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venerdì, settembre 23, 2005

L'ennesima farsa di questa legislatura 

Con le dimissioni di Siniscalco dal Ministero dell’Economia e il successivo “recupero” di Tremonti, cacciato a male parole poco più di un anno fa, si è consumata l’ennesima farsa di questa legislatura, farsa alla quale noi cittadini siamo chiamati ad assistere impotenti e – come sempre accade in questi casi – senza che si abbia la possibilità di capirci qualcosa, non perché siamo stupidi ma perché nessuno si degna di informarci su cosa è realmente accaduto.
Cominciamo dalle dimissioni di Siniscalco: quale sia il motivo reale nessuno l’ha detto e quindi dobbiamo cercare la verità attraverso i vari giornali e TG che parlano dell’argomento; sembrerebbe che il cicciotello Ministro si sia stufato per l’insistenza dei partiti della maggioranza a continuare nel famigerato “assalto alla diligenza” che già veniva fatto in epoca democristiana e che consiste nel cercare di far includere nella prossima finanziaria dei soldi per amici di qua e di là, per strutture pubbliche e private da sostenere con fondi appropriati e per fare in modo che “tutti gli amici” vengano in qualche modo contentati.
Figuriamoci che il Ministro aveva l’obbligo – anche dall’Europa – di mettere in piedi una finanziaria di rigore che prevedesse un recupero di circa 30 miliardi di euro (60 mila miliardi del vecchio conio); a quest’atteggiamento del Ministro ha fatto seguito una serie di “niet” su cose da tagliare ed anzi ci sono state richieste reiterate per questa o quella nuova iniziativa da sostenere
Nel paese delle favole come ci saremmo comportati? Il Premier o un suo portavoce si presenta alla stampa e alle televisioni e dichiara “la verità” sulle dimissioni di Siniscalco, indicando con nome e cognome i partiti che più hanno premuto per realizzare una cosiddetta “finanziaria elettorale”, in barba a tutte le raccomandazioni dell’Europa: se questo non è possibile farlo, allora non dichiariamo che questa legislatura è “diversa” da tutte quelle precedute, perché per la gente la diversità consiste soltanto in una maggiore litigiosità.
Seconda parte: dopo alcuni tentativi di Berlusconi di assumere l’interim dell’economia – fortunatamente, per lui, vanificati da Ciampi – è stato deciso di riciclare Tremonti che, come ho già detto, fu cacciato 14 mesi fa da una sorta di rivolta di A.N. e dell’U.D.C. che non ne potevano più della “finanza creativa” del commercialista di Sondrio.
Per riprendersi Tremonti il Cavaliere ha dovuto sottostare ad alcuni diktat della coalizione, in particolare ex DC ed ex fascisti: la prima condizione è stata quella di “sfiduciare” Fazio, mentre finora Palazzo Chigi si era attestato in una politica di attesa, la seconda è stata quella di aprire anche nella Cdl una sorta di “primarie” alle quali si sono già iscritti Berlusconi, Fini e Casini.
Da questa buffonata verrà fuori il candidato del centro destra per le prossime elezioni ed è facile supporre che, proprio in questo momento delicatissimo per l’economia, i partiti della coalizione di governo saranno impegnati molto più a promuovere il loro “cavallo” che a pensare al bene della Nazione.
A margine del suddetto accordo, vorrei precisare che se Fazio non si dimette “sua sponte” non c’è barba di sfiducia che – a norma di legge, quella vecchia e quella nuova – lo possa scalzare dalla poltrona: infatti alla riunione odierna del Fondo Mondiale Internazionale che si tiene a Washington si sono recati sia Tremonti che Fazio, quest’ultimo ben felice delle dimissioni del “nemico” Siniscalco: e allora come la mettiamo, cosa gli raccontiamo alla gente? Possibile che non venga in mente a nessun politico “di governo” che sarebbe una grande svolta se si raccontasse “la verità” almeno per una volta.

martedì, settembre 20, 2005

E qui da noi come stiamo andando con i sondaggi? 

