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sabato, maggio 03, 2008

PRODI-VISCO: LA STRANA COPPIA 

“Durante i 20 mesi in cui ho governato, l’Italia – da zimbello d’Europa – è tornata al centro”; queste parole, per certi versi incredibili, le ha pronunciate l’ex premier, Romano Prodi al congresso dei Radicali tenutosi a Cianciano Terme.; mentre lui pronunciava questa frase, il suo “subalterno” Visco, metteva on-line i redditi di tutti gli italiani (relativi al 2005) e, nonostante il ritiro imposto dal garante della privacy, gli stessi sono divenuti ormai appannaggio della rete e di conseguenza, il nostro paese (o meglio il nostro governo) è diventato lo zimbello di tutto il Mondo.

Caro Presidente, da quando ha dato le dimissioni e le successive elezioni hanno consacrato la sconfitta del suo delfino, Walter Veltroni, Lei ha preso a disinteressarsi dell’operato dei ministri che, senza la sua autorevole guida, hanno preso a fare carne di porco della logica e della normativa: pensi un po’ che il “suo” vice ministro Visco ha addirittura messo on line i redditi dell’intera nazione sulla scorta di….quanto visto nei telefilm americani.

Ebbene, a bocce ferme – ma ormai i buoi sono scappati – è chiaro a tutti escluso forse il “suo” vice ministro Visco, che nel mondo intero, quello stesso mondo che adesso ci prende per i fondelli, la normativa per conoscere i dati dei redditi è ben diversa da quella dei….telefilm, dai quali trae i suoi spunti normativi il “suo” vice ministro Visco.

Allora, facciamo alcuni esempi: negli U.S.A., patria dei telefilm in questione, la denuncia dei redditi è un documento “privato” e solo i politici hanno l’obbligo di renderla pubblica; in Francia – dove è possibile fare la dichiarazione on-line - è vietato consultare quella degli altri contribuenti; in Irlanda, solo gli evasori finiscono on-line; in Spagna è fatto obbligo soltanto ai parlamentari di rivelare i propri redditi ed il proprio patrimonio; in Gran Bretagna vige la privacy più rigorosa sui redditi dei cittadini, i quali sono protetti da altissimi standard di sicurezza; in Germania, solo i redditi dei parlamentari sono on-line e gli stessi debbono dichiarare anche gli introiti da eventuale professione. Comunque, per quanto mi riguarda, sono d’accordo con Visco in linea filosofica, ma “il modo ancor m’offende” e quindi….

Da questo excursus sui paesi europei, più l’America, si ha uno spaccato che è ben diverso da quello prospettato dal vice Ministro che – con l’immissione dei dati nella rete – cercava forse di fomentare l’invidia e la successiva delazione: “guarda il mio vicino di casa, con quel macchinone che si ritrova, dichiara così poco!” Questi i discorsi che avrebbe voluto che si facesse e forse li faremo veramente perché – come dicevo sopra – l’intervento del garante della privacy che ha obbligato il Ministro ad accecare quella parte del sito del ministero, si è rivelata insufficiente in quanto nel frattempo gli habitué della rete avevano già scaricato i dati e se li stavano passando gli uni con gli altri, fino alla messa on-line su vari siti dove chiunque può trovarli agevolmente.

A questo proposito, volete ridere su una battuta rilevata dal quotidiano francese “Le Monde”: ai tifosi della Fiorentina saranno probabilmente andati di traverso i 22.4 milioni di euro di reddito denunciati da Vieri (in testa alla classifica dei giocatori meglio pagati), il quale peraltro ha sbagliato il rigore decisivo nella partita con il Glasgow Rangers, rigore che ha impedito alla Fiorentina di accedere alla finale della Coppa UEFA.

