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sabato, aprile 23, 2011

AIUTIAMO QUESTI "POVERI RICCHI"? 

Nei giorni scorsi, i giornali di tutto il Paese hanno riportato un accorato appello del Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in cui si è letto: “in questi momenti gli imprenditori si sentono soli”, alludendo all’assenza del “governo”; quindi, dopo essermi asciugato gli occhi dalle lacrime che sono sgorgate copiose, mi viene di riflettere e, subito di getto, ammonisco, bonariamente, la brava e bella Emma che dovrebbero ringraziare Dio che le autorità del Paese li lasciano soli, perché così facendo, non vedono neppure tutte le malefatte – soprattutto in senso etico – che vengono compiute da questi “poveracci”.
Mi spiego meglio: tutti quegli imprenditori che chiudono le aziende e mettono in mezzo ad una strada i dipendenti, lo fanno per fare una cortesia agli operai e impiegati oppure per togliersi un peso che ormai grava sull’azienda e che diventa ostativo per una sua collocazione in altro modo? Detto in soldoni, la struttura aziendale ed i suoi immobili, diventa “merce” da vendere ma solo se i dipendenti sono stati fatti fuori; chiaro??
Avete mai sentito parlare di una normativa – a mio giudizio indispensabile – che imponga a qualche struttura dello Stato di investigare in tempi brevissimi su queste operazioni e, se del caso, intervenire con stangate fortissime, sia sotto il profilo pecuniario che su quello “carcerario” (a seconda dei casi)? Se lo Strato continuerà a “lasciarli soli” non avrà mai gli elementi per intervenire nei modi che dicevo sopra e quindi, cara Emma, ben venga questa dorata solitudine; chiaro il concetto??
Dallo Stato, invece, si è levata la voce di un autorevole Ministro, Tremonti, che ha detto una cosa gravissima: “ci sono troppi controlli che gli imprenditori debbono subire e che costano molte ore lavorative”; egregio ministro, anziché fare questi discorsi, Lei ha il potere di intervenire; perché non l’ha fatto!! Forse sono solo “discorsi” e basta!!
E intanto, sempre dalle notizie di stampa, si apprende che “i ricchi sono sempre più ricchi”: una ricerca dell’Osservatorio Permanente del Risparmio delle Famiglie, ci informa che la ricchezza delle famiglie ha raggiunto nel 2010 il nuovo massimo storico di 9.732 miliardi di euro, in aumento del 3% sull’anno precedente; ma se questo è il gruzzolo delle 22/milioni di famiglie, si apprende che quasi il 10% è in mano al 2% di esse: in cifre, 611mila famiglie di “Paperoni” totalizzano oltrei 900/miliardi di euro.
Poiché sono certo che in questo numero di famiglie “ricche”non ci sia nessun “operaio”, nessun impiegato, nessun muratore, nessun artigiano, mi viene il sospetto che ci siano solo degli “imprenditori”, magari proprio quelli che la Marcegaglia sostiene “essere stati lasciati soli”. Quindi, caro Ministro, credo sia molto meglio andare a dare un’occhiata a questi signori che fanno come diceva quel re Borbone: “chiagne e fotte”; chiaro??
L’”Osservatorio” di cui sopra, ci offre anche una situazione geografica dei “ricchi”, segnalandoci i gruzzoli regione per regione: in testa, ovviamente, la Lombardia con 266 miliardi, seguita dall’Emilia-.Romagna con 99 e dal Veneto con 93; se guardiamo questa classifica partendo dal fondo, vediamo che penultima è la Basilicata con 3 miliardi, mentre l’ultima è il Molise con 2.3 miliardi; c’era da aspettarselo!!
Ricapitoliamo: la ricchezza complessiva delle famiglie italiane è aumentata del 3% rispetto al 2009 e questo già la dice lunga sulle “conseguenze” – vere o presunte – della famosa crisi; inoltre, poiché la classe media è in crisi, come dicono i consumi, mi sembra lapalissiano che questo aumento è solo dei “poveri imprenditori”.
Mi chiedo: sarebbe proprio immorale identificare questi “Paperoni” e tassarli di un ulteriore 10%, almeno finché questa crisi non avrà messo giudizio?

