sabato, ottobre 28, 2006
SCONTRO ALLA TOILETTE DI MONTECITORIO
Il caso è nato alla toilette per le donne di Montecitorio, ma si è ben presto trasferito nell’aula del Parlamento, facendo scoppiare tra i deputati presenti una vera e propria bagarre.
Vediamo cosa è successo: la deputata di Forza Italia Elisabetta Gardini (un passato da show girl televisiva), si è recata nei bagni per le donne e si è ritrovata di fronte il signor Vladimiro Guadagno, vestito da donna e cioè da Vladimir Luxuria, tale essendo il suo nome da transgender (tenete a mente questo nome perché alla fine di questo scritto ritornerà).
La Gardini è tornata in aula ed ha cominciato a starnazzare che nel bagno riservato alle donne ci aveva trovato un uomo; Luxuria a ribattere che non era vero, in quanto lei/lui non era uomo; il punto però è che Luxuria è anagraficamente “uomo” in quanto l’anagrafe del suo paese di nascita non conosce ancora il transgender.
Alcuni commenti: Bertinotti: “Mi spiace che se ne debba discutere; basterebbe solo fare ricorso ad una dote che ogni parlamentare dovrebbe avere, quella del rispetto della persona” (già, ma persona/femmina o persona/maschio oppure persona/transgender?)
E qui viene fuori un mio commento su questo stesso blog che feci all’atto dell’apertura dell’attuale Parlamento: “servirà un terzo bagno, per coloro che non sono né carne né pesce”: io usai un termine popolare e forse anche sempliciotto, ma molto chiaro.
E adesso facciamo un passo indietro – oppure avanti?? – e parliamo di “outing” (anche di questa parola parleremo in fondo al pezzo), che agli sprovveduti come me significa confessione o qualcosa del genere: questa volta a fare outing è stato Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani che ha ammesso di “avere avuto rapporti di amicizia, e oltre, con ragazzi e ragazze”.
In questo suo outing, Capezzone è andato ad allinearsi ad altri colleghi che avevano fatto outing prima di lui: alludo a Cecchi Paone, al ministro Pecoraro Scanio, al Presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, oltre, naturalmente, al presidente dell’Arcigay e adesso parlamentare DS, Grillini.
Ma cosa c’è di strano in queste due notizie? Semplicemente questo: in nessuno dei due casi, i vari giornali che ho consultato riportano la traduzione dei due termini, dando così per scontato che gli stessi siano ormai entrati così tanto nel frasario comune da non necessitare di traduzione.
Ed invece – almeno per me – questa necessità esiste ed allora me le sono andate a cercare e, nel caso che anche tra miei lettori ci sia qualcuno con questa “ignoranza”, le riporto qui di seguito: transgender sta per “tutte quelle persone che non si sentono racchiuse dentro lo stereotipo di genere che normalmente viene identificato come maschile e femminile”.
Per quanto concerne l’altro termine (outing), si tratta di un verbo che identifica un’azione “che si può paragonare ad una moderna psicanalisi mediatica, un lettino virtuale, un modo per confessare – in pubblico ed in modo teatrale – le proprie inclinazioni sessuali”.
Ecco, ora è tutto molto più chiaro; ma mi chiedo: perché i giornali non ci forniscono queste spiegazioni?
Vediamo cosa è successo: la deputata di Forza Italia Elisabetta Gardini (un passato da show girl televisiva), si è recata nei bagni per le donne e si è ritrovata di fronte il signor Vladimiro Guadagno, vestito da donna e cioè da Vladimir Luxuria, tale essendo il suo nome da transgender (tenete a mente questo nome perché alla fine di questo scritto ritornerà).
La Gardini è tornata in aula ed ha cominciato a starnazzare che nel bagno riservato alle donne ci aveva trovato un uomo; Luxuria a ribattere che non era vero, in quanto lei/lui non era uomo; il punto però è che Luxuria è anagraficamente “uomo” in quanto l’anagrafe del suo paese di nascita non conosce ancora il transgender.
Alcuni commenti: Bertinotti: “Mi spiace che se ne debba discutere; basterebbe solo fare ricorso ad una dote che ogni parlamentare dovrebbe avere, quella del rispetto della persona” (già, ma persona/femmina o persona/maschio oppure persona/transgender?)
