venerdì, aprile 25, 2014
QUANTE STORIE PER 80 EURO
Pensate un po’! Per
una miseria come 80 euro al mese, il mondo politico è in fibrillazione e non
riesce a trovare la quadra.
Diciamo subito che i
“mitici” 80 euro, anche se pochi, sono il primo segno positivo di una promessa
che poi confluisce in busta paga; con i tempi che corrono non mi sembra affatto cosa da poco.
Per finanziare questi
80 euro che vengono dati in forma di sgravio fiscale “solo” a coloro che
guadagnano tra gli 8/mila e i 24/mila euro annui, ci vogliono quasi
7/miliardi nel 2014 e 14/miliardi nel
2015; dove vengono trovati tutti questi denari?
Si comincia con le
banche che vengono tartassate (era l’ora!!) e si prosegue con il tetto di
240/mila euro mensili per tutti coloro che usufruiscono di compensi pubblici,
anche per i magistrati di alto rango; e qui mi fermo subito perché il commento
che ha fatto l’Associazione Nazionale magistrati non l’ho capito, ma sono certo
che dipende da me.
Dunque, l’Anm ha
dichiarato che questi tagli – al livello massimo ci sarà una decurtazione di
70/80 mila euro l’anno – incideranno sull’autonomia dei magistrati; quindi, se
ho capito bene, dato che al mega-magistrato occorre 100, se lo Stato gli toglie
10, ci potrebbe stare che lo stesso mega-magistrato sia più disponibile a farsi
“comprare” da uno dei tanti potenti che gli ronzano attorno.
È così oppure ho
capito male? Comunque, la dichiarazione dell’associazione dei magistrati è lì e
tutti la possono leggere, magari comprendendola “meglio” di come l’ho compresa
io.
Il commento di Renzi a
questa presa di posizione dei magistrati mi ha convinto molto poco: “io non
commento le sentenze e mi aspetto che i giudici non commentino il processo di
formazione delle leggi, anche di quelle che li riguardano”; non trovate che è
un po’ tirata per i capelli??!!
Ma andiamo avanti
sulla ricerca delle coperture; Renzi obbligherà la RAI a girare 150/milioni allo
Stato, la quale per poter ottemperare a questo obbligo, dovrà vendere Raiway e
chiudere molte sedi regionali; tutto questo era già stato ipotizzato da
Cottarelli e metterà in grosse difficoltà la TV pubblica quando nel 2016 ci sarà il rinnovo
della convenzione con lo Stato.
Un’altra sforbiciata
si è abbattuta sui Ministeri: la dotazione di auto blu – quelle tanto odiate
dagli italiani – avrà un tetto massimo di 5 macchine per ministero; sembrerebbe
che qualche sottosegretario debba portarsi l’auto da casa se non vuole andare a
piedi.
Si passa poi ad un
altro dicastero, quello della difesa: “tutti devono contribuire al rilancio del
nostro Paese”, afferma Renzi che taglia ben 400/milioni, facendo piangere una
sequela di generali, ma anche qualche politico (Napolitano in testa!!); della
“sanità”, Renzi afferma che nel decreto non ci sarà traccia e questo, se
permettete, mi sembra una bella notizia.
Dopo avergli tagliato
le auto blu, sembra che ai ministeri verrà tagliata anche lo spazio del singolo
impiegato nei vari uffici; tutto questo dovrebbe ricadere sugli uffici
affittati che dovrebbero diminuire: mi sembra – come dire? – un concetto molto
capzioso!
Adesso due parole
sulla concreta realtà della dazione degli 80 euro: tutto questo verrà fatto
d’intesa con l’Agenzia delle Entrate e avverrà nel prossimo mese di maggio; vi
sembra impossibile? A dire la verità, pur non essendo “contagiato” dal
provvedimento, anche a me non sembra di facile realizzazione tecnica, ma – come
si dice? – quando si vuole fare una cosa, la si fa e basta!!
mercoledì, aprile 23, 2014
LE NOMINE AI VERTICI DELLE AZIENDE DI STATO
In questi giorni il nostro premier, Matteo
Renzi, si sta cimentando in un'altra operazione
non facile: il rinnovo dei vertici delle aziende di Stato.
La prima cosa da rilevare è l’applicazione
anche a queste nomine del concetto della “parità di genere”, cioè sia i
maschietti che le femminucce sono paritarie a livello della scelta.
Le nomine in questione non sono ancora
terminate, ma in questa prima “mandata” si è assistito ad un’alternanza tra
uomini e donne in perfetta chiave paritaria.
Facciamo qualche esempio: il nuovo gruppo
dirigente di ENI è così composto: Claudio Descalzi Amministratore Delegato e
Emma Marcegaglia in qualità di Presidente (evidentemente ha superato l’esame
del comitato nomine in quanto poteva avere conflitti di interesse in
riferimento a cariche in società concorrenti); passiamo all’ENEL ed in questo
caso troviamo un’altra bella accoppiata: il timone di Amministratore delegato
passa a Francesco Storace che proviene da,
Enel Green Power, affiancato alla Presidenza da Patrizia Greco, manager
della scuola Olivetti.
C’è poi da notare la situazione in
Finmeccanica dove Mauro Moretti assume la carica di Amministratore delegato e
raggiunge il confermato Presidente Gianni De Gennaro.
Quando si cita Moretti non possiamo fare a
meno di ricordare il piccolo diverbio avuto con Renzi in relazione allo
stipendio; nel precedente incarico di Amministratore delegato di FS, il buon
Moretti guadagnava più del doppio di quanto è il limite massimo consentito, che
poi sarebbe lo stipendio del Presidente della Repubblica, 238/mila euro annui.
