sabato, dicembre 06, 2008
C'E' QUALCUNO CHE PERDE LA TESTA ??
Dopo lo spettacolo sconcertante – eufemismo per dire “scandaloso “ – della guerra guerreggiata che si stanno facendo alcune Procure del Sud Italia, una nuova ondata di “cose sconcertanti” arriva nella mia città, Firenze, dove un’altra guerra si sta svolgendo tra i “democratici” impegnati nelle “primarie”: alcuni candidati sono già usciti di scena per effetto di una azione della Magistratura locale che sta indagando a tutto campo su alcune spericolate attività immobiliari in corso alla periferia della città, nelle quali sembrano implicati alcuni personaggi dell’amministrazione in carica, compreso – forse, ma non è per niente chiaro – il Sindaco, Leonardo Domenici.
I due argomenti – apparentemente distanti anni luce – di fatto vengono messi in parallelo e visti come una cosa unica: è un errore, ma sono pronto a giustificare chi sta facendo di tutta l’erba un fascio.
La vicenda delle due procure si sta arricchendo di nuove “rivelazioni” ma sta anche proseguendo nel suo cammino istituzionale: dopo aver consegnato le carte al Quirinale che ne ha fatto richiesta, le due strutture verranno ricevute al CSM - in udienze segretate per tutti - a partire da oggi; in queste audizioni i vari membri delle Procure dovranno spiegare ai membri laici e togati del CSM quale sia stato il loro intendimento nel fare quello che hanno fatto; a questo proposito una sola osservazione: la Procura di Salerno, per disporre il sequestro delle carte relative all’indagine “Why not” e per notificare gli avvisi di garanzia ai colleghi calabresi, ha compilato un dossier di 1.700 pagine (avete letto bene, sono proprio 1.700).
Mi chiedo e vi chiedo: in quegli uffici devono essere svariate settimane che si pensa solo a questa indagine, per produrre un dossier di tale portata; e gli altri reati che vengono consumati sul territorio di competenza? Ma chi se ne frega, lasciamo fare, ora abbiamo da sistemare quelli di Catanzaro, poi vedremo!
Per quanto riguarda la vicenda della Giunta fiorentina, parte della quale è indagata dalla Magistratura per interesse privato, c’è un’ultima notizia che vi do come l’ho sentita poco fa alla radio in auto: “il sindaco Domenici è da stamani incatenato ad un palo di fronte alla sede romana del quotidiano “Repubblica” reo, a suoi dire, di averlo trattato molto male in occasione di questa vicenda”.
A mia memoria, non c’è mai stato prima un caso similare, in cui un personaggio politico protesta contro un giornale e lo fa con una manifestazione auto-punitiva; credo che anzitutto dimostri come l’equilibrio del personaggio sia ormai andato a farsi benedire.
Un’altra cosa che corrobora quanto ho testé affermato, è l’atteggiamento di ieri, quando il signor Sindaco – che aveva comunicato che non avrebbe fatto la festa per gli auguri alla città – è tornato sui propri passi, ma con un discorso che mi ha lasciato perplesso: “la cerimonia dei consueti auguri alla città e alla stampa, sarà ripristinata se la Consigliera Ornella De Zordo rettificherà le sue affermazioni”.
Breve chiarimento sulla diatriba: la De Zordo aveva affermato che il sindaco avrebbe speso 8.100 euro dei soldi di tutti, per realizzare un CD che mostra i dieci anni della sua attività; pronta la risposta di Domenici: querelata la consigliera dell’ultrasinistra.
Che cosa c’entri questa diatriba tra il Sindaco ed una consigliera con la festa per gli auguri alla città, io, proprio non l’ho capito e quindi se qualcuno ci trova un nesso logico me lo faccia sapere.
Intanto il bravo Domenica – al momento in cui metto on line - è sempre incatenato al palo; vorrei pregare i romani di non aiutarlo a sciogliersi e noi fiorentini saremo grati!!
I due argomenti – apparentemente distanti anni luce – di fatto vengono messi in parallelo e visti come una cosa unica: è un errore, ma sono pronto a giustificare chi sta facendo di tutta l’erba un fascio.
La vicenda delle due procure si sta arricchendo di nuove “rivelazioni” ma sta anche proseguendo nel suo cammino istituzionale: dopo aver consegnato le carte al Quirinale che ne ha fatto richiesta, le due strutture verranno ricevute al CSM - in udienze segretate per tutti - a partire da oggi; in queste audizioni i vari membri delle Procure dovranno spiegare ai membri laici e togati del CSM quale sia stato il loro intendimento nel fare quello che hanno fatto; a questo proposito una sola osservazione: la Procura di Salerno, per disporre il sequestro delle carte relative all’indagine “Why not” e per notificare gli avvisi di garanzia ai colleghi calabresi, ha compilato un dossier di 1.700 pagine (avete letto bene, sono proprio 1.700).
Mi chiedo e vi chiedo: in quegli uffici devono essere svariate settimane che si pensa solo a questa indagine, per produrre un dossier di tale portata; e gli altri reati che vengono consumati sul territorio di competenza? Ma chi se ne frega, lasciamo fare, ora abbiamo da sistemare quelli di Catanzaro, poi vedremo!
Per quanto riguarda la vicenda della Giunta fiorentina, parte della quale è indagata dalla Magistratura per interesse privato, c’è un’ultima notizia che vi do come l’ho sentita poco fa alla radio in auto: “il sindaco Domenici è da stamani incatenato ad un palo di fronte alla sede romana del quotidiano “Repubblica” reo, a suoi dire, di averlo trattato molto male in occasione di questa vicenda”.
A mia memoria, non c’è mai stato prima un caso similare, in cui un personaggio politico protesta contro un giornale e lo fa con una manifestazione auto-punitiva; credo che anzitutto dimostri come l’equilibrio del personaggio sia ormai andato a farsi benedire.
Un’altra cosa che corrobora quanto ho testé affermato, è l’atteggiamento di ieri, quando il signor Sindaco – che aveva comunicato che non avrebbe fatto la festa per gli auguri alla città – è tornato sui propri passi, ma con un discorso che mi ha lasciato perplesso: “la cerimonia dei consueti auguri alla città e alla stampa, sarà ripristinata se la Consigliera Ornella De Zordo rettificherà le sue affermazioni”.