Mentre tutti – o quasi – inneggiano al grande recupero di Schroeder che i sondaggi davano perdente netto e che invece è arrivato quasi a pareggiare, qui da noi continua una doppia azione politica mirata nelle due posizioni chiave della lotta elettorale: da una parte le prove di una nuova legge elettorale – che nessuno vuole tanto meno chi la presenta – e dall’altra la situazione dei sondaggi.
Per la nuova legge elettorale, si tratta di una di quelle sortite dei partiti ex DC che all’ultimo momento, quindi senza speranza che si trovi un accordo, lanciano l’idea di un ritorno al proporzionale puro, con premio di maggioranza e con sbarramento – ancora da decidere di quale entità – con l’obiettivo di controbattere il maggioritario delle precedenti consultazioni, ma soprattutto contro il celebre “mattarellum” che non prende il nome dallo strumento per fare la pasta sfoglia, ma dall’ideatore (on.Mattarella, ex D.C.) del complicatissimo sistema per recuperare i voti dei piccoli partiti che diventano un surplus dei grandi schieramenti.
Gli ex D.C. riuniti nell’U.D.C. (centro destra) hanno posto a Berlusconi tutta una serie di aut aut in assenza dei quali essi sarebbero pronti a scendere in campo da soli, prendendo meno di un quarto dei parlamentari attuali, ma provocando un danno enorme alla coalizione (per la serie: tagliarsi le palle per fare dispetto alla moglie).
All’interno della Casa della Libertà non hanno trovato nessun seguace appassionato del proporzionale e quindi si sono ritrovati soli, sostenuti soltanto – tiepidamente per la verità – dal Cavaliere che lo ha fatto quasi per dovere di rappresentanza, ma certo che non si sarebbe andati oltre nella proposta.
Nel Centro Sinistra si è addirittura gridato allo scandalo e alla “legge truffa” di degasperiana memoria, facendo più rumore del lecito, ma indotti a questo dall’assurdità di una proposta di questa levatura che prende l’avvio a meno di dieci mesi dalle elezioni.
Anche se lasciata sola, l’U.D.C. insiste nella proposta e anche nell’attaccare personalmente Berlusconi – in particolare Casini e Follini si distinguono in questa attività – e oggi il Cavaliere è sbottato (nuovamente?) per dire che se non la smettono li sbatte fuori dalla coalizione.
Ovviamente il tutto è litigio di facciata, perché la sera poi ci incontriamo a cena e cerchiamo di ricucire, ma l’elettorato recepisce una sostanziale divisione all’interno della coalizione e quindi se ne scappa oppore – nel migliore dei casi – non vota..
La coalizione che fa capo a Prodi, farebbe bene a non impicciarsi di queste beghe da bottegai; non attaccare l’avversario non è cavalleria in questo caso, ma opportunismo, in modo da non fornirgli alcun appiglio per una rissa da saloon che favorirebbe solo chi è in svantaggio.
Già, ma chi è in vantaggio? Da alcuni sondaggi sembra che il Centro Sinistra abbia nove punti di vantaggio sul Centro Destra; da altre fonti il risultato attualmente sarebbe in parità o quasi.
Visto quello che è successo in Germania – ma non facciamone un esempio perfetto, perché così non è – anche chi si ritrova in vantaggio ha giustamente il timore degli errori dei sondaggisti e – ripeto ancora giustamente – continua a tirare la carretta come se niente fosse: questo è il giusto atteggiamento, fatto di due parti, la prima è quella di non replicare alle provocazioni e la seconda è quella di affrontare soltanto “le cose serie” quelle cose cioè che premono al cittadino comune che non ha ancora deciso chi possa meglio aiutarlo ad uscire da questa situazione di m…

lunedì, settembre 19, 2005

Ma in Germania chi ha vinto? 