Appena superata la grana delle nomine, c’è un
altro problema – non da poco – che avanza: il ricambio ai vertici delle grandi
aziende pubbliche costerà allo Stato delle buonuscite milionarie; la stima
complessiva delle liquidazioni dei manager non riconfermati ammonta a oltre
25/milioni di euro, cifra che i dirigenti in uscita passeranno ad incassare
così come stabilito dai loro specifici contratti.
Il solo azzeramento dei vertici dell’ENI
(Paolo Scaroni), di ENEL (Fulvio Conti) e Terna (Fulvio Cattaneo), costerà allo
Stato la bellezza di 15/milioni di euro.
Dobbiamo subito dire una cosa: con queste
nomine il Presidente del Consiglio ha voluto lanciare il chiaro messaggio che
regole e procedure, seppure importanti, non possono e non devono condizionare
le decisioni.
Insomma, mettere mano al portafoglio per
pagare buonuscite milionarie è il prezzo da pagare per iniziare ad attuare la rivoluzione prevista e marcare così una
netta discontinuità rispetto agli inquilini che lo hanno preceduto a Palazzo
Chigi.
Oddio, per la verità il portafoglio che deve
sborsare questi 25/milioni di euro non appartiene al nostro premier, ma “a
tutti noi”, cioè si tratta di denaro pubblico che viene utilizzato per
sistemare una questione importante.
C’è poi da sottolineare che, in caso che
Palazzo Chigi si inventi delle “poltrone” per andare incontro a coloro che sono
stati defenestrati, c’è da ritenere che questi signori potrebbero andare incontro
al governo e lo facciano risparmiare qualcosina; ma io non lo farei: se il
denaro spettante è quello, che lo si
trovi e si paghi e quindi si caccino fuori dalla porta, tanto – la frase che
“lasceranno un vuoto incommensurabile” – è una delle più grandi sciocchezze che
ho sentito e ricordiamo che offrire un incarico di prestigio a colui che poche
ore prima è stato cacciato, mi sembra che non deponga bene, ne come logica
delle cose e neppure come logica degli strumenti che si usano.
lunedì, aprile 21, 2014
UNA DELLE MIE PAURE SI E' AVVERATA
Vi spiego prima la mia “paura”: facciamo
mente locale e spostiamoci in un gabinetto di analisi dove una quantità
altissima di persone – uomini e donne – viene sottoposta al prelievo del sangue
il quale successivamente viene sottoposto ad una analisi da cui risulta lo
stato fisico del paziente.
Tralasciamo il “disagio” del prelievo coatto
del sangue, con l’ago della siringa che stenta ad entrare e, comunque, quando
entra nella vena riesce a fare quanto occorre, cioè prelevare la quantità
occorrente di sangue per fare le analisi richieste dal medico.
A questo punto tutte le provette vengono
etichettate e messe in un contenitore dal quale poi vengono estratte per
passare alla seconda fase: ricerca delle caratteristiche del sangue.
È a questo punto che, invariabilmente arriva
la mia “paura” e cioè la domanda che mi faccio regolarmente: come fanno i
tecnici e le infermiere a non sbagliare “mai”, cioè ad assegnare regolarmente
la provetta del signor Rossi proprio al signor Rossi e via di questo passo; e
se la provetta del signor Rossi viene assegnata al signor Verdi? In questo caso
le analisi di uno vanno a riferirsi ad un altro con le conseguenze che è facile
immaginare.
Ebbene, questa situazione che io ho paventato
tante volte, si è verificata veramente; il fatto è avvenuto a Pisa ed ha riguardato un
paziente di Livorno che si è sottoposto – su specifica richiesta del medico – a
delle analisi che hanno diagnosticato la presenza di un carcinoma alla
prostata.
Ma la sfortuna – si fa per dire – era in
agguato e infatti i paramedici e i medici che si sono occupati dell’analisi,
hanno semplicemente “scambiato” le provette di due uomini e quindi hanno fatto
erroneamente operare - appunto con
l’asportazione della prostata – un paziente sbagliato.
L’intervento chirurgico di asportazione della
prostata sul paziente “sbagliato” – che ovviamente non necessitava di alcun
intervento – è stato eseguito nel febbraio 2011 e la Magistratura ha
accusato due dottoresse e un’infermiera, quest’ultima rea di avere inserito
nelle provette etichettate con il nome di quest’uomo, i campioni prelevato a un
altro paziente (affetto veramente da carcinoma maligno).
Possiamo definirlo un altro caso di
malasanità? Non lo so, ma certamente è
uno di quei casi che approda in Tribunale dove si giocherà anche la battaglia
dei risarcimenti.
Sono molte infatti le differenze tra i
processi penali (in diminuzione) e le cause civili (in aumento) per presunti
errori dei medici.
Nel Civile circa il 40% delle cause si
risolve entro i due anni, dopo la perizia del consulente nominato dal Tribunale
che stabilisce se sussista una autentica responsabilità dei medici.
Quando la causa va avanti occorrono in media
sei anni; troppo, per cui molti rinunciano al penale, che bloccherebbe il
ricorso civile; c’è da aggiungere che per i processi penali, solo il 30% si
conclude con una condanna dell’operatore sanitario.
Comunque, torniamo all’inizio di questo post:
lo scambio delle provette non è un caso così impossibile come mi viene detto da
tutti gli operatori del settore.
E per di più, non riesco a scordare che
subito dopo Pasqua (22 o 23 aprile) dovrò sottopormi ad un nuovo prelievo per
scoprire la situazione di alcune componenti del mio organismo; voglio sperare
che non accada niente di “anomalo” durante l’operazione, altrimenti non so chi
mi potrebbe tenere a sedere sulla sedia del prelievo.