Breve chiarimento sulla diatriba: la De Zordo aveva affermato che il sindaco avrebbe speso 8.100 euro dei soldi di tutti, per realizzare un CD che mostra i dieci anni della sua attività; pronta la risposta di Domenici: querelata la consigliera dell’ultrasinistra.
Che cosa c’entri questa diatriba tra il Sindaco ed una consigliera con la festa per gli auguri alla città, io, proprio non l’ho capito e quindi se qualcuno ci trova un nesso logico me lo faccia sapere.
Intanto il bravo Domenica – al momento in cui metto on line - è sempre incatenato al palo; vorrei pregare i romani di non aiutarlo a sciogliersi e noi fiorentini saremo grati!!
venerdì, dicembre 05, 2008
COSA SUCCEDE TRA I GIUDICI ??
Ricorderete che circa un anno e mezzo fa, la Procura di Catanzaro e segnatamente il P.M. De Magistris, aprì un’inchiesta su varie operazioni ladronesche messe in piedi da faccendieri locali sui fondi UE; ovviamente tra questi personaggi, facevano spicco anche alcuni politici, locali e nazionali: il nome dell’indagine è Why not.
Quando cominciarono a uscire i nomi, lo scalpore fu altissimo: pensate che tra le persone iscritte nel registro degli indagati figurava l’allora Primo Ministro, Romano Prodi, ed il suo Ministro per la Giustizia, Clemente Mastella.
Quando i nomi eccellenti arrivarono sulla stampa (luglio – settembre 2007), Mastella chiese il trasferimento del P.M. – mossa quanto meno inelegante – e nel gennaio 2008 il CSM accolse la richiesta inviando De Magistris in un’altra Procura con funzioni modificate: al Tribunale di Napoli con la funzione di “giudice del riesame”.
Sembrava che tutto fosse abbuiato: Prodi e Mastella non erano più al governo, l’inchiesta languiva senza esplodere, quando – è di questi giorni – la Procura della Repubblica di Salerno emette otto avvisi di garanzia per altrettanti magistrati della Procura di Catanzaro, tra cui il PG, accusandoli di vari reati: dal falso ideologico all’abuso d’ufficio, alla corruzione in atti giudiziari; tutto per avere ostacolato il PM De Magistris nell’inchiesta che stava conducendo; in aggiunta a questo, il sequestro di tutta la documentazione relativa alla “Why not”.
È di ieri la replica dei magistrati calabresi: sette avvisi di garanzia nei confronti dei colleghi di Salerno – tra cui il PG – accusati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, disponendo il (contro) sequestro del materiale d’indagine.
Quanto sopra mi sembra più che sufficiente per mostrare una Magistratura in pieno caos, volta solo a battaglie personalistiche e non alle indagini che interessano la gente: contro la ‘Ndrangheta per i calabresi e contro la Camorra per quelli di Salerno.
Ma la cosa forse ancora più grave è la dichiarazione rilasciata dal PG di Catanzaro: “I sequestri e le perquisizioni disposte due giorni fa dalla Procura di Salerno hanno un significato ben preciso: LA DESTABILIZZAZIONE E L’EVERSIONE DELLE ISTITUZIONI DELLO STATO.
Caspita, mica si parla di bruscolini, ma di “eversione”! E allora vediamo quali potrebbero essere le prossime mosse: anzitutto la pratica e all’esame del CSM, dove però abbiamo il Vice Presidente, Mancino, che risulta intercettato in una telefonata con uno dei faccendieri implicati: ovvia la smentita, ma carta canta; vediamo come finisce!
Il “superiore” di Mancino, cioè il Presidente della Repubblica Napolitano, questa volta sembra avere abbandonato il passo felpato avuto fin qui con i magistrati e si è veramente arrabbiato, chiedendo l’invio di tutti gli atti al Quirinale perché possa vedere come stanno realmente le cose.
Questa mossa è per “impaurire” un po’ gli interessati, ma questi sono così furbi che sanno benissimo come il Presidente – al di là – della cosiddetta moral suasion, non ha altre armi a disposizione.
A questo proposito c’è da aggiungere una cosa curiosa e ancora una volta esplicativa di come siamo fatti nel nostro Paese: l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, sostiene che “il Capo dello Stato non può chiedere atti a un’autorità giudiziaria; non c’è alcuna norma costituzionale che lo consenta”. Mi sembra che una norma generale affermi che “tutto quello che la legge esplicitamente non vieta è consentito”; mi sembra invece che qui si ribalti il concetto!
Quando cominciarono a uscire i nomi, lo scalpore fu altissimo: pensate che tra le persone iscritte nel registro degli indagati figurava l’allora Primo Ministro, Romano Prodi, ed il suo Ministro per la Giustizia, Clemente Mastella.
Quando i nomi eccellenti arrivarono sulla stampa (luglio – settembre 2007), Mastella chiese il trasferimento del P.M. – mossa quanto meno inelegante – e nel gennaio 2008 il CSM accolse la richiesta inviando De Magistris in un’altra Procura con funzioni modificate: al Tribunale di Napoli con la funzione di “giudice del riesame”.
Sembrava che tutto fosse abbuiato: Prodi e Mastella non erano più al governo, l’inchiesta languiva senza esplodere, quando – è di questi giorni – la Procura della Repubblica di Salerno emette otto avvisi di garanzia per altrettanti magistrati della Procura di Catanzaro, tra cui il PG, accusandoli di vari reati: dal falso ideologico all’abuso d’ufficio, alla corruzione in atti giudiziari; tutto per avere ostacolato il PM De Magistris nell’inchiesta che stava conducendo; in aggiunta a questo, il sequestro di tutta la documentazione relativa alla “Why not”.
È di ieri la replica dei magistrati calabresi: sette avvisi di garanzia nei confronti dei colleghi di Salerno – tra cui il PG – accusati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, disponendo il (contro) sequestro del materiale d’indagine.
Quanto sopra mi sembra più che sufficiente per mostrare una Magistratura in pieno caos, volta solo a battaglie personalistiche e non alle indagini che interessano la gente: contro la ‘Ndrangheta per i calabresi e contro la Camorra per quelli di Salerno.
