sabato, febbraio 25, 2012
DUE COSE CHE CI FANNO ARRABBIARE
Già, ci sono cose che ci fanno particolarmente arrabbiare e questi due fatterelli riguardano proprio questa categoria, ma state pure tranquilli, perché dopo che ci siamo arrabbiati, ci sediamo comodamente in poltrona e ci sorbiamo quello che il sistema televisivo ci propone; alla faccia dei tanti problemi!!
Vediamoli questi due fatti: il primo riguarda l’annoso problema delle false invalidità e dei privilegi che vengono magari sottratti a chi ne ha effettivamente bisogno, per diventare appannaggio di cosche, camarille, e cose del genere.
Siamo in Alta Italia – e quindi si sfata la diceria dei sudisti profittatori – e in un mercatino di Pinerolo, si aggira un’arzilla vecchietta che gira tra i banchi, confronta i prezzi, s’informa degli sconti con i gestori dei banchi, insomma – per dirla con poche parole – conduce una vita normale per una signora della sua età, in buona salute.
Per la verità, l’affermazione “in buona salute”, non è del tutto vera, in quanto la signora da ben otto anni risulta ufficialmente cieca e quindi meritevole di una apposita pensione di invalidità “totale” (in questo tempo si è appropriata di oltre 200/mila euro).
Quindi, siamo in presenza di un falso, anzi di una falsa invalida, falsa come può esserlo una moneta da tre euro ed allora arriviamo al secondo tempo: tutti impegnati a indicarla al pubblico ludibrio ed accusarla di appropriazione indebita (sacrosanta verità). A me, per la verità, mi viene più spontaneo accusare di tutti i reati possibili una serie di persone che adesso vado ad elencare: il medico di famiglia della signora; quindi l’altro medico dell’Inps che ha confermato l’handicap; proseguiamo poi con il funzionario dello stesso Ente che ha stabilito il diritto alla pensione per l’handicap di una donna che si dovrebbe vedere ad occhio nudo (scusate l’involontario gioco di parole); e per concludere, ci metto anche il politico e/o il mafioso che ha contribuito all’accoglimento della domanda palesemente mendace.
Il secondo fatterello lo abbiamo visto in TV presentato in forma scherzosa con l’appellativo di “uova che rimbalzano”; si tratta di normali uova, di provenienza cinese, che rimbalzano come palline da tennis, in quanto la gallina che le ha fatte, mangia “qualcosa” (ancora non sappiamo cosa) che contiene delle sostanze da definire per lo meno sospette.
E quindi si torna a parlare di responsabilità nei consumi e soprattutto, in questi periodi di crisi, l’attrazione che la gente può provare per qualcosa che costa qualche euro in meno delle altre. Siamo, insomma, in chiave con quanto già accaduto con l’abbigliamento, le scarpe, i giocattoli, i marchingegni elettronici, tutta roba che ci arriva senza le indispensabili cautele e che noi “consumiamo” senza preoccuparsi di domandarci cosa c’è dietro questi “prezzi bassi”, da cosa derivano e, per finire, addirittura se c’è uso di lavoro minorile.
Tutto ciò in nome di un consumismo sciagurato, portato al parossismo da una pubblicità ossessiva che ci induce a spendere quei pochi soldi che abbiamo in tasca ed a farlo con “acume”, cioè risparmiando sul prezzo.
Diceva un’ottantina di anni fa il grande economista Keynes che “ogni volta che risparmi 5 scellini togli a un uomo un giorno di lavoro”; ed infatti chissà che la nostra situazione attuale non discenda – anche – da questo nostro atteggiamento verso il consumismo a tutti i costi, situazione che induce al risparmio su ogni singolo acquisto.
Ed ecco il problema: dobbiamo acquistare, ma per farlo dobbiamo avere disponibilità e quindi risparmiare; direi che il dubbio si potrebbe definire kafkiano!! Chiaro il concetto?
Vediamoli questi due fatti: il primo riguarda l’annoso problema delle false invalidità e dei privilegi che vengono magari sottratti a chi ne ha effettivamente bisogno, per diventare appannaggio di cosche, camarille, e cose del genere.
