sabato, aprile 24, 2010
ACQUE AGITATE NELLA LIRICA
La famosa crisi universale dovrebbe indurre tutti a fare dei sacrifici, ma in perfetto stile italico, ci comportiamo pressappoco così: “tu fai i sacrifici ed io sto a vedere come fai”: chiaro il concetto??
Mi è venuto in mente questa battuta perché ho letto che le fondazioni liriche italiane, cioè le strutture che gestiscono i teatri lirici più importanti, sono in agitazione perchè il Ministro della Cultura Biondi ha emanato un nuovo decreto – che nessuno peraltro ha ancora letto approfonditamente – nel quale il ministero assume alcuni poteri che prima non aveva; il tutto per regolamentare in qualche modo un settore che, a scanso di equivoci, ha ricevuto dallo Stato nel 2009 la bella cifra di 240milioni di euro e, nonostante questo versa in “profondo rosso” (molti teatri se non tutti).
Il Ministro, un po’ per fare chiarezza e un po’ per spirito polemico, ha “messo in rete” tutte le situazioni patrimoniali delle 14 fondazioni liriche italiane e da questi dati emergono situazioni interessanti ma molto diverse le une dalle altre.
Per esempio, stando ai contributi del 2009, i teatri che hanno avuto di più sono La Scala di Milano con qualcosa più di 33milioni di euro, seguita dal Teatro dell’Opera di Roma con 26milioni e dal Teatro Massimo di Palermo con 20milioni e dal Teatro del Maggio Fiorentino con 19milioni e mezzo.
Da notare che queste cifre vengono poi integrate dai contributi degli enti locali, cosicché la Regione siciliana versa 13milioni e mezzo al proprio teatro, mentre la Lombardia di limita ad un milione, il Lazio a 3milioni e la Toscana a 2.4milioni: come si vede esistono realtà ben diverse che poi si riverberano nel totale dei contributi, anche perché abbiamo un'altra struttura che contribuisce e cioè il Comune, per cui quello di Milano versa oltre 7milioni, quello di Roma 13, quello di Palermo 4 e quello di Firenze poco più di 3.
Scusate la cruda elencazione di questi numeri, ma sono necessari per giungere ad un a mia conclusione: fermo restando l’analisi su questi quattro teatri, abbiamo un totale dei contributi – comprensivi di quelli di altri enti locali e dei “privati” - che sono di quasi 60milioni per La Scala di Milano, di quasi 47milioni per il Teatro dell’Opera di Roma, di quasi 40 per il Massimo di Palermo e di quasi 30 per Firenze.
A queste cifre va aggiunta la somma, per me più importante di tutte, e cioè il ricavato di ciascun teatro per la vendita dei biglietti: più di 36milioni per La Scala, più di 6milioni per Roma, quasi 3milioni per Palermo e 6milioni per Firenze.
La conclusione ce la detta la matematica: La Scala ha un rapporto del 60% tra contributi e ricavi propri, mentre a Roma tale percentuale scende al 13%, a Palermo a meno del 13% e a Firenze al 20%. Queste sono le cifre sulle quali impostare una corretta politica della lirica, nella quale non venga disatteso l’elemento finanziario, stante che questo Paese non può permettersi di gettare al vento i propri denari; pertanto, si dovrebbe fissare una percentuale tra contributi e ricavi da prestazioni (i biglietti, tanto per intenderci) che non dovrebbe mai scendere sotto il 15% e se qualche teatro dovesse rimetterci rispetto alla situazione attuale, pazienza; l’elemento che andrebbe privilegiato è il numero degli spettacoli che ciascuna struttura riesce a mettere in scena e quanto viene incassato da ciascuno di questi.
Al di fuori di questo si scivola nell’assistenzialismo puro e semplice e non trovo giusto generalizzare la contribuzione della mano pubblica sull’onda dell’emotività che discende da frasi tipo “la cultura è la vita di una Nazione”. Specie di questi tempi!!
Mi è venuto in mente questa battuta perché ho letto che le fondazioni liriche italiane, cioè le strutture che gestiscono i teatri lirici più importanti, sono in agitazione perchè il Ministro della Cultura Biondi ha emanato un nuovo decreto – che nessuno peraltro ha ancora letto approfonditamente – nel quale il ministero assume alcuni poteri che prima non aveva; il tutto per regolamentare in qualche modo un settore che, a scanso di equivoci, ha ricevuto dallo Stato nel 2009 la bella cifra di 240milioni di euro e, nonostante questo versa in “profondo rosso” (molti teatri se non tutti).
