sabato, gennaio 14, 2012
IL "RATING"
La parola del titolo la sentiamo continuamente in televisione e la leggiamo sulla stampa; io che conosco un inglese “scolastico”, ho dovuto andare a controllare sul mio vocabolario il significato: il primo è quello che mi aspettavo, cioè “valutazione”, “stima”; poi ho visto altre traduzioni: “sgridata”, “rimprovero”, “lavata di capo”.
Sistemata la questione semantica, passiamo all’attualità e diciamo subito che il rating delle tre sorelle (Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch), dopo aver massacrato la Grecia ed essere passate a bacchettare sonoramente Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia, si sono date un compito davvero impegnativo: mettere “sotto osservazione” addirittura l’Unione Europea e il suo fondo “salva – stati”.
È chiaro che queste dichiarazioni giocano a favore degli speculatori che scommettono “contro” l’Euro o contro qualche Stato in particolare e quindi ci sarebbe da chiedersi se tale operazione non è manipolata da qualcuno che sta muovendo ingenti capitali con l’intento di guadagnarci i soliti e fatidici “fanta miliardi”; è di ieri la notizia del “declassamento” di Francia, Italia, Austria, Spagna e Portogallo: una bomba!!
Come fare per arginare questo pericolo? Sarebbe compito della giustizia che, perseguendo i reati di aggiotaggio e “insider trading” come avvenuto per la Lehman Brothers, potrebbe sistemare le tre sorelle e sputtanarle in forma definitiva.
Pochi giorni prima che finisse il 2011, tre illustri Università americane hanno fatto uscire un rapporto firmato dai loro più famosi economisti, nel quale si legge che “le compagnie di rating danno giudizi migliori sulle banche, corporation o enti pubblici che le sovvenzionano con maggiore generosità”.
C’erano molte voci che anticipavano il giudizio delle tre Università americane, ma adesso possiamo dire che “era tutto vero”; che fare? Gli europei, d’intesa con gli americani, dovrebbero raccogliere il materiale necessario e passare il tutto alle autorità giudiziarie per vedere se esistono gli estremi del reato.
Ma se torniamo al termine “rating” che abbiamo dato sopra (valutazione), possiamo adattarlo ad altre situazione, ben diverse da quelle finanziarie; in concreto: mi riferisco alle “anticipazioni” dei vari Maghi o Maghetti dati alla fine del 2010 per il 2011.
Cominciamo con “Barbanera” che preconizzò come “a seguito dell’entrata di Giove nel Toro, durante il 2011, avremo un aumento di consumi e conseguentemente della produzione”; che vogliamo dire? Cambia mestiere?
E alla “sensitiva” Teodora Stefaniova che giurò che nel 2011 sarebbero partiti i lavori per la costruzione del ponte di Messina? Vogliamo poi parlare del sensitivo Luciano Sampietro, il quale pronosticò la caduta del re del Marocco? Un fenomeno! Pensate che sono caduti tutti i dittatori dei Paesi attorno al Marocco (Gheddafi, Ben Alì e Mubarak), mentre il re del Marocco Mohammed VI è ancora tranquillamente al proprio posto. Che gli diciamo alla simpatica Stefanova?? Di darsi all’ippica?
Quindi, ricapitolando, se l’economia mondiale si regge sulle previsioni delle Agenzie di Rating, le stesse che non avevano ASSOLUTAMENTE previsto la crisi ed anzi, avevano dato la tripla A alla Lehman Brothers, tanto vale avvalersi delle sciocchezze del Mago Barbanera e dei suoi colleghi; almeno sono più divertenti e “non si prendono sul serio come i seriosi finanzieri”; e infine, adottandoli anche per cose più serie, ci costerebbero molto meno.
Quindi, da domani, tutti a chiedere a Barbanera quale è il titolo da comprare in Borsa ed anche quale sia la valuta da mantenere nei propri forzieri. Chiaro il concetto?
Sistemata la questione semantica, passiamo all’attualità e diciamo subito che il rating delle tre sorelle (Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch), dopo aver massacrato la Grecia ed essere passate a bacchettare sonoramente Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia, si sono date un compito davvero impegnativo: mettere “sotto osservazione” addirittura l’Unione Europea e il suo fondo “salva – stati”.