Un nuovo rebus elettorale si è avuto nella Germania, a riprova che nessun sistema elettorale è certo di consegnare agli elettori un risultato che consenta una governabilità anche minima.
Ma andiamo con ordine: anzitutto queste elezioni tedesche hanno fatto segnare il punto più basso dei sondaggi messi in campo dalle agenzie specializzate: mai si era giunti a un “non ci indovino per niente” come è successo questa volta.
Abbiamo poi da controllare come si sono comportati i due contendenti – Schroeder e Angela Merkel – anche se i risultati definitivi si avranno soltanto fra quindici giorni, quando cioè si voterà a Dresda dove tutto è stato rimandato a causa della morte di un candidato e verranno assegnati altri 3 seggi; allora, il Cancelliere uscente ha conquistato, con il 34,4%, 222 seggi, mentre la sua avversaria, con il 35,2% ne ha avuti 225; i loro alleati potenziali hanno avuto risultati a una sola cifra e conquistano, 51 seggi i “Verdi” e 61 i liberali, mentre i neocomunisti – che però nessuno vuole imbarcare – ne conquistano 54.
Da questi dati si evince che lo schieramento di sinistra può contare su 273 seggi, mentre quello di centro ne ha 286: quindi nessuno dei due raggiunge la fatidica soglia di 309 seggi occorrenti per governare.
A questo punto, le possibilità che ha il Presidente della Repubblica sono due: rimandare tutti alle urne, ma non sarebbe una bella figura, oppure tentare quella che è già stata definita “grand coalition”, cioè imbarcare nel governo sia la SPD di Schroeder che la CDU-CSU della Merkel.
In questo secondo caso resta da stabilire chi guiderebbe un siffatto governo: Schroeder si è subito candidato affermando che la Merkel era stata punita perché non aveva vinto come da tutti pronosticato; la sua avversaria, ovviamente, si è anch’essa candidata a guidare il prossimo governo, forte dei tre seggi di vantaggio che ha conquistato.
Comunque sia e comunque vada a finire, abbiamo avuto una ulteriore dimostrazione che la legge elettorale proporzionale pura – cioè senza premio di maggioranza – non produce affatto governabilità, a meno di grossi risultati di un partito e pur in presenza di soli 5 partiti e non della trentina che avremmo da noi.
D’altro canto in questi ultimi tempi abbiamo avuto le elezioni in Inghilterra dove Blair – con meno del 40% dei suffragi – ha una maggioranza schiacciante in Parlamento: anche questo ci fa storcere la bocca.
Forse non esiste un sistema perfetto che fotografi gli umori del Paese e li traduca in seggi, forse bisogna sempre accontentarsi del male minore: non sono un esperto, neppure un praticante che desidera diventarlo, ma mi sembra che quello che abbiamo in Italia – sia pure non perfetto – possa essere sufficientemente accettato da entrambi gli schieramenti; il problema è che ognuno pensa ai “propri” risultati e a come fare per renderli sempre migliori.
A proposito di risultati, avete sentito che Berlusconi – in caso di sconfitta alle prossime elezioni – ha deciso di dedicarsi alla filantropia e, segnatamente alla cura dei “poveri” del terzo mondo, costruendo per loro cliniche-modello prefabbricate, il cui costo egli pagherebbe tramite una apposita Fondazione per il 30% mentre il rimanente 70% sarebbe reperito sul mercato?
Signori, anche questo è un modo di fare pubblicità elettorale, infatti va a finire che saremo costretti a fare il tifo perché vinca in modo da non mandarlo in giro per il mondo a creare altri danni a chi ha già tanti problemi di suo!

Ma in Germania chi ha vinto? 

Un nuovo rebus elettorale si è avuto nella Germania, a riprova che nessun sistema elettorale è certo di consegnare agli elettori un risultato che consenta una governabilità anche minima.
Ma andiamo con ordine: anzitutto queste elezioni tedesche hanno fatto segnare il punto più basso dei sondaggi messi in campo dalle agenzie specializzate: mai si era giunti a un “non ci indovino per niente” come è successo questa volta.
Abbiamo poi da controllare come si sono comportati i due contendenti – Schroeder e Angela Merkel – anche se i risultati definitivi si avranno soltanto fra quindici giorni, quando cioè si voterà a Dresda dove tutto è stato rimandato a causa della morte di un candidato e verranno assegnati altri 3 seggi; allora, il Cancelliere uscente ha conquistato, con il 34,4%, 222 seggi, mentre la sua avversaria, con il 35,2% ne ha avuti 225; i loro alleati potenziali hanno avuto risultati a una sola cifra e conquistano, 51 seggi i “Verdi” e 61 i liberali, mentre i neocomunisti – che però nessuno vuole imbarcare – ne conquistano 54.
Da questi dati si evince che lo schieramento di sinistra può contare su 273 seggi, mentre quello di centro ne ha 286: quindi nessuno dei due raggiunge la fatidica soglia di 309 seggi occorrenti per governare.
A questo punto, le possibilità che ha il Presidente della Repubblica sono due: rimandare tutti alle urne, ma non sarebbe una bella figura, oppure tentare quella che è già stata definita “grand coalition”, cioè imbarcare nel governo sia la SPD di Schroeder che la CDU-CSU della Merkel.
In questo secondo caso resta da stabilire chi guiderebbe un siffatto governo: Schroeder si è subito candidato affermando che la Merkel era stata punita perché non aveva vinto come da tutti pronosticato; la sua avversaria, ovviamente, si è anch’essa candidata a guidare il prossimo governo, forte dei tre seggi di vantaggio che ha conquistato.
Comunque sia e comunque vada a finire, abbiamo avuto una ulteriore dimostrazione che la legge elettorale proporzionale pura – cioè senza premio di maggioranza – non produce affatto governabilità, a meno di grossi risultati di un partito e pur in presenza di soli 5 partiti e non della trentina che avremmo da noi.
D’altro canto in questi ultimi tempi abbiamo avuto le elezioni in Inghilterra dove Blair – con meno del 40% dei suffragi – ha una maggioranza schiacciante in Parlamento: anche questo ci fa storcere la bocca.
Forse non esiste un sistema perfetto che fotografi gli umori del Paese e li traduca in seggi, forse bisogna sempre accontentarsi del male minore: non sono un esperto, neppure un praticante che desidera diventarlo, ma mi sembra che quello che abbiamo in Italia – sia pure non perfetto – possa essere sufficientemente accettato da entrambi gli schieramenti; il problema è che ognuno pensa ai “propri” risultati e a come fare per renderli sempre migliori.
A proposito di risultati, avete sentito che Berlusconi – in caso di sconfitta alle prossime elezioni – ha deciso di dedicarsi alla filantropia e, segnatamente alla cura dei “poveri” del terzo mondo, costruendo per loro cliniche-modello prefabbricate, il cui costo egli pagherebbe tramite una apposita Fondazione per il 30% mentre il rimanente 70% sarebbe reperito sul mercato?
Signori, anche questo è un modo di fare pubblicità elettorale, infatti va a finire che saremo costretti a fare il tifo perché vinca in modo da non mandarlo in giro per il mondo a creare altri danni a chi ha già tanti problemi di suo!

