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sabato, maggio 24, 2008

LE PRIME DUE MOSSE 

Come era facile attendersi, le prime due mosse del nuovo governo sono improntate al recupero di un po’ di denaro da parte della gente e sulla sicurezza per i cittadini; non si deve dimenticare – il signor Cavaliere – che la sua vittoria alle recenti elezioni è basata su due argomenti: ridistribuzione del reddito alle fasce medio/povere e sicurezza per i cittadini.

Con il primo argomento – recupero di denaro per mettere mano a maggiori consumi – si è operato sull’ICI, togliendo il restante 60% (non dimentichiamoci che il governo Prodi aveva già tolto il 40%) e sulla tassazione degli straordinari e dei premi aziendali.

Possiamo considerare sufficiente questo primo approccio? Direi proprio di no, in quanto non si è arrivati al nocciolo della questione e cioè al recupero del potere d’acquisto delle buste paga in quanto non si sono toccate le componenti essenziali delle “uscite” delle famiglie: utenze e spese alimentari; entrambi i comparti hanno avuto grossi incrementi e su questo fronte della spesa mi sarei aspettato qualcosa di meglio.

C’è poi il grosso problema dell’aumento continuo del petrolio che si riflette sui carburanti e sulle altre realtà energetiche: l’annuncio della ripresa del nucleare, visti i tempo biblici occorrenti per vederne gli eventuali e sperati benefici, non è sufficiente, anche sotto il profilo dell’immagine, per tranquillizzare i consumatori.

Di questo vorrei che si parlasse in sede U.E., lasciando tutte le sciocchezze che si sente, di questo l’intera Europa dovrebbe farsi carico con una politica comune e invece assistiamo ad un silenzio assordante dei vari incaricati economici: in concreto, visto che i produttori di petrolio hanno deciso di continuare a rialzare il prezzo e contemporaneamente aumentare – sia pure di poco – l’estrazione, stiamo tutti zitti oppure facciamo un qualche annuncio in comune sulla politica energetica europea?

Per quanto riguarda il problema “sicurezza”, sembra varato il provvedimento che prevede il nuovo reato (per noi) di “immigrazione clandestina”; su questa norma, stante una specie di assenso non ufficiale dell’opposizione, si registra il dissenso della magistratura (“avremo un carico di lavoro enorme” è il commento, al quale si potrebbe rispondere “lavorate di più, bighelloni”) ed anche dell’U.E. che si scopre tutta dedita all’accoglienza, mentre sappiamo benissimo quello che avviene negli altri Paesi.

Facciamo solo un paio di esempio, riferiti ai più esagitati rappresentanti in seno al parlamento europeo: sia quello della Germania che quello della Francia – Nazioni nei quali il reato esiste già da vario tempo – si sono mostrati contrari al provvedimento; quello più simpatico e sincero è stato il ministro degli esteri spagnolo che, dopo aver ribadito il diritto dell’Italia di dotarsi della normativa che ritiene più utile, ha aggiunto che “peraltro, il suo governo è preoccupato della decisione italiana di rendere l’immigrazione clandestina un reato, in quanto una misura del genere può deviare i flussi verso altri paesi”; potremmo aggiungere “verso la Spagna”!

Capito l’antifona? Ora che l’Europa aveva trovato la Nazione con la porta spalancata e quindi i suoi flussi erano “di secondo grado”, in quanto prima passavano da noi, adesso si ritrova con la “porta girevole” che tenta di arginare il flusso clandestino.

Ma sia chiaro – come ho già avuto modo di scrivere varie volte – che queste migrazioni sono ineluttabili e noi ne siamo i responsabili; abbiamo spolpato quelle Nazioni di tutto quello che avevano di buono, abbiamo inculcato nei suoi infelici abitanti i simboli della nostra presunta civiltà e quindi non c’è da attendersi niente di diverso se non questa corsa verso i Paesi dove, a loro giudizio, esiste il bengodi!! E glielo abbiamo detto noi!!

giovedì, maggio 22, 2008

ALCUNI TIPI DI FANNULLONI 

Dopo che il ministro Brunetta ha affermato la volontà di licenziare i fannulloni, è stato tutto un fiorire di racconti su “come siamo stati bravi noi”, mandati in onda da Sindaci e Presidenti di Regione, tutti incentrati sul problema degli assenteisti.

La Regione Lombardia si “vanta” di esser riuscita a licenziare 5 (cinque) dipendenti, di cui 4 quattro impiegati e un dirigente; sapete il periodo? Dal 2005 al 2007, cioè negli ultimi due anni, si è avuta una “drammatica” diminuzione del personale impiegatizio di ben quattro unità (due all’anno di media) e di un dirigente.

Vogliamo vedere cosa avevano combinato di così grave da essere cacciati? Vogliamo…vogliamo!

