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sabato, ottobre 18, 2003

Ancora sullo spot di Citterio 

Torno sullo spot di Bubi, per segnalare, in particolare quel giovanottino vicino alla ragazza che, prima di essere salvato da Bubi è mezzo morto e dopo invece è tra i più sguaiati a prendere in giro il malcapitato "eroe".

Non trovate che ci sia un legame molto preciso con la vita di oggi che investe tutti noi: fermi e immoti fino a quando un tallone ci schiaccia la testa, scatenati a contro tutto e tutti dopo che qualcuno ci ha liberato dal tallone.

Un po' come succede - o è successo - con il nostro rapporto con gli Stati Uniti. Non trovate?

La partenza 

Come ho già annunciato nell'oggetto del blog, mi occuperò dei mass-media e segnatamente della pubblicità, cercando di evidenziare le cavolate - volute o meno - e i modi che vengono posti in essere per "fregarci".

Faccio un esempio: avete presente lo spot della "Citterio" nel quale l'eroe mitico salva i passeggeri della nave presi in ostaggio dai "cattivi"?
Ebbene, lo spot si conclude con la presa in giro dell'eroe per colpa del suo nome ("Bubi"), che vanifica tutto l'eroismo dell'azione. Volete una cosa più stupida?
Cioè, si riconduce tutto ad un "fattore esterno" all'azione stessa senza vedere meglio qualla che è la vera autentica realtà dell'evento.

Pensandovi bene è il meccanismo tipico della "massificazione"!

Ma ne riparleremo presto, magari con un altro esempio.

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