È chiaro che queste dichiarazioni giocano a favore degli speculatori che scommettono “contro” l’Euro o contro qualche Stato in particolare e quindi ci sarebbe da chiedersi se tale operazione non è manipolata da qualcuno che sta muovendo ingenti capitali con l’intento di guadagnarci i soliti e fatidici “fanta miliardi”; è di ieri la notizia del “declassamento” di Francia, Italia, Austria, Spagna e Portogallo: una bomba!!
Come fare per arginare questo pericolo? Sarebbe compito della giustizia che, perseguendo i reati di aggiotaggio e “insider trading” come avvenuto per la Lehman Brothers, potrebbe sistemare le tre sorelle e sputtanarle in forma definitiva.
Pochi giorni prima che finisse il 2011, tre illustri Università americane hanno fatto uscire un rapporto firmato dai loro più famosi economisti, nel quale si legge che “le compagnie di rating danno giudizi migliori sulle banche, corporation o enti pubblici che le sovvenzionano con maggiore generosità”.
C’erano molte voci che anticipavano il giudizio delle tre Università americane, ma adesso possiamo dire che “era tutto vero”; che fare? Gli europei, d’intesa con gli americani, dovrebbero raccogliere il materiale necessario e passare il tutto alle autorità giudiziarie per vedere se esistono gli estremi del reato.
Ma se torniamo al termine “rating” che abbiamo dato sopra (valutazione), possiamo adattarlo ad altre situazione, ben diverse da quelle finanziarie; in concreto: mi riferisco alle “anticipazioni” dei vari Maghi o Maghetti dati alla fine del 2010 per il 2011.
Cominciamo con “Barbanera” che preconizzò come “a seguito dell’entrata di Giove nel Toro, durante il 2011, avremo un aumento di consumi e conseguentemente della produzione”; che vogliamo dire? Cambia mestiere?
E alla “sensitiva” Teodora Stefaniova che giurò che nel 2011 sarebbero partiti i lavori per la costruzione del ponte di Messina? Vogliamo poi parlare del sensitivo Luciano Sampietro, il quale pronosticò la caduta del re del Marocco? Un fenomeno! Pensate che sono caduti tutti i dittatori dei Paesi attorno al Marocco (Gheddafi, Ben Alì e Mubarak), mentre il re del Marocco Mohammed VI è ancora tranquillamente al proprio posto. Che gli diciamo alla simpatica Stefanova?? Di darsi all’ippica?
Quindi, ricapitolando, se l’economia mondiale si regge sulle previsioni delle Agenzie di Rating, le stesse che non avevano ASSOLUTAMENTE previsto la crisi ed anzi, avevano dato la tripla A alla Lehman Brothers, tanto vale avvalersi delle sciocchezze del Mago Barbanera e dei suoi colleghi; almeno sono più divertenti e “non si prendono sul serio come i seriosi finanzieri”; e infine, adottandoli anche per cose più serie, ci costerebbero molto meno.
Quindi, da domani, tutti a chiedere a Barbanera quale è il titolo da comprare in Borsa ed anche quale sia la valuta da mantenere nei propri forzieri. Chiaro il concetto?
giovedì, gennaio 12, 2012
VIOLENZA
Tutti i quotidiani affermano con forza che sotto il profilo della violenza “questo 2012 è partito male, anzi malissimo”; il riferimento è naturalmente ai tanti, tantissimi episodi di violenza nei confronti delle persone, episodi che, in moltissimi casi, sfociano nella morte di una o più persone; il tutto come se la persona non fosse altro che un oggetto e la sua morte rappresenti quasi una “rottura” di tale oggetto; e basta!!
L’ultimo di questa serie di episodi di violenza si è svolto a Roma (ecco il perché del tanto rimbombo mediatico?) ed ha visto per protagonisti involontari una famiglia di cinesi: il padre, Zeng, gestore di una piccola struttura che effettua anche operazioni di “transfer money”, la madre, Lia, e la piccola figlia, Joy, di 9 mesi; teatro dell’operazione, una strada nella zona di Torpignattara.
