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venerdì, dicembre 31, 2010

FACCIAMO UN BILANCIO DI FINE ANNO 

L’ultimo giorno dell’anno è consuetudine fare una sorta di bilancio dei 364 giorni che ci hanno preceduti e noi non vogliamo modificare la consuetudine, quindi possiamo cominciare con la situazione economica che non appare decisamente migliorata rispetto al 2009; forse, l’unico miglioramento è quello di avere fermato la valanga della crisi attestandoci su una “stagnazione” che non promette niente di buono per il futuro.
Ed a proposito di futuro, parliamo subito della benzina e dei suoi aumenti, questa volta non dipendenti dal contemporaneo aumento del greggio stabilito dai Paesi produttori; ed allora che cosa sarebbe successo per far lievitare il prezzo del carburante vicino ad 1,45 euro al litro per la “verde”? Sembrerebbe che questi incrementi – che variano da zona a zona – siano dovuti ad una accisa emesse sul costo del carburante da alcune Regioni, le quali controbattono in questo modo i tagli di Tremonti: rifarsela con i contribuenti, cioè con i sudditi, cioè con tutti noi.
La stagnazione dell’economia – prevista anche per il prossimo anno – non consente di fare rosee previsioni sul comparto dell’occupazione; per di più sono già previsti una lunga sfilza di aumenti di bollette e altre componenti di spesa, per cui il già magro stipendio o pensione, sarà tartassato ulteriormente.
Senza contare che ognuno di noi – dal neonato all’ultra centenario – si vedrà formalmente gravato da una fetta del nostro Debito Pubblico pari a 30/mila euro; e questo – amici carissimi – anche se è un “debito tra noi” come lo definiva Andreotti, dovrà essere prima o poi preso in considerazione per essere ricondotto su parametri più accettabili; e questo avverrà con una nuova stretta: chiaro??
Della politica – ormai ridotta ad un “pollaio” sempre più frequentato da Escort e ragazzine che aspirano a diventarlo – preferisco non parlare; è tutto da vedere se il 2011 vedrà in sella la stessa compagine governativa che ha guidato il 2010 o se ci sarà una sorta di cambio della guardia; staremo a vedere.
Di una cosa sono certo: nessuno (né quelli di adesso e neppure quelli di dopo) hanno il minimo interesse a sistemare le cose nel nostro Paese; magari hanno più interesse a sistemare le proprie, visto che l’aleatorietà del “posto” li induce a “mangiare a quattro palmenti finché sono alla greppia”; per scienza dei miei lettori, un onorevole guadagna 23.877 euro al mese, mentre un senatore supera i 25.000; e dire che questi sono dati aggiornati al 2008 e adesso le cifre saranno sicuramente aumentate.
Una delle cose che la classe politica continua a disattendere è senza dubbio la questione giovanile; come ho già avuto modo di scrivere in occasione delle manifestazioni contro la legge Gelmini, in quella violenza di piazza io ci leggo una profonda disperazione per il loro futuro: è come se ognuno di quei ragazzi si affacciasse ad una finestra e sotto di lui, anziché una strada o dei campi ben tenuti, vedesse solo macerie e desolazione, quello cioè che ognuno di loro, purtroppo, si aspetta di incontrare quando approderà alla vita civile.
Questo se non si ha la famiglia o “qualcos’altro” che li possa supportare sia economicamente che sotto il profilo delle “raccomandazioni” a quello che conta, all’uomo che può tutto: se tutto questo poi lo chiamate “atteggiamento mafioso”, non è certo colpa dei giovani che si stanno sbattendo per cercare un onesto posto di lavoro e non ci riescono. Forse sono stato un po’ troppo pessimista nella mia disanima, ma dovete pensare che anche per me la fine dell’anno è principalmente “l’aumento di un anno della mia età”, con tutto quello che ne consegue; chiaro il concetto??

mercoledì, dicembre 29, 2010

COME SARA' IL FUTURO DELLA FIAT? 

