<$BlogRSDUrl$>

sabato, maggio 07, 2011

LA MORTE DI BIN LADEN 

Finalmente l’America ce l’ha fatta a vendicarsi per “Ground Zero”; finalmente Osama Bin Laden, chiamato “lo Sceicco del terrore” è stato messo KO; ovviamente ci ha pensato l’America utilizzando le straordinarie risorse a disposizione: la CIA ed i “Navy Seals” (soldati sceltissimi) hanno attaccato il compound alla periferia di Islamabad, dove Bin Laden abitava con la famiglia, protetto da pochissimi militanti islamici; risultato: lo sceicco è stato catturato ma – come dichiarato dalla figlia di 12 anni – ucciso a sangue freddo di fronte ai familiari, mentre la moglie è stata solo ferita ad una gamba e risparmiata; uccisi tutti i componenti della scorta.
E qui cominciano le domande: come mai nessuno della struttura politica pachistana aveva avvertito della presenza di Bin Laden? Ma vado oltre: non mi diranno mica che gli americani se ne sono accorti adesso che il loro nemico numero uno, fin dal 2003, abitava in un posto vicino ad una grande città e non in una grotta sui monti come ci avevano dato a bere per tutti questi anni? Adesso apprendiamo che il nascondiglio era stato scoperto nell’agosto 2010 ma che il blitz era stato programmato dalla Casa Bianca solo nel marzo scorso e andato in scena il 2 maggio.
Il tutto era stato scoperto grazie ad un interrogatorio diciamo così un po’ pesante, di un militante islamico in carcere a Guantanamo e da quelle prime informazioni si era riusciti a risalire all’edificio nei pressi di Islamabad dove risiedeva Osama.
Comunque, appena catturato Bin Laden, i militari lo hanno ucciso, probabilmente con diversi colpi di arma da fuoco anche alla faccia, tant’è vero che non rilasciano l’immagine del cadavere perché “troppo raccapricciante”; il corpo del Capo di Al Qaeda viene subito portato a bordo di una portaerei e da lì “fatto scivolare” in mare. Perché?
Si dice che una sepoltura avrebbe potuto diventare una sorta di “Santuario” e quindi era meglio fare scomparire il corpo, tanto – per la legge islamica – andava bene anche così; e invece i mussulmani affermano che per la legge islamica la sepoltura in mare può avvenire soltanto se la terraferma dista più di 24 ore, termine entro cui il corpo deve essere tumulato: tutto il contrario di quanto avvenuto!!
Vi chiederete: ma perché non l’hanno catturato vivo e portato in America come fosse un trofeo di guerra? Se volete il mio parere, perché avevano paura di quello che avrebbe potuto dire in un interrogatorio che si sarebbe rivelato pericoloso per qualche pezzo grosso; comunque sia, l’ordine è partito direttamente da Obama che ha seguito i 38 minuti del blitz su uno schermo che trasmetteva le immagini riprese da telecamere montate sugli elmetti dei soldati e “scelte” da una regia esterna. Bellissimo film!!
La cattura e la morte di Mussolini, Hitler e Ceausescu, significarono la fine dei regimi che questi dittatori rappresentavano; possiamo dire altrettanto del terrorismo islamico? Ho paura di no, prima di tutto perché Bin Laden non era più il Capo assoluto, ma aveva frazionato la sua organizzazione in varie frange sparse per il Mondo e poi perché la fine dello sceicco del terrore non viene considerata “una liberazione” dagli islamici ma anzi viene vista come un affronto da lavare nel sangue, sangue ovviamente occidentale; c’è quindi da aspettarsi una ripresa del terrorismo, specie per quanto riguarda l’uso dei kamikaze, in particolare giovanissimi e donne.
Chiudiamo con una battuta, pronti comunque a riprendere il discorso sulla vicenda: il prato di fronte al compound di Bin Laden sta diventando oggetto di passeggiate e pic-nic; fonti del Governo pachistano affermano che “tutto questo potrebbe rilanciare il turismo”! Comunque Obama è salito nei sondaggi da 43 a 51; complimenti!!

giovedì, maggio 05, 2011

BLAIR E SARKOZY: CHI SE LA CAVA MEGLIO? 

