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venerdì, novembre 12, 2010

ZIBALDONE N.11 

Ecco le quattro notizie che mi hanno colpito in quest’ultimo periodo e che spero interessino anche ai miei lettori; in caso contrario scusatemi, ma almeno ammettete che hanno la qualità dell’eterogeneità.
LA PRIMA si riferisce al Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, meglio conosciuto a livello nazionale con il soprannome “il rottamatore” in quanto auspica che il suo partito (il PD) cacci i politici dopo tre mandati. L’idea è sicuramente stimolante in quanto – come minimo – farebbe piazza pulita di tutta una serie di “mummie” che affollano la politica; in concreto, però, bisognerebbe che i nuovi, cioè coloro che subentrano alle “mummie”, avessero qualche idea nuova, altrimenti non c’è differenza, se non nell’aspetto.
E a giudicare da un’iniziativa del sindaco-rampante c’è da avere qualche dubbio: per pagare le “sue” spese elettorali – veramente esorbitanti – ha organizzato una serie di cene per VIP a 1000 euro per ciascun commensale; la stampa gli ha già dato una mano, dicendo che: chi c’è è “in” e chi non c’è è “out”; niente di nuovo!! Sbaglio??
LA SECONDA si riferisce ad un personaggio televisivo che io definisco “straordinario” perché nella sua carriera ha fatto di tutto, partendo da un varietà e da una comicità che possiamo definire “di nicchia”: mi riferisco a Piero Chiambretti, chiamato scherzosamente “Pierino”; dopo aver frequentato sia la Rai che La 7 ed avere fatto sempre del varietà di ottimo livello, sia pure confinato ad ore tarde della sera, ha avuto anche l’onore di partecipare alla presentazione di due Festival di Sanremo.
Adesso Pierino è a Mediaset dove l’anno scorso ha avuto uno straordinario successo con il suo “Chiambretti Night” in onda in seconda serata su Italia1; la proprietà, visto il successo, ha pensato di monetizzarlo sulla rete ammiraglia ed ha passato la trasmissione su Canale 5 – sempre in seconda serata – dove comunque gli ascolti calano, rispetto all’anno scorso. Era facile prevederlo, dato che Canale 5 ha un pubblico tendenzialmente più conservatore e sonnecchiante, mentre Italia1 ha più telespettatori giovani; ma Chiambretti non si è perso d’animo e dopo un inizio zoppicante ha ripreso il suo “share”, con buona pace di tutti i suoi detrattori, confermandosi uno dei più abili attori di varietà della piazza. Complimenti!
LA TERZA notizia si riferisce ad una normativa della scuola: sapevate che l’apertura, la custodia e la sorveglianza della scuola è demandata in esclusiva al “bidello” e che quindi, basta che questo signore scioperi perché le lezioni non si facciano? Perché mi chiederete? Semplicemente perché le chiavi del portone d’ingresso vengono trattenute dal bidello all’uopo incaricato e quindi, in caso che lo stesso sia in sciopero, la scuola non viene aperta e se qualcuno – il Preside o un professore – si sostituisce all’incaricato, incorre nella denuncia per comportamento antisindacale. Sembra assurdo ma non è così: è talmente assurda che è assolutamente vera!!
LA QUARTA è composta da una frase del personaggio di moda al momento: si tratta di Sergio Marchionne che, con il solito look (maglioncino blu e pantaloni sportivi) ha detto: “il Paese ha perso il senso istituzionale; qualcuno ha aperto i cancelli delle gabbie dello zoo e sono usciti tutti; è difficile andare in giro per il mondo e spiegare cosa succede in Italia”. Come fare a dissentire? E se poi si aggiunge la citazione che ha fatto di una frase di Bob Kennedy (“Il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta”) non ci resta che consigliare al grande Sergio di fare queste stesse dichiarazioni davanti ai lavoratori della FIAT di Pomigliano: può essere certo che gli applausi saranno scroscianti!!!

mercoledì, novembre 10, 2010

SIAMO ALLA "CONTRADDIZIONE"? 

