sabato, novembre 07, 2009
ZIBALDONE N.11
Alcune notizie mi hanno particolarmente incuriosito in questi ultimi tempi e vorrei commentarle insieme a voi, per vedere se provocano interesse anche nei riguardi dei miei lettori: sono tre e ve le racconto subito.
LA PRIMA si riferisce ad un clamoroso fatto di sangue accaduto negli Stati Uniti, precisamente a Orlando, in Florida, ed ha visto per protagonista un ingegnere quarantenne, Jason Rodriguez, che dopo essere stato licenziato da uno studio di ingegneri ed architetti – a causa della crisi, dicono, ma chissà se è vero – si è ripresentato sul posto di lavoro e, impugnando una pistola, ha iniziato a sparare all’impazzata; bilancio dell’evento: un morto e cinque feriti.
Il Rodriguez è fuggito dal luogo della sparatoria e si è rifugiato a casa della madre, dove la Polizia lo ha trovato ed arrestato senza che lo sparatore opponesse resistenza.
Piccolo commento: ma non ci avevano sempre detto che anche la nostra economia avrebbe dovuto prendere esempio dall’America, dove la “globalizzazione” esisteva ben prima che venisse inventata per tutti e produceva il “vagabondaggio” degli occupati, da un posto di lavoro all’altro? Ebbene, adesso anche questo mito viene sfatato, anche gli americani – quando debbono subire un licenziamento - s’incazzano come tutti gli altri lavoratori ed anzi, alcune volte, prendono addirittura a sparare. E con una ripresa altalenante ed un indice di disoccupazione che arriva al 10.3%, non c’è da stare allegri.
LA SECONDA notizia prende le mosse da una frase ormai celebre coniata dall’anchorman inglese David Frost: “la TV è un’invenzione che permette di farvi divertire nel vostro salotto da gente che non fareste mai entrare nella vostra casa”.
Ebbene, la frase, in origine, si riferiva ai tanti (troppi!!) reality che infestano i palinsesti televisivi; ma viene buona anche per la situazione che si è creata nelle nostre TV dopo lo scandalo Marrazzo: nei pomeriggi, ma anche dopo cena, i tanti talk show che vengono prodotti, hanno quasi tutti un “trans” come ospite d’onore e lo utilizzano per parlare sulla sua attività, sul suo modo di sentirsi uomo/donna, insomma su come è potuto accadere che un irreprensibile marito, padre di famiglia, perdesse la testa e qualcos’altro per Nathalie. Ed è così che i vari “Italia sul due”, “La vita in diretta”, “Verissimo”, ma anche i serali “Ballarò”, “Porta a porta” e “Annovero”, si sono fregiati di ospiti illustri del calibro della suddetta Nathalie, alla quale si sono aggiunte Manila, Berta, Maurizia Paradiso, Cristal e l’ex deputato Luxuria.
Domanda: lascereste i vostri figli con tali signore/signori? No? E invece li fate entrare attraverso quell’elettrodomestico che si chiama TV? Attenzione, gente, attenzione!!
LA TERZA vicenda non ha bisogno neppure di molti commenti: siamo ad una selezione per veline (presenti uno stuolo di ragazzine dai 14 anni in su) e una di loro – che chiameremo Gioia – viene scartata e fugge via piangendo, in preda ad una crisi di sconforto, dovuta alla “bocciatura”; la madre che l’accompagnava, dopo un iniziale, infruttuoso inseguimento, decide di soprassedere e di aspettarla negli studi televisivi dove, è certa, la figlia tornerà quando le sarà passata l’arrabbiatura.
Ed infatti Gioia è tornata poco dopo: portava per la mano un vecchio “barbone” con un bastone e due cani al seguito: “ti presento Urbano, ha bisogno di aiuto, deve raggiungere la mensa della Charitas per mangiare, l’ho trovato riverso per terra e l’ho aiutato a rialzarsi; i suoi cani abbaiavano a tutto spiano”; e così ecco trovato “un nonno”, cioè quella persona che “aveva bisogno” dell’aiuto di Gioia e della madre, alle quali faceva così dimenticare la disillusione della selezione fallita. Chiaro il concetto??
