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sabato, dicembre 29, 2012

I BIANCHI HANNO "PERDUTO" LONDRA 



I bianchi nella città di Londra sono in minoranza; rappresentano solo il 44,9% dei residenti; un terzo degli abitanti è nato all’estero e in parecchi comuni dell’hinterland londinese non si parla più la nobile lingua di Skakespeare; il sorpasso è ormai ufficiale e la notizia ha choccato gli inglesi, ma non ha sorpreso coloro che vivono a Londra e che ogni giorno si trova ad avere a che fare con un arcobaleno di etnie e di religioni.
A cosa è dovuto questo sorpasso? Sicuramente all’immigrazione massiccia degli ultimi dieci anni che ha stravolto l’immagine della capitale inglese e del resto del Regno Unito; questo decennio ha portato più di 4 milioni di immigrati nel Regno Unito, portando così il numero totale a 7.5/milioni, così come rilevano i risultati dell’ultimo censimento.
Eppure nessuno manifesta per il “ritorno a casa” di queste etnie; nessuno invoca una pulizia etnica che al giorno d’oggi è una autentica castroneria; le autorità si attrezzano nel modo migliore possibile e la gente impara a convivere con questa situazione, anche se la stagnante situazione economica alza il livello delle preoccupazioni.
A sottolineare questa preoccupante situazione, il Ministro degli Interni ha detto che la situazione è “critica” e che questa “immigrazione senza controllo degli ultimi anni ha rimpiazzato la forza lavoro britannica, spingendo molti a chiedere sussidi statali”; ecco questa affermazione mi riporta anche alla nostra realtà e vedo quindi un’Europa che sta cercando di arginare il flusso di questi immigrati, la cui maggioranza proviene dall’India, seguono la Polonia e il Pakistan.
Contemporaneamente a questa dichiarazione, il Ministro ha avvertito la popolazione che con questo incremento continuo di immigrati, diventa impossibile creare una società integrata e coesa ed ha annunciato che d’ora in avanti i visti rilasciato per studio agli stranieri saranno soggetti a controlli molto più rigorosi.
Il censimento britannico ha rivelato altre amare sorprese per gli inglesi: anzitutto  (questo fuori dal censimento) si è avuto il primo soldato indiano sikh che ha preso parte al tradizionale cambio della guardia di Buckingam Palace indossando il turbante al posto del tradizionale colbacco; poi si è avuto un dato assai preoccupante: meno del 90% del Paese si descrive come “bianco” e solo il 59% dei residenti in Gran Bretagna è di fede cristiana, mentre i musulmani hanno raggiunto il 5% degli abitanti e un quarto della popolazione si dichiara “atea”.
Non credo che dipenda dalla massiccia immigrazione, ma il censimento ha rivelato che l’istituzione del matrimonio è in grossa crisi: meno del 50% dei censiti è sposato legalmente, un minimo storico per quanto riguarda la Gran Bretagna; inoltre, una famiglia su otto è composta da genitori di diverse etnie, situazione cresciuta del 12% negli ultimi 10 anni.
Consoliamoci, perché anche in Gran Bretagna la buttano in politica; sentite come ha commentato la situazione un osservatorio che non mi appare proprio “indipendente”: questo è il frutto dell’immigrazione di massa incoraggiata dai laburisti negli ultimi 10 anni che ha portato 4/milioni di persone nel nostro Paese; è chiaro che l’immigrazione su questa scala è inaccettabile per la maggior parte della popolazione ed è decisamente insostenibile.
Nessuno che dica come questa situazione sia la conseguenza di tanti secoli di schiavitù di molti popoli che, al momento in cui si sono un poco liberati, cercano di andare a riprendersi almeno una parte di quello che gli è stato rubato.

