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sabato, febbraio 09, 2008

E CONTINUANO A PARLARE DEL NIENTE 

Il mio post di ieri l’altro, centrato sull’aumento dei prezzi al quale non fa seguito un conseguente incremento dei salari, ha avuto un grosso successo, a giudicare dai tantissimi contatti (oltre 2.500) e dai variegati commenti che sono stati fatti dai miei lettori: il minimo che possa fare è ringraziare calorosamente coloro che hanno mostrato di apprezzare quelle mie idee ed anche coloro che non sono d’accordo.

All’orizzonte non c’è proprio niente di nuovo che ci possa fare sperare in qualcosa di diverso dalle solite chiacchiere sul “niente”: Veltroni mostra la sua passione (badate bene che “passione non è conoscenza”) per il cinema ed infatti sforna una serie di frasi prese dallo sterminato universo filmico; tanto per cominciare, il reclamizzato “yes, we can” (si, possiamo) è preso pari pari dal capolavoro – ormai diventato cult – di Mel Brooks, “Frankenstein Jr”; se poi questo slogan lo usa anche Barack Obama nella competizione con la Clinton, vuol dire che anche lui ha attinto da Mel Brooks.

C’è poi un secondo slogan rubato al cinema e precisamente quel “che la forza sia con noi”: è una frase che dice Obi Wan Kenobi, il noto personaggio di “Guerre Stellari”, e che il leader del PD usa con molta frequenza.

Questo uso del cinema e questo mostrare una conoscenza dei film, me lo rende ovviamente simpatico, ma da qui ad affermare che voterò per lui ce ne corre, anche perché c’è tutta la campagna elettorale da visionare.

Dall’altra parte il Cavaliere è impegnato a comporre e scomporre – con un gioco di prestigio sintattico – l’acronimo PdL che può significare indifferentemente “Partito della Libertà” oppure “Popolo della Libertà”; sarebbe questo il contenitore all’interno del quale vorrebbe ricomporre la “vecchia” Casa della Libertà: per ora c’è entrato solo Fini e nei paraggi si aggira Bossi, mentre gli altri aspettano di conoscere le “contropartite”. Quale sia il mio pensiero sul Cavaliere – al quale riconosco soltanto la dote del grande facitore (per chi??) - tutti i miei lettori lo sanno fin dalla sua entrata in politica e quindi non voglio ripetermi: anche per lui aspettiamo comunque l’annuncio del programma e vediamo un po’ le mosse in campagna elettorale.

Ma oltre a questi due non c’è altro? Al momento – ma i giochi sono tutti ancora da fare – ci sarebbe la cosiddetta “Cosa Rossa”, cacciata dal PD nella riunione di ieri che ne ha sancito il divorzio: rivolto ai segretari dei partiti della sinistra estrema, Veltroni avrebbe chiesto “Non facciamoci del male, non imbarchiamoci in una guerra fratricida”, al che ha risposto Diliberto “Competition is competition!” di prodiana memoria.

In contrapposizione – almeno cromatica – ci dovrebbe essere la “Rosa Bianca” messa in piedi da tutta una schiera di transfughi del centro destra e del centro sinistra come Tabacci, Baccini e Pezzotta, ex leader della Cisl; correrebbero da soli? Sembra che in corso ci siano colloqui con Di Pietro e la sua “Italia dei Valori” per valutare se esistono le condizioni per una alleanza.