giovedì, aprile 21, 2011

PARADOSSI NEL MONDO 

Anzitutto definiamo quello che s’intende per “paradosso”, ovviamente secondo il fido Devoto-Oli: “tutto quello che è in contrasto con le più elementari norme del buon senso”; il tutto naturalmente mi perviene dalla consultazione della stampa quotidiana e merita – secondo me – di essere commentato.
Il primo paradossi lo rilevo da una notizia di stampa che, per l’ennesima volta, sostiene come l’Italia abbia necessità di un forte ricambio generazionale in campo politico; all’estero sostengono che da noi cambiano nome e indirizzo molti partiti politici ma i leader rimangono più o meno gli stessi; da notare che più della metà dei nostri deputati ha superato la cinquantina e non è un bel viatico per “costruire”: a quell’età o si è già costruito oppure….è meglio rinunciare.
Come ho già avuto modo di scrivere, sono favorevole in linea di principio ai “ricambi” generazionali, anche se peraltro, non imputo soltanto all’età più o meno giovane, l’inefficienza di una classe politica, la quale mostra proprio il suo lato peggiore, quello di essere arrivata nella stanza dei bottoni per fare soldi o comunque per sistemare gli amici e se stesso; insomma gente che non ha sogni da realizzare ma cose concrete da arraffare; insomma nessuno che faccia propria la famosa frase che ebbe a dire John Kennedy: “non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti invece cosa tu puoi fare per il tuo Paese”; temo che nella sua semplicità, questa frase racchiuda il senso autentico della politica.
Un altro paradosso lo leggo sui giornali e proviene da Londra, dove il Ministero della Salute offre la possibilità ai teenager di procrastinare la scelta del sesso a cui s’intende appartenere: una iniezione mensile blocca la pubertà ed in questo modo i ragazzini o le ragazzine, confusi su quale sponda approdare, possono fare una scelta più oculata, prima che nel loro organismo appaiano tratti spiccatamente maschili o femminili.
Insomma, la sanità britannica ha dato il via libera a questo trattamento che viene eseguito in un solo centro specializzato nella cura dei “disordini di identità di genere”; il trattamento è ovviamente a base di ormoni che impediranno lo sviluppo dei tratti sessuali tipici, in attesa che tale tipicità collimi con quella psichica.
Su questa iniziativa non mi sentirete fare commenti ironici, dato che trovo molto valido l’impegno della sanità inglese per questo problema: i casi di “confusione sessuale” portano a malattie psichiche gravissime e non consentono una piena attuazione dell’esistenza; quindi meglio vederci chiaro prima di andare avanti.
Un altro paradosso mi è capitato di leggerlo a fronte di un problema molto sentito: il divorzio; in Italia lo stesso può avvenire non prima di cinque anni dalla data della separazione, ma è in arrivo la soluzione del problema – un po’ cara, ma interessante – che prende l’avvio da un nuovo tipo di turismo, quello “divorzile”; in concreto, basta che la coppia prenda in affitto un appartamento in terra straniera, si intesti il contratto e le bollette delle utenze e, su questa base, chieda la residenza che viene data a tamburo battente; sei mesi dopo tale evento, la coppia fa istanza presso il locale Tribunale e in pochi mesi se ne ritorna in Italia munita di una copia conforme della sentenza di divorzio che lo stato civile italiano dovrà semplicemente trascrivere.
Si badi bene che i luoghi dove avvengono queste operazioni non sono Stati fantasma, bensì Nazioni Europee che applicano il regolamento 44/2001 del Consiglio Europeo; che dire? Solo che non capisco perché l’Italia non adotti anch’essa questa normativa e costringa i separati – pieni di soldi - ad andare all’estero; meglio non aggiungere altro!!

