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sabato, ottobre 13, 2007

LASCIATELI MORIRE IN PACE 

Due senatori di opposte sponde – uno dei D.S. e l’altro di A.N. – hanno proposto un emendamento alla “finanziaria” che prevede l’esenzione del canone TV per gli ultrasettantacinquenni (si, avete letto bene, oltre i 75 anni di età!) con un reddito, proprio o del coniuge, che non superi 516,46 euro, cioè il milione del vecchio conio.

Da tutte le parti si levano osanna per l’iniziativa, altamente meritoria, che consentirebbe a questi vegliardi di poter godere della magica scatola parlante, di poter seguire le appassionate telenovelas, di poter usufruire dell’informazione che viene proposta dai vari telegiornali: insomma, una vera e propria pacchia.

Non ho avuto modo di intervistare nessun signore di quell’età e di quel reddito, ma posso immaginare quello che mi verrebbe risposto, alla domanda “siete contenti di non pagare il canone TV?”; è ovvio che sono contenti – non felici, perché è un’altra cosa – in quanto almeno risparmiano quel centinaio di euro che hanno sempre pagato e adesso hanno solo il “pensiero” di cosa farne di questa cifra risparmiata: il dubbio verte su un investimento in azioni di banche americane specializzate nel concedere mutui ad alto rischio, oppure, più prosaicamente, sputtanarseli, ovviamente non in cose di sesso perché non sarebbero sufficienti, ma in pantagrueliche mangiate nel ristorantino sotto casa.

Torniamo seri! La cosa che mi ha fatto subito pensare è stata la strana accoppiata dei due senatori – un D.S. e uno di A.N. – che si sono messi insieme per poter usufruire dei voti dei signori che verranno beneficiati da questa operazione; però, stiano attenti, perché il limite di reddito (516,46 euro) è così basso che c’è da aspettarsi una moria di queste persone che quindi non potrebbero ringraziare con il voto coloro che li hanno beneficiati del canone gratuito: insomma, facciamo presto, perché a quell’età l’indice di sopravvivenza……

Ma quale sarebbe il motivo ispiratore del provvedimento? Cioè, perché si privilegia la TV anziché concedere loro dei biglietti gratuiti per il cinema oppure per il teatro? In entrambi i casi, naturalmente, potrebbe essere previsto il trasporto andata e ritorno dalla casa dell’anziano al luogo dello spettacolo.

Ecco, domandiamoci allora per quale motivo questa seconda opzione (cinema e teatro) non è stata neppure presa in considerazione ed invece è andata avanti l’opzione TV; probabilmente perché la televisione ha assunto ormai la caratteristica di balia (per i ragazzi) e di badante (per gli anziani) in quanto li tiene incollati davanti a questo dannatissimo Totem, inchiodati dai discorsi che gli arrivano da presunti autorevoli personaggi che sono lì per insegnare loro come campare e cosa pensare di questo e di quello.

E poi, diciamo la verità, è più facile organizzare un emendamento che privilegia la TV rispetto a quello degli altri strumenti della comunicazione, in quanto si dovrebbe mettere in movimento un meccanismo un po’ più complesso; però, amici cari, rincoglionire gli anziani con questa televisione non è una bella azione, anche se molti possono rispondermi che “tanto non si sciupa molto”; va bene, l’anziano – anche cerebralmente – non è logicamente quello di una volta, ma ha anche lui i suoi diritti e uno di questi è “di essere lasciato in pace e di poter disporre della sua residua vita come più gli aggrada”.

Chiaro il concetto? E Voi anziani che mi leggete, per i prossimi giorni cercate di fare a meno della TV, mettetevi un po’ a dieta, ne guadagnerete in salute, fisica e mentale!!


giovedì, ottobre 11, 2007

CI RISIAMO: CENCIO DICE MALE DI STRACCIO 

Dopo avere approvato – non senza polemiche – le linee guida della prossima “finanziaria”, il governo si è visto piovere addosso una sequela di accuse: ha cominciato l’Europa con il commissario all’economia Almunja che l’ha giudicata debole e non rispondente a quanto ci vorrebbe per ridurre il debito pubblico; ha proseguito il governatore di Bankitalia che ha rilevato l’assenza di riduzioni della spesa pubblica e, di conseguenza, anche della pressione fiscale; in ultimo è arrivata la Corte dei Conti che ha buttato sul tavolo un carico da undici, affermando che stiamo mettendo in conto il famoso “tesoretto”, del quale non è chiara la base di calcolo e quindi deve essere considerato assolutamente aleatorio, cioè non spendibile.

Avrete visto dal titolo che la polemica “Prodi contro tutti” non mi interessa più di tanto: forse è interessante la risposta del nostro Premier che ha orgogliosamente affermato di “voler essere lasciato in pace nel governare l’economia della Nazione”; bella uscita, specchio di uno che la le scatole piene delle polemiche e se la prende con questi che, almeno sulla carta, non possono votargli contro in Parlamento.

