sabato, dicembre 03, 2011
MA COSA SI E' MESSO IN TESTA QUESTO MONTI!!
La frase del titolo è, più o meno, quanto si sente dire nelle segreterie dei nostri partiti; e si riferisce alla manovra di riequilibrio dei conti che il Premier, Monti, sta mettendo a punto per soddisfare i mercati (definizione che non riesco a digerire) e l’U.E.
Si comincia dalla riforma delle pensioni: i sindacati sono pronti anche a scioperare per mantenere lo status quo oppure, al massimo delle piccole concessioni; per la verità, in questo comparto, a detta del Presidente dell’INPS, l’età media di uscita per anzianità in Italia è di 58,7 anni, mentre in Germania – dove non esiste la pensione di anzianità – chi va in pensione prima dei 65 anni viene fortemente penalizzato sul reddito. Il PD, ovviamente, non può mica mettersi contro i sindacati e allora cerca di far ragionare il nostro Premier e indurlo a più miti consigli, almeno su questo fronte, indicandogli la famosa “patrimoniale” – cioè una tassa che colpisca i patrimoni più cospicui – che, anche sotto il profilo dell’equità sembrerebbe la meno peggio.
Ma questo non va bene al PdL che invece approva il ripristino dell’ICI sulla prima casa, tassa che era stata tolta proprio dal governo Berlusconi e quindi non si capisce in base a quale principio ci sia il nulla osta per rimetterla.
La Lega, dal canto suo, non vorrebbe sapere niente di tasse o di aumenti d’imposta (l’IVA), rifugiandosi sul vecchio slogan della “casta ladrona” a cui far pagare il fabbisogno; devo dire che è la posizione che elettoralmente paga di più, in quanto salva le tante posizione sociali a danno di un solo comparto, quello dei partiti politici.
C’è già qualcuno che – più o meno sommessamente – comincia a mormorare che Monti deve passare in Parlamento per avere l’approvazione alle suo modifiche e quindi lì ci sarà lo scontro vero; d’altra parte, se il Premier messo per risanare la situazione venisse sfiduciato in Parlamento, saremmo proprio alle comiche finali e allora ci meriteremmo solo di essere commissariati dalla Merkel,.
Intanto il governo Monti combina qualche pasticcio che viene puntualmente ripreso dalla stampa: il primo è quello del processo Garofano – ricorderete: una donna, pentita di mafia, uccisa e sciolta nell’acido - che rischia di essere bloccato (con rischi di prescrizione dei termini) perché uno dei Giudici è stato nominato Capo di Gabinetto al Ministero della Giustizia; ma era proprio indispensabile portarlo al ministero?
Secondo pasticcio: il professor Francesco Braga, docente universitario da 28 anni in Canada, è stato svegliato alle 4 del mattino da una e-mail del Ministero delle Politiche Agricole che gli chiedeva se era lui il sottosegretario appena designato; il professore .- dopo aver pensato di essere su “scherzi a parte” - ha mantenuto la calma ed ha risposto “ma non dovreste essere voi a dirmelo?” Ovviamente il sottosegretario in questione era un altro!
Insomma, i nostri partiti che avevano approvato la nomina di Monti, pensavano forse che arrivasse munito della bacchetta magica? Purtroppo non è così!
A questo proposito, mi ricorda una cosa accadutami diversi anni fa, quando mi sono recato dal mio medico, con cui ero in ottimi rapporti di amicizia, e gli ho chiesto un rimedio per un mal di pancia; il dottore mi ha prescritto delle punture al che io ho ribattuto che non trovavo nessuno che me le facesse; allora lui mi ha proposto delle supposte ed io ho rifiutato perché mi disturbava solo l’idea; lui, calmo, mi propone allora delle pillole ma io obbietto che mi potrebbero far male allo stomaco. A questo punto apre il portafoglio e, tirando fuori un cartoncino, mi dice: “questo è un santino, prenditi questo e vattene”. Non è quello che sta accadendo a Monti?