Nell’ultimo mese del 2010, l’AD della FIAT, Sergio Marchionne, ha raggiunto un accordo con due sindacati della terna solita: a Mirafiori si farà un contratto simile a quello già sottoposto a Pomigliano d’Arco e i firmatari saranno – oltre ai due sindacati che ci stanno – la NewCo Fiat-Chrysler messa in piedi per effettuare questa nuova esperienza che, sia detto subito e chiaramente, va nettamente contro lo Statuto dei Lavoratori, vetusta regolamentazione dei rapporti tra dipendenti e datori di lavoro.
In concreto, la filosofia di fondo che il manager italo-canadese cerca di portare avanti, supera i postulati del contratto nazionale di lavoro che viene accusato di prevedere solo criteri generali ed astratti, per puntare su un contratto che gli permetta di impiegare le risorse disponibili a favore dei propri dipendenti, chiedendo loro di lavorare secondo nuove esigenze e nuove applicazioni delle lavorazioni.
In concreto, oltre alla quasi cancellazione delle pause per coloro che partecipano ai turni in catena di montaggio, il piano di utilizzo degli impianti prevede sei giorni lavorativi per settimana; l’orario di lavoro resta a 40 ore e le ore lavorate oltre il 18° turno, verranno effettuate dietro pagamento di straordinario (è stato calcolato che per molti operai potrebbe significare un incremento effettivo di circa 3 o 4mila euro annui).
Per seguire queste prospettive operative, Marchionne ha rotto (consensualmente) persino con la Confindustria che non poteva accettare al suo interno una società che violasse lo Statuto dei Lavoratori. Quanto ai temi della rappresentanza sindacale, la FIAT agisce in coerenza con quanto previsto dall’art.19 dello Statuto dei Lavoratori, dopo le modifiche conseguenti ai referendum del 1995, in particolare le approvazioni contrattuali e la effettiva rappresentanza dei singoli dipendenti.
L’obiettivo per Mirafiori è molto ambizioso: quadruplicare il numero delle auto prodotte annualmente, con un numero, comunque, ben distante da quelli realizzati nelle fabbriche estere (Serbia, Polonia, Brasile, ecc.)
Ho accennato sopra che solo due delle tre sigle sindacali hanno firmato l’accordo; la FIOM-CGIL, infatti, non solo non lo ha sottoscritto, ma ha chiesto all’intera CGIL di indire al più presto uno sciopero generale nazionale per protestare contro questo accordo siglato solo con una parte dei sindacati.
Che tipo di commento fare a proposito di questa vicenda? Siamo d’accordo che i tempi sono duri, siamo anche certi che se i lavoratori vengono fatti lavorare un po’ di più non muoiono, ma sotto il profilo della considerazione del lavoro, debbo per forza pensarla come il Papa che, nella sua enciclica Caritas in Veritade, afferma come “l’accesso ad un lavoro dignitoso per tutti deve costituire un obiettivo prioritario e quindi sono richiesti tutti i sacrifici possibili agli imprenditori per mettere in movimento questo circuito virtuoso”; a questo posso aggiungere un mio convincimento personale e cioè che in vista di un obiettivo di maggiore (piena??!!) occupazione, considero lecito anche i sacrifici che verranno richiesti agli attuali lavoratori, ma solo in vista di questo obiettivo che resta l’unico strumento per assicurare che “il lavoro è un bene per tutti: per l’uomo, per la famiglia e per la società, ed è fonte di libertà e di responsabilità”.
Se invece queste nuove tipologie di lavoro sono soltanto degli strumenti per massimizzare gli utili (che pur ci vogliono) non mi sento più di avvalorare la politica di Marchionne e di accettare le sue “rivoluzioni” capitaliste: se il movimento operaio non ci deve guadagnare un bel niente nel suo complesso, tanto vale che si torni allo stato degli atti; spero di essere stato chiaro nelle mie pur modeste argomentazioni.