Mi rendo conto che appaiare i due “condottieri” europei non è una cosa corretta, in quanto il primo (Tony Blair) è uscito di scena, mentre il secondo (Nicolas Sarkozy) è saldamente in sella anche se ha qualche problema per la prossima tornata elettorale.
Dunque torniamo ai nostri eroi: il bravo Blair non è stato invitato alle recenti nozze del nipote della Regina in quanto quest’ultima – al momento della stesura delle lista – si è ricordata che l’ex premier e la di lui moglie erano decisamente pro-Diana e contro Elisabetta; peraltro, alcune recenti rivelazioni giornalistiche affermano con dovizia di particolari che in occasione della guerra contro l’Iraq, Blair si era mosso unicamente per il petrolio, non trincerandosi neppure dietro alla ricerca delle armi di distruzione di massa; molti lo dicevano da tempo, ma adesso ci sono le prove: cinque mesi prima del conflitto, le società petrolifere britanniche – sotto la supervisione di Blair – si spartivano i diritti di estrazione con i petrolieri di Bush. Questo non è andato giù alla Regina!
Diciamo subito che se Balir non fosse “britannico”, rischierebbe l’incriminazione al Tribunale dell’Aja, invece nessuna accusa è stata al momento mossa nei riguardi dell’ex statista inglese il quale continua imperterrito nel suo nuovo “mestiere”: fare conferenze in giro per il Mondo alla modica cifra di 7/mila euro al minuto di compenso (più le spese ovviamente) e in queste performance assicura il suo pubblico9 di avere fatto la guerra a Saddam solo “per la libertà e la democrazia”; e tutti ci credono o almeno fanno finta di crederci!!
Sarkozy invece è in piena preparazione della campagna elettorale per le prossime elezioni e si trova a leggere delle cifre inquietanti per quanto lo riguardano: se le urne si aprissero adesso, il bravo Nicolas non verrebbe eletto.
Lo staff del Presidente è corso ai ripari e, guarda caso, mentre i suoi collaboratori cercano qualcosa che possa modificare la situazione, comincia a uscire la notizia – non confermata ufficialmente - che la moglie, Carla Bruni, sarebbe finalmente incinta.
Potrebbe essere la mossa vincente, perché il pubblico – specie quello femminile – è molto sensibile a questi eventi e quindi sarebbe disposto a guardare il Presidente con un occhio “nuovo”, meno “cattivo” di quello che attualmente sembrano avere i suoi elettori; questo mutamento sembra essere dovuto al fatto che Sarkozy, alla non più verdissima età di 56 anni e con già tre figli (Pierre di 26 anni, Jean di 25 e Louis di 14) si mette di nuovo in gioco e diventa padre, con la terza donna della sua vita.
E qui entra in gioco la nostra Carla Bruni, 43 vanni, con già un figlio di 10 anni, Aurelien, avuto con il filosofo Raphael Enthoven, che è stata vista in atteggiamenti e con forme tipiche della puerpera. Se i conti fatti dalla stampa scandalistica sono corretti, il lieto evento dovrebbe avvenire entro l’anno, cioè in piena campagna elettorale per l’Eliseo e quindi rappresenterebbe l’atout per il successo di Sarkozy.
Questo appoggiare la propria campagna elettorale ad eventi estranei alla vicenda politica, ci dice che ormai la gente sceglie non più solo in base alle doti del candidato ma anche da fattori assolutamente estranei alla persona; del resto, siamo in piena civiltà dell’immagine e questa ha generato il fenomeno della “massificazione”, la cui definizione è proprio molto simile a quello che ho detto sopra: “mutuare i criteri di scelta da fattori estrinseci alla cosa da scegliere anziché da fattori intrinseci”.
Quindi abbiamo la conferma: la massificazione è ormai entrata in tutta la nostra vita!
Obama sta usando l’uccisione di Bin Laden per salire nei sondaggi; ma questa è un’altra storia della quale parlerò tra un paio di giorni.

