sabato, agosto 28, 2004
Italia, patria delle polemiche
Mi vedo costretto a tornare sulla tragica vicenda del giornalista Enzo Baldoni; il poveretto, come è noto, è morto; i parenti – la moglie e i figli in testa – hanno mostrato grande fermezza morale e senso della misura, chiedendo che l’ottimismo del povero Enzo possa germogliare tra tutti i popoli così come sta germogliando nella sua famiglia; le autorità, o presunte tali, sono invece in fibrillazione per vedere di cogliere qualche vantaggio dalla vicenda.
Rivediamola brevemente questa storia: Baldoni, di professione pubblicitario (copywriter), durante le ferie si reca in Irak per conto del "Diario", un settimanale diretto da Deaglio (Baldoni è anche titolare di un blog alla stregua del sottoscritto e di tanti altri); si unisce ad un convoglio della Croce Rossa Italiana per raggiungere Bagdad; la colonna di automezzi viene fatta segno al lancio di alcune bombe, una delle quali colpisce l’auto con Baldoni e l’autista; l’autista muore bruciato mentre il giornalista viene preso prigioniero da alcuni briganti che poi lo rivendono ad una banda di fanatici delinquenti, interessati solo a fomentare disordini e morte e a prendere – se possibile – anche soldi.
La Croce Rossa viene attivata in Italia e apre un proprio canale attraverso un ex colonnello del periodo di Saddam. Questo figuro rassicura gli italiani e si mette in moto per ottenere almeno il rinvio dell’ultimatum relativo al ritiro delle nostre truppe dall’Irak (48 ore).
Mentre i funzionari della Croce Rossa continuano a tampinare l’ex colonnello, i delinquenti uccidono Baldoni e fanno pervenire ad Al Jazeera un filmato con una immagine fissa della durata di 15" che riprende il giornalista steso sulla sabbia, apparentemente morto, ma non si capisce in quale modo (arma da fuoco, pugnale o altro?). L’emittente araba annuncia la morte dell’ostaggio ma si rifiuta di mettere in onda il video perché – a loro dire – troppo raccapricciante (con quello che hanno fatto vedere?? Mistero!).
Questa la sommaria ricostruzione degli eventi e, a questo punto si scatena la polemica in puro stile italiese: Deaglio accusa Scelli – Direttore della Croce Rossa – di aver fatto ben poco per salvare la vita a Baldoni; Scelli replica che il settimanale di Deaglio, non avendo segnalato la presenza in Irak del loro giornalista, è fortemente colpevole addirittura di una forma di incoscienza per i pericoli cui ha sottoposto un suo collaboratore.
Le forze politiche – complice anche il non ancora terminato periodo di ferie – si mantengono sulle loro posizioni di sempre.
Intanto, alle Olimpiadi di Atene, va in scena la partita di calcio tra Italia e Irak valevole per il terzo posto nel torneo di calcio: l’Italia si presenta con la banda nera al braccio, pur senza una formale autorizzazione ("se non la vogliono, che vengano a strapparcela" si dice rivolti ai vertici del Calcio); l’Irak non acconsente a portare la stessa fascia di lutto ("da noi muoiono tutti i giorni") e quindi si da inizio alla partita: l’Italia "spezza le reni all’Irak", pur vincendo col minimo scarto 1-0 ed esce trionfante dal campo: "il terzo posto raggiunto lo dedichiamo ad Enzo Baldoni", questa l’ennesima leggerezza che ho sentito in una vicenda così seria e che fa il paio con quanto affermato da un dirigente calcistico irakeno: "quando c’era Saddam lui era il nostro problema, ora che lui non c’è più abbiamo tanti altri problemi". Sarebbe come dire: ragazzi lasciateci stare, perché tanto non abbiamo nessuna possibilità di risolvere i nostri problemi, e forse neppure lo vogliamo.
A proposito, e per concludere: la squadra di calcio era formata da giocatori che operano tutti in altri campionati di calcio (Siria, Barhein, Arabia Saudita e qualcuno anche in Europa); questo tanto per dire che non esistono gli "allenamenti sotto le bombe" o "le corse tra le macerie", con buona pace di tutti coloro che l’hanno scritto.
