venerdì, marzo 01, 2013
ED ORA CHE SI FA?
Praticamente sarebbe tutto da rifare; cioè la
settimana prossima – dopo aver stampato nuove schede – bisognerebbe rifare le
elezioni; ma c’è qualche speranza che cambi qualcosa? Ne dubito!! Facciamo un
passo indietro: siamo entrati nelle aule elettorale con una “quasi certezza”:
Bersani non avrebbe potuto perdere
questa tornata elettorale e quindi, tutti il resto vada come vada.
Invece, il piano di cui sopra ha avuto quasi
subito qualche scricchiolio: sembra addirittura che molti aderenti al PD
abbiano rimpianto di non aver candidato il “giovane” Renzi in antitesi a Grillo
che peraltro giovane non è (ha 64 anni) ma sembra che lo sia!!
Nel versante opposto, anche il cavaliere non
ha voluto “morire” ed anzi si è messo a fare i miracoli, raddoppiando quasi le
intenzioni di voto dei suoi elettori.
Fino ad un certo punto la battaglia è ruotata
su questo triciclo: Bersani, Grillo, Berlusconi; si è visto però che i tre
partiti-raggruppamento non erano conciliabili – almeno al momento – e quindi
bisognava cominciare a pensare ad altro.
Ma a cosa si potrebbe pensare? Il nome che è
subito comparso è quello della “grosse koalition” di origine tedesca, applicato
in Germania quando ci fu un bisogno di creare delle maggioranze più
“importanti” di quelle tradizionali; fautrice dell’operazione fu, a suo tempo,
l’Angela Merkel e quindi, molti tra i nostri politici hanno sposato l’idea,
convinti fra l’altro di mettere in piedi un’operazione che potrebbe avere un
grosso significato; ma non siamo in Germania e da noi tutte le cose sono più
difficili.
Quello che avrebbe desiderato di trascorrere
l’ultimo mese di permanenza al Quirinale in pace, è sicuramente Napolitano, il
quale invece si ritrova in mano la patata bollente ed è l’unico che può cercare
di sistemare la situazione nel miglior modo possibile; perché poi, ci sono
anche i “mercati” che premono perché si raggiungano delle posizioni equilibrate
e si trovi delle soluzioni utili per tutti: intanto hanno già mandato vari
segnali affatto incoraggianti, con la
Borsa che ha perduto vari punti, con il fatidico “spread” che
è salito di svariate decine di punti e con altri indicatori di mercato che non
si stanno affatto calmando e non si capisce che cosa vogliano per tornare ai
loro punti di partenza: sembra un bambino che ha preso la bizza e non si riesce
a trovare il sistema per calmarlo.
Nel caos della difficile situazione, ci sono
anche delle buone notizie: una su tutte: nel prossimo Parlamento non avremo
l’ex Presidente della Camera Gianfranco Fini, in quanto è rimasto sotto le
macerie che hanno sepolto la lista civica di “Monti per l’Italia, insieme con
Di Pietro e con il magistrato Ingroia, tornato appositamente dal Guatemala dove
riveste un prestigioso incarico internazionale, è rimasto fuori del Parlamento
e quindi, se non le avesse disfatte, può fare a meno di smontare le valige.
E’ sempre stato così, ma questa volta si è
ecceduto in banalità e poca conoscenza delle situazioni sociali e politiche del
nostro Paese: sto alludo ad alcuni commenti:” perché la gente si è comportata
in questo modo, voltando le spalle a quei partiti tradizionali che sembravano
monoliticamente arroccati in difesa della gente?
Il signor Stefano Fassina, responsabile
economico del PD e “testa d’uovo” della sinistra italiana, ha avuto l’ardire di
affermare: “c’è stata una sottovalutazione della sofferenza sociale di questo
Paese e del richiamo di alcuni messaggi che portano a dipingere tutti i partiti
come “uguali”, parte della stessa “casta”.
