giovedì, novembre 27, 2003
Andare a colore/4
Per esaminare gli argomenti a favore del PRO, dobbiamo tornare all’elemento “sicurezza”, quello cioè che ha dato origine a questi miei interventi.
La “sicurezza”,quindi, soprattutto quella sotto il profilo psicologico ed emozionale che prova l’uomo comune, l’uomo della strada nel comune agire di tutti i giorni.
Adesso stiamo vivendo in una atmosfera complessiva di pericolo; abbiamo paura (e a ragione!) di tutto e di tutti; se possiamo scegliere preferiamo non frequentare luoghi con molte persone perché – ci diciamo – potrebbero essere luoghi ideali per autobomba o altre amenità del genere.
Non dico poi dei viaggi aerei, con tutta quella sorveglianza nella fase di avvio ma anche con tutte quelle falle (e non potrebbe essere altrimenti) che vengono poi riscontrate. La dimostrazione che non è possibile parare tutto!
Diceva De Grulle che il terrorista che “è disposto a scambiare la sua vita con la mia avrà sempre alte possibilità di successo, nonostante la bravura delle forze di sorveglianza”.
Sarà che l’età avanza, ma vorrei proprio chiudere gli occhi con la certezza che l’uomo non ha niente da temere dal suo vicino.
Sarà possibile assistere a questo, oppure continueremo come adesso per i prossimi decenni?
E’ la paura di questa seconda eventualità che mi ha spinto a fare la provocazione circa la divisione tra “chiari” e “scuri”.
Spero che possa almeno servire per aprire una discussione.
La “sicurezza”,quindi, soprattutto quella sotto il profilo psicologico ed emozionale che prova l’uomo comune, l’uomo della strada nel comune agire di tutti i giorni.
Adesso stiamo vivendo in una atmosfera complessiva di pericolo; abbiamo paura (e a ragione!) di tutto e di tutti; se possiamo scegliere preferiamo non frequentare luoghi con molte persone perché – ci diciamo – potrebbero essere luoghi ideali per autobomba o altre amenità del genere.
Non dico poi dei viaggi aerei, con tutta quella sorveglianza nella fase di avvio ma anche con tutte quelle falle (e non potrebbe essere altrimenti) che vengono poi riscontrate. La dimostrazione che non è possibile parare tutto!
Diceva De Grulle che il terrorista che “è disposto a scambiare la sua vita con la mia avrà sempre alte possibilità di successo, nonostante la bravura delle forze di sorveglianza”.
Sarà che l’età avanza, ma vorrei proprio chiudere gli occhi con la certezza che l’uomo non ha niente da temere dal suo vicino.
Sarà possibile assistere a questo, oppure continueremo come adesso per i prossimi decenni?
E’ la paura di questa seconda eventualità che mi ha spinto a fare la provocazione circa la divisione tra “chiari” e “scuri”.
Spero che possa almeno servire per aprire una discussione.
mercoledì, novembre 26, 2003
Andare a colore/3
Nei due interventi precedenti, in forma assai sommaria e sicuramente non soddisfacente ed esaustiva, ho cercato di esporre le problematiche “CONTRO” in gioco di “andare a colore”.
E’ ora la volta dei “PRO”.
Anzitutto non ci sarebbe bisogno di “esportare la democrazia” come starebbe facendo la coalizione anglo americana in Irak con il risultato (cito solo l’ultimo episodio) di avere due soldati sgozzati come agnelli nel traffico di Mossul mentre la folla lì intorno fa strazio dei cadaveri rubando tutto quello che i poveretti avevano addosso.. Siamo in presenza di barbarie compiute da barbari che non possiamo neppure capire. Coventrizziamo tutto oppure lasciamoli perdere, abbandoniamoli al loro destino, non siamo uguali e quindi ognuno per conto suo e Dio e Maometto per tutti.