Rivediamola brevemente questa storia: Baldoni, di professione pubblicitario (copywriter), durante le ferie si reca in Irak per conto del "Diario", un settimanale diretto da Deaglio (Baldoni è anche titolare di un blog alla stregua del sottoscritto e di tanti altri); si unisce ad un convoglio della Croce Rossa Italiana per raggiungere Bagdad; la colonna di automezzi viene fatta segno al lancio di alcune bombe, una delle quali colpisce l’auto con Baldoni e l’autista; l’autista muore bruciato mentre il giornalista viene preso prigioniero da alcuni briganti che poi lo rivendono ad una banda di fanatici delinquenti, interessati solo a fomentare disordini e morte e a prendere – se possibile – anche soldi.
La Croce Rossa viene attivata in Italia e apre un proprio canale attraverso un ex colonnello del periodo di Saddam. Questo figuro rassicura gli italiani e si mette in moto per ottenere almeno il rinvio dell’ultimatum relativo al ritiro delle nostre truppe dall’Irak (48 ore).
Mentre i funzionari della Croce Rossa continuano a tampinare l’ex colonnello, i delinquenti uccidono Baldoni e fanno pervenire ad Al Jazeera un filmato con una immagine fissa della durata di 15" che riprende il giornalista steso sulla sabbia, apparentemente morto, ma non si capisce in quale modo (arma da fuoco, pugnale o altro?). L’emittente araba annuncia la morte dell’ostaggio ma si rifiuta di mettere in onda il video perché – a loro dire – troppo raccapricciante (con quello che hanno fatto vedere?? Mistero!).
Questa la sommaria ricostruzione degli eventi e, a questo punto si scatena la polemica in puro stile italiese: Deaglio accusa Scelli – Direttore della Croce Rossa – di aver fatto ben poco per salvare la vita a Baldoni; Scelli replica che il settimanale di Deaglio, non avendo segnalato la presenza in Irak del loro giornalista, è fortemente colpevole addirittura di una forma di incoscienza per i pericoli cui ha sottoposto un suo collaboratore.
Le forze politiche – complice anche il non ancora terminato periodo di ferie – si mantengono sulle loro posizioni di sempre.
Intanto, alle Olimpiadi di Atene, va in scena la partita di calcio tra Italia e Irak valevole per il terzo posto nel torneo di calcio: l’Italia si presenta con la banda nera al braccio, pur senza una formale autorizzazione ("se non la vogliono, che vengano a strapparcela" si dice rivolti ai vertici del Calcio); l’Irak non acconsente a portare la stessa fascia di lutto ("da noi muoiono tutti i giorni") e quindi si da inizio alla partita: l’Italia "spezza le reni all’Irak", pur vincendo col minimo scarto 1-0 ed esce trionfante dal campo: "il terzo posto raggiunto lo dedichiamo ad Enzo Baldoni", questa l’ennesima leggerezza che ho sentito in una vicenda così seria e che fa il paio con quanto affermato da un dirigente calcistico irakeno: "quando c’era Saddam lui era il nostro problema, ora che lui non c’è più abbiamo tanti altri problemi". Sarebbe come dire: ragazzi lasciateci stare, perché tanto non abbiamo nessuna possibilità di risolvere i nostri problemi, e forse neppure lo vogliamo.
A proposito, e per concludere: la squadra di calcio era formata da giocatori che operano tutti in altri campionati di calcio (Siria, Barhein, Arabia Saudita e qualcuno anche in Europa); questo tanto per dire che non esistono gli "allenamenti sotto le bombe" o "le corse tra le macerie", con buona pace di tutti coloro che l’hanno scritto.
venerdì, agosto 27, 2004
Zibaldone n.6
Tratto in questo post quattro argomenti; il primo è ovviamente la barbara uccisione del nostro connazionale Enzo Baldoni, comunicata dai sedicenti terroristi (in realtà sono dei delinquenti e così li chiamerò nel prosieguo) con un video così agghiacciante, così ributtante che neppure la TV araba Al Jazeera – abituata ai video horror – si è sentita di mandare in onda, limitandosi alla segnalazione audio dell’esecuzione.
In queste prime ore dal tragico evento, si sono sprecate le dichiarazioni di personalità e uomini politici: quasi tutti hanno usato il termine "barbarie" per indicare il gesto e "barbari" per coloro che l’hanno eseguito.
E’ vero, sono d’accordo, quelli che io definisco delinquenti – come ebbi modo di definire delinquenti i B.R. nostrali – possono essere chiamati anche barbari; però attenzione: questi delinquenti hanno ucciso il povero Baldoni nel giorno precedente all’effettuazione della partita di calcio (valevole per il terzo posto) tra Italia e Irak alle Olimpiadi di Atene.
