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sabato, febbraio 14, 2009

E' CHIUSA LA POLEMICA SUL NEGAZIONISMO ? 

Con l’intervento di ieri l’altro ad un gruppo di rabbini statunitensi, Benedetto XVI spera di aver chiuso la triste polemica con gli ebrei per il perdono ad alcuni lefebvriani che ostentano il negazionismo più sfrontato nei riguardi della Shoah.
Nella speranza di chiudere definitivamente il contenzioso, il Papa ha utilizzato addirittura le parole pronunciate da Wojtila nel marzo 2000 di fronte al Muro Occidentale di Gerusalemme: “Signore dei nostri padri che scegliesti Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome alle Nazioni, siamo profondamente addolorati per il comportamento di coloro che nel corso della storia hanno causato sofferenza ai tuoi figli e, nel chiedere perdono, vogliamo impegnare noi stessi per una autentica fratellanza con il Popolo dell’Alleanza”.
Il rabbino David Rosen – facente parte della delegazione ricevuta in Vaticano – ha affermato che “nessun equilibrato osservatore ebreo potrebbe chiedere niente di più al Papa di quanto ha detto oggi nel suo eloquente discorso”.
Sembrerebbe un sigillo autorevole alle parole del Papa e quindi dovremmo dare per scontato che la polemica è chiusa, anche perché stanno per iniziare i preparativi per la prossima visita del Pontefice a Gerusalemme.
Eppure non è così pacifico come potrebbe apparire ad una lettura superficiale; il rabbino Rosen, infatti, ha aggiunto che “Ratzinger ci ha assicurato che ogni progressiva negoziazione con i lefebviani verrà rigorosamente vigilata sulla base della inaccettabilità per la Chiesa di qualunque negazione della Shoah”.
E con questa dichiarazione di un eminente rappresentanza dell’ebraismo mondiale, il nostro Papa è stato – come dire – ingabbiato in una sorta di obbligatorietà di controllare le fasi della riconciliazione con Williamson e compagnia bella; insomma, non si sono fidati della parola, ma lo hanno voluto ribadire in una solenne dichiarazione che impegna il Vaticano – ma il Papa in prima persona – a controllare i “fratelli” con i quali viene fatta la pace, o meglio, coloro ai quali viene rimessa una scomunica.
Per la verità, coloro che sono riusciti a mettere alle corde il Papa, hanno avuto vita facile, in quanto nelle alte sfere vaticane c’era sicuramente diversi personaggi che nella circostanza hanno remato contro il Pontefice, per qualche oscuro disegno che solo i preti sanno fare così oscuro.
L’atteggiamento della struttura vaticana è stato così dilettantesco che ha dato modo a vari personaggi di dire la loro: cito ad esempio la Merkel che ha invitato il Papa a pronunciarsi con la massima chiarezza su qualsiasi tentativo di ridimensionare l’Olocausto; a proposito, la Cancelliera farebbe meglio a dare il via ai rimborsi per le stragi perpetrate dai soldati tedeschi (es. Stazzema); per questi risarcimenti mi sembra che la signora mostri meno disponibilità di quando prende le difese degli ebrei.
E quando il portavoce della Sala Stampa vaticana ha detto che “il Papa non sapeva”, si è raggiunto il massimo dell’incapacità: ma come si può affermare che per una cosa del genere il Papa non sapesse? Sicuramente avrà chiesto il fatidico “tutto a posto?” e, sentendosi rispondere affermativamente, ha proceduto alla revoca della scomunica; ma coloro che dovevano controllare le posizioni attuali dei Vescovi che si stavano riammettendo, sono vivi e vegeti ed hanno nome, cognome e grado.
E se non mi sbaglio grossolanamente, il bravo Ratzinger – dopo avere incassato questa figuraccia – state tranquilli che farà una caccia spietata a coloro che lo hanno tradito; la ricerca non è neppure difficile: sono proprio al suo fianco.