E qui viene fuori un mio commento su questo stesso blog che feci all’atto dell’apertura dell’attuale Parlamento: “servirà un terzo bagno, per coloro che non sono né carne né pesce”: io usai un termine popolare e forse anche sempliciotto, ma molto chiaro.
E adesso facciamo un passo indietro – oppure avanti?? – e parliamo di “outing” (anche di questa parola parleremo in fondo al pezzo), che agli sprovveduti come me significa confessione o qualcosa del genere: questa volta a fare outing è stato Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani che ha ammesso di “avere avuto rapporti di amicizia, e oltre, con ragazzi e ragazze”.
In questo suo outing, Capezzone è andato ad allinearsi ad altri colleghi che avevano fatto outing prima di lui: alludo a Cecchi Paone, al ministro Pecoraro Scanio, al Presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, oltre, naturalmente, al presidente dell’Arcigay e adesso parlamentare DS, Grillini.
Ma cosa c’è di strano in queste due notizie? Semplicemente questo: in nessuno dei due casi, i vari giornali che ho consultato riportano la traduzione dei due termini, dando così per scontato che gli stessi siano ormai entrati così tanto nel frasario comune da non necessitare di traduzione.
Ed invece – almeno per me – questa necessità esiste ed allora me le sono andate a cercare e, nel caso che anche tra miei lettori ci sia qualcuno con questa “ignoranza”, le riporto qui di seguito: transgender sta per “tutte quelle persone che non si sentono racchiuse dentro lo stereotipo di genere che normalmente viene identificato come maschile e femminile”.
Per quanto concerne l’altro termine (outing), si tratta di un verbo che identifica un’azione “che si può paragonare ad una moderna psicanalisi mediatica, un lettino virtuale, un modo per confessare – in pubblico ed in modo teatrale – le proprie inclinazioni sessuali”.
Ecco, ora è tutto molto più chiaro; ma mi chiedo: perché i giornali non ci forniscono queste spiegazioni?
venerdì, ottobre 27, 2006
CHI SPIA CHI ??!
Il nuovo scandalo che appare su tutte le prime pagine dei giornali italiani si chiama impropriamente “spionaggio fiscale” ed è, nient’altro, che una serie di “accessi” ai dati dell’Agenzia delle Entrate, da parte di funzionari della stessa agenzia, per i motivi che al momento non sono noti.
Lo scandalo – da qualcuno addirittura paragonato al Watergate perché sembrava rivolto soltanto a Prodi – ha preso di mira tutta una serie di personalità, non soltanto della politica, ma anche della finanza, dello sport e dello spettacolo.
Vogliamo fare qualche nome? Eccoli: oltre al già citato Prodi, insieme alla moglie Flavia Franzoni, abbiamo – non in ordine di importanza ma così, alla rinfusa – Ciampi, Napoletano, Berlusconi insieme ai figli Piersilvio e Marina, Fassino e D’Alema, l’immobiliarista Stefano Ricucci, Lamberto Dini e la moglie Donatella Zingone, Emilio Fede, la Ferilli, i calciatori Totti e Del Piero; e fermiamoci qui, perché la lista sarebbe ancora molto più lunga.
Dunque, cosa veniva ricercato di questi illustri signori: l’accesso al cervellone dell’Agenzia delle Entrate, consente di “vedere” tutte le entrate dichiarate, nonché gli acquisti e le vendite (nonché le donazioni) di immobili, gli stipendi o pensioni percepite (se dichiarate) ed altre cose inerenti la situazione fiscale del singolo individuo.
Prima domanda: ma queste sono cose che tutti possono vedere andando direttamente agli uffici dell’erario; se ricordate, ogni tanto i giornali pubblicano le denunce dei redditi di persone in vista (politici, finanzieri, calciatori, ecc.); ebbene: dove pensate che li prendano? Mica da impiegati infedeli che fanno vedere i file interessati, ma semplicemente andando a consultare quello che è perfettamente consultabile da tutti e cioè le varie denunce che l’erario ci richiede di volta in volta, da quella dei redditi a quella delle posizioni immobiliari, ecc.