D’altro canto, mi sembra evidente che il nostro tentativo di creare uno stato democratico in quelle regioni, cozza con tutti i vicini (assolutamente teocratici, dittatoriali e cose del genere), che quindi sono ben lieti, quando non sono addirittura i fomentatori, dei terroristi che ci invitano a tornare a casa nostra. E allora diamogli retta, facciamoli tutti felici e lasciamoli bollire nel loro brodo.
Nel prossimo intervento, che spero sia quello conclusivo, esamineremo altri fattori relativi al PRO.
E’ ora la volta dei “PRO”.
Anzitutto non ci sarebbe bisogno di “esportare la democrazia” come starebbe facendo la coalizione anglo americana in Irak con il risultato (cito solo l’ultimo episodio) di avere due soldati sgozzati come agnelli nel traffico di Mossul mentre la folla lì intorno fa strazio dei cadaveri rubando tutto quello che i poveretti avevano addosso.. Siamo in presenza di barbarie compiute da barbari che non possiamo neppure capire. Coventrizziamo tutto oppure lasciamoli perdere, abbandoniamoli al loro destino, non siamo uguali e quindi ognuno per conto suo e Dio e Maometto per tutti.
D’altro canto, mi sembra evidente che il nostro tentativo di creare uno stato democratico in quelle regioni, cozza con tutti i vicini (assolutamente teocratici, dittatoriali e cose del genere), che quindi sono ben lieti, quando non sono addirittura i fomentatori, dei terroristi che ci invitano a tornare a casa nostra. E allora diamogli retta, facciamoli tutti felici e lasciamoli bollire nel loro brodo.
Nel prossimo intervento, che spero sia quello conclusivo, esamineremo altri fattori relativi al PRO.
martedì, novembre 25, 2003
Andare a colore/2
Certo che tutti i rapporti internazionali andrebbero rivisti, sia sotto l’aspetto commerciale e sia sotto quello politico.
Capisco che sarebbe un mondo da ridisegnare, ma in confronto alle attuali paure (e sarà sempre peggio!) mi sembra che valga la pena di esaminare anche questo scenario.
E’ evidente che la prima cosa che balza agli occhi è la fonte energetica (petrolio) della quale l’occidente è schiavo e che nasce, per buona parte nelle terre degli “scuri”.
Che fare allora per risolvere questo problema: così come noi siamo ghiotti di petrolio, “gli scuri” hanno solo quello, cioè se noi non glielo compriamo più, gli resteranno soltanto gli occhi per piangere. Quindi il petrolio continueremo a comprarlo, al prezzo che noi fisseremo di comune accordo e con le modalità che noi stabiliremo (prelievo da parte nostra nei porti degli “scuri” con i minimi contatti possibili).
Ovviamente incrementare da subito altre fonte energetiche e, quanto prima, fare a meno del petrolio.
Ho già detto in altra occasione che questa mia proposta prescinde assolutamente da ogni forma di razzismo; mi spiego meglio: io, che sono “un chiaro” non voglio combattere “gli scuri”, mi voglio semplicemente dividere da loro per cercare di vivere in pace e senza la paura che continua a esserci nelle nostre città.
Perché non dimentichiamoci che l’alternativa mi sembra quella di essere costretti ad imbracciare un fucile, tutti, ma proprio tutti, per dare la caccia allo”scuro”. E questo io non lo voglio, non lo accetto assolutamente.
Nel prossimo intervento affronteremo i PRO.
Capisco che sarebbe un mondo da ridisegnare, ma in confronto alle attuali paure (e sarà sempre peggio!) mi sembra che valga la pena di esaminare anche questo scenario.
E’ evidente che la prima cosa che balza agli occhi è la fonte energetica (petrolio) della quale l’occidente è schiavo e che nasce, per buona parte nelle terre degli “scuri”.
Che fare allora per risolvere questo problema: così come noi siamo ghiotti di petrolio, “gli scuri” hanno solo quello, cioè se noi non glielo compriamo più, gli resteranno soltanto gli occhi per piangere. Quindi il petrolio continueremo a comprarlo, al prezzo che noi fisseremo di comune accordo e con le modalità che noi stabiliremo (prelievo da parte nostra nei porti degli “scuri” con i minimi contatti possibili).