venerdì, febbraio 13, 2009

PARLIAMO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO 

Dopo la schiacciante vittoria del “Grande Fratello” su tutte le altre emittenti che lunedì scorso parlavano della morte di Eluana, s’impone una chiacchierata sull’argomento “leggerezza” o meglio “mi voglio solo divertire” e quindi sul mondo dello spettacolo..
Nel caso specifico si è sommato l’appeal del programma condotto dalla Marcuzzi all’effetto saturazione che l’argomento Eluana aveva nei confronti di una parte del pubblico, specie dopo la morte della ragazza; fatto sta che il reality in onda su Canale 5 ha avuto un ascolto più che doppio rispetto a tutti coloro che trasmettevano talk show sull’evento del giorno: Rai1 con Porta a Porta, Rete4 con lo Speciale di Fede e La 7 con “L’infedele” di Gad Lerner:; 34% Canale 5 e poco più del 15 tutti gli altri.
A proposito del Grande Fratello, ricorderete che qualche giorno addietro la gentile signorina Daniela Martani, la (ex) hostess Alitalia – divenuta famosa per il cappio sventolato a Fiumicino in occasione di una manifestazione – era uscita dal reality annunciando che “era costretta” a tornare a lavorare, altrimenti veniva licenziata.
Adesso la fanciulla, 35 anni ben portati, compie una clamorosa – per chi aveva creduto alla prima mossa – giravolta e annuncia: “ho un anno di contratto con Endemol (l’azienda che produce il Grande Fratello) e devo onorarlo, dato che non ho i soldi per pagare le penali”.
Potremmo aggiungere che questo contratto lo aveva anche prima e che lo aveva sottoscritto in presenza di un altro contratto – quello di lavoro – e uno dei due è stato firmato con la precisa volontà di “non onorarlo”.
Altro commento: l’uscita dal reality con quella scusa (falsa) dell’obbligo del lavoro, è servita solo a conferire altra notorietà alla ragazza che, subito dopo l’uscita è stata intervistata da quasi tutti i giornali italiani e di fronte allo scetticismo di qualche giornalista, si è quasi inalberata perché non credevano alla sua buona fede: “sono uscita per tornare al lavoro e per combattere al fianco dei colleghi licenziati”.
E infatti, dopo meno di dieci giorni da questa storica affermazione, la contro mossa: entra nel mondo dello spettacolo a pieno titolo e già adesso ha grosse ambizioni: “mi piacerebbe presentare “L’isola dei famosi” (attenta Ventura, perché questa è tosta!) ma non andrei mai come concorrente perché sono vegetariana”: non riesco a cogliere il problema, ma sarà senz’altro colpa mia!
Ha poi scoperto le sue carte: “sono nata cantante e attrice; faccio la hostess, ma sono un’attrice”; ora capisco tutto: mi sembrava infatti che come attrice fosse una buona hostess e come hostess una discreta attrice: ora ho la prova provata!!
Tra le sue massime aspirazioni c’è la partecipazione al Festival di Sanremo – purtroppo quello del 2010 – e, probabilmente, un calendario sexy.
Ci onora anche di alcune espressioni di carattere politico: dopo aver confidato la sua propensione per la sinistra, si dice delusa da Veltroni e indica Di Pietro come l’unico leader della sinistra: fa un po’ di confusione, ma dobbiamo apprezzare l’impegno!!
Auguriamo comunque alla bella Daniela di trovare tutto quello che lei cerca; l’unica cosa che le raccomandiamo è di tenersi sempre in posizione giusta per qualche atterraggio d’emergenza; il mondo dello spettacolo a volte è più crudele di Colaninno.
Noi intanto godiamoci questa notiziola: il marito di Madonna ha sorpreso la moglie a letto con il modello brasiliano Jesus Luz: lo scandalo ha raggiunto le stanze più alte del Vaticano e lo stesso Benedetto XVI ha avuto uno scatto d’ira: “se non ci possiamo fidare neppure di Loro, dove andremo a finire??”