Ma allora dov’è lo scandalo? Pensate, che la Procura di Milano ha indagato 128 funzionari e impiegati dell’Agenzia delle Entrate e adesso entrerà in azione anche la Procura di Roma con un’altra raffica di avvisi di garanzia.
Volete la mia opinione? Questi “accessi” sono semplicemente dei giochi che gli impiegati dello stato, che hanno così poco da fare, mettono in atto durante il normale orario di lavoro per “ingannare il tempo”; un po’ come potrebbe essere una navigazione su Internet alla ricerca di qualche sito sexy!
Sfortuna – per loro – ha voluto che il sistema informatico del Ministero dell’Economia abbia funzionato bene, registrando tutti gli accessi ai dati e trovando tutta questa serie di persone (impiegati e funzionari) che non avevano alcun titolo per farlo.
Pensate che tra le persone controllate c’è anche la signorina Giorgia Palmas, di professione “velina”: cosa c’entra con il Watergate??
Un’altra circostanza che mi induce a ritenere giusta la mia ipotesi è che due impiegate dell’Agenzia delle Entrate della Liguria, hanno candidamente confessato che il controllo sulla moglie di Prodi – Flavia Franzoni – era per vedere se la signora era parente della celebre Anna Maria Franzoni, imputata nel processo di Cogne!!
E questo sarebbe lo scandalo del secolo, quello sullo stile del Watergate? Come direbbe Totò, “ma mi faccia il piacere”; possiamo capire che il governo, sotto finanziaria, abbia bisogno di qualche diversivo, ma qui si esagera!!
Lo scandalo – da qualcuno addirittura paragonato al Watergate perché sembrava rivolto soltanto a Prodi – ha preso di mira tutta una serie di personalità, non soltanto della politica, ma anche della finanza, dello sport e dello spettacolo.
Vogliamo fare qualche nome? Eccoli: oltre al già citato Prodi, insieme alla moglie Flavia Franzoni, abbiamo – non in ordine di importanza ma così, alla rinfusa – Ciampi, Napoletano, Berlusconi insieme ai figli Piersilvio e Marina, Fassino e D’Alema, l’immobiliarista Stefano Ricucci, Lamberto Dini e la moglie Donatella Zingone, Emilio Fede, la Ferilli, i calciatori Totti e Del Piero; e fermiamoci qui, perché la lista sarebbe ancora molto più lunga.
Dunque, cosa veniva ricercato di questi illustri signori: l’accesso al cervellone dell’Agenzia delle Entrate, consente di “vedere” tutte le entrate dichiarate, nonché gli acquisti e le vendite (nonché le donazioni) di immobili, gli stipendi o pensioni percepite (se dichiarate) ed altre cose inerenti la situazione fiscale del singolo individuo.
Prima domanda: ma queste sono cose che tutti possono vedere andando direttamente agli uffici dell’erario; se ricordate, ogni tanto i giornali pubblicano le denunce dei redditi di persone in vista (politici, finanzieri, calciatori, ecc.); ebbene: dove pensate che li prendano? Mica da impiegati infedeli che fanno vedere i file interessati, ma semplicemente andando a consultare quello che è perfettamente consultabile da tutti e cioè le varie denunce che l’erario ci richiede di volta in volta, da quella dei redditi a quella delle posizioni immobiliari, ecc.
Ma allora dov’è lo scandalo? Pensate, che la Procura di Milano ha indagato 128 funzionari e impiegati dell’Agenzia delle Entrate e adesso entrerà in azione anche la Procura di Roma con un’altra raffica di avvisi di garanzia.
Volete la mia opinione? Questi “accessi” sono semplicemente dei giochi che gli impiegati dello stato, che hanno così poco da fare, mettono in atto durante il normale orario di lavoro per “ingannare il tempo”; un po’ come potrebbe essere una navigazione su Internet alla ricerca di qualche sito sexy!
Sfortuna – per loro – ha voluto che il sistema informatico del Ministero dell’Economia abbia funzionato bene, registrando tutti gli accessi ai dati e trovando tutta questa serie di persone (impiegati e funzionari) che non avevano alcun titolo per farlo.