La famosa “contraddizione” interna al capitalismo prevista da Marx per la rivoluzione del proletariato, sembrerebbe essere stata individuata da vari sociologi nell’odio per l’Occidente radicato nella maggioranza dei popoli del Sud del mondo.
Del resto, la gente comincia a rendersi conto che oggi viviamo in una dittatura delle oligarchie finanziarie per cui le 500 più grandi società private “globalizzate” hanno assommato oltre il 53% del Pil mondiale.
Sulla scorta di queste cifre, possiamo affermare che queste oligarchie hanno un potere che nessun re o imperatore ha mai avuto sul nostro Pianeta; di contro, altre cifre ci dicono che ogni cinque secondi muore di fame un bambino sotto i dieci anni di età e oltre un miliardo di persone sono gravemente sottoalimentate, mentre la Fao ci informa che l’attuale agricoltura potrebbe nutrire 12 miliardi di persone, quasi il doppio della popolazione mondiale; perché questo non avviene? Alcuni sociologi definiscono questo come un nuovo “ordine cannibalico” e quindi, a mio giudizio siamo alla prima grandissima, macroscopica “contraddizione”.
Marx ipotizzava che il proletariato – o meglio, le sue avanguardie più progreedite– avrebbero lanciato una rivoluzione violenta e sanguinaria, con la quale avrebbero sconfitto la borghesia e ne avrebbero preso il posto nell’ordine mondiale delle cose.
Tutto questo non è avvenuto soprattutto perché al proletariato – o meglio, ripeto, alle sue avanguardie – è stato fatto credere di essere stato “promosso” all’interno della borghesia, cioè della classe che doveva distruggere e quindi l’anelito rivoluzionario se ne è andato a farsi friggere. A questo dobbiamo aggiungere che uno dei risultati della globalizzazione è che qualsiasi cosa venga pensata in un Paese deve andare bene anche per gli altri e quindi, il concetto rivoluzionario non è esportabile se non per grandi movimenti di massa; questi grandi movimenti potrebbero essere le masse migranti alla ricerca del cibo e – come logica conseguenza – di coloro che fino ad ora glielo hanno negato; se queste masse troveranno forza sufficiente e una leadership che li sappia guidare, potrebbero diventare quei proletari di cui si parlava all’inizio.
In aggiunta, abbiamo anche formidabili “movimenti” che – pur senza muoversi – generano delle rotture grandiose con il passato: alludo a molte situazioni che sono emerse ed esplose nell’America Latina, laddove – a differenza dell’Africa – si è trovato alcuni movimenti di rottura che stanno cambiando le realtà del Continente.
Ad esempio, in Bolivia è stato eletto un indio alla guida del Paese e questi ha avviato straordinari cambiamenti come la riforma agraria, l’uso interno delle tante risorse naturali del Paese – finora in mano alle multinazionali straniere – e la lotta (peraltro già vinta) alla fame. Sulla stessa linea, o quasi, si è posto Rafael Correa che, pur essendo un bianco, è stato eletto alla guida dell’Ecuador dagli indios e, anch’esso, sta lottando contro le oligarchie; un terzo caso lo troviamo in Venezuela, dove Hugo Chavez sta usando il petrolio – nazionalizzato e tolto dalle grinfie degli occidentali – per le politiche sociali e non per arricchire gruppi ristretti di persone.
Possiamo dire che queste situazioni sono le punte emergenti di un proletariato in lotta contro la borghesia e che potranno essere esportate al di fuori del Paese dove nascono? Difficile fare previsioni, soprattutto perché le oligarchie sono sempre vive e vegete e non sono state ancora distrutte; quindi questi “movimenti di rottura” hanno ancora la vita dura in patria, figuriamoci se possono pensare al resto del mondo; eppure, credo che da soli noi occidentali non ce la faremo; chiara la richiesta di aiuto??