Se non avete compreso pienamente il disagio
sociale del nostro Paese, significa che guardavate da un’altra parte e sull’uguaglianza di tutti i partiti mi sembra
logico.
mercoledì, febbraio 27, 2013
DIAMOGLI IL DIPLOMA PER VOTARE
Aspettiamo ancora qualche po’ di tempo prima
di fare i consueti commenti circa l’andamento del voto e, intanto, per
mantenere l’allenamento, occupiamoci di qualche questione apparentemente secondaria.
Prima: mi sapete spiegare il perché nessuno
ha proposto di abolire il voto della mattinata del lunedì? Evidentemente si
considera non sufficiente la “riflessione” delle ore della domenica e così è
stata aggiunta la mattinata del lunedì; ci prendono in giro in tutto il Mondo,
visto che siamo l’unico Paese che vota in due “tornate” e ci dicono: “gli
italiani sono un po’ handicappati mentali, non ce la fanno proprio a tracciare
una crocetta dalla 8 alle 22 di domenica e così hanno bisogno dell’appendice
del lunedì, anche se questo “aiutino” costa allo Stato un pacco di soldi in
più; a questo dobbiamo poi aggiungere un giorno perso per la nostra scuola che
notoriamente non scoppia di salute.
C’è poi un secondo aspetto che mi intriga e
mi sollecita qualche considerazione: il 31 gennaio 1945, un po’ sull’onda della
vittoria sui nazi-fascisti, un po’ con la speranza di costruire qualcosa di
nuovo, insomma, viene varato il suffragio universale nel quale sono ovviamente
comprese anche le donne.
Quindi, da tale data, tutti coloro che
abbiano superato la maggiore età, possono accedere al voto, senza nessun altro
esame; ma come, penso io, qui da noi è tutto un esame, un quiz, un test, una
graduatoria, tranne che per la manifestazione più alta della volontà popolare,
ovvero il voto che decide il futuro politico, economico e sociale di una
comunità.
Se facciamo un passo indietro, vediamo che la
partecipazione al voto – fino ad certo periodo storico – è stata assimilata
alle “tasse pagate”, fatte esempio di possedimenti e quindi legati al censo
della persone iscritta; poi, questo assurdo provvedimento veniva abilito e la
partecipazione al voto è come è adesso: assolutamente libera!!
Diceva Montanelli che trovava ingiusto che il
suo voto “valesse” come quello della sua donna di servizio e invece, proprio in
nome della democrazia, tutto questo venne regolamentato ed è ancora in vigore.
Quello però che nel frattempo è cambiato è
l’”universo di riferimento”, quegli scenari che vengono imposti dai mass.media
a tutti coloro che accendono un televisore; anzitutto si abbonda in quiz
“L’Eredità” e “Avanti un altro”: entrambi mostrano l’asineria dei partecipanti
e la protervia compiaciuta delle masse che fanno il tifo per uno o l’altro dei
concorrenti; questi atteggiamenti mentali che qualcuno ha anche cercato di
codificare correttamente, affermano che “la maggioranza degli elettori ha un
livello mentale paragonabile a quello di uno scolaro di seconda media”.
Perché dunque non si prende atto che una gran
massa di coloro che decidono gli interessi politici, economici, etici e
filosofici, altro non sono che una scolaresca di seconda media e da questa se
ne trae la logica conclusione?
Der resto, amici miei, sapete che i sogni dei
ragazzi di una volta, quelli che volevano fare da grande o l’inventore o l’aviatore,
oppure l’astronauta, adesso è completamente cambiato: sapete qual è la massima
aspirazione dei giovanissimi ragazzi e ragazze)? Somigliare e immedesimarsi con
Carlo Cracco – uno dei giudici del talent show di Sky – fino al punto di potere
un giorno essere un masterchef “come lui”
Non mi chiedete cosa significa perché al
momento non saprei dirvelo; posso solo dire, con tutta la tristezza che riesco
a trovare, che siamo in un “brutto mondo”!!
lunedì, febbraio 25, 2013
PER NON PARLARE DI POLITICA
Anche se non ufficialmente, ma possiamo dire
che quando leggerete questo post, si conosceranno “quasi” i risultati e
quindi….non sarà cambiato niente; o, no??