Allora, tra i quattro dipendenti sottoposti a procedimento di licenziamento, due riguardavano altrettante impiegate assenti per malattia che sono sembrate disinteressate dal lavoro, in quanto non si sono neppure preoccupate di inviare i regolamentari certificati medici; un’altra aveva dato inizio ad una attività privata di tipo commerciale durante l’assenza per malattia; il quarto è un impiegato – quindi 3 a 1 per le donne – che non ha più ripreso servizio dopo un periodo di aspettativa (annoverarlo tra i licenziamenti non mi sembra corretto); il dirigente licenziato è uno che è stato colpito da una sentenza, già passata in giudicato, per reati contro la pubblica amministrazione: per questo, un piccolo commento riguarda il fatto che si è aspettato il terzo grado di giudizio (cioè circa dieci anni e oltre) per il provvedimento ed, in questo tempo il signor dirigente ha continuato a “dirigere” ed a guadagnare.

Sempre sulla stessa linea è un Comune del Sud, mi sembra Messina, che ha dichiarato di avere licenziato un’impiegata, dopo averla controllata per diciotto mese ed avere riscontrato che sistematicamente la signora in questione, dopo aver timbrato il cartellini, usciva per fare delle commissioni o per fare la spesa: un bravo anche al Sindaco di quella città!!

Insieme a questi racconti di amministratori pubblici, è uscita anche un’interessante intervista all’ex ministro Bassanini, vero antesignano di questa lotta ai fannulloni; in cui si scopre come una legge per licenziare esiste già – fin dal 1997 – ma che il problema sono “le prove”, cioè chi si assume la responsabilità di punire un assenteista e sulla base di quali controlli; insomma è inutile nascondersi dietro alla norma che non c’è, in quanto la possibilità di far funzionare meglio gli uffici statali esiste ed è alla portata di tutti, ma per metterla in pratica servono dirigenti capaci, coraggiosi e “non ricattabili”.

In pratica, la legge approvata nel 1007, afferma il principio che a tutti i lavoratori pubblici – con esclusione di prefetti, magistrati e professori universitari – devono essere applicate le norme del codice civile che hanno valenza per i dipendenti privati.

Un solo commento, e questo riguarda quelle eccezioni all’applicazione della legge: posso capire i motivi per prefetti e magistrati, anche se per questi ultimi ci vorrebbe qualcuno sopra il singolo che controlli i carichi di lavoro, ma per i professori universitari non riesco a comprendere la ragione dell’esenzione da qualsiasi controllo.

Eppure, amici carissimi, come ho già avuto modo di discettere in un post di qualche tempo fa, se facessimo una classifica dei fannulloni e degli assenteisti, i baroni delle università e degli ospedali, indosserebbero certamente la maglia rosa: entrano quando fa comodo a loro, continuano a mandare avanti – con prestanome – i propri studi professionali, hanno fior di assistenti che fanno tutto il lavoro della facoltà, e tutto questo non è minimamente sindacabile??!! Beati loro!!


martedì, maggio 20, 2008

CRISI ALIMENTARE 

Gli aumenti massicci dei generi alimentari di prima necessità (grano e quindi pasta e pane; latte e quindi formaggi, ecc. ) sembra avere diverse motivazioni, la più suggestiva delle quali è che “adesso i popoli sottosviluppati hanno cominciato a mangiare”.

Questa teoria, curiosa nella sua impostazione, ha comunque un fondo di verità; è curiosa perché – così come viene presentata – sembrerebbe che quei popoli bbiano cominciato solo ora a mangiare ed allora non si spiega come abbiano fatto a sopravvivere all’astinenza del cibo, diventando tutti quei miliardi che conosciamo; forse in questa impostazione s’intende che quella gente ha cominciato a “mangiare meglio”? Ecco, questo discorso già mi convince di più.

Ma la mia teoria – mutuata da alcuni scienziati ben più bravi di me – è che il nostro sistema ormai dominante (la globalizzazione) ha costretto le popolazioni del Terzo Mondo ad abbandonare le cosiddette economie di sussistenza – autoproduzione ed autoconsumo – e a integrarsi nel mercato mondiale del tecnicismo più esasperato.

In soldoni, si sono abbandonate le terre dalle quali si ricavava un minimo di sostentamento alimentare, per andare ad urbanizzarsi con il miraggio della “paga fissa” con cui approvvigionare la famiglia delle merci occorrenti per campare.

