sabato, luglio 11, 2009
RIPENSANDO ALL'ENCICLICA
Mi è ritornata in mente l’ultima Enciclica del Papa, quando mi sono messo a pensare alla situazione di operai e impiegati in questo mondo in crisi e globalizzato; non mi si può certo definire un estimatore del Papa, ma in questo documento ho trovato alcuni elementi sui quali convergo: il concetto che “il profitto” è utile se, in quanto mezzo (cioè strumento) è orientato ad un fine che gli fornisca un senso sia sul “come” produrlo che sul come utilizzarlo. Sulla immigrazione viene affermato che non possiamo considerarli come una merce o una mera forza lavoro, in quanto – nonostante le difficoltà della loro integrazione – recano un contributo significativo allo sviluppo economico del Paese. E sulla “tecnica” si dice che essa è “la nuova ideologia che si diffonde dopo la caduta di quelle tradizionali e tende a liberarsi da ogni etica, nutrendosi solo di relativismo”.
Ma è seguitando questo discorso che viene fuori il concetto per me più importante: stante la situazione della tecnica imperante, diventa centrale la questione antropologica, cioè la visione della “persona” che deve essere posta al centro del processo del lavoro.
Faccio un piccolo passo indietro e mi vedo giovane che inizio la mia vita lavorativa: allora c’era l’ufficio personale, mentre adesso abbiamo le “risorse umane”; è stato fatto un passo avanti? Vediamo che il Devoto-Oli definisce risorsa come “il mezzo o la capacità disponibile, consistente in una riserva materiale o spirituale o in un’attitudine a reagire adeguatamente alle difficoltà”.
Sembrerebbe quindi che – almeno stando alle definizioni – il dipendente di questi tempi, sia considerato meglio di come lo era quello di diversi anni addietro; ma c’è da fidarsi? Veramente, adesso ci sono situazioni nelle quali, alla prima avvisaglia di “minor guadagno”, si riduce subito la mano d’opera, o meglio la “risorsa umana”; figuriamoci poi in questi momenti di crisi; l’operazione “meno bocche da sfamare” è la prima cosa a cui si pensa.
Ed allora mi è venuta in mente una idea – strana come sono di solito i miei pensieri – e mi sono chiesto: e se questa crisi fosse pilotata in modo da permettere al “capitalismo” di aggiustare la situazione delle “risorse umane”, cioè di scremarle a misura di “maggior guadagno”?
Questo perché - è sempre la mia idea bislacca che prosegue – da un paio di secoli il capitalismo aveva dalla sua parte la ciclicità delle guerre, conflitti che facevano milioni di morti, nella stragrande maggioranza in campo proletario; ma adesso, il “povero padrone” che aspetta invano da oltre 60 anni un evento bellico, ecco che la crisi potrebbe fare lo stesso gioco: scremare la classe operaia ed eventualmente sostituirla con quelli che chiamo “i nuovi schiavi”.
E quest’ultima idea sapete quando mi è venuta in mente? Quando ho letto i dati ISTAT sull’andamento dell’occupazione (vedi mio post del 20/6) in cui si dice: hanno perduto il lavoro 204mila persone, ma questo dato risulta dalla somma algebrica di 426mila (“italiani” che hanno perso il lavoro) e 222mila (“stranieri” che lo hanno trovato), laddove per stranieri s’intende extra-comunitari, assunti con paghe da fame e con contratti capestro, sia sotto l’aspetto della sicurezza che per la durata del rapporto.
Questo, a mio modo di vedere, è un modo moderno di “scremare” il mondo del lavoro!!
E a suffragare questa mia impostazione c’è un altro dato – di fonte confindustriale – che afferma come nel 2030 “i benestanti” aumenteranno di circa 500milioni nel mondo: che sia “l’utile” derivante dalla crisi attuale?? Sembrerebbe proprio!!
Ma è seguitando questo discorso che viene fuori il concetto per me più importante: stante la situazione della tecnica imperante, diventa centrale la questione antropologica, cioè la visione della “persona” che deve essere posta al centro del processo del lavoro.