Il Ministro, un po’ per fare chiarezza e un po’ per spirito polemico, ha “messo in rete” tutte le situazioni patrimoniali delle 14 fondazioni liriche italiane e da questi dati emergono situazioni interessanti ma molto diverse le une dalle altre.
Per esempio, stando ai contributi del 2009, i teatri che hanno avuto di più sono La Scala di Milano con qualcosa più di 33milioni di euro, seguita dal Teatro dell’Opera di Roma con 26milioni e dal Teatro Massimo di Palermo con 20milioni e dal Teatro del Maggio Fiorentino con 19milioni e mezzo.
Da notare che queste cifre vengono poi integrate dai contributi degli enti locali, cosicché la Regione siciliana versa 13milioni e mezzo al proprio teatro, mentre la Lombardia di limita ad un milione, il Lazio a 3milioni e la Toscana a 2.4milioni: come si vede esistono realtà ben diverse che poi si riverberano nel totale dei contributi, anche perché abbiamo un'altra struttura che contribuisce e cioè il Comune, per cui quello di Milano versa oltre 7milioni, quello di Roma 13, quello di Palermo 4 e quello di Firenze poco più di 3.
Scusate la cruda elencazione di questi numeri, ma sono necessari per giungere ad un a mia conclusione: fermo restando l’analisi su questi quattro teatri, abbiamo un totale dei contributi – comprensivi di quelli di altri enti locali e dei “privati” - che sono di quasi 60milioni per La Scala di Milano, di quasi 47milioni per il Teatro dell’Opera di Roma, di quasi 40 per il Massimo di Palermo e di quasi 30 per Firenze.
A queste cifre va aggiunta la somma, per me più importante di tutte, e cioè il ricavato di ciascun teatro per la vendita dei biglietti: più di 36milioni per La Scala, più di 6milioni per Roma, quasi 3milioni per Palermo e 6milioni per Firenze.
La conclusione ce la detta la matematica: La Scala ha un rapporto del 60% tra contributi e ricavi propri, mentre a Roma tale percentuale scende al 13%, a Palermo a meno del 13% e a Firenze al 20%. Queste sono le cifre sulle quali impostare una corretta politica della lirica, nella quale non venga disatteso l’elemento finanziario, stante che questo Paese non può permettersi di gettare al vento i propri denari; pertanto, si dovrebbe fissare una percentuale tra contributi e ricavi da prestazioni (i biglietti, tanto per intenderci) che non dovrebbe mai scendere sotto il 15% e se qualche teatro dovesse rimetterci rispetto alla situazione attuale, pazienza; l’elemento che andrebbe privilegiato è il numero degli spettacoli che ciascuna struttura riesce a mettere in scena e quanto viene incassato da ciascuno di questi.
Al di fuori di questo si scivola nell’assistenzialismo puro e semplice e non trovo giusto generalizzare la contribuzione della mano pubblica sull’onda dell’emotività che discende da frasi tipo “la cultura è la vita di una Nazione”. Specie di questi tempi!!
venerdì, aprile 23, 2010
RIMEDI CONTRO LA CRISI
Mentre la crisi sembra non voler cedere e continua a fare danni, specie nel mondo dei lavoratori, le due componenti principali del problema (imprenditori e forze politiche) si stanno occupando di altre cose.
Gli imprenditori stanno festeggiando il famoso scorporo o, per dirlo con una parola di moda, lo spin-off della FIAT: se qualcuno mi segue con assiduità, si ricorderà che un paio di mesi or sono, ai tempi della crisi a Termini Imerese, il management della casa torinese escluse categoricamente la divisione delle auto dai mezzi pesanti ed io, in quella sede, ebbi a dire che ci credevo poco.
Purtroppo, avevo ragione; l’azienda – utilizzando un momento in cui gli obiettivi di tutti sono rivolti al cambio della Presidenza – ha lasciato trapelare che entro sei mesi la divisione sarà operativa; per le auto costruite in Italia, si prevedono aumenti abbastanza vistosi; quello che significherà ai fini della forza lavoro è tutto da scoprire e non è possibile fare previsioni che potrebbero essere smentite dai fatti.