Ovviamente incrementare da subito altre fonte energetiche e, quanto prima, fare a meno del petrolio.
Ho già detto in altra occasione che questa mia proposta prescinde assolutamente da ogni forma di razzismo; mi spiego meglio: io, che sono “un chiaro” non voglio combattere “gli scuri”, mi voglio semplicemente dividere da loro per cercare di vivere in pace e senza la paura che continua a esserci nelle nostre città.
Perché non dimentichiamoci che l’alternativa mi sembra quella di essere costretti ad imbracciare un fucile, tutti, ma proprio tutti, per dare la caccia allo”scuro”. E questo io non lo voglio, non lo accetto assolutamente.
Nel prossimo intervento affronteremo i PRO.
lunedì, novembre 24, 2003
Andare a colore/1
Il gioco consiste nel dividere i partecipanti in “chiari” e “scuri”; i primi nel mondo occidentale (o comunque nei Paesi interessati a questo gioco), i secondi nel cosiddetto mondo islamico. Ognuno a casa sua senza nessun disturbo reciproco e, sicuramente, senza nessun sospetto.
Esaminiamo adesso i pro e i contro di questa operazione.
Cominciamo dai CONTRO. Sotto il profilo economico, non avremmo più la possibilità di utilizzare mano d’opera a basso costo; o meglio, perderemmo quello che i nostri signori industriali e/o commercianti considerano come autentici schiavi. Quante volte avrete sentito dire che gli extra comunitari sono chiamati a fare dei lavori che “i bianchi” non voglio più fare; diciamo la verità: “i chiari” rifiutano di fare delle cose per quello che gli viene offerto come stipendio. Offritegli una giusta mercede o meglio qualcosa in più se il lavoro è gravoso o comunque disagiato e vedrete che accetteranno anche “i chiari”.
E non mi si venga a dire che così facendo i nostri prodotti “non sarebbero più competitivi sul mercato internazionale”. Ma chi se ne frega! Ci sono cose più importanti: prima di tutto sistemiamo la sicurezza – nostra e dei nostri figli – quindi affrontiamo i problemi economici; la merce costerà di più? Ripeto e chi se ne frega!
Faccio un esempio: se lo sguattero in cucina non può essere “uno scuro” che prende poco e lavora assai, ma deve essere “un chiaro” che prende molto (lavoro disagiato) e lavora il giusto, vorrà dire che la pizza o il piatto di spaghetti costerà di più; E chi se ne frega! Credo che tutti saranno disponibile a fare dei sacrifici in nome della sicurezza.
Al prossimo intervento continuiamo con i CONTRO.
Esaminiamo adesso i pro e i contro di questa operazione.
Cominciamo dai CONTRO. Sotto il profilo economico, non avremmo più la possibilità di utilizzare mano d’opera a basso costo; o meglio, perderemmo quello che i nostri signori industriali e/o commercianti considerano come autentici schiavi. Quante volte avrete sentito dire che gli extra comunitari sono chiamati a fare dei lavori che “i bianchi” non voglio più fare; diciamo la verità: “i chiari” rifiutano di fare delle cose per quello che gli viene offerto come stipendio. Offritegli una giusta mercede o meglio qualcosa in più se il lavoro è gravoso o comunque disagiato e vedrete che accetteranno anche “i chiari”.
E non mi si venga a dire che così facendo i nostri prodotti “non sarebbero più competitivi sul mercato internazionale”. Ma chi se ne frega! Ci sono cose più importanti: prima di tutto sistemiamo la sicurezza – nostra e dei nostri figli – quindi affrontiamo i problemi economici; la merce costerà di più? Ripeto e chi se ne frega!