giovedì, febbraio 12, 2009

TERREMOTO A MEDIASET 

La morte di Eluana, oltre a tutte le altre cose che ha provocato – sia in politica che in Vaticano – ha fatto registrare l’ennesima litigata tra Enrico Mentana – direttore editoriale di Mediaset nonché conduttore di “Matrix” e l’azienda che gli paga lo stipendio: motivo del contendere è la richiesta del giornalista di mettere in piedi una trasmissione in “prime – time” sulla tragica vicenda, in sintonia a quanto stava facendo la RAI con “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
Per accontentare il bravo Chicco, la Direzione di Canale 5 avrebbe dovuto cancellare la trasmissione della puntata sul “Grande Fratello” e sostituirla con una edizione speciale di Matrix che, in partenza alle 21.10 si fosse saldata con il consueto orario della trasmissione in seconda serata (24.00 circa); insomma una sorta di “matrixone” della durata di oltre tre ore, la Direzione dell’azienda ha bocciato l’idea di Mentana e si è rifiutata di togliere dal palinsesto la puntata del “Grande Fratello”, facendo fare al fido Emilio Fede su Rete 4 lo speciale sulla vicenda Eluana.
Immediate le dimissioni di Mentana le quali – contrariamente alla normale prassi – sono state subito accettate ed a queste si è aggiunta la cancellazione istantanea della trasmissione di Matrix.
Era qualche tempo che le cose tra Mentana – che ha un contratto faraonico – e la Direzione aziendale non andavano proprio benissimo e quindi possiamo dire che i dissapori non sono direttamente collegabili soltanto alla vicenda di lunedì scorso; l’ultima arrabbiatura di Enrico è riconducibile al disappunto provato nel vedere la trasmissione di Chiambretti che, collocata in contemporanea a Matrix del martedì, ne faceva un solo boccone; quindi possiamo dire che lo speciale sulla morte di Eluana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso o meglio, l’occasione colta al volo dai due contraenti, per sciogliere un legame che era diventato troppo stretto per entrambi.
Ma vediamo adesso come sono andate le cose sotto il profilo dell’ascolto nella fatidica serata di lunedì: la puntata del “Grande Fratello” ha fatto registrare il record con oltre il 34% di share (un telespettatore su tre la vedeva) mentre i vari special su Eluana fatti da Rai 1 (Porta a Porta), Rete 4, e da altri, sommati insieme fanno a malapena il 15%.
Questa è la vita, questa è la TV e non mi venga a dire il caro Mentana – che ha contribuito grandemente a questo sfacelo – che non sapeva tutto questo; e quindi la scelta aziendale ha una sua logica: lascio la puntata che mi fa un alto share e commemoro la vicenda su una Rete che può considerarsi “specializzata” in questi coccodrilli; del resto, per pagare lo stipendio di Mentana ci vogliono gli alti ascolti e le relative grandi entrate pubblicitarie, altrimenti sono dolori a chiudere il bilancio.
C’è da dire che la messa in onda di una trasmissione come il Grande Fratello in concomitanza con la tragedia di Eluana denota – come minimo – poca sensibilità; però, sia chiaro, il pubblico poteva bacchettare Canale 5 e andare a vedere Porta a Porta o la trasmissione di Fede; se non l’ha fatto, ci sarà una ragione e questa – cari amici – è che siamo sempre più plebe, cioè branco di pecoroni; diceva Pasolini che l’uomo contemporaneo ha una sorta di anello al naso che lo fa muovere come una marionetta, solo che questo anello è d’oro e ciò lo rende praticamente invisibile.
Torniamo a Mentana e stiamo certi che il buon Chicco non resterà disoccupato a lungo: Sky e la Rai se lo litigheranno a suon di miliardi; se dovesse vincere quest’ultima, raggiungerebbe l’amico Sposini che, comunque mi sembra un po’ spaesato in quella trasmissione pomeridiana che gli hanno messo in piedi su Rai 1.