martedì, maggio 03, 2011

DUE EVENTI MEDIATICI 

In questi ultimissimi giorni si sono verificati due eventi “mediatici” che hanno tenuto molta gente incollata alla TV, quando non li hanno seguiti addirittura di persona.
Si è cominciato con il matrimonio di William e Kate, dove le teste coronate e le persone “che contano” sono apparse in tutto il loro fulgore; si è calcolato che tutto il jet-set del mondo era a Londra per l’evento matrimoniale e le televisioni si davano da fare per mostrare i volti “noti”, quelli “molto noti” e quelli “notissimi”. Risultato: oltre due miliardi di persone nel Mondo hanno seguito l’evento, la stragrande maggioranza delle quali non è mai stata a Londra e non aveva mai avuto rapporti con l’Inghilterra; il tutto però è stato “montato” dai media che hanno “costretto” la gente ad assistervi.
Infatti, quando rientri in ufficio o in fabbrica il giorno dopo, come fai se non hai visto di persona come erano vestiti Elton John ed il di lui marito; e di italiani c’era qualcuno oppure siamo stati snobbati; e i cappellini che tutte le signore indossavano? Buffi, belli o brutti? Secondo i gusti! La sfilata in carrozza scoperta con la folla che faceva ala e plaudiva freneticamente ti ha fatto venire i brividi? No! Allora vuol dire che non hai sentimento!
Il secondo evento si è svolto a Roma ed ha riguardato la beatificazione del Papa Giovanni Paolo II; la cerimonia – bellissima e molto intensa – non ha molto interessato i media stranieri e quindi siamo stati principalmente noi italiani che ci siamo sintonizzati per l’intera giornata – o quasi – del primo maggio per assistere alla Messa celebrata da Benedetto XVI con la compartecipazione di uno stuolo di Cardinali di tutto il Mondo: la gente che vi ha partecipato di persona – si calcola che siano stati circa due milioni - ha bivaccato prima dell’evento in giro per Roma e poi, disciplinatamente, si è messa in coda per partecipare alla celebrazione e poi per andare a “onorare” la bara del “Beato”.
In merito alla beatificazione di Woityla – diventato il più grande “comunicatore” del novecento – dobbiamo rifarci all’invocazione della gente “Santo subito”, scandita già quando la salma era ancora calda; e la Chiesa evidentemente ha sentito che una figura come quella avrebbe fatto molto comodo per controbattere tutto quello che si dice in giro; e Benedetto XVI – che già “guidava” le mosse di Giovanni Paolo II – ha condiviso questa impostazione e, al di là del debito d’affetto con la “persona Wojtyla”, ha capito che la beatificazione poteva rappresentare un’iniezione di forza e di immagine per una istituzione che è diventata meno brillante – mediaticamente – di quanto il Mondo si era abituato a vedere.
Qualche “purista” potrebbe obbiettare che la Chiesa avrebbe potuto usare per Giovanni Paolo II le stesse modalità adottate per un altro Papa amato dalla gente – Giovanni XXIII – e avrebbe dovuto prendere più tempo per la beatificazione, ma nella civiltà della comunicazione di massa i tempi si sono ridotti alquanto, tanto che questa accelerazione sembra quasi una forzatura; ma così è, e la gente è contenta così!!
Un’ultima considerazione: qualcuno di voi ricorderà che 14 anni fa, accadde una “accoppiata mediatica” molto simile a questa e fu quando avvenne quasi in contemporanea – fine agosto, primi di settembre 1997 - la morte di Madre Teresa di Calcutta e quella di Lady Diana; in quel caso la bella Diana ebbe la meglio – ovviamente sotto il profilo mediatico – sulla piccola “Santa degli ultimi”, in quanto al dolore della tragedia si aggiunsero le polemiche con la Casa Reale inglese e tutto questo contribuì ad implementare le attese per i funerali di Stato per Diana e seguito da una moltitudine di gente umile quello di Madre Teresa; insomma diciamo: parità!!