Mi chiederete: ma che c’entra? C’entra, c’entra, poiché il rilancio massmediale viene enormemente amplificato dal connubio con lo sport; pensiamo che i telespettatori che giornalmente si sintonizzano sui canali televisivi che trasmettono le Olimpiadi sono oltre due miliardi.
Possiamo dire quindi che i delinquenti, oltre che barbari sono anche figli di p…che sanno gestire gli eventi con un’ottica rivolta agli strumenti della comunicazione di massa, cioè a quanto di più moderno si possa immaginare.
Il secondo fatto – più ridanciano – è riferito ancora alla "bandana del cavaliere"; molti politici, dopo le iniziali battutine, si sono accorti del colpo massmediale che il Berlusca ha messo a segno, tanto che dalle battute sono passati ai tentativi di emulazione.
Sembra che Storace (A.N.), governatore del Lazio, abbia promesso un piercing all’orecchio con foro del lobo realizzato in pubblico.
Questi sono i nostri eroi, non c’è da stupirsi di quello che dicono o di quello che fanno. C’è solo da chiedersi quanto ancora dureranno a combinare guai e a guadagnare le cifre che conosciamo. Una volta si diceva: "ha da venì baffone", ma ora?
Il terzo evento si riferisce alle Olimpiadi di Atene: la finale dei 200 metri di atletica ha subito un ritardo di circa venti minuti per gli schiamazzi degli spettatori greci i quali protestavano per l’assenza di un loro beniamino squalificato dalla sua Federazione per essersi sottratto, in modo fraudolento, ad un controllo antidoping a sorpresa.
Abbiamo assistito alle suppliche degli atleti rivolti agli spettatori di calmarsi e di lasciarli gareggiare: niente da fare, finché non si sono stancati di urlare non c’è stata partenza.
Il tutto, alla faccia dello spirito olimpico e del povero Marchese De Coubertin!
Il quarto e ultimo fatto che – secondo me – merita una trattazione è la "fuitina" (come si dice in Sicilia delle fughe in cui sono tutti d’accordo) del brigatista rosso pluriomicida Cesare Battisti che, rintracciato in Francia e sottoposto a misure cautelari in attesa dell’estradizione, ha pensato bene di seguire i consigli dei "compagni" sinistrorsi che lo sconsigliavano caldamente di rientrare in Italia dove dovrebbe scontare svariati ergastoli e si è reso uccel di bosco con la segreta benedizione delle autorità politiche e giudiziarie francesi.
E così, anche in questo caso, si è consumata la solita, stantia "commedia" e le ignorate vittime del terrorista sono state gabbate per l’ennesima volta; tanto cosa diavolo rappresentano questi rompiscatole di parenti e congiunti di caduti?
Lasciamo perdere, per decenza e per carità di Patria!
In queste prime ore dal tragico evento, si sono sprecate le dichiarazioni di personalità e uomini politici: quasi tutti hanno usato il termine "barbarie" per indicare il gesto e "barbari" per coloro che l’hanno eseguito.
E’ vero, sono d’accordo, quelli che io definisco delinquenti – come ebbi modo di definire delinquenti i B.R. nostrali – possono essere chiamati anche barbari; però attenzione: questi delinquenti hanno ucciso il povero Baldoni nel giorno precedente all’effettuazione della partita di calcio (valevole per il terzo posto) tra Italia e Irak alle Olimpiadi di Atene.
Mi chiederete: ma che c’entra? C’entra, c’entra, poiché il rilancio massmediale viene enormemente amplificato dal connubio con lo sport; pensiamo che i telespettatori che giornalmente si sintonizzano sui canali televisivi che trasmettono le Olimpiadi sono oltre due miliardi.
Possiamo dire quindi che i delinquenti, oltre che barbari sono anche figli di p…che sanno gestire gli eventi con un’ottica rivolta agli strumenti della comunicazione di massa, cioè a quanto di più moderno si possa immaginare.
Il secondo fatto – più ridanciano – è riferito ancora alla "bandana del cavaliere"; molti politici, dopo le iniziali battutine, si sono accorti del colpo massmediale che il Berlusca ha messo a segno, tanto che dalle battute sono passati ai tentativi di emulazione.
Sembra che Storace (A.N.), governatore del Lazio, abbia promesso un piercing all’orecchio con foro del lobo realizzato in pubblico.
