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giovedì, gennaio 29, 2004

La legge del Menga 

Immagino che tutti Voi conosciate la legge che appare nel titolo; qualora fosse necessario un piccolissimo… ripasso, vi recito il postulato principale: per la legge del Menga, chi ce l’ha in….se lo tenga”
Ora è tutto chiaro, sappiamo tutti di cosa parliamo e allora, vediamo come mai ho tirato fuori questa “goliardica legge”; mi sembra appropriatissima per la vicenda Parmalat, specie se la si guarda dalla parte delle decine di migliaia di piccoli risparmiatori che hanno investito nei famosi Bond, ma anche per quelli che hanno acquistato le “normali” azioni della società.
In questi ultimi giorni abbiamo avuto tre interventi importanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato presso il Parlamento.
Ha iniziato il ministro Tremonti che dopo avere accusato un po’ tutti (il Governatore della Banca d’Italia più degli altri), ha promesso una nuova normativa che dovrebbe tutelare meglio i risparmiatori; peraltro, tale normativa è già stata presentata in Consiglio dei Ministri. Vedremo quali sono le novità e, soprattutto, se funziona.
E’ poi stata la volta di Cardia, Presidente Consob, che si è trincerato dietro la mancanza di poteri effettivi della sua struttura per controllare le società che operano in borsa; se le avesse avuti …..questi poteri, allora avrebbe fatto, oppure avrebbe detto, insomma un grande bla, bla, senza nessun costrutto.
Ha chiuso la passerella il bravo Fazio, non il presentatore TV ma il Governatore della Banca d’Italia, che si è meravigliato di tutto il casino che veniva fatto su un episodio “di criminalità e basta” (Cirio e Obbligazioni Argentina come le definiamo?). Dopo essersi scrollato di dosso qualsiasi responsabilità sull’accaduto e avere quasi irriso ai pochi spiccioli che si riferiscono ai “risparmiatori privati” (solo un quarto dei Bond emessi), ha quasi sogghignato: cosa mi state a rompere per queste piccolezze, ed ha infine offeso Tremonti definendolo “l’esperto dei paradisi fiscali”.
Chi ha ragione e chi torto non mi interessa; quello a cui tengo è la sottolineatura che a nessuno dei pezzi grossi che si sono presentati mi sembra che freghi niente dei piccoli risparmiatori, ciurma di scocciatori che dopo essere stati…. rovinati osano anche protestare; e che diamine….un po’ di classe!
Stante tutto quanto sopra esposto, non credete che siamo in piena applicazione della “Legge del Menga”?
Accidenti, un po’ di più!!!

lunedì, gennaio 26, 2004

Sanno solo litigare! 

Berlusconi, dopo una ventina di giorni di ritiro in una casupola della Sardegna per aspettare che le piaghe in faccia si cicatrizzassero (poveretto!!!) è rientrato in pista ed ha continuato a menare fendenti a tutti, alleati e oppositori; in pratica ha continuato tutto come prima del lifting, senza che un minimo di immaginazione facesse modificare le cose.
Il buon Carlo Azeglio, dal canto suo, si atteggia a “padre nobile della patria” e quindi al di sopra delle parti, ma si vede lontano un miglio che il Cavaliere gli sta sulle palle: appena può – con il tono mellifluo dei vecchi burocrati – gliene canta quattro, senza peraltro che esista la possibilità di replica.
Per esempio, il Berlusca ha detto che l’Euro è responsabile degli aumenti ingiustificati dei prezzi: una cosa cioè che anche i muri – se potessero parlare – ammetterebbero; e il Carlo Azeglio, riprendendo le lamentazioni di Prodi (buono anche lui!), subito a dire che l’Euro è valido, è splendido splendente, ci permette di stare in Europa e via cianciando.
A parte che il lisciatissimo Cavaliere non mi sembrava che avesse inteso attaccare l’Euro in quanto tale ma il tipo di politica che è stato condotto al momento della sua entrata in vigore, senza cioè una opportuna informativa nei confronti dei cittadini, ritengo che ogni argomento sia buono pur di litigare; eppoi il noto livornese continua ad invocare la collaborazione tra maggioranza ed opposizione nella conduzione della cosa pubblica, in particolare per le riforme. Alla faccia della collaborazione, si infilerebbero!
Guardate invece come sono bellini il diavolo e l’angelo guardiani rispettivamente dell’inferno e del paradiso, che nello spot di Kit Kat si ritrovano per la pausa colazione a sgranocchiare insieme la cioccolata ed affermano: “questo lavoro è un inferno!” Splendido head line inventato da un grande pubblicitario!
Ecco loro – nonostante le ovvie diversità insite nella specie – mi sembra che vadano più d’accordo dei nostri politici. Non siete d’accordo??

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