Si comincia dalla riforma delle pensioni: i sindacati sono pronti anche a scioperare per mantenere lo status quo oppure, al massimo delle piccole concessioni; per la verità, in questo comparto, a detta del Presidente dell’INPS, l’età media di uscita per anzianità in Italia è di 58,7 anni, mentre in Germania – dove non esiste la pensione di anzianità – chi va in pensione prima dei 65 anni viene fortemente penalizzato sul reddito. Il PD, ovviamente, non può mica mettersi contro i sindacati e allora cerca di far ragionare il nostro Premier e indurlo a più miti consigli, almeno su questo fronte, indicandogli la famosa “patrimoniale” – cioè una tassa che colpisca i patrimoni più cospicui – che, anche sotto il profilo dell’equità sembrerebbe la meno peggio.
Ma questo non va bene al PdL che invece approva il ripristino dell’ICI sulla prima casa, tassa che era stata tolta proprio dal governo Berlusconi e quindi non si capisce in base a quale principio ci sia il nulla osta per rimetterla.
La Lega, dal canto suo, non vorrebbe sapere niente di tasse o di aumenti d’imposta (l’IVA), rifugiandosi sul vecchio slogan della “casta ladrona” a cui far pagare il fabbisogno; devo dire che è la posizione che elettoralmente paga di più, in quanto salva le tante posizione sociali a danno di un solo comparto, quello dei partiti politici.
C’è già qualcuno che – più o meno sommessamente – comincia a mormorare che Monti deve passare in Parlamento per avere l’approvazione alle suo modifiche e quindi lì ci sarà lo scontro vero; d’altra parte, se il Premier messo per risanare la situazione venisse sfiduciato in Parlamento, saremmo proprio alle comiche finali e allora ci meriteremmo solo di essere commissariati dalla Merkel,.
Intanto il governo Monti combina qualche pasticcio che viene puntualmente ripreso dalla stampa: il primo è quello del processo Garofano – ricorderete: una donna, pentita di mafia, uccisa e sciolta nell’acido - che rischia di essere bloccato (con rischi di prescrizione dei termini) perché uno dei Giudici è stato nominato Capo di Gabinetto al Ministero della Giustizia; ma era proprio indispensabile portarlo al ministero?
Secondo pasticcio: il professor Francesco Braga, docente universitario da 28 anni in Canada, è stato svegliato alle 4 del mattino da una e-mail del Ministero delle Politiche Agricole che gli chiedeva se era lui il sottosegretario appena designato; il professore .- dopo aver pensato di essere su “scherzi a parte” - ha mantenuto la calma ed ha risposto “ma non dovreste essere voi a dirmelo?” Ovviamente il sottosegretario in questione era un altro!
Insomma, i nostri partiti che avevano approvato la nomina di Monti, pensavano forse che arrivasse munito della bacchetta magica? Purtroppo non è così!
A questo proposito, mi ricorda una cosa accadutami diversi anni fa, quando mi sono recato dal mio medico, con cui ero in ottimi rapporti di amicizia, e gli ho chiesto un rimedio per un mal di pancia; il dottore mi ha prescritto delle punture al che io ho ribattuto che non trovavo nessuno che me le facesse; allora lui mi ha proposto delle supposte ed io ho rifiutato perché mi disturbava solo l’idea; lui, calmo, mi propone allora delle pillole ma io obbietto che mi potrebbero far male allo stomaco. A questo punto apre il portafoglio e, tirando fuori un cartoncino, mi dice: “questo è un santino, prenditi questo e vattene”. Non è quello che sta accadendo a Monti?
giovedì, dicembre 01, 2011
DUE PAROLE SULLA NASCITA DELL'U.E.
Penso di fare cosa gradita ai miei lettori, ricordando loro la nascita e la genesi dell’Unione Europea; siamo in pieno dopoguerra e le nazioni europee si stanno leccando le ferite, anche quelle che la guerra l’hanno vinta, come la Gran Bretagna, la Russia e, surrettiziamente, la Francia; nel finale della guerra ha fatto capolino uno strumento bellico formidabile (la bomba atomica) e tutti sanno che il prossimo conflitto sarà un disastro completo che precluderà al ritorno dell’uomo nelle caverne.