Faccio un piccolo passo indietro e mi vedo giovane che inizio la mia vita lavorativa: allora c’era l’ufficio personale, mentre adesso abbiamo le “risorse umane”; è stato fatto un passo avanti? Vediamo che il Devoto-Oli definisce risorsa come “il mezzo o la capacità disponibile, consistente in una riserva materiale o spirituale o in un’attitudine a reagire adeguatamente alle difficoltà”.
Sembrerebbe quindi che – almeno stando alle definizioni – il dipendente di questi tempi, sia considerato meglio di come lo era quello di diversi anni addietro; ma c’è da fidarsi? Veramente, adesso ci sono situazioni nelle quali, alla prima avvisaglia di “minor guadagno”, si riduce subito la mano d’opera, o meglio la “risorsa umana”; figuriamoci poi in questi momenti di crisi; l’operazione “meno bocche da sfamare” è la prima cosa a cui si pensa.
Ed allora mi è venuta in mente una idea – strana come sono di solito i miei pensieri – e mi sono chiesto: e se questa crisi fosse pilotata in modo da permettere al “capitalismo” di aggiustare la situazione delle “risorse umane”, cioè di scremarle a misura di “maggior guadagno”?
Questo perché - è sempre la mia idea bislacca che prosegue – da un paio di secoli il capitalismo aveva dalla sua parte la ciclicità delle guerre, conflitti che facevano milioni di morti, nella stragrande maggioranza in campo proletario; ma adesso, il “povero padrone” che aspetta invano da oltre 60 anni un evento bellico, ecco che la crisi potrebbe fare lo stesso gioco: scremare la classe operaia ed eventualmente sostituirla con quelli che chiamo “i nuovi schiavi”.
E quest’ultima idea sapete quando mi è venuta in mente? Quando ho letto i dati ISTAT sull’andamento dell’occupazione (vedi mio post del 20/6) in cui si dice: hanno perduto il lavoro 204mila persone, ma questo dato risulta dalla somma algebrica di 426mila (“italiani” che hanno perso il lavoro) e 222mila (“stranieri” che lo hanno trovato), laddove per stranieri s’intende extra-comunitari, assunti con paghe da fame e con contratti capestro, sia sotto l’aspetto della sicurezza che per la durata del rapporto.
Questo, a mio modo di vedere, è un modo moderno di “scremare” il mondo del lavoro!!
E a suffragare questa mia impostazione c’è un altro dato – di fonte confindustriale – che afferma come nel 2030 “i benestanti” aumenteranno di circa 500milioni nel mondo: che sia “l’utile” derivante dalla crisi attuale?? Sembrerebbe proprio!!
venerdì, luglio 10, 2009
ZIBALDONE N.7
Stiamo andando a grandi falcate verso il solleone, cioè il “sole che c’è nel segno del Leone (23/7-23/8)” e in questa calura mi sono piaciute tre notiziole da riportare ai miei amici lettori.
LA PRIMA è rappresentata da un’immagine, che raffigura un giovane signore, con tanto di barba – rada, ma sempre barba – il quale viene fotografato di profilo, per mostrare al meglio la sua “pancia”; cosa significa? Ha forse mangiato troppo e adesso deve smaltire? Nossignori, la pancia contiene un feto, piccolo, ma rappresentante un essere umano; mi chiederete: ma i figli con li fanno le donne (ricorderete: “tu donna partorirai con dolore!!)?? Invece, in questo caso, ma anche in un altro accaduto in America, il partoriente è maschio e si chiama Ruben Noè, ha 25 anni e prima di approdare alla “barba” si chiamava Estefania Coronado); le sembianze femminili della signorina Estefania si sono tramutate in quelle mascoline di Ruben in virtù di massicci trattamenti ormonali che hanno impresso lineamenti decisamente maschili; ciononostante, nella pancia del signor Ruben c’è un bambino (o una bambina): mio Dio che confusione!! Fermate il mondo, voglio scendere!!
LA SECONDA è una notizia che ci perviene da Modena, ma suffragata anche da Mointelupo Fiorentino (provincia di Firenze) e c’informa che nella Casa Lavoro (è un modo di chiamare un carcere) emiliana, i detenuti – nelle ore di socialità – guardano i film e le partite di calcio trasmessi da Sky, il cui abbonamento è stato regalato da un anonimo benefattore.