Pensate che tra le persone controllate c’è anche la signorina Giorgia Palmas, di professione “velina”: cosa c’entra con il Watergate??
Un’altra circostanza che mi induce a ritenere giusta la mia ipotesi è che due impiegate dell’Agenzia delle Entrate della Liguria, hanno candidamente confessato che il controllo sulla moglie di Prodi – Flavia Franzoni – era per vedere se la signora era parente della celebre Anna Maria Franzoni, imputata nel processo di Cogne!!
E questo sarebbe lo scandalo del secolo, quello sullo stile del Watergate? Come direbbe Totò, “ma mi faccia il piacere”; possiamo capire che il governo, sotto finanziaria, abbia bisogno di qualche diversivo, ma qui si esagera!!
giovedì, ottobre 26, 2006
QUANDO LA FANTASCIENZA DIVENTA REALTA'
Quello che sto per raccontarvi è un classico della fantascienza: un gruppo di scienziati, riuniti al capezzale del nostro pianeta, ha sentenziato che a breve – diciamo tra qualche decina d’anni – la Terra non sarà più sufficiente per i suoi abitanti e quindi dovremo andare a colonizzare un altro pianeta nella nostra galassia.
Quanto sopra – ripeto: un classico dei film di fantascienza – è realmente accaduto e, a sostegno della proposta di colonizzazione di un altro pianeta, sono stati portati alcuni dati che indicano come la Terra non possa essere esaustiva per tutti gli abitanti di pianeta, se continuiamo con questo andazzo..
Fra i dati citati in abbondanza, ne voglio riportare soltanto uno, ma credo che sia sufficientemente esplicativo: il 12% dell’umanità consuma il 90% delle risorse messe a disposizione dal nostro pianeta.
Il discorso continua con altri dati, ma voglio soffermarmi su quel rapporto sopra indicato: 12% di abitanti che utilizza il 90% delle cose a disposizione; c’è subito da notare che questo rapporto ha subito una violenta impennata negli ultimi dieci anni, passando dall’8% degli abitanti che potevano “consumare” nel 1995, all’attuale 12%, il che indica un incremento del 50% in appena un decennio.
Si dice: se continuiamo così, le risorse del pianeta verranno depauperate integralmente e si andrà verso una sostanziale desertificazione delle nostre terre; posso essere d’accordo con questa disanima, anzi sono in teoria d’accordo, ma voglio far notare che, nonostante l’incremento del 50% negli ultimi 10 anni, siamo ancora fermi al 12% e quindi c’è da chiedersi: ma il restante 88% che cosa consuma? Quasi niente, muore di fame, per consentire a quella striminzita porzione di umanità di consumare tutto quello che vuole a proprio piacimento.
Ed allora, proviamo ad affrontare il problema partendo da un altro punto di vista: non possiamo ipotizzare un riequilibrio dei consumi – magari spalmato in una diecina d’anni – con cui gli attuali iperconsumatori cercano di calmare tutte le proprie voglie pazze, pensando a consumi più accelerati da parte degli 88% degli individui che, al momento, non consuma quasi niente e quindi muore di fame.
So bene che un discorso impostato in questo modo puzza di demagogia lontano un miglio, so bene che se tutti noi “ricchi” dimezziamo i nostri consumi, questi non affluiscono automaticamente a coloro che non consumano; eppure un sistema ci deve essere, qualcosa dobbiamo pure inventarci, lasciando in pace la colonizzazione dei pianeti e pensando che a noi è stato assegnato questo (cioè la Terra) e che se ben trattato, ci è più che sufficiente, oltre che molto più bello degli “altri”.
Certo che – e qui mi corre l’obbligo di essere un po’ polemico – se un nobile consesso di autorevoli scienziati, dai quali ci attendiamo delle ricette per il futuro, si lancia in queste opzioni fantascientifiche, c’è veramente poco da sperare per il nostro avvenire.
Perché ovviamente questi sono argomenti che non possiamo lasciar gestire ai politici, specie perché si tratta di confezionare dei piani che danno frutti – se li danno – a medio termine e nessun politico è disponibile ad impegnarsi a queste condizioni; e allora? Allora siamo nei guai, cari amici, sia noi che facciamo parte del 12% che consuma, ma soprattutto coloro che appartiene alla classe dell’88% che “risparmia” le risorse del paese e le lascia a noi: ovviamente suo malgrado…!