Ma la cosa forse ancora più grave è la dichiarazione rilasciata dal PG di Catanzaro: “I sequestri e le perquisizioni disposte due giorni fa dalla Procura di Salerno hanno un significato ben preciso: LA DESTABILIZZAZIONE E L’EVERSIONE DELLE ISTITUZIONI DELLO STATO.
Caspita, mica si parla di bruscolini, ma di “eversione”! E allora vediamo quali potrebbero essere le prossime mosse: anzitutto la pratica e all’esame del CSM, dove però abbiamo il Vice Presidente, Mancino, che risulta intercettato in una telefonata con uno dei faccendieri implicati: ovvia la smentita, ma carta canta; vediamo come finisce!
Il “superiore” di Mancino, cioè il Presidente della Repubblica Napolitano, questa volta sembra avere abbandonato il passo felpato avuto fin qui con i magistrati e si è veramente arrabbiato, chiedendo l’invio di tutti gli atti al Quirinale perché possa vedere come stanno realmente le cose.
Questa mossa è per “impaurire” un po’ gli interessati, ma questi sono così furbi che sanno benissimo come il Presidente – al di là – della cosiddetta moral suasion, non ha altre armi a disposizione.
A questo proposito c’è da aggiungere una cosa curiosa e ancora una volta esplicativa di come siamo fatti nel nostro Paese: l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, sostiene che “il Capo dello Stato non può chiedere atti a un’autorità giudiziaria; non c’è alcuna norma costituzionale che lo consenta”. Mi sembra che una norma generale affermi che “tutto quello che la legge esplicitamente non vieta è consentito”; mi sembra invece che qui si ribalti il concetto!
giovedì, dicembre 04, 2008
ZIBALDONE N.12/2008
Con questo zibaldone dell’ultimo mese dell’anno, vorrei trattare un paio di argomenti che, a mio modo di vedere, dovrebbero essere interessanti anche per i miei amici lettori.
IL PRIMO argomento si riferisce al polverone sollevato dalla vicenda SKY, rivelatosi – come ormai sembra un’abitudine – un boomerang per quelli che l’hanno promosso, Di Pietro in testa; a suggellare l’ennesima figuraccia è stata la dichiarazione dell’ex Primo Ministro, Prodi, nella quale si afferma “che durante il suo Governo (gennaio 2008), la UE fece formale richiesta di allineamento dell’IVA di SKY (al 10%) con quella (20%) di altre piattaforme televisive (ad es. digitale terrestre di Mediaste e di La 7”.; per una serie di motivi, non ultima la fine anticipata della legislatura, la cosa non venne sistemata, e nel giugno di quest’anno – vigente il nuovo Governo – l’UE ha sollecitato l’allineamento più volte richiesto.
Il Governo aveva due alternative: aumentare l’IVA sui pacchetti SKY – che è monopolista nel campo satellitare, non dimentichiamocelo - oppure diminuire l’aliquota di Mediaste e La 7; v’immaginate che canea sarebbe successa se avesse abbassato l’IVA sui mezzi di proprietà del Presidente del Consiglio?
E poi, non capisco il motivo per il quale questo aumento debba obbligatoriamente ricadere a cascata nei confronti degli abbonati; mi sembra invece che SKY potrebbe accollarsi tale allineamento, visto anche che in settembre di quest’anno, senza nessuna comunicazione agli utenti e senza nessuna motivazione apparente, ha già aumentato il canone di circa il 10%: ve lo dico con sicurezza perché il mio “bouquet base”, che fino ad agosto costava 24 euro, è passato a 27.10 euro.
Quindi mi sembra che SKY - mi piace ripetere: “monopolista assoluto” nel nostro Paese - con un bilancio decisamente florido, ha tutte le carte per assumersi questo aumento che è nient’altro che l’eliminazione di un privilegio che adesso non ha più motivo di esistere. Quindi, nella diatriba “Sky – Berlusconi – possiamo tranquillamente dire – come si dice dalle mie parti – che tra i due “il più pulito c’ha la rogna” ed anche “cencio dice male di straccio”: scegliete voi quale vi sembra più attinente.
IL SECONDO argomento riguarda un caso interessante accaduto a Brescia, caposaldo della Lega: il Comune di quella città ha deciso di corrispondere un bonus di 1000 euro ad ogni bambino che nasce in città; mi correggo, ad ogni bambino “italiano” che nasce in quella città ed ha quindi la nazionalità italiana.
Come si fa a stabilire se uno è italiano? È sufficiente che sia nato in Italia? Nossignori, per la nostra legge l’italianità è tutta una questione di DNA: quindi, uno è considerato “italiano” a tutti gli effetti se nasce da almeno un genitore di nazionalità italiana.
La legge sopra indicata venne fatta per un paese di emigranti, mentre oggi siamo una nazione di immigrati; quindi la legge deve essere aggiornata sulla base dell’evidenza dei fatti.
Così, potremmo decidere l’assegnazione di quel famoso bonus su basi diverse di quelle finora vigenti e trattare da italiani tutti i bambini che nascono in Italia, la qual cosa, oltre che una semplificazione della materia, mi sembrerebbe anche l’unica cosa giusta da fare.
Sarà possibile arrivarci in tempi rapidi oppure dobbiamo aspettare che anche da noi si abbia un Presidente “abbronzato”; cribbio, ma lo è già abbronzato! E allora cosa ci resta da aspettare?? Mah!!
IL PRIMO argomento si riferisce al polverone sollevato dalla vicenda SKY, rivelatosi – come ormai sembra un’abitudine – un boomerang per quelli che l’hanno promosso, Di Pietro in testa; a suggellare l’ennesima figuraccia è stata la dichiarazione dell’ex Primo Ministro, Prodi, nella quale si afferma “che durante il suo Governo (gennaio 2008), la UE fece formale richiesta di allineamento dell’IVA di SKY (al 10%) con quella (20%) di altre piattaforme televisive (ad es. digitale terrestre di Mediaste e di La 7”.; per una serie di motivi, non ultima la fine anticipata della legislatura, la cosa non venne sistemata, e nel giugno di quest’anno – vigente il nuovo Governo – l’UE ha sollecitato l’allineamento più volte richiesto.
Il Governo aveva due alternative: aumentare l’IVA sui pacchetti SKY – che è monopolista nel campo satellitare, non dimentichiamocelo - oppure diminuire l’aliquota di Mediaste e La 7; v’immaginate che canea sarebbe successa se avesse abbassato l’IVA sui mezzi di proprietà del Presidente del Consiglio?