Con queste prospettive e con queste paure, il primo statista a parlare del problema è il nostro ministro degli esteri del governo De Gasperi, Carlo Sforza; in un suo discorso tenuto a Perugia nel 1948, egli afferma che “l’unico modo di salvarsi da una terza guerra mondiale è diventare araldi di una Europa abbastanza generosa e chiaroveggente da convincere ognuno dei piccoli Stati che la compongono – anche la Francia e la Germania sono diventate “piccole” dopo il conflitto – a rinunziare ad una parte della propria sovranità allo stesso modo di come i nuovi stati americani abdicarono alla propria sovranità; e la sola soluzione concreta che possiamo prospettare è quella federativa”
E adesso arriviamo ai tre autentici “costruttori” dell’Europa Unita: Adenauer, Shuman e De Gasperi: il primo aveva 69 anni all’atto della fine del conflitto ed era stato borgomastro di Colonia per quasi 20 anni (dopo era stato considerato “troppo vecchio”); ebbene, dopo il conflitto, si permise di fondare un partito che vinse le elezioni al primo turno (la CDU) e subito dopo uno Stato (la Repubblica Federale) e, grazie ad un mago della finanza come il ministro Erhard, dargli una fiorente economia.
Come cancelliere tedesco, si preoccupò subito di instaurare buoni rapporti con la Francia e fu così che legò la propria azione con un altro europeista, Shuman, anch’esso convinto che al di fuori di questa soluzione federativa, la terza guerra mondiale era alle porte, visti i tanti problemi che la seconda aveva lasciato irrisolti.
Il terzo è stato il nostro Alcide De Gasperi, cristiano autentico, grande statista, bravissima persona, uno dei pochi politici che quando si ritirò ebbe in regalo dal proprio partito una piccola casa in Alto Adige, dove passare gli ultimi anni di vita; si rifletta bene su questo: in tanti anni di “potere” non aveva avuto neppure la possibilità di mettere da parte i soldi per comprarsi un’abitazione. Per inciso: assomiglia tantissimo a quelli di adesso!!
Questi tre signori, tanto diversi ma al tempo stesso assai simili, si misero al lavoro per inventare quella che sarebbe stata la futura C.E.E. – Comunità Economica Europea che nacque nel 1957 e piano piano diventerà la struttura assai pletorica e confusionaria (in senso buono) che abbiamo oggi.
Ma torniamo ai tre “fondatori”: tutti e tre non erano strettamente “nazionali”: Shuman era lorenese e Adenauer renano, mentre De Gasperi aveva fatto le sue prime esperienze di parlamentare tirolese a Vienna, nella politica austriaca; tutti e tre erano cattolici ferventi e democratici cristiani, parlavano tedesco e appartenevano a zone di frontiera in cui i nazionalismi, nelle migliori circostanze, sono temperati dalle necessità e dalle virtù della convivenza; lavorando insieme negli anni in cui ciascuno di loro fu capo del governo del proprio Paese, divennero, di fatto, un direttorio affiatato ed efficace. Una sola cosa li divise: solo De Gasperi fece grandi sforzi per creare un esercito comune europeo, convinto che questo avrebbe fatto fare un salto decisivo dall’economia alla politica vera e propria; gli altri non erano dello stesso parere!!
Con queste prospettive e con queste paure, il primo statista a parlare del problema è il nostro ministro degli esteri del governo De Gasperi, Carlo Sforza; in un suo discorso tenuto a Perugia nel 1948, egli afferma che “l’unico modo di salvarsi da una terza guerra mondiale è diventare araldi di una Europa abbastanza generosa e chiaroveggente da convincere ognuno dei piccoli Stati che la compongono – anche la Francia e la Germania sono diventate “piccole” dopo il conflitto – a rinunziare ad una parte della propria sovranità allo stesso modo di come i nuovi stati americani abdicarono alla propria sovranità; e la sola soluzione concreta che possiamo prospettare è quella federativa”
E adesso arriviamo ai tre autentici “costruttori” dell’Europa Unita: Adenauer, Shuman e De Gasperi: il primo aveva 69 anni all’atto della fine del conflitto ed era stato borgomastro di Colonia per quasi 20 anni (dopo era stato considerato “troppo vecchio”); ebbene, dopo il conflitto, si permise di fondare un partito che vinse le elezioni al primo turno (la CDU) e subito dopo uno Stato (la Repubblica Federale) e, grazie ad un mago della finanza come il ministro Erhard, dargli una fiorente economia.