Analoga situazione nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario toscano, dove i degenti potranno tenersi in forma con la “console Wii Nintendo” che permette di fare esercizio fisico davanti al televisore. I dirigenti delle due strutture - accusati di lassismo dal Sindacato della Polizia Penitenziaria – hanno precisato che tali apparecchiature non costano una lira allo Stato in quanto sono state donate anonimamente e servono a distendere il clima che si respira all’interno di questi ambienti.
Tutto molto giusto, signori dirigenti, ma vi è venuto in mente che l’anonimo benefattore potrebbe essere uno dei boss della malavita detenuto in tali strutture carcerarie? E se così fosse, andrebbe tutto bene egualmente??
LA TERZA riguarda l’ultima, per il momento, uscita del ministro Brunetta: la pubblicazione degli stipendi di 23.000 manager di aziende con parziale o totale partecipazione pubblica; tutto questo in nome della tanto sbandierata ”operazione trasparenza” che il piccolo ministro ha tante volte indicato come suo impegno specifico; ebbene, da questo elenco – emanato in cifre lorde – in testa alla classifica è tale Francesco Guarguaglini, Presidente e A.D. di Finmeccanica con la ragguardevole cifra di 5.560.000 euro; il signor Guarguaglini, stacca nettamente tutti gli altri che fanno parte di un folto gruppo attestato attorno ai 720.000 euro di Maurizio Prato, della Fintecna ed ai 680.000 euro di Moretti, A.D. delle Ferrovie, divenuto tragicamente famoso in questi giorni a causa dell’incidente di Viareggio; alla cifra sopra indicata deve essere aggiunta una somma variabile a seconda dell’avvenuto raggiungimento del target che nel caso in questione è di 150.000 euro.
Potrei continuare, ma siamo quasi sempre su queste cifre; l’unica impennata l’abbiamo con Massimo Sarmi, A.D. e Direttore delle Poste che ha un fisso di 886.035 e un variabile di 634.294, il cui totale supera il milione e mezzo di euro: mi sembra proprio un bel buscare, come si dice dalle mie parti, ma forse è solo invidia!!
LA PRIMA è rappresentata da un’immagine, che raffigura un giovane signore, con tanto di barba – rada, ma sempre barba – il quale viene fotografato di profilo, per mostrare al meglio la sua “pancia”; cosa significa? Ha forse mangiato troppo e adesso deve smaltire? Nossignori, la pancia contiene un feto, piccolo, ma rappresentante un essere umano; mi chiederete: ma i figli con li fanno le donne (ricorderete: “tu donna partorirai con dolore!!)?? Invece, in questo caso, ma anche in un altro accaduto in America, il partoriente è maschio e si chiama Ruben Noè, ha 25 anni e prima di approdare alla “barba” si chiamava Estefania Coronado); le sembianze femminili della signorina Estefania si sono tramutate in quelle mascoline di Ruben in virtù di massicci trattamenti ormonali che hanno impresso lineamenti decisamente maschili; ciononostante, nella pancia del signor Ruben c’è un bambino (o una bambina): mio Dio che confusione!! Fermate il mondo, voglio scendere!!
LA SECONDA è una notizia che ci perviene da Modena, ma suffragata anche da Mointelupo Fiorentino (provincia di Firenze) e c’informa che nella Casa Lavoro (è un modo di chiamare un carcere) emiliana, i detenuti – nelle ore di socialità – guardano i film e le partite di calcio trasmessi da Sky, il cui abbonamento è stato regalato da un anonimo benefattore.
Analoga situazione nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario toscano, dove i degenti potranno tenersi in forma con la “console Wii Nintendo” che permette di fare esercizio fisico davanti al televisore. I dirigenti delle due strutture - accusati di lassismo dal Sindacato della Polizia Penitenziaria – hanno precisato che tali apparecchiature non costano una lira allo Stato in quanto sono state donate anonimamente e servono a distendere il clima che si respira all’interno di questi ambienti.
Tutto molto giusto, signori dirigenti, ma vi è venuto in mente che l’anonimo benefattore potrebbe essere uno dei boss della malavita detenuto in tali strutture carcerarie? E se così fosse, andrebbe tutto bene egualmente??