martedì, aprile 19, 2011

ACCENDIAMO L'INTERRUTTORE 

Nel trattare la vicenda del cooperante italiano, Vittorio Arrigoni, ucciso barbaramente dai fondamentalisti islamici, mi è venuto in mente un aforisma (credo di La Bruyère) che recita: “ci sono persone che parlano un momento prima di pensare”.; e di agire, aggiungo io!!
Eppure, nessuno di noi fa parte di piccoli isolotti, ma soltanto del continente “umanità”,anche se di questa appartenenza non ci rendiamo ben conto, in quanto continuiamo ad erigere frontiere, muri altissimi, tutte cose che dovrebbero “distinguere” le razze, le classi sociali e qunt’altro tutti noi rappresentiamo; ma come ho detto all’inizio: ricordiamoci di accendere l’interruttore con il cervello prima di parlare e agire!
Il povero Arrigoni, si stava spendendo nella striscia di Gaza per fare in modo che le due anime islamiche dei palestinesi – quelli di Hamas e quelli del salafismo – convivessero per far fronte al “nemico comune” Israele.
In Palestina, quindi, i tanti abitanti sono anche divisi, poiché gli islamici credenti si ritrovano anche contro l’anima moderata di Al Fatah e quindi le particelle di umanità si frazionano ancora di più, diventando sempre più esigue.
Ai fini conoscitivi, mentre non si scopre niente parlando di Al Fatah (la creatura fondata nel 1959 da Arafat), vorrei invece spendere qualche parola sul salafismo, la più radicale delle formazioni islamiche, che è responsabile diretta della uccisione di Arrigoni, rapito per ricattare Hamas e farsi consegnare alcuni detenuti pericolosi.
Ma torniamo ai “salafiti”: anzitutto sembra che gli appartenenti a questa frangia di fondamentalismo islamico siano qualche milione; inoltre, possiamo aggiungere che l’aspetto più interessante del salafismo è quello della volontà di dare corso ad una nuova interpretazione autentica dei testi coranici e della “tradizione” etico-giuiridica che si rifà ai primi tempi dell’islam, considerati una sorta di “Età dell’oro”, per ricrearne le condizioni in cui visse e agì il Profeta Muhammad (VII secolo) con i suoi fedeli.
Il primo aspetto che colpisce di questo salafismo è il desiderio di non mischiarsi con la “modernità” che viene considerata del tutto estranea e addirittura antagonista rispetto ai valori dell’Islam. E poi dedicarsi alla sconfitta – con ogni mezzo – dell’occidente agnostico o ateo; il culmine del progetto è quello di ri-fondare il califfato mondiale sotto la probabile dittatura di Osama Bin Laden. È un progetto che affonda le sue radici nel passato e si presenta come la "vera lettura" della fede musulmana, vista come una civiltà alternativa a quella esistente.
Siamo di fronte a qualcosa di simile a quello che accadde in un lontano passato con la sostituzione degli arabi con i turchi nella guida della civiltà islamica: allora l’Europa fu costretta a rispondere con le Crociate, in senso offensivo, e con una lunghissima guerra di contenimento dell’impero ottomano, in senso difensivo (Lepanto, Vienna…); oggi, la lotta è centrata su altre basi e su altri presupposti: anzitutto il terrorismo, con l’efferatezza delle sue azioni (nel caso di Arrigoni, si è arrivati addirittura a strozzarlo) e subito dopo con l’impiego dei kamikaze che sono ben disposti a barattare la propria vita con quella del maggior numero possibile di “infedeli”.
Ma se torniamo al “continente umanità” di cui parlavo all’inizio, credo che noi tutti, occidentali e orientali, possiamo guardarci negli occhi e subito dopo fare in modo che venga fuori la voce del dialogo dato che tutti abbiamo una paternità comune: l’uomo e la donna; il resto sono soltanto degli “orpelli” che l’uomo si è dato senza accendere l’interruttore che lo collega con il cervello; chiaro il concetto??

domenica, aprile 17, 2011

VERGOGNA!! 

