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domenica, agosto 30, 2009

PENNIVENDOLI CHE SI LITIGANO 

Sta infuriando una furibonda polemica su alcuni quotidiani ed io – che sono “montato all’incontrario”, come vi ho sempre detto – anziché occuparmi del nocciolo della questione, mi sposto verso i protagonisti, cioè quei giornalisti che stanno litigando tra loro, quei “pennivendoli” che più tardi faranno come i ladri di Brozzi – si dice dalle mie parti – che dopo la lite si spartiscono il bottino.
Ma torniamo a parlare dei “pennivendoli”: credevo di essere stato io ad inventare il termine, come forma dispregiativa della categoria e invece esiste anche sul Devoto Oli e la definizione è “scrittore mercenario”; di quest’ultimo aggettivo, abbiamo la seguente frase: “di un’attività in cui gli elementi spirituali o affettivi cedono completamente di fronte a quelli economici”; più chiaro di così!!
Con questa premessa, andiamo a vedere come si sviluppa l’attività di questi tenaci assertori della “libertà di stampa”: anzitutto diciamo che per portare avanti la “loro” libertà, tutti noi dobbiamo pagare un obolo non indifferente; ma andiamo con ordine e spieghiamo bene: lo sapete qual è l’unita attività che – in barba alle disposizioni dell’U.E. – riceve sostanziose sovvenzioni che, senza dubbio, possono essere considerati come “aiuti dello Stato”, cosa del tutto vietata dalle norme comunitarie?
Per la verità, l’Europa ha anche provato nel 2004 ad aprire un’inchiesta, ma l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mauro Masi, riuscì a tacitare la Commissione che, con il Commissario Mario Monti, aveva deciso di avviare una pratica d’infrazione; speriamo che qualcuno ci riprovi.
Il quesito è se sia giusto sostenere la libertà di stampa a carico dello Stato; e soprattutto se, oltre alla sopravvivenza di giornali piccoli o addirittura semiclandestini, si debba sovvenzionare lautamente anche la cosiddetta “grande stampa”: volete qualche esempio? Eccolo: Corsera 23.5milioni di euro, L’Espresso 16.1milioni di euro, Avvenire 10.3milioni di euro, La Stampa 7.0milioni di euro, Libero 5,4milioni di euro e, infine (ma potrei continuare), Il Giornale 4,4milioni di euro. Sorpresa: sapevate che l’Osservatore Romano (giornale del Vaticano, stato estero) si becca 362mila euro?
Il grande Indro Montanelli, amava dire che “il lettore è il mio padrone”, ma forse sapeva di dire una bugia; il lettore c’entra poco o niente, perché il vero padrone è colui che mette i soldi e, in questo caso, lo Stato; ma su questo punto del finanziamento pubblico ai giornali ci ritorneremo sopra quanto prima.
Per ora limitiamoci a dire che in questo Paese dove non si trovano i soldi per far funzionare un po’ meglio la scuola, ci permettiamo di spendere qualcosa come 700 milioni di euro per sovvenzionare tutta la nostra stampa, da quella di partito a quella di “rione”, da quella pressoché clandestina alla grande stampa, quella che “tira milioni di copie” ma che non disdegna di intingere il dito nel solito vasetto della marmellata.
Adesso vi saluto e vi annuncio che domani mattina partirò alla volta di Venezia, dove parteciperò al 66mo Festival del Cinema (1-12/9) manifestazione che mi terrà lontano dai lettori dei miei blog; mi si chiederà: ma perché non scrivi anche da Venezia, dove c’è uno splendido Ufficio Stampa, al quale peraltro sono accreditato? Ho già detto atre volte che da Venezia scrivo di cinema e basta; questi miei sproloqui su argomenti di varia umanità, li riservo per il ritorno nella mia città, presumibilmente il 13 o 14 settembre; spero di ritrovarvi tutti in buona salute, con le vacanze estive che vi avranno fatto bene al corpo ed allo spirito; per me vi chiedo di farmi gli auguri di buon lavoro, per questa attività che mi vede impegnato da oltre trenta anni; grazie!!

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