LA TERZA riguarda l’ultima, per il momento, uscita del ministro Brunetta: la pubblicazione degli stipendi di 23.000 manager di aziende con parziale o totale partecipazione pubblica; tutto questo in nome della tanto sbandierata ”operazione trasparenza” che il piccolo ministro ha tante volte indicato come suo impegno specifico; ebbene, da questo elenco – emanato in cifre lorde – in testa alla classifica è tale Francesco Guarguaglini, Presidente e A.D. di Finmeccanica con la ragguardevole cifra di 5.560.000 euro; il signor Guarguaglini, stacca nettamente tutti gli altri che fanno parte di un folto gruppo attestato attorno ai 720.000 euro di Maurizio Prato, della Fintecna ed ai 680.000 euro di Moretti, A.D. delle Ferrovie, divenuto tragicamente famoso in questi giorni a causa dell’incidente di Viareggio; alla cifra sopra indicata deve essere aggiunta una somma variabile a seconda dell’avvenuto raggiungimento del target che nel caso in questione è di 150.000 euro.
Potrei continuare, ma siamo quasi sempre su queste cifre; l’unica impennata l’abbiamo con Massimo Sarmi, A.D. e Direttore delle Poste che ha un fisso di 886.035 e un variabile di 634.294, il cui totale supera il milione e mezzo di euro: mi sembra proprio un bel buscare, come si dice dalle mie parti, ma forse è solo invidia!!
giovedì, luglio 09, 2009
DUE PROBLEMI: NESSUNA SOLUZIONE
Un paio di questioni, che stanno diventando problemi, mi interessano in modo particolare, specialmente perché sono enormemente antitetiche; da aggiungere che per entrambi i problemi non vedo soluzioni, ma ciò non toglie che ne possiamo parlare tra noi.
La prima fa seguito allo smodato desiderio di “pulizia” che le nuove amministrazioni comunali mostrano all’inizio del loro mandato; nei giorni passati ho già avuto modo di affrontare il problema della prostituzione e di come si cerchi di cacciare le poverette che “lavorano sulla strada”; adesso c’è un altro bersaglio ed è quello dei venditori ambulanti clandestini, quei disgraziati che girano per la città con in mano una serie di cianfrusaglie o - nei casi migliori – quelli che hanno il solito cencio sul quale espongono una serie di mercanzia, in particolare borse ed altri oggetti del genere.
In questo caso, a richiedere l’intervento delle autorità non sono i cittadini infastiditi dall’insistenza con la quale si propone gli acquisti, ma sono addirittura i commercianti che, a seguite delle frustrazioni derivanti dalla crisi economica, cercano comunque un qualsiasi capro espiatorio per appiccicare la colpa del magro incasso.
È ovvio che questi disperati che – come ho detto già altre volte – dono venuti nel nostro Paese perché nel loro si “muore di fame” e non perché amano le nostre bellezze architettoniche, sono fuori legge sotto vari aspetti: probabilmente sono “clandestini” (con la nuova legge è già questo un reato), poi non ottemperano alle normative relative al commercio, tipo pagamento di tributi, iscrizione in albi particolari, ecc. ; tutto questo lo diamo per scontato e non ci discutiamo neppure.
Dove invece c’è – e tanto – da discutere, è sul modo con cui si intende affrontare il problema; stante che la migrazione di popoli affamati verso quelli che hanno più risorse è un fatto storico che è ben difficile sgominare almeno senza quei provvedimenti dei quali al momento non si vede l’avvio; dobbiamo anche tenere presente che questi “migranti” possiamo anche inquadrarli come gente che viene a riprendersi una piccolissima parte di quello che gli abbiano (noi occidentali) rubato in passato: ma lasciamo perdere anche questo aspetto antipatico della vicenda.
Insomma, cosa pensiamo di fare per queste persone? I modi di trattare il problema mi sembrano due: il primo fa perno sull’uso della forza e prevede di rimandate “TUTTI”, con le buone o con le cattive, a casa loro; non è un atteggiamento facile perché avremmo tutto il mondo contro, anche se moltissimi ci invidierebbero e tenterebbero di imitarci. Il secondo prevede l’uso del cervello e quindi tratta la situazione con coscienza e con conoscenza delle cose: i mestieri che gli italiani non vogliono più fare (badanti, colf, muratori ed altre attività pesanti), li possiamo “delegare” a loro? In questo caso verrebbe sanata una situazione che già esiste ma senza legge e norme.