giovedì, dicembre 27, 2012

IL CARCERE E LA RIVOLUZIONE 



Tra le tante nefandezze dell’agonizzante governo, c’è la mancata approvazione di una norma – definita “decreto svuota carceri” – che avrebbe tentato di sistemate la questione del sovraffollamento carcerario, problema che angoscia da tempo il nostro grande Pannella e che lo sta conducendo verso la morte.
Eppure il problema del carcere e del suo affollamento ben oltre tre volte il consentito, è un argomento che tiene banco tra i cosiddetti “rivoluzionari” fin dal 1971, quando Lotta Continua individuò nelle carceri uno dei fronti principali su cui lavorare, specie dopo le scarse soddisfazioni ricevute dal mondo operaio.
E quindi, anche i detenuti si conquistarono un posto in prima fila tra le vittime di un sistema ingiusto, così come tutti gli altri “dannati della terra”; i “compagni” di Lotta Continua ritenevano che il crimine fosse in realtà una fondamentale risorsa che lo Stato capitalistico utilizzava per legittimarsi; era infatti lo Stato stesso a creare le condizioni perché nascessero le tentazioni che spingevano a delinquere.
E qui entrava in azione l’elemento “detenzione”, cioè il carcere che aveva il compito di rieducare in maniera afflittiva, imponendo cioè la disciplina autoritaria, l’egoismo, la divisione, la miseria, la passività.
Da rilevare che se leggiamo i documenti dell’epoca sulle carceri e il modo di trattare i detenuti, vediamo che il sistema è cambiato ben poco in quanto si fonda ancora su alcune azioni punitive previste dal codice: isolamento in cella di punizione, abolizione dell’ora d’aria e altri similari.
È di quel tempo una famosa dichiarazione rilasciata da un celebre carcerato, quel Sante Notarnicola che faceva parte della famigerata banda Cavallero composta da rapinatori politicizzati che si erano riuniti con l’impegno – peraltro non  mantenuto – di destinare i proventi al finanziamento della rivoluzione: “mi si indica come esempio del “male”, mentre i fatti che voi giudicate altro non sono che il prodotto di questa società borghese, corrotta e malvagia, che pone i poveri di fronte ad un’unica alternativa, lo sfruttamento o il carcere; quindi se io sono un criminale – e lo nego apertamente – sono esattamente quello che voi mi avete fatto essere”.
Nell’ambito carcerario, la tattica di Lotta Continua era quella di dimostrare quanto fossero efficaci i meccanismi di oppressione, di spersonalizzazione, di negazione della personalità del recluso, ma anche quanto egli fosse in parte già segnato dalla condizione di disagio sociale e familiare da cui proveniva.
Ed a questo proposito, il giornale del  movimento iniziò una rubrica che, partendo dalla famosa frase “la civiltà di un popolo si misura dalle carceri”, si intitolava significativamente “la storia di un popolo è scritta nelle sue prigioni”.
Il programma politico di Lotta Continua fu così esposto: “le carceri sarebbero state abolite per cancellare uno strumento da sempre usato per ricattare, spaventare, torturare, ridurre a larve umane, uccidere lentamente e legalmente tutte le volte che i padroni non avevano la forza o il coraggio di fucilare o massacrare nelle piazze tutti quelli che non accettavano passivamente lo sfruttamento e la miseria”.
Nacquero pochi anni dopo alcuni movimenti specifici sul problema (Movimento proletari prigionieri e Movimento dei proletari emarginati), ma non si andò oltre le parole e non scoccò mai la scintilla rivoluzionaria.
E così siamo al giorno d’oggi, dove le carceri rigurgitano di extracomunitari che dividono una cella di 3x3 in 8 persone e vivono così la loro vita; e Pannella……

martedì, dicembre 25, 2012

COME SARA' IL NUOVO PARLAMENTO? 



Non parlo ovviamente di percentuali delle varie forze politiche, dato che non sono un mago e neppure figlio di un mago; parlo di persone fisiche, di coloro che andranno a sedere sugli alti scranni di Camera e Senato e che ci rappresenteranno.
Una prima notazione: i rappresentanti del M5S (Movimento cinque stelle) facente capo al comico Beppe Grillo, dovrebbero essere tutti dei dilettanti, inteso nel senso più nobile del termine, cioè non saranno certamente dei politici consumati, simili cioè a quelli che si troveranno al loro fianco; potrebbero essere insegnanti, avvocati, commercialisti, artigiani ma anche qualcuno proveniente da strati sociali inferiori; e questo preoccupa non poco varie persone, in quanto si ritiene che per fare il mestiere di parlamentare bisognerebbe avere delle specifiche competenze.
Anche se questo è – almeno in parte – verissimo, bisogna anche tenere presente che i due rami del Parlamento hanno tanti uffici che possono sistemare le cose che non quadrano e spiegare ai neofiti come funziona la macchina; e comunque sia, credo che la Minetti, la Carfagna, Scilipoti,  e qualcuno della famiglia Bossi (forse tutti!) hanno le stesse competenze che potrebbe avere qualunque uomo della strada neppure tanto intelligente, ma il problema sta nell’“etica”.
Quindi possiamo dire che un qualunque mortale può essere considerato un gigante se paragonato a uno Scilipoti (lo cito per esempio, altrimenti dovrei riempire il pezzo di nomi), ma è altrettanto vero che il prossimo Parlamento deve avere un numero maggiore di persone di alta qualità, in grado di capire i problemi e quindi di scegliere la via politicamente migliore per risolverli.
Possiamo dire che i problemi saranno “grandi” e pertanto richiederanno risposte altrettanto “grandi”, roba da “cinque stelle”, quelle vere, quelle che una apposita commissione assegna ad alcuni alberghi e non ad altri, cioè “sceglie”, così come dovranno fare i nostri futuri onorevoli e senatori.
Sulle qualità tecniche dei componenti del Parlamento non spreco altro spazio, dato che dove non arrivano con le proprie forze avranno tante possibilità di essere aiutati da tecnici delle varie materie; quello invece che mi preoccupa è la “qualità morale” dei nostri rappresentanti, quel modo di fare politica che prescinda da interessi personali propri o di amici, parenti o sodali.
Le cronache sul Parlamento ancora in carica, sono piene di personaggi che sono balzati agli onori delle cronache per ingegnosi sistemi per truffare denaro allo Stato; ed a questo proposito voglio ricordare ai miei amici lettori che siamo in Italia, dove vivono e operano gli “italiani”, quelle persone cioè che hanno delle qualità eccezionali per truffare la gente, come vendere la Fontana di Trevi, il Colosseo e altre cose similari.
L’ultima è avvenuta in corrispondenza con la balla della fine del Mondo annunciata da un calendario dei Maya; ebbene, tutti coloro che hanno l’anima sporca e hanno paura di finire diretti all’Inferno, possono acquistare indulgenze plenarie per la modica cifra di 13 euro, da versare via web ad un sito indicato dagli organizzatori, e così la salvezza dell’anima è garantita addirittura dai fraticelli della Porziuncola di Assisi (i quali non c’entrano niente, sia detto chiaramente). Non male come investimento: solo 13 euro per acquisire la possibilità di scansare l’Infermo e approdare in Paradiso per l’eternità!!
Se ci fate caso è proprio il modo classico di truffare la gente, così come ce lo ha consegnato il cinema; ecco, vorrei che da questa specie di Università della Truffa non uscisse nessuno che poi approda in Parlamento: chiedo troppo??

