venerdì, gennaio 18, 2013
LA GIUSTIZIA E LA GENTE
È successo nel bergamasco: una giovane donna
di 24 anni, incinta di poche settimane, è stata violentata da un uomo che – a
detta degli inquirenti – sarebbe un operaio di 32 anni di origine kossovara, in
Italia da molti anni e in possesso del documento di soggiorno, incensurato e
regolarmente sposato e con due figli.
L’uomo è stato arrestato e, sempre a detta
degli inquirenti, le prove raccolte contro di lui sarebbero inattaccabili e
quindi il PM ha deciso il rinvio a giudizio e la contestuale misura cautelare
degli arresti domiciliari; pertanto è stato inviato a casa, dove lo aspettavano
moglie e figli, ma anche circa 200 persone inferocite, tra cui moltissimi
giovani che frequentano i locali della zona, i quali protestavano per la
decisione del magistrato di mandare a casa l’imputato.
Tra i manifestanti erano presenti diversi
ultrà dell’Atalanta in quanto la vittima ha molti amici tra i tifosi
nerazzurri; a dimostrazione della violenza che si è scatenata, sono stati lanciati
bicchieri, bottiglie e uno sgabello contro il portone dell’edificio dove si
trova l’appartamento del kossovaro.
In serata si è svolta una fiaccolata per
solidarizzare con la ragazza e dire no alla violenza sulle donne e dopo la
fiaccolata alcuni ultrà dell’Atalanta sono tornati sotto casa e hanno esposto
uno striscione con la scritta “datelo a noi”.
La
Procura di
Bergamo è intervenuta per cercare di smorzare i toni della protesta ed ha dichiarato “abbiamo applicato le norme
del Codice di Procedura Penale”, ma la dichiarazione non è stata sufficiente a
placare i più esagitati; anche la politica ha voluto dire la sua: il segretario
nazionale della Lega Lombarda, Matteo Salvini, ha commentato su facebook con
queste parole: “Arresti domiciliari? Scherziamo? La castrazione chimica ci
vuole!”
La violenza verso le donne, in particolare
quella a carattere sessuale, colpisce la gente in modo particolare e quindi i
procedimenti – seppure a norma del codice – suscitano sempre commenti aspri e degenerano
molto spesso in manifestazioni violente.
Il fatto è che non passa giorno senza che la
stampa non riporti casi di violenza verso giovani donne e così l’opinione
pubblica monta il proprio disagio con manifestazioni anche sopra le righe;
dicevo che non passa giorno e infatti un nuovo fatto di violenza scuote le
coscienze delle donne – ma anche degli uomini – e le induce a proteste anche
violente; a Milano una diciottenne è stata trovata sotto choc, seminuda e
sanguinante, nella toilette degli uomini di una discoteca.
Si è trattato dell’ennesima violenza sessuale
che ha fatto seguito al rifiuto della ragazza circa le avances sempre più
pesanti dell’uomo; la ragazza, trasportata in stato d’incoscienza al
Policlinico e poi in una clinica, si è ripresa ma è chiaramente in stato di
choc e si è chiusa in un mutismo assoluto, per cui non si conoscono i
particolari dell’aggressione.
In particolare il motivo per cui la ragazza
ha seguito l’uomo fino al bagno maschile; cosa sarebbe andata a fare in quel
luogo? Ed ecco che qualcuno comincia ad azzardare l’ipotesi che oltre alla
violenza sessuale ci sia di mezzo qualcos’altro, cioè una sniffata o una canna
che è stata usata come pretesto per trascinare la ragazza verso i bagni e poi abusare di lei; in concreto, la
violenza sarebbe stata una reazione dell’uomo al rifiuto della ragazza ad un
normale rapporto; in qualunque modo sia andata, la vicenda di quella maledetta
notte segnerà la ragazza per molto tempo e passerà del tempo prima che possa
ritornare tranquillamente in discoteca!!
mercoledì, gennaio 16, 2013
LA FRANCIA CI COPIA: NEGLI SCANDALI!!