LA PRIMA si riferisce ad un clamoroso fatto di sangue accaduto negli Stati Uniti, precisamente a Orlando, in Florida, ed ha visto per protagonista un ingegnere quarantenne, Jason Rodriguez, che dopo essere stato licenziato da uno studio di ingegneri ed architetti – a causa della crisi, dicono, ma chissà se è vero – si è ripresentato sul posto di lavoro e, impugnando una pistola, ha iniziato a sparare all’impazzata; bilancio dell’evento: un morto e cinque feriti.
Il Rodriguez è fuggito dal luogo della sparatoria e si è rifugiato a casa della madre, dove la Polizia lo ha trovato ed arrestato senza che lo sparatore opponesse resistenza.
Piccolo commento: ma non ci avevano sempre detto che anche la nostra economia avrebbe dovuto prendere esempio dall’America, dove la “globalizzazione” esisteva ben prima che venisse inventata per tutti e produceva il “vagabondaggio” degli occupati, da un posto di lavoro all’altro? Ebbene, adesso anche questo mito viene sfatato, anche gli americani – quando debbono subire un licenziamento - s’incazzano come tutti gli altri lavoratori ed anzi, alcune volte, prendono addirittura a sparare. E con una ripresa altalenante ed un indice di disoccupazione che arriva al 10.3%, non c’è da stare allegri.
LA SECONDA notizia prende le mosse da una frase ormai celebre coniata dall’anchorman inglese David Frost: “la TV è un’invenzione che permette di farvi divertire nel vostro salotto da gente che non fareste mai entrare nella vostra casa”.
Ebbene, la frase, in origine, si riferiva ai tanti (troppi!!) reality che infestano i palinsesti televisivi; ma viene buona anche per la situazione che si è creata nelle nostre TV dopo lo scandalo Marrazzo: nei pomeriggi, ma anche dopo cena, i tanti talk show che vengono prodotti, hanno quasi tutti un “trans” come ospite d’onore e lo utilizzano per parlare sulla sua attività, sul suo modo di sentirsi uomo/donna, insomma su come è potuto accadere che un irreprensibile marito, padre di famiglia, perdesse la testa e qualcos’altro per Nathalie. Ed è così che i vari “Italia sul due”, “La vita in diretta”, “Verissimo”, ma anche i serali “Ballarò”, “Porta a porta” e “Annovero”, si sono fregiati di ospiti illustri del calibro della suddetta Nathalie, alla quale si sono aggiunte Manila, Berta, Maurizia Paradiso, Cristal e l’ex deputato Luxuria.
Domanda: lascereste i vostri figli con tali signore/signori? No? E invece li fate entrare attraverso quell’elettrodomestico che si chiama TV? Attenzione, gente, attenzione!!
LA TERZA vicenda non ha bisogno neppure di molti commenti: siamo ad una selezione per veline (presenti uno stuolo di ragazzine dai 14 anni in su) e una di loro – che chiameremo Gioia – viene scartata e fugge via piangendo, in preda ad una crisi di sconforto, dovuta alla “bocciatura”; la madre che l’accompagnava, dopo un iniziale, infruttuoso inseguimento, decide di soprassedere e di aspettarla negli studi televisivi dove, è certa, la figlia tornerà quando le sarà passata l’arrabbiatura.
Ed infatti Gioia è tornata poco dopo: portava per la mano un vecchio “barbone” con un bastone e due cani al seguito: “ti presento Urbano, ha bisogno di aiuto, deve raggiungere la mensa della Charitas per mangiare, l’ho trovato riverso per terra e l’ho aiutato a rialzarsi; i suoi cani abbaiavano a tutto spiano”; e così ecco trovato “un nonno”, cioè quella persona che “aveva bisogno” dell’aiuto di Gioia e della madre, alle quali faceva così dimenticare la disillusione della selezione fallita. Chiaro il concetto??
giovedì, novembre 05, 2009
IL PRIMO ANNO DI OBAMA
4 novembre 2008 – 4 novembre 2009: un anno di governo dell’America, un anno trascorso a cercare di risolvere dei problemi micidiali, un anno per “imparare” a trattare con gli americani e, soprattutto con i governanti del mondo; tutto questo si è festeggiato ieri a Washington, senza però lustrini e paillettes, ma in un tono che definirei minore, colpa anche della recente sconfitta elettorale dei democratici in Virginia e New Jersey, dove sono stati eletti dei Governatori repubblicani.