Un giornale inglese rivela che Prodi si sarebbe infuriato per l’iniziativa di Visco: ma dico io, se Lei, signor Presidente (ancora lo è!!), invece di andare in giro a cercarsi un nuovo lavoro, avesse tenuto gli occhi un po’ più aperti, queste cose forse non sarebbero accadute; ma di questo (cioè la potenza della rete) ne riparliamo domani.

venerdì, maggio 02, 2008

ANCORA SULLA GIUSTIZIA 

Ricorderete che tempo addietro – eravamo in piena campagna elettorale – ebbe a dire che uno dei problemi principali che attanaglia il nostro Paese è il pessimo funzionamento della macchina messa in piedi per amministrare giustizia.

È di questi giorni l’ennesima “situazione imbarazzante” (per la verità sono quattro) che mi induce a riprendere il discorso di allora, nel quale sollecitavo il nuovo esecutivo a occuparsi dei magistrati-bighelloni (quasi tutti) ed a premiare quelli efficienti (gli altri).

I primi due casi sono avvenuti entrambi a Padova, dove c’è stata quella che sento dire con sempre maggiore ricorrenza: imputato rilasciato per decorrenza dei termini di custodia cautelativa; il galantuomo in questione viene rilasciato in quanto nei termini previsti dalla legge non è stata ancora terminata la fase precedente al dibattimento.

Nell’altro caso – un assassino reo confesso – è stato rimesso in libertà l’imputato in quanto un documento che doveva essere inviato ai due avvocati difensori, è invece stato recapitato ad uno solo.

E siamo a due; gli altri avvengono in Calabria e riguardano assassini che vengono rilasciati per gli stessi motivi: uno per decorrenza del termini e l’altro per errata intestazione del documento di chiusura delle indagini (è stato mandato a due omonimi degli avvocati difensori).

Nel caso dell’assassino reo confesso di Padova, si tratta della barbara uccisione della fidanzata alla quale il gentiluomo in questione ha sparato in faccia: ebbene questo individuo scorrazza liberamente per le strade del paese che, guarda caso, è lo stesso della famiglia della ragazza uccisa; e non c’è niente da fare, fino alla fine del processo il signore si gode il bene più prezioso che esista al mondo: la libertà.

Lo sapete quello che mi turba? Nel caso della decorrenza dei termini, non c’è nessuno che si è accorto di questa scadenza? E nel caso positivo, non aveva la possibilità di dire ad un suo collega o subalterno che sia, di evitare – per qualche giorno – di andare a giocare a tennis o a golf e dedicarsi a sistemare queste pratiche, altrimenti alcuni imputati di gravi reati uscivano di galera? Nel caso negativo – ovvero se non c’è nessuno che può dire queste cose – mi sembra chiaro che siamo in presenza di una struttura di enorme importanza per la convivenza civile della nazione che è letteralmente allo sbando. Una proposta: anziché nominare i procuratori capo ed altri titoli roboanti del genere, passiamo a commissariale tutte le procure e questo signore dovrà rispondere direttamente al Ministro.

Lo so da solo che quello che ho detto è una fesseria, che non potrà mai essere realizzata, ma vorrei sapere come si intende procedere per ovviare a questa situazione di “giustizia negata”; ed è anche l’ora di smetterla di nascondere dietro ai pochissimi nomi eroici (Falcone, Borsellino, Costa) una sequela di bighelloni e di sfaccendati, anche scarsi nella propria professione, se e quando gli mancano i famosi “pentiti”.

Nei casi degli errori (un solo avvocato invece di due, omonimia dei difensori), credo che si dovrebbe operare allo stesso modo in cui si procede nelle altre strutture: chi sbaglia paga, e paga anche salato, dalla esclusione dalle graduatorie per le prossime promozioni, fino alla rimozione dall’impiego e, in qualche caso, anche alla richiesta dei danni, materiali e morali, che lo Stato subisce per siffatti comportamenti.

Sono conscio che sto estremizzando un problema comunque grave, ma nel nostro Paese bisogna per forza andare “sopra le righe” per essere compresi, magari anche solo in parte; e noi, gente, continuiamo a meditare, mi raccomando!!.


giovedì, maggio 01, 2008

VISCO E GRILLO: SCEGLIETE !! 