E poi, non capisco il motivo per il quale questo aumento debba obbligatoriamente ricadere a cascata nei confronti degli abbonati; mi sembra invece che SKY potrebbe accollarsi tale allineamento, visto anche che in settembre di quest’anno, senza nessuna comunicazione agli utenti e senza nessuna motivazione apparente, ha già aumentato il canone di circa il 10%: ve lo dico con sicurezza perché il mio “bouquet base”, che fino ad agosto costava 24 euro, è passato a 27.10 euro.
Quindi mi sembra che SKY - mi piace ripetere: “monopolista assoluto” nel nostro Paese - con un bilancio decisamente florido, ha tutte le carte per assumersi questo aumento che è nient’altro che l’eliminazione di un privilegio che adesso non ha più motivo di esistere. Quindi, nella diatriba “Sky – Berlusconi – possiamo tranquillamente dire – come si dice dalle mie parti – che tra i due “il più pulito c’ha la rogna” ed anche “cencio dice male di straccio”: scegliete voi quale vi sembra più attinente.
IL SECONDO argomento riguarda un caso interessante accaduto a Brescia, caposaldo della Lega: il Comune di quella città ha deciso di corrispondere un bonus di 1000 euro ad ogni bambino che nasce in città; mi correggo, ad ogni bambino “italiano” che nasce in quella città ed ha quindi la nazionalità italiana.
Come si fa a stabilire se uno è italiano? È sufficiente che sia nato in Italia? Nossignori, per la nostra legge l’italianità è tutta una questione di DNA: quindi, uno è considerato “italiano” a tutti gli effetti se nasce da almeno un genitore di nazionalità italiana.
La legge sopra indicata venne fatta per un paese di emigranti, mentre oggi siamo una nazione di immigrati; quindi la legge deve essere aggiornata sulla base dell’evidenza dei fatti.
Così, potremmo decidere l’assegnazione di quel famoso bonus su basi diverse di quelle finora vigenti e trattare da italiani tutti i bambini che nascono in Italia, la qual cosa, oltre che una semplificazione della materia, mi sembrerebbe anche l’unica cosa giusta da fare.
Sarà possibile arrivarci in tempi rapidi oppure dobbiamo aspettare che anche da noi si abbia un Presidente “abbronzato”; cribbio, ma lo è già abbronzato! E allora cosa ci resta da aspettare?? Mah!!
mercoledì, dicembre 03, 2008
NOI SI SAPEVA...
Un prestigioso quotidiano – l’International Herald Tribune – ed il canale radio televisivo francese “France 24” hanno commissionato all’Istituto Harris Interactive un sondaggio da tenere in sei paesi, Germania, Spagna, U,S.A., Francia, Italia e Inghilterra, per rispondere a questa domanda: chi è la personalità mondiale più popolare ed influente tra i 19 leader politici indicati dai ricercatori e tra tutti i leader spirituali del mondo?
Nel titolo dico che “noi si sapeva”, ma non alludo al vincitore, bensì alla scarsa posizione raggiunta dal nostro premier; ma questo è un discorso che faremo dopo, adesso vediamo i risultati.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha sbaragliato il campo con il 57% dei suffragi, battendo nettamente il Dalai Lama (secondo) e Nicolas Sarkozy (terzo); quest’ultimo ha usufruito probabilmente di qualche vantaggio dalla popolarità ottenuta con il fatto di essere “marito di”, ma comunque il suo prestigio esce benissimo da tale ricerca.
La Merkel ha vinto in quanto la gente intervistata ha apprezzato la sensibilit6à e la coerenza mostrata nei confronti di Mosca e di Pechino, con i quali è stata adottata una linea dura, in controtendenza con il suo predecessore Schroder che aveva privilegiato la convenienza di accordi commerciali e chiuso un occhio su questioni come diritti umani e lotta all’inquinamento.
Da notare che la stessa Cancelliera in fatto di clima ha preso posizione anche nei confronti della U.E., in quanto ha esortato i paesi aderenti a mantenere gli obiettivi assunti con il pacchetto “salva clima” malgrado la crisi imperante.
E adesso veniamo al nostro Berlusconi, la cui posizione è stata la numero 13 (su 19) e del quale sono stati considerati “insufficienti” la coerenza civile e l’impegno ambientale; il tutto nonostante che al suo fianco – sia pure in rare occasioni – il nostro leader abbia una avvenente, anche se linguacciuta, ex top model.
Anche l’ultimo attrito tra il Cavaliere e la stampa sul caso Sky, la dice lunga sul personaggio: un uomo di Stato di alto livello avrebbe abbandonato l’aula del Consiglio dei Ministri al momento in cui si discuteva l’adeguamento dell’IVA per la TV satellitare del magnate Rupert Murdoch, adeguamento peraltro promesso all’UE dal precedente governo; ovviamente non sarebbe cambiato niente, ma l’immagine che ne sarebbe scaturita all’esterno sarebbe stata ben diversa e la sua situazione, in verità sempre più “imbarazzante” di personaggio in chiaro conflitto di interessi, ne avrebbe risentito in maniera diversa.
Questo discorso del conflitto di interessi merita due paroline: da quando Berlusconi è entrato in politica si sono avuti almeno tre governi a lui non favorevoli e da essi ci si sarebbe potuti aspettare la soluzione del problema con una apposita legge che regolasse l’intera situazione; così non è stato in quanto viene privilegiato l’aspetto del “fare paura” e del dire e non dire, tipico di noi italiani che non amiamo le cose chiare: in sostanza le forze politiche della sinistra hanno sempre detto che era meglio avere “l’arma carica” del conflitto di interessi “non risolto” da sventolare e da scambiare eventualmente con qualcosa a loro vantaggio.
E poi, chi ne va di mezzo sono anche le strutture “terze”: ragionando come stiamo facendo adesso, tutte le aziende che configgono con quelle del Cavaliere possono dormire sonno tranquilli in quanto vengono considerate “intoccabili”, pena il ricorso al “conflitto d’interessi”.
Cari amici, con questa opposizione, il Berlusca è il premier che ci ,meritiamo!!
