venerdì, dicembre 06, 2013
COSE BUFFE DAL MONDO
Questa che mi è capitato di leggere su un giornale, credo che valga la
pena di essere trasmessa e soprattutto che meriti qualche meditazione circa le
motivazioni che hanno dato l’avvio alla storia.
Ma andiamo con ordine e vediamo la vicenda: siamo in un paesotto in
provincia di Pavia, Paroma Lomellina, e il nostro protagonista è nientemeno che
il comandante dei vigili urbani il quale con lo zelo che lo caratterizza si dà
un gran daffare per disciplinare il traffico nella zona e lo fa a suono di
multe a svariati automobilisti indisciplinati.
In almeno un centinaio di casi, nel periodo
tra settembre ed oggi, il nostro comandante si è dato parecchio daffare e ha comminato
parecchie multe ad automobilisti e motociclisti beccati in flagrante reato; in
questi casi, il comandante anziché rilasciare il prescritto verbale contenente
l’importo da pagare, incassava direttamente il denaro, spiegando ai signori
multati che la cifra da pagare sarebbe stata superiore e che soltanto il fatto
di pagare subito in contanti gli consentiva di applicare una sorta di “sconto”,
cosa che indubbiamente facilitava il “cliente” e lo invogliava a non fare
troppe domande.
Il comandante è stato incastrato – oltre a
varie testimonianze di utenti della strada – anche dalle immagini della
dash-cam, la telecamera montata sulle auto di servizio per la sicurezza
dell’equipaggio. Il nostro eroe aveva escogitato un sistema efficacissimo:
anzitutto effettuava da solo i servizi di controllo lungo il tratto dell’ex
statale 494 ed agli automobilisti colti in errore e quindi passibili di
contravvenzione, faceva la multa con una accortezza: per gli italiani
utilizzava i moduli originali che poi non presentava in Comune per il seguito
della pratica e per gli stranieri usava moduli di verbali falsificati; a tutti
spiegava che l’ammontare della multa sarebbe stato più consistente, ma grazie
alla possibilità del pagamento agevolato, si sarebbe risparmiato chiudendo
subito la questione e incassando direttamente il denaro che ovviamente non
versava nelle casse comunali.
Il comandante è stato bloccato dopo aver
incassato 80 euro da un camionista olandese sorpreso al volante senza le
prescritte cinture di sicurezza; nell’auto del comandante i carabinieri hanno
trovato un centinaio di verbali regolarmente compilati, dei quali però non c’è
traccia nella contabilità del Comune.
Le indagini per il momento riguardano un
centinaio di casi ma i militari continuano le ricerche per accertare da quanto
tempo il comandante avesse avviato questo meccanismo truffaldino; al momento
sembra che egli avrebbe incassato illegalmente almeno 10 mila euro.
Ma la cosa più interessante arriva adesso: il
comandante, interrogato sulle modalità del reato e sulle motivazioni che
avrebbero dato adito a questo gesto, ha candidamente confessato che quei soldi
gli servivano per coprire i debiti contratti per acquistare la cucina per la
casa della figlia che recentemente è convolata a giuste nozze.
Che dire? Un funzionario che dispone di
questi soldi a suo piacimento è il tipico rappresentante del potere, colui cioè
che spende quanto gli passa per le mani.
Si dirà: le cifre di cui si è appropriato il
nostro comandante non sono certo paragonabili con quelle dei veri “ladri di
stato”, ma ricordiamoci che “ognuno ruba quello che può rubare” e quindi,
Fiorito ruba le centinaia di migliaia di euro e il comandante dei vigili urbani
le decine; non c’è nessuna differenza!! Chiaro il concetto??
mercoledì, dicembre 04, 2013
I GIOVANI NON FINISCONO DI STUPIRCI
Hanno cominciato le femminucce a Roma, con il
“game” delle escort che si prostituiscono a partire dell’età di 14 anni per
cifre notevoli che poi spendono in vestiti e altri generi voluttuari; la
famiglia – anche se lo smentiscono – è a conoscenza di tutto e intasca parte del denaro che permette a tutti una vita più
agevole.
Ma quello che desta maggiore sorpresa, almeno
per me, è quanto sta accadendo in America, dove è stato inventato un nuovo
gioco, il “knochout game”: decine di passanti, spesso vecchi e donne, vengono
sbattuti a terra, feriti o addirittura
ridotti in coma con un tremendo e improvviso pugno alla testa scagliato da
giovani che sembrano appartenere a bande di colore ed anche ispaniche; si tratta
di un atto di violenza pura e brutale, un rito di iniziazione, una prove di
“fede” e lealtà al capo del gruppo.
Ci sarebbero già stati 2 morti e almeno altre
sei persone hanno subito lesioni cerebrali irreversibili sbattano la testa per
terra; non ci sono assolutamente delle provocazioni da parte dei
passanti-vittime: gli attacchi sono improvvisi, alle spalle o frontali; mentre
un giovane li colpisce a tradimento, gli altri lo filmano col telefonino,
ridendo e applaudendo, dopo di che mettono il filmato su You Tube.
L’uso di uno dei più famosi e celebrati
social network ha reso il fenomeno “virale” e in poche settimane è stato
praticato da diverse bande di giovani.
In molti centri metropolitani sono state
istituite squadre di poliziotti in borghese che pattugliano le aree meno
illuminate con telecamere nascoste, ma ancora non è stato combinato niente
dalle forze dell’ordine.
Questo anche perché il “game” è rapidissimo e
nonostante i tanti attentati, pochissimi sono stati i testimoni che si sono
presentati alla Polizia per fornire informazioni: il colpo del “Knochout game”
deve essere uno solo, rapidissimo, tremendo; se la vittima non cade se ne cerca
un’altra e la “prova del coraggio” risulta come non superata.
