<$BlogRSDUrl$>

sabato, luglio 19, 2008

VOGLIO CONTARVI UN FATTO 

Nella mia città è accaduto un fatto – o meglio due – che mi ha colpito in modo particolare, specie per le tante polemiche che si fanno nei confronti della Magistratura: ma prima di tutto, mi corre l’obbligo ricordare, dico ricordare perché l’ho detto tante volte, che nel nostro ordinamento giuridico, le sentenze vengono sempre emesse “in nome del popolo italiano”, quasi a significare una sorta di delega che questo benedetto popolo conferisce ad una classe sociale, o meglio ad un legittimo potere dello Stato. Dopo questo lungo preambolo, veniamo al fatto, o meglio ai due fatti, che mi hanno colpito: nella mia città c’è, ormai da diversi mesi, un personaggio che frequenta con assiduità le cronache dei giornali: il suo nome lasciamolo fare, ma il soprannome che gli è stato affibbiato è “la biondina delle truffe”; questa signorina – ovviamente bionda di capelli – ha ideato una truffa ai danni degli anziani particolarmente interessante: si finge vicina di casa di un appartamento dove c’è un anziano e, scelto con accortezza il momento giusto, suona il campanello al malcapitato e, disperata, racconta di essersi chiusa la porta alle spalle e di aver lasciato le chiavi in casa; l’unica soluzione è chiamare un fabbro per farsi aprire, ma – guarda caso – la biondina ha lasciato in casa anche la borsa con il portafoglio e chiede al vicino di casa di anticiparle poche centinaia di euro (in genere 300) per pagare il fabbro; come avrete già capito, il tutto è una truffa ai danni dell’anziano che, dati i soldi alla fanciulla, non rivede ovviamente né la ragazza e neppure i soldi; un solo commento: al malcapitato non bruciano le poche centinaia di euro, ma l’essersi fatto infinocchiare e quindi si sente ancora più vecchio.

Ieri la biondina è stata arrestata ed ha patteggiato una condanna a 7 mesi di reclusione e 27 (sì, proprio 27, non mi chiedete il perché) euro di multa, senza nessun altro obbligo di legge.

Nello stesso tribunale è stato giudicato – per furto aggravato - un cittadino peruviano che in un Supermercato ha rubato due confezioni di mortadella e otto sogliole; la sentenza è arrivata subito, implacabile, ed è stata di nove mesi di reclusione, con l’aggravante dell’obbligo della dimora, cioè deve essere sempre reperibile per le Forze dell’Ordine.

E ora vediamo i due fatterelli: evidentemente la truffa “con destrezza” ai danni degli anziani è considerata meno pericolosa del furto di generi alimentari, tant’è vero che c’è una certa differenza nei mesi inflitti e, cosa più importante, mentre la biondina non ha alcun obbligo di dimora e quindi è libera come l’aria, il povero peruviano deve stare in un posto dove possa essere rintracciato.

Ma la gente, quel popolo in nome del quale i due magistrati hanno sentenziato, come la pensa? Mi sembra chiaro che nel caso della biondina siamo in pieno pacchetto sicurezza, in quanto il timore di essere molestati anche in casa propria è ai massimi vertici nella scala delle priorità d’intervento richiesta al Governo; il rubare per mangiare è invece visto con occhi che si bagnano di lacrime, pensando che il peruviano – magari con moglie e figli – non ha i pochi soldi occorrenti per l’acquisto di tali generi alimentari.

