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sabato, dicembre 06, 2003

"Biro, biro": il tormentone di quest'anno 

Quest’anno il tormentone è senz’altro il “biro biro” che “Striscia la Notizia” ha “inventato” partendo da un normale movimento del meteorologo Giuliacci con una penna a sfera durante una dissertazione sul tempo in Italia. E’ stato ipotizzato che al movimento della penna facesse da sfondo un “biro, biro” gridato da una vocina stridula e successivamente ripreso dai due conduttori: ovviamente Greggio riesce bene a far dire “biro, biro”alla penna, mentre Iachetti non ce la fa.
Facciamo un passo indietro di circa dodici mesi. Ricordate che in prossimità delle feste del Natale 2002, “Striscia la Notizia” aveva tirato fuori il tormentone dell’alzata di spalla del solito Giuliacci sempre in occasione di una dissertazione sul tempo.
Notiamo subito che in entrambi i casi – divisi da circa dodici mesi – il personaggio principale è il colonnello Giuliacci, il meteorologo di Mediaste; un’altra circostanza comune ai due fatti è il periodo in cui nasce il tormentone: prima delle feste.
Posso fare un cattivo pensiero? In questo periodo si organizzano i cast dei personaggi invitati alle serate di fine anno nelle discoteche più famose d’Italia.
Ebbene – almeno per quanto riguarda le feste del 2002 – Giuliacci divenne talmente famoso con la sua alzata di spalla, da arrivare ad essere ingaggiato da alcune discoteche come ospite d’onore (in compagnia di Jimmi Ghione). Tre di questi locali li conosco personalmente ed hanno pagato fior di Euro.
Dopo qualche mese il tormentone dell’alzata di spalla è caduto nel dimenticatoio; ci voleva qualcosa per rinverdire la “fama” e gli onori del prode colonnello: ecco “il biro, biro”!
So benissimo che gli autori di Striscia e lo stesso Giuliacci sono al di sopra di ogni sospetto e quindi superiori a qualsiasi cattivo pensiero.
Le circostanze elencate contengono però due indizi certi: il periodo (vicino alle feste) e il protagonista (Giuliacci); mi pare che si dica che tre indizi fanno una prova, e quindi ancora non ci siamo, manca il terzo.
Stiamo a vedere il prossimo anno!

giovedì, dicembre 04, 2003

Torniamo agli spot 

Dopo una “sbornia” di una quindicina di giorni nei quali mi sono interamente dedicato alla ”sicurezza” ed al rapporto tra chiari e scuri, dicendo probabilmente anche qualche coglioneria, mi sono deciso a tornare all’amore originario: gli spot pubblicitari.
Tra i nuovi (non molti peraltro, ad indicare una situazione non floridissima) mi ha colpito quello di Saclà, con quei due imbecilli di genitori che si rivolgono ai figli chiamando lei CLODOALDA alla quale deve essere ferrato il cavallo (mentre la bimba, Roberta, ha solo bisogno che gli gonfi la bicicletta) ed al ragazzo chiedendogli di ricordare alla madre che deve firmare la bolla imperiale (ovverosia la pagella).
Lo slogan del “commercial” è: mangiando gli splendidi grigliati (melanzane ed altro) di Saclà, è facile sentirsi re e regine.
I due….sfortunati ragazzi sono gli unici con i piedi per terra che si guardano bene dal fare sogni impossibili ed anzi, nascondono i prodotti reclamizzati, cioè “i grigliati”, nel timore che i genitori, se continuano a mangiarli, li facciano tornare a casa…in carrozza.
Il lato positivo della vicenda è indubbiamente che nel quartetto che ci viene presentato (i due genitori e i due figli) i giovani sono sicuramente gli unici “normali”, anzi un po’ sopra la normalità, mentre i genitori sembrano in preda ad un velleitarismo per una situazione irraggiungibile; interpreto questo come una aspirazione ad un futuro affidato a giovani e con questi giovani superiori agli adulti sotto ogni punto di vista.
Io come adulto (anche troppo!) non ci sto, ma tant’è; comunque, se debbo scegliere “un futuro” sono certo che anch’io spero di lasciare il nostro mondo malconcio in mani serie e solide come quelle dei due giovani presentati.
Potrei farci la firma!


domenica, novembre 30, 2003

Appendice di "andare a colore" 

Credevo di aver terminato l’argomento di “andare a colore” che ha occupato 8 post precedenti, anche se mi rendo benissimo conto di non aver potuto essere esaustivo.
Ma è di oggi la notizia della morte dei sette spagnoli e l’elemento che più mi ha colpito sono le immagini che riprendono una serie di “scuri” che pesticcia e offende i poveri morti eseguendo una macabra danza di gioia.
E mi chiedo: noi dovremmo romperci le…scatole per questo branco di barbari, incivili, feroci seguaci di un dio sanguinario.
Come ho già detto, abbandoniamo il proposito di “portargli la democrazia”, lasciamoli bollire nel loro sudicio brodo, però fuori dalle…scatole anche dai nostri posti.
E’ sempre di oggi infatti la notizia che in diverse moschee italiane i vari iman hanno plaudito al coraggio dei combattenti irakeni, che …..hanno avuto il coraggio di attaccare “a tradimento” i sette spagnoli.
E noi dovremmo tenerci questo fiore di galantuomini? Mi ripeterò, ma non riesco a trovare una qualsiasi ragione per la quale dovremmo calpestare la stessa terra.
Ripeto quindi: ognuno a casa sua faccia quello che vuole; se tenta di venire di qua……allora prendere provvedimenti, ma veri, seri e severi; insomma trattarli da “invasori” e non da poveri fuggiaschi dalla povertà.
Io la penso così e continuo a dirlo, anche se riconosco che questa mia posizione potrà far nascere tante polemiche, ma non so che farci.

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