Non è una gara, sia chiaro, è solo un banale accostamento in quanto i due personaggi si sono ritrovati insieme in una vicenda che ha interessato tutti i giornali.

Quale vicenda? L’Agenzia delle Entrate, alle dirette dipendenze di Visco, mette ieri mattina, sul proprio sito internet l’elenco delle dichiarazioni dei redditi del 2005 di tutti gli italiani, scatenando un finimondo maggiore di quello che potrebbe creare la messa on-line dello strip integrale di Michela Brambilla (cito una a caso).

L’ineffabile vice ministro, con la solita aria di supponenza, si difende con questa affermazione che la dice lunga sul personaggio: “è un fatto di trasparenza e di democrazia; c’è in tutto il mondo, basta guardare un qualsiasi telefilm americano”.

Un primo commento: d’accordo sulla trasparenza; lascerei perdere invece il fatto della democrazia; per quanto riguarda il riferimento ai telefilm americani, mi sembra penoso anche soltanto parlarne, come a dire che il nostro Ministero delle Finanze prende spunto da quello che un telefilm, riporta sullo schermo; da notare, ovviamente che i telefilm in questione non hanno nessun obbligo di veridicità, in quanto sono opera di comunicazione, mentre i tabulati sono strumento di informazione.

L’operazione è stata bloccata nel primo pomeriggio dall’intervento del garante della privacy che ne ha chiesto l’immediata sospensione in quanto “manca una base normativa”; da notare che non ne è stata chiesta la cancellazione in quanto sembra che non ci sia nessuna norma né a favore e neppure contro la pubblicazione.

Il noto fustigatore di costumi, Beppe Grillo, è stato tra i più agitati nel riempire di contumelie il vice Ministro; sentite qualche accenno: “follia, questa è follia; dopo l’indulto per liberare le carceri, questo ex governo di imbelli e presuntuosi fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e l’indirizzo di casa dei contribuenti” ed ha proseguito, al colmo dell’esasperazione: “pagare le tasse così è troppo pericoloso, meglio una condanna per evasione fiscale che una coltellata o un rapimento”.

L’uscita di Grillo è stata per me una grossa sorpresa, in quanto il comico-politico ha avuto qualche giorno addietro, una analoga “messa in piazza” dei suoi guadagni, a cura di un settimanale e, proprio per l’anno cui si riferisce la messa on-line dell’Agenzia delle Entrate (2005); per tale periodo il suo reddito è stato – dice il giornalista – di 4.272.591 euro ed a questa cifra viene aggiunta una comparazione con quella del Presidente del Consiglio uscente, dalla quale emerge che l’introito di Grillo è stato 20 volte quello di Prodi (217.000 euro): mi chiedo, come mai non ho avuto sentore di analoga incazzatura da parte del comico genovese?

E dire che l’articolo del settimanale fa un curioso accostamento tra l’aumento dei redditi del comico “prima” dell’avvento del blog anti-politica e “dopo”, con il risultato di evidenziare un raddoppio degli introiti da quando ha iniziato a dir male del “sistema”.

Questo parallelismo, in verità assai malizioso, sostiene in modo sfumato, che Grillo faccia in modo cadenzato i suoi Vaffa.day, ponendoli in relazione alle sue apparizioni nei Teatri Tenda di tutta l’Italia: in sintesi, 2.133.694 nel 2003, 2.633,720 nel 2004 e 4.272.591 nel 2005, a cui si devono aggiungere una quindicina tra ville e immobili.

E adesso tocca a voi: chi scegliete tra il vice ministro che compie una sorta di ultimo colpo di coda del defunto governo e spiattella agli italiani i “loro” redditi collocandoli su internet ed il comico genovese, re dell’antipolitica che sembra essere un calcolato uomo di spettacolo e contemporaneamente un oculato uomo d’affari?