Quanto sopra – ripeto: un classico dei film di fantascienza – è realmente accaduto e, a sostegno della proposta di colonizzazione di un altro pianeta, sono stati portati alcuni dati che indicano come la Terra non possa essere esaustiva per tutti gli abitanti di pianeta, se continuiamo con questo andazzo..
Fra i dati citati in abbondanza, ne voglio riportare soltanto uno, ma credo che sia sufficientemente esplicativo: il 12% dell’umanità consuma il 90% delle risorse messe a disposizione dal nostro pianeta.
Il discorso continua con altri dati, ma voglio soffermarmi su quel rapporto sopra indicato: 12% di abitanti che utilizza il 90% delle cose a disposizione; c’è subito da notare che questo rapporto ha subito una violenta impennata negli ultimi dieci anni, passando dall’8% degli abitanti che potevano “consumare” nel 1995, all’attuale 12%, il che indica un incremento del 50% in appena un decennio.
Si dice: se continuiamo così, le risorse del pianeta verranno depauperate integralmente e si andrà verso una sostanziale desertificazione delle nostre terre; posso essere d’accordo con questa disanima, anzi sono in teoria d’accordo, ma voglio far notare che, nonostante l’incremento del 50% negli ultimi 10 anni, siamo ancora fermi al 12% e quindi c’è da chiedersi: ma il restante 88% che cosa consuma? Quasi niente, muore di fame, per consentire a quella striminzita porzione di umanità di consumare tutto quello che vuole a proprio piacimento.
Ed allora, proviamo ad affrontare il problema partendo da un altro punto di vista: non possiamo ipotizzare un riequilibrio dei consumi – magari spalmato in una diecina d’anni – con cui gli attuali iperconsumatori cercano di calmare tutte le proprie voglie pazze, pensando a consumi più accelerati da parte degli 88% degli individui che, al momento, non consuma quasi niente e quindi muore di fame.
So bene che un discorso impostato in questo modo puzza di demagogia lontano un miglio, so bene che se tutti noi “ricchi” dimezziamo i nostri consumi, questi non affluiscono automaticamente a coloro che non consumano; eppure un sistema ci deve essere, qualcosa dobbiamo pure inventarci, lasciando in pace la colonizzazione dei pianeti e pensando che a noi è stato assegnato questo (cioè la Terra) e che se ben trattato, ci è più che sufficiente, oltre che molto più bello degli “altri”.
Certo che – e qui mi corre l’obbligo di essere un po’ polemico – se un nobile consesso di autorevoli scienziati, dai quali ci attendiamo delle ricette per il futuro, si lancia in queste opzioni fantascientifiche, c’è veramente poco da sperare per il nostro avvenire.
Perché ovviamente questi sono argomenti che non possiamo lasciar gestire ai politici, specie perché si tratta di confezionare dei piani che danno frutti – se li danno – a medio termine e nessun politico è disponibile ad impegnarsi a queste condizioni; e allora? Allora siamo nei guai, cari amici, sia noi che facciamo parte del 12% che consuma, ma soprattutto coloro che appartiene alla classe dell’88% che “risparmia” le risorse del paese e le lascia a noi: ovviamente suo malgrado…!
martedì, ottobre 24, 2006
ZIBALDONE N.10/2006
Torno ad usare la formula dello “zibaldone” perché sono tre gli argomenti che mi hanno colpito e che voglio trattare con voi.
Il PRIMO si riferisce ad un lieto evento, pensate, un compleanno, il raggiungimento della fatidica soglia dei 50 anni che è sempre un bel traguardo; come fare per festeggiarlo? Certo la famiglia organizzerà qualcosa, pure gli amici si uniranno ai festeggiamenti e così la festa trascorrerà in lieta armonia.