Siamo in Alta Italia – e quindi si sfata la diceria dei sudisti profittatori – e in un mercatino di Pinerolo, si aggira un’arzilla vecchietta che gira tra i banchi, confronta i prezzi, s’informa degli sconti con i gestori dei banchi, insomma – per dirla con poche parole – conduce una vita normale per una signora della sua età, in buona salute.
Per la verità, l’affermazione “in buona salute”, non è del tutto vera, in quanto la signora da ben otto anni risulta ufficialmente cieca e quindi meritevole di una apposita pensione di invalidità “totale” (in questo tempo si è appropriata di oltre 200/mila euro).
Quindi, siamo in presenza di un falso, anzi di una falsa invalida, falsa come può esserlo una moneta da tre euro ed allora arriviamo al secondo tempo: tutti impegnati a indicarla al pubblico ludibrio ed accusarla di appropriazione indebita (sacrosanta verità). A me, per la verità, mi viene più spontaneo accusare di tutti i reati possibili una serie di persone che adesso vado ad elencare: il medico di famiglia della signora; quindi l’altro medico dell’Inps che ha confermato l’handicap; proseguiamo poi con il funzionario dello stesso Ente che ha stabilito il diritto alla pensione per l’handicap di una donna che si dovrebbe vedere ad occhio nudo (scusate l’involontario gioco di parole); e per concludere, ci metto anche il politico e/o il mafioso che ha contribuito all’accoglimento della domanda palesemente mendace.
Il secondo fatterello lo abbiamo visto in TV presentato in forma scherzosa con l’appellativo di “uova che rimbalzano”; si tratta di normali uova, di provenienza cinese, che rimbalzano come palline da tennis, in quanto la gallina che le ha fatte, mangia “qualcosa” (ancora non sappiamo cosa) che contiene delle sostanze da definire per lo meno sospette.
E quindi si torna a parlare di responsabilità nei consumi e soprattutto, in questi periodi di crisi, l’attrazione che la gente può provare per qualcosa che costa qualche euro in meno delle altre. Siamo, insomma, in chiave con quanto già accaduto con l’abbigliamento, le scarpe, i giocattoli, i marchingegni elettronici, tutta roba che ci arriva senza le indispensabili cautele e che noi “consumiamo” senza preoccuparsi di domandarci cosa c’è dietro questi “prezzi bassi”, da cosa derivano e, per finire, addirittura se c’è uso di lavoro minorile.
Tutto ciò in nome di un consumismo sciagurato, portato al parossismo da una pubblicità ossessiva che ci induce a spendere quei pochi soldi che abbiamo in tasca ed a farlo con “acume”, cioè risparmiando sul prezzo.
Diceva un’ottantina di anni fa il grande economista Keynes che “ogni volta che risparmi 5 scellini togli a un uomo un giorno di lavoro”; ed infatti chissà che la nostra situazione attuale non discenda – anche – da questo nostro atteggiamento verso il consumismo a tutti i costi, situazione che induce al risparmio su ogni singolo acquisto.
Ed ecco il problema: dobbiamo acquistare, ma per farlo dobbiamo avere disponibilità e quindi risparmiare; direi che il dubbio si potrebbe definire kafkiano!! Chiaro il concetto?
giovedì, febbraio 23, 2012
VENTI ANNI FA: MANI PULITE!!
Nel 1992, l’Italia venne scossa da un vento furioso che prese il nome di “Mani Pulite” e che scardinò il sistema dei partiti di allora e le relative ruberie; o meglio – dome si disse allora – le “dazioni” di vari imprenditori a quasi tutti i partiti politici che infatti, rimasero invischiati principalmente con i loro Tesorieri.
Non ho intenzione di fare un bilancio dopo il tempo trascorso, ma vorrei chiedermi e chiedervi se il sistema appare modificato; proprio in questi ultimi tempi sono scoppiati vari scandali – dalla vicenda Penati a Milano a quella del tesoriere della Margherita che si era appropriato del bottino – che però vanno visti in modo diverso da come andarono i fatti degli anni ’90.
L’impressione che se ne ricava è che adesso non si ruba più per il partito ma quasi esclusivamente per le proprie tasche e rubano tutti, o meglio, tutti quelli che possono farlo, sia per posizione strutturale che per ambizione e sfacciataggine.