Due banditi, con caschi integrali e sciarpe per travisamento, affrontano Lia e cercano di strappargli la borsa che tiene sotto braccio; lei resiste e ingaggia una colluttazione con l’assalitore; a sua volta il marito – che aveva la piccola in collo – cerca di aiutarla, ma uno dei banditi spara un colpo di pistola che colpisce la bambina e, proseguendo nella sua corsa, uccide anche il padre; questa la vicenda sulla quale si sono sprecate le tante interviste alle autorità ed alla gente semplice, tutti unanimi nell’affermare che la città “esige” un maggior controllo da parte delle Forze dell’Ordine e che se queste non sono in numero sufficiente, si faccia uso dei militari per pattugliare le strade della città.
Anche molti volti celebri di “romani de Roma” come Montesano, hanno detto la loro: il celebre comico ha descritto la situazione con una frase lapidaria: “Roma è assente; le istituzioni sono assenti; uno può fare quello che gli pare, puoi girare tutta una notte senza trovare un posto di blocco”.
Una volta mi sembra che i ”posti di blocco” venissero presentati come l’ostentazione della forza da parte del “potere”, mentre adesso sono invocati come realtà indispensabili al vivere civile. Per la verità, Montesano invoca – oltre alla militarizzazione – anche una maggiore “cultura, più scuola, più libri, più teatro”.
Tutte cose giuste e sacrosante, ma a mio modo di vedere si tralascia una realtà che ormai non si vede più: il “cittadino comune”, colui che abita in queste strade che diventano teatro di violenza e che, durante l’evento, è chiuso in casa a vedere la stramaledetta TV e i suoi programmi altamente massificanti.
Quello che vorrei dire è che ormai ognuno di noi è diventato una sorta di “terminale” dell’economia che esce per “consumare” e poi rientra in casa per venire a conoscenza di quello che comprerà domani.
Insomma, l’uomo si è rinchiuso in casa e da lì pretende di dettare le norme; non è possibile! Bisogna che la gente ritorni per strada e superi “la paura del diverso” che incontra, il quale per il diverso colore della pelle non è detto che sia peggio di noi.
Solo se la gente riconquisterà il territorio avremo una situazione migliorativa per la violenza cittadina; si dice, parafrasando una legge economica, che le “persone buone” in giro per la città scacciano automaticamente le “persone cattive”; ed è vero, statene certi; è vero! Ed a questa riconquista del territorio dovrebbero partecipare anche tutte quelle strutture, culturali o meno, che sono nate anche per “fare aggregazione”: mi riferisco alle Case del Popolo ed ai Circoli cattolici, mi riferisco ai tanti Circoli culturali, per invitarli a fare attività anche serale, in modo da invogliare la gente ad abbandonare il “totem-TV” e scendere in Piazza per incontrare gli altri suoi simili. Solo NOI possiamo risolvere il problema, non i soldati!! Chiaro il concetto??
L’ultimo di questa serie di episodi di violenza si è svolto a Roma (ecco il perché del tanto rimbombo mediatico?) ed ha visto per protagonisti involontari una famiglia di cinesi: il padre, Zeng, gestore di una piccola struttura che effettua anche operazioni di “transfer money”, la madre, Lia, e la piccola figlia, Joy, di 9 mesi; teatro dell’operazione, una strada nella zona di Torpignattara.
Due banditi, con caschi integrali e sciarpe per travisamento, affrontano Lia e cercano di strappargli la borsa che tiene sotto braccio; lei resiste e ingaggia una colluttazione con l’assalitore; a sua volta il marito – che aveva la piccola in collo – cerca di aiutarla, ma uno dei banditi spara un colpo di pistola che colpisce la bambina e, proseguendo nella sua corsa, uccide anche il padre; questa la vicenda sulla quale si sono sprecate le tante interviste alle autorità ed alla gente semplice, tutti unanimi nell’affermare che la città “esige” un maggior controllo da parte delle Forze dell’Ordine e che se queste non sono in numero sufficiente, si faccia uso dei militari per pattugliare le strade della città.
Anche molti volti celebri di “romani de Roma” come Montesano, hanno detto la loro: il celebre comico ha descritto la situazione con una frase lapidaria: “Roma è assente; le istituzioni sono assenti; uno può fare quello che gli pare, puoi girare tutta una notte senza trovare un posto di blocco”.