Ed è stato l’ennesimo “bidone” che i paesi ricchi hanno tirato a quelli poveri: finché ognuno pensava alla propria tavola coltivando il proprio campicello, il modo di tirare avanti c’era; quando invece si è sostituita questa tipica economia di sussistenza con l’urbanizzazione delle masse, si è avuto un afflusso incontrollato alle materie prime alimentari che hanno così preso a lievitare; ma non basta, perché la gente che da contadina è andata ad infilarsi nella fabbrica, è stata costretta a seguire gli andamenti economici e quindi a subire i licenziamenti, la “cassa integrazione” e via di questo passo, ma senza più poter fare affidamento a quanto prodotto dalla singola famiglia.

Questo modo di gestire le risorse alimentari ha fatto inevitabilmente lievitare i prezzi nell’intero pianeta e la gente di provenienza terzomondista e integrata nella città non riesce a far quadrare il proprio bilancio; ma c’è di più: questa lievitazione dei prezzi, dopo aver ridotto sul lastrico coloro che sono costretti ad acquistare il cibo che prima autoproducevano, è diventata intollerabile anche per una certa parte di ceto medio dei paesi sviluppati che, dopo aver devastato le economie dei paesi in via di sviluppo, cercano ora di tutelarsi con una sorta di protezionismo mascherato, imputando alla Cina tutti i mali che affliggono l’umanità.

Ma ricordiamoci bene che è stata la stramaledetta globalizzazione – nata senza chiedere permesso a nessuno – a distruggere letteralmente le economie del Terzo Mondo, costringendole ad uscire dalle loro economie di sussistenza costruite a misura d’uomo, per tendere ad una omologazione della propria identità collettiva in cui la loro condizione di “poveri” diventa inevitabilmente quella di “miserabili”, situazione che fa scattare l’altro meccanismo tipico, quello delle migrazioni bibliche che tanto ci spaventano e che non sono altro che una prima timida avvertenza di quello che ci aspetta se la globalizzazione continuerà imperterrita la sua marcia trionfale.

Ed un laico come me deve convenire che l’unica autorità mondiale a levarsi contro questa situazione sempre più affamatoria della povera gente, è stato il Papa, quando ha denunciato che l’attuale andamento dell’economia globalizzata, anziché dare felicità all’uomo, lo ha fatto piombare sempre più nell’infelicità.


lunedì, maggio 19, 2008

ZIBALDONE N.5/2008 

Dopo il terremoto elettorale, un post/zibaldone è quanto di meglio si possa immaginare, anche perché spero – con i due argomenti che intendo trattare - di non entrare nelle beghe di chi deve gestire il governo e neppure in quelle di colui che deve organizzare le cose con il “governo ombra”.

Il PRIMO argomento che mi prende allo stomaco è la ricorrenza dei 20 anni dalla morte di Enzo Tortora (18 maggio 1988) e la cosa richiama alla memoria una delle vicende più sconcertanti che hanno agitato l’Italia, secondo me peggio di “Mani Pulite”; ricorderete – almeno i non più giovanissimi – che Tortora, presentatore televisivo di successo, venne arrestato con una sceneggiata sapientemente organizzata dai magistrati che invitarono le televisioni a riprendere l’evento; l’accusa: spaccio di droga e, in un secondo tempo, malversazione in alcuni fondi gestiti per il terremoto.

Ricordo benissimo che a quei tempi feci questo ragionamento: sono sicuro che Tortora è colpevole, perché la magistratura non si azzarderebbe ad arrestare un uomo di tale notorietà se non avesse in mano prove schiaccianti; che ingenuo ero allora, ed anche un po’ sprovveduto, perché i magistrati, per portare avanti la loro smania di grandezza, per affermare il loro potere assoluto, hanno bisogno di avere grandi palcoscenici e grande pubblico ad applaudirli.

Tortora era accusato da alcuni pentiti di essere il fornitore di cocaina di tutto l’ambiente dello spettacolo e, sulla scorta di tali affermazioni venne condannato a 10 anni e sei mesi: si dimise da parlamentare europeo e andò in galera; sarà assolto definitivamente solo nel giugno del 1987, ma sopravviverà meno di un anno; vi chiederete: e i magistrati che hanno commesso questa ignominia? Niente! Assolutamente niente, neppure una diminuzione della velocità di carriera; pensate che neppure quel magistrato che venne indicato dal pentito Melluso, detto Gianni il Bello, come colui che gli mise in bocca le parole per infamare Tortora è stato mandato sotto processo, ma al contrario ha continuato la sua brillante carriera fino ad arrivare ai vertici.

Come faccio ad avere fiducia nella magistratura??!!

Il SECONDO argomento prende le mosse dal modo come i componenti del nuovo governo si dibattono per mettere in piedi una normativa credibile per i cittadini che anelano ad una maggiore sicurezza; sembra che il reato di “immigrazione clandestina” non passerà e quindi le Forze dell’Ordine dovranno attendere che l’extra comunitario o il rom commetta il reato e quindi diventi un potenziale “espellendo”; ma intanto la violenza o il furto c’è gia stata! Sapete invece cosa mi ha colpito? A Padova, alla ronda di matrice leghista se ne è aggiunta un’altra di immigrati – tutti ovviamente regolari – che girano per la città alla ricerca del connazionale che commette reato e, così facendo, discredita l’intera categoria.