Le forze politiche, uscite con determinati assetti dalle elezioni amministrative, sembrano avvitate in giochi di potere, il PDL, con la diatriba Fini-Berlusconi e il PD con le difficoltà interne del segretario e la non facile collaborazione con l’IDV.
Comunque si guardi la situazione politica, si avverte un senso di disagio perché i signori del potere sembrano proprio vivere una vita diversa dalla nostra, addirittura mi appaiono come abitanti di un altro pianeta.
Ed allora, il singolo individuo deve arrangiarsi da solo per superare la crisi; in passato ho già avuto modo di presentarvi alcune “iniziative” – le più singolari – messe in atto da gente rimasta sul lastrico, per continuare a sopravvivere; ed ora eccone un’altra.
Nella mia città, tre signore non più giovanissime (68, 60 e 37) si sono messe insieme per svolgere il mestiere più antico del mondo onde risolvere i problemi indotti dalla crisi: la prima, la sessantottenne, ha una pensione di 242 euro al mese, mentre le altre due sono rimaste da poco disoccupate: in soldoni, il trio delle anziane raggranella con il nuovo mestiere una media di 700/800 euro al mese, che potremmo definire un rinforzino alla magra pensione ed alle indennità di disoccupazione.
L’idea è venuta in mente alla 68enne, la pensionata al minimo (a proposito, ma Berlusconi non aveva promesso le 500 euro di minimo a tutti i pensionati?) che divorziata e con un figlio iscritto all’Università, non ce la faceva più a far quadrare il bilancio, per cui ha deciso di adibire il garage del suo appartamento per questa attività, alla quale ha chiamato a partecipare le due amiche, anch’esse bisognose e rimaste senza lavoro, alle quali chiedeva 10 euro a “operazione”
I clienti, raggiunti con il vecchio sistema del “passaparola”, erano tutti uomini di una certa età, disposti a spendere per queste signore non più giovanissime e neppure bellissime, una media di 50 euro a prestazione, con punte superiori per particolari situazioni; nella casa sono stati rinvenuti infatti una serie di “ferri del mestiere”, da alcuni vibratori in gomma a svariati filmini porno, evidentemente utilizzati per fare entrare in carburazione i clienti.
Ma le malelingue non vanno mai in pensione e così è partita una denuncia ai Carabinieri con esplicita segnalazione della situazione che si stava svolgendo in questo garage; scattata la denuncia per la più anziana, arrestata con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e così…un’altra azienda che chiude i battenti!!
Ma cosa stavano commettendo di così grave le tre fanciulle?? Non lo capirò mai!!
Gli imprenditori stanno festeggiando il famoso scorporo o, per dirlo con una parola di moda, lo spin-off della FIAT: se qualcuno mi segue con assiduità, si ricorderà che un paio di mesi or sono, ai tempi della crisi a Termini Imerese, il management della casa torinese escluse categoricamente la divisione delle auto dai mezzi pesanti ed io, in quella sede, ebbi a dire che ci credevo poco.
Purtroppo, avevo ragione; l’azienda – utilizzando un momento in cui gli obiettivi di tutti sono rivolti al cambio della Presidenza – ha lasciato trapelare che entro sei mesi la divisione sarà operativa; per le auto costruite in Italia, si prevedono aumenti abbastanza vistosi; quello che significherà ai fini della forza lavoro è tutto da scoprire e non è possibile fare previsioni che potrebbero essere smentite dai fatti.
Le forze politiche, uscite con determinati assetti dalle elezioni amministrative, sembrano avvitate in giochi di potere, il PDL, con la diatriba Fini-Berlusconi e il PD con le difficoltà interne del segretario e la non facile collaborazione con l’IDV.
Comunque si guardi la situazione politica, si avverte un senso di disagio perché i signori del potere sembrano proprio vivere una vita diversa dalla nostra, addirittura mi appaiono come abitanti di un altro pianeta.
Ed allora, il singolo individuo deve arrangiarsi da solo per superare la crisi; in passato ho già avuto modo di presentarvi alcune “iniziative” – le più singolari – messe in atto da gente rimasta sul lastrico, per continuare a sopravvivere; ed ora eccone un’altra.