Invece di questa polemica mi interessa un altro aspetto e cioè la partecipazione alla gogna mediatica del governo da parte della Corte dei Conti, istituzione di cui sentiamo spesso parlare ma che conosciamo poco; ebbene, su un quotidiano mi è capitato di imbattermi in una disamina “finanziaria” di questa struttura: 615 è il suo organico – di cui 105 donne – e 156mila euro la retribuzione media annua dei magistrati contabili.

A questa notizia, che per la verità mi ha un po’ turbato, vorrei fare due sole osservazioni: la prima è che probabilmente i signori della Corte dei Conti percepiscono lo stesso stipendio degli altri magistrati e quindi, quando sentiamo i vari P.M. o i vari G.I.P., ricordiamoci che la prebenda mensile supera i 13 mila euro che, a casa mia, non sono bruscolini e quindi da ora in poi mettiamoci anche loro nella “casta” che spadroneggia e si appropria di cifre importanti: vogliamo rivalutare Mastella?? No, aspettiamo un po’, ma si potrebbe guardare il mondo delle ruberie italiche con un occhio più aperto, e comprenderci tante altre istituzioni, oltre quelle politiche, che non appaiono ma che il 27 di tutti i mesi si ingrassano proprio come gli altri, magari avendo sparlato dei ladroni della politica per tutto il tempo.

E qui arrivo alla seconda cosa che mi interessa; non è una novità, ma dato che nessun quotidiano o settimanale l’ha raccolta, mi permetto di ripresentarla: la mia idea parte dalla scoperta – tramite le riviste che trovo dal barbiere – che nella didascalia della diva, del divo o comunque del VIP, accanto al nome c’è immancabilmente l’età, essendo questa una cosa di pubblico dominio (basta andare all’anagrafe del comune di nascita) e non infrange la famosa privacy.

La mia proposta è che accanto al nome di politici, magistrati, VIP e comunque personaggi appartenenti alla “casta”, la redazione dovrebbe indicare la cifra percepita nell’anno precedente, ricavando tale notizia dalle fonti ufficiali (Agenzia delle Entrate per le Denunce dei Redditi e segreterie del Parlamento o altre strutture che sono “obbligate” a fornire tale notizia).

In concreto, nella redazione di giornali e riviste dovrebbe esserci una sorta di “data base” che abbina all’immagine del personaggio la didascalia contenente la cifra che percepisce annualmente.

E allora vedreste che la popolazione dei “cenci che dicono male degli stracci” sarebbe assai numerosa e tanti Robin Hood apparirebbero come Sceriffi di Nottingam !!


martedì, ottobre 09, 2007

CREAZIONISMO ED EVOLUZIONISMO 

Tra le tante cose (forse troppe) delle quali l’Europa tenta di occuparsi, ce n’è una che mi ha colpito in modo particolare ed è la contrapposizione tra “creazionismo” ed “evoluzionismo”: tutto questo, ovviamente riferendosi all’inizio di tutte le cose che ci circondano, alberi, animali, terra e, per ultimo, l’uomo.

Mi si chiederà: ma che c’entra questo con l’andamento della comunità europea? Queste sono questioni filosofiche o, ancor meglio, teologiche; ma il nostro ineffabile Parlamento Europeo, evidentemente non proprio oberato di lavoro, dopo essersi occupato dell’Olocausto ebraico durante l’ultima guerra, mettendo fuori legge tutte le correnti di pensiero che lo negano o comunque lo ridimensionano, è andato ad occuparsi del problema che riguarda l’essere umano e in particolare se questo è frutto di un “atto di volontà di Dio” o prodotto dell’evoluzione delle specie animali.

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, su input dell’Osservatorio su “diritti umani e democrazia”, ha approvato una risoluzione – sia pure non vincolante – in cui “esorta i governi europei a resistere all’ondata passatista che minaccia l’Europa. Senza la dovuta attenzione il creazionismo rischia di trasformarsi in una minaccia ai diritti umani”.

Diciamo subito che non riesco a connettere l’aspetto dei diritti umani con quello che può rappresentare, al massimo, un aspetto della fede religiosa oppure della negazione della creazione (ateismo); ma voglio aggiungere che non è mia intenzione entrare nella polemica specifica, cioè non sono interessato, adesso,a speculare sul fatto se sia vero che il “dito fulminante di Dio si è levato ed ha creato la terra, con i suoi alberi, i suoi animali e per ultimo l’uomo”, oppure se il tutto è avvenuto attraverso l’evoluzione di un grumo di materia roteante nello spazio che per effetto di alcuni fattori intrinseci è diventato la base dell’evoluzione delle specie animali verso l’uomo e – aggiungo io – verso Dio.

Mi interessa invece affrontare il problema sotto un altro aspetto e cioè constatando che l’evoluzionismo biologico si trasferisce nel campo sociale e politico ed è nient’altro che il modello di sviluppo occidentale, basato sul razionalismo, l’esasperazione della tecnologia e il dominio dell’economia in quanto, si afferma da più parti, unica scienza che non sbaglia mai.