Una volta mi sembra che i ”posti di blocco” venissero presentati come l’ostentazione della forza da parte del “potere”, mentre adesso sono invocati come realtà indispensabili al vivere civile. Per la verità, Montesano invoca – oltre alla militarizzazione – anche una maggiore “cultura, più scuola, più libri, più teatro”.
Tutte cose giuste e sacrosante, ma a mio modo di vedere si tralascia una realtà che ormai non si vede più: il “cittadino comune”, colui che abita in queste strade che diventano teatro di violenza e che, durante l’evento, è chiuso in casa a vedere la stramaledetta TV e i suoi programmi altamente massificanti.
Quello che vorrei dire è che ormai ognuno di noi è diventato una sorta di “terminale” dell’economia che esce per “consumare” e poi rientra in casa per venire a conoscenza di quello che comprerà domani.
Insomma, l’uomo si è rinchiuso in casa e da lì pretende di dettare le norme; non è possibile! Bisogna che la gente ritorni per strada e superi “la paura del diverso” che incontra, il quale per il diverso colore della pelle non è detto che sia peggio di noi.
Solo se la gente riconquisterà il territorio avremo una situazione migliorativa per la violenza cittadina; si dice, parafrasando una legge economica, che le “persone buone” in giro per la città scacciano automaticamente le “persone cattive”; ed è vero, statene certi; è vero! Ed a questa riconquista del territorio dovrebbero partecipare anche tutte quelle strutture, culturali o meno, che sono nate anche per “fare aggregazione”: mi riferisco alle Case del Popolo ed ai Circoli cattolici, mi riferisco ai tanti Circoli culturali, per invitarli a fare attività anche serale, in modo da invogliare la gente ad abbandonare il “totem-TV” e scendere in Piazza per incontrare gli altri suoi simili. Solo NOI possiamo risolvere il problema, non i soldati!! Chiaro il concetto??
martedì, gennaio 10, 2012
ZIBALDONE N.1/2012
Tre argomenti mi hanno interessato in questo inizio 2012 e spero proprio che suscitino interesse anche ai miei lettori.
Il primo si riferisce ad un cosa “di moda”: la manovra messa in piedi dal governo per cercare di turare le falle nel nostro bilancio; ebbene, tra le tante operazioni che stanno mettendo in ginocchio i nostri compatrioti, c’è ne’è una che ha veramente del vergognoso; mi riferisco all’IVA che è stata portata al 21%; ma non è questo il problema – cioè l’aumento percentuale – ma l’iniquità sta proprio nella sua applicazione.
La Regione Toscana per cercare un po’ di quattrini per ricostruire i tanti insediamenti urbani distrutti dalla recente alluvione, ha aumentato di 5 centesimi di euro l’importo da corrispondere per un litro del prezioso liquido; fin qui niente si particolare, nessuno di noi si sarebbe risentito per questo balzello, se non fosse stato che si è scoperto come lo Stato – insensibile a questi problemi – ha assoggettato questa cifra alla normale tassazione IVA, in modo che l’aumento reale del prezzo è diventato di 6,1 centesimi.
Da notare, per chiudere l’argomento, che né i benzinai e neppure gli ineffabili petrolieri traggono beneficio dall’aumento, ma solo lo Stato e senza neppure vergognarsi. Da notare che nell’attuale quotazione del litro di benzina, ci sono ancora contributi di solidarietà per la Diga del Vajont, per il terremoto del Belice e per la guerra d’Abissinia: vi sembra una cosa normale e soprattutto, vi sembra di vivere in un Paese normale?
Il secondo riguarda un evento che ha occupato le prime pagine di quasi tutti i quotidiani: il blitz della Guardia di Finanza a Cortina e le straordinarie scoperte rilevate.
Indubbiamente la più “curiosa” è quella del controllo delle “supercar”, dal quale è emerso quanto segue: sulle 251 esaminate, 133 sono risultate intestate a persone fisiche e 118 a società di capitali; delle prime, 42 sono di proprietà di cittadini che dichiarano meno di 30/mila euro; tra le seconde, 37 società dichiarano meno di 50/mila euro e 19 sono addirittura in perdita.
