<$BlogRSDUrl$>

venerdì, settembre 21, 2012

IL TECNODIGIUNO 


La parola del titolo è stata usata dal Prof. Latouche docente di Scienze economiche all’Università di Parigi, in occasione del Festival di Filosofia che si è tenuto nelle zone terremotate, con base a Modena; e pensate che la manifestazione, ad onta del terremoto, ha avuto oltre 180.000 presenze.
Dunque, torniamo a Latouche ed alle sue idee: amante della teoria della “decrescita”, e grande utilizzatore di ossimori, ha iniziato con l’affermare che dobbiamo introdurre nelle nostre vite una “abbondanza frugale”, per difenderci dalla grande impostura dei tanti oggetti del desiderio che ci vengono “imposti”.
Ma perché il professore rigetta il consumismo? Semplicemente perché il Pianeta non può più sopportare questa falsa festa e questa falsa abbondanza; oggi la società è basata su un triplice concetto di “illimitatezza” che riguarda la produzione e consumo, la distruzione di risorse naturali e la produzione dei rifiuti, con il conseguente inquinamento di aria, acqua e terra.
Ma la teoria di Latouche va oltre al discorso di mera produzione e consumo; egli infatti, afferma che la società attuale, basata sui consumi, è costretta a creare sempre nuovi desideri e quindi e altrettanto costretta a rendere una gran parte degli individui “insoddisfatti di quello che non hanno”; e quindi saremo sempre più infelici e frustrati per non essere in grado di consumare tutto quello che la società ci chiederebbe. È quindi logico affermare che l’abbondanza non è benessere perché marginalizza una buona parte dei potenziali consumatori.
Faccio un esempio: il nuovo marchingegno della Apple, il tablet che è al tempo stesso telefono e computer, è stato presentato con una abbondanza di persuasione che ci ha convinti tutti a “volerlo”; peccato che l’aggeggio in questione costa circa 500 dollari in USA e 700/800 euro in Europa e quindi non tutti si possono permettere questo surplus di spesa in un frangente economico come quello che stiamo vivendo; e quindi chi non se lo potrà permettere, rimarrà insoddisfatto e frustrato; chiaro l’esempio??
Ma torniamo al professore francese ed alla sua teoria del tecnodigiuno: la società dovrebbe autolimitarsi e predicare la frugalità, anzi – dice Latouche – “l’abbondanza della frugalità” (altro ossimoro); cioè l’autodeterminazione per cui la gente, anche potendo abbondare, si limita nel consumo di qualunque bene.
Quando gli è stato risposto che questa teoria non appare al momento come una cosa possibile e quindi è solo un’utopia, Latouche ha ribadito che adesso sembra così, ma tra poco – 50, 70 anni al massimo – ci apparirà sempre più realistica; in effetti qualcuno l’ha già compresa, come ad esempio alcune Nazioni sudamericane (Bolivia ed Equador) che sono arrivate a scrivere sulle loro Costituzioni che si può vivere bene anche senza distruggere la “Pacha Mama”, cioè la Madre Terra; più chiaro di così!!
Ma in concreto, Latouche attua la sua teoria? Pare proprio di si, in quanto non ha il cellulare, viaggia per lo più in treno e ha buttato via il televisore; questo ovviamente non cambia il Mondo ma gli consente di dare un esempio e di insegnare ai suoi figli che si può vivere bene anche autolimitandosi.
Se gli chiediamo come andrà a finire, cioè se ce la faremo in qualche modo, Latouche ribatte che la strada la conosciamo bene ma ancora non la imbocchiamo; forse se non lo faremo per amore dovremo farlo per forza e sarà certamente molto più doloroso; e se non lo faremo, andremo incontro sempre a nuove catastrofi, come ci dovrebbero avere insegnato Chernobyl o Fukushima; e comunque, una modifica della nostra vita fatta sotto la sferza dell’evento catastrofico è al momento .- a mio modesto avviso – l’unico modo per imboccare la strada della frugalità.
Insomma, mi è piaciuto riportare la voce di Latouche in quanto noi stiamo ancora vivendo sulla base delle leggi economiche intese come “leggi di natura” come pensavano due secoli fa David Ricardo e Adam Smith insieme ai primi liberali e alla convinzione che il “nuovo”, il cambiamento sia positivo e poi, che si voglia o meno, “indietro non si torna!”.
Forse aveva – ed ha anche adesso – più ragione il filosofo tedesco Wolfgang Sachs quando nel suo libro “The Development Dictionary”, sostiene che “solo il successo di questo modello di sviluppo sarebbe peggiore del suo fallimento”.
La nostra epoca riuscirà a vedere se fallirà prima il sistema del consumismo o il suo contrario?