Come cancelliere tedesco, si preoccupò subito di instaurare buoni rapporti con la Francia e fu così che legò la propria azione con un altro europeista, Shuman, anch’esso convinto che al di fuori di questa soluzione federativa, la terza guerra mondiale era alle porte, visti i tanti problemi che la seconda aveva lasciato irrisolti.
Il terzo è stato il nostro Alcide De Gasperi, cristiano autentico, grande statista, bravissima persona, uno dei pochi politici che quando si ritirò ebbe in regalo dal proprio partito una piccola casa in Alto Adige, dove passare gli ultimi anni di vita; si rifletta bene su questo: in tanti anni di “potere” non aveva avuto neppure la possibilità di mettere da parte i soldi per comprarsi un’abitazione. Per inciso: assomiglia tantissimo a quelli di adesso!!
Questi tre signori, tanto diversi ma al tempo stesso assai simili, si misero al lavoro per inventare quella che sarebbe stata la futura C.E.E. – Comunità Economica Europea che nacque nel 1957 e piano piano diventerà la struttura assai pletorica e confusionaria (in senso buono) che abbiamo oggi.
Ma torniamo ai tre “fondatori”: tutti e tre non erano strettamente “nazionali”: Shuman era lorenese e Adenauer renano, mentre De Gasperi aveva fatto le sue prime esperienze di parlamentare tirolese a Vienna, nella politica austriaca; tutti e tre erano cattolici ferventi e democratici cristiani, parlavano tedesco e appartenevano a zone di frontiera in cui i nazionalismi, nelle migliori circostanze, sono temperati dalle necessità e dalle virtù della convivenza; lavorando insieme negli anni in cui ciascuno di loro fu capo del governo del proprio Paese, divennero, di fatto, un direttorio affiatato ed efficace. Una sola cosa li divise: solo De Gasperi fece grandi sforzi per creare un esercito comune europeo, convinto che questo avrebbe fatto fare un salto decisivo dall’economia alla politica vera e propria; gli altri non erano dello stesso parere!!
martedì, novembre 29, 2011
CI SONO ANCHE "INDIGNATI" CIVILI
Il nostro Paese ha “subito” in questi ultimi tempi tutta una serie di manifestazione di gente arrabbiata (e aveva ragione!!) che sono quasi tutte sfociate in vetrine rotte, bancomat fracassati, auto rovesciate e cassonetti incendiati.
Ma ci sono anche “proteste civili”, cioè manifestazioni contro la società attuale, contro le istituzioni, contro le banche, ma senza violenza e fondate unicamente su proposte che vengono presentate all’esecutivo.
Mi riferisco alla manifestazione indetta nei giorni scorsi a Milano dal “Tea Party Italia”, il cui slogan è “meno tasse più libertà”, il tutto proclamato non da banchieri arricchiti, ma da giovani arrivati da ogni angolo d’Italia, ragazzi dalla faccia pulita e dal linguaggio ben educato.
In controtendenza con gli “indignati”, questo movimento non chiede niente ai governi, dai quali peraltro non si aspetta nulla; gli chiedono solo di farsi un po’ da parte, smettendo di spendere i soldi di tutti e smettendo di portare le nazioni sull’orlo della bancarotta.
In particolare al governo Monti lanciano tre “si” e tre “no”: di questi ultimi c’è il no alla patrimoniale, all’ICI e all’aumento dell’IVA, mentre tra i “si” abbiamo l’invocazione dei tagli alla spesa pubblica, al fisco e ai privilegi corporativi.
Tutto bello, tutto giusto, ma che in questo momento di crisi la gente italiana pensi di abbandonare la coperta statale per tirare fuori la sua divisa da individualista propositivo mi sembra difficile, comunque è proprio nei momenti difficili che vengono fuori le idee che in altri periodi non avrebbero senso.