I cugini francesi ci hanno preso in giro per
molto tempo – e giustamente – per i tanti nostri scandali riferiti a mazzette e
altre nefandezze compiute dai politici; adesso, una specie di nemesi storica,
ci permette di ripagarli con la stessa moneta.
Il primo a cadere nella melma dello scandalo
è stato il Ministro del Bilancio del governo Hollande, Jerome Cahuzac, il quale
è accusato di aver tenuto per venti anni un conto segreto in una banca di
Ginevra e di averlo chiuso nel 2011 solo per dirottare i soldi verso una più
accogliente banca di Singapore.
Il primo ministro gli ha dato la propria
solidarietà, affermando che non esiste il problema delle sue dimissioni, in
quanto è bene che la magistratura lavori in pace e tutti si rispetti la
presunzione d’innocenza; devo dire che questo è copiato pari pari dalle
dichiarazioni dei nostri politici e – diciamo subito – non depone bene sul modo
di difendere l’onore del Governo e dei politici in genere..
Quindi, niente dimissioni come avevano invano
richiesto i rappresentanti della destra, ma su Cahuzac resta uno sgradevole
odore di scandalo che è tipico di quella sensazione che si prova quando viene
infangato un uomo politico.
Come, ad esempio, quando venne accusato il Ministro
del Bilancio ai tempi della presidenza di Sarkozy: accusato di conflitto
d’interessi per la gestione dei beni di Liliale Berttencourt (la donna più
ricca di Francia, figlia unica del fondatore dell’Oreal), egli venne descritto
come il protagonista di un “feuilleton” in cui si mescolavano fondi neri per
campagne elettorali con mazzette per esponenti dello stesso partito del
ministro, indebite onorificenze, assunzioni di famigliari, consigli fiscali ad
alcuni “ricchi” su come trasferire il soldi all’estero; insomma tutta una gamma
di “scorrettezze” che, anche se non sfociavano in veri reati, offuscavano il
nitore dell’operato del ministro.
Ma, sempre per “copiare” l’Italia, i nostri
cugini hanno avuto anche svariati scandali a carattere sessuale: il più noto è
senza dubbio quello di Dominique Strass-Kahn, precipitato dall’altare di un
incarico di prestigio alla polvere dell’arresto newyorkese per il presunto
stupro alla cameriera; a questo si è aggiunto un nuovo capitolo, quest’ultimo avente anche una componente feticista, che
riguarda l’ex Ministro della Funzione Pubblica, Gorge Tron, accusato di
aggressione sessuale da due impiegate del Comune di Parigi, le quali hanno
affermato testualmente: “ci ha massaggiato i piedi, poi è passato ad altre
parti”.
In altri casi, sesso e soldi sono coesistiti,
basti ricordare le “relazioni pericolose” fra Christine Deviers-Joncour, detta
“la puttana della Repubblica” e il suo amante, il Ministro degli Esteri, Roland
Dumas che legava il rapporto con la donna insieme ad una mega fornitura di navi
da guerra a Taiwan.
Ma il capitolo più denso di attori è quello
che riguarda gli scandali economico-politici: si comincia con i sospetti
finanziamenti di Gheddafi a Sarkozy, per proseguire con lo scandalo Karachi
(sottomarini e fregate militari vendute al Pakistan) che ancora incombe sulla
testa dell’ex Ministro Balladur, per concludere con l’affare Clearstream che
tagliò le gambe a Villepin nella corsa all’Eliseo.
Insomma, anche i cugini hanno avuto – ed
hanno anche adesso . le loro gatte da pelare sotto l’aspetto della “pulizia”;
possiamo intravedere una differenza con i nostri scandali? Forse loro hanno una
stampa che “non fa sconti a nessuno” e quindi accusa chi ritiene colpevole di
qualche marachella e questi non viene difeso da nessun giornale, neppure da
quello del partito dell’accusato che, al massimo, ignora l’evento.
lunedì, gennaio 14, 2013
ZIBALDONE N.1
Solo un paio di notizie, ma entrambe
abbastanza complesse, mi hanno mosso a fare questo zibaldone d’inizio anno;
spero che le notizie che cito interessino anche gli amici lettori così come
hanno interessato me.