Ma qui stiamo parlando nientepopodimenoche del segretario del PDCI (Partito dei comunisti italiani) Oliviero Diliberto e dell’evento si è occupato addirittura il quotidiano del partito, “La Rinascita” (tra l’altro finanziato con i nostri soldi) che gli ha dedicato addirittura la prima pagina con il titolo “Auguri Diliberia”, con un chiaro riferimento all’ex capo del KGB; e l’articolo che segue traccia le linee di una figura immune da qualsiasi difetto, sempre disponibile, addirittura definito dal giornalista “figlio del male e della luce” (questa non l’ho capita!). Un tempo pagine simili erano riservate a Stalin, definito in quelle occasioni “Piccolo Padre”, mentre adesso….
Il SECONDO argomento si riferisce ad un evento ben diverso: il titolale di un autosoccorso torinese si è ucciso davanti al Palazzo di Giustizia della città piemontese, perché oberato dai debiti che non poteva pagare in quanto creditore dello Stato per milioni di euro che gli venivano “rimandati”, non negati, ma rinviati con la classica risposta “Ripassi tra un po’”. Questo è quanto riporta la stampa e mi auguro che non sia vero il credito verso lo Stato, ma si tratti invece di alterazione mentale del tipo della millanteria, perché, se così non fosse, saremmo di fronte all’ennesima soperchieria dello Stato nei confronti dei suoi cittadini/sudditi.
Pensate, lo Stato per i suoi debiti non si impone neppure delle scadenze (e quindi teoricamente non è mai moroso) e paga soltanto “quando ha i soldi”, come viene detto esplicitamente a qualunque sportello dell’Amministrazione Statale; d’altro canto la stessa struttura burocratica è chiamata a pretendere dal cittadino/suddito (direi più suddito che cittadino) la più scrupolosa osservanza delle varie scadenze erariali, pena multe salatissime che a volte raddoppiano addirittura la cifra da pagare, sul tipo – tanto per intenderci – di quello che fanno gli usurai.
Se qualcuno pensa che sia giusto così, me lo dica sinceramente!!
Il TERZO argomento scaturisce da un dato che gli oncologi italiani hanno tirato fuori durante il loro convegno annuale: la malasanità, termine nel quale si comprende sia la disorganizzazione delle strutture sanitarie che gli errori dei medici, uccide 90 italiani al giorno, cifra che se rapportata al canonico anno di 365 giorni, porta i morti ammazzati a 32.850.
Questa cifra così importante dovrebbe far riflettere tutti quanti e, soprattutto per quanto concerne la disorganizzazione, indurre le autorità sanitarie regionali a porre maggiore attenzione al problema, tralasciandone magari qualche altro forse più interessante e di maggiore “visibilità” ma meno importante per la salute pubblica, come i parchi, le delegazioni nelle principali città del mondo, ed altri “sprechi” del genere.
Per gli errori dei medici, non ho parole, salvo che non credo che ci sia nessun medico che alloggia nelle patrie galere per scontare la pena inflittagli per uno dei suoi “omicidi”: vorrà pur dire qualcosa; o no!!
Il PRIMO si riferisce ad un lieto evento, pensate, un compleanno, il raggiungimento della fatidica soglia dei 50 anni che è sempre un bel traguardo; come fare per festeggiarlo? Certo la famiglia organizzerà qualcosa, pure gli amici si uniranno ai festeggiamenti e così la festa trascorrerà in lieta armonia.
Ma qui stiamo parlando nientepopodimenoche del segretario del PDCI (Partito dei comunisti italiani) Oliviero Diliberto e dell’evento si è occupato addirittura il quotidiano del partito, “La Rinascita” (tra l’altro finanziato con i nostri soldi) che gli ha dedicato addirittura la prima pagina con il titolo “Auguri Diliberia”, con un chiaro riferimento all’ex capo del KGB; e l’articolo che segue traccia le linee di una figura immune da qualsiasi difetto, sempre disponibile, addirittura definito dal giornalista “figlio del male e della luce” (questa non l’ho capita!). Un tempo pagine simili erano riservate a Stalin, definito in quelle occasioni “Piccolo Padre”, mentre adesso….
Il SECONDO argomento si riferisce ad un evento ben diverso: il titolale di un autosoccorso torinese si è ucciso davanti al Palazzo di Giustizia della città piemontese, perché oberato dai debiti che non poteva pagare in quanto creditore dello Stato per milioni di euro che gli venivano “rimandati”, non negati, ma rinviati con la classica risposta “Ripassi tra un po’”. Questo è quanto riporta la stampa e mi auguro che non sia vero il credito verso lo Stato, ma si tratti invece di alterazione mentale del tipo della millanteria, perché, se così non fosse, saremmo di fronte all’ennesima soperchieria dello Stato nei confronti dei suoi cittadini/sudditi.