In concreto stiamo riuscendo a mettere i poveri contro i poverissimi e questo, per una società come la nostra, è un buon successo in quanto perpetua il concetto di schiavismo (gli immigrati regolari) e scatena questi a controllare coloro che stanno solo un poco peggio di loro.

E gli spagnoli continuano a dir male di noi; eppure, quando Zapatero uccise tutti quegli immigrati che cercavano di scavalcare il muro con il Marocco, venne difeso in Europa dal solo nostro attuale ministro degli esteri, Franco Frattini.

E allora?? Per me c’è qualcos’altro, perché di questo problema cominciano a parlarne anche ministri spagnoli che non centrano niente: come mai?? Bohh!!. Lo vedremo!!


domenica, maggio 18, 2008

SARA' IL CLIMATERIO ?? 

Il Devoto – Oli definisce climaterio “il complesso dei fenomeni che precedono, si accompagnano e seguono la cessazione dell’attività delle ghiandole genitali, più evidenti nel sesso femminile per la cessazione dei cicli mestruali”; mi chiederete cosa c’entra tutto questo ed io ve lo spiego subito: anzitutto lungi da me la vocazione maschilista, ma l’atteggiamento della signora Maria Teresa Fernandez De La Vega, vice premier spagnolo, nei confronti dei provvedimenti che l’Italia “non ha ancora preso” sull’immigrazione clandestina può identificarsi soltanto come manifestazione climaterica.

Il particolare atteggiamento di certe donne – specie quelle di una certa età ma non ancora “vecchie” – in “quel determinato periodo” è un problema che il bravo Zapatero, che ne ha infilate ben cinque (su nove ministri) nel suo governo, dovrà tenere presente per l’avvenire; nella vicenda in argomento si è limitato a cazziare la sua vice ed a scusarsi con il nostro ministro degli esteri, ma per l’avvenire, se lasciata libera, la non più giovane Maria Teresa potrebbe procurargli dei guai.

Vediamo cosa ha dichiarato l’intemerata vice premier al quotidiano “El Mundo”: Il governo spagnolo respinge la violenza, il razzismo e la xenofobia e, pertanto, non può condividere ciò che sta succedendo in Italia. La Spagna lavora ad una politica dell’immigrazione legale e ordinata, per il riconoscimento di diritti e doveri.

E pensare che tutti i razzisti e gli xenofobi del mondo guardavano alla Spagna come ad un faro che illuminava la loro attività violenta!! Pensate che il governo spagnolo ha costruito un muro che protegge l’enclave di Melilla e quella di Ceuta dalla frontiera marocchina e da lì spara a vista contro i disgraziati che cercano di superare l’ostacolo (ovviamente non si conoscono le cifre riguardanti i morti ed i feriti).

Ma a chiarire la politica di Zapatero, basta quanto da lui dichiarato in campagna elettorale sul problema immigrazione e cioè il vanto che si è fatto per “aver respinto 370.000 immigrati irregolari, cioè il 92% di quelli intercettati, con un aumento del 43% rispetto al precedente governo Aznar”.

Torniamo ai nostri problemi e lasciamo la signora De La Vega ai suoi; dunque, mano a mano che si stanno mettendo a punto i provvedimenti legislativi ci si accorge della difficoltà di regolamentare questa materia: come si considerano tutti quelli che sbarcano a Lampedusa? Irregolari in quanto non hanno chiesto il permesso? Ma se lo avessero chiesto, lo avrebbero avuto? Sicuramente no e quindi si va alla ventura.

E coloro che invece arrivano tranquillamente attraverso le frontiere nord dell’Italia e non vengono neppure identificati, in quanto il trattato di Schengen non lo prevede? Almeno sapere chi sono e fare un controllo con la Polizia dei paesi di origine per vedere se hanno carichi pendenti, ma sarà difficile che si riesca a spuntarla contro i burocrati di Bruxelles.

In mezzo a tutti questi problemi c’è anche quello delle “badanti”, novelle fate turchine per i nostri anziani, che si cerca in tutti i modi di agevolare nel contesto delle disposizioni restrittive che si stanno preparando.

A me è restato nella memoria la frase pronunciata da una signora aggredita da una banda di donne rom: odio questi governanti che mi hanno fatto diventare razzista; questo è il grosso problema che abbiamo di fronte e non crediamo di poterlo risolvere facilmente, anche perché ormai il movimento tendente a “fare pulizia a tutti i costi” è già in movimento ed è difficile fermarlo.


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