Dal controllo suddetto – sacrosanto, anche se un po’ troppo “mediatico” – è emerso quanto i finanzieri avrebbero potuto appurare standosene in Ufficio e utilizzando i dati già in loro possesso; comunque, meglio così che niente, anche perché la presenza delle “fiamme gialle” ha aumentato gli scontrini fiscali emessi dai commercianti della zona di un fantasmagorico 400% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno.
Il terzo è un piccolo contributo all’ottimismo; sentite le notizie: “Il Grande Fratello” si è rivelato un flop dalle proporzioni enormi; pensate che 10/milioni di teleutenti lo hanno snobbato, decretandone la probabile chiusura anticipata. Evidentemente i nostri concittadini hanno afferrato l’assurdità di un programma che trasforma i concorrenti in larve di lusso, religiosamente protetti dagli avvenimenti esterni, in modo tale che né un’idea né un’emozione turbino il loro “nulla” intellettuale.
Un’altra buona notizia: il discorso di Giorgio Napolitano l’ultimo dell’anno ha fatto registrare un ascolto di circa 13/milioni di telespettatori, un po’ meno dello show di Fiorello, ma molto di più dell’ultima edizione del Festival di Sanremo.
Nel caso specifico si è forse determinato una sorta di “situazione particolare”: un lieve miglioramento del cervello dei nostri compatrioti li ha indotti a seguire una trasmissione che li poteva interessare direttamente per vedere di scoprire “cosa c’è dietro l’angolo”. Quindi, questo potrebbe annoverarsi come il primo successo di Monti che ha indotto gli italiani, per cercare di capire lui, a cercare almeno di capire Napolitano; chiaro??
Il primo si riferisce ad un cosa “di moda”: la manovra messa in piedi dal governo per cercare di turare le falle nel nostro bilancio; ebbene, tra le tante operazioni che stanno mettendo in ginocchio i nostri compatrioti, c’è ne’è una che ha veramente del vergognoso; mi riferisco all’IVA che è stata portata al 21%; ma non è questo il problema – cioè l’aumento percentuale – ma l’iniquità sta proprio nella sua applicazione.
La Regione Toscana per cercare un po’ di quattrini per ricostruire i tanti insediamenti urbani distrutti dalla recente alluvione, ha aumentato di 5 centesimi di euro l’importo da corrispondere per un litro del prezioso liquido; fin qui niente si particolare, nessuno di noi si sarebbe risentito per questo balzello, se non fosse stato che si è scoperto come lo Stato – insensibile a questi problemi – ha assoggettato questa cifra alla normale tassazione IVA, in modo che l’aumento reale del prezzo è diventato di 6,1 centesimi.
Da notare, per chiudere l’argomento, che né i benzinai e neppure gli ineffabili petrolieri traggono beneficio dall’aumento, ma solo lo Stato e senza neppure vergognarsi. Da notare che nell’attuale quotazione del litro di benzina, ci sono ancora contributi di solidarietà per la Diga del Vajont, per il terremoto del Belice e per la guerra d’Abissinia: vi sembra una cosa normale e soprattutto, vi sembra di vivere in un Paese normale?
Il secondo riguarda un evento che ha occupato le prime pagine di quasi tutti i quotidiani: il blitz della Guardia di Finanza a Cortina e le straordinarie scoperte rilevate.
Indubbiamente la più “curiosa” è quella del controllo delle “supercar”, dal quale è emerso quanto segue: sulle 251 esaminate, 133 sono risultate intestate a persone fisiche e 118 a società di capitali; delle prime, 42 sono di proprietà di cittadini che dichiarano meno di 30/mila euro; tra le seconde, 37 società dichiarano meno di 50/mila euro e 19 sono addirittura in perdita.
Dal controllo suddetto – sacrosanto, anche se un po’ troppo “mediatico” – è emerso quanto i finanzieri avrebbero potuto appurare standosene in Ufficio e utilizzando i dati già in loro possesso; comunque, meglio così che niente, anche perché la presenza delle “fiamme gialle” ha aumentato gli scontrini fiscali emessi dai commercianti della zona di un fantasmagorico 400% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno.
Il terzo è un piccolo contributo all’ottimismo; sentite le notizie: “Il Grande Fratello” si è rivelato un flop dalle proporzioni enormi; pensate che 10/milioni di teleutenti lo hanno snobbato, decretandone la probabile chiusura anticipata. Evidentemente i nostri concittadini hanno afferrato l’assurdità di un programma che trasforma i concorrenti in larve di lusso, religiosamente protetti dagli avvenimenti esterni, in modo tale che né un’idea né un’emozione turbino il loro “nulla” intellettuale.
