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venerdì, luglio 06, 2012

MA CHE GIUSTIZIA E' QUESTA?! 


Tra le tante pratiche “assurde” che il nostro sistema giudiziario porta avanti, me ne sono capitate due che potrei definire emblematiche ma che mi limiterò a chiamare “il peggio che ci possa capitare di leggere”.
Siamo ad Arezzo nel 2008 ed ha per protagonisti due pakistani: il primo ha una bancarella dalla quale “scompare” un cappellino e un paio di occhiali da sole del valore complessivo di 25 euro ed il secondo è l’autore del “furto”; la Polizia e poi la Magistratura chiamata dal primoo pakistano a rendergli giustizia, prima di tutto deve nominare un interprete perché i due contendenti non parlano italiano; è vano cercare di abbuiare tutto, in quanto il derubato  (ovviamente ancora presunto in quanto l’accusato nega tutto) non vuol saperne di rinunciare alle sue pretese di giustizia e anzi, chiede danni morali per un migliaio di euro; in modo analogo si comporta l’accusato e così la “pratica” si trascina per i primi cinque anni di una trafila che si prevede lunga e complessa, con spese non indifferenti (l’interprete).
Nel secondo caso, restiamo in Toscana, a Monsummano, dove nel 2009 un tunisino cinquantenne  è accusato di rapina; sapete cosa avrebbe rubato? Una monetina, di quelle che si usano per sbloccare il carrello nei supermercati.
Infatti, il nordafricano, mentre tentava di vendere calzini, accendini e finti Scottex, avrebbe sottratto con violenza un carrello della spesa ad una cliente dell’Ipercoop di Montecatini e si sarebbe diretto al deposito dei trolley dove avrebbe estratto la monetina per poi sparire.
Chiamata la Polizia, alla signora “derubata” sono state mostrate diverse foto segnaletiche ed il presunto autore del furto della monetina, vi compariva per un antico reato commesso in Sicilia quando era ancora clandestino.
E così il tunisino è stato denunciato e si è presentato all’udienza preliminare dove il Gip ha chiesto alla donna di ritirare la querela, vista la lieve entità del danno, ma la signora ha rifiutato sdegnosamente.
Adesso, alla ripresa del processo, la donna dovrà riconoscere in  una pubblica udienza il suo “assalitore” in quanto il giudice ha disposto un confronto all’americana, come si vede nei telefilm, con tre uomini abbastanza simili, tra i quali la vittima dovrà indicare il “suo” imputato.
Anche in questo caso sono già trascorsi tre anni e forse ne dovranno passare altrettanti per arrivare “a sentenza”.
Domanda: quanto sono costate allo Stato queste due vicende? E soprattutto: che un furto di 25 euro si trascini per anni con tanto di interpreti retribuiti oppure che ci sia un tizio a giudizio per la rapina di un euro, non è colpa di nessuno e non intendo imputare nessuno, tanto meno i Giudici che stanno conducendo questi due processi.
Probabilmente la colpa è di una “Giustizia” che, attraverso una massa di leggi confuse e spesso contraddittorie, consente di alimentare un garantismo che sembra costruito solo per alimentare spese assurde e lungaggini estreme.
Sia chiaro che tutto quello che ho narrato, potrebbe far sorridere, anzi direi che può indurre al riso più sfrenato, se non fosse che per questo “sistema”, molti processi vengono rinviati da un anno all’altro perché l’aula e i Giudici sono occupati a occuparsi di queste quisquiglie; e questo, sia chiaro, va a detrimento di coloro che non possono usare avvocati super pagati che li proteggono fino alla prescrizione; spero che sia chiaro il rapporto tra queste due “piccole” vicende e tanti altri “grandi” processi!!