Nell’ultimo sondaggio Gallup sul gradimento degli americani, il bravo Barack è risultato sconfitto non solo dalla moglie Micelle, ma anche dall’altra “donna di casa”, quella Hilary Clinton che si sta facendo onore, almeno a livello di immagine, perché di problemi esteri non mi sembra che ne abbia risolti neppure mezzo.
Il giudizio su Obama non può ovviamente prescindere dalla considerazione che l’America che si è trovato a governare era in una crisi finanziaria di dimensioni eccezionali; ho detto “era”, ma avrei potuto dire “è”, perché proprio in questi ultimi giorni è fallita l’ennesima banca americana (la CIT Group, buco di 71mld di dollari) che ha così portato il numero complessivo di aziende finanziarie crollate a 115.
La riforma sanitaria – autentico fiore all’occhiello del programma di Obama – non riesce ancora a decollare pienamente e il Presidente è tra i fatidici due fuochi: quelli che “tirano indietro”, dicendo che non è questo il momento di investire tale mostruosità di risorse e quelli che invece affermano la necessità di “andare avanti” nella realizzazione di quanto promesso a coloro che hanno votato per lui.
C’è poi stato lo “scazzo” con Fox TV, la televisione del magnate Murdoch - conosciuto da noi per un analogo “incidente” con Berlusconi – alla quale vengono rimproverati i continui attacchi a Barack, l’ultimo dei quali in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace; l’addetto stampa della Casa Bianca è stato durissimo con il rappresentante della TV di Murdoch ed ha paventato eventuali ritorsioni in caso che l’emittente dovesse continuare in questa “idiosincrasia” (così è stata definita) nei confronti di Obama e degli uomini del suo staff.
In politica estera si è ritrovato un paio di “patate bollenti” che avrebbero scottato le dita di chiunque: l’Iraq continua ad essere teatro di attentati dinamitardi diretti alla popolazione civile (di religione diversa dai terroristi di turno); l’Afghanistan – dal canto suo – continua ad essere una terra di battaglia tra talebani e truppe occidentali (quelle afgane sono inesistenti) ed il comandante americano richiede a gran voce l’invio di altre truppe - circa 45.000 uomini – se non si vuole addirittura perdere la guerra (sul tipo di quello che è già accaduto ai russi).
Sul piano della politica adottata per il disarmo nucleare, ferme restando tutte le paure per gli atteggiamenti ondivaghi dell’Iran e della Corea del Nord, abbiamo avuto, in questi ultimissimi giorni un lancio missilistico da parte dei russi che ci riporta indietro nella storia di parecchi anni: ma come, non avevamo avuto – e strombazzato – l’accordo tra le due superpotenze per lo smantellamento graduale ma progressivo delle armi atomiche? E allora che c’incastra il lancio da un sottomarino atomico di un missile balistico capace di raggiungere New York? E soprattutto, lo sbandierare la notizia ai quattro venti da parte delle autorità del Cremino, cosa sta ad indicare?
Tutte queste cose fanno dire, ad un “americano DOC” come lo scrittore Gore Vidal, di “essere rimasto deluso dall’attività fin qui svolta da Obama, che si è dimostrato assolutamente inesperto sui temi economici e incapace di capire la politica estera”.
Nell’ultimo sondaggio Gallup sul gradimento degli americani, il bravo Barack è risultato sconfitto non solo dalla moglie Micelle, ma anche dall’altra “donna di casa”, quella Hilary Clinton che si sta facendo onore, almeno a livello di immagine, perché di problemi esteri non mi sembra che ne abbia risolti neppure mezzo.
Il giudizio su Obama non può ovviamente prescindere dalla considerazione che l’America che si è trovato a governare era in una crisi finanziaria di dimensioni eccezionali; ho detto “era”, ma avrei potuto dire “è”, perché proprio in questi ultimi giorni è fallita l’ennesima banca americana (la CIT Group, buco di 71mld di dollari) che ha così portato il numero complessivo di aziende finanziarie crollate a 115.
