sabato, febbraio 22, 2014
IL RECUPERO DEI SINGLE
Secondo un’elaborazione della Coldiretti, nel
nostro Paese un italiano su 3 (31%) vive da solo e, in assoluto, stiamo
parlando di persone la cui “famiglia” e composta da un solo elemento.
Non è solo un problema di giovani spaventati
dal focolare e dai suoi costi e responsabilità, ma anche di anziani rimasti
soli; se guardiamo il problema sotto il profilo territoriale, abbiamo in testa la Liguria, seguita dalla
Valle d’Aosta e dal Friuli Venezia Giulia; possiamo dire che il nord è
largamente in testa sugli altri componenti del Paese.
È da notare che vivere da soli si rivela
molto più costoso rispetto ad una vita a due: i single spendono per gli
acquisti alimentari oltre il 60% in più delle famiglie tradizionali.
Per bevande e alimenti un single spende ogni
mese 332 euro, mentre il singolo componente di una famiglia tipo (due o tre
unità) spende solo 204 euro; c’è una bella differenza!!
Ma quali sono le ragioni di questa
”solitudine”? I motivi sono i più svariati – anche di carattere sentimentale –
ma comunque mai come in questo caso vale il detto “meglio soli che male
accompagnati!”
Anzitutto diciamo che questa società è
costruita attorno all’uomo nell’età in cui produce; gli estremi – i bambini da
una parte e gli anziani dall’altra – restano tagliati fuori e di loro non si
interessa nessuno; e i giovani in età da “mettere su famiglia?” sono
scoraggiati e quindi arretrano; il fattore economico in moltissimi caso pesa
tantissimo e sconsiglia dal tramutare una sola miseria in due miserie.
Eppure la vita del single non è affatto
facile; tralasciando i soliti risvolti di carattere psicologico, anche gli
incidenti quotidiani hanno la loro importanza, eppure il single rimane tale.
A loro sfavore sta sicuramente la consueta
routine della spesa quotidiana che si riduce ad una corsa ad ostacoli con tante
difficoltà: le confezioni dei prodotti sono tarate su un consumo medio
“familiare” (2 o 3 componenti) e le mono-porzioni sono quasi inesistenti.
Dall’altra parte, non ci scordiamo che i single
godono di una intimità esemplare e possono esercitare un comando totale sul
“telecomando”, possono vivere in assenza di responsabilità familiare e –
incollati sul divano preferito – possono dare sfogo ad ogni fantozziana
pulsione incluso il mutandone ascellare e il “rutto libero”.
Chiedo scusa se sto banalizzando un fenomeno
assolutamente da non sottovalutare, perché nel suo aspetto meno evidente è
rappresentativo del momento non facile che il Paese sta vivendo; infatti il
nucleo unipersonale trova terreno fertile negli over 65 ed in quella stessa
fascia si concentrano i maggiori disagi sociali della popolazione italiana.
Facile intuire che la solitudine non è
dettata solo da una libera scelta personale ma da una situazione contingente
che influenza il nostro stile di vita fino alle più intime radici.
Il miraggio di una vecchiaia serena si
infrange quasi sempre contro la barriera della solitudine, accentuata dalla
consapevolezza della perduta giovinezza e dai morsi della crisi che stiamo
tutti vivendo.
Chi scrive queste note è un single non per
sua scelta (vedovo) e vi posso assicurare che la solitudine è bella quando si
ha la forza e la voglia di andare a colmarla con qualcun altro; ricordatevi che
anche il single più impenitente avrà cercato mille volte una mano da stringere
per poter insieme affrontare meglio il futuro; ma le mani che si tendono verso
noi single non sono tante, anzi….tutt’altro!!
giovedì, febbraio 20, 2014
PECORELLE SMARRITE?
Sui quotidiani non passa giorno che non si
legga di uno “stupro in branco”; siamo quasi arrivati al punto che i giornali
creeranno una apposita rubrica su tale argomento, quasi come si fa per la Borsa o per il meteo.
L’ultima violenza ha avuto luogo a Finale
Ligure ed il copione è stato simile a tanti altri: prima l’abuso, poi le
ingiurie via web e le minacce se la vittima non ritirava la denuncia.
E la magistratura? È di pochi giorni fa una
sentenza dei Tribunale dei Minori di Vicenza che si è limitata a dare una
specie di “buffetto” a tre giovani che cinque anni addietro si accanirono su
una coetanea come si potrebbe fare su una bambola di gomma; i tre giovanotti
hanno patteggiato la pena e sono stati condannati a fare qualche ora la
settimana dei “lavori socialmente utili”; il tutto ovviamente andrà in scadenza
entro breve tempo e così i giovani di buona famiglia avranno la possibilità di
fare “tutto quello che vogliono”, compreso reiterare il reato.
Analoga situazione è avvenuta nella pineta di
Montalto di Castro dove otto luridi adolescenti hanno violentato a turno una
quattordicenne; nel processo, il PM chiese 32 anni di galera ma i giudici dei
minori preferirono considerare gli imputati come delle “pecorelle smarrite”; tutto
ciò ovviamente in quanto venne invocato il “rito abbreviato” e con ciò i ragazzacci,
dopo il patteggiamento, dedicarono i loro ritagli di tempo a giovani disabili,
ben più sfortunati di loro e con questo chiusero la vicenda.