Per le proposte, sono d’accordo nel non volere il ripristino dell’ICI sulla prima casa, anche se modulato da altri parametri, soprattutto, come ho già detto, perché “la casa” è stata sempre e lo è ancora, il tr4aguardo che ogni bravo italiano si è posto per poter affermare di essere riuscito a realizzare qualcosa nella propria vita.
Sono anche d’accordo nel non volere un nuovo aumento dell’IVA a così breve scadenza dal precedente, soprattutto perché si riflette in maniera non chiarissima sui prezzi al consumo e con la penuria che si registra in questi periodi, pensare di acquistare cose che costano di più di quello che costavano dieci giorni fa, mi sembra utopistico, specie perché le prime notizie sui regali natalizi ci dicono che la gente è diretta verso quelle strutture che fanno saldi importanti.
Per quanto riguarda poi il taglio dei privilegi, tocchiamo un tasto dolente: si continua a parlare di tagli alla politica, ma non si riesce a trovare niente che possa incidere “a breve” sul bilancio statale: pensate che una delle pochissime proposte è quella di eliminare i “vitalizi” per i senatori, ma il tutto a partire dalla prossima legislatura.
Sperare che i signori della politica potessero auto-ridursi le laute prebende è come pretendere che l’impiccato vada a mettere da solo il proprio capo nel cappio; loro hanno fatto le leggi che conferiscono questi privilegi e loro dovrebbero annullarle: non vi sembra una grossa assurdità??
Comunque, se può servire a tirare un po’ su il morale, pensate che anche in Francia la situazione degli onorevoli è uguale alla nostr4a: si è tentato di varare una legge che modifichi gli stipendi dei parlamentari e soltanto in due (avete letto bene:2 (due), entrambi appartenenti alla destra), hanno votato a favore della nuova norma; troppo pochi! E così non se ne è fatto di niente.
Vogliamo concludere che “tutto il mondo è paese”? Bella soddisfazione!!
Ma ci sono anche “proteste civili”, cioè manifestazioni contro la società attuale, contro le istituzioni, contro le banche, ma senza violenza e fondate unicamente su proposte che vengono presentate all’esecutivo.
Mi riferisco alla manifestazione indetta nei giorni scorsi a Milano dal “Tea Party Italia”, il cui slogan è “meno tasse più libertà”, il tutto proclamato non da banchieri arricchiti, ma da giovani arrivati da ogni angolo d’Italia, ragazzi dalla faccia pulita e dal linguaggio ben educato.
In controtendenza con gli “indignati”, questo movimento non chiede niente ai governi, dai quali peraltro non si aspetta nulla; gli chiedono solo di farsi un po’ da parte, smettendo di spendere i soldi di tutti e smettendo di portare le nazioni sull’orlo della bancarotta.
In particolare al governo Monti lanciano tre “si” e tre “no”: di questi ultimi c’è il no alla patrimoniale, all’ICI e all’aumento dell’IVA, mentre tra i “si” abbiamo l’invocazione dei tagli alla spesa pubblica, al fisco e ai privilegi corporativi.
Tutto bello, tutto giusto, ma che in questo momento di crisi la gente italiana pensi di abbandonare la coperta statale per tirare fuori la sua divisa da individualista propositivo mi sembra difficile, comunque è proprio nei momenti difficili che vengono fuori le idee che in altri periodi non avrebbero senso.
Per le proposte, sono d’accordo nel non volere il ripristino dell’ICI sulla prima casa, anche se modulato da altri parametri, soprattutto, come ho già detto, perché “la casa” è stata sempre e lo è ancora, il tr4aguardo che ogni bravo italiano si è posto per poter affermare di essere riuscito a realizzare qualcosa nella propria vita.
Sono anche d’accordo nel non volere un nuovo aumento dell’IVA a così breve scadenza dal precedente, soprattutto perché si riflette in maniera non chiarissima sui prezzi al consumo e con la penuria che si registra in questi periodi, pensare di acquistare cose che costano di più di quello che costavano dieci giorni fa, mi sembra utopistico, specie perché le prime notizie sui regali natalizi ci dicono che la gente è diretta verso quelle strutture che fanno saldi importanti.