La riforma sanitaria – autentico fiore all’occhiello del programma di Obama – non riesce ancora a decollare pienamente e il Presidente è tra i fatidici due fuochi: quelli che “tirano indietro”, dicendo che non è questo il momento di investire tale mostruosità di risorse e quelli che invece affermano la necessità di “andare avanti” nella realizzazione di quanto promesso a coloro che hanno votato per lui.
C’è poi stato lo “scazzo” con Fox TV, la televisione del magnate Murdoch - conosciuto da noi per un analogo “incidente” con Berlusconi – alla quale vengono rimproverati i continui attacchi a Barack, l’ultimo dei quali in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace; l’addetto stampa della Casa Bianca è stato durissimo con il rappresentante della TV di Murdoch ed ha paventato eventuali ritorsioni in caso che l’emittente dovesse continuare in questa “idiosincrasia” (così è stata definita) nei confronti di Obama e degli uomini del suo staff.
In politica estera si è ritrovato un paio di “patate bollenti” che avrebbero scottato le dita di chiunque: l’Iraq continua ad essere teatro di attentati dinamitardi diretti alla popolazione civile (di religione diversa dai terroristi di turno); l’Afghanistan – dal canto suo – continua ad essere una terra di battaglia tra talebani e truppe occidentali (quelle afgane sono inesistenti) ed il comandante americano richiede a gran voce l’invio di altre truppe - circa 45.000 uomini – se non si vuole addirittura perdere la guerra (sul tipo di quello che è già accaduto ai russi).
Sul piano della politica adottata per il disarmo nucleare, ferme restando tutte le paure per gli atteggiamenti ondivaghi dell’Iran e della Corea del Nord, abbiamo avuto, in questi ultimissimi giorni un lancio missilistico da parte dei russi che ci riporta indietro nella storia di parecchi anni: ma come, non avevamo avuto – e strombazzato – l’accordo tra le due superpotenze per lo smantellamento graduale ma progressivo delle armi atomiche? E allora che c’incastra il lancio da un sottomarino atomico di un missile balistico capace di raggiungere New York? E soprattutto, lo sbandierare la notizia ai quattro venti da parte delle autorità del Cremino, cosa sta ad indicare?
Tutte queste cose fanno dire, ad un “americano DOC” come lo scrittore Gore Vidal, di “essere rimasto deluso dall’attività fin qui svolta da Obama, che si è dimostrato assolutamente inesperto sui temi economici e incapace di capire la politica estera”.
mercoledì, novembre 04, 2009
VERGOGNA !!
Stiamo entrando nella stagione invernale, quella stagione che ci propone freddo, vento, pioggia e, in qualche caso, anche la neve; ovviamente queste sono condizioni che i disperati senza casa – gli “homeless” come li chiamano in America – odiano con tutte le loro forze, in quanto non consente loro di vivere, ma solo di sopravvivere.
Capiterà a tutti quello che è capitato a me, ma voglio raccontarvelo lo stesso: proprio ieri, piove a dirotto, fa freddo, e in una zona semicentrale della città, mi imbatto in una fila di “cose” ammassate lungo un marciapiede, nascoste da alcuni cenci, dai quali spuntano una scarpa lucida di pioggia o una mano gocciolante: sono una fila di africani che cercano in questo barbaro modo di passare la notte, per poi, al mattino dopo, rimettersi in cerca del modo di sopravvivere.
Mi sono messo ad osservare le persone che transitavano sul marciapiede ed ho visto che poche di loro notavano i sudici fagotti che contenevano degli esseri umani, forse perché ormai abituati a vedere simili spettacoli; alcuni commentavano brevemente con parole ormai abusate (“poveri cristi”, “poveracci” e via di questo passo) ma nessuno si è fermato per controllare se quei corpi erano addormentati oppure morti oppure sofferenti, insomma se erano ancora in vita o no: la gente tira via veloce felice di essere a pochi minuti dalla propria casa, dove li aspetta un ambiente amico, riscaldato e pieno delle loro comodità.
A questo punto dovrei scagliarmi contro l’indifferenza della gente che non ha più il minimo sentimento di pietà verso coloro che hanno bisogno, dovrei lanciarmi in una serie di anatemi contro l’anestesia dei sentimenti e delle reazioni; insomma tutte cose dette e ridette e dopo le quali le cose restano tali e quali.