Pensate, lo Stato per i suoi debiti non si impone neppure delle scadenze (e quindi teoricamente non è mai moroso) e paga soltanto “quando ha i soldi”, come viene detto esplicitamente a qualunque sportello dell’Amministrazione Statale; d’altro canto la stessa struttura burocratica è chiamata a pretendere dal cittadino/suddito (direi più suddito che cittadino) la più scrupolosa osservanza delle varie scadenze erariali, pena multe salatissime che a volte raddoppiano addirittura la cifra da pagare, sul tipo – tanto per intenderci – di quello che fanno gli usurai.
Se qualcuno pensa che sia giusto così, me lo dica sinceramente!!
Il TERZO argomento scaturisce da un dato che gli oncologi italiani hanno tirato fuori durante il loro convegno annuale: la malasanità, termine nel quale si comprende sia la disorganizzazione delle strutture sanitarie che gli errori dei medici, uccide 90 italiani al giorno, cifra che se rapportata al canonico anno di 365 giorni, porta i morti ammazzati a 32.850.
Questa cifra così importante dovrebbe far riflettere tutti quanti e, soprattutto per quanto concerne la disorganizzazione, indurre le autorità sanitarie regionali a porre maggiore attenzione al problema, tralasciandone magari qualche altro forse più interessante e di maggiore “visibilità” ma meno importante per la salute pubblica, come i parchi, le delegazioni nelle principali città del mondo, ed altri “sprechi” del genere.
Per gli errori dei medici, non ho parole, salvo che non credo che ci sia nessun medico che alloggia nelle patrie galere per scontare la pena inflittagli per uno dei suoi “omicidi”: vorrà pur dire qualcosa; o no!!
lunedì, ottobre 23, 2006
TEOCON, LA NOVITA' CRISTIANA
Anzitutto facciamo un po’ d’ordine in questo neologismo e cerchiamo di capirne il significato: dunque il termine “teocom” discende direttamente dall’altro neologismo di origine anglosassone, in particolare statunitense, che recita “neocon”, cioè neo conservatori.
Con esso, comunque, ci si riferisce ad appartenenti a branche del mondo cristiano che sono schierati su posizioni considerate conservatrici o che uniscono un’ideologia politicamente conservatrice con la difesa di alcuni temi sociali a forte impronta religiosa, ma di una religiosità che il secolarismo oggi imperante non si perita di condannare come viete manifestazioni di retrogrado clericalismo.
Tra i movimenti schierati in questo ambito culturale di riferimento, possiamo citare “Opus Dei”, “Comunione e Liberazione” e “Legionari di Cristo”; questi movimenti – insieme ad alcuni intellettuali e politici, dei quali cito solo l’ex Presidente del Senato Pera – sostengono la necessità di una riaffermazione dei valori cristiani come fondamento dell’Occidente, specie adesso che siamo in una fase di forte espansione dell’Islam.
Da notare che queste personalità, a differenza dei suddetti movimenti, non nascondono di essere personalmente su posizioni agnostiche rispetto alla problematica religiosa e per descrivere questa apparente contraddizione è stata coniata anche l’espressione “atei devoti”: un vero e proprio ossimoro.
Questi personaggi della cultura e della politica stanno ricevendo attenzioni differenti nel campo delle massime sfere cattoliche: il Papa li considera interlocutori e alleati nella difesa della civiltà cristiana (ricordate le polemiche sulle nostre “radici”?), mentre il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, la pensa diversamente e non manca di prenderne le distanze.
Anche nel nostro asfittico campo intellettuale, si sprecano le prese di posizione dei nostri “guru” dell’intellighenzia, specie dopo che al Convegno Ecclesiale di Verona, i partecipanti hanno fischiato Prodi e applaudito Berlusconi; ed a lanciare l’allarme è il grande Eugenio Scalari che, nella sua “omelia” domenicale sulle pagine di “Repubblica”, dopo essersi dichiarato “ateo ma non devoto”, dichiara di temere il sorgere di un nuovo cattolicesimo politico il quale, peraltro, sarebbe di difficile collocazione geografica (a destra, a sinistra o al centro?).