Nella mia città, tre signore non più giovanissime (68, 60 e 37) si sono messe insieme per svolgere il mestiere più antico del mondo onde risolvere i problemi indotti dalla crisi: la prima, la sessantottenne, ha una pensione di 242 euro al mese, mentre le altre due sono rimaste da poco disoccupate: in soldoni, il trio delle anziane raggranella con il nuovo mestiere una media di 700/800 euro al mese, che potremmo definire un rinforzino alla magra pensione ed alle indennità di disoccupazione.
L’idea è venuta in mente alla 68enne, la pensionata al minimo (a proposito, ma Berlusconi non aveva promesso le 500 euro di minimo a tutti i pensionati?) che divorziata e con un figlio iscritto all’Università, non ce la faceva più a far quadrare il bilancio, per cui ha deciso di adibire il garage del suo appartamento per questa attività, alla quale ha chiamato a partecipare le due amiche, anch’esse bisognose e rimaste senza lavoro, alle quali chiedeva 10 euro a “operazione”
I clienti, raggiunti con il vecchio sistema del “passaparola”, erano tutti uomini di una certa età, disposti a spendere per queste signore non più giovanissime e neppure bellissime, una media di 50 euro a prestazione, con punte superiori per particolari situazioni; nella casa sono stati rinvenuti infatti una serie di “ferri del mestiere”, da alcuni vibratori in gomma a svariati filmini porno, evidentemente utilizzati per fare entrare in carburazione i clienti.
Ma le malelingue non vanno mai in pensione e così è partita una denuncia ai Carabinieri con esplicita segnalazione della situazione che si stava svolgendo in questo garage; scattata la denuncia per la più anziana, arrestata con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e così…un’altra azienda che chiude i battenti!!
Ma cosa stavano commettendo di così grave le tre fanciulle?? Non lo capirò mai!!
mercoledì, aprile 21, 2010
EYJAFJALLAJOKULL
Sembra un ammasso di lettere – vocali e consonanti – messe a casaccio da una macchina da scrivere impazzita; e invece è il nome del vulcano islandese che con la sua eruzione sta mettendo in crisi l’Europa e, di riflesso, il mondo intero.
Anzitutto, vediamo cosa è successo: il vulcano suddetto, è entrato in attività ed ha scaricato la sua lava sui ghiacci presenti nelle sue pendici, sciogliendoli e generando una massa enorme di vapore, misto a particelle di zolfo e di altri materiali insiti nella lava, che ha preso a volteggiare in balia delle correnti del vento; questa enorme nube di vapore si è subito rivelata pericolosa per gli aerei, in quanto – oltre alla diminuzione della visibilità, ovviabile con gli strumenti di bordo e di aeroporto – mette a rischio i motori per colpa appunto delle particelle che contiene e che sono particolarmente dannose per le apparecchiature dell’aeromobile.
Vediamo adesso quali sono i rischi che possiamo correre; il primo è di carattere climatico, in quanto tale eruzione può influenzare il clima globale: perché questo avvenga, occorre che la quantità di materiale emesso durante l’eruzione sia di notevole entità, così da formare una nube che superi i 10-11 chilometri che si spinga nella stratosfera ed allora il problema diventa serio, in quanto la nuvola “oscurerebbe” il sole e - così come è accaduto nel 1816 a causa dell’eruzione di un vulcano in Indonesia – produrrebbe quello che venne definito “l’anno senza estate”.
Inoltre, se dovesse accadere quello che gli scienziati paventano, lo strato di ceneri schermerebbe la radiazione solare determinando un riscaldamento della stratosfera ed un raffreddamento dei bassi strati dell’atmosfera, tale da compensare il riscaldamento globale in atto: in parole povere, la temperatura scenderebbe.
Sempre gli scienziati, portano ad esempio quanto accaduto nel 1991 con l’eruzione del vulcano filippino Pinatubo che determino una diminuzione della temperatura dell’emisfero settentrionale di 0,5-0,6 gradi e a livello planetario di 0,4-0,5 gradi.