Questi sono i nostri eroi, non c’è da stupirsi di quello che dicono o di quello che fanno. C’è solo da chiedersi quanto ancora dureranno a combinare guai e a guadagnare le cifre che conosciamo. Una volta si diceva: "ha da venì baffone", ma ora?
Il terzo evento si riferisce alle Olimpiadi di Atene: la finale dei 200 metri di atletica ha subito un ritardo di circa venti minuti per gli schiamazzi degli spettatori greci i quali protestavano per l’assenza di un loro beniamino squalificato dalla sua Federazione per essersi sottratto, in modo fraudolento, ad un controllo antidoping a sorpresa.
Abbiamo assistito alle suppliche degli atleti rivolti agli spettatori di calmarsi e di lasciarli gareggiare: niente da fare, finché non si sono stancati di urlare non c’è stata partenza.
Il tutto, alla faccia dello spirito olimpico e del povero Marchese De Coubertin!
Il quarto e ultimo fatto che – secondo me – merita una trattazione è la "fuitina" (come si dice in Sicilia delle fughe in cui sono tutti d’accordo) del brigatista rosso pluriomicida Cesare Battisti che, rintracciato in Francia e sottoposto a misure cautelari in attesa dell’estradizione, ha pensato bene di seguire i consigli dei "compagni" sinistrorsi che lo sconsigliavano caldamente di rientrare in Italia dove dovrebbe scontare svariati ergastoli e si è reso uccel di bosco con la segreta benedizione delle autorità politiche e giudiziarie francesi.
E così, anche in questo caso, si è consumata la solita, stantia "commedia" e le ignorate vittime del terrorista sono state gabbate per l’ennesima volta; tanto cosa diavolo rappresentano questi rompiscatole di parenti e congiunti di caduti?
Lasciamo perdere, per decenza e per carità di Patria!
giovedì, agosto 26, 2004
Calcio e Tribunali
Come ho già avuto modo di commentare non molto tempo fa, quando il calcio imbocca la strada dei Tribunali la situazione diventa incontrollabile, sia dalle strutture sportive che da quelle giudiziarie: in pratica si raggiunge la totale incertezza della legge (entrambe) e della sua applicazione.
In questi giorni ci sono due casi aperti in contemporanea presso i Tribunali e presso la Federazione Calcistica: la vicenda del calcio-scommesse e quella del fallimento del Napoli; vediamole singolarmente e facciamoci qualche commento.
La prima nasce dalle autorità giudiziarie che, attraverso tutta una serie di strumenti investigativi comprese le intercettazioni telefoniche, hanno rinviato a giudizio un certo numero di persone (giocatori, allenatori e dirigenti) e alcune società calcistiche (Siena, Sampdoria, Chievo e Modena) con varie ipotesi di reato, la più importante delle quali è indubbiamente quella di frode sportiva.
Le autorità sportive si sono accodate e hanno dato inizio ad un procedimento che ha portato il procuratore federale a chiedere pene (ovviamente sportive) molto severe ed il tribunale calcistico a cassarle quasi tutte.
Ora c’è da chiedersi cosa avverrebbe se il Tribunale (quello vero), magari nel corso del 2005 quindi a campionato già in corso, dovesse ribaltare queste decisioni delle autorità sportive; queste ultime di adeguerebbero alle decisioni della magistratura quindi rivedendo le proprie, oppure continuerebbero per la propria strada?
In entrambi i casi le polemiche si sprecherebbero.
L’altra vicenda che ha visto Federazione Calcistica e Tribunale su opposte sponde, con scontri anche di una certa violenza, riguarda il fallimento del Napoli Calcio; sotto il profilo sportivo, il fallimento della società per azioni che gestisce la struttura calcistica comporta l’esclusione dal campionato e, per un normativa recente (il cosiddetto Lodo Petrucci), la retrocessione di una sola categoria (per esempio dalla serie A alla B; dalla B alla C, e via discorrendo) in sostituzione di quello che era qualche tempo fa: la ncancellazione!
Balza subito evidente che sotto il profilo giuridico la norma è palesemente assurda e infatti il curatore del fallimento nominato dal Tribunale, si è opposto a tale procedura in quanto il "titolo sportivo" è l’unico bene che la società può vantare per soddisfare i creditori e quindi il suo annacquamento (causa retrocessione) comporta un danno palese nei confronti del complesso degli aventi diritto. Il curatore, quindi, chiede che il Napoli disputi il prossimo campionato nella stessa categoria (serie B).