Sotto questo aspetto, quindi, si potrebbe affermare che le cose non sono andate migliorando, anzi forse si potrebbe affermare che il sistema è addirittura peggiorato.
Nel 1992, se ricordate bene, le TV avevano delle loro postazioni fisse al di fuori del Palazzo di Giustizia di Milano (Ricordo Paolo Brosio0 per Rete4) e da quei microfoni venivano giornalmente comunicate agli italiani le novità sui ladroni di turno; e tutti noi aspettavamo con ansia quei momenti per vedere se l’opera di giustizia continuava ad andare avanti; e quando veniva inquadrato Di Pietro, per la gente sembrava che a parlare fosse un novello Robin Hood e stava ad ascoltarlo con la bocca aperta.
Adesso se ne parla, ma non più di tanto e quando la Corre dei Conti denuncia che la corruzione in Italia è sempre più dilagante, si sposta l’obiettivo sull’aspetto psicanalitico della questione: in Italia non è mai esistita una cultura della legalità e neppure dei modelli di riferimento; quindi…ci vuole un po’ di pazienza!!
Eppure questa è una solenne baggianata: se ripercorriamo il panorama politico dal dopoguerra in poi, incontriamo fior di galantuomini (ne cito solo alcuni: Einaudi, De Nicola, Nenni, De Gasperi; ma potrei continuare con altri – non moltissimi – ma sufficienti a formare l’immagine di riferimento per l’Onestà, quella con la O maiuscola.).
Ma venti anni fa c’era anche un’altra cosa di grande rilievo per gli italiani: il Festival di Sanremo, quella stessa manifestazione che si è chiusa in questi giorni; se ci fate caso, i protagonisti di adesso sono tutti ultra 65enni (Celentano 73, Moranti 67) tutta gente che non riesce ad andare in pensione (sarà mica colpa della Fornero) ed allora continua ad imperversare sui nostri teleschermi,
Ma non lo fanno per spirito di servizio, ma solo perché li pagano molto profumatamente: 700/mila euro a Celentano, 300/mila a Moranti, 150/mila a Rocco Papaleo e 200/mila al direttore artistico, Gianmarco Mazza.
Non conosco il compenso per le due vallette italiane, mentre la slava lvana Mrazova si è intascata 80/mila euro; a proposito delle vallette: dopo lo scaldaletto che suscitò lo spacco dell’abito di Belen che rivelava un tatuaggio a forma di farfallina e…qualcos’altro, le battute si sono sprecate; tra le tante mi ha colpito quella del Segretario del PD, Bersani, omonimo di un cantante presente a Sanremo, che ha dichiarato, in una forma seriosa che non gli fa onore, “tra la Fornero e Belen, mia figlia sceglie Fornero”; ci sarebbe da aggiungere che ci sono anche delle “posizioni di mezzo tra le due eccezioni” ed è in queste posizioni che si potrebbe collocarsi la figlia di Bersani. L’accostamento tra Mani Pulite e Festival è puramente casuale; o no??
Non ho intenzione di fare un bilancio dopo il tempo trascorso, ma vorrei chiedermi e chiedervi se il sistema appare modificato; proprio in questi ultimi tempi sono scoppiati vari scandali – dalla vicenda Penati a Milano a quella del tesoriere della Margherita che si era appropriato del bottino – che però vanno visti in modo diverso da come andarono i fatti degli anni ’90.
L’impressione che se ne ricava è che adesso non si ruba più per il partito ma quasi esclusivamente per le proprie tasche e rubano tutti, o meglio, tutti quelli che possono farlo, sia per posizione strutturale che per ambizione e sfacciataggine.
Sotto questo aspetto, quindi, si potrebbe affermare che le cose non sono andate migliorando, anzi forse si potrebbe affermare che il sistema è addirittura peggiorato.
Nel 1992, se ricordate bene, le TV avevano delle loro postazioni fisse al di fuori del Palazzo di Giustizia di Milano (Ricordo Paolo Brosio0 per Rete4) e da quei microfoni venivano giornalmente comunicate agli italiani le novità sui ladroni di turno; e tutti noi aspettavamo con ansia quei momenti per vedere se l’opera di giustizia continuava ad andare avanti; e quando veniva inquadrato Di Pietro, per la gente sembrava che a parlare fosse un novello Robin Hood e stava ad ascoltarlo con la bocca aperta.