mercoledì, luglio 04, 2012

VOGLIA DI LAVORARE 


Quando sono entrato nel mondo del lavoro – ahimé tanti anni fa – c’era una famosa battuta che si riferiva agli “statali”; un nuovo entrato veniva così apostrofato dai “vecchi”: se ti viene voglia di lavorare non ti preoccupare; mettiti a sedere vedrai che ti passa!! Questa situazione mi è venuta in mente pensando alla protesta che i nostri “onorevoli” hanno vibratamente elevato nei confronti di coloro che hanno ipotizzato di tenere aperte le Camere anche ad agosto e continuare le votazioni anche nel mese tradizionalmente destinato alle ferie.
C’è stato qualcuno che addirittura ha condizionato l’appoggio al Governo alla permanenza “al lavoro” nel mese di agosto; sentiteli: onorevole Cicchitto (Pdl): “io ve lo dico; se ci volete far stare qui fino al 13 agosto sono problemi vostri, nel senso che poi vi dovete trovare un’altra maggioranza”; ed anche la dichiarazione di Bersani (PD) non mi convince: “c’è un limite a tutto: abbiamo tutti una famiglia che ha diritto di stare due giorni con il padre o la madre”; chiariamo quanto lavorano questi stacanovisti: le camere aprono il martedì e chiudono il giovedì sera, quindi su una settimana lavorano 3 giorni e ne fanno quattro di festa, o meglio, per stare con la famiglia; sia chiaro!!
Insomma, questi signori che infestano – come le pulci – il panorama politico italiano, dopo tantissimi anni di “greppia”, non sanno rinunciare neppure a qualche giorno di ferie; pensate che ci sono onorevoli che frequentano i “palazzi” da 10 legislature (La Malfa e Pisanu, altri da 9 (Del Pennino, Tassone e Colucci) e molti di più da 8 (Bonino, Matteoli, Fini, Casini e Rutelli); potrei continuare, ma ve lo risparmio!! Aggiungo solo che la loro permanenza nelle Aule del “potere” va dai 35 ai 50 anni: non male come periodo di lavoro; ripeto: si fa per dire!!
Età media di questi nostri rappresentanti: 54 anni per i deputati e 57 per i senatori; da notare che l’età media del governo Monti è addirittura più alta: 64 anni; tanto per la cronaca, il premier inglese, Cameron, è diventato Primo Ministro a 43 anni e adesso ne ha 45; apprezzate la differenza con la nostra “casta”??
Peraltro, in quasi tutti gli statuti dei partiti politici esiste una norma che limita il numero dei mandati parlamentari; ad esempio, nel PD questa norma indica in 3 (tre) il numero massimo di legislature a cui un comune mortale può candidarsi; ma questa disposizione “di massima” può facilmente essere aggirata in quanto alcuni “big del partito” hanno il carisma dell’eternità e quindi non invecchiano. Immagino che sia così anche negli altri partiti!!
A proposito di “casta”, sapete che i nostri super burocrati guadagnano cifre che sono il triplo di “pari cariche” nel Mondo? Il nostro Capo della Polizia, Manganelli, prende 621/mila euro l’anno, quanto il direttore dell’FBI e della CIA messi insieme, mentre il ragioniere generale dello stato, Canzio, si porta a casa 562/mila euro, il doppio del Direttore del Fondo Monetario Internazionale, e, per finire, il nostro capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ionta, si becca 544/mila euro, molto più di ogni Primo Ministro che si conosca. E ai nostri super pagati burocrati nessuno ha chiesto di “tagliare della metà”, ma è stato preferito rivolgersi ai pensionati!! Probabilmente perché reagiscono meno dei super stipendiati! Chiaro il concetto??
Volete un’ultima battuta? Il Governo è stato battuto in Senato su una norma che tagliava le pensioni d’oro dei burocrati; sono stati 94 i senatori contrari e la maggioranza è del PD, partito che, come è noto è sempre stato “strenuo difensore dei più deboli”; o no?? Ha forse cambiato visione!!

lunedì, luglio 02, 2012

QUESTA GENTE POTRA' SALVARCI? 


