venerdì, aprile 26, 2013
GRAMSCI E...GLI ALTRI
Scrive In una lettera del 1924, Antonio
Gramsci, padre nobile del socialismo mondiale e, in particolare italiano, in
merito alla drammatica situazione di allora (fascismo): “Dei fanciulli e degli
idioti si trovano ad essere l’espressione politica della situazione e piangono
o impazziscono sotto il peso della responsabilità storica che all’improvviso
grava sulle loro spalle di dilettanti ambiziosi irresponsabili; la tragedia e
la farsa si alternano sulla scena senza alcuna connessione”.
Ditemi voi se le frasi che compongono questa
lettera di quasi 90 anni or sono, non potrebbero essere scritte adesso da un
osservatore disincantato e curioso di capire dove si andrà a finire.
L’insipienza degli attuali addetti al governo
della cosa pubblica, sta rifugiandosi dietro un paravento che “sembra” ampio,
ma in realtà mostra delle larghe crepe dalle quali si vede tutto quello che c’è
di là: sto parlando dell’accenno al semipresidenzialismo alla francese (vecchio
pallino di Berlusconi) con la finalità di giungere al più presto possibile ad
un vero e proprio “presidenzialismo”; e sarà la sinistra a portare avanti
questi concetti. E pensare che fino a pochissimi anni fa, se un esponente della
sinistra avesse osato parlare di questo, sarebbe stato tacciato di eresia
politica, in quanto tutte le sinistre hanno sempre rifuggito il sistema che
mette il potere nelle mani di “un solo uomo”, anche se le sue decisioni sono
sempre temperate dal Parlamento.
Nell’attuale nostra disgraziata situazione, il
PD – completamente allo sfascio – cerca di usare la figura carismatica di
Napolitano per turare le falle del suo operato e si mette in mano a lui per
tutto e in tutto; eppure Napolitano è “un comunista della vecchia scuola” e ben
conosce questo particolare atteggiamento, eppure è rimasto invischiato nella
pania delle riverenze di tutta la classe politica – escluso Grillo – al “grande
vecchio” e ha preso in pugno la situazione e cerca di dare al Paese un
indirizzo politico al fine di affrontare – e possibilmente risolvere – i tanti
problemi ancora sul tappeto.
Quello che stupisce è che il Presidente non
dovrebbe avere un ruolo di indirizzo politico, in quanto è garante dell’unità
nazionale (così recita la
Costituzione); ed allora, la foglia di fico dietro la quale
si nasconde questa “irregolarità costituzionale”, è un semplice artificio con
cui l’intervento di copertura viene riempito di un forte tasso di “tecnicità”,
a scapito della politica e quindi si tenderebbe a volgere la prua della barca
verso qualcosa che rasenta l’emergenza nazionale, sulla scorta della quale si
agisce per il bene comune.
Del resto, questa prassi era già stata
seguita da Napolitano nei confronti del precedente governo Monti, in cui si
aveva i tecnici che sottoponevano al Parlamento (organo politico) dei
provvedimenti che i politici approvavano o rinviavano al mittente.
Nel prossimo – a chiunque sia affidata la
guida – si avrà la “longa mano” del Presidente che – sulla scorta delle
indicazioni dei “saggi” avrà un governo di carattere politico che attuerà un
programma dettato da tecnici (i saggi) e supervisionato dal vero “comandante”:
il Presidente Napolitano.
Nei miei tanti anni di vita, ne ho viste di
cotte e di crude e questa è solo una delle tante situazioni “anomale” in cui
l’Italia cade periodicamente; certo che il buon Napolitano avrà fatto
sicuramente un pensierino a quello che gli avrebbe detto il suo “vecchio capo”
– Palmiro Togliatti - nel vederlo infognato in questa situazione; però, c’è da dire che una situazione incasinata
come quella che si ha in Italia sarebbe di difficile gestione anche per smagati
politici del passato, figuriamoci per questi attuali!!
mercoledì, aprile 24, 2013
RIPENSANDO ALLE VACANZE
So benissimo che questo post avrà come
conseguenza delle etichettature nei miei confronti che non saranno propriamente
lusinghiere; verrò tacciato di “retrogrado”, di “non riuscire ad essere al
passo con i tempi” e, infine, di “vecchio”.