Adesso se ne parla, ma non più di tanto e quando la Corre dei Conti denuncia che la corruzione in Italia è sempre più dilagante, si sposta l’obiettivo sull’aspetto psicanalitico della questione: in Italia non è mai esistita una cultura della legalità e neppure dei modelli di riferimento; quindi…ci vuole un po’ di pazienza!!
Eppure questa è una solenne baggianata: se ripercorriamo il panorama politico dal dopoguerra in poi, incontriamo fior di galantuomini (ne cito solo alcuni: Einaudi, De Nicola, Nenni, De Gasperi; ma potrei continuare con altri – non moltissimi – ma sufficienti a formare l’immagine di riferimento per l’Onestà, quella con la O maiuscola.).
Ma venti anni fa c’era anche un’altra cosa di grande rilievo per gli italiani: il Festival di Sanremo, quella stessa manifestazione che si è chiusa in questi giorni; se ci fate caso, i protagonisti di adesso sono tutti ultra 65enni (Celentano 73, Moranti 67) tutta gente che non riesce ad andare in pensione (sarà mica colpa della Fornero) ed allora continua ad imperversare sui nostri teleschermi,
Ma non lo fanno per spirito di servizio, ma solo perché li pagano molto profumatamente: 700/mila euro a Celentano, 300/mila a Moranti, 150/mila a Rocco Papaleo e 200/mila al direttore artistico, Gianmarco Mazza.
Non conosco il compenso per le due vallette italiane, mentre la slava lvana Mrazova si è intascata 80/mila euro; a proposito delle vallette: dopo lo scaldaletto che suscitò lo spacco dell’abito di Belen che rivelava un tatuaggio a forma di farfallina e…qualcos’altro, le battute si sono sprecate; tra le tante mi ha colpito quella del Segretario del PD, Bersani, omonimo di un cantante presente a Sanremo, che ha dichiarato, in una forma seriosa che non gli fa onore, “tra la Fornero e Belen, mia figlia sceglie Fornero”; ci sarebbe da aggiungere che ci sono anche delle “posizioni di mezzo tra le due eccezioni” ed è in queste posizioni che si potrebbe collocarsi la figlia di Bersani. L’accostamento tra Mani Pulite e Festival è puramente casuale; o no??
martedì, febbraio 21, 2012
L'ODISSEA DI UN POVERO DIAVOLO
Non è tutta farina del mio sacco, ma una impostazione come sto per dare qui di seguito, l’ho letta – anche se ovviamente in forma completamente diversa – su un foglio di stampa, a cura di una signora che, peraltro, conosco di fama.
Antefatto: un signore, padre di famiglia, con moglie e un figlio, stipendio “fisso” (beato lui!!) di circa 1.500/euro il mese, ha la velleità di acquistare l’appartamento in cui vive che è in vendita.
Nessun problema, pensa lui, vado in Banca e, con lo stipendio fisso, non mi negheranno un mutuo che io potrò sopportare (comunque una parte del canone sarà assorbito dall’affitto che pago al momento) e quindi andiamo in Banca.
Risultato: l’Istituto di credito nega il mutuo per “scarsa possibilità di far fronte al pagamento dei ratei” (questa la motivazione del direttore, fatta a voce) ed il signore in questione se ne ritorna a casa, tutto sconsolato, cercando di capire il perché di questa situazione.
Mentre pensa alla sua situazione, si ricorda di una notizia letta su un quotidiano, in cui un deputato si è comprato un edificio per 26/milioni di euro e, nella stessa giornata, lo ha rivenduto per 44/milioni di euro; il tutto senza aver dovuto mettere mano al portafoglio, perché l’operazione si è svolto sulla carta.
Un altro deputato, avrebbe sottratto 13/milioni di euro elargiti dallo Stato ad un Partito politico, con la motivazione di “rimborso spese elettorali”; il signore in questione, con una faccia di bronzo degna di miglior causa, ha detto sia alla stampa che alle TV che lui aveva bisogno di quei soldi perché doveva comprarsi una casa in città (Roma) e una villa in campagna; comunque, dato che lui era un signore, proponeva ai compagni del partito la seguente soluzione: restituzione di 5/milioni di euro (residuo dopo i suoi investimenti immobiliari) e patteggiamento con la Procura per una pena al massimo di un anno (quindi con la condizionale, niente carcere).
