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venerdì, settembre 23, 2011

SI PUO' FARE "LA SVOLTA" 

Credo che nel nostro Paese, se non si fa qualcosa di “speciale”, stiamo correndo verso un baratro assai profondo; soprattutto quello che non serve all’attuale situazione è l’insicurezza politica che questo governo sta mostrando: nei giorni scorsi alla Camera il governo è stato battuto ben cinque volte su emendamenti presentati dalla minoranza e da questa situazione sarebbe bene trarre qualche conseguenza.
Per di più, le agenzie di rating – quelle stesse che hanno combinato l’inizio della crisi, non segnalando le banche in crisi – si stanno accanendo contro di noi, anche se poi illustri economisti “neutrali” le smentiscono.
Insomma, il combinato dei due eventi sopra indicati, m’induce a pensare che l’unica cosa che la politica possa fare è quello di “dare una svolta”, cioè cambiare il capo dell’esecutivo, per vedere se cambiando il pilota, la strada si percorre più agilmente.
Ma come si fa a schiodare il premier dalla sua poltrona, stante anche la sua situazione con la magistratura? L’opposizione si muove soltanto a parole, ma non c’è nessuno che abbia la voglia di proporre una mozione di sfiducia concordata con tutti; e allora, non resta che sperare nella maggioranza, anche se mi sembra difficile un intervento teso a scardinare l’attuale governo.
Eppure, qualcosa si potrebbe fare: visto che il leader è diventato – per colpa propria o per malvagità degli altri, non importa – un grosso rischio per le fortune elettorali delle componenti politiche che sostengono il governo, sarebbe opportuno scaricarlo senza tanti complimenti; insomma, quello stesso politico che era una forza trainante per il partito, adesso è diventata una forza frenante.
E quindi si potrebbe arrivare ad una sfiducia posta dalla stessa maggioranza; credete che stia dicendo delle balle, ma forse non tutti si ricordano che in passato, in Gran Bretagna, un leader che quanto a carisma non era certo secondo al nostro, venne sfiduciato quando il suo partito si accorse che era diventato un elemento di negatività.
Mi sto riferendo alla vicenda di Margharet Thatcher, la “lady di ferro”, colei che riuscì a strappare il governo britannico ai laburisti, rigenerando un partito conservatore che vinse varie volte le elezioni e governò il Paese dal 1979 al 1990; dopo questa data il suo partito le tolse la fiducia e lei – non senza qualche lacrimuccia che mal si addiceva alla sua immagine – se ne andò tranquillamente; per ringraziarla del tanto lavoro prestato per l’Inghilterra, la Regina la nominò Baronessa Thatcher di Kesteven; ovviamente il suo posto venne preso da un altro “conservatore”, John Major.
Ora, fatte le debite proporzioni tra le due figure – gigantesca la Thatcher, malridotto il Berlusca – è possibile paragonare anche le due potenziali forme di “uscita”; la prima se ne andò tra i ringraziamenti e gli onori, anche degli avversari, il secondo rischia di uscire di scena in mezzo a due carabinieri.
Il nostro premier, così come ammette anche Scalfari, ha l’indubbio merito di aver messo in piedi un buon partito di destra e credo che se quest’ultima “figuraccia” potesse essergli evitata da un accordo o comunque da una qualche “amnistia ad personam”, la cosa potrebbe trovare un suo sbocco logico; se andiamo avanti ancora per molto tempo con questo sfilacciamento della maggioranza ed il paritetico scollamento dell’opposizione, alle prossime elezioni – prima o poi ci saranno!! – la politica intera, maggioranza e opposizione, potrebbe avere una grossa batosta a beneficio delle formazioni “anti partiti” e del “non voto” tutti atti contro “la casta”. L’economia poi ci guadagna? Mah,...meglio non parlarne!!

mercoledì, settembre 21, 2011

CHE GIUSTIZIA E' QUESTA?? 

La nostra giustizia è ormai da tempo abituata ad agire “a tutto campo”, ad occuparsi cioè di tutto e di tutti; premetto che in Italia vige l’obbligatorietà dell’azione penale e quindi – in presenza della conoscenza di un reato – la magistratura deve intervenire.
I giornali danno molto campo agli interventi sulle performance sessuali del premier, ma non sono queste che al momento mi interessano; l’unica cosa sono le famose intercettazioni: quando si da l’OK alla pubblicazione di “me ne hanno portate 11, ma me ne sono fatte solo 8, le altre tre le ho rimandate a casa”: non so se si vuole provocare l’ilarità tra i lettori o se si tenta il “millantato credito”; mah, chissà!!
Ma non è di questo che voglio scrivere, ma di un’altra vicenda, accaduta a Torino: lui ha 70 anni (molti meno del nostro premier) e lei 58; un anno e mezzo fa hanno avuto una bambina con la fecondazione eterologa – scelta discutibile ma non fuori legge – e adesso, ripeto dopo un anno e mezzo, un giudice ha tolto loro la patente di genitori, perché entrambi sono “troppo vecchi” per occuparsi della figlia.
In moltissimi casi assistiamo a bambini che – a causa della perdita dei genitori – vengono allevati dai nonni, senza danni evidenti; inoltre, la maggiore aspettativa di vita è spendibile solo in campo economico e pensionistico oppure è un dato di fatto?
Insomma, la bambina è stata “spostata” in un’altra famiglia di cui non conosciamo per giusta riservatezza, le caratteristiche; tutto questo “in nome del popolo italiano”, anche se nessun magistrato si darà mai la pena di andare in giro per la città a sentire “l’umore della gente”; per carità! È lui, solo lui che conosce la verità e che applica la legge.
In un altro caso assistiamo ad una situazione altrettanto strabiliante: ricordate il caporale Parolisi, accusato di avere massacrato la moglie Melania? Ebbene, un giudice, questo facente capo al Tribunale di Teramo, ha stabilito che il carcerato possa intrattenersi con sua figlia per dieci minuti settimanali; al telefono! Da notare che il Parolisi non ha avuto nessuna condanna, neppure in primo grado, ma è “ristretto” preventivamente in una patria galera.
E cominciamo con i “perché”; perché il colloquio tra la figlia e il padre avviene solo telefonicamente? Come si fa a trovare una ragione per spiegare la cosa alla bambina? Ed anche: perché dieci minuti e non cinque o quindici?
Tutte queste cose avvengono “a discrezione” del magistrato, in quanto non esiste nessuna legge che le pianifichi e ne dia contezza al volgo e all’inclita (come si diceva una volta).
È chiaro che questa “discrezione” è una cosa che risale ad una “pre-giustizia”, quando cioè la stessa veniva amministrata da un “capo” che decideva secondo come lui la pensava, senza alcuna legge che supportasse la pena o l’assoluzione.
Adesso, molta parte della normativa giudiziaria avviene a “discrezione” del giudice e questo, se permettete, a me non va assolutamente giù, perché il giudice – che appartiene alla categoria degli uomini “umani” che possono quindi sbagliare – si ritrova a disporre, con la discrezione che gli viene conferita, della vita, della libertà e del comportamento di tante persone.
E allora? Allora si deve tornare ad amministrare la giustizia applicandone le leggi e basta e se la legge non c’é, per alcuni casi, la si faccia prima di lasciare che un uomo, bravo finché volete ma sempre e soltanto uomo, si faccia giudice e legge allo stesso tempo.
Chiedo troppo ad invocare più legge e meno discrezionalità? Non credo proprio!!