Sia chiaro che tutti questi epiteti sono più
che meritati e quindi non provo neppure a respingere tutto quello che si potrà
dire su di me e in particolare sulla mia mentalità che puzza di stantio lontano
un miglio.
Ma vediamo di chiarirci: anzitutto stiamo
parlando della preparazione delle vacanze e dividiamo il problema in due grosse fasce, quella relativa ai figli
e quella per noi; nella prima ci si preoccupava di rifornire i giovani di due
cose: i gettoni telefonici in modo che potesse scattare la consueta e promessa
telefonata giornaliera e una certa quantità di soldi in più, oltre quelli
previsti per il sostentamento, da utilizzare per l’acquisto delle cartoline da
inviare a parenti ed amici.
Nel caso dei gettoni telefonici, adesso non
esistono più e quindi si farebbe fatica a parlarne; basti dire che venti e più
anni fa, il collegamento con la famiglia avveniva soltanto attraverso la linea
telefonica “fissa” e passava attraverso una cabina telefonica ed erano
indispensabili i gettoni, la cui entità variava con la distanza da raggiungere
attraverso il telefono. Il cellulare ha cambiato tutto!! Fin qui è tutto
chiaro??
Passiamo ora alle cartoline, altro “rito” che
faceva parte delle vacanza e che riguarda direttamente i genitori: si tratta di
cercare le cartoline illustrate più “carine” ed “esplicative” della zona dove siamo
in vacanza e inviarle alle persone più care e vicine (parenti o amici). La
compilazione di queste cartoline richiede del tempo che – quando ero giovane –
mi sembrava tolto alla vacanza vera e propria; comunque sia, una volta tra le
incombenze – o tra i piaceri – più pressanti della ritualità vacanziera, c’era
appunto quello dell’acquisto e della compilazione della cartolina, sia essa
relativa a paesi esotici oppure a paesetti di montagna del centro Italia, era
comunque una forma che univa l’esibizionismo ad una manifestazione di affetto o
comunque di ricordo.
Adesso, tutto questo è superato e le
cartoline sono sempre meno presenti nei luoghi di vacanza e richiedono molta
attenzione per ricercarle tra i venditori addetti; l’avvento di internet, di
facebook e quello degli smartphone ha scaraventato le cartoline illustrate tra
la “roba vecchia”: un sondaggio recentemente realizzato in materia, solo un
turista su 20 spedisce cartoline, mentre il resto preferisce usare i social
network o gli Sms.
Eppure, mi sono chiesto, io che continuo
imperterrito a mandare le solite cartoline ad amici e parenti in occasione
delle vie “vacanze lavorative” (partecipazione a Festival del Cinema), trovo
questo strumento di comunicazione, anche se esiste una difficoltà in più: le
cartolerie non si riforniscono dei francobolli e quindi bisogna andare
direttamente alla Posta per acquistarli.
La più grande azienda produttrice di
cartoline illustrate, fino a 25 anni fa, produceva 10-15 milioni di pezzi,
mentre adesso la produzione è di “soli” 400/mila pezzi annui; non molti, ma
qualcuno ancora compra le cartoline; chi sarà questo sconosciuto?
Pochi sono coloro che continuano a usarla per
spedirla ad amici e parenti, mentre la cartolina è diventata una delle forme
più economiche di souvenir; cioè non è più un mezzo si comunicazione ma rimane
il ricordo di un viaggio o di un soggiorno che si può tenere come segnalibro
oppure regalare agli amici.
Insomma, se facebook, internet e gli Sms hanno soppiantato la
cartolina, vorrà dire che la utilizzeremo in modo diverso: come ricordo di un
bel soggiorno.
lunedì, aprile 22, 2013
MASCHIO: SEMPRE PEGGIO!!
