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venerdì, marzo 19, 2004

Che ne sarà di noi 

E’ il titolo di un film che sta avendo grande successo sia di pubblico che di critica e che ha vinto 12 “nomination” per i David di Donatello (una sorta di Oscar italiano).
Non ho ancora visto il film e quindi non starò a tediarvi sui valori estetici e tematici della pellicola; prendo solo a prestito il titolo, lo attualizzo con tutto quello che avviene intorno a noi e lo faccio diventare un tormentone: che ne sarà di noi?
Partiamo dall’estero: in Kossovo, dove ci eravamo quasi dimenticati della lotta tra Serbi ed Albanesi di quasi cinque anni or sono, un banale litigio tra ragazzi di opposte etnie che ha portato alla morte di tre giovanissimi, ha fatto scoppiato il finimondo: la lotta tra le varie comunità è ripresa violentissima, si stanno bruciando Chiese e Moschee. Eppure la in quel posto la situazione post bellica era stata gestita direttamente dall’O.N.U. che si era avvalso della NATO per i compiti più specifici sul campo. Ci sono nostri soldati che fanno parte della forza di pace e che rischiano la pelle. Che ne sarà di noi?
In Irak poi gli attacchi terroristici non si fermano ed hanno ormai la caratteristica di colpire bersagli indifferenziati, cioè di uccidere soltanto per impaurire tutta la popolazione. A fine giugno dovrebbe entrare in carica il governo irakeno, messo faticosamente in piedi dalle varie etnie presenti nel paese. In quella data dovrebbe iniziare il disimpegno delle forze americane ed europee; certo che se non cessa questo stillicidio di attentati non si vede come possa avvenire il passaggio delle consegne. Che ne sarà di noi?
In Italia intanto pensiamo di risolvere tutto con le marce (per la pace, contro il terrorismo, ecc.), legando la pace in Irak alla cessazione degli atti terroristici. Mi sembra che si dimentichi l’attentato alle Torri Gemelle di New York (11 settembre 2003) e mi sembra che non si facciano bene i calcoli: tale evento è molto precedente all’intervento in Irak e addirittura anche a quello in Afganistan. Quindi mi sembra logico affermare che il terrorismo ha altri obiettivi (distruzione della civiltà occidentale) che non quelli miserrimi e riduttivi di vendicare Saddam. Anche qui, che ne sarà di noi?
Da noi abbiamo anche il cosiddetto caso Sofri a tenere banco: stiamo cercando tutte le strade per mettere in libertà l’ex capo di “Lotta Continua”, condannato dopo otto processi all’ergastolo per l’omicidio Calabresi: credo che sarebbe opportuno intervenire presso le autorità francesi e pregarle di tenersi il brigatista Cesare Battisti, perché se ce lo ridanno chissà quante polemiche innesca tra garantisti, forcaioli, ecc. Meglio, molto meglio che se ne stia libero in Francia. Che ne sarà di noi?
E concludiamo con il nostro “levigato” Berlusca: in mezzo a tanta scalogna possiamo dire di essere fortunati ad essere guidati da cotanto senno che, oltre ad essere quel raffinato politico e quell’insigne statista che tutti ben conosciamo, è anche un grande stratega calcistico, autore delle fortune del Milan (non solo quelle attuali, ma anche quelle pregresse). Cosa possiamo desiderare di più!!
Termino con l’ultimo “che ne sarà di noi??”

lunedì, marzo 15, 2004

Il venditore di auto usate 

La tragica settimana spagnola, funestata dai noti attentati che hanno provocato duecento vittime, si è conclusa domenica con le elezioni politiche generali.
I sondaggi pre – elettorali davano i popolari del primo ministro uscente Aznar in vantaggio sui socialisti di 4/5 punti percentuali.
Il risultato – invero clamoroso – ha ribaltato i sondaggi ed i socialisti si sono aggiudicati la vittoria con quasi cinque punti di vantaggio.
Cosa è potuto intervenire per modificare clamorosamente le previsioni dei sondaggisti?
Dobbiamo fare un piccolo passo indietro e riportarci ai giorni caldi dell’attentato, quando nonostante il parere della maggior parte dei commentatori politici europei, Aznar continuava imperterrito ad accusare l’ETA (gli indipendentisti baschi) di aver piazzato le bombe. E’ stato solo il sabato che – di fronte al rinvenimento della cassetta registrata di Al Qaeda – si sono decisi ad ammorbidire i toni e ad ammettere che la colpa di tutto, forse, ma sì diciamo di sì, potrebbe essere degli islamici.
Questa modifica può essere l’unica causa che ha modificato il pensiero degli spagnoli? Cioè, si è rifatta contro Aznar che – partecipando insieme all’Italia – al dopoguerra iracheno, si era inimicato Bin Laden, mentre il socialista Zapatero aveva annunciato l’intenzione di ritirare i soldati entro il prossimo giugno?
E’ andata veramente così oppure c’è dell’altro?
Mi sembra che se fosse andata così, i sondaggi avrebbero fatto registrare la volontà del popolo spagnolo di riavere i propri soldati a casa quanto prima; ed invece il divario tra i due partiti era dato in aumento.
Cosa avrà indotto gli spagnoli a cambiare idea?
Negli Stati Uniti esiste un modo di dire circa l’attendibilità del candidato: “compreresti un’auto usata da lui?”
Con questa frase si vuole sottolineare il grado di sincerità che l’uomo politico ha nei confronti dei propri elettori, così come dovrebbe essere sincero il venditore di auto verso i propri clienti, informandoli dettagliatamente di pregi e difetti.
Io credo che sia stato questo a penalizzare Aznar e l’intero partito popolare, il fatto cioè di avere affermato un qualcosa di non vero per poter incassare ancora più voti da parte di coloro che odiano l’ETA ed i suoi attentati.
Il dire una cosa solo perché “fa comodo”, che è poi un atteggiamento tipico dei politici, quando viene sgamato subisce pesanti ritorsioni dall’elettorato, cioè dai clienti del venditore di auto, che si rivolgono ad un altro concessionario che, almeno finora, non è stato scoperto mendace.

