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sabato, luglio 14, 2012

CON LA "CASTA" NON LA SFANGANO 


Per “casta” intendo non solo i massimi rappresentanti – onorevoli e senatori – ma anche tutto il sottobosco politico, dagli eletti nei consessi locali (comuni, province e regione) a tutti quelli che ne traggono vantaggio diretto (consiglieri di amministrazione delle varie partecipate), fino ad arrivare ai commessi del Parlamento oltre agli stenografi ed agli addetti ai ristoranti interni.
Insomma, possiamo dire che “tutto si può tagliare tranne la politica”; la revisione della spesa pubblica sembra procedere a vele spiegate fin quando si tratta di colpire, nella maggior parte dei casi,  “piccoli” personaggi della provincia politica o, al massimo, l’utenza diretta, sia della sanità che della giustizia; ma quando si sale……
In occasione di una intervista a due voci, i presidenti dei due rami del Parlamento hanno confessato che sono impotenti nel ridurre i costi della politica e delle istituzioni e, nello specifico, le spese delle massime istituzioni della Repubblica.
Se guardiamo bene, vediamo che le prime battaglie intraprese per ridurre le spese, sono state tutte clamorosamente perdute: il numero dei deputati è rimasto quasi identico (508 invece degli attuali 630 deputati e 254 invece dei 315 senatori), molto al di sopra di quanto era stato richiesto per poter dare incisività alla riforma.
Lo stesso discorso, forse addirittura aggravato, vale per la situazione dei consiglieri regionali, dove non starò ad elencare gli assurdi privilegi che sono in vigore e che nessuno riesce a scalfire; cito – solo per fornire un piccolo esempio tra i tanti possibili – il caso della Regione Lazio, dove la UIL ha documentato che si potrebbero risparmiare 50/milioni l’anno solo riducendo i consiglieri dagli attuali 70 a 58, eliminando i vitalizi dei consiglieri e tagliando un lungo elenco di sprechi che potrei definire assurdi.
Pensate un po’ se questa iniziativa fosse portata a livello nazionale, andando ad intaccare anche i “privilegi” delle regioni a statuto speciale: non è utopistico pensare che quei famosi 5 o 10 miliardi che servono “a tutti i costi”, sarebbe facile trovarli.
Se parliamo di “casta”, non  possiamo dimenticare uno dei capisaldi di tale sistema; alludo all’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata che nel gennaio scorso si è dimesso dopo aver portato l’istituzione sull’orlo del fallimento e quasi tutte le aziende partecipate, sull’orlo del baratro.
Dopo aver fatto toccare al Comune la cifra record di 9.584 dipendenti (uno ogni 69 abitanti), Cammarata è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 200/mila euro di risarcimento per la nomina illegittima di alcuni consulenti e ha tuttora quattro inchieste giudiziarie che gli gravano sulle spalle.
Un giovane di campagna come me, pensa che uno come il bravo Diego, se si avvicina a un’amministraziione pubblica, viene bloccato subito dalla Forza Pubblica e, addirittura, direi,  portato davanti ad un esorcista.
Ma siamo in Italia e le cose da noi funzionano in altro modo: la settimana scorsa il Senato della Repubblica lo ha nominato consulente speciale per i tagli alla spesa degli enti locali.
Diciamo che sarebbe come mettere Schettino a capo della Protezione Civile e quindi come possiamo dare torto ad un ex deputato UDC (che non ha voluto nominarsi) che ha affermato: “a noi politici non ci crede più nessuno, oramai siamo incredibili”.
Non so perché ma la battuta, anche se bella, non mi induce al riso, forse perché ormai abbiamo riso  anche troppo e credo che sia arrivato il momento di smettere di ridere e cominciare ad incazzarci in modo serio, molto serio; chiaro il concetto??