Scrivo le cose che seguono con malavoglia,
consapevole di “tradire”, ma, come si dice: “quando ce vo’, ce vo’”; mi
riferisco al fatto che ho l’impressione che il maschietto – nonostante tutte le
avvertenze, le campagne pubblicitarie eccetera - non si toglie dalla posizione
di “scemo del villaggio”, sia in termini assoluti ma soprattutto nei confronti
del rapporto con la donna, della quale evidentemente continua a subire una
sorta di complesso d’inferiorità che lui sostituisce con una “realtà
superiore”, fatta di botte e quando va peggio, di coltellate o pistolettate.
Comincio questa mia filippica partendo da un
episodio accaduto in una scuola del centro Italia, dove un padre ha vietato al
figlio di recitare nei “Musicanti di Brema”, favola dei fratelli Grimm; ma ha
fatto di più, in quanto si è rivolto alla maestra e con aria infuriata l’ha
così apostrofata: “lui non farà la parte dell’asino”, costringendo l’insegnante
a sostituire il ragazzo con una collega.
Non sta scritto da nessuna parte che una
persona deve sapere che l’asino dei fratelli Grimm è un animale che nella
commedia parla e parla bene; aggiungo che nel nostro Paese l’ignoranza c’è
sempre stata e che molta gente della mia generazione, si è fermata alla terza media,
ma sapeva ugualmente chi era Ulisse, Renzo e Lucia e i fratelli Karamazov,
avendoli tutti visti in TV in quegli
sceneggiati che hanno rappresentato in moltissimi casi una sorta di succedaneo
della scuola; adesso, con X-Factor s’impara poco!! Però, voglio dire al nostro
“ignorante”: prima di fare una sparata del genere, informati, domanda in giro
quale è la “parte” dell’asino nei “Musicanti di Brema” e poi esprimi il tuo
giudizio; ma così è la strada più diritta per farsi considerare quello che
forse siamo veramente – ma non lo ammettiamo – e cioè dei solenni ignoranti,
capaci solo di smanettare sui cellulari e similari.
E adesso passo ad un altro aspetto del
maschio: il suo rapporto con l’altro sesso; forse il problema è iniziato quando
una filosofia abborracciata e senza nessuna base teoretica, ha cominciato a
sbandierare che “possiamo ottenere tutto quello che vogliamo, a qualunque costo
e in qualsiasi ambito”; a questo che assomiglia tanto ad uno slogan
pubblicitario, i due sessi si sono divisi: le donne hanno pronunciato un
dubbioso “mah”, mentre gli uomini l’hanno presa sul serio ed hanno tirato fuori
l’atavico desiderio di conquista; e, purtroppo è cominciata la strage!!
Gli studi di psicologia affermano che il
maschio un tempo non uccideva perché spinto dai sentimenti, ma solo per soldi,
per una qualche perversione o perché da lei tradito; adesso siamo arrivati
all’uomo che dice alla compagna “ti amo da impazzire” e contemporaneamente le
tira il collo fino a strozzarla.
Oggi, l’uomo che uccide, ama veramente la sua
vittima-donna, piange, è devastato dal rimpianto, però, mentre la società gli insegnava la
“conquista”, ometteva di aggiungere che l’amore può accendersi in simultanea,
ma di rado finisce nello stesso momento e questa è la prima “eccezione” della
regola che ci ha detto fino alla nausea che tutto quello che desideriamo ce
l’abbiamo a portata di mano.
E quindi, mariti, fidanzati, conviventi,
amanti, ex di turno, sono tutti uomini normali che hanno creduto nella
conquista dell’ottenere “tutto” e non sono affatto dei mostri; tutto ci frana
addosso e non abbiamo il tempo di aspettare che il tempo passi e guarisca la
ferita; da qui il trauma che deve essere curato in qualche modo: la violenza.
Gli avevano detto che poteva ottenere tutto e
lui cui ha creduto; questo il peccato e il conseguente reato!! Come rurarlo??