Ma queste particelle di zolfo e di altri minerali contenute nella nube che fine faranno? Il portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che queste particelle, in particolare quelle più piccole, ricadranno a terra e da lì raggiungeranno le zone periferiche dei bronchi e dei polmoni, causando problemi, in particolare alle “solite” categorie di persone: bambini e anziani che già soffrono di problemi respiratori. Ci sono anche campanelli d’allarme per i rischi d’infarto che queste particelle possono causare, entrando in circolo e colpendo la funzionalità del cuore.
La situazione sembra che si vada regolarizzando, anche se non ho capito – sarà colpa mia – dove diavole sia finita questa stramaledetta nuvola; non vorrei che, come gran parte dei rifiuti, si sia andata a collocare sopra qualche paese sottosviluppato e lì continui a fare danni nell’indifferenza generale.
Certo che il vulcano il cui nome è scritto nel titolo, ne ha fatti di guai: 200milioni di dollari al giorno il danno che, secondo la IATA, subiscono le Compagnie aeree per i voli cancellati su disposizione delle varie autorità dei trasporti aerei; come conseguenza, i titoli di queste compagnie, hanno avuto un calo in Borsa di oltre il 2%.
E già cominciano le polemiche: molti esperti dicono che i motori aerei non subiscono alcun danno da queste particelle contenute nel “nuvolose” e quindi il blocco dei voli si può considerare una “esagerazione”; chi avrà ragione? Sicuramente il vulcano islandese, che prosegue per la sua strada alla barba di noi comuni mortali e che ha già messo alla berlina tutto il nostro apparato tecnologico che ormai ci governa la vita.
Anzitutto, vediamo cosa è successo: il vulcano suddetto, è entrato in attività ed ha scaricato la sua lava sui ghiacci presenti nelle sue pendici, sciogliendoli e generando una massa enorme di vapore, misto a particelle di zolfo e di altri materiali insiti nella lava, che ha preso a volteggiare in balia delle correnti del vento; questa enorme nube di vapore si è subito rivelata pericolosa per gli aerei, in quanto – oltre alla diminuzione della visibilità, ovviabile con gli strumenti di bordo e di aeroporto – mette a rischio i motori per colpa appunto delle particelle che contiene e che sono particolarmente dannose per le apparecchiature dell’aeromobile.
Vediamo adesso quali sono i rischi che possiamo correre; il primo è di carattere climatico, in quanto tale eruzione può influenzare il clima globale: perché questo avvenga, occorre che la quantità di materiale emesso durante l’eruzione sia di notevole entità, così da formare una nube che superi i 10-11 chilometri che si spinga nella stratosfera ed allora il problema diventa serio, in quanto la nuvola “oscurerebbe” il sole e - così come è accaduto nel 1816 a causa dell’eruzione di un vulcano in Indonesia – produrrebbe quello che venne definito “l’anno senza estate”.
Inoltre, se dovesse accadere quello che gli scienziati paventano, lo strato di ceneri schermerebbe la radiazione solare determinando un riscaldamento della stratosfera ed un raffreddamento dei bassi strati dell’atmosfera, tale da compensare il riscaldamento globale in atto: in parole povere, la temperatura scenderebbe.
Sempre gli scienziati, portano ad esempio quanto accaduto nel 1991 con l’eruzione del vulcano filippino Pinatubo che determino una diminuzione della temperatura dell’emisfero settentrionale di 0,5-0,6 gradi e a livello planetario di 0,4-0,5 gradi.
Ma queste particelle di zolfo e di altri minerali contenute nella nube che fine faranno? Il portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che queste particelle, in particolare quelle più piccole, ricadranno a terra e da lì raggiungeranno le zone periferiche dei bronchi e dei polmoni, causando problemi, in particolare alle “solite” categorie di persone: bambini e anziani che già soffrono di problemi respiratori. Ci sono anche campanelli d’allarme per i rischi d’infarto che queste particelle possono causare, entrando in circolo e colpendo la funzionalità del cuore.
La situazione sembra che si vada regolarizzando, anche se non ho capito – sarà colpa mia – dove diavole sia finita questa stramaledetta nuvola; non vorrei che, come gran parte dei rifiuti, si sia andata a collocare sopra qualche paese sottosviluppato e lì continui a fare danni nell’indifferenza generale.