Comunque la situazione delle liste elettorali è ancora tutta in ebollizione , per cui non mette conto ancora approfondire il discorso; spostiamo il tiro invece su una diversa situazione: le varie aperture regionali della Corte dei Conti – il tribunale amministrativo che controlla i denari pubblici – hanno come motivo dominante un forte richiamo alle qualità morali (che non ci sono!!) degli Amministratori Pubblici; l’assenza di questa qualità è elemento portante dello spreco del denaro pubblico, in quanto l’incarico nella struttura centrale o locale è visto unicamente come fonte di arricchimento personale e non come “servizio” da rendere alla comunità. Chiaro il concetto??


giovedì, febbraio 07, 2008

E I PREZZI SALGONO 

Mentre i politici affilano le armi per le prossime elezioni, l’ISTAT dirama un dato che a definirlo preoccupante, sarebbe da incoscienti; infatti non è solo preoccupante, è addirittura drammatico: dal gennaio 2007 al gennaio 2008 i prezzi al consumo hanno avuto un impennata pari al 2,9%, la più alta registrata dal 2001 a questa parte.

Da un esame del “paniere” da cui si ricava il dato, si può vedere che gli unici comparti ad essere in calo sono le telecomunicazioni (0,7%), gli spettacoli (0,6%) e le spese per la salute (0,1%); sono invece in forte aumento quelle spese che possiamo definire “indispensabili” per una famiglia normale: +12% per il pane, +10% per la pasta, +8,5% per il latte, + 5% per la frutta e + 5,4% per i trasporti e +4% acqua, gas ed elettricità.

Prima di inoltrarci in qualche commento sui dati che ho esposto, mi corre l’obbligo di portare alla vostra conoscenza che – nonostante questo caro-prezzi fotografato dall’Istituto di Statistica – le associazioni dei consumatori contestano i dati ritenendoli assai inferiori alla realtà e minacciando addirittura una “class action” contro l’ISTAT; venendo poi a parlare di soldi e non di percentuali, le stesse associazioni di categoria stimano la stangata tra gli 850 e i 1000 euro.

Che cosa fare? Come difenderci da questo salasso? Diciamo subito che l’italiano medio è abituato a queste impennate dei prezzi, perché dal dopoguerra ad oggi gli aumenti sono stati giganteschi; solo che fino ad un certo momento il lavoratore ed il pensionato aveva la copertura della “scala mobile” (parola che solo a scriverla c’è da essere denunciati!!) che aveva la funzione di riportare il potere d’acquisto di salari e pensioni a condizioni precedenti quegli aumenti.

Da più parti si pontificò al tempo dell’abolizione di questo meccanismo, che la “scala mobile” era essa stessa a generare inflazione e quindi profondamente negativa per l’andamento dell’economia.

Ma io mi chiedo – sommessamente, perché non ho né la veste né le capacità per pontificare – come faccia un meccanismo di ripristino di una condizione a generare inflazione: in pratica, il meccanismo si muoveva trimestralmente e, sui conteggi ISTAT, si calcolava quanto era l’incidenza degli aumenti e si ripristinava una percentuale su salari e pensioni; quindi, facendo un esempio terra, terra, se io con lo stipendio del periodo precedente a quello di riferimento, posso acquistare una serie, definiamola”x”, di beni e servizi, dopo, con gli aumenti, per entrare in possesso degli stessi beni e servizi, mi occorrono più soldi, altrimenti, con gli stessi denari di prima, acquisto meno beni e servizi, cioè “x” – 2,9%.

Mi sembrava tanto chiaro, comprensibile anche ad uno come me, ma fui spernacchiato da tanti soloni dell’economia che però, a mia specifica domanda, non mi seppero fornire una ricetta diversa per fare in modo che il lavoratore ed il pensionato, in forma automatica e quindi senza tante contrattazioni, rientri in possesso della stessa quota di potere d’acquisto che aveva prima.

Certo si può ragionare anche come fa il Vice Ministro Visco che, dall’alto dei suoi 18.000 euro mensili, afferma con supponenza: “Non mi sembra che vada tanto male, rispetto al trend europeo non c’è niente di nuovo”: a parte che del trend europeo non ce ne frega niente, cosa mi dice l’ineffabile Visco sulla differenza dei salari tra noi (penultimi in Europa) e gli altri?