Insomma torna in ballo quello che molti chiamano la superiorità della cultura e dell’intera civiltà di una parte del mondo nei confronti delle altre civiltà, sconfitte dalla storia e dall’evoluzionismo: ecco che torna in ballo la famosa parolina – “evoluzionismo” e fa sì che nel suo nome, un nome pieno di apparenti libertà scientifiche, si traduca questi concetti in modo tale che rappresentino il vero integralismo e il vero totalitarismo dell’epoca che stiamo vivendo.

E quindi nella vittoria dell’evoluzionismo nei confronti del creazionismo c’è la vittoria di una civiltà a danno delle altre, cosa che ci guardiamo bene da ammettere, in base alle tante assicurazioni di coesistenza con le altre fedi e civiltà che continuiamo a sbandierare, ma che in effetti è la vera ragione di questa lotta che viene combattuta attraverso la scienza – che produce tecnologia - e non più con le armi che ormai sono considerate strumenti da terzo mondo: avete notato che nessun paese cosiddetto democratico è in guerra con un altro paese similare da tanti anni?? Vorrà pur dire qualcosa!


domenica, ottobre 07, 2007

ESCATOLOGIA 

Questa volta lasciamo in pace Prodi, Berlusconi, Mastella, Santoro, Grillo e compagnia bella; questa volta voliamo alto, altissimo, così alto che se c’è qualcuno che soffre di vertigini è meglio che scenda: questa volta affrontiamo – con le mie misere e poverissime forze – la soluzione escatologica dell’esistenza, una ricerca, cioè, su cosa pensiamo ci sia dopo.

Quanti di noi non hanno pensato, in qualche momento di particolare disperazione, di lasciare questo mondo a chi ci sta bene e “togliere il disturbo”? Credo che questo tragico pensiero sia venuto almeno una volta a quasi tutti, credenti, poco credenti e atei; ebbene, questa soluzione che qualcuno di noi può cercare di dare all’esistenza è la cosiddetta soluzione escatologica, soluzione che discende da due considerazioni: la prima è la “fede” (cioè la speranza) che dopo la morte ci sia un mondo migliore nel quale rifugiarsi, e la seconda è che non ci può essere una condizione peggiore di quella che l’individuo sta vivendo in questo momento.

Il cristianesimo, in particolare il cattolicesimo, fornisce ai credenti una visione del mondo dell’al di là che è in parte idilliaca (l’incontro con Dio) e in parte piena di sorprese delle quali non ci viene svelato il finale.

In concreto, la religione augura ai morti di “riposare in pace”, quindi si tratta non di una “sparizione” completa ma di una sorta di sonno dal quale è previsto il risveglio al termine del Mondo, che si sostanzierà con l’abbraccio di Dio (per i giusti) o con la pena che Dio ci vorrà far scontare prima di unirsi a noi.

L’ateo, da parte sua, considera la morte come una fase della vita e quindi non si aspetta niente dal “dopo”, sapendo che il corpo è soltanto materia (non crede nell’anima o come si vuol chiamare l’entità ultima dell’uomo) e quindi la morte è soltanto la conclusione di un ciclo al termine del quale non ci sono premi o pene da scontare, non c’è proprio nulla,”il nulla”.

È chiaro che la soluzione prospettata ai cristiani dalla loro fede è più “invogliante” a fare il grande passo e infatti – se ci avete fatto caso – la frase “soluzione escatologica della tragica esistenza è applicata (in cinema o nella letteratura) da autori che o credono o sono alla ricerca di qualcosa di superiore; un solo esempio con il film “Mouchette” di Bresson – autore “quasi giansenista” – nel quale la tragica esistenza di una bambina che non ha alcuno sbocco positivo nella realtà del mondo, si risolve nella ricerca di una diversa soluzione “in un altro mondo”: è una vera “liberazione”!!

Ma torniamo un attimo a noi – in questo noi ci comprendo i credenti, i tiepidi e gli agnostici – e vediamo se al di là della fede si può trovare una comune soluzione: anzitutto chiariamoci che l’uomo è l’unico animale su questa terra che ha la lucida coscienza della propria limitata esistenza e della morte; questa attesa del compimento del proprio ciclo è quanto di più tragico si possa immaginare, poiché l’uomo si rende conto di andare verso la fine e non possiede alcuna leva per modificare la propria fine.

Quindi la concezione dell’esistenza ha un periodo di gioia e di spensieratezza ed uno successivo di presa di coscienza dell’incalzare del tempo: volete una delle mie idee (come al solito balzana)? Ebbene, se l’uomo dopo la sua morte, potesse andare a finire in una sorta di “loggione” dal quale poter assistere agli sviluppi delle situazioni personali che ha lasciato a metà, sono quasi certo che l’angoscia della morte sarebbe assai ridotta; potremmo appagare la nostra “curiosità” e quindi si accetterebbe meglio la morte fisica, in qualunque modo si pensi che vada a finire!! Siete d’accordo??


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