Il secondo problema – antitetico ai migranti – riguarda l’accordo sulla riduzione delle testate nucleari firmato a Mosca da Medvedev e Obama, prima di partire per il G8; è chiaramente una buonissima cosa, ma anche questa è “deja vu”, anche gli altri leader, ad eccezione di Bush, hanno firmato questi documenti. E allora, dove è il problema? Vi dico il mio parere: l’accordo quadro prevede di ridurre le testate nucleari ad un numero tra 1500 e 1675 e quello dei missili vettori tra 500 e 1100: ebbene, con questo armamento – che, ripeto, fa seguito all’ennesimo accordo di disarmo – si distrugge l’intero pianeta un centinaio di volte.
È chiaro che è solo propaganda, utile ai due leader per motivi interni; e basta! Chiaro?
La prima fa seguito allo smodato desiderio di “pulizia” che le nuove amministrazioni comunali mostrano all’inizio del loro mandato; nei giorni passati ho già avuto modo di affrontare il problema della prostituzione e di come si cerchi di cacciare le poverette che “lavorano sulla strada”; adesso c’è un altro bersaglio ed è quello dei venditori ambulanti clandestini, quei disgraziati che girano per la città con in mano una serie di cianfrusaglie o - nei casi migliori – quelli che hanno il solito cencio sul quale espongono una serie di mercanzia, in particolare borse ed altri oggetti del genere.
In questo caso, a richiedere l’intervento delle autorità non sono i cittadini infastiditi dall’insistenza con la quale si propone gli acquisti, ma sono addirittura i commercianti che, a seguite delle frustrazioni derivanti dalla crisi economica, cercano comunque un qualsiasi capro espiatorio per appiccicare la colpa del magro incasso.
È ovvio che questi disperati che – come ho detto già altre volte – dono venuti nel nostro Paese perché nel loro si “muore di fame” e non perché amano le nostre bellezze architettoniche, sono fuori legge sotto vari aspetti: probabilmente sono “clandestini” (con la nuova legge è già questo un reato), poi non ottemperano alle normative relative al commercio, tipo pagamento di tributi, iscrizione in albi particolari, ecc. ; tutto questo lo diamo per scontato e non ci discutiamo neppure.
Dove invece c’è – e tanto – da discutere, è sul modo con cui si intende affrontare il problema; stante che la migrazione di popoli affamati verso quelli che hanno più risorse è un fatto storico che è ben difficile sgominare almeno senza quei provvedimenti dei quali al momento non si vede l’avvio; dobbiamo anche tenere presente che questi “migranti” possiamo anche inquadrarli come gente che viene a riprendersi una piccolissima parte di quello che gli abbiano (noi occidentali) rubato in passato: ma lasciamo perdere anche questo aspetto antipatico della vicenda.
Insomma, cosa pensiamo di fare per queste persone? I modi di trattare il problema mi sembrano due: il primo fa perno sull’uso della forza e prevede di rimandate “TUTTI”, con le buone o con le cattive, a casa loro; non è un atteggiamento facile perché avremmo tutto il mondo contro, anche se moltissimi ci invidierebbero e tenterebbero di imitarci. Il secondo prevede l’uso del cervello e quindi tratta la situazione con coscienza e con conoscenza delle cose: i mestieri che gli italiani non vogliono più fare (badanti, colf, muratori ed altre attività pesanti), li possiamo “delegare” a loro? In questo caso verrebbe sanata una situazione che già esiste ma senza legge e norme.
Il secondo problema – antitetico ai migranti – riguarda l’accordo sulla riduzione delle testate nucleari firmato a Mosca da Medvedev e Obama, prima di partire per il G8; è chiaramente una buonissima cosa, ma anche questa è “deja vu”, anche gli altri leader, ad eccezione di Bush, hanno firmato questi documenti. E allora, dove è il problema? Vi dico il mio parere: l’accordo quadro prevede di ridurre le testate nucleari ad un numero tra 1500 e 1675 e quello dei missili vettori tra 500 e 1100: ebbene, con questo armamento – che, ripeto, fa seguito all’ennesimo accordo di disarmo – si distrugge l’intero pianeta un centinaio di volte.