mercoledì, febbraio 11, 2009

IL MONDO DELL'AUTO IN FIBRILLAZIONE 

Cominciano ad arrivare i dati riguardanti il PIL dell’intero anno 2008 insieme a quelli, correlati, del dicembre 2008 con quello del 2007: i dati sono disastrosi, in Italia, ma anche in Europa; chiaramente il comparto automobilistico ha grossa valenza nell’intero movimento produttivo e, fermandosi questo, la scossa elettrica investe tutti.
In Italia sembra sia stato scelto il sistema degli incentivi che riguardano la rottamazione di auto inquinanti che vengano sostituite con macchine aventi meno emissioni di CO2; in Francia, senza stare a guardare troppo per il sottile, il Presidente Sarkozy – un novello Berlusconi senza nessuno che lo contrasti – ha deciso una strada completamente diversa: prestiti agevolati a Renault e Peugeot/Citroen per complessivi 7,8 miliardi di euro, ad un tasso del 6% (la metà quindi del rateo interbancario europeo) con l’unica condizione che tali aiuti siano destinati a mantenere i livelli occupazionali nei siti delle citate Case automobilistiche ubicate nel territorio francese.
Come dire: se dovete licenziare qualche decina di migliaia di lavoratori fatelo pure ma solo nelle unità lavorative all’estero, in particolare in quelle polacche e ceche.
Si da il caso che il Presidente di turno dell’Unione Europea sia un ceco, il noto Topolanek, celebre per il suo antieuropeismo, il quale dietro a questa decisione francese ha visto ancora una volta i motivi che lo hanno portato ad essere contrario all’U.E.: in concreto ha visto che in Europa esistono Nazioni di Serie A e di Serie B. senza alcuna possibilità di passaggi di categoria.
Cosicché i Paesi di Serie B sono destinati a ricevere insediamenti industriali dalle Nazioni di Serie A, ma con l’avvertenza che al minimo segno di turbolenza dei mercati, i loro insediamenti ne risentiranno più di quelli ubicati nel territorio della Casa Madre.
E per discutere di questo comportamento che non piace al Presidente, verso la fine del mese è stato convocato un vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’intera Europa, nel quale si dovrebbe mettere alla berlina coloro che fanno aiuti “protezionistici” e, comunque, si cercherà di adottare un piano comune di intervento per il settore automobilistico; personalmente non ho la minima speranza che si riesca ad ottenere qualcosa di concreto al di la delle solite intese di facciata; questo perché i vari governanti vengono eletti in patria e se la disoccupazione aumenta, c’è buone possibilità che i partiti dell’opposizione riescano a far saltare la maggioranza attualmente al governo e quindi – con lo slogan: chi se ne frega dell’Europa, pensiamo a noi – ognuno tira l’acqua al proprio mulino e se lo accusano di qualcosa fa anche finta di prendersene a male (come ha già fatto una volta Sarkozy).
Ieri sera, parlando con un amico delle problematiche della crisi, si notava che nel contesto “mondiale” non esiste una identità di vedute e neppure una unicità di intervento; a questo proposito, abbiamo ricordato il caso di Roosvelt che nella crisi del ’29, ebbe l’idea – poi risultata vincente – di concentrare l’azione dello Stato verso il comparto che aveva subito maggiormente le conseguenze della crisi: fu così il caso dell’auto che ricevette aiuti imponenti ma si rimise in sesto con grande velocità, trainando tutti gli altri settori produttivi; adesso un’operazione del genere è praticamente improponibile, legati come siamo da vincoli di carattere continentale e di altro genere; e poi ci sono le elezioni nei vari Paesi; no, no, non possiamo proprio!!
Con questi presupporti, affrontare la crisi – e questa è una vera crisi epocale – diventa difficile; non dico impossibile perché il mio ottimismo offusca la ragione, però potrei anche….pensarlo, senza commettere peccato!!

martedì, febbraio 10, 2009

GHEDDAFI ALL'ATTACCO (e la morte di Eluana) 

Il Padreterno non ha letto il mio post di ieri e quindi non ha risvegliato Eluama che infatti è deceduta, come tutti sapevano bene: continuo a non commentare l’evento in se, ma in proposito voglio ribadire che non mi piace uno Stato nel quale la Magistratura è così preminente rispetto agli altri poteri: questo non per particolare forza o autorità, ma perché gli altri poteri dello Stato (politica in testa) ne sono impauriti e quindi succubi; insomma, una decisione etica posso subirla da un Governo che magari non mi piace (posso contribuire a cambiarlo) ma non da una tribù di parrucconi affamati solo di potere e inamovibili . E ora parliamo di Gheddafi
Dopo la vittoria nella trattativa con Berlusconi per i rimborsi dei danni avuti dalla colonizzazione (250.000 dollari per 20 anni), il colonnello Gheddafi ha avuto un altro indiscutibile successo: è stato eletto Presidente dell’Unione Africana, alla quale aderiscono tutti i paesi del Continente ad esclusione del Marocco e che è nata dalle ceneri dell’inconcludente Organizzazione per l’Unità Africana.
Il dittatore libico ha un programma estremamente ambizioso che ricalca – scusate la modestia – gli Stati Uniti d’America; quindi questa struttura dovrebbe diventare una sorta di stato sopranazionale con moneta unica, passaporto unico e, in un secondo tempo, esercito unico.
Il progetto è molto ambizioso e per raggiungerlo il colonnello spinge sul nazionalismo panafricano; su questo concetto ha due modi per fare proseliti: da una parte invitando gli stati africani ad aprire un contenzioso con l’occidente per venire risarciti dei danni causati dalla colonizzazione e dall’altra giustificando ai ricchi paesi europei e orientali, le azioni di pirateria che imperversano lungo le coste del Corno d’Africa: “La pirateria è una risposta all’avidità dei paesi occidentali che invadono e sfruttano illegalmente le risorse ittiche della Somalia; quindi non è pirateria, ma autodifesa: difendono il cibo dei bambini somali”; con questa dichiarazione Gheddafi si porta dalla propria parte tutta una serie di poverissimi paesi africani (quindi non solo la Somalia) che puntano sulla pirateria come unico mezzo di sostentamento.
Per il contenzioso con i paesi ex-colonizzatori, la situazione è assai più complessa; anzitutto l’Africa è notoriamente suddivisa in francofona e anglofona, con riferimento specifico non solo alla lingua che viene parlata (oltre all’arabo) ma anche alla dominazione da cui proviene il singolo stato: ebbene, entrambi gli stati di riferimento (Francia e Inghilterra) si stanno muovendo affinché non venga mai in discussione il problema delle compensazioni e per fare questo viene messo in piedi tutta una serie di strategie diplomatiche ed economiche che, al momento sembrano dare buoni frutti e che hanno come scopo quello di isolare il colonnello; nel contesto delle popolazioni anglofone c’è il Sud Africa, con tutta la sua potenza economica e commerciale che non è certo a rimorchio di Gheddafi.
La realtà africana è così variegata ed ha interessi così diversi tra loro che sarà ben difficile riunirla sotto un’unica bandiera; però c’è da dire che se esiste una possibilità di riuscire nell’intento, Gheddafi – che ha imparato ad alternare minacce a sottomissioni – farà dell’UA un vero stato sopranazionale con tutte le caratteristiche che riuscirà a dargli: non sarà gli U.S.A., ma qualcosa di simile forse potrà diventare nel giro di qualche decennio, quando cioè le varie Nazioni africane si saranno rese conto che il guadagno sarà appannaggio di tutti e non soltanto dei soliti furbi o dei più forti; comunque vada, Auguri, colonnello!!