Il nostro capofamiglia deluso dalla risposta del Direttore di Banca è quasi arrivato a casa, quando gli viene in mente un’altra cosa: in Parlamento giace una nuova norma che rivede le pensioni degli onorevoli: ebbene, 27 “poco-onorevoli” hanno presentato ricorso, ritenendosi vittime di un sopruso; conclusione: per il momento la norma si è fermata in attesa di trovare una formula che piaccia a tutti.
Siamo sulla porta di casa e il nostro eroe ha messo la chiave nella toppa; gira la chiave ed entra in casa; la famiglia è riunita, con il figlio intento a fare i compiti e la moglie che distrattamente guarda la TV, dove si trasmette un servizio in cui l’annosa questione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria viene riportata a galla con una notizia che lo fa sobbalzare: i lavori di ammodernamento sono fermi e procedono a balzelli, ma i costi hanno sfiorato l’inimmaginabile: svariati “MILIARDI” in più rispetto al preventivato, e quando dico miliardi, ovviamente parlo di euro.
Ed è con questa ultima notizia che il nostro eroe trova una forma di pace che rasenta la rassegnazione: lui, con quello che è e con quello che rappresenta, non può pretendere di avere una casa e quindi è meglio metterci una pietra sopra; insomma l’acquisto di un modesto appartamento è “troppo” per lui e questo “troppo” si trasforma in una sorta di anestetico che però ha dentro di se tutte le caratteristiche della potenziale incazzatura; magari adesso non lo farà e neppure domani si risentirà per certe situazione del nostro Paese, ma vedrete che prima o poi ci sarà lo scatto d’ira, la voglia di sfasciare tutto e di cambiare la vita, sua e di tanti altri “poveri diavoli”.
Antefatto: un signore, padre di famiglia, con moglie e un figlio, stipendio “fisso” (beato lui!!) di circa 1.500/euro il mese, ha la velleità di acquistare l’appartamento in cui vive che è in vendita.
Nessun problema, pensa lui, vado in Banca e, con lo stipendio fisso, non mi negheranno un mutuo che io potrò sopportare (comunque una parte del canone sarà assorbito dall’affitto che pago al momento) e quindi andiamo in Banca.
Risultato: l’Istituto di credito nega il mutuo per “scarsa possibilità di far fronte al pagamento dei ratei” (questa la motivazione del direttore, fatta a voce) ed il signore in questione se ne ritorna a casa, tutto sconsolato, cercando di capire il perché di questa situazione.
Mentre pensa alla sua situazione, si ricorda di una notizia letta su un quotidiano, in cui un deputato si è comprato un edificio per 26/milioni di euro e, nella stessa giornata, lo ha rivenduto per 44/milioni di euro; il tutto senza aver dovuto mettere mano al portafoglio, perché l’operazione si è svolto sulla carta.
Un altro deputato, avrebbe sottratto 13/milioni di euro elargiti dallo Stato ad un Partito politico, con la motivazione di “rimborso spese elettorali”; il signore in questione, con una faccia di bronzo degna di miglior causa, ha detto sia alla stampa che alle TV che lui aveva bisogno di quei soldi perché doveva comprarsi una casa in città (Roma) e una villa in campagna; comunque, dato che lui era un signore, proponeva ai compagni del partito la seguente soluzione: restituzione di 5/milioni di euro (residuo dopo i suoi investimenti immobiliari) e patteggiamento con la Procura per una pena al massimo di un anno (quindi con la condizionale, niente carcere).
Il nostro capofamiglia deluso dalla risposta del Direttore di Banca è quasi arrivato a casa, quando gli viene in mente un’altra cosa: in Parlamento giace una nuova norma che rivede le pensioni degli onorevoli: ebbene, 27 “poco-onorevoli” hanno presentato ricorso, ritenendosi vittime di un sopruso; conclusione: per il momento la norma si è fermata in attesa di trovare una formula che piaccia a tutti.