lunedì, novembre 08, 2010

E DA NOI LA MUSICA NON CAMBIA 

Il recente Consiglio dei Ministri ha approvato tutta una serie di norme che, usando genericamente la parola, sono volte a dare al cittadino una maggiore “sicurezza”; niente di nuovo, perché in tutte le società occidentali, quando le cose volgono al peggio per la carenza di lavoro e per mancanza di stimoli al consumo, sono ricorsi alla sicurezza, a quel bene che tutti considerano preziosissimo per il cittadino, ma che non mi sembra che si tenga conto di una cosa: la pancia vuota.
In sostanza, va bene la possibilità di uscire la sera e di non fare brutti incontri, va bene il rimpatrio di cittadini stranieri non in regola, va anche bene le norme cautelative per la prostituzione da strada (anche se, lo sapete bene, io sono contrario), ma queste cose vengono dopo che si sia risolto il problema di fondo e cioè il degrado – anche morale, ma questo è un altro discorso – del nostro staterello che non consente più di vivere decentemente con la pancia decorosamente piena.
Le diatribe all’interno della maggioranza hanno ormai assunto toni inconciliabili e quindi si aspetta da un momento all’altro che qualcosa deflagri e il botto relativo sia il segnale per tornare alle urne.
Si dice in tutte le lingue del mondo che andare adesso alle urne sarebbe “disastroso” per la nostra economia, ma visto e considerato che l’attuale governo è in tutt’altre faccende affaccendato e dell’economia se ne frega, facendo solo l’ordinaria amministrazione con un Ministro dell’economia che assomiglia più ad un ragioniere che ad un economista, tanto varrebbe dare uno scossone al sistema ed andare a vedere cosa ne pensa la gente.
Già, la gente! Perché ogni tanto bisognerebbe anche pensare che qualunque governo approdi in Parlamento, qualunque leader si installi a Palazzo Chigi, si tratta sempre e comunque di qualcuno che ha la carica “in affitto”, lo potremmo definire “un precario”, usando un termine oggi tanto di moda, uno che la gente dovrebbe poter cacciare quando e come vuole; questa è la democrazia! Ma è proprio così??
Vediamo cosa scrive Gaetano Mosca nel suo “La classe politica” a proposito di questo “potere” assegnato alla gente: “cento che agiscano sempre di concerto e d’intesa gli uni con gli altri, trionferanno sempre su mille presi uno ad uno che non avranno alcun accordo tra di loro”; credo che questo concetto sia molto vero e se anche voi siete d’accordo con me, possiamo dire che la democrazia reale – così come s’intende nel mondo occidentale – altro non è che un sistema per fregare la gente, una truffa, un imbroglio: è infatti un ingegnoso sistema attraverso il quale alcune minoranze organizzate, alcune oligarchie – politiche ed economiche – fra loro strettamente legate per mantenere il potere e d’accordo anche in qualche caso con organizzazioni criminali, opprimono la maggioranza degli individui ai quali peraltro viene chiesto soltanto di “obbedire” al sistema e di cercare di trarre beneficio dall’andazzo comune.
Il rito delle elezioni serve solo a legittimare le oligarchie – ripeto: politiche ed economiche – a continuare a fare i propri interessi ed a godersi in santa pace i propri privilegi; il tutto - si badi bene – a danno della “maggioranza” del Paese che non ha voce in capitolo, ma, se le vacche dell’economia sono grasse, gli si consente un buon tenore di vita; ovviamente se le vacche diventano magre, il primo ad essere chiamato a stringere la cinghia è proprio lui, questo individuo che, sia pure inconsciamente, fa parte della maggioranza, ma che non conta un fico secco.
E ora ci tolgono anche le puttane dalle strade lasciandole solo nelle stanze del potere!

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