lunedì, febbraio 09, 2009

COSA RUOTA ATTORNO A ELUANA ? 

Non voglio prendere posizione sul caso di Eluana Englaro, ma parlare di tutto quello che le sta ruotando attorno, mentre lei giace – senza mangiare e senza bere – in un letto di una Casa di Cura a Udine.
Ha cominciato la Magistratura a dare l’ennesimo colpo di maglio ad un mondo politico che già traballa di suo: il fatto che la Corte Costituzionale abbia di fatto legiferato su un argomento che non dovrebbe essere demandato alla Giustizia, la dice lunga sullo smodato desiderio di arraffare quanto più potere possibile ai danni dell’imberbe Governo e Parlamento.
Immediatamente si è avuto il plauso di tutti coloro che possiamo definire “giustizialisti” in questa tragica vicenda, nella quale si vedono rappresentati più dai magistrati che dai politici o dai preti.
Dal canto suo la politica ha avuto sempre difficoltà a legiferare su questioni eminentemente etiche e anche in questo caso non si è comportata diversamente; il fatto che al novantunesimo minuto – come si dice in gergo calcistico – il governo abbia approntato una norma tampone, mi sembra che risponda più a logiche di potere che a colmare un vuoto di carattere etico: quando mai, infatti, l’attuale Presidente del Consiglio si sarebbe sognato di avere alleati tutti i “cattolici” in qualunque partito albergassero? E invece in questo caso si compirebbe il miracolo, per cui la propria forza politica si salderebbe – ovviamente solo su questo provvedimento, ma è già qualcosa – con tutte le frange cattoliche di altre formazioni: questa prova generale di “grande ammucchiata” potrebbe risultare interessante in futuro.
E per finire citiamo il Vaticano, laddove si respira un’aria abbastanza mefitica a seguito della vicenda – ancora lungi dall’essere conclusa – dei vescovi lefebvriani che negano l’olocausto. Naturalmente in una situazione nella quale “tutti sono chiamati a combattere”, le diaspore interne passano in secondo piano, ma Santo Padre, restano e, se Lei le lascerà passare, chissà dove porteranno.
È indubbio che all’interno del Vaticano si sia avuta una sorta di confezionamento di una “polpetta avvelenata” che è stata presentata alla mensa di Benedetto XVI e questi l’ha ingurgitata: non mi si venga a raccontare che frasi del tipo “Il Papa non sapeva” a proposito del negazionismo di Williamson si possano ammettere in una struttura così rigidamente organizzata che prima di muovere un qualunque passo si guarda attorno più volte; evidentemente chi di dovere – Il Cardinale Re, oppure il Capo dell’Ufficio Stampa – avevano assicurato il Papa che le cose con gli eretici lefebvriano stavano in un certo modo e che quindi si poteva tranquillamente procedere al “perdono”: poi si è visto che le cose non stavano affatto come si pensava e lo scandalo è montato.
La telefonata del Segretario di Stato Bertone con il nostro Presidente Napolitano sulla vicenda Englaro, è un modo di distogliere l’interesse della gente – ma anche dei potenti, tant’è vero che è intervenuta anche la Merkel – dalla situazione dei negazionisti nella quale il Vaticano è andato a cacciarsi e che non riesce a trovare un modo per uscirne con onore.
Il commento più bello che ho avuto modo di leggere è questo: “Se Dio vuole bene a Eluana, la rimetta in piedi al più presto, così avremmo risolto tutti i problemi”; e nella mia sfrenata fantasia - forse in questo caso un po’ macabra – vedo la ragazza che, dopo avere subito il distacco del mangiare e del bere, si alza sul letto e chiede un panino con il salame ed un bicchiere di vino: non avverrà, ma mi piace crederlo!!