Siamo sulla porta di casa e il nostro eroe ha messo la chiave nella toppa; gira la chiave ed entra in casa; la famiglia è riunita, con il figlio intento a fare i compiti e la moglie che distrattamente guarda la TV, dove si trasmette un servizio in cui l’annosa questione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria viene riportata a galla con una notizia che lo fa sobbalzare: i lavori di ammodernamento sono fermi e procedono a balzelli, ma i costi hanno sfiorato l’inimmaginabile: svariati “MILIARDI” in più rispetto al preventivato, e quando dico miliardi, ovviamente parlo di euro.
Ed è con questa ultima notizia che il nostro eroe trova una forma di pace che rasenta la rassegnazione: lui, con quello che è e con quello che rappresenta, non può pretendere di avere una casa e quindi è meglio metterci una pietra sopra; insomma l’acquisto di un modesto appartamento è “troppo” per lui e questo “troppo” si trasforma in una sorta di anestetico che però ha dentro di se tutte le caratteristiche della potenziale incazzatura; magari adesso non lo farà e neppure domani si risentirà per certe situazione del nostro Paese, ma vedrete che prima o poi ci sarà lo scatto d’ira, la voglia di sfasciare tutto e di cambiare la vita, sua e di tanti altri “poveri diavoli”.
domenica, febbraio 19, 2012
TECNOLOGIA: PRO O CONTRO L’UOMO?
Facciamo un passo indietro: agli albori della tecnologia, in particolare l’elettronica, ebbi a dire in una riunione sindacale che l’avvento della struttura elettronica sarebbe andata a detrimento dell’occupazione dell’essere umano e quindi, quest’ultimo, sarebbe diventato l’anello debole della catena produttiva.
Mi sembrava logico che se una macchina – nel mio caso un computer – faceva il lavoro di due o tre impiegati, questi sarebbero diventati dei “pesi morti” dei quali l’imprenditore avrebbe cercato di fare a meno il prima possibile.
Mi fu risposto dai sindacalisti presenti all’incontro, che il futuro non era come lo stavo disegnando io, ma che il lavoro che veniva tolto dalle macchine, si sarebbe tramutato in maggiore “tempo libero” per i lavoratori che, comunque sarebbero rimasti il fulcro dell’azienda o, come nel mio caso, della Banca.
Sarebbe troppo facile dire adesso che “avevo ragione”; quello che più importa è vedere perché io ho avuto ragione ed il sindacalista torto; prima motivazione è che la tecnologia ha avuto un impulso così impressionante come nessuno probabilmente si aspettava; conseguenza immediata è stato lo sfaldamento di una certezza atavica: il posto di lavoro fisso e, di conseguenza, le certezze che ognuno di noi si è portato addosso fin da piccolo.
Ecco che l’introduzione dell’articolo 18 all’interno dello Statuto dei lavoratori, metteva una sorta di “freno” a questo turbine di operai che vanno e vengono, stabilendo che “si può licenziare solo per giusta causa o per giustificato motivo”.
Questo appiglio legale, dovrebbe consentire al lavoratore che si comporta a dovere, di ritenersi ”in una botte di ferro”; ma questo è proprio ciò che il sistema attuale non vuole, in quanto viene benedetto a più mani il precariato, come forma moderna e “simpatica” di attività lavorativa (la figlia del Ministro Fornero – quella della lacrima – non ha un posto fisso ma…ne ha due, entrambi fississimi).
Quindi, da un punto di vista di comunicazione mediatica, fare una crociata contro il posto fisso e di conseguenza pro abolizione dell’art.18, avendo il posto fisso assicurato per tutta la famiglia induce la gente a cupe meditazioni sul modo di comportarsi “anche” di questi nuovi ministri tecnici; e richiama alla mente il famoso detto “armiamoci e partite”, cioè io continuo a fare il mio comodo e voi invece dovete cambiare (me l’ha detto l’Europa!!); solo per la precisione storica, il detto che ho sopra citato, fa parte di tutta una scansione caricaturale di Mussolini usata nei teatri di avanspettacolo. Insomma, roba da ridere e non da piangere, cara Fornero!!