Un’altra buona notizia: il discorso di Giorgio Napolitano l’ultimo dell’anno ha fatto registrare un ascolto di circa 13/milioni di telespettatori, un po’ meno dello show di Fiorello, ma molto di più dell’ultima edizione del Festival di Sanremo.
Nel caso specifico si è forse determinato una sorta di “situazione particolare”: un lieve miglioramento del cervello dei nostri compatrioti li ha indotti a seguire una trasmissione che li poteva interessare direttamente per vedere di scoprire “cosa c’è dietro l’angolo”. Quindi, questo potrebbe annoverarsi come il primo successo di Monti che ha indotto gli italiani, per cercare di capire lui, a cercare almeno di capire Napolitano; chiaro??
domenica, gennaio 08, 2012
LIBERTA'
Se parliamo di libertà, possiamo dire tante cose; io, al momento, voglio presentare alcuni esempi di “libertà economica” e, infine, un fatterello, pure attinente alla libertà.
Cominciamo dalla libertà economica e diciamo subito che dal dopoguerra ai giorni nostri, l’umanità ha conosciuto tre riforme monetarie: la prima è quella conosciuta come “Bretton Woods”, dal nome della località inglese che ospitò nel 1944 la conferenza; in questa assise mondiale, venne imposto l’obbligo per ogni Paese di porre in essere una politica monetaria internazionale tesa a stabilizzare il tasso di cambio della propria moneta rispetto al dollaro, ad un valore fisso, consentendo piccole oscillazioni che venivano compensate attraverso il FMI - Fondo Monetario Internazionale; ovviamente il controllo della moneta del Paese era affidato alle autorità preposte al controllo dell’economia del Paese stesso (Ministero, Banca Centrale, ecc.).
La seconda assunse il nome di “serpente monetario” e nacque in Europa nel 1972 per garantire stabilità dei cambi fra le varie monete dopo la fine della convertibilità obbligatoria con il Dollaro; con questo sistema, le Nazioni si impegnavano a tenere la propria moneta all’interno di una sorta di serpente che rappresentava le fluttuazioni della divisa ; molti Paesi, fra cui l’Italia (1973) furono costretti ad uscire dal “serpente” in quanto vennero a trovarsi una moneta sopravalutata e quindi dovettero provvedere ad una svalutazione.
La terza è del 2002 ed è il famigerato (per alcuni) Euro, cioè l’avvento della moneta comune, basata sul Patto di stabilità tra gli stati aderenti che non dovevano superare il deficit del 3% del Pil e mantenere il debito pubblico al disotto del 60%; con questo sistema si sono aperte le frontiere politiche e chiuse quelle economiche, relegando le singole nazioni in una specie di lager economico, dato che non avevano più il controllo delle scelte di economia politica del proprio Paese.
Come si vede, sia il “serpente” che “l’euro” hanno creato problemi, soprattutto per il fatto che il gestore unico delle economie di tutti è stata la BCE; e allora? Allora si potrebbe proporre una via d’uscita che consiste nel riaprire le frontiere economiche e ritornare ad una specie di Bretton Woods europea con il marco al posto del dollaro.
Il secondo esempio di “libertà” lo vediamo a Bologna, dove un gruppo di liceali ha avuto una pensata sensazionale: per liberarsi dalla schiavitù indotta dalla tecnologia e dai mass media (quest’ultimo l’ho aggiunto io ma loro l’hanno fatto davvero), i giovani .- maschi e femmine – sono stati per sette giorni senza Internet, senza televisione e senza cellulare; e, strano ma vero, nessuno è morto e neppure impazzito e nemmeno colto da crisi di astinenza.
La vita “off line” è piaciuta ai ragazzi che hanno scoperto alcune cose che avevano dimenticato; alcuni esempi: Federico ha affermato “ora so cosa perdo a stare attaccato al pc” ed ha sostituito il marchingegno con alcune serate trascorse con la nonna a cucinare tortellini e arancini. Una ragazza ha commentato che – nonostante la presenza del telefono “fisso” ammesso dalla prova – le sue amiche non sapevano come fare a parlare con lei; un giovane ha detto con soddisfazione che, al posto della mania compulsava per il pc “ha parlato di più con i genitori” ed un altro ha confessato di “aver letto un libro lunghissimo, ma che gli è piaciuto.