domenica, settembre 18, 2005

Zibaldone n.11/2005 

Un nuovo “zibaldone” di fine estate per due argomenti che hanno destato il mio interesse e dei quali intendo parlare con voi.
Il PRIMO si riferisce ad una notizia non freschissima ma uscita in forma eclatante soltanto adesso: la Coopcostruttori di Argenta – il cosiddetto “colosso rosso” – è fallita per oltre 1 miliardo di euro (esattamente un miliardo e 75 milioni di euro (all’incirca due mila miliardi del vecchio conio), mettendo sul lastrico migliaia e migliaia di soci-lavoratori.
Il meccanismo infatti constava di due facce: i lavoratori venivano assunti regolarmente, a volte addirittura fatti licenziare da altri posti di lavoro, dopo di ché essi venivano invitati anche a diventare soci della cooperativa e erano anche spinti a cercare soci fuori della cooperativa che avessero denaro da investire: ovviamente i primi a cui chiedere questa forma di investimento erano i parenti, genitori in testa.
Adesso il signor Bianchi (è ovviamente un nome di comodo) si ritrova senza un posto di lavoro – e fin qui transeat, ci sono tanti disoccupati, uno più uno meno – con varie mensilità arretrate da incassare e, cosa ancora più sconvolgente, con i soldi investiti nella cooperativa da lui i dai genitori che diventano di difficilissimo recupero; e tutto questo bel servizio chi glielo ha combinato: ma i compagni della cooperativa, perbacco!
E intanto il compagno Consorte, Presidente della Unipol, gioca al risiko bancario e con i soldi delle coop. – che sono peraltro tutte d’accordo nel farsi spennare - e indebitandosi fino agli occhi con alcune banche giapponesi, tenta la scalata alla B.N.L.
Mi domando: il mondo cooperativistico e, in generale il mondo della sinistra cosa ne pensa di tutta questa porcheria dove si assiste a lavoratori che vengono fregati proprio da coloro sui quali “avrebbero messo la mano sul fuoco”.
Posso capire che a meno di dieci mesi dalle elezioni politiche ci sia tutto l’interesse dei partiti interessati a mettere a tacere tutto il problema, ma prima o poi dovrà pure venire a galla, prima o poi ci sarà pure un esponente di sinistra che si interroghi sulla validità di tutta questa operazione; in questo momento sto pensando al compagno Bertinotti: possibile che non abbia niente da dire?
Il SECONDO argomento è molto più futile e si riferisce alla signora Maria Rosa Busi – di professione medium – che è balzata agli onori della cronaca per aver fatto rinvenire in fondo ad un lago l’auto con dentro oil corpo di una ragazza scomparsa da tre anni e della quale si erano perse completamente le tracce.
Dopo questo primo exploit – effettivamente ha indicato un posto e lì c’era l’auto, quindi pochi sorrisini di compiacenza – la signora medium ha pensato bene di “battere il ferro finché è calco” e si è dedicata al rinvenimento di altri corpi che hanno fatto oggetto di vari gialli del passato.
La prima rivelazione è quella di avere avuto vari colloqui con lo spirito di Benito Mussolini, ma non dice niente del contenuto di tali colloqui; poi giunge alla bordata finale e rivela “di essere sulle tracce di una bella donna legata al mondo dello spettacolo e della politica”; il personaggio viene individuato in Moana Pozzi, bella e sfortunata pornostar morta 11 anni fa che, secondo la medium sarebbe ancora viva e si troverebbe in India.
La signora Busi un po’ smentisce e un po’ ammicca, cercando di dire senza ammettere; intanto oggi ha debuttato in TV su Rai Due nel programma “Piazza Grande”.
Chissà se l’aveva previsto?

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