giovedì, luglio 12, 2012

SESSO EN PLEIN AIR 


Sarà forse il caldo torrido che cinge d’assedio molte città italiane, ma avere due casi di “sesso in strada” in un paio di giorni è sicuramente qualcosa di “strano” che merita almeno delle riflessioni da parte nostra.
Il primo caso avviene a Firenze e precisamente sui gradini della Basilica di Santa Croce, all’ombra della statua di Dante Alighieri: una coppia ha fatto sesso davanti alla tantissima gente che era presente nella celebre Piazza (peraltro non era neppure tardi: solo le 22.30); un gruppo di ragazzi non ha trovato di meglio che filmare le evoluzioni sessuali dei due giovani e “postarle” su alcuni social network; nessuna autorità è intervenuta, nessun Vigile si è presentato, così i due protagonisti hanno avuto tutto il tempo di concludere la loro azione e andarsene per la loro strada.
Soltanto dalle riprese presenti sui social network è scoppiata la polemica, con tutti i “benpensanti” che stigmatizzavano l’episodio e le autorità che chiedevano agli autori del filmato perché invece di filmare l’atto sessuale, non hanno pensato di chiamare la Polizia o i Vigili Urbani.
Il secondo episodio, abbastanza analogo, è avvenuto a Milano, in ora addirittura precedente quella di Firenze (le 19.30): in pieno giorno, in una strada molto frequentata, davanti agli occhi di passanti più irritati (per quale motivo?) che sorpresi; i due, dopo la fine della loro performance, si sono giustificati con “siamo stati travolti dalla passione….e non abbiamo più pensato a niente”; affermando, in concreto, che l’ardore frenetico del sentimento dei due non giovanissimi attori (lei 36 anni, lui 26) poteva lenire la colpa di esibire il sesso senza quel pudore che anche la legge richiede.
Peraltro, sulle strade il giovanissimo o l’anziano può imbattersi in scene che comprendono bambini che chiedono l’elemosina, uomini che dormono nel gelo avvolti in cartoni, ragazzine sciancate per commuovere i passanti ed anche a giovanissime prostituite che hanno in borsa, accanto alla Barbie, il pacchetto dei preservativi: si dirà che è la vita, che è la società attuale che ha ridotto le strade a questi palcoscenici, ma non mi sembra di aver mai sentito le prese di posizione dei soliti benpensanti su queste scene, non erotiche certo, ma sicuramente  nauseanti.
Il solito politico che non riesce mai a tacere, paragona le Piazze, teatro di queste scene, a bordelli all’aperto in cui si mischiano droga, alcol e - new entry - il sesso libero; ma non coglie la differenza tra le prime due, votate alla morte, e la terza che invece mira al godimento dei sensi e confonde quindi il tossico con l’innamorato.
Non so per quale motivo, ma l’unica cosa che mi suscita questa vicenda è racchiusa nell’ultima parte del “recitativo” di Fabrizio De André, composizione che ho affisso nel mio studio e che leggo con molta frequenza; sono certo che la conoscerete, ma non so rinunciare a riproporvi il pezzo finale che considero un inno contro il benpensante, colui che compie i peggiori atti, dei quali si assolve, ma stigmatizza quelli altrui:
“Uomini, poiché all’ultimo minuto/ non  vi assalga il rimorso/ per non aver pietà giammai avuto/ e non diventi rantolo il respiro/ sappiate che la morte vi sorveglia/ gioir nei prati o fra i muri di calce/ come crescere il gran guarda il villano/ finché non sia maturo per la falce”
Potrà sembrare una chiusa “triste” per un fatto gioioso come io considero il sesso, ma forse la tristezza è dovuta alla consapevolezza di non essere io il protagonista della sequenza in Piazza Santa Croce; Dio come mi rincresce di non essere uno di questi giovani e come odio tutte quelle persone che li guardano con astio e malevolenza!

martedì, luglio 10, 2012

QUALCHE RIFLESSIIONE SULLA NAZIONALE 


Prima di tutto diciamo che sia i risultati sportivi che quelli dell’immagine nei confronti dell’esterno, rendono un grande servizio alla nazione italiana ed alla sua squadra di calcio che ha perduto soltanto la finale, peraltro da una Spagna che per tecnica e per mestiere si è dimostrata superiore di una spanna ai nostri calciatori.
Siamo partiti dall’Italia sull’onda non certo piacevole delle indagini sul calcio scommesse, con addirittura il nostro capitano Buffon che sembra essere indagato da una Procura per “giuoco d’azzardo”.
Arrivati a destinazione il nostro team ha avuto altri bei problemi, sia prima dell’inizio che durante la fase finale: ha cominciato l’ineffabile Alessandro Cecchi Paone, il quale a corto di argomenti per risalire una china che sta scendendo sempre più velocemente, ha dichiarato che tra i 23 componenti la squadra nazionale ci sono: 2 omosessuali, un bisessuale e ben 3 “metrosexual”. Chi glielo avrà detto??
Vediamo di capire le differenze: “omosessuali”, lo sappiamo, significa che uno è portato verso un altro del suo stesso sesso; bisessuale sta ad indicare uno che fa sesso indifferentemente con un altro sia che appartenga al suo stesso sesso che all’altro; quello che mi ha messo in difficoltà è il nuovo termine “metrosexual”: dopo accurate ricerche sembra che si riferisca a quei maschi, al momento interessati solo alle donne, ma che hanno una tale cura di se stessi, del corpo e dei particolari, più tipica di un bisessuale o addirittura di un omosessuale; il che induce Cecchi Paone a “sperare” per sviluppi futuri. Sono ovviamente circolati anche i nomi degli atleti riferiti alle suddette “categorie”, ma non mi sembra assolutamente opportuno riportarli.
Mentre quasi tutti gli atleti ed il tecnico si sono rifugiati in frasi di circostanza, in battute di spirito o altro, il solo Cassano ha sparato una delle sue “cassanate”: “spero proprio che tra noi non ci sia nessun finocchio!”.
Sembrava finita qui, ma Cecchi Paone ha replicato al nostro giocatore dicendo “il problema di Antonio è che non ha ricevuto un’educazione adeguata a livello sentimentale”; ma non basta: il Codacoms ha annunciato addirittura un’azione collettiva di risarcimento per il danno morale provocato dalle parole di Cassano.
E così siamo andati avanti, anche se debbo rilevare una piccola gaffe del nostro allenatore che ad una domanda di un giornalista TV su quale sia la differenza tra lui 57 anni) e Del Bosque (allenatore della Spagna, 62 anni) ha replicato con una certa sufficienza che consisteva nel “giro vita”, nel senso che lui era più magro ed atletico dello spagnolo, dimenticando i tantissimi titoli vinti dall’iberico sia con il Real Madrid che con la Nazionale; della serie: Prandelli prima di parlare di Del Bosque pensaci bene e comincia a vincere qualcosa d’importante!!
E siamo arrivati così all’ultima partita, la sconfitta 4-0 con la Spagna; un solo commento da uno che ne capisce poco di calcio: non c’è stata partita; i nostri sembravano “cotti” e gli spagnoli sembrava che cominciassero adesso il loro “europeo”. Comunque, ragazzi, grazie lo stesso!!
Il giorno dopo, c’è stata la cerimonia al Quirinale da Napolitano e in quella sede Prandelli ha tirato fuori una componente “di moda”: questo è un Paese “vecchio”, anche nello sport, che quindi deve essere rinnovato; meglio: molti dovrebbero essere “rottamati”; subito dopo ha puntualizzato che rimarrà al suo posto, anche perché gli è stato rinnovato il contratto fino al 2014 con un aumento che lo ha portato a guadagnare 2/milioni di euro l’anno, alla faccia della crisi. Beato lui!!.