lunedì, dicembre 27, 2010

COSE DA NON CREDERE 

Ho saputo di alcune cose che mi hanno fortemente stupito, ed alle quali credo soltanto per la fiducia che ripongo nel “soggetto emittente”, altrimenti sarebbe da dubitare; già, la fiducia; noi siamo abituati a sentirla nominare in politica quando un governo “pone la fiducia” su un provvedimento o sull’intera compagine governativa, ma andiamo a vedere il vero significato di fiducia: “attribuzione di possibilità conformi ai propri desideri o alle proprie speranze, sostanzialmente motivata da una vera o presunta affinità elettiva o da uno sperimentato margine di garanzia”; come si vede, è cosa ben diversa dal rito delle votazioni che si svolge in Parlamento.
Ma torniamo alle cose che mi stupiscono e cominciamo da quella che riguarda un celebre calciatore ed anche attore cinematografico di buona fama, personaggio istrionico un po’ per caratteristica propria e molto per “crearsi il personaggio”; sto parlando di Eric Cantona, che è piombato sulla ribalta francese, ma anche europea, con una iniziativa dalle tinte fortissime: ha invitato tutti a ritirare i propri risparmi dalle banche dove li avevano depositati.
Questo il discorso che l’estroso asso del calcio ha mandato ai suoi fans, dipingendolo come un messaggio rivoluzionario: “correte a ritirare i vostri soldi dalle Banche; la rivoluzione si fa svuotando cassette di sicurezza e conti correnti; scendere in piazza non serve a niente, dato che il sistema si puntella sulle Banche, quindi portatevi a casa i vostri soldi, metteteli sotto il materasso o fate quello che volete, ma non lasciateli nelle Banche.” Ed aggiungeva che se 20/milioni di europei avessero prelevato i loro risparmi, il “sistema” sarebbe crollato.
Immagino che questo attacco al cuore della finanza abbia come scopo un nuovo assetto del sistema finanziario mondiale, anche se di questo Cantona non parla in questa sua crociata contro gli istituti di credito, forse attendendo i risultati di questa prima azione rivoluzionaria. Ebbene, il grande Eric ha fatto “flop”: nessun ritiro massiccio dei depositi bancari ed anche lui si sarebbe limitato ad un prelievo “simbolico” di 1.500 euro da una filiale periferica della BNP Paribas; mi aspetto che prima o poi l’estroso ex calciatore ci riprovi e gli auguro di avere maggior fortuna.
La seconda notizia che mi fatto sobbalzare sulla sedia proviene dal Sud Italia, precisamente dalla Puglia, dove il Direttore Sanitario di una ASL ha inviato ai propri collaboratori e dipendenti una circolare – regolarmente affissa in bacheca – che avverte tutti di aver ricevuto varie segnalazioni riguardanti l’uso della cocaina in servizio; poi la circolare continua con una reprimenda e con un singolare invito: “chi eventualmente ne facesse uso, è invitato ad astenersi durante il lavoro ed intraprendere un idoneo programma di disintossicazione”.
I dati che pervengono da varie fonti, ci dicono che la cocaina utilizzata in Italia si quantifica in tonnellate, ma arrivare a dare l’allarme in questo modo mi sconcerta non poco; in particolare quel “chi eventualmente ne facesse uso” e l’altro “astenersi durante il lavoro”. Nel nostro Paese, si è detto varie volte che le strutture pubbliche operanti sulla salute delle persone, avrebbero dovuto essere sottoposte a controlli periodici circa la “pulizia” dei dipendenti da droghe leggere e pesanti; di tutto questo si parla e si continua a cianciare, ma non si realizza mai, forse perché a qualcuno non va a genio di essere controllato; si invoca la “privacy” ed altre prerogative del genere, disattendendo che gli utenti di queste strutture – cioè i malati – dovrebbero avere anch’essi qualche diritto, tipo essere curati da persone idonee; chiaro il concetto ??

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