In questo caso è ancora più macroscopico il divario tra autorità sportive e magistratura: le prime, imponendo (giustamente dal loro punto di vista) una punizione per la cattiva gestione della società arrecano un danno ai creditori e quindi – dicono gli avvocati – è come se in caso di fallimento di un Bar, l’Associazione di categoria autorizzasse la riapertura del locale ma solo per la vendita del tè e non del caffè e senza servizio ai tavoli.
Tutto questo è la diretta conseguenza della novità (di non molti anni fa) con cui le società calcistiche professioniste sono state costrette a strutturarsi come spa, cioè società di capitali e quindi ad essere assoggettate, prima che agli statuti federali, al Codice Civile.
Leggo in questi giorni che tra la Federazione e il Tribunale di Napoli sarebbe in corso una sorta di trattativa; ma come è possibili trattare su precise norme giuridiche?
Comunque, di entrambe le vicende ne sentiremo ancora parecchio parlare!
In questi giorni ci sono due casi aperti in contemporanea presso i Tribunali e presso la Federazione Calcistica: la vicenda del calcio-scommesse e quella del fallimento del Napoli; vediamole singolarmente e facciamoci qualche commento.
La prima nasce dalle autorità giudiziarie che, attraverso tutta una serie di strumenti investigativi comprese le intercettazioni telefoniche, hanno rinviato a giudizio un certo numero di persone (giocatori, allenatori e dirigenti) e alcune società calcistiche (Siena, Sampdoria, Chievo e Modena) con varie ipotesi di reato, la più importante delle quali è indubbiamente quella di frode sportiva.
Le autorità sportive si sono accodate e hanno dato inizio ad un procedimento che ha portato il procuratore federale a chiedere pene (ovviamente sportive) molto severe ed il tribunale calcistico a cassarle quasi tutte.
Ora c’è da chiedersi cosa avverrebbe se il Tribunale (quello vero), magari nel corso del 2005 quindi a campionato già in corso, dovesse ribaltare queste decisioni delle autorità sportive; queste ultime di adeguerebbero alle decisioni della magistratura quindi rivedendo le proprie, oppure continuerebbero per la propria strada?
In entrambi i casi le polemiche si sprecherebbero.
L’altra vicenda che ha visto Federazione Calcistica e Tribunale su opposte sponde, con scontri anche di una certa violenza, riguarda il fallimento del Napoli Calcio; sotto il profilo sportivo, il fallimento della società per azioni che gestisce la struttura calcistica comporta l’esclusione dal campionato e, per un normativa recente (il cosiddetto Lodo Petrucci), la retrocessione di una sola categoria (per esempio dalla serie A alla B; dalla B alla C, e via discorrendo) in sostituzione di quello che era qualche tempo fa: la ncancellazione!
Balza subito evidente che sotto il profilo giuridico la norma è palesemente assurda e infatti il curatore del fallimento nominato dal Tribunale, si è opposto a tale procedura in quanto il "titolo sportivo" è l’unico bene che la società può vantare per soddisfare i creditori e quindi il suo annacquamento (causa retrocessione) comporta un danno palese nei confronti del complesso degli aventi diritto. Il curatore, quindi, chiede che il Napoli disputi il prossimo campionato nella stessa categoria (serie B).
In questo caso è ancora più macroscopico il divario tra autorità sportive e magistratura: le prime, imponendo (giustamente dal loro punto di vista) una punizione per la cattiva gestione della società arrecano un danno ai creditori e quindi – dicono gli avvocati – è come se in caso di fallimento di un Bar, l’Associazione di categoria autorizzasse la riapertura del locale ma solo per la vendita del tè e non del caffè e senza servizio ai tavoli.
Tutto questo è la diretta conseguenza della novità (di non molti anni fa) con cui le società calcistiche professioniste sono state costrette a strutturarsi come spa, cioè società di capitali e quindi ad essere assoggettate, prima che agli statuti federali, al Codice Civile.
Leggo in questi giorni che tra la Federazione e il Tribunale di Napoli sarebbe in corso una sorta di trattativa; ma come è possibili trattare su precise norme giuridiche?
Comunque, di entrambe le vicende ne sentiremo ancora parecchio parlare!
mercoledì, agosto 25, 2004
Velocità di auto e camion
Torniamo sui due post di alcuni giorni fa riguardanti la velocità sviluppata da auto e camion; come ricorderete proponevo l’installazione sulle macchine di quella specie di "scatola nera" che già esiste sui camion (o forse solo sui TIR, questo non lo so).