Nel titolo dico che “noi si sapeva”, ma non alludo al vincitore, bensì alla scarsa posizione raggiunta dal nostro premier; ma questo è un discorso che faremo dopo, adesso vediamo i risultati.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha sbaragliato il campo con il 57% dei suffragi, battendo nettamente il Dalai Lama (secondo) e Nicolas Sarkozy (terzo); quest’ultimo ha usufruito probabilmente di qualche vantaggio dalla popolarità ottenuta con il fatto di essere “marito di”, ma comunque il suo prestigio esce benissimo da tale ricerca.
La Merkel ha vinto in quanto la gente intervistata ha apprezzato la sensibilit6à e la coerenza mostrata nei confronti di Mosca e di Pechino, con i quali è stata adottata una linea dura, in controtendenza con il suo predecessore Schroder che aveva privilegiato la convenienza di accordi commerciali e chiuso un occhio su questioni come diritti umani e lotta all’inquinamento.
Da notare che la stessa Cancelliera in fatto di clima ha preso posizione anche nei confronti della U.E., in quanto ha esortato i paesi aderenti a mantenere gli obiettivi assunti con il pacchetto “salva clima” malgrado la crisi imperante.
E adesso veniamo al nostro Berlusconi, la cui posizione è stata la numero 13 (su 19) e del quale sono stati considerati “insufficienti” la coerenza civile e l’impegno ambientale; il tutto nonostante che al suo fianco – sia pure in rare occasioni – il nostro leader abbia una avvenente, anche se linguacciuta, ex top model.
Anche l’ultimo attrito tra il Cavaliere e la stampa sul caso Sky, la dice lunga sul personaggio: un uomo di Stato di alto livello avrebbe abbandonato l’aula del Consiglio dei Ministri al momento in cui si discuteva l’adeguamento dell’IVA per la TV satellitare del magnate Rupert Murdoch, adeguamento peraltro promesso all’UE dal precedente governo; ovviamente non sarebbe cambiato niente, ma l’immagine che ne sarebbe scaturita all’esterno sarebbe stata ben diversa e la sua situazione, in verità sempre più “imbarazzante” di personaggio in chiaro conflitto di interessi, ne avrebbe risentito in maniera diversa.
Questo discorso del conflitto di interessi merita due paroline: da quando Berlusconi è entrato in politica si sono avuti almeno tre governi a lui non favorevoli e da essi ci si sarebbe potuti aspettare la soluzione del problema con una apposita legge che regolasse l’intera situazione; così non è stato in quanto viene privilegiato l’aspetto del “fare paura” e del dire e non dire, tipico di noi italiani che non amiamo le cose chiare: in sostanza le forze politiche della sinistra hanno sempre detto che era meglio avere “l’arma carica” del conflitto di interessi “non risolto” da sventolare e da scambiare eventualmente con qualcosa a loro vantaggio.
E poi, chi ne va di mezzo sono anche le strutture “terze”: ragionando come stiamo facendo adesso, tutte le aziende che configgono con quelle del Cavaliere possono dormire sonno tranquilli in quanto vengono considerate “intoccabili”, pena il ricorso al “conflitto d’interessi”.
Cari amici, con questa opposizione, il Berlusca è il premier che ci ,meritiamo!!
martedì, dicembre 02, 2008
LA BOMBA DEI "DERIVATI"
La Corte dei Conti ha esplicitamente invitato Sindaci e Governatori a “stare lontani dagli swap”; altrettanto ha fatto la Consob e anche il Governo, nella relazione alla Commissione Bilancio del Senato, ha fatto suo l’invito agli Enti Locali a non “trafficare” con i derivati e ha presentato un emendamento che fissa norme rigidissime per contenere l’indebitamento e l’abuso di questi strumenti atipici di finanza da parte di Regioni ed Enti Locali.
È stato scoperto – con notevole e colpevole ritardo – che questa forma di finanza creativa, mal si addice a strutture pubbliche che hanno il compito di amministrare il denaro versato dai cittadini; secondo il rapporto del Governo, sembra che siamo in presenza di una cifra mostruosa di questi contratti: addirittura 35 miliardi di euro.
Anzitutto due parole sui contratti derivati, tra i quali spicca lo “swap”: questi contratti prendono tale nome dal fatto che “derivano” dal valore di variabili diverse: ne esistono moltii tipi, ma tutti hanno come obiettivo una sorta di scommessa tra il contraente A e quello B su un determinato andamento di un bene, materiale o finanziario.
Gli “swap”, che costituiscono una delle più recenti innovazioni del mercato finanziario, implicano un accordo privato tra due parti che si scambiano flussi di cassa a date certe, secondo una formulazione predefinita tra loro; esistono vari tipi di swap, ma il più semplice ed il più comune è “l’interest rate swap” con cui la parte A s’impegna a pagare alla parte B un flusso pari agli interessi calcolati ad un prefissato tasso fisso, su un capitale nominale, per un certo numero di anni; contemporaneamente B si impegna a pagare ad A flussi di cassa agli interessi calcolati ad un tasso variabile sullo stesso capitale, per lo stesso periodo di tempo.
In soldoni, dato per scontato che quasi sempre il tasso di riferimento è quello dell’Euribor, uno scommette sul calo di questo e l’altro sull’aumento: alla data di scadenza chi ha avuto ragione vince, chi ha avuto torto paga.
Non avevo nessuna voglia di sottoporvi alla noia di una micro lezione di finanza, ma la materia trattata abbisognava di qualche notizia; comunque, ripeto, siamo in presenza di una “scommessa” che, anziché su una partita di calcio o su un cavallo, si svolge sull’andamento di un flusso di interesse.
Facciamo adesso alcuni esempi del bordello in cui sono andati a cacciarsi i nostri amministratori: il Comune di Milano ha stipulato nel 2005 un contratto di 55,5 milioni che oggi implica una esposizione finanziaria di 322,8 milioni; dal canto suo il Comune di Pozzuoli, con la sua ambiziosa e maldestra scommessa sulla finanza innovativa, dopo avere sballato le previsioni (ha scommesso sui tassi che calavano quando invece salivano e l’anno dopo all’incontrario) ha prodotto nelle casse comunali un maggiore esborso di circa 18 milioni; la Provincia di Crotone, in controtendenza, ha avuto un “minore onere” di circa 1 milione, ma c’è da notare che il contratto scade nel 2025.