Per quanto riguarda poi il taglio dei privilegi, tocchiamo un tasto dolente: si continua a parlare di tagli alla politica, ma non si riesce a trovare niente che possa incidere “a breve” sul bilancio statale: pensate che una delle pochissime proposte è quella di eliminare i “vitalizi” per i senatori, ma il tutto a partire dalla prossima legislatura.
Sperare che i signori della politica potessero auto-ridursi le laute prebende è come pretendere che l’impiccato vada a mettere da solo il proprio capo nel cappio; loro hanno fatto le leggi che conferiscono questi privilegi e loro dovrebbero annullarle: non vi sembra una grossa assurdità??
Comunque, se può servire a tirare un po’ su il morale, pensate che anche in Francia la situazione degli onorevoli è uguale alla nostr4a: si è tentato di varare una legge che modifichi gli stipendi dei parlamentari e soltanto in due (avete letto bene:2 (due), entrambi appartenenti alla destra), hanno votato a favore della nuova norma; troppo pochi! E così non se ne è fatto di niente.
Vogliamo concludere che “tutto il mondo è paese”? Bella soddisfazione!!
domenica, novembre 27, 2011
VI SEMBRA UN PAESE "NORMALE"?
Il nostro Paese si mostra sempre più incomprensibile a quelli come me che vorrebbero abitare in un “paese normale”; sentite alcune cose che mi hanno colpito in questi ultimissimi giorni.
Il primo “fatterello” si è svolto a Bologna, all’Ospedale S.Orsola, uno dei più importanti della città; ebbene, in questa struttura una dipendente è stata arrestata dopo che – negli ultimi nove anni – aveva lavorato solo sei giorni; sì, avete letto bene: solo sei giorni in 9 anni, neppure uno l’anno!!
La signora, per poter collezionare questa impressionante sequela di assenze, aveva inventato anche una cosa singolare: per due volte è rimasta incinta e quindi ha usufruito di tutti i benefici della legge, compresi i giorni pre e post parto per salvaguardare la salute della puerpera e del feto; fin qui tutto bene; ma sentite dopo!!
Il bello è che delle due gravidanze non c’è traccia, né come nascita di un figlio e neppure come aborto, il che sta ad indicare che è stato tutto “costruito” sulla carta per poter “fregare” il datore di lavoro che poi è un Ente Pubblico e quindi siamo tutti noi: da questi “falsi certificati” risulta che la signora ha avuto un maschietto nel 2004 e una femminuccia nel 2008.
Come dicevo sopra, la signora è stata arrestata e, naturalmente, collocata ai domiciliari; come è altrettanto “naturale” la signora se e quando verrà condannata, sarà soltanto “ai domiciliari”.
E gli altri? Cioè, i superiori, i colleghi, gli amici, i parenti, è mai possibile che non sapessero niente? Che non avessero colto qualche segnale di anomalia nella conduzione della vita della signora? Dico questo perché questi signori o signore sono a mio giudizio colpevoli quasi quanto la signora e quindi da punire con altrettanta durezza; purtroppo questo non avverrà, proprio perché siamo un Paese “anormale”.
Un altro evento mi sembra degno di interesse: una coppia di signori della Provincia di Venezia ha dichiarato su un regolare modulo fiscale un reddito complessivo per i due, di ben 6 (sei) euro, cinque per il marito e uno per la moglie.
La guardia di Finanza ha scoperto l’anomalia solo quando i due hanno venduto un appezzamento di terreno incassando 65/mila euro che si sono dimenticati di “dichiarare” al fisco. Mi chiedo – e vi chiedo – ma una struttura pubblica che riceve una dichiarazione dei redditi di tale importo (6, cioè 5+1) non accende subito i lampeggianti all’auto per andare a prenderli ed a metterli in galera? Cos’altro ci vuole per arrestarli?
Il terzo fatto che mi ha colpito è la decisione del nuovo governo di tagliare l’acconto IRPEF che avrebbe dovuto essere versato a fine anno, dal 99% all’82%, mettendo in circolazione una cifra calcolata in circa 3/miliardi di euro da usare – secondo gli intenti dell’esecutivo – per incrementare i consumi; ovviamente le cifre non versata adesso dovranno essere pagate a giugno 2012, ma intanto si è guadagnato tempo!