mercoledì, settembre 19, 2012

ZIBALDONE N.9 


Le notizie che mi hanno colpito in questo periodo sono tre oltre a un P.S.) e ognuna di “genere” diverso dall’altra; spero che interessino anche i miei lettori.
LA PRIMA si riferisce all’ex Presidente Nicolas Sarkozy; come se la passa, mi sono chiesto? Bene, è stato in vacanza – insieme ovviamente a Carla - a Marrakech in una lussuosa residenza messagli a disposizione dal re Mohammed IV del Marocco.
Al ritorno a Parigi si accinge a campare come un normale cittadino, oddio, proprio tanto normale non mi sembra; infatti, avrà una pensione di 6/mila euro al mese come ex presidente, 11.500 come membro del Consiglio Costituzionale (non so bene cosa sia), 4/mila come ex deputato, 2/mila come ex sindaco, quindi un totale di 23.500 euro; inoltre avrà un grande appartamento nel centro di Parigi, un ufficio, un’auto con 2 autisti e 2 poliziotti, oltre a 7 collaboratori fissi; inoltre potrà fare viaggi gratis in aereo (classe affari) e in treno (prima classe); insomma niente male ma almeno – a differenza dei nostri politici – non metterà bocca nell’andamento del suo Paese.
Se lo paragoniamo ai nostri “pensionati politici” è un poveraccio!!
LA SECONDA è una notizia che mi ha colpito: poco meno di un anno e mezzo fa (25/4/2011) il carabiniere Santarelli, 44 anni e una bella famiglia, era con un collega ad un posto di blocco dalle parti di Sorano; quando fermò una Renault Clio con a bordo 4 ragazzi che stavano andando ad u brave party, ebbe la malaugurata idea di fare l’alcool test al guidatore dell’auto; l’apparecchio dette un risultato di forte positività e, mentre i due militari stendevano il verbale, il giovanotto li aggredì alle spalle con una mazza di legno con una furia bestiale: mentre il collega di Santarelli ha perso un occhio, il nostro carabiniere è stato un anno in coma, per poi scivolare nella morte.
Il suo carnefice, dopo soli 16 mesi di carcere è già fuori in quanto il Gip di Grosseto lo ha inviato presso una comunità di recupero.
Senza disattendere il principio che tutte le pene debbano tendere alla rieducazione, quando la sproporzione tra delitto commesso e pena scontata è così platealmente iniqua, risulta una crudele mancanza di rispetto verso il fresco dolore dei familiari della vittima e si ha l’impressione che da noi manchi non la misericordia ma la giustizia.
LA TERZA riguarda lo “spread”, la differenza tra noi e la Germania; in questo caso non si tratta di titoli di Stato ma di programmi televisivi; vi siete accorti che questa estate sui nostri teleschermi i telefilm tedeschi hanno avuto un boom inspiegabile.
Ecco alcuni esempi: Rai 1 dedica ogni giorno uno spazio alle “suore tedesche”, uno al cane ispettore Rex ed un altro a “L’ultimo sbirro”; Rai2 presenta “squadra speciale cobra” e “una scatenata coppia di sbirri”, mentre Rai3 presenta “La strada per la felicità”; su Rete 4 abbiamo “Tempesta d’amore” alla quale si sono aggiunti “My Life” e “il commissario Siska”; Canale5 manda quasi ogni pomeriggio un TV Movie della serie “Rosamunde Pilcher”, programmi che ormai hanno un loro seguito.
Sapete quanti sono i programmi italiani in onda sulle televisioni tedesche? Nessuna!!
Possiamo dire che è una situazione emergenziale? Forse se a questi dati aggiungiamo che il 35% del fabbisogno dei nostri palinsesti è di origine americana, possiamo azzardare il termine “sudditanza straniera”; o no??
Ma chiediamoci il perché di questa situazione: forse sono i costi più bassi (anche se dobbiamo aggiungere il prezzo del doppiaggio) ma non credo che sia sufficiente; magari i telefilm tedeschi hanno un’aggressività maggiore dei nostri Montalbano e  Don Matteo e quindi dovremmo aggiornare  la nostra fiction se vogliamo ridurre lo spread; almeno sulle fiction cerchiamo di vincere!!
P.S. – Scusate, ma questa volta vado oltre il limite spaziale che mi sono imposto da sempre; a proposito dei disordini che continuano ad imperversare in quasi tutte le capitali arabe, la colpa continua ad essere data al film che quell’improbabile personaggio di nazionalità americana ma di origine israeliana, ha messo sugli schermi (pochi per la verità) americani e che “prende in giro il profeta Maometto.
Mi sono chiesto, e vi prego di chiedervelo anche voi, che cosa avrebbero dovuto fare i Paesi occidentali e il nostro in particolare,  a proposito di due prodotti che prendono bellamente in giro il Padreterno: il primo è lo spettacolo teatrale e televisivo di Giobbe Covatta che consiste in un monologo del comico con un Dio burbero e poco comprensivo, il secondo è il film fatto in America dal regista Shadyac e interpretati da Jim Carrey, Jennifer Ashton e Morgan Freeman (quest’ultimo nei panni del Padreterno) dal titolo “Una settimana da Dio”; in questo lavoro, si ipotizza che Dio scende sulla Terra e “investa” un uomo qualunque dei suoi poteri (per una sola settimana però!!).
Avrebbero dovuto arrabbiarsi tutti i cristiani e il Vaticano ritirare il proprio Ambasciatore da tutti i Paesi che hanno proiettato il film; e invece niente! Vuol dire che siamo più “tiepidi” in fatto di fede! Non lo so, sicuramente sappiamo riderci sopra!!