Ma questi giovani minorenni, considerati
“adulti” in tutti i campi, tranne che in quello della giustizia italiana, che
lo considera un cherubino incapace di capire e di volere, nella realtà possono
compiere atti atroci, violentare ragazze, ammazzare coetanei per un motorino,
accoltellarlo per un cellulare; e in questi casi si alza il piagnisteo dei
sociologi che hanno una specie di parola d’ordi9ne: non punire ma rieducare.
Se guardiamo bene intorno alla nostra realtà,
non possiamo fare a meno di notare che solo da noi c’è una legislazione
surreale nella sua permissività in merito ai minorenni.
In America – che odio per la permissività
della vendita delle armi anche ai giovani – c’è una clamorosa compensazione: se
un minorenne uccide, viene giudicato come un adulto e alla stessa stregua
sconta la pena in un normale carcere come un adulto; e questo non per
rieducarlo attraverso l’espiazione della pena, ma più semplicemente per
toglierlo dalla circolazione per diversi anni.
La nostra legge invia nel limbo lo stupratore
e allo stesso tempo, abbandona le vittime e le condanna all’inferno, come se
fosse stata colpa loro.
Pensate che la Cassazione, con una
sentenza del 2006, ha fissato uno sconto
di pena se la stuprata non è “vergine” e pertanto riporta un trauma più lieve.
Altro sconto (sentenza del 2012) per coloro
tra i violentatori non ha infierito ma si è limitato a “consumare l’atto”; se
non fosse una cosa drammatica mi verrebbe di considerarla una cosa da ridere.
Per i maschietti della mia generazione,
convincere una ragazza a venire al cinema era una conquista individuale e se
poi “uno” allungava troppo le mani, lei diceva “sei pazzo?!” e se lui insisteva
partiva una manata.
Invece, se lei ci stava, “lui” avrebbe voluto
incollare sulla propria motoretta una sagoma femminile di cartone, alla stessa
stregua dei piloti da caccia della seconda guerra mondiale che con questo
sistema si fregiavano degli aerei nemici abbattuti.
Come si è potuti passare dalla mia
generazione a questi giovanotti che, per divertimento, fanno del male alle
ragazze che hanno la sfortuna di capitare a tiro?!
martedì, febbraio 18, 2014
ZIBALDONE N.2
Tre argomenti, abbastanza dissimili tra loro,
mi hanno interessato e colpito in questi ultimi tempi e sono questi che
propongo ai miei amici lettori per una riflessione.
IL
PRIMO argomento prende
l’avvio da una intervista al signor Enzo Rossi, titolare de “La Campofilone”
produttrice di una pasta alimentare a dir poco squisita (lo dico per esperienza
diretta).
Questo signore ce l’ha a morte con i nostri
politici che, a suo dire, non fanno altro che parlare e litigare e non risolvono
mai niente: da un anno e mezzo lotta per aprire una nuova attività e mi hanno
sfinito di burocrazia.
Di contro, lo stesso signor Rossi ha aperto
un punto distribuzione in America e ha scoperto che in quel Paese ci vogliono
meno di 1.000 dollari (circa 733 euro) e il suo commercialista in un mese aveva
tutti i documenti occorrenti per l’apertura della struttura; il nostro
imprenditore ha poi aggiunto: “che cosa posso dire agli americani? Di venire a
investire in Italia?! Gli devo anche dire che da noi occorrono 44 domande e,
mentre in America si paga il 20% di tasse, qui da noi arriviamo al 46%”.
IL
SECONDO argomento prende lo
spunto da una foto in cui si vede Pier Luigi Bersani nel giardino della propria
casa, con un’ari8a un po’ imbronciata, ma con un fisico che sembra veramente
guarito; la didascalia precisa che i rapidissimi miglioramenti di salute hanno
consentito a Bersani di incontrare alcuni amici, che vengono indicati nel
leader Udc, Casini, nell’Ad di Trenitalia, Moretti, nel vicepresidente del CSM,
Vietti e nel governatore dell’Emilia-Romagna, Latorre.
I casi sono due: o il giornalista ha voluto
ti are un tiro birbone al buon
Bersani, presentandolo come un amico soltanto di “potenti”, oppure è tutto vero
e, in effetti, sembrerebbe che il segretario PD non si giovi di incontrare
persone comuni, cittadini qualunque, insomma gente come me e voi.
E aggiungo, gente cher può “insegnargli” come
sta girando il paese reale e come si possa fare a campare con quei pochi soldi
che ci vengono dati.
E questo, contrariamente a quanto credevo –
pur non conoscendolo – in quanto ho sempre pensato che Bersani fosse diverso da
molti altri politici, non facesse parte di nessuna “casta”, ma facesse una vita
abbastanza “normale”; forse non è così? In questo caso sono deluso!!