Faccio un esempio: se lo sguattero in cucina non può essere “uno scuro” che prende poco e lavora assai, ma deve essere “un chiaro” che prende molto (lavoro disagiato) e lavora il giusto, vorrà dire che la pizza o il piatto di spaghetti costerà di più; E chi se ne frega! Credo che tutti saranno disponibile a fare dei sacrifici in nome della sicurezza.
Al prossimo intervento continuiamo con i CONTRO.
domenica, novembre 23, 2003
Cominciamo a vedere come comportarci
Se escludiamo il “sistema” che ho citato io giorni addietro e che ha dato origine a questa “serie” di interventi sul terrorismo (ricordate: “andiamo a colore”?) e del quale riparleremo nel prossimo intervento, direi che, sostanzialmente, possiamo comportarci in due modi:
· il primo è quello di accondiscendere “gli scuri” in tutto e per tutto; se ci dicono di fare una cosa, precipitarsi a farla (tipo: se non gli piace il crocifisso, togliamolo), dopo ogni attentato scansare il luogo del disastro come se ci fosse la peste bubbonica (nessuno vuole andare a Istambul, la Juventus si rifiuta di giocare una partita di calcio ed altre amenità), oppure ancora, se dobbiamo inviare delle truppe in un paese del Medio Oriente, fare in modo che l’incombenza se l’assumano gli altri e nascondersi dietro…i fessi. (vedi il caso di Francia, Germania e Russia), sperando così di arruffianarsi talmente “gli scuri” da fargli cambiare direzione per le loro scorribande.
· Il secondo sarebbe quello di “combattere” con tutte le armi che abbiamo a disposizione, considerando queste armi non solo “la forza” ma anche i mezzi di comunicazione di massa che dovrebbero essere usati in forma massiccia contro “gli scuri”. Teniamo comunque presente che la lotta non è uno scontro di religione o di mentalità o altre amenità del genere; si tratta invece di una vera e propria lotta di potere o meglio di conquista. E teniamo inoltre presente che non mi sembra che – non solo noi, ma l’intero occidente – abbia “gli attributi” e la volontà di effettuare questa forma di contrapposizione. Forse in futuro, quando ormai potrebbe essere tardi….
Ma allora vogliamo essere conquistati e scomparire come fu per i romani?
Nel prossimo intervento torniamo a parlare di quello che ha aperto questo ciclo di interventi: il gioco di “andare a colore”.
· il primo è quello di accondiscendere “gli scuri” in tutto e per tutto; se ci dicono di fare una cosa, precipitarsi a farla (tipo: se non gli piace il crocifisso, togliamolo), dopo ogni attentato scansare il luogo del disastro come se ci fosse la peste bubbonica (nessuno vuole andare a Istambul, la Juventus si rifiuta di giocare una partita di calcio ed altre amenità), oppure ancora, se dobbiamo inviare delle truppe in un paese del Medio Oriente, fare in modo che l’incombenza se l’assumano gli altri e nascondersi dietro…i fessi. (vedi il caso di Francia, Germania e Russia), sperando così di arruffianarsi talmente “gli scuri” da fargli cambiare direzione per le loro scorribande.
· Il secondo sarebbe quello di “combattere” con tutte le armi che abbiamo a disposizione, considerando queste armi non solo “la forza” ma anche i mezzi di comunicazione di massa che dovrebbero essere usati in forma massiccia contro “gli scuri”. Teniamo comunque presente che la lotta non è uno scontro di religione o di mentalità o altre amenità del genere; si tratta invece di una vera e propria lotta di potere o meglio di conquista. E teniamo inoltre presente che non mi sembra che – non solo noi, ma l’intero occidente – abbia “gli attributi” e la volontà di effettuare questa forma di contrapposizione. Forse in futuro, quando ormai potrebbe essere tardi….
Ma allora vogliamo essere conquistati e scomparire come fu per i romani?
Nel prossimo intervento torniamo a parlare di quello che ha aperto questo ciclo di interventi: il gioco di “andare a colore”.