E allora come la mettiamo? Ripeto ancora una volta che quella frase messa all’inizio della lettura delle sentenze, DEVE significare che tra la magistratura e la gente esista una sorta di idem-sentire circa i fatti della vita e della società che ci ospita e quindi i signori magistrati devono scendere dalla loro torre e calarsi tra la gente per ascoltarne i discorsi, le paure e, se possibile, adeguarsi. Ma forse l’unica gente che viene ascoltata è quella delle intercettazioni telefoniche, e allora…..


giovedì, luglio 17, 2008

NON C'E' DA STARE TRANQUILLI 

Si passa da una crisi all’altra con quella tranquillità che è sinonimo di impotenza: adesso sono i mutui ad infiammarsi, raggiungendo una soglia del 5,85% come media dei tassi alla data odierna; non mi chiedete da cosa derivi perché non lo so; certo che la genesi di tale aumento si potrebbe individuare nell’ innalzamento del tasso di sconto (è aumentato pochi giorni fa dello 0,25%), ed è naturale che tale balzo venga effettuato anche da coloro che sono i più sensibili, cioè dai mutui per l’acquisto di case.

Contemporaneamente, per un motivo che a me sfugge, il petrolio fa grandi passi indietro (siamo ormai sotto i 140 dollari al barile), ma questo tonifica soltanto le borse, in quanto la benzina ne risentirà solo dopo finite le scorte accumulate a prezzi alti: questa almeno è la scusa per cui quando il greggio cala la benzina non segue l’andamento, mentre quanto sale, la benzina gli si adegua quasi subito.

Mentre si registrano questi alti e bassi, la barra dell’economia reale è ancora girata verso il basso: non c’è ripresa – forse si aspetta l’autunno – e latitano gli ordinativi e l’incremento occupazionale; insomma, la definizione della Marcegaglia – c’è rischio di una stagflazione – è quanto mai centrata, in quanto alla stagnazione dell’economia si accompagna una inflazione nei prezzi ed il conseguente calo dei consumi

Ed il Governo? Verrà presentata in questi giorni la finanziaria per il 2009, ma non ci sono notizie rallegranti, anzi; ci sono per ora interventi di facciata (la diminuzione di un 20% delle retribuzioni per consiglieri e assessori di Enti locali), ma non si tocca il vero e proprio bubbone che – anche se non risolve il problema – darebbe l’immagine di una ricerca di equità: sto alludendo alle prebende di onorevoli e senatori, le quali dovrebbero subire una tosatura almeno del 30%, ma direi che è proprio il minimo.

Ma non vedo all’orizzonte interventi di struttura, atti a far dire alla gente: “cambia proprio qualcosa”, anzi si pesca sempre nello stesso laghetto e cioè nella sanità e nella scuola: se ricordate ho sempre affermato che meriterebbe la gogna quel governo che si disinteressa di vecchi, malati e bambini; ecco che stanno colpendo proprio queste categorie; almeno sembra dalle voci, perché di certo ancora, almeno io, non so niente.

Dove invece si vedono scorrere fiumi di denaro è nella vicenda di Pescara dove l’intera Giunta Regionale è stata messa sotto accusa ed il Presidente addirittura incarcerato; anzitutto voglio augurarmi che sia tutto vero, perché altrimenti la fiducia nella Magistratura subirebbe un duro colpo; ma torniamo a Pescara e vediamo che la cronaca ha mostrato, ancora una volta, che in Italia ci sono tanti che si arricchiscono, magari un po’ illecitamente, e possono sfoggiare splendidi Porsche Cayenne, come il Direttore della ASL del capoluogo abruzzese.

A proposito del principe dei S.U.V., vorrei esprimere un mio concetto su queste auto e su chi le guida; la decodificazione dell’acronimo recita “Sport Utility Vehicle” e quindi si potrebbe affermare che siamo in presenza di auto da “fuori strada” o meglio, da percorsi accidentati, invece ce le troviamo immancabilmente nei centri storici delle città, con al volante quello che per me è l’archetipo del faccendiere: di mezza età, ma ben portata, abbronzato anche d’inverno e immancabilmente con il cellulare all’orecchio anche durante la guida.