A nord di Washington una donna è stata
colpita in pieno volto mentre viaggiava in bicicletta e il commento che è stato
apposto su You Tube insieme alla foto dice: “certo, quella del sangue ne
perdeva””; un’altra signora è crollata a terra tra le risate della gente alla
fermata dell’autobus.
Le persone colpite a freddo, cadono come
birilli e spesso le gang si sfidano a chi demolisce più “bersagli umani”. La
prima vittima ufficiale è un uomo di 46 anni di Jersey City il quale è morto perché
cadendo dopo essere stato colpito da un pugno tremendo, ha sbattuto la testa
sulla punta di un cancelletto d’acciaio che si è ficcata nel cranio come una
freccia.
I grandi network americani temono l’effetto
emulazione, e quindi – tranne la
Cnn e Fox – tacciono la notizia in quanto hanno paura che gli
assalti si moltiplichino se la notizia diventa di dominio pubblico; credo che
sia uno dei rarissimi casi di autocensura dei media su un evento di grande
risonanza.
Perché lo fanno? Difficile dirlo, ma certo
che dietro a questi attacchi insensati non può esserci niente di “logico” e
allora bisogna andare “oltre” la logica oppure dimenticarsi che la logica abbia
un posto negli eventi umani; insomma, se parliamo con uno di loro, sono certo che non capiremmo
assolutamente niente di quelle che possono essere delle spiegazioni; al massimo
ci possono essere dei farfugliamenti su “con un solo pugno si diventa famosi” o
altri similari; nessuno – ne sono certo – penserebbe al disgraziato ignoto che
è caduto sotto il suo pugno micidiale; “lui? E chi lo conosce!!”.
lunedì, dicembre 02, 2013
ANCHE LA MELA BUONA CON LE MELE MARCE?
Siamo ai tempi di “tangentopoli”, quando i
politici venivano additati alla pubblica esecrazione; l’onorevole Craxi, era il
primo della lista degli accusati, dei ladri – come venivano accusati allora e
in Parlamento fece un famoso discorso in cui grosso modo diceva che il rubare
per il partito non era furto, ma solo aiutare la propria parte politica;
inoltre assicurò che “tutti” i partiti
politici si comportavano così e quindi – sotto, sotto – diceva che quando tutti
sono colpevoli, tutti sono innocenti.
Molti si ricorderanno che dai banchi della
Camera si alzò quell’onestuomo dell’onorevole Enrico Berlinguer, segretario del
partito comunista, che affermò con forza che “lui non poteva essere considerato
insieme a quelli di cui parlava Craxi, dato che né lui né i suoi colleghi di
partito avevano mai rubato”.
Se da dove “abita” adesso, potesse vedere
quello che succede quaggiù, chissà cosa direbbe dello scandalo che sta
scuotendo l’Emilia, roccaforte della sinistra italiana, per le ruberie che stanno venendo alla luce:
al m omento sono indagati i 9 capigruppo e la Procura di Bologna indaga
sulle spese pazze (35 mila voci) dei gruppi consiliari; l’ipotesi di peculato è
legata anche ai contratti a progetto e alle consulenze esterne: il sospetto è
che sotto la voce “consulenze” siano finiti diversi incarichi fittizi.
Prima degli scandali emiliani, abbiamo avuto
analoghi “peccati” in quasi tutte le regioni italiane, in alcuni casi famosi in altri meno: chiaramente la
“madre” di tutte le inchieste sulle regioni è quella sull’ex capogruppo Pdl
Franco Fiorito, detto “barman” il quale è già stato condannato in primo grado a
3 anni e 4 mesi per peculato e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Vogliamo affermare che “il federalismo è
fallito”? Perlomeno così come è stato concepito dalla riforma del Titolo V
della Costituzione che ha attribuito alle Regioni piena “autonomia finanziaria
di entrata e di spesa”.
Possiamo dire che i risultati sono sotto gli
occhi di tutti: abbiamo i festini trash di Fiorito nel Lazio, i rimborsi dei
“lecca-lecca” in Lombardia o per la toelettatura dei cani in Friuli Venezia
Giulia.
Ma se anche la virtuosa – almeno in teoria –
Emilia viene travolta dagli scandali partoriti da questo federalismo
irresponsabile, possiamo dire che tutto è fallito e che dobbiamo ripensare a
tutto il modello?
Forse è proprio così, specie in un periodo
come quello che stiamo vivendo dove lo Stato centrale chiede continui sacrifici
ai cittadini i quali vedono alcuni di loro che spendono e spandono e altri (i
più) che sono costretti a sacrifici inenarrabili.
E poi, ricordiamoci, che non possiamo stupirci se la distanza tra la gente
della politica e quella “normale” aumenta di anno in anno e sta diventando
addirittura abissale.
E questo anche perché si è visto che i
politici locali, cioè quelli più “visti” dalla gente, si dimostrano non certo
migliore di quelli che stanno nei Palazzi centrali.
Ma torniamo alla vicenda Emilia: il
presidente Errani difende a spada tratta la sua truppa, con un discorso, però,
che è molto simile a quelli “di prima”: qui le cose funzionano meglio che
altrove; certamente non c’è più quella sorta di intoccabilità e purezza del
sistema, però…”. Per la verità la base è letteralmente infuriata, come se fosse
stata tradita dall’amante perfetto.
Possiamo credergli, allo stesso modo in cui
abbiamo creduto a Berlinquer? Forse non siamo più disponibili a dare fiducia
“in bianco”, ma dobbiamo continuare a cercare le mele buone in mezzo a quelle
marce, altrimenti si buttano via tutte e
buonanotte!!