lunedì, settembre 19, 2011

E IN ITALIA??? 

Ho parlato del Medio Oriente; ho parlato dei problemi dell’Europa; ma non ho ancora accennato al nostro Paese ed ai suoi tanti problemi; quindi adesso mi sento in dovere di parlarne; ovviamente da un punto di vista un po’ diverso da quello della maggioranza dei mezzi di comunicazione; in particolar modo utilizzerò due cifre.
La prima riguarda un dato che molti tendono a trascurare: mi riferisco al potere d’acquisto del nostro denaro (l’euro) e prima di andare avanti, spendo due parole per spiegare bene cosa sia: inversamente all’indice generale dei prezzi, il potere di acquisto di una moneta ci dice quanti beni (un paniere di beni utilizzato per la misurazione del livello generale dei prezzi) si può acquistare con un’unità della moneta in discussione; si capisce bene che all’aumentare del livello generale dei prezzi, cioè in presenza di una situazione inflattiva, il potere di acquisto dei beni tende a diminuire.
Chiarito il tema del confronto, vado avanti e svelo il primo dei due numeri di cui ho accennato: da una ricerca condotta dal Camper (Comitato contro la speculazione e per il risparmio), le famiglie italiane hanno perduto – negli ultimi 10anni, cioè dall’avvento dell’Euro – il 39,7% del potere d’acquisto dei propri introiti; insomma, possiamo dire che gli italiani “si possono permettere sempre meno cose”.
Quindi, quando si dice che la manovra, anzi le manovre, sono state nient’altro che operazioni di macelleria sociale, tese a far pagare ai soliti quello che gli è già stato tolto con l’inflazione, si dice una cosa banalissima.
Ed allora, l’impostazione delle manovre avrebbe dovuto essere diversa? Forse il potere d’acquisto dei redditi andrebbe aumentato, al fine di riprendere i consumi; invece si sono avute maggiori tasse (l’ultima l’aumento dell’IVA il cui destinatario finale è il consumatore) e maggiori costi di sostituzione per servizi di welfare che non saranno più erogati dagli Enti locali per i tagli subiti.
Se fino a qui è tutto chiaro, passo al secondo numero: sapete come è andato il comparto dell’automobile in Italia nello scorso mese di agosto? Direi bene, visto che le immatricolazioni sono aumentate del 7,8%.
Ma allora come mai il dato riferito alla FIAT, casa automobilistica di gran lunga prima in Italia, è nettamente in controtendenza, come purtroppo in altri mesi, e fa segnare un 7,6% ma anziché in più, in meno!! Eppure alla testa del colosso torinese c’è quel grandissimo genio dell’industria che risponde al nome di Sergio Marchionne, il quale non perde occasione per affermare che se continuano a farlo arrabbiare, lui pianta l’Italia e si trasferisce in qualche altra Paese, laddove lo attendendo a braccia aperte.
Prima di andarsene pero, mi piacerebbe che ci spiegasse i dati che ho sopra citato: il comparto va bene e i dati FIAT sono in forte calo; come facciamo a dare la colpa al governo ed alla carenza della sua politica industriale (che c’è!), visto che le altre case automobilistiche stanno stappando bottiglie di champagne e noi nemmeno l’acqua minerale?? Avrei capito se il calo fosse generalizzato e quindi riferito all’intero settore, ma se gli altri vendono e la FIAT no, quale sarà il motivo? Non sono un intenditore, ma provo a fare un’ipotesi: e se fossero i modelli che la FIAT continua a proporre, mentre gli altri si rinnovano anche sotto il profilo delle strategie di vendita?
Comunque la situazione dell’Italia mi appare abbastanza critica, come del resto quella di tutti i Paesi europei, fatta eccezione, forse, per la sola Germania; stiamo facendo qualcosa per cercare di migliorare le cose? Non ne sono convinto, visto che le energie del Governo vengono rivolte in massima parte a “controllare” i P.M. E allora??

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