Comunque ora sono tutti dietro ad altre faccende (corro solo, corro in compagnia, non corro) e quindi nessuno è interessato a risponderci sulla materia. Aspettiamo??


martedì, febbraio 05, 2008

PARLIAMO D'ALTRO 

Dopo il mesto tentativo del Presidente Marini, la legislatura si sta avviando alla sua conclusione mediante l’indizione di elezioni generali che – stando alle previsioni – dovrebbero tenersi nella prima quindicina di aprile; di questo argomento abbiamo parlato anche troppo e quindi vorrei passare ad altro: l’unica cosa che mi intriga è la sbandierata volontà del PD di andare “da solo” alle urne e di fare “solo dopo l’eventuale vittoria” gli apparentamenti; non sappiamo ancora quali siano gli intendimenti del centro destra e quindi di questo ne parleremo a tempo debito.

La recente “Giornata della Memoria”, dedicata al ricordo dell’olocausto degli ebrei (si dice 6 milioni) ad opera del nazi-fascismo, ha suscitato qualche rigurgito di razzismo in vari ambienti nostrali; del resto basta dubitare lievemente delle affermazioni ebraiche per essere etichettati come tali, anche coloro che affermano come sia “poco probabile” che un gas altamente esplosivo come il Cyclon B (usato nei campi di sterminio) possa essere irrorato dai tubi delle docce.

Ma non è questo che mi interessa, bensì raccomandare ai miei lettori un film sul razzismo scritto e diretto da Cristina Comencini che ho visto recentemente e mi ha colpito per il suo interessantissimo assunto tematico: il suo titolo è “Bianco e Nero” e narra la storia di due persone – appunto di colore diverso tra loro – che si innamorano perdutamente e per questo vengono cacciati dai rispettivi coniugi – anch’essi di colore diverso - ed entrambe le comunità li accusano di avere scelto un partner di colore diverso, mostrando così che il razzismo è da entrambe le parti.

Ovviamente è solo un film e non un trattato di antropologia culturale, ma risente delle sensazioni che l’autrice ha ricavato nelle frequentazioni di tutti i giorni in tutte e due le comunità: i bianchi, pur riempiendosi la bocca di frasi roboanti circa l’integrazione razziale, di fatto, quando si trovano toccati in prima persona, si dimostrano razzisti oltre ogni più pessimistica aspettativa (la moglie di lui, impegnata nel sociale in una Associazione interrazziale, quando scopre che il marito la tradisce gli grida dietro: “non avrei mai potuto immaginare che mi avresti tradito proprio con una negra!”.

Ed il marito di lei, professore universitario, anch’egli impegnato nella stessa associazione interrazziale, addirittura la picchia e la caccia di casa; del resto altrettanto fanno i parenti di colore, che le si accaniscono contro con vera ferocia.

Analoga situazione mi sembra che sia presente nel campo degli antisemiti, ma anche in quello dei filo-semiti: entrambi rivendicano una verità che non è mai stata dimostrata e cercano di applicarla alle loro convinzioni: i primi (gli antisemiti) vorrebbero attribuire le eventuali nefandezze dello stato di Israele (qualcuna anche inesistente) e addirittura i crimini di singoli ebrei a “tutti gli ebrei del mondo” che verrebbero così bollati a fuoco con un marchio di infamità riferito all’intera razza.

I secondi (cioè i filo-semiti), in virtù di un legame razziale, pretendono che Israele goda di uno sorta di statuto particolare per cui non la si può criticare, in nome dei crimini commessi contro gli ebrei non solo durante la seconda guerra mondiale, ma anche nei secoli di dominazione cristiana.

Di questa situazione – solo apparentemente illogica ma nella realtà con una logica tutta razzista – i laici come me non ne possono proprio più e quindi, quando possono evitano di affrontare il problema dell’olocausto o altro similare, perché non si sa mai chi abbiamo di fronte e quindi, nel dubbio, è meglio parlare d’altro; paura, direte voi? No, solo che non mi sembra un argomento per litigarci sopra.


domenica, febbraio 03, 2008

VIVA GLI SPOSI !! 