Dopo avere scosso malinconicamente la testa, mi resta solo da porgervi le cifre dell’esposizione: 18 Regioni per 16.6 miliardi, 497 Comuni per 15 miliardi e 44 Province per 3.4 miliardi: in totali i 35 miliardi di cui parlo all’inizio.
Mi piace concludere con la definizione dei “derivati” data da Warren Buffet, finanziere soprannominato “l’oracolo di Omaha”, l’uomo più ricco del mondo: “sono armi di distruzione di massa”; e se lo dice lui non ho ragione di dubitare; certo che pensare che la multa per divieto di sosta che ho pagato ieri vada a rifinire in un contratto “swap” mi da molto da pensare; e a voi???
È stato scoperto – con notevole e colpevole ritardo – che questa forma di finanza creativa, mal si addice a strutture pubbliche che hanno il compito di amministrare il denaro versato dai cittadini; secondo il rapporto del Governo, sembra che siamo in presenza di una cifra mostruosa di questi contratti: addirittura 35 miliardi di euro.
Anzitutto due parole sui contratti derivati, tra i quali spicca lo “swap”: questi contratti prendono tale nome dal fatto che “derivano” dal valore di variabili diverse: ne esistono moltii tipi, ma tutti hanno come obiettivo una sorta di scommessa tra il contraente A e quello B su un determinato andamento di un bene, materiale o finanziario.
Gli “swap”, che costituiscono una delle più recenti innovazioni del mercato finanziario, implicano un accordo privato tra due parti che si scambiano flussi di cassa a date certe, secondo una formulazione predefinita tra loro; esistono vari tipi di swap, ma il più semplice ed il più comune è “l’interest rate swap” con cui la parte A s’impegna a pagare alla parte B un flusso pari agli interessi calcolati ad un prefissato tasso fisso, su un capitale nominale, per un certo numero di anni; contemporaneamente B si impegna a pagare ad A flussi di cassa agli interessi calcolati ad un tasso variabile sullo stesso capitale, per lo stesso periodo di tempo.
In soldoni, dato per scontato che quasi sempre il tasso di riferimento è quello dell’Euribor, uno scommette sul calo di questo e l’altro sull’aumento: alla data di scadenza chi ha avuto ragione vince, chi ha avuto torto paga.
Non avevo nessuna voglia di sottoporvi alla noia di una micro lezione di finanza, ma la materia trattata abbisognava di qualche notizia; comunque, ripeto, siamo in presenza di una “scommessa” che, anziché su una partita di calcio o su un cavallo, si svolge sull’andamento di un flusso di interesse.
Facciamo adesso alcuni esempi del bordello in cui sono andati a cacciarsi i nostri amministratori: il Comune di Milano ha stipulato nel 2005 un contratto di 55,5 milioni che oggi implica una esposizione finanziaria di 322,8 milioni; dal canto suo il Comune di Pozzuoli, con la sua ambiziosa e maldestra scommessa sulla finanza innovativa, dopo avere sballato le previsioni (ha scommesso sui tassi che calavano quando invece salivano e l’anno dopo all’incontrario) ha prodotto nelle casse comunali un maggiore esborso di circa 18 milioni; la Provincia di Crotone, in controtendenza, ha avuto un “minore onere” di circa 1 milione, ma c’è da notare che il contratto scade nel 2025.
Dopo avere scosso malinconicamente la testa, mi resta solo da porgervi le cifre dell’esposizione: 18 Regioni per 16.6 miliardi, 497 Comuni per 15 miliardi e 44 Province per 3.4 miliardi: in totali i 35 miliardi di cui parlo all’inizio.
Mi piace concludere con la definizione dei “derivati” data da Warren Buffet, finanziere soprannominato “l’oracolo di Omaha”, l’uomo più ricco del mondo: “sono armi di distruzione di massa”; e se lo dice lui non ho ragione di dubitare; certo che pensare che la multa per divieto di sosta che ho pagato ieri vada a rifinire in un contratto “swap” mi da molto da pensare; e a voi???
lunedì, dicembre 01, 2008
ECCO COME ANDRA' A FINIRE
Vi voglio raccontare una storia - vera, come tutte quelle che vi racconto io – che ho vissuto in prima persona pochi giorni fa: una signora, laureata, cardiologo, con marito anch’esso medico chirurgo, incontrata a Teatro, mi ha narrato – durante l’intervallo – questa storiella che sembrerebbe una barzelletta: la signora in questione ha un figlio che frequenta un liceo cittadino e che – a quanto mi viene detto – riporta ottimi voti.
Il giovane studente ha ricevuto dall’insegnante di lettere un compito da svolgere a casa centrato su un autore (non mi ha detto il nome) e su un libro da lui scritto; in sintesi, l’alunno deve riportare cenni significativi della vita dell’autore, la trama (o vicenda per usare un termine cinematografico) del libro indicato dall’insegnante e commentare tale testo con proprie e altrui idee (cioè riportare anche tesi della critica letteraria).
Un lavoro abbastanza impegnativo che, invece, la signora mi dice essere stato svolto dal figlio in poco più di un’oretta; ma come, dico io, così poco per un lavoro così impegnativo? Soltanto la lettura del libro richiede molto più tempo!
E qui la signora mi ha guardato come se avesse di fronte “un fossile” e mi ha spiegato la tecnica del figlio per mettere a punto il tema scolastico: su Internet ha trovato “la vita” dell’autore in questione e – con il copia e incolla – l’ha portata su un foglio bianco; poi ha cercato, e trovato, non solo il testo nella sua interezza, ma anche un sunto e anch’esso, sempre con il sistema del copia e incolla, è finito nel foglio vergine; infine ha reperito alcune recensioni al volume e – dopo averne scelta una ed essersene appropriato “come propria”, l’ha portata sempre sul famoso foglio base; per ultimo ha raccolto un paio di recensioni di critici moderni e le ha aggiunte sul solito foglio.
Tutto questo lavoro ha prodotto una diecina di pagine che, dopo essere state stampate, sono state messe in cartella – pardon, nello zainetto come si usa adesso – e consegnate il giorno seguente all’insegnante che, a detta della signora mia amica, le ha gradite assai e ha dato un bel giudizio sul lavoro svolto dal ragazzo.