È chiaro che è solo propaganda, utile ai due leader per motivi interni; e basta! Chiaro?
mercoledì, luglio 08, 2009
NOI E L'INFORMAZIONE
Un paio di errori che tutti noi, o quasi, abbiamo commesso per troppa dipendenza dalle informazioni dei giornali e della televisioni sono quelli riguardanti Yunus, inventore del microcredito ai poveri e l’atteggiamento dei Palazzi nei confronti delle elezioni in Iran.
Vediamoli, uno per volta: il primo, non c’è bisogno di ricordarvelo, tanto famoso è il bengalese che è stato “santificato” da tutti, specie dopo che gli è stato assegnato il Nobel per la pace e una quantità altissima di Università di tutto il mondo gli hanno conferito la laurea “honoris causa” per gli alti meriti conseguiti in questa particolare branca dell’economia del credito. Ebbene, fedeli al motto “le bugie hanno le gambe corte”, viene fuori adesso che il Nobel potrebbe aver fatto la propria ricchezza a spese della povertà altrui e a riprova di questo, si mostra il grattacielo nel cuore di Manhattan posseduto da Yanus e i tassi di interesse mostruosi applicati nei confronti della povera gente che non riesce più a liberarsi dalla strettoia del proprio debito.
Se le notizie di fonte americana fossero vere, il sistema del nostro Premio Nobel – quasi santificato dall’umile gente del popolo – apparirebbe addirittura più disgustoso del capitalismo più deleterio finora conosciuto.
Del secondo esempio – l’atteggiamento dei Palazzi Pubblici nei confronti delle elezioni iraniane – mi riferisco al drappo verde che vediamo sventolare negli appositi spazi di moltissime istituzioni pubbliche, dalle Alpi alla Sicilia, “a sostegno delle manifestazioni di protesta del popolo iraniano per i brogli nelle recenti elezioni” .
Anche qui si rischia di prendere lucciole per lanterne: va bene che il Presidente iraniano – Ahmadinejad – non è un campione di simpatia, con quell’atteggiamento burbanzoso e supponente, ma, a quanto pare, è stato scelto dalla stragrande maggioranza degli iraniani – e questo cominciano ad ammetterlo anche gli osservatori internazionali – e per di più, il suo oppositore, Moussavi, in un primo tempo santificato dagli occidentali, sembra non discostarsi molto per metodi, ideologia e sostanza da colui che ha vinto.
Ma statene certi che non avrete mai l’occasione di vedere sulla stampa o in una televisione, la “correzione” di una campagna diretta contro un bersaglio che poi è apparso innocente; al massimo i mezzi di comunicazione di massa, cessano di parlarne, ligi al principio che “se non si parla di qualcosa, questa non esiste”.
Un’altra cosa che sta montando sulla stampa e quindi anche nell’immaginario collettivo, è l’Enciclica firmata ieri da Benedetto XVI, dal titolo “Caritas in Veritate”.
Il documento pontificio, dopo uno scontato attacco all’”estremismo della finanza” ed una richiesta esplicita ai governanti di istituire delle regole a livello mondiale per governare i mercati, viene invocato “un lavoro decente e stabile per tutti” e, in particolare un “capitalismo etico”, cioè non volto esclusivamente al profitto dell’imprenditore, ma soprattutto teso a generare benessere all’interno della comunità dove questi opera.
Tutte parole sante, Santità, ma ormai conto solo su di Lei per invocare un cambiamento di sistema: noi siamo all’interno di un meccanismo perverso che recita “non è bene accontentarsi di ciò che si ha” e quindi andiamo a celebrare, in maniera scientifica, l’atto di fondazione dell’infelicità, quella nostra e quella dei nostri successori. Proviamo a dare un’inversione di tendenza alla nostra vita, cessando di essere “consumatori” e ridiventando semplicemente “uomini e donne”, con i loro desideri e le loro aspirazioni: anche quella di essere felici!!