Nel gioco della torre che buttereste giù? Io la torre con quello che contiene!!


martedì, aprile 29, 2008

I RISULTATI DI ROMA: CHE VOR DI' ? 

La sconfitta di Rutelli a Roma mi induce ad alcune riflessioni sulla situazione dell’Italia contemporanea: anzitutto, vorrei fare un piccolo parallelo con la DC e ricordare ai non più giovanissimi come me, una battuta di moda negli anni a cavallo tra il ’50 e il ’60: la DC è come Orietta Berti al Festival di Sanremo, nessuno dice di averla votata e poi vince lei. La stessa cosa mi sembra che stia accadendo adesso: nessuno che io conosca mi sembra contento della vittoria di Berlusconi ma ha vinto Berlusconi; nessuno afferma di essere di centro destra – anzi tutto il contrario – ma ha vinto il centro destra. Quindi il parallelo esiste; d’accordo??

A Roma poi si è assistito ad una situazione che rasenta l’assurdo: il Pdl si era talmente rassegnato a perdere che aveva candidato un personaggio al quale aveva riservato un posto nel nuovo governo; ebbene, questo signore – tale Alemanno, sconfitto senza bisogno del ballottaggio da Veltroni due anni fa – ha surclassato Rutelli ed ha gettato tutto il centro sinistra nella più profonda costernazione, soprattutto perché nessuno ha capito cosa è stato sbagliato e quindi non si sa come comportarsi.

Io – dall’alto della mia ignoranza – voglio avanzare alcune idee su cosa sta accadendo qui da noi: la situazione del nostro Paese è talmente assurda che coloro che la vivono quotidianamente possono solo aspettarsi qualcosa da un “cambiamento”, qualunque esso sia: a parte le caste che invece di diminuire aumentano in modo esponenziale, vorrei sapere chi potrebbe essere quel grand’uomo che potrebbe governare questa situazione, questo cambiamento!!

Forse che Berlusconi potrebbe dire alle oltre cento Università che ci ritroviamo che almeno la metà dovrebbe essere chiusa? Oppure chiamare i 103 gestori degli aeroporti italiani e dire loro che ne bastano quaranta, ma forse sono troppi anche quelli. E chi può andare dalle migliaia di Ospedali che ci sono in Italia e dire che sono troppi e, in particolare, a quel nosocomio romano, ribadire che un primario ogni quattro degenti sembra uno spreco; o no!!

Quello che ho esemplificato, non è esaustivo del marcio che esiste nel nostro Belpaese, non rappresenta degnamente tutte le storture – tutte con fior di interessi economici alle spalle – che continuano a proliferare nel nostro Paese.

Non credo che il Cavaliere abbia la forza di intervenire, anche se il suo governo avrà meno spinte centrifughe al suo interno e lui avrà meno da temere da Giudici e PM.

Ma la situazione mi sembra talmente compromessa che solo una sorta di “collaborazione generale” potrebbe riuscire a risolvere qualcosa, ma come ben sapete in Italia occorrono eventi straordinari per realizzarla, del tipo – tanto per intendersi – di quello che fu fatto all’indomani della seconda guerra mondiale.

E l’esempio l’abbiamo avuto in questi giorni con l’ennesima celebrazione “di parte” di una ricorrenza, il 25 aprile, che così come viene ricordata non significa niente per i giovani (per fortuna dico io!!) e continua ad essere millantata come “la vittoria dei partigiani contro gli odiati nazi-fascisti”, come se gli eserciti anglo americani fossero venuti in Italia per fare le ferie e tutti quei morti che vediamo nei cimiteri inglesi ed americani, fossero solo dei turisti morti di malattia.

No, cari amici, non vedo nessuna possibilità di collaborazione tra le due fazioni in gara e chi ci rimette non sono gli sconfitti – tutti ben pasciuti e sistemati alla greppia – ma, come al solito, è l’intero popolo italiano che assiste impotente all’ennesima prevaricazione che l’intera casta farà ai suoi danni.


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