Nicolas Sarkozy e Carla Bruni, la coppia più famosa del momento, è convolata a giuste nozze – come si diceva una volta – pronunciando il fatidico “si” di fronte al Sindaco del quartiere (“arrondissement” per i francesi) nel quale si trova l’Eliseo, dove si è svolta la cerimonia; solo venti gli invitati, quindi gli intimissimi e basta; i testimoni sono stati alcuni amici non famosi, con la particolarità che Matilde Agostinelli – testimone di Sarkozy – è amica intima della ex moglie del Presidente, quella Cecilia che lo ha lasciato non molto tempo addietro (è del 18 ottobre il divorzio tra i due).

40 anni lei, nessun matrimonio alle spalle, quindi nubile ma con un figlio avuto dal filosofo Enthoven; 54 anni lui, un paio di matrimoni alle spalle e tre figli di varie età, avute da due donne diverse: diciamo semplicemente che entrambi hanno avuto in precedenza una vita sentimentalmente “movimentata” e quindi il migliore augurio che possiamo fare loro è quello di trovare un po’ di serenità.

Ma oltre alla serenità i due cercheranno sicuramente qualcos’altro, cioè una felicità anche sul piano dei sensi che – specie lei – mi sembra proprio il personaggio più indicato per questa ricerca: e per questo non credo che ci sia bisogno di far loro alcun augurio, sono certo che ce la faranno da soli.

Le prime certezze sul fatto che il loro rapporto sarebbe sfociato nel matrimonio si sono avute in occasione della visita in Italia (da Prodi e dal Papa) di Sarkozy: la Bruni non era al suo fianco, ma del suo seguito faceva parte la madre della bella Carla, la signora Marisa Borini Bruni Tedeschi: la sua presenza non aveva nessun senso logico se non quello di “rappresentare” in qualche modo la figlia che, per ragioni di opportunità, non poteva essere ancora presentata al fianco del Presidente francese, non avendo ancora un ruolo ufficiale.

La bellissima Carla non è stata certo un “giglio di campo” – come si diceva una volta – e, pur non essendosi mai sposata, ha avuto vari “rapporti”, più o meno importanti, con alcuni miti del rock come Mick Jagger ed Eric Clapton, con attori famosi come Kevin Kostner e Vincent Perez, con il multi miliardario Donald Trump e con il filosofo Raphael Enthoven, dal quale ha avuto il suo – per ora – unico figlio: variegata la compagnia!

Da ora in poi la coppia – specie nelle visite ufficiale (sono curioso di vedere quella in Inghilterra!!) – si mostrerà fianco a fianco e sono certissimo che la splendida Carla interpreterà il suo ruolo con squisita raffinatezza e con grande tatto, ma al tempo stesso mostrerà la sua eleganza ed il suo temperamento di bella italiana.

A sentire la stampa d’oltralpe, il popolo francese non ha accolto bene questo rapporto amoroso del suo Presidente: evidentemente non sono ben viste le spericolate esibizioni di Sarkozy, alle quali si preferivano forse i celati amori – svelati solo dopo l’uscita dall’Eliseo – di Mitterand e di Chirac; Sarkozy ed il suo entourage se ne preoccupano il giusto, in quanto sanno che prima del prossimo appuntamento elettorale c’è tutto il tempo perché la coppia faccia cambiare parere alla gente: entrambi hanno le carte in regola per riuscirci, ma qualche trabocchetto potrebbe sempre apparire.

Uno di questi è la canzone che la Bruni ha inciso (il disco uscirà a Marzo) dedicandolo a Sarkozy, con il titolo “J’aime ma came” (amo la mia droga): sembra che lo stesso Presidente sia intervenuto nei confronti della bella Carla per spiegarle che non è una frase “politically correct”, ma lei non pare intenzionata a demordere: staremo a vedere come finirà, ma quel che è certo è che lei ha un suo bel caratterino!!


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