domenica, luglio 08, 2012

CI RIPROVANO A CASSARE LE PROVINCE 


Aspettiamo prima di darla per scontata, ma sembra che questo Governo abbia preso di mira le Province e provi ad eliminarne una gran parte (oltre la metà); questa volta anche l’UPI (Unione delle Province d’Italia) è favorevole in quanto il battagliero presidente Castiglione avrà pensato che “è meglio conservare l’istituto delle province, anche se in numero più ridotto, piuttosto che rischiare l’abolizione totale”.
In aggiunta a quelle – chiamiamole così ordinarie – ci sono quelle che fanno parte di Regioni a statuto speciale e per queste dovrà essere l’ente superiore a deliberare in proposito (al momento si sta pensando solo la Sardegna)
I criteri che il ministro Patroni Griffi ha adottato sono tre: per restare “provincia” si dovrà avere non meno di 350.000 abitanti, almeno 3 mila Km/quadri di superficie e almeno 50 comuni nel proprio territorio. Si salva chi ha almeno due requisiti sui tre richiesti.
Oltre ad essere dimezzati, questi “enti definiti inutili”, saranno ridimensionati anche sotto il profilo politico in quanto i superstiti saranno “di secondo livello”, cioè i consiglieri saranno “mominati” dai consigli comunali.
Questo taglio dovrebbe portare un risparmio di almeno 5/miliardi di euro l’anno, ma forse si potrà ottenere ancora di più, vendendo il patrimonio immobiliare  degli enti tagliati e dalla riduzione del personale (i pensionati che non saranno sostituiti e i dimissionari che non vorranno trasferirsi).
I Comuni che perderanno la propria Provincia saranno liberi di accorparsi ad enti limitrofi.
Ma perché la casta politica si è sempre arroccata in difesa delle Province? Semplicemente perché erano – e sono anche adesso, fino a prova contraria – dei serbatoi per collocare gli uomini politici trombati ma che ancora avevano un seguito di “voti” che poteva tornare utile al partito di appartenenza.
Se il Governo Monti riuscirà nell’intento di ridimensionare così pesantemente le Province, avrà sicuramente un grosso titolo di merito; un altro impegno che propongo al nostro “supermario” è quello di cercare di allontanare sempre più il comportamento della nostra Pubblica Amministrazione dai Borboni e dai capricci di Franceschiello; anche qui siamo in presenza di uno spread che – contrariamente a quello dei tutoli pubblici – dovrebbe allargare la forbice.
Sentite a cosa mi riferisco: un amico, dopo aver trovato nella cassetta delle lettere un avviso di raccomandata (senza che nessuno avesse suonato il campanello), si è trovato a fare una odissea tra uffici pubblici e privati che gestiscono la consegna di queste missive.
Dopo aver perso un paio di mattinate alla caccia della misteriosa raccomandata, il nostro eroe ne è finalmente entrato in possesso e ha così appreso che il tutto si riferiva ad una multa di 54 euro comminata da un vigile (che peraltro non ha lasciato alcun verbale sul parabrezza dell’auto); quale il delitto? Non aver pagato 1 (uno) euro per la sosta del veicolo, cioè non aver messo sufficiente moneta nell’apposita macchinetta e per questa mancanza la sanzione è pari al 5400% del dovuto.
Forse l’attuale situazione economica, con tutti gli enti pubblici alla caccia di soldi, ci avvicina alla situazione narrata dal film “Non ci resta che piangere” diretto in coppia da Benigni/Troisi,  in cui una guardia di frontiera chiede continuamente “un fiorino” a chiunque si trovi a passare davanti a lui. Ricordate?? Ecco, questo è lo spread all’incontrario che ci allontana dall’Europa e ci avvicina ai Borboni.

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