LA PRIMA riguarda un fatto – in due tempi – avvenuto
nella mia città ed ha avuto per protagonista una signorina straniera, di nome Viviana,
che vive a Firenze da molti anni; il
primo tempo del piccolo film che vi voglio narrare si svolge in una strada del
centro in cui l’auto della signorina di cui sopra è rimasta bloccata da un
macchinone nero parcheggiato in seconda fila; la donna, come si fa di solito,
comincia a suonare il clacson per richiamare l’attenzione dell’automobilista
scorretto, ma questi non arriva.
Allora la signorina chiama i vigili, i quali si
presentano dopo un’ora e mezza e, quasi contemporaneamente, arriva
l’automobilista, accolto da una valanga di fischi del folto pubblico che si è
radunato; il signore (si fa per dire), incurante del disagio arrecato, monta in
auto e se ne va; e i vigili? Lasciano correre senza neppure dare alla signorina
una motivazione circa questa “benevolenza”.
Secondo tempo: la nostra Viviana inforca la
bicicletta e, mentre è intenta a pedalare, sente lo squillo del cellulare e lei
– senza fermarsi – risponde al telefono; per sua sfortuna, proprio lì ci sono
due vigilesse che la fermano e, dopo un accurato interrogatorio, le comminano seduta stante una multa di 300
euro.
Non possiamo mettere in relazione i due
fatti, se non per dire che la nostra Viviana è sfortunata e che i Vigili si
comportano a volte in un modo e a volte in un
altro.
L’Italia è il Paese che ha dato i natali a
Cesare Beccarla, padre del moderno diritto, il quale affermava che “ogni pena
deve essere proporzionata al delitto commesso”; ed allora la giovane straniera
si chiederà: se a me hanno dato una multa di 300 euro per aver telefonato “non
con i piedi ben saldi per terra”, a coloro che parcheggiano in doppia fila gli
sequestrano l’auto? Ed a coloro che telefonano in auto, rischiando di investire
pedoni e ciclisti gli tolgono la patente almeno per un anno? E, per finire, a Lusi,
Belsito e compagnia bella, cosa fanno, li portano alla ghigliottina?
Perché altrimenti ha ragione Balzac quando
afferma che le leggi altro non sono che delle ragnatele che le “mosche grosse”
riescono a sfondare, mentre “le piccole” ci restano impigliate.
Torniamo un attimo a Viviana: la giovane
donna l’ha presa veramente male: è corsa piangente dal marito perché un terzo
del suo stipendio le è stato scippato in questo modo e gli ha confidato la sua
amarezza perché “mentre discuteva con le vigilasse ha visto passare tanti
automobilisti che parlavano al telefono” e nessuno li ha fermati!!
LA SECONDA si riferisce a Obama, il quale, dopo avere
scongiurato – con un accordo democratici/repubblicani – il fiscal cliff, si è
ritrovato a pagare una multa mostruosa (375/mila euro) comminatagli dalla
Federal Election Commission per avere, nella sua campagna del 2008, omesso di riportare il nome dei finanziatori
che hanno fatto, all’ultimo minuto, ben 1.300 donazioni, tutte superiori ai
1.000 dollari che hanno determinato un afflusso nella casse del candidato
democratico di quasi 2/milioni di dollari. Dopo essersi scusati, i responsabili
della campagna, hanno ammesso l’errore e pagato la multa, considerando
l’episodio “chiuso”.
Dietro le quinte fanno sapere che “non c’è
stata malizia, ma si è trattato di un semplice errore” e che pure un candidato
repubblicano – Bob Dole nel 1996 – pagò 100.000 dollari di multa per una
irregolarità simile. Così è la vita!!