Mentre il Paese continua a dibattersi in una crisi della quale non si intravede la fine – specie sotto il profilo dell’impatto con il mondo del lavoro – i partiti politici “una ne fanno e cento ne pensano”, tanto per usare una frase che sentivo dire da mia madre.
In barba a tutti i richiami, in barba addirittura ad un referendum che avrebbe dovuto azzerare i contributi alla politica, i cosiddetti nostri rappresentanti – già in possesso di 170milioni di euro l’anno di rimborsi elettorali – ne hanno escogitata una delle loro: istituire delle “fondazioni” con le quali rastrellare un’altra bella fetta di denaro pubblico (si quantifica in 185/milioni), portando così il totale degli introiti a oltre 350/milioni; “inventore” di quest’ultimo “colpo grosso” sarebbe tale Ugo Sposetti, primo firmatario della proposta di legge, in forza attualmente al PD, dopo avere militato in precedenza dai DS, dove ha ricoperto anche la carica di Tesoriere; dietro a lui tutta una pletora di “onorevoli” di tutte le caste politiche, cosicché la legge, quando e se passerà, sarà nata in forma “bipartisan”.
E questo per quanto riguarda “il centro”; se poi andiamo alla periferia, vediamo che le cose vanno ancora peggio: in Campania la politica costa – direttamente e indirettamente – 900/milioni l’anno, quasi quanto l’intera Camera dei Deputati; tale cifra deriva da quanto si investe nella regione devastata dai rifiuti per mantenere un sistema con 200mila professionisti, 16mila consulenti (con esclusione di quelli della Sanità) e 2mila consiglieri di amministrazioni delle varie aziende pubbliche.
Questi dati da fantapolitica, questi sprechi di denaro pubblico, vengono fuori a ciclo preordinato, ma con la stessa rapidità con cui appaiono, poi scompaiono per alcuni anni: insomma, questo – definito “casta” – è un sistema che non può assolutamente auto-riformarsi, perché sarebbe come supporre che i ladri si auto-arrestino. Insomma, si crea una realtà omogenea dove non esiste la minima differenza tra maggioranza ed opposizione e dove tutti sono tesi a tutelare “solo” i propri interessi di bottega.
E fin qui si è parlato di soldi; ma proviamo a parlare d’altro! Avete presente la vicenda “parentopoli” scoppiata a Roma e molto ben documentata dal servizio di Iacona su Rai3? In questo documento visivo, si indaga sulle assunzioni da “raccomandati” che escludono ogni concetto di merito ma presentano solo quello dell’appartenenza politica; ebbene, quello che emerge è l’assoluta indifferenza con la quale gli intervistati, i responsabili delle assunzioni legati alla parentela in ambito quasi tribale, rispondono alle domande dei giornalisti quasi increduli che ci si possa meravigliare di una prassi che cancella ogni idea di diritti, di merito, di classifica e via di questo passo.
Si pensi che l’ATC di Roma risulta avere assunto 854 dipendenti senza passare attraverso una qualsiasi forma di concorso, ma solo utilizzando la “conoscenza”; e inoltre quello che disorienta è il vedere, insieme a politici di varia estrazione, anche sindacalisti pronti a cooptare compaesani come nel caso dei 40 dipendenti, sempre ATAC, assunti a Sambuci, paese di 900 abitanti e di quelli che a Guidonia – per una qualche grazia “misteriosa” – hanno ricevuto la “chiamata diretta”; nessuno di questi signori, naturalmente, prova la minima vergogna, considerando il tutto come “fatto dovuto”.
Ed il sindacalista che quasi si scandalizza dello stupore di chi non apprezza che anche i suoi figli siano stati assunti nell’impresa in cui lavora? Ed è proprio questo chiamiamolo, “candore” a colpire maggiormente, perché è indice di quanto poco valga il concetto di “giustizia” che pure è tanto frequente nei dibattiti televisivi.

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