Certo che il vulcano il cui nome è scritto nel titolo, ne ha fatti di guai: 200milioni di dollari al giorno il danno che, secondo la IATA, subiscono le Compagnie aeree per i voli cancellati su disposizione delle varie autorità dei trasporti aerei; come conseguenza, i titoli di queste compagnie, hanno avuto un calo in Borsa di oltre il 2%.
E già cominciano le polemiche: molti esperti dicono che i motori aerei non subiscono alcun danno da queste particelle contenute nel “nuvolose” e quindi il blocco dei voli si può considerare una “esagerazione”; chi avrà ragione? Sicuramente il vulcano islandese, che prosegue per la sua strada alla barba di noi comuni mortali e che ha già messo alla berlina tutto il nostro apparato tecnologico che ormai ci governa la vita.
lunedì, aprile 19, 2010
ZIBALDONE N.4
Queste le notizie riguardanti alcuni argomenti (4) che mi hanno colpito e che voglio sottoporre anche a voi; tutti gli argomenti hanno un lato ironico e l’altro tragico: a noi scegliere il verso che più ci convince.
IL PRIMO si svolge in Brasile ed ha come scopo un gioco tra giovani: il “braccialetto del sesso”, un accessorio indossato dalle donne brasiliane, il quale è composto da una serie di anelli colorati. Il “bello” del gioco è che i giovani devono strappare uno dei braccialetti che – a secondo del colore dell’anello - consentirà allo strappatore di ricevere una sorta di “compenso”: se è giallo solo un abbraccio, se è viola un bacio sulla bocca, se è rosa mostrare un seno e via di questo passo con i vari colori, fino al nero che consentirà all’uomo di fare sesso con la ragazza.
Il “brutto” del gioco è che due ragazzine di 13 anni, sono state ritrovate violentate ed uccise ed entrambe portavano ai polsi il fatidico braccialetto. Commenti??
IL SECONDO ha avuto luogo tra l’Afghanistan ed il Pakistan, dove presumibilmente ha sede la base segreta di Osama Bin Laden, capo indiscusso del terrorismo mondiale ed anche uno degli uomini più ricchi del mondo; ebbene, si è appreso che in occasione dell’abbattimento delle torri gemelle, Osama non ha potuto assistere allo “spettacolo” trasmesso da tutte le TV satellitari del mondo, in quanto il suo apparecchio, per qualche dannato motivo, ha smesso di funzionare proprio nel momento topico.
Lo ha rivelato un suo collaboratore – ora pentito – il quale ebbe ad occuparsi dell’apparecchiatura per la captazione del segnale satellitare. Pentito o fuggiasco?
IL TERZO si riferisce ad un’idea avuta da uno scrittore satirico: quella di vendicarsi di tutti i disturbatori telefonici, utilizzando uno dei loro “sistemi”, cioè il principio dell’albero; sentite bene come dovrebbe funzionare: istallare nella propria segreteria telefonica una frase, recitata con voce metallica, che dice “benvenuti nel servizio di risposta telefonica del signor Mario Rossi; se desidera proporre una nuova tariffa telefonica ADSL prema 1., se vuole proporre un nuovo piano tariffario per il mio cellulare prema 2., se chiama per una dimostrazione assolutamente gratuita di oggetti per la pulizia della casa prema 3.;se il motivo della sua chiamata è un altro, prema 4.; a questo punto, qualunque sia il tasto premuto, fare partire un nastro con incisa la fatidica frase: i nostri operatori sono tutti occupati, si prega di rimanere in linea per non perdere la priorità acquisita; dopo questa avvertenza, mettere in onda, per un’oretta, una compilation di Claudio Villa”.
Vedrete che il vostro numero verrà cancellato dalle varie liste che questi signori si scambiano tra loro; questo mi sembra l’unico modo per uscire vittorioso dalla battaglia per la propria tranquillità: imparare da loro ed usare le loro stesse armi! Chiaro?
IL QUARTO argomento si riferisce all’attività del vulcano islandese che – con le sue ceneri – sta bloccando il traffico aereo di quasi tutta l’Europa.