A testimoniare il successo dell’iniziativa, c’è la decisione dei ragazzi di iniziare, al rientro a scuola dopo la Befana, una sorta di “giorno senza tecnologia” alla settimana, con una rotazione fissa, dal lunedì alla domenica: queste sono belle notizie!!
Cominciamo dalla libertà economica e diciamo subito che dal dopoguerra ai giorni nostri, l’umanità ha conosciuto tre riforme monetarie: la prima è quella conosciuta come “Bretton Woods”, dal nome della località inglese che ospitò nel 1944 la conferenza; in questa assise mondiale, venne imposto l’obbligo per ogni Paese di porre in essere una politica monetaria internazionale tesa a stabilizzare il tasso di cambio della propria moneta rispetto al dollaro, ad un valore fisso, consentendo piccole oscillazioni che venivano compensate attraverso il FMI - Fondo Monetario Internazionale; ovviamente il controllo della moneta del Paese era affidato alle autorità preposte al controllo dell’economia del Paese stesso (Ministero, Banca Centrale, ecc.).
La seconda assunse il nome di “serpente monetario” e nacque in Europa nel 1972 per garantire stabilità dei cambi fra le varie monete dopo la fine della convertibilità obbligatoria con il Dollaro; con questo sistema, le Nazioni si impegnavano a tenere la propria moneta all’interno di una sorta di serpente che rappresentava le fluttuazioni della divisa ; molti Paesi, fra cui l’Italia (1973) furono costretti ad uscire dal “serpente” in quanto vennero a trovarsi una moneta sopravalutata e quindi dovettero provvedere ad una svalutazione.
La terza è del 2002 ed è il famigerato (per alcuni) Euro, cioè l’avvento della moneta comune, basata sul Patto di stabilità tra gli stati aderenti che non dovevano superare il deficit del 3% del Pil e mantenere il debito pubblico al disotto del 60%; con questo sistema si sono aperte le frontiere politiche e chiuse quelle economiche, relegando le singole nazioni in una specie di lager economico, dato che non avevano più il controllo delle scelte di economia politica del proprio Paese.
Come si vede, sia il “serpente” che “l’euro” hanno creato problemi, soprattutto per il fatto che il gestore unico delle economie di tutti è stata la BCE; e allora? Allora si potrebbe proporre una via d’uscita che consiste nel riaprire le frontiere economiche e ritornare ad una specie di Bretton Woods europea con il marco al posto del dollaro.
Il secondo esempio di “libertà” lo vediamo a Bologna, dove un gruppo di liceali ha avuto una pensata sensazionale: per liberarsi dalla schiavitù indotta dalla tecnologia e dai mass media (quest’ultimo l’ho aggiunto io ma loro l’hanno fatto davvero), i giovani .- maschi e femmine – sono stati per sette giorni senza Internet, senza televisione e senza cellulare; e, strano ma vero, nessuno è morto e neppure impazzito e nemmeno colto da crisi di astinenza.
La vita “off line” è piaciuta ai ragazzi che hanno scoperto alcune cose che avevano dimenticato; alcuni esempi: Federico ha affermato “ora so cosa perdo a stare attaccato al pc” ed ha sostituito il marchingegno con alcune serate trascorse con la nonna a cucinare tortellini e arancini. Una ragazza ha commentato che – nonostante la presenza del telefono “fisso” ammesso dalla prova – le sue amiche non sapevano come fare a parlare con lei; un giovane ha detto con soddisfazione che, al posto della mania compulsava per il pc “ha parlato di più con i genitori” ed un altro ha confessato di “aver letto un libro lunghissimo, ma che gli è piaciuto.
A testimoniare il successo dell’iniziativa, c’è la decisione dei ragazzi di iniziare, al rientro a scuola dopo la Befana, una sorta di “giorno senza tecnologia” alla settimana, con una rotazione fissa, dal lunedì alla domenica: queste sono belle notizie!!