domenica, febbraio 08, 2009

ZIBALDONE N.2/2009 

Sono tre i “fatterelli” che racconterò (e commenterò) in questo zibaldone: spero ardentemente che l’interesse che hanno suscitato in me si propaghi anche a tutti voi.
IL PRIMO argomento si riferisce ad una sentenza emanata da un Giudice di una cittadina tra Firenze ed Arezzo; si era discussa la causa promossa da una scuola locale nei confronti di tre bidelli accusati di “truffa allo Stato” in quanto – come è risultato da un rapporto dei Carabinieri, redatto a seguito di vari appostamenti– ogni giorno uscivano dal posto di lavoro per andare a fare la spesa o svolgere altre piccole faccende personali; “non si spara ai fringuelli con il cannone” è stato il primo commento del magistrato che ha deciso di non considerare reato i fatti ascritti ai bidelli, in quanto comporterebbe l’applicazione di una pena sproporzionata. Fin qui siamo nel lecito; ma da qui in avanti si sfiora il ridicolo; sentite come prosegue la sentenza: “in molti casi, l’uscita è addirittura praticata per mettere i dipendenti a loro agio; una moderna gestione del personale consiglia addirittura di consentire brevi interruzioni all’orario di lavoro, a scopo di rilassamento”.
Il magistrato in questione, quindi, mischia la legge con la psicologia del lavoro: ma siamo sicuri che ci capisce almeno in uno dei due settori? Per me non ci capisce niente in entrambi!
IL SECONDO argomento riguarda la scomparsa alla bella età di 91 anni, di un personaggio televisivo e, soprattutto, di un uomo veramente eccezionale: mi riferisco a Gianluigi Marianini, esperto di Storia della Moda, il quale, proprio in questa materia aveva vinto i fatidici 5milioni (di lire ovviamente) nel 1956, partecipando alla trasmissione “Lascia o Raddoppia?” condotta da Mike Bongiorno.
Il Dott.Marianini – che si era distinto per l’ampollosità del suo frasario – era diventato celebre per le sue discussioni con il presentatore che lui, scherzosamente, apostrofava con “Oh mio dotto inquisitore!”; rivedere in qualche teca Rai i filmati dell’epoca e confrontarli con quelli di adesso, ci danno l’esatta dimensione dello scadimento non solo della televisione ma dell’intera società che “chiede” il becerume più spinto e l’esagerazione nel dialogo urlato. Qualche rimpianto per il Marianini c’è, ma è come quello per le cose di una volta che il tempo ha soppiantata con altre che, in molti casi, si sono rivelate peggiori.
IIL TERZO argomento si riferisce ad un fatto curioso accaduto nella mia città, Firenze, dove i tanti clochard che gravitano nella zona sono stati registrati dal Comune come residenti in un indirizzo fittizio, ovviamente inesistente; la posta che, raramente, arriva loro, viene consegnata al Comune che si occupa di rintracciare l’interessato e di dargli la missiva.
In questi giorni il fatidico grido “C’è posta per te” è stato lanciato verso uno di questi signori, un tedesco di nome Hans Jurgen, il quale si è visto recapitare una busta della RAI di Torino, nella quale c’era l’invito a pagare il canone TV e, allo scopo, veniva allegato il canonico bollettino di conto corrente postale.
Il nostro Hans, che per tirare avanti utilizza il volto rugoso e barbuto, facendo il modello per gli studenti delle Belle Arti, non se l’è presa più di tanto e dopo averci riso sopra ha detto che è un’altra la lettera che sta aspettando, quella che conterrà allegata la tessera elettorale per votare alle prossime amministrative.
Ed ha concluso: “annullerò il mio voto; ancora non esiste un partito che mi rappresenti davvero”: come dargli torto??

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