Ed allora proviamo a vedere le cose da un’altra angolatura: cosa avrebbe dovuto fare la gente che si è imbattuta in questo desolante spettacolo; la casalinga o l’impiegato che rientrano nelle proprie case avrebbe forse dovuto fermarsi e, dopo avere svegliato uno o due di questi disperati, chiedere loro: “scusi, lei perché se ne sta qui al freddo e all’acqua? Forse non ha un posto dove andare? Venga a casa mia e vediamo quello che si può fare per aiutarlo”; oppure telefonare ai Vigili o alla Polizia per sentirsi rispondere che loro non possono occuparsene?
Quindi, mettiamoci nei panni della casalinga e dell’impiegato: a scanso di problemi e di guai, la cosa migliore è scavalcare questi corpi riversi e chiudere gli occhi all’osceno spettacolo, cercando anche di non provare l’immancabile senso di colpa che viene fuori di fronte a queste situazioni.
Infatti, è immancabile che in questi casi, ma anche di fronte al normale accattonaggio al quale non possiamo rispondere ogni volta, rimanga dentro di noi una sorta di senso di vergogna, “perché al posto loro non ci siamo noi?” e quindi dobbiamo far trascorrere un po’ di tempo prima che questa angoscia scompaia dalla nostra mente.
Ed allora ecco quello che vi dico: mi sono stufato di dover provare vergogna per una cosa di cui non ho colpa e che non sono in grado di risolvere da solo; sono stufo di provare angoscia per tutti i disperati che non posso aiutare; sono stufo per quegli occhi neri che mi fissano dolcemente quando mi chiedono l’ammontare di un caffé e ai quali non riesco a rispondere. Quindi, coloro che possono, coloro che debbono, si diano da fare per risolvere questo sconcio, nei modi ovviamente “umani”, ma non mi sembra che si possa continuare oltre a “vergognarsi”; alla fine qualcuno s’arrabbia davvero e si mette alla testa dei “disperati” per entrare nei VOSTRI PALAZZI!! Chiaro il concetto??
Capiterà a tutti quello che è capitato a me, ma voglio raccontarvelo lo stesso: proprio ieri, piove a dirotto, fa freddo, e in una zona semicentrale della città, mi imbatto in una fila di “cose” ammassate lungo un marciapiede, nascoste da alcuni cenci, dai quali spuntano una scarpa lucida di pioggia o una mano gocciolante: sono una fila di africani che cercano in questo barbaro modo di passare la notte, per poi, al mattino dopo, rimettersi in cerca del modo di sopravvivere.
Mi sono messo ad osservare le persone che transitavano sul marciapiede ed ho visto che poche di loro notavano i sudici fagotti che contenevano degli esseri umani, forse perché ormai abituati a vedere simili spettacoli; alcuni commentavano brevemente con parole ormai abusate (“poveri cristi”, “poveracci” e via di questo passo) ma nessuno si è fermato per controllare se quei corpi erano addormentati oppure morti oppure sofferenti, insomma se erano ancora in vita o no: la gente tira via veloce felice di essere a pochi minuti dalla propria casa, dove li aspetta un ambiente amico, riscaldato e pieno delle loro comodità.
A questo punto dovrei scagliarmi contro l’indifferenza della gente che non ha più il minimo sentimento di pietà verso coloro che hanno bisogno, dovrei lanciarmi in una serie di anatemi contro l’anestesia dei sentimenti e delle reazioni; insomma tutte cose dette e ridette e dopo le quali le cose restano tali e quali.
Ed allora proviamo a vedere le cose da un’altra angolatura: cosa avrebbe dovuto fare la gente che si è imbattuta in questo desolante spettacolo; la casalinga o l’impiegato che rientrano nelle proprie case avrebbe forse dovuto fermarsi e, dopo avere svegliato uno o due di questi disperati, chiedere loro: “scusi, lei perché se ne sta qui al freddo e all’acqua? Forse non ha un posto dove andare? Venga a casa mia e vediamo quello che si può fare per aiutarlo”; oppure telefonare ai Vigili o alla Polizia per sentirsi rispondere che loro non possono occuparsene?
Quindi, mettiamoci nei panni della casalinga e dell’impiegato: a scanso di problemi e di guai, la cosa migliore è scavalcare questi corpi riversi e chiudere gli occhi all’osceno spettacolo, cercando anche di non provare l’immancabile senso di colpa che viene fuori di fronte a queste situazioni.