Solo una risata potrà salvarci, ma non vedo all’orizzonte niente che mi possa indurre a sorridere; l’ennesima tragedia: un piccolo imprenditore edile di Mamoiada in Provincia di Nuoro, costretto dalla crisi a licenziare i suoi due figli, si uccide per la vergogna e per la disperazione; “di maniera” la dichiarazione del Sindaco: “non potevamo immaginare nemmeno lontanamente il dramma interiore che quest’uomo stava attraversando”; il solito modo per togliersi da qualsiasi responsabilità “morale”. Vergogna!!
Sono costretto a continuare: in un supermercato – guarda caso vicino a casa mia – un giovane romeno di 20 anni ha cercato di staccare con delle pinzette, la placca antitaccheggio su un paio di scarpe da bambini; le ha infilate in una borsa ma una commessa ha visto la scena e il giovane è stato fermato.
Tra le lacrime il giovane ha detto “non ho lavoro, l’ho fatti per mio figlio”; è stata chiamata la Polizia e gli agenti – non senza un certo imbarazzo – hanno denunciato il ventenne per furto aggravato; non potevano fare diversamente; ma per fortuna, un signore presente alla scena si è offerto di pagare le scarpe al giovane, aggiungendo di volersi mettere in contatto con l’Ufficio legale del supermercato per cercare di alleggerire la posizione del ventenne colto in flagranza di reato.
Il giovane romeno ha dichiarato di essere arrivato da poco in Italia e di non avere un lavoro; vorrei tornare nel mio Paese”; per fortuna, almeno il mito del paese che luccica (l’Italia) si sta sgonfiando.
Mi sembra che lo Stato sia arrivato alla frutta e che non ce la faccia più a rintuzzare la speculazione internazionale, organizzata sapientemente e ben orchestrata per danneggiare i paesi più deboli; i nostri attuali governanti – anche se non in modo plateale – affermano che ci vorrebbero ancora delle nuove tasse e che di “patrimoniale” non c’è nemmeno da parlarne, vista l’intangibilità dei ricchi: ultimo esempio è stato il rinvio della norma che blocca le cosiddette “pensioni d’oro”; potremmo dire: “come volevasi dimostrare”.
Vi stupirò, ma c’è una tassa che vedrei molto bene; si tratta della “junk food tax”, cioè una tassa che sarebbe applicata sui prodotti alimentari saturi di grassi e zuccheri ed anche sull’alcool; insomma, “cibo spazzatura” e alcolici!
Il balzello dovrebbe prevedere un prelievo di 5 centesimo al litro per i superalcolici e di circa 3 centesimi a lattina sulle bevande gassate; da definire l’ammontare della tassa su merendine e altre schifezze del genere.
È già stato calcolato che una tale tassazione porterebbe nelle casse dello Stato la bellezza di circa 300/milioni di euro; ma soprattutto porterebbe all’incentivo della produzione e del del consumo di cibi salutari, a partire da frutta e verdura.
Non è una grandissima idea, ma almeno questa sarebbe una sorta di “tassa di scopo”, dove la motivazione è duplice: rimpinguare le casse dello Stato e incentivare una sana alimentazione, specie visti i dati sul soprappeso e addirittura sull’obesità dei nostri ragazzi, in parallelo – è bene dirlo chiaramente – con quanto avviene ormai da tanti anni nelle civiltà anglosassoni, Stati Uniti in testa.
E dobbiamo anche aggiungere che questa modifica nell’alimentazione dei giovanissimi, porterebbe anche una diminuzione dei costi del nostro Servizio Sanitario che, a breve, sarà sicuramente invaso da obesi cronici, così come succede in molti Paesi europei e, come dicevo, nel capostipite degli Stati che si nutrono male: l’America. Questa sarebbe una tassa con  il giusto scopo e quindi va bene!!

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