Ebbene, avete notato quale è il nome del vulcano? Eyjafjallajokull. Sissignori, questa strana accozzaglia di vocali e consonanti che sembrano buttate a casaccio, è quel “coso” che – con il suo malumore – sta bloccando i voli aerei e, soprattutto, sta ricordando a tutti che, nonostante tutte le nostre arie di grandezza, il potere è sempre in mano alla natura, la quale ogni tanto ce lo ribadisce, o con un terremoto o con un’inondazione o, come in questo caso con questa fuoruscita di cenere che invade i nostri cieli e rende impossibile qualsiasi orientamento. Quindi aerei a terra fin quando il gigante non si sarà calmato. Natura 1-Uomo 0; chiaro il concetto?
IL PRIMO si svolge in Brasile ed ha come scopo un gioco tra giovani: il “braccialetto del sesso”, un accessorio indossato dalle donne brasiliane, il quale è composto da una serie di anelli colorati. Il “bello” del gioco è che i giovani devono strappare uno dei braccialetti che – a secondo del colore dell’anello - consentirà allo strappatore di ricevere una sorta di “compenso”: se è giallo solo un abbraccio, se è viola un bacio sulla bocca, se è rosa mostrare un seno e via di questo passo con i vari colori, fino al nero che consentirà all’uomo di fare sesso con la ragazza.
Il “brutto” del gioco è che due ragazzine di 13 anni, sono state ritrovate violentate ed uccise ed entrambe portavano ai polsi il fatidico braccialetto. Commenti??
IL SECONDO ha avuto luogo tra l’Afghanistan ed il Pakistan, dove presumibilmente ha sede la base segreta di Osama Bin Laden, capo indiscusso del terrorismo mondiale ed anche uno degli uomini più ricchi del mondo; ebbene, si è appreso che in occasione dell’abbattimento delle torri gemelle, Osama non ha potuto assistere allo “spettacolo” trasmesso da tutte le TV satellitari del mondo, in quanto il suo apparecchio, per qualche dannato motivo, ha smesso di funzionare proprio nel momento topico.
Lo ha rivelato un suo collaboratore – ora pentito – il quale ebbe ad occuparsi dell’apparecchiatura per la captazione del segnale satellitare. Pentito o fuggiasco?
IL TERZO si riferisce ad un’idea avuta da uno scrittore satirico: quella di vendicarsi di tutti i disturbatori telefonici, utilizzando uno dei loro “sistemi”, cioè il principio dell’albero; sentite bene come dovrebbe funzionare: istallare nella propria segreteria telefonica una frase, recitata con voce metallica, che dice “benvenuti nel servizio di risposta telefonica del signor Mario Rossi; se desidera proporre una nuova tariffa telefonica ADSL prema 1., se vuole proporre un nuovo piano tariffario per il mio cellulare prema 2., se chiama per una dimostrazione assolutamente gratuita di oggetti per la pulizia della casa prema 3.;se il motivo della sua chiamata è un altro, prema 4.; a questo punto, qualunque sia il tasto premuto, fare partire un nastro con incisa la fatidica frase: i nostri operatori sono tutti occupati, si prega di rimanere in linea per non perdere la priorità acquisita; dopo questa avvertenza, mettere in onda, per un’oretta, una compilation di Claudio Villa”.
Vedrete che il vostro numero verrà cancellato dalle varie liste che questi signori si scambiano tra loro; questo mi sembra l’unico modo per uscire vittorioso dalla battaglia per la propria tranquillità: imparare da loro ed usare le loro stesse armi! Chiaro?
IL QUARTO argomento si riferisce all’attività del vulcano islandese che – con le sue ceneri – sta bloccando il traffico aereo di quasi tutta l’Europa.
Ebbene, avete notato quale è il nome del vulcano? Eyjafjallajokull. Sissignori, questa strana accozzaglia di vocali e consonanti che sembrano buttate a casaccio, è quel “coso” che – con il suo malumore – sta bloccando i voli aerei e, soprattutto, sta ricordando a tutti che, nonostante tutte le nostre arie di grandezza, il potere è sempre in mano alla natura, la quale ogni tanto ce lo ribadisce, o con un terremoto o con un’inondazione o, come in questo caso con questa fuoruscita di cenere che invade i nostri cieli e rende impossibile qualsiasi orientamento. Quindi aerei a terra fin quando il gigante non si sarà calmato. Natura 1-Uomo 0; chiaro il concetto?