Ho fatto una prima considerazione: ma l’insegnante non si è accorta di niente? Mi è stato risposto che non avrebbe potuto; seconda considerazione: ma il libro non è stato letto? Il ragazzo ha detto che ci voleva troppo tempo e quindi ha delegato la madre a leggerlo e infatti, la signora in questione, l’ho vista utilizzare tutti i “vuoti” della serata concertistica per leggere un libro che, a prima vista, avevo preso per il “libretto di sala”.
Vediamo adesso di fare alcune considerazioni di ordine generale su questa strana situazione: il giovane in questione non solo non ama leggere i libri, ma non ama neppure scrivere e a questo proposito, utilizza le cose “già scritte” e, dopo averle estratte da Internet, se ne appropria; a ben vedere questo sistema non è solo un modo raffinato per “fregare gli insegnanti” ma – poiché è generalizzato a tutta la classe – diventa un sistema per l’apprendimento che di crescita culturale non ha neppure le basi; ed ecco perché al concorso per l’ingresso in magistratura si presentano dei giovani che fanno tanti errori di sintassi, e addirittura di grammatica !!
Un’ultima riflessione: questo sistema vige nella nostra scuola “pubblica”, ma come ho avuto modo di riportare su un mio post di qualche tempo fa, i figli dei VIP, cioè delle persone che ci governano, vengono inviati ad altre scuole, quelle “private”, nelle quali – previo lauto pagamento – si trovano insegnanti che non si fanno infinocchiare e che pretendono dagli studenti il massimo dell’impegno ai fini formativi.
E così come al solito le differenze di classe si perpetueranno anche dopo la scuola, fatti salvi i soliti “fenomeni” che però non rappresentano “la regola”.
Il giovane studente ha ricevuto dall’insegnante di lettere un compito da svolgere a casa centrato su un autore (non mi ha detto il nome) e su un libro da lui scritto; in sintesi, l’alunno deve riportare cenni significativi della vita dell’autore, la trama (o vicenda per usare un termine cinematografico) del libro indicato dall’insegnante e commentare tale testo con proprie e altrui idee (cioè riportare anche tesi della critica letteraria).
Un lavoro abbastanza impegnativo che, invece, la signora mi dice essere stato svolto dal figlio in poco più di un’oretta; ma come, dico io, così poco per un lavoro così impegnativo? Soltanto la lettura del libro richiede molto più tempo!
E qui la signora mi ha guardato come se avesse di fronte “un fossile” e mi ha spiegato la tecnica del figlio per mettere a punto il tema scolastico: su Internet ha trovato “la vita” dell’autore in questione e – con il copia e incolla – l’ha portata su un foglio bianco; poi ha cercato, e trovato, non solo il testo nella sua interezza, ma anche un sunto e anch’esso, sempre con il sistema del copia e incolla, è finito nel foglio vergine; infine ha reperito alcune recensioni al volume e – dopo averne scelta una ed essersene appropriato “come propria”, l’ha portata sempre sul famoso foglio base; per ultimo ha raccolto un paio di recensioni di critici moderni e le ha aggiunte sul solito foglio.
Tutto questo lavoro ha prodotto una diecina di pagine che, dopo essere state stampate, sono state messe in cartella – pardon, nello zainetto come si usa adesso – e consegnate il giorno seguente all’insegnante che, a detta della signora mia amica, le ha gradite assai e ha dato un bel giudizio sul lavoro svolto dal ragazzo.
Ho fatto una prima considerazione: ma l’insegnante non si è accorta di niente? Mi è stato risposto che non avrebbe potuto; seconda considerazione: ma il libro non è stato letto? Il ragazzo ha detto che ci voleva troppo tempo e quindi ha delegato la madre a leggerlo e infatti, la signora in questione, l’ho vista utilizzare tutti i “vuoti” della serata concertistica per leggere un libro che, a prima vista, avevo preso per il “libretto di sala”.
Vediamo adesso di fare alcune considerazioni di ordine generale su questa strana situazione: il giovane in questione non solo non ama leggere i libri, ma non ama neppure scrivere e a questo proposito, utilizza le cose “già scritte” e, dopo averle estratte da Internet, se ne appropria; a ben vedere questo sistema non è solo un modo raffinato per “fregare gli insegnanti” ma – poiché è generalizzato a tutta la classe – diventa un sistema per l’apprendimento che di crescita culturale non ha neppure le basi; ed ecco perché al concorso per l’ingresso in magistratura si presentano dei giovani che fanno tanti errori di sintassi, e addirittura di grammatica !!
Un’ultima riflessione: questo sistema vige nella nostra scuola “pubblica”, ma come ho avuto modo di riportare su un mio post di qualche tempo fa, i figli dei VIP, cioè delle persone che ci governano, vengono inviati ad altre scuole, quelle “private”, nelle quali – previo lauto pagamento – si trovano insegnanti che non si fanno infinocchiare e che pretendono dagli studenti il massimo dell’impegno ai fini formativi.
E così come al solito le differenze di classe si perpetueranno anche dopo la scuola, fatti salvi i soliti “fenomeni” che però non rappresentano “la regola”.
domenica, novembre 30, 2008
ALCUNI COMMENTI AL PIANO ANTICRISI
Credo che il grosso del piano messo a punto per fronteggiare la crisi finanziaria ed economica sia già alle nostre spalle e quindi possiamo adesso formulare alcuni commenti – e giudizi – sul come si è mosso l’esecutivo.
In ogni narrazione che si rispetti, si dice: facciamo un passo indietro; ebbene se noi facciamo questo, ci accorgiamo che i postulati che il Governo si era dato erano sostanzialmente due, da una parte promuovere la ripresa dei consumi e dall’altra dare fiducia alla gente che aveva impegnato dei soldi in operazioni finanziarie.
Per la seconda situazione, è bastato dare ossigeno alle Banche (forse ne è stato dato anche troppo!!) e la cosa sembra avviata alla soluzione; per la prima, non ci siamo assolutamente, perché se qualcuno pensa di risolvere il problema dei consumi con la “social card” e con il “bonus”, se lo può scordare: entrambe le operazioni sono unicamente delle ciambelle di salvataggio lanciate verso coloro che sono ai gradini più bassi della scala sociale e, sperando che sia sufficiente, auguriamoci che almeno nei loro riguardi sia un aiuto per tirare avanti; nient’altro c’è da aspettarsi.