IL
TERZO argomento si riferisce alla notizia della
ragazzina di 14 anni che è stata indotta – da una banda di amici (13, 14 anni)
scriteriati, attraverso il web – a uccidersi in quanto subissata da frasi di
questo genere: fai schifo, ucciditi!”
Il commento che mi sento di fare è che i
genitori si debbono impegnare a gestire gli ingressi dei loro figli
nell’universo sconfinato del web.
Nessun genitore darebbe le chiavi dell’auto
al figlioletto di 13 anni, eppure gli viene concesso di provocare con l’accesso
a Internet, danni ben maggiori di quello che potrebbe combinare con un
parafango ammaccato. E non darebbe neppure un’arma carica, perché una
pallottola potrebbe scappare del revolver; eppure un post su Facebook o twitter
o su “ask.fm” può far male quanto una pallottola.
Convengo che la maggior parte della gente è
impreparate a gestire il fenomeno dell’web perché l’epoca digitale ci ha
travolti nel giro di un ventennio e cos’ mamma e papà, dopo aver insegnato al
figlioletto ad andare n bici, poi in motorino, adesso devono stargli accanto
anche quando accende il pc ed entra in questi siti particolarmente delicati; e
se non ci capiscono niente, imparino!!
domenica, febbraio 16, 2014
DIAMO UN'OCCHIATA ALL'ESTERO
Delle miserie nostrali ne abbiamo piene le
scatole; magari ci torneremo perché ci toccano da vicino, ma se permettete,
diamo un’occhiata a quello che succede all’estero, con l’intento – se non altro
– di cambiare orizzonte.
Cominciamo con il Medio Oriente e in
particolare con il Libano: Beirut, la sua capitale è una delle città più belle
del Mondo, piena di negozi lussuosi e di bella gente: non dimentichiamoci che i
libanesi – sia uomini che donne – appartengono ad una razza molto bella.
La città, in concreto, vive una vita sdoppiata:
nel centro abbiamo la sua anima turistica, con i negozi lussuosi e i grandi
alberghi, mentre i quartieri popolari che circondano questo lusso vivono ogni
giorno nel timore degli attentati dinamitardi, l’ultimo è stato eseguito con
un’autobomba ed ha provocato 4 morti e una trentina di feriti; nella parte del
“lusso” fanno finta che non sia successo niente e la vita continua come se
niente fosse accaduto.
Dal 1978 in Libano è presente una forza
multinazionale dell’ONU lungo la linea armistiziale “Blue Line” tra Libano e
Israele; attualmente i militari impegnati – tra cui gli italiani – sono 1.100.
Spostiamoci di non moltissimi chilometri e
arriviamo in Siria, dove la situazione politica va verso un governo Jjhadista,
cioè un esecutivo che proclama e pratica la guerra santa contro gli infedeli
(cristiani ed ebrei); come siamo arrivati a questo? Certamente una buona parte
della responsabilità e di quei leader occidentali che hanno dato mano libera ai
“rivoluzionari” che hanno favorito la caduta dei dittatori, amici o comunque
secolari, vale a dire non religiosi fondamentalisti.
Dunque ce la dovremmo prendere con Obama, con
il francese Sarkozy, con il britannico
Cameron ed anche con il nostro Berlusconi che non seppe resistere alle
pressioni del Quirinale per un intervento, sia pure marginale, nella
stupidissima guerra in Libia che ha provocato, nell’intera regione, una forte destabilizzazione.
Le cacciate di Mubarak e del tunisino Ben
Alì, furono volute da Obama che voleva così aprire la strada alla democrazia in
un mondo che ne è assolutamente impermeabile.
Lo stesso Obama che due anni addietro,
all’inizio della guerra civile in Siria,
chiese la testa di Assad, ma dimenticò che il presidente siriano, per
quanto odioso oppressore, era l’unico baluardo contro le organizzazioni
islamiche del terrore.
Passiamo alla Cina che in contrapposizione al
Giappone, vanta la sovranità su alcune isolette del Pacifico – le Senkaku – e
che Obama disconosce tale autorità, tanto è vero che ha ordinato i voli
dimostrativi dei B52 e poi ha chiesto alle Compagnie Aeree di notificare a
Pechino il sorvolo di tali isole, sconfessando di fatto la pretesa sovranità
cinese. Ovviamente non sono le isolette sperdute a essere in gioco, ma
l’affidabilità della politica estera U.S.A. e, in particolare, la prova di
forza che Obama sta mettendo in atto, di fronte ad una serie di preziosi
alleati della zona: Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
L’ultima prova è appannaggio della Spagna,
dove il celebre magistrato Baltasar Garzon, ha proposto all’alta corte spagnola
alcuni ordini di cattura internazionali a carico dell’ex Presidente cinese
Jiang Zemin e dell’ex Premier, Li Peng, accusati di repressione in Ti8bet e in
particolare di “genocidio”; ovviamente in Cina i sunnominati non saranno
toccati, ma nei paesi che aderiscono all’Interpol, potrebbero essere
addirittura arrestati. È mania di protagonismo di questo magistrato??