domenica, maggio 01, 2011

ANCORA FIAMME SUI PAESI ARABI 

Da noi siamo in piena ebollizione per la “decisione” (quanto obbligata?) di Berlusconi di autorizzare l’aviazione a prendere parte alla missione libica con bombardamenti “chirurgici” (a proposito: splendida la battuta del vignettista Castellani: “un altro episodio di malasanità”); a questa decisione si oppone – oltre che il centro sinistra – anche la Lega che ha paura (forse!!) che questi raid provochino un maggiore afflusso di migranti/profughi sulle nostre coste e questo mette tutta la vicenda in fibrillazione; è in crisi la stabilità del governo? Staremo a vedere!
Su tutto il problema libico vorrei fare qualche considerazione; il mondo occidentale si è accorto che è “solo” (senza cioè Cina, Russia e India, tre colossi che rappresentano due terzi dell’umanità) in questa crociata che per il momento ha fatto solo un sacco di morti tra la popolazione civile? E soprattutto: dove si vuole arrivare? Forse a decidere quali sono i governi “democratici” e quali no? Se così fosse, bisognerebbe mettere in moto tutta una struttura che dia i voti alle Nazioni dell’Universo e, quelle che non raggiungono la sufficienza, dovrebbero essere attaccate (da chi? e per fare cosa?).
Mi riferisco in particolare agli altri focolai che si sono accesi sul fronte arabo e quindi tralascio per esempio la vicenda tibetana ed altre similari; dunque cominciamo ad esaminare la vicenda della Siria, laddove le rimostranze del popolo verso il dittatore Bashar al Assad, succeduto al padre che conquistò il potere assoluto diversi anni or sono e lo ha sempre gestito come una “cosa di famiglia”.
Ebbene, l’ultima manifestazione si è svolta in due fasi: la prima durante una manifestazione della gente (non è dato sapere chi c’è dietro), il regime ha sparato sulla folla ed ha fatto diversi morti; il giorno successivo – ai funerali di questi caduti – sono scoppiati altri disordini e la polizia ha nuovamente aperto il fuoco contro la popolazione inerme; insomma, sembra che nelle due carneficine ci siano stati oltre 500 morti.
E l’ONU ha forse detto qualcosa? Quell’accozzaglia di “mangia pane a tradimento” che considerano la nomina a rappresentante presso le Nazioni Unite come una bellissima vacanza e basta, non riesce neppure a mettersi d’accordo nel formulare un semplice comunicato di “rimprovero” verso il regime di Assad.
Ed allora mi viene da chiedermi che differenza ci sia tra la vicenda libica e quella siriana, aggiungendo che altri Paesi della zona araba sono in fibrillazione e stanno per dare inizio a qualcosa di violento: alludo allo Yemen, per esempio ed anche all’Iran..
Cosa fare per queste situazioni? Certo non pretendere che l’occidente faccia il poliziotto per sistemare questi focolai di violenza, ma neppure agire in un posto e chiudere gli occhi per gli altri: in base a quale “principio”?
Forse sulla scorta di informazioni e di conoscenze che sono molto lontane dalla verità; per esempio voglio citare un caso che a me ha molto incuriosito ma che ad altri avrebbe dovuto fornire informazioni importantissime: quando Gheddafi ha abbandonato Misurata lo ha fatto – hanno riportato tutti i canali di stampa – su precisa disposizione dei “capi tribù” locali, quasi un ultimatum che recitava grosso modo così: “noi ti abbiamo messo a quel posto e noi ti togliamo se non te ne vai”.
Questo avrebbe dovuto aprire una sorta di informativa generale sulla situazione che sta “sotto” ai vari dittatori del medio oriente: chi ce li ha messi? Probabilmente le varie tribù locali, ma queste strutture chi le conosce? Dovrebbe essere compito dell’intelligence, ma non sempre questi riescono ad arrivare a qualcosa di interessante.
Eppure credo che senza queste conoscenze non si arrivi a niente in quei luoghi!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?