domenica, dicembre 23, 2012

ALLA VERGOGNA NON C'E' MAI LIMITE!! 



Mettiamoci nei panni del Preside di un Liceo che accompagna una classe in visita al Senato della Repubblica; da bravo insegnante, oltre a vedere le cose che avvengono cerca anche di informarsi su come funziona una delle due istituzioni parlamentari.
Cominciamo col dire che ogni porta , ogni ingresso, ogni portone ha ben quattro portieri per presidiare questi ingressi; però ne vede solo tre e si chiede come funziona questa imprescindibile funzione della nostra Repubblica.
Ecco la risposta: il “vero portiere” è al bagno (o in qualche altro posto) e i tre che il nostro professore vede sono: uno il vice-portiere, il secondo è il portiere onorario e il terzo il “sostituto procuratore di portineria”.
Se pensate che stia scherzando, cambiate idea: è la sola e pura verità!!
Ma andiamo avanti nella visita d’istruzione dei nostri liceali i quali vedono una cosa che li lascia per pressi: alludo al leggendario servizio di stenotipia del Senato (ricordate che una delle signorine in questione guadagna quando Obama?); orbene, i nostri giovanotti e signorine vedono che ogni stenotipista del Senato lavora al massimo per 5 (cinque) minuti di seguito; vedono il primo che dopo questo periodo di tempo si alza e lascia il posto ad un/una collega e quest’ultimo che si comporta allo stesso modo dopo i fatidici 5 (cinque) minuti.
Chiedono alla loro “guida” il motivo di tale comportamento e apprendono che lo stenotipista – dopo i fatidici 5 minuti – “perde la concentrazione” e deve essere immediatamente sostituito da un altro; colui che lascia il posto – ripeto, per “persa concentrazione” – deve recarsi immediatamente in un ufficio particolare dove mette su carta i 5 minuti che ha registrato e aggiunge la punteggiatura; questa attività richiede i restanti 55 minuti, per un totale di 60.
Quindi, ricapitoliamo: per fare un’ora di seduta senatoriale ci vogliono esattamente 12 stenotipisti che lavorano in aula 5 minuti ed i restanti 55 nell’ufficio particolare di cui sopra ho spiegato.
Sempre la “guida” che assisteva il gruppo di studenti, ha spiegato che i famosi 5 minuti non sono una quantità scelta a caso, ma dopo un attento – e costoso – studio che ha mostrato che oltre i 5 minuti lo stenografo “perde la concentrazione” e comincia a sbagliare le parole.
Se qualcuno dei miei lettori si è imbattuto nelle dirette parlamentari di Radio Radicale, avrà avuto modo di sentire che cosa succede in queste Aule, che cosa dicono i nostri rappresentanti e la scarsissima importanza delle cose che escono dalle loro bocche, importanti solo per loro, e non certo per il popolo italiano.
Allora possiamo dire che lo stenografare le cose che escono dalle bocche dei nostri senatori è più importante di altre attività?
Per esempio, il camionista che guida per 14 e più ore di seguito, senza mai fermarsi, sperando che la stradale non lo becchi, compie un’attività meno “importante” e sicuramente meno “delicata” di quella dei nostri stenografi?
Ed anche: un pilota da caccia può volare per ore senza stancarsi, mentre lo stenografo dopo 5 minuti non è più in grado di stenografare le fesserie che sente?
Vorrei fare una proposta a coloro che gestiscono queste visite guidate: non fate entrare nelle vostre aule sorde e grigie i nostri giovani, coloro cioè che dovrebbero garantirci il nostro futuro; continuate pure a fare queste cose stupide e deplorevoli per il “nostro” denaro che viene gettato, ma almeno non fatele vedere; sono stato chiaro??

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