettere alcunché; la Merkel che è stata inquadrata dalle televisioni di tutto il mondo era molto imbronciata, come se non vedesse niente di buono per il futuro!!
Solo un paio di riflessioni sulla vicenda come si presenta ai miei occhi sul momento; probabilmente molto di quello che diciamo adesso potrà essere smentito e confermato dai fatti che si susseguiranno in un futuro più o meno prossimo.
Prima di tutto, anche due Nazioni facenti parte dell’ONU, una addirittura membro del Consiglio di Sicurezza e cioè la Cina e l’Iran, potrebbero cadere sotto la lente d’ingrandimento di questa “polizia internazionale”; però c’è il problema che la Cina è praticamente intoccabile – sia economicamente che militarmente – mentre l’Iran sembra addirittura possedere l’atomica, con tutto quel che ne conseguirebbe; però, detto sottovoce, entrambe si meriterebbero quello che si sta abbattendo su Gheddafi?
Secondo problema: esiste una zona buia, piena di disinformazione che è la composizione dei ribelli libici e soprattutto sui suoi “capi”; chi sono? Siamo sicuri che non sia una longa mano di Al Qaeda? Insomma, non vorrei che la coalizione dei “cristiani” – come la definisce Gheddafi – togliesse le castagne dal fuoco di personaggi che in un futuro più o meno prossimo si possono rivelare assai pericolosi. Il concetto che il Rais esprime più spesso è che la Libia sia una specie di bastione contro il terrorismo islamico; se cade quello, l’Europa, ma prima di tutti l’Italia, sarà invasa, oltre che da milioni di immigrati, anche da centinaia di terroristi decisi a portare avanti la Jjiad nei confronti dei “nuovi crociati”, come veniamo definiti dai mussulmani.
C’è poi anche una curiosa – fino ad un certo punto - teoria di Dario Fo che “auspica l’arrivo degli arabi, quelli veri, nel nostro Paese; e spera così che si realizzi quella rivoluzione che per lui rappresenta l’unica alternativa a questo sistema attualmente imperante”; insomma, se ho ben capito il pensiero del fantasioso Nobel, questi arabi dovrebbero portarci la rivoluzione, quella stessa rivoluzione che non riescono a fare a casa loro; forse avrò capito male, ma la rivoluzione d’esportazione mi ha sempre convinto poco, così come mi convince poco la democrazia d’esportazione, quella che gli americani cercano di portare avanti come battaglia di principio che però viene fatta sulla punta delle baionette o meglio, dei missili!! No, non sono d’accordo!!