Ho deciso quindi di fare un post
“interlocutorio”, in attesa che le grandi forze politiche schierino le grandi
firme e comincino la stessa litania: ho vinto io; no ho un po’ vinto anch’io e
via di questo passo.
E tanto per dire qual’è l’Italia che ci
aspetta per il dopo elezioni: un signore che è stato messo a fare “la gestione della raccolta
rifiuti” in una amena cittadina del centro Italia, racconta: quando sono
arrivato, circa un anno fa, chiesi “quanti – tra i 246 dipendenti – sono
addetti a spazzare le strade e a portare via i rifiuti; gli fu risposto, tranquillamente,
come se fosse la cosa più logica del Mondo: nessuno, dato che i 246 dipendenti
stazionano tutti in ufficio.
Il “nuovo” dirigente, ha così continuato: il
mio compito è salvare le aziende pubbliche in difficoltà, e mi accingevo a
farlo anche qui, ma su 246 dipendenti mi sono ritrovato 64 pseudo-invalidi, tra
cui gente che non può stare al pubblico, ma la sera – come secondo lavoro – fa
il dj in una discoteca del luogo, altri
che non possono alzare oggetti più pesanti di 250 grammi.
Insomma, il dirigente dalle “buone
intenzioni”, ha perso la pazienza ed ha sbattuto la porta;¸evidentemente non
conosceva il motto di Longanesi, per cui
se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, i suoi dipendenti non possono
sognare che “il riposo”.
Meditate, signori politici, sia che abbiate
vinto e sia che abbiate perso, tanto tra le due condizioni non è che ci sia poi
una così grande differenza.
Ed ora cambiamo completamente discorso: nelle
due scorse settimane, sono stato costretto a casa da una noiosa terapia che,
oltre ad ogni altra considerazione, mi ha tolto dal “mondo civile”
costringendomi a stare rintanato in casa, con un sacco di problemi, sia di
carattere fisico che psicologico; sarà forse per quest’ultima considerazione
che mi accanisco un po’ contro la pubblicità?
Mi riferisco ad un marchingegno – l’ultimo
della serie, inventato da Sky per togliere di tasca i soldi ai polli – che
prende il nome di “my sky on demand”” è serve, detto in parole semplici, a
interagire con una sorta di unità centrale dove sono allogati tutti i film e
gli spettacoli dell’emittente; con una modica spesa – non so l’entità, proprio
perché non mi interessa – l’utente si può collegare e quindi interagire con
questa sorta di mega archivio e guardare il film che gli interessa.
Il giovanotto che fa il testimonial
dell’iniziativa – che io non conosco e non ne conosco neppure la “notorietà” –
si rotolava su un divano cercando una posizione, non comoda, ma che recasse
interesse per i suoi fans.
Sapete già come la penso sui film in TV e
quindi non mi ripeto, ma questo giovanotto è arrivato al massimo: sempre
cambiando continuamente posizione su quello squallido divano, ha detto che lui,
alcune sere, le passa “non a vedere uno o più film”, ma a scorrere i titoli del
catalogo e così…si è già fatto l’ora di andare a letto.
Ma è possibile che il pubblicitario che ha
ideato il commercial non sia riuscito ad inventare qualcosa di più “intelligente” che questa
specie di scimmia balzellante su un divano che, al culmine dello sfogo, rivela a
tutti la propria “libidine segreta”: non guardare i film, ma leggerne soltanto
i titoli, prendendoli dal mega-catalogo che
l’azienda mette a disposizione di tutti (dirò meglio: di quelli che pagano),
creando così la loro incommensurabile felicità.