Vediamo allora che tipo di normativa esiste per i "bisonti della strada"; avrete notato che questi mezzi hanno, situato nella parte posteriore, due tondini cerchiati di rosso in campo bianco, con due numeri (in genere 70 e 90) che evidentemente rappresentano il limite di velocità del mezzo rispettivamente su strade ordinarie e su autostrade.
Prima osservazione: e sulle superstrade qual è il limite? Probabilmente 70, ma non è per niente chiaro; comunque ammettiamo che sia così.
Ora domandiamoci se questi limiti di velocità sono minimamente rispettati: per mia esperienza personale, assolutamente no!
Andiamo avanti con la seconda osservazione: se gli autisti non rispettano i limiti imposti, la "scatola nera" dovrebbe riportare questa inadempienza e quindi mi domando come sia possibile che la Polizia Stradale non elevi centinaia o forse migliaia di contravvenzioni giornaliere. L’ipotesi è che il marchingegno abbia già trovato un contro-marchingegno e che le istituzioni – per quieto vivere o per qualcosa di peggio – chiudano un occhio o tutti e due su questo andazzo.
Certo che se è così, mi sembra completamente inutile anche il solo ipotizzarne la sua utilizzazione sulle automobili che, essendo un numero maggiore, potrebbero aprire un florido mercato di contro-marchingegni e quindi vanificare l'iniziativa.
Non possiamo però arrenderci al malcostume e rinunciare ad una iniziativa che per me, ma anche per molti che hanno favorevolmente commentato l’idea, potrebbe risultare potenzialmente utile alla circolazione automobilistica.
E poi – dato che l’appetito vien mangiando – ci potrebbe essere un’altra scatoletta da utilizzare solo in autostrada e che verrebbe innescata alla stazione d’ingresso e "scaricata" elettronicamente in un apposito aggeggio in carico alla stazione di uscita; se in questa sorta di elettrocardiogramma si rileva che durante il percorso sono state commesse delle irregolarità, viene compilato una specie di "conto" comprendente la somma a carico dell’autista della macchina e, con la frase ormai celebre "concilia?", viene richiesto l’importo della multa e/o annotato sulla patente l’eventuale numero di bollini da togliere.
Questo rilevatore elettronico potrebbe addirittura segnalare altri tipi di irregolarità rilevabili da ulteriori sensori che già adesso alcune auto di prestigio hanno a bordo (esempio: il sensore di distanza con l’auto davanti e/o con quella di dietro).
Come si vede, le cose che potenzialmente la tecnologia ci consentirebbe di fare sono tantissime; ovviamente sarebbe indispensabile la volontà politica per realizzare tutto un programma che poi – badate bene – sarebbe a beneficio dell’intera umanità, sotto il profilo della salute fisica, e consentirebbe anche di risparmiare cifre importanti che invece vengono gettate al vento nella miriade di rimborsi e rimborsini dei vari incidenti automobilistici che certamente diminuirebbero di numero e di gravità.
Ma ci sarà la volontà di cominciare almeno a parlarne? Non ci giurerei!
Vediamo allora che tipo di normativa esiste per i "bisonti della strada"; avrete notato che questi mezzi hanno, situato nella parte posteriore, due tondini cerchiati di rosso in campo bianco, con due numeri (in genere 70 e 90) che evidentemente rappresentano il limite di velocità del mezzo rispettivamente su strade ordinarie e su autostrade.
Prima osservazione: e sulle superstrade qual è il limite? Probabilmente 70, ma non è per niente chiaro; comunque ammettiamo che sia così.
Ora domandiamoci se questi limiti di velocità sono minimamente rispettati: per mia esperienza personale, assolutamente no!
Andiamo avanti con la seconda osservazione: se gli autisti non rispettano i limiti imposti, la "scatola nera" dovrebbe riportare questa inadempienza e quindi mi domando come sia possibile che la Polizia Stradale non elevi centinaia o forse migliaia di contravvenzioni giornaliere. L’ipotesi è che il marchingegno abbia già trovato un contro-marchingegno e che le istituzioni – per quieto vivere o per qualcosa di peggio – chiudano un occhio o tutti e due su questo andazzo.
Certo che se è così, mi sembra completamente inutile anche il solo ipotizzarne la sua utilizzazione sulle automobili che, essendo un numero maggiore, potrebbero aprire un florido mercato di contro-marchingegni e quindi vanificare l'iniziativa.