Ma questa situazione, può trovare una qualche svolta in direzione di una maggiore umanizzazione delle persone? Difficile dirlo, ma dobbiamo ammettere che forse ha ragione chi dice che il tempo che stiamo vivendo è quello “definitivo”; in realtà è un tempo come un altro e se ha una peculiarità è quella di una vertiginosa accelerazione che va in direzione diametralmente opposta all’immagine fissa con cui si vorrebbe immortalare una realtà che contiene in se – proprio a causa di questa accelerazione – le ragioni stesse della sua rapida fine.
E cosa verrà al suo posto? La tecnologia soppianterà definitivamente l’uomo che quindi diventerà un essere inutile e perciò da soppiantare con altre specie?
Mi ritenete apocalittico? Oppure matto? Alla mia età non posso permettermi di essere né l’uno né l’altro, ma cerco di utilizzare quella “razionalità” che ci distingue e ci diversifica da tutte le altre specie viventi, per guardare avanti e vedere cosa c’è!!
Mi sembrava logico che se una macchina – nel mio caso un computer – faceva il lavoro di due o tre impiegati, questi sarebbero diventati dei “pesi morti” dei quali l’imprenditore avrebbe cercato di fare a meno il prima possibile.
Mi fu risposto dai sindacalisti presenti all’incontro, che il futuro non era come lo stavo disegnando io, ma che il lavoro che veniva tolto dalle macchine, si sarebbe tramutato in maggiore “tempo libero” per i lavoratori che, comunque sarebbero rimasti il fulcro dell’azienda o, come nel mio caso, della Banca.
Sarebbe troppo facile dire adesso che “avevo ragione”; quello che più importa è vedere perché io ho avuto ragione ed il sindacalista torto; prima motivazione è che la tecnologia ha avuto un impulso così impressionante come nessuno probabilmente si aspettava; conseguenza immediata è stato lo sfaldamento di una certezza atavica: il posto di lavoro fisso e, di conseguenza, le certezze che ognuno di noi si è portato addosso fin da piccolo.
Ecco che l’introduzione dell’articolo 18 all’interno dello Statuto dei lavoratori, metteva una sorta di “freno” a questo turbine di operai che vanno e vengono, stabilendo che “si può licenziare solo per giusta causa o per giustificato motivo”.
Questo appiglio legale, dovrebbe consentire al lavoratore che si comporta a dovere, di ritenersi ”in una botte di ferro”; ma questo è proprio ciò che il sistema attuale non vuole, in quanto viene benedetto a più mani il precariato, come forma moderna e “simpatica” di attività lavorativa (la figlia del Ministro Fornero – quella della lacrima – non ha un posto fisso ma…ne ha due, entrambi fississimi).
Quindi, da un punto di vista di comunicazione mediatica, fare una crociata contro il posto fisso e di conseguenza pro abolizione dell’art.18, avendo il posto fisso assicurato per tutta la famiglia induce la gente a cupe meditazioni sul modo di comportarsi “anche” di questi nuovi ministri tecnici; e richiama alla mente il famoso detto “armiamoci e partite”, cioè io continuo a fare il mio comodo e voi invece dovete cambiare (me l’ha detto l’Europa!!); solo per la precisione storica, il detto che ho sopra citato, fa parte di tutta una scansione caricaturale di Mussolini usata nei teatri di avanspettacolo. Insomma, roba da ridere e non da piangere, cara Fornero!!
Ma questa situazione, può trovare una qualche svolta in direzione di una maggiore umanizzazione delle persone? Difficile dirlo, ma dobbiamo ammettere che forse ha ragione chi dice che il tempo che stiamo vivendo è quello “definitivo”; in realtà è un tempo come un altro e se ha una peculiarità è quella di una vertiginosa accelerazione che va in direzione diametralmente opposta all’immagine fissa con cui si vorrebbe immortalare una realtà che contiene in se – proprio a causa di questa accelerazione – le ragioni stesse della sua rapida fine.
E cosa verrà al suo posto? La tecnologia soppianterà definitivamente l’uomo che quindi diventerà un essere inutile e perciò da soppiantare con altre specie?
Mi ritenete apocalittico? Oppure matto? Alla mia età non posso permettermi di essere né l’uno né l’altro, ma cerco di utilizzare quella “razionalità” che ci distingue e ci diversifica da tutte le altre specie viventi, per guardare avanti e vedere cosa c’è!!