D’altronde, sono anche d’accordo con il ministro “ombra” dell’economia, quel Bersani che simpaticamente commenta: “meglio di niente!”; quello che invece mi preme sottolineare – ancora una volta – è la totale assenza di esempi da parte della classe politica, o meglio di “buoni esempi”, perché di cattivi è piena la cronaca.
L’ho già detto, ma mi piace ripeterlo: se la situazione è a questo punto, non è certo colpa del “pensionato” di Lamporecchio o della signora Carla, casalinga di Vicenza; la classe politica, per un verso o per l’altro c’è implicata, se non altro per non aver sorvegliato sufficientemente l’immissione nei portafogli bancari dei famosi titoli “tossici”.
Se così è, la stessa classe politica si sarebbe dovuta mettere in testa ai tagli che vengono effettuati nei confronti di varie categorie e tagliarsi le probende – stipendio, benefit e privilegi vari – di almeno il 30% (il rimanente era più che sufficiente!).
Non che il ricavato di tali operazioni avrebbe potuto risolvere da solo la situazione, ma avrebbe dato un forte segnale alla gente nel quale si sarebbe letto che le classi politiche sono in testa a coloro che stringono la cinghia.
E invece ho atteso invano un gesto del genere e adesso posso solo inveire verso coloro che non l’hanno compiuto; anzi – visto che siamo già abbastanza arrabbiati – voglio continuare l’opera, tornando a parlare di una delle tante malefatte della nostra classe politica: ricordate il mio post sui “pianisti”, cioè coloro che votano per due persone? Per ovviare a tale scandalosa condotta si era messo a punto un costoso meccanismo che prevedeva un pulsante “personale” che poteva essere schiacciato solo da una persona della quale venivano identificate le impronte digitali.
Ebbene, i signori parlamentari si sono rifiutati di sottostare alla “schedatura” delle loro preziose impronte digitali, accampando i soliti diritti alla privacy: vergogna, vergogna e ancora vergogna! E dire che dovrebbero esserci d’esempio!
Per ovviare al problema si potrebbe mettere a punto un sistema che preveda l’uso di entrambe le mani, pena il taglio automatico della falange che “vota da sola”.
Scherzi a parte, poiché “i pianisti” sono ben visibili da tutti – Presidente e Questori delle due Camere – non si potrebbe mettere una piccola postilla al regolamento nella quale si dice che il parlamentare preso “con le mani nel sacco” viene punito con il ritiro della tessera ed il conseguente allontanamento dall’aula per un certo tempo (poniamo dieci giorni) che ovviamente verrebbe defalcato da stipendio e benefit vari?
In ogni narrazione che si rispetti, si dice: facciamo un passo indietro; ebbene se noi facciamo questo, ci accorgiamo che i postulati che il Governo si era dato erano sostanzialmente due, da una parte promuovere la ripresa dei consumi e dall’altra dare fiducia alla gente che aveva impegnato dei soldi in operazioni finanziarie.
Per la seconda situazione, è bastato dare ossigeno alle Banche (forse ne è stato dato anche troppo!!) e la cosa sembra avviata alla soluzione; per la prima, non ci siamo assolutamente, perché se qualcuno pensa di risolvere il problema dei consumi con la “social card” e con il “bonus”, se lo può scordare: entrambe le operazioni sono unicamente delle ciambelle di salvataggio lanciate verso coloro che sono ai gradini più bassi della scala sociale e, sperando che sia sufficiente, auguriamoci che almeno nei loro riguardi sia un aiuto per tirare avanti; nient’altro c’è da aspettarsi.
D’altronde, sono anche d’accordo con il ministro “ombra” dell’economia, quel Bersani che simpaticamente commenta: “meglio di niente!”; quello che invece mi preme sottolineare – ancora una volta – è la totale assenza di esempi da parte della classe politica, o meglio di “buoni esempi”, perché di cattivi è piena la cronaca.
L’ho già detto, ma mi piace ripeterlo: se la situazione è a questo punto, non è certo colpa del “pensionato” di Lamporecchio o della signora Carla, casalinga di Vicenza; la classe politica, per un verso o per l’altro c’è implicata, se non altro per non aver sorvegliato sufficientemente l’immissione nei portafogli bancari dei famosi titoli “tossici”.
Se così è, la stessa classe politica si sarebbe dovuta mettere in testa ai tagli che vengono effettuati nei confronti di varie categorie e tagliarsi le probende – stipendio, benefit e privilegi vari – di almeno il 30% (il rimanente era più che sufficiente!).
Non che il ricavato di tali operazioni avrebbe potuto risolvere da solo la situazione, ma avrebbe dato un forte segnale alla gente nel quale si sarebbe letto che le classi politiche sono in testa a coloro che stringono la cinghia.
E invece ho atteso invano un gesto del genere e adesso posso solo inveire verso coloro che non l’hanno compiuto; anzi – visto che siamo già abbastanza arrabbiati – voglio continuare l’opera, tornando a parlare di una delle tante malefatte della nostra classe politica: ricordate il mio post sui “pianisti”, cioè coloro che votano per due persone? Per ovviare a tale scandalosa condotta si era messo a punto un costoso meccanismo che prevedeva un pulsante “personale” che poteva essere schiacciato solo da una persona della quale venivano identificate le impronte digitali.
Ebbene, i signori parlamentari si sono rifiutati di sottostare alla “schedatura” delle loro preziose impronte digitali, accampando i soliti diritti alla privacy: vergogna, vergogna e ancora vergogna! E dire che dovrebbero esserci d’esempio!
Per ovviare al problema si potrebbe mettere a punto un sistema che preveda l’uso di entrambe le mani, pena il taglio automatico della falange che “vota da sola”.
Scherzi a parte, poiché “i pianisti” sono ben visibili da tutti – Presidente e Questori delle due Camere – non si potrebbe mettere una piccola postilla al regolamento nella quale si dice che il parlamentare preso “con le mani nel sacco” viene punito con il ritiro della tessera ed il conseguente allontanamento dall’aula per un certo tempo (poniamo dieci giorni) che ovviamente verrebbe defalcato da stipendio e benefit vari?