Non possiamo però arrenderci al malcostume e rinunciare ad una iniziativa che per me, ma anche per molti che hanno favorevolmente commentato l’idea, potrebbe risultare potenzialmente utile alla circolazione automobilistica.
E poi – dato che l’appetito vien mangiando – ci potrebbe essere un’altra scatoletta da utilizzare solo in autostrada e che verrebbe innescata alla stazione d’ingresso e "scaricata" elettronicamente in un apposito aggeggio in carico alla stazione di uscita; se in questa sorta di elettrocardiogramma si rileva che durante il percorso sono state commesse delle irregolarità, viene compilato una specie di "conto" comprendente la somma a carico dell’autista della macchina e, con la frase ormai celebre "concilia?", viene richiesto l’importo della multa e/o annotato sulla patente l’eventuale numero di bollini da togliere.
Questo rilevatore elettronico potrebbe addirittura segnalare altri tipi di irregolarità rilevabili da ulteriori sensori che già adesso alcune auto di prestigio hanno a bordo (esempio: il sensore di distanza con l’auto davanti e/o con quella di dietro).
Come si vede, le cose che potenzialmente la tecnologia ci consentirebbe di fare sono tantissime; ovviamente sarebbe indispensabile la volontà politica per realizzare tutto un programma che poi – badate bene – sarebbe a beneficio dell’intera umanità, sotto il profilo della salute fisica, e consentirebbe anche di risparmiare cifre importanti che invece vengono gettate al vento nella miriade di rimborsi e rimborsini dei vari incidenti automobilistici che certamente diminuirebbero di numero e di gravità.
Ma ci sarà la volontà di cominciare almeno a parlarne? Non ci giurerei!
lunedì, agosto 23, 2004
Zibaldone n. 5
Ancora tre argomenti da trattare in questo post di inizio settimana: il primo, anche per legare con quanto trattato nei due post precedenti, si riferisce all’andamento del traffico nel recente week end che rappresenta il primo rientro dei villeggianti dalle vacanze.
Contrariamente a quanto veniva previsto dai soliti addetti televisivi, il traffico sembra andato molto meglio del solito; gli automobilisti sembrerebbero rinfurbiti e seguaci dei cosiddetti rientri intelligenti, cioè non si sono ammassati tutti nelle stesse ore ma hanno scaglionato le partenze nelle varie ore del giorno.
Gli unici ingorghi sono segnalati a seguito di cantieri di lavoro oppure per alcuni tamponamenti di poco conto.
Per quanto riguarda i lavori stradali, meriterebbe analizzare la situazione del nostro Paese anche in relazione a quello che avviene all’estero, ma con dati numerici effettivamente controllabili. Se ci basiamo empiricamente sulle sensazioni, posso dire che nelle mie rare uscite dai sacri confini, mi è sembrato che i lavori negli altri Paesi siano inferiori rispetto ai nostri. Di questa situazione, però, non ho alcun dato, quindi vale soltanto a livello di sensazione.
Il secondo argomento – anche se può apparire una minestra riscaldata – è ancora "la bandana del cavaliere": non ci crederete, ma è diventata di moda tra gli annoiati villeggianti sempre alla ricerca di novità. Il primo a farne sfoggio è stato – manco a dirlo – il fedele Fede, che si è subito allineato a Lui e si è presentato a Capri con il nuovo copricapo che pero, nel suo caso, copriva una folta chioma, non come quella del cavaliere che è…in riparazione.
Nessuno ci ha pensato, ma come al solito il nostro premier ha pensato agli interessi del Paese e, per incrementare il PIL ha pensato bene di immettere nell’abbigliamento degli italiani un nuovo capo (importante!): la bandana. Non ho dati macro-economici ma sono certo che il PIL ha fatto un bel balzo in avanti con il nuovo prodotto.
Cosa vogliamo di più da un Primo Ministro che anche quando sembra operare nel privato (cioè la pelata) ha sempre il pensiero rivolto al bene comune; diciamo allora – unendoci al bravo Emilio Fede – che Dio ce lo conservi!
Come terzo argomento, avrei pensato di chiudere con lo sport; da una parte le Olimpiadi che, a parte alcuni spiacevoli situazioni di doping, stanno mostrando il meglio della gioventù mondiale che si cimenta cavallerescamente negli sport olimpici: questo dovrebbe essere l’assioma, ma anche qui si registrano polemiche tra atleti, frecciate su arbitri corrotti, litigi tra dirigenti ed altre amenità del genere.