Nel mio post del 21/11, invitato Monti a proporre ai giovani un nuovo “way of life”, un modo diverso da quello attuale, un futuro diverso da quello solo materialistico che gli è stato propinato finora: quindi non mi sembra un bell’esempio, quello di invitare la gente a spendere cifre che tra sei mesi dovranno essere restituite; o mi sbaglio??
E se gli esempi sono questi, non ci lamentiamo se poi vengono avanti solo coloro che presentano il lato materiale della vita, sia esso la mercificazione del proprio corpo oppure l’atteggiamento da porci nei casi di scelte etiche e morali.
Non sarà niente d’importante, ma spero proprio che qualcuno ci pensi!!
Il primo “fatterello” si è svolto a Bologna, all’Ospedale S.Orsola, uno dei più importanti della città; ebbene, in questa struttura una dipendente è stata arrestata dopo che – negli ultimi nove anni – aveva lavorato solo sei giorni; sì, avete letto bene: solo sei giorni in 9 anni, neppure uno l’anno!!
La signora, per poter collezionare questa impressionante sequela di assenze, aveva inventato anche una cosa singolare: per due volte è rimasta incinta e quindi ha usufruito di tutti i benefici della legge, compresi i giorni pre e post parto per salvaguardare la salute della puerpera e del feto; fin qui tutto bene; ma sentite dopo!!
Il bello è che delle due gravidanze non c’è traccia, né come nascita di un figlio e neppure come aborto, il che sta ad indicare che è stato tutto “costruito” sulla carta per poter “fregare” il datore di lavoro che poi è un Ente Pubblico e quindi siamo tutti noi: da questi “falsi certificati” risulta che la signora ha avuto un maschietto nel 2004 e una femminuccia nel 2008.
Come dicevo sopra, la signora è stata arrestata e, naturalmente, collocata ai domiciliari; come è altrettanto “naturale” la signora se e quando verrà condannata, sarà soltanto “ai domiciliari”.
E gli altri? Cioè, i superiori, i colleghi, gli amici, i parenti, è mai possibile che non sapessero niente? Che non avessero colto qualche segnale di anomalia nella conduzione della vita della signora? Dico questo perché questi signori o signore sono a mio giudizio colpevoli quasi quanto la signora e quindi da punire con altrettanta durezza; purtroppo questo non avverrà, proprio perché siamo un Paese “anormale”.
Un altro evento mi sembra degno di interesse: una coppia di signori della Provincia di Venezia ha dichiarato su un regolare modulo fiscale un reddito complessivo per i due, di ben 6 (sei) euro, cinque per il marito e uno per la moglie.
La guardia di Finanza ha scoperto l’anomalia solo quando i due hanno venduto un appezzamento di terreno incassando 65/mila euro che si sono dimenticati di “dichiarare” al fisco. Mi chiedo – e vi chiedo – ma una struttura pubblica che riceve una dichiarazione dei redditi di tale importo (6, cioè 5+1) non accende subito i lampeggianti all’auto per andare a prenderli ed a metterli in galera? Cos’altro ci vuole per arrestarli?
Il terzo fatto che mi ha colpito è la decisione del nuovo governo di tagliare l’acconto IRPEF che avrebbe dovuto essere versato a fine anno, dal 99% all’82%, mettendo in circolazione una cifra calcolata in circa 3/miliardi di euro da usare – secondo gli intenti dell’esecutivo – per incrementare i consumi; ovviamente le cifre non versata adesso dovranno essere pagate a giugno 2012, ma intanto si è guadagnato tempo!
Nel mio post del 21/11, invitato Monti a proporre ai giovani un nuovo “way of life”, un modo diverso da quello attuale, un futuro diverso da quello solo materialistico che gli è stato propinato finora: quindi non mi sembra un bell’esempio, quello di invitare la gente a spendere cifre che tra sei mesi dovranno essere restituite; o mi sbaglio??
E se gli esempi sono questi, non ci lamentiamo se poi vengono avanti solo coloro che presentano il lato materiale della vita, sia esso la mercificazione del proprio corpo oppure l’atteggiamento da porci nei casi di scelte etiche e morali.
Non sarà niente d’importante, ma spero proprio che qualcuno ci pensi!!