domenica, marzo 14, 2004

La rivincita dei..."non giovani" 

Anzitutto il perché della definizione “non giovani”. E’ molto difficile al giorno d’oggi stabilire chi possa essere chiamato “vecchio”, “anziano”, ed altro del genere; così, per non prendere posizione con una definizione che poi potrebbe rivelarsi errata o addirittura offensiva, mi butto sul “non giovane”.
Ma a cosa mi riferisco? Semplicemente alla pubblicità, in particolare quella televisiva, che da sempre usa gli anziani come “opinion leader” per i tipici consumi di nicchia. Adesso si è come ravveduta e ha operato una sterzata violenta, facendo eseguire ai “non giovani” appunto, una specie di inversione di marcia.
Mi riferisco a due spot, dei quali uno l’ho già accennato ed è quello della polvere per dentiere; in esso l’uomo riceve tutti gli imput psicologici necessari per identificarsi con l’uomo rappresentato e porsi questo assioma, ovviamente a livello inconscio: se vuoi essere “giovane ed attraente”, così da poter essere concupito da una donna molto più giovane di te, è sufficiente che tu usi la polvere Kukident per fissare la tua dentiera.
Nel secondo spot che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, due giovani rimangono per la strada e fermano una auto (bella, una Mercedes) al cui guidatore chiedono un passaggio. L’auto si ferma, li fa salire e li conduce dove essi desiderano. Il guidatore è il padre del ragazzo. Dopo essere scesi dall’auto, il giovane si rivolge alla ragazza e le dice: bella macchina, vero?! E lei: si bella e bello anche l’uomo che la guida!.
In questo caso il “non giovane”,a livello inconscio, si fa press’a poco il seguente discorso: il gradimento della ragazza è derivato dalla mia persona ma in quanto al volante di “quella” macchina. Quindi l’elemento sillogico è presto detto: con quell’auto dimostri così tanti anni di meno che sei “appetibile” anche per la fidanzata di tuo figlio.
In entrambi questi commercial il protagonista viene usato non per prodotti di nicchia ma per oggetti che lo possono condurre in situazioni di “ringiovanimento”; in pratica non stiamo giocando in difesa, ma andiamo bellamente all’attacco e sia quel che deve essere.
Ho avuto modo di ascoltare alla radio in una trasmissione “a telefono aperto” lo sfogo di un sessantenne che chiedeva al medico se poteva considerarsi “normale” che il suo appetito sessuale fosse aumentato di gran lunga rispetto ai suoi quarantanni. Meraviglia e mi è parso anche un po’ di invidia dalla parte di là del filo e poi lodi sperticate al sessantenne che sosteneva di avere anche più di un rapporto sessuale al giorno (con la moglie di 40 anni, però!).
Chissà cosa avranno pensato gli ascoltatori di quell’età, se entrare in crisi per non essere all’altezza del nostro sessantenne o che altro.
Certo è che nei confronti dei delusi, di coloro che non reggono il paragone, le forme pubblicitarie sopra indicate hanno buon gioco (poche lire per la polvere, molti milioni per l’auto: come si vede la pubblicità è ad ampio spettro, va bene per tutti!) in quanto agitano al livello inconscio il desiderio di confrontarsi con gli altri e ti forniscono gli strumenti per vincere: il tutto in un contesto socio culturale in cui l’efficientismo, il giovanilismo (e tanti altri “ismo) ci viene proposto, direi quasi “imposto” come una “missione”, nella quale non possiamo fallire, pena il dileggio di tutti e la nostra emarginazione.


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