Infatti, è immancabile che in questi casi, ma anche di fronte al normale accattonaggio al quale non possiamo rispondere ogni volta, rimanga dentro di noi una sorta di senso di vergogna, “perché al posto loro non ci siamo noi?” e quindi dobbiamo far trascorrere un po’ di tempo prima che questa angoscia scompaia dalla nostra mente.
Ed allora ecco quello che vi dico: mi sono stufato di dover provare vergogna per una cosa di cui non ho colpa e che non sono in grado di risolvere da solo; sono stufo di provare angoscia per tutti i disperati che non posso aiutare; sono stufo per quegli occhi neri che mi fissano dolcemente quando mi chiedono l’ammontare di un caffé e ai quali non riesco a rispondere. Quindi, coloro che possono, coloro che debbono, si diano da fare per risolvere questo sconcio, nei modi ovviamente “umani”, ma non mi sembra che si possa continuare oltre a “vergognarsi”; alla fine qualcuno s’arrabbia davvero e si mette alla testa dei “disperati” per entrare nei VOSTRI PALAZZI!! Chiaro il concetto??
lunedì, novembre 02, 2009
QUANDO L'AUTO DIVENTA CORPO DI REATO
Un paio di fatterelli che ho letto in questi giorni, mi inducono a quell’affermazione che peraltro assume un tono paradossale, come sono le singole vicende, come scoprirete dal contesto che segue.
Dunque, passiamo ai due fatterelli: il primo ha avuto luogo a Prato, città operosa e piena di ricchezza, il cui Comune è stato strappato dal centro destra; ebbene, il neo Sindaco ha emanato tutta una serie di norme contro la prostituzione “da strada”, come viene definita, una delle quali vieta anche il solo fermarsi con l’auto per contattare le “passeggiatrici”: forse bisogna parcheggiare e dirigersi a piedi verso le signorine per avere il sospirato “contatto”? Mah, misteri della burocrazia!!
Sulla base di queste norme, una pattuglia “mista” (di quelle che vanno di moda adesso) formata da carabinieri e da paracadutisti della “Folgore”, hanno fermato un individuo – bidello presso un Istituto Superiore – che, dopo la logica contrattazione preliminare, faceva salire una prostituta nigeriana sulla sua Fiat Punto “vecchio modello”; la pattuglia è intervenuta e, nonostante l’uomo tentasse qualche scusa banale, ha rilevato inequivocabilmente che intendesse “consumare un rapporto sessuale a pagamento”: accidenti che bella scoperta e quanta perspicacia sia dei carabinieri che dei paracadutisti! Certo ora che si sono messi insieme non ce n’è più per nessuno!!
Comunque sia, il tutto è strato sanzionato con 400 euro di multa per il cliente e altrettanti per la prostituta e con il “sequestro amministrativo” dell’autovettura; tale sequestro è successivamente diventato confisca e così la vecchia Punto è diventata un bene pubblico che sarà prossimamente “battuto ad un’Asta pubblica” ed il cui ricavato – a detta dell’Assessore alla Sicurezza – sarà investito nel sociale.
Un solo commento: la legge sulla prostituzione risale alla famosa “chiusura dei casini”, avvenuta nel 1957, e sancisce che nel nostro Paese la prostituzione non è vietata (è vietato l’adescamento) e non è vietato neppure “andare a prostitute”, purché tutto questo avvenga in silenzio, senza disturbare e senza farsene accorgere, soprattutto per non costringere la società civile a dovere ammettere lo squallore – finanziario, morale e psicologico – che si nasconde dietro a questo tipo di contrattazioni. L’automobile diventa attrice anche in un’altra vicenda (su questa c’è poco da scherzarci) svoltasi in un paese in Provincia di Bari; qui un imprenditore edile di 68 anni è stato arrestato per aver abusato sessualmente, per undici lunghissimi anni, di una donna affetta da handicap psichico e di avere costretto la disabile ad abortire per ben undici volte.