So bene che non si possono tassare coloro che mi o ci (me lo auguro!!) stanno antipatici, ma credo che una bella “Robin Tax” anche a questi figuri non sarebbe una cattiva idea e comunque, almeno andiamo a spulciare le denunce dei redditi; o non si può fare neppure questo??


martedì, luglio 15, 2008

I SALDI 

E’ partita di gran carriera la breve ma succosa stagione dei saldi e abbiamo assistito a due cose: prima della giornata di inizio i grandi media ripetono lo stesso ritornello di tutti gli anni, cioè quelle avvertenze rivolte ai consumatori per non farsi fregare.

Dopo la partenza, gli stessi media si limitano a rilevare i dati del movimento, in crescita o in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma non fanno alcun commento sul reale andamento, cioè se le modalità prescritte dalle autorità locali e dalle associazioni di categoria sono state seguite oppure no.

Si discosta da questo tran tran un quotidiano che invece riporta le risultanze di alcuni appostamenti messi in opera dall’Associazione Consumatori; il tutto è sintetizzato in una serie di fotografie di un prodotto (un vestito da uomo) che viene ripreso il giorno precedente l’inizio dei saldi a 584 euro e il giorno seguente viene posto in vetrina con un cartellino che indica come il capo d’abbigliamento costasse 730 euro, ma dopo lo sconto del 20% viene ceduto a 584 euro, cioè la stessa cifra chiesta dal negozio il giorno prima.

Altre esemplificazioni – sempre fotografiche – vengono fatti con altri capi di abbigliamento uno dei quali viene fotografato il giorno prima con un cartellino recante il prezzo di euro 190, mentre durante i saldi il solito capo ha un cartellino di 380 euro che, dopo lo sconto del 50% porta il prezzo a euro 190, cioè lo stesso del giorno precedente.

Ovviamente non si conosce il nome del negozio e neppure dalle foto si arriva a capire dove è avvenuto il singolare “gioco delle tre carte”; l’associazione di categoria ha emesso il solito comunicato di sdegno e auspica severe punizioni per questi comportamenti: ma scusate, chi dovrebbe comminare queste sanzioni? Il Comune? Ma come fa a trovare le prove dello scamotto? No, forse dovrebbe essere proprio l’Associazione a bollare con marchio di fuoco il commerciante disinvolto e truffaldino.

Ma facciamo un breve commento sui saldi: in concreto, questa tipologia di vendita è l’abbassamento del prezzo di alcuni prodotti a causa del cambio della moda o comunque della vetustà degli stessi.

In pratica il commerciante dovrebbe ragionare così: al termine della stagione estiva, mi sono rimasti questi capi che penso di non vendere nella stessa stagione del prossimo anno, a causa della mutazione della moda e allora io cerco di fare cassa, vendendoli a prezzi più bassi, anzi molto più bassi, per invogliare il pubblico al loro acquisto che a me provoca spazio nel magazzino e introito di denaro fresco.

Tutto giusto e tutto lecito! Se poi il commerciante cerca di strafare, utilizzando la campagna saldi solo per attirare gente dentro il proprio negozio, ma mantenendo gli stessi prezzi del giorno precedente, siamo in presenza di una azione non corretta, ma di difficile scoperta, sia da parte del comune cliente ma sia anche per l’addetto ai lavori: infatti, lo sconto viene praticato su prezzi che non hanno nessun crisma di ufficialità; mi spiego meglio: se il commerciante dice che pratica lo sconto del 20% su questo oggetto che originariamente vendeva a 100 euro, quest’ultima cifra la dice lui ma non può essere controllata da nessun documento; il cliente dal canto suo va solo a memoria, cioè cerca di ricordare a quanto veniva prezzato quel tale oggetto, ma siamo solo nel campo dei ricordi che – si sa - di fronte alla legge non valgono niente.

E allora? È possibile trovare un sistema? Lo dubito assai, specie se non ci si mette l’associazione di categoria; ma che vantaggio gliene verrebbe?


This page is powered by Blogger. Isn't yours?