lunedì, settembre 17, 2012

L'ANNIVERSARIO DELLA CRISI 


Pochi giorni fa, esattamente il 14 settembre, si è registrato il quarto anniversario della “madre della crisi”: il fallimento della Lehman Brothers che dette inizio ad una valanga finanziaria che colpì tutto il Mondo e creò quella crisi che ancora oggi stiamo vivendo.
Nel salone al 31esimo piano del Palazzo newyorkese in cui ha sede la Banca, una telefonata raggiunge il Consiglio di Amministrazione riunito in seduta plenaria: “la vostra banca deve fallire, il governo degli Stati Uniti pensa che sia meglio così”; a pronunciare questa frase è Christopher Cox, presidente dell’organismo di vigilanza sui mercati finanziari USA, meglio conosciuto con la sigla “Sec”.
La bancarotta dell’azienda fu la più imponente nella storia USA: 613/miliardi di dollari di debiti bancari e 155/miliardi q1uelli obbligazionari; l’indomani ebbero inizio i licenziamenti dei 26/mila dipendenti del gruppo, fra loro i 6/000 delle strutture europee  e i 140 di Milano e Roma.
E cominciarono le “cadute” più o meno celebri: l’unica banca che avrebbe potuto aiutare la Lehman fu l’inglese Barclays, ma nonn lo fece per precisa istruzione del Cancelliere dello Scacchiere, il quale ebbe a dire al Segretario al Tesoro USA: “Barclays non vi aiuterà, è come importare un cancro”.
L’Europa pagò con i soldi dei contribuenti il conto del contagio che fece esplodere le debolezze dei Paesi più fragili: 505/miliardi di euro in aiuti a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna; Germania e Inghilterra hanno “nazionalizzato” banche e assicurato aiuti e impegni per 1.240/miliardi di euro; gli Stati Unitiu hanno sostenuto – tramite la Fed – i mercati finanziari e garantito salvataggi con una cifra che oscilla, secondo le stime, tra 5 e 7/mila miliardi di dollari; a questo si aggiunge il crollo dei valori immobiliari di abitazioni e imprese.
Si discute ancora adesso sulla nascita della piaga della disoccupazione: nei soli Paesi dell’OCSE si sono persi 15/milioni di posti di lavoro; migliaia di imprese hanno chiuso, il reddito delle famiglie si è assottigliato, il Mondo intero è diventato “più povero”.
Non per i “magnati della finanza” che da questo terremoto ne sono usciti con naturalezza e si sono rimessi a fare il proprio lavoro di speculatori: Jimmi Cayne, dopo aver portato al fallimnento la Bearn Sterns, gode adesso di un patrimonio di 500/milioni di dollari, Stanley O’Neil, numero uno di Merril Linch salvata per il rotto della cuffia, si è fatto da parte con una buona uscita di 140/milioni di dollari e infine, Angelo Mozilo, dopo il crac da 930/milioni della Contrywide, ha pagato 67/milioni di multa, ma può rallegrarsi per un patrimonio di oltre 350/milioni; e potrei continuare citando altri manager che “si sono rimessi” e ora non hanno problemi.
Comunque sia, le “sei sorelle” bancarie superstiti sono diventate addirittura più grandi e controllano, al momento, circa 10/trilioni di dollari, il 39% in più di quello che avevano quattro anni fa.
E gli impiegati e gli operai che hanno perso (e continuano a perdere)  il posto di lavoro come se la stanno cavando? Direi male, soprattutto perché non ci sono Governi o strutture pubbliche che si occupano di loro e quindi sono lasciati allo sbando; i posti di lavoro non vengono creati ex novo e quindi è difficile reimmettersi in un mercato difficile e, addirittura impossibile; molti Questori e Prefetti – specie del nostro Sud – hanno denunciato che la malavita sta imbarcando giovani “disperati” che sono disponibili a tutto pur di portare il pane a casa; non è un buon segno; la prossima mossa potrebbe essere quella di imbracciare un mitra contro “tutti”; attenzione!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?