Sono certo che nessuno ha intenzione di muovere guerra all’Islam (specie ora che non c’è più la Fallaci) perché la sconfitta sarebbe certa e indiscutibile: ma come, contro una teocrazia monolitica come è quella islamica si vuole andare divisi allo stesso modo di come lo siamo noi in Italia quando si tratta di una qualsiasi cosa?
Il Papa dal canto suo – a mio modo di vedere – guarda con occhio benigno anche i mussulmani in quanto incarnano l’antidoto verso il secolarismo ed il relativismo oggi imperante in Occidente; e poco male se l’Islam ogni tanto si macchia di delitti efferati, il cristianesimo ha fatto altrettanto non molti secoli fa; quello però che convince nell’atteggiamento islamico è la fede incrollabile nei confronti della divinità, cosa che per noi è ormai diventata merce assai rara.
Non voglio dire che Benedetto XVI invidi qualche imam di quelli che contano, ma insomma….
Con esso, comunque, ci si riferisce ad appartenenti a branche del mondo cristiano che sono schierati su posizioni considerate conservatrici o che uniscono un’ideologia politicamente conservatrice con la difesa di alcuni temi sociali a forte impronta religiosa, ma di una religiosità che il secolarismo oggi imperante non si perita di condannare come viete manifestazioni di retrogrado clericalismo.
Tra i movimenti schierati in questo ambito culturale di riferimento, possiamo citare “Opus Dei”, “Comunione e Liberazione” e “Legionari di Cristo”; questi movimenti – insieme ad alcuni intellettuali e politici, dei quali cito solo l’ex Presidente del Senato Pera – sostengono la necessità di una riaffermazione dei valori cristiani come fondamento dell’Occidente, specie adesso che siamo in una fase di forte espansione dell’Islam.
Da notare che queste personalità, a differenza dei suddetti movimenti, non nascondono di essere personalmente su posizioni agnostiche rispetto alla problematica religiosa e per descrivere questa apparente contraddizione è stata coniata anche l’espressione “atei devoti”: un vero e proprio ossimoro.
Questi personaggi della cultura e della politica stanno ricevendo attenzioni differenti nel campo delle massime sfere cattoliche: il Papa li considera interlocutori e alleati nella difesa della civiltà cristiana (ricordate le polemiche sulle nostre “radici”?), mentre il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, la pensa diversamente e non manca di prenderne le distanze.
Anche nel nostro asfittico campo intellettuale, si sprecano le prese di posizione dei nostri “guru” dell’intellighenzia, specie dopo che al Convegno Ecclesiale di Verona, i partecipanti hanno fischiato Prodi e applaudito Berlusconi; ed a lanciare l’allarme è il grande Eugenio Scalari che, nella sua “omelia” domenicale sulle pagine di “Repubblica”, dopo essersi dichiarato “ateo ma non devoto”, dichiara di temere il sorgere di un nuovo cattolicesimo politico il quale, peraltro, sarebbe di difficile collocazione geografica (a destra, a sinistra o al centro?).
Sono certo che nessuno ha intenzione di muovere guerra all’Islam (specie ora che non c’è più la Fallaci) perché la sconfitta sarebbe certa e indiscutibile: ma come, contro una teocrazia monolitica come è quella islamica si vuole andare divisi allo stesso modo di come lo siamo noi in Italia quando si tratta di una qualsiasi cosa?
Il Papa dal canto suo – a mio modo di vedere – guarda con occhio benigno anche i mussulmani in quanto incarnano l’antidoto verso il secolarismo ed il relativismo oggi imperante in Occidente; e poco male se l’Islam ogni tanto si macchia di delitti efferati, il cristianesimo ha fatto altrettanto non molti secoli fa; quello però che convince nell’atteggiamento islamico è la fede incrollabile nei confronti della divinità, cosa che per noi è ormai diventata merce assai rara.
Non voglio dire che Benedetto XVI invidi qualche imam di quelli che contano, ma insomma….