La vittima delle violenze – che oggi ha 33 anni – ha cominciato a subire gli abusi dell’uomo, che godeva della piene fiducia della famiglia della donna (ma come è possibile??!!) quando aveva 22 anni, cioè ininterrottamente per 11 anni; da questa “relazione” (non mi sembra il termine esatto, ma non riesco a trovarne uno migliore) sono scaturiti 11 aborti, uno per ogni anno (metodico l’imprenditore!!).
Ma l’automobile cosa c’entra con il maiale che fa violenza ad una disabile, mi chiederete? C’entra, in quanto il bastardo abusava della ragazza in località di campagna dove si appartava con la sua “automobile”: è chiaro adesso il nesso?
Non so, ma potrebbe darsi che le autorità mettano sotto sequestro l’auto sulla quale avvenivano i turpi incontri e quindi la facciano diventare, alla stessa stregua di quella del primo raccontino, “bene pubblico”. Chiaro il concetto??
Dunque, passiamo ai due fatterelli: il primo ha avuto luogo a Prato, città operosa e piena di ricchezza, il cui Comune è stato strappato dal centro destra; ebbene, il neo Sindaco ha emanato tutta una serie di norme contro la prostituzione “da strada”, come viene definita, una delle quali vieta anche il solo fermarsi con l’auto per contattare le “passeggiatrici”: forse bisogna parcheggiare e dirigersi a piedi verso le signorine per avere il sospirato “contatto”? Mah, misteri della burocrazia!!
Sulla base di queste norme, una pattuglia “mista” (di quelle che vanno di moda adesso) formata da carabinieri e da paracadutisti della “Folgore”, hanno fermato un individuo – bidello presso un Istituto Superiore – che, dopo la logica contrattazione preliminare, faceva salire una prostituta nigeriana sulla sua Fiat Punto “vecchio modello”; la pattuglia è intervenuta e, nonostante l’uomo tentasse qualche scusa banale, ha rilevato inequivocabilmente che intendesse “consumare un rapporto sessuale a pagamento”: accidenti che bella scoperta e quanta perspicacia sia dei carabinieri che dei paracadutisti! Certo ora che si sono messi insieme non ce n’è più per nessuno!!
Comunque sia, il tutto è strato sanzionato con 400 euro di multa per il cliente e altrettanti per la prostituta e con il “sequestro amministrativo” dell’autovettura; tale sequestro è successivamente diventato confisca e così la vecchia Punto è diventata un bene pubblico che sarà prossimamente “battuto ad un’Asta pubblica” ed il cui ricavato – a detta dell’Assessore alla Sicurezza – sarà investito nel sociale.
Un solo commento: la legge sulla prostituzione risale alla famosa “chiusura dei casini”, avvenuta nel 1957, e sancisce che nel nostro Paese la prostituzione non è vietata (è vietato l’adescamento) e non è vietato neppure “andare a prostitute”, purché tutto questo avvenga in silenzio, senza disturbare e senza farsene accorgere, soprattutto per non costringere la società civile a dovere ammettere lo squallore – finanziario, morale e psicologico – che si nasconde dietro a questo tipo di contrattazioni. L’automobile diventa attrice anche in un’altra vicenda (su questa c’è poco da scherzarci) svoltasi in un paese in Provincia di Bari; qui un imprenditore edile di 68 anni è stato arrestato per aver abusato sessualmente, per undici lunghissimi anni, di una donna affetta da handicap psichico e di avere costretto la disabile ad abortire per ben undici volte.
La vittima delle violenze – che oggi ha 33 anni – ha cominciato a subire gli abusi dell’uomo, che godeva della piene fiducia della famiglia della donna (ma come è possibile??!!) quando aveva 22 anni, cioè ininterrottamente per 11 anni; da questa “relazione” (non mi sembra il termine esatto, ma non riesco a trovarne uno migliore) sono scaturiti 11 aborti, uno per ogni anno (metodico l’imprenditore!!).
Ma l’automobile cosa c’entra con il maiale che fa violenza ad una disabile, mi chiederete? C’entra, in quanto il bastardo abusava della ragazza in località di campagna dove si appartava con la sua “automobile”: è chiaro adesso il nesso?
Non so, ma potrebbe darsi che le autorità mettano sotto sequestro l’auto sulla quale avvenivano i turpi incontri e quindi la facciano diventare, alla stessa stregua di quella del primo raccontino, “bene pubblico”. Chiaro il concetto??