Non c’è da essere sconsolati, ma solo da registrare che è tutto maledettamente scontato; per quanto riguarda la nostra squadra, mi sembra che si stia comportando abbastanza bene, come del resto auspicato dal nostro Presidente Ciampi .
Sempre nella categoria "sport" dobbiamo registrare il processo in federazione dei giocatori, degli allenatori e dei dirigenti implicati nel cosiddetto caso del "calcio scommesse", con richieste di pene molto severe; anche qui niente di nuovo sotto il sole, con l’eccezione – forse – del caso del sig.Bettarini in Ventura che sembra essere una specie di recordmen dei messaggini tramite cellulare.
Mi sembra di averlo detto già una volta, ma comunque mi piace ripetere la frase pronunciata dall’allenatore Boskov nel suo stentato italiano: "giocatori di calcio usano testa solo per appoggiare cappello". Come non essere d’accordo?
Contrariamente a quanto veniva previsto dai soliti addetti televisivi, il traffico sembra andato molto meglio del solito; gli automobilisti sembrerebbero rinfurbiti e seguaci dei cosiddetti rientri intelligenti, cioè non si sono ammassati tutti nelle stesse ore ma hanno scaglionato le partenze nelle varie ore del giorno.
Gli unici ingorghi sono segnalati a seguito di cantieri di lavoro oppure per alcuni tamponamenti di poco conto.
Per quanto riguarda i lavori stradali, meriterebbe analizzare la situazione del nostro Paese anche in relazione a quello che avviene all’estero, ma con dati numerici effettivamente controllabili. Se ci basiamo empiricamente sulle sensazioni, posso dire che nelle mie rare uscite dai sacri confini, mi è sembrato che i lavori negli altri Paesi siano inferiori rispetto ai nostri. Di questa situazione, però, non ho alcun dato, quindi vale soltanto a livello di sensazione.
Il secondo argomento – anche se può apparire una minestra riscaldata – è ancora "la bandana del cavaliere": non ci crederete, ma è diventata di moda tra gli annoiati villeggianti sempre alla ricerca di novità. Il primo a farne sfoggio è stato – manco a dirlo – il fedele Fede, che si è subito allineato a Lui e si è presentato a Capri con il nuovo copricapo che pero, nel suo caso, copriva una folta chioma, non come quella del cavaliere che è…in riparazione.
Nessuno ci ha pensato, ma come al solito il nostro premier ha pensato agli interessi del Paese e, per incrementare il PIL ha pensato bene di immettere nell’abbigliamento degli italiani un nuovo capo (importante!): la bandana. Non ho dati macro-economici ma sono certo che il PIL ha fatto un bel balzo in avanti con il nuovo prodotto.
Cosa vogliamo di più da un Primo Ministro che anche quando sembra operare nel privato (cioè la pelata) ha sempre il pensiero rivolto al bene comune; diciamo allora – unendoci al bravo Emilio Fede – che Dio ce lo conservi!
Come terzo argomento, avrei pensato di chiudere con lo sport; da una parte le Olimpiadi che, a parte alcuni spiacevoli situazioni di doping, stanno mostrando il meglio della gioventù mondiale che si cimenta cavallerescamente negli sport olimpici: questo dovrebbe essere l’assioma, ma anche qui si registrano polemiche tra atleti, frecciate su arbitri corrotti, litigi tra dirigenti ed altre amenità del genere.
Non c’è da essere sconsolati, ma solo da registrare che è tutto maledettamente scontato; per quanto riguarda la nostra squadra, mi sembra che si stia comportando abbastanza bene, come del resto auspicato dal nostro Presidente Ciampi .
Sempre nella categoria "sport" dobbiamo registrare il processo in federazione dei giocatori, degli allenatori e dei dirigenti implicati nel cosiddetto caso del "calcio scommesse", con richieste di pene molto severe; anche qui niente di nuovo sotto il sole, con l’eccezione – forse – del caso del sig.Bettarini in Ventura che sembra essere una specie di recordmen dei messaggini tramite cellulare.
Mi sembra di averlo detto già una volta, ma comunque mi piace ripetere la frase pronunciata dall’allenatore Boskov nel suo stentato italiano: "giocatori di calcio usano testa solo per appoggiare cappello". Come non essere d’accordo?