Vediamoli, uno per volta: il primo, non c’è bisogno di ricordarvelo, tanto famoso è il bengalese che è stato “santificato” da tutti, specie dopo che gli è stato assegnato il Nobel per la pace e una quantità altissima di Università di tutto il mondo gli hanno conferito la laurea “honoris causa” per gli alti meriti conseguiti in questa particolare branca dell’economia del credito. Ebbene, fedeli al motto “le bugie hanno le gambe corte”, viene fuori adesso che il Nobel potrebbe aver fatto la propria ricchezza a spese della povertà altrui e a riprova di questo, si mostra il grattacielo nel cuore di Manhattan posseduto da Yanus e i tassi di interesse mostruosi applicati nei confronti della povera gente che non riesce più a liberarsi dalla strettoia del proprio debito.
Se le notizie di fonte americana fossero vere, il sistema del nostro Premio Nobel – quasi santificato dall’umile gente del popolo – apparirebbe addirittura più disgustoso del capitalismo più deleterio finora conosciuto.
Del secondo esempio – l’atteggiamento dei Palazzi Pubblici nei confronti delle elezioni iraniane – mi riferisco al drappo verde che vediamo sventolare negli appositi spazi di moltissime istituzioni pubbliche, dalle Alpi alla Sicilia, “a sostegno delle manifestazioni di protesta del popolo iraniano per i brogli nelle recenti elezioni” .
Anche qui si rischia di prendere lucciole per lanterne: va bene che il Presidente iraniano – Ahmadinejad – non è un campione di simpatia, con quell’atteggiamento burbanzoso e supponente, ma, a quanto pare, è stato scelto dalla stragrande maggioranza degli iraniani – e questo cominciano ad ammetterlo anche gli osservatori internazionali – e per di più, il suo oppositore, Moussavi, in un primo tempo santificato dagli occidentali, sembra non discostarsi molto per metodi, ideologia e sostanza da colui che ha vinto.
Ma statene certi che non avrete mai l’occasione di vedere sulla stampa o in una televisione, la “correzione” di una campagna diretta contro un bersaglio che poi è apparso innocente; al massimo i mezzi di comunicazione di massa, cessano di parlarne, ligi al principio che “se non si parla di qualcosa, questa non esiste”.
Un’altra cosa che sta montando sulla stampa e quindi anche nell’immaginario collettivo, è l’Enciclica firmata ieri da Benedetto XVI, dal titolo “Caritas in Veritate”.
Il documento pontificio, dopo uno scontato attacco all’”estremismo della finanza” ed una richiesta esplicita ai governanti di istituire delle regole a livello mondiale per governare i mercati, viene invocato “un lavoro decente e stabile per tutti” e, in particolare un “capitalismo etico”, cioè non volto esclusivamente al profitto dell’imprenditore, ma soprattutto teso a generare benessere all’interno della comunità dove questi opera.
Tutte parole sante, Santità, ma ormai conto solo su di Lei per invocare un cambiamento di sistema: noi siamo all’interno di un meccanismo perverso che recita “non è bene accontentarsi di ciò che si ha” e quindi andiamo a celebrare, in maniera scientifica, l’atto di fondazione dell’infelicità, quella nostra e quella dei nostri successori. Proviamo a dare un’inversione di tendenza alla nostra vita, cessando di essere “consumatori” e ridiventando semplicemente “uomini e donne”, con i loro desideri e le loro aspirazioni: anche quella di essere felici!!
martedì, luglio 07, 2009
NOI E LA CINA
Al Presidente cinese Hu Jintao (che nel proseguo chiamerò solo “Hu”), saranno fischiate le orecchie da quante volte è stato nominato in occasione della sua permanenza in Italia; già, perché il prestigioso ospite, prima di partire per L’Aquila dove parteciperà al G8, ha avuto vari incontri – pubblici e privati – con autorità e istituzioni.
Per il momento, l’incontro più importante è stato quello con il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale – al di là delle frasi di rito e dei complimenti di facciat - il nostro ha fatto, grosso modo, questo discorso: “rispettiamo le ragioni cinesi per la sua integrità ed anche per l’autonomia decisionale, ma il progresso che ha fatto registrare l’economia cinese, pone nuove esigenze in materia di diritti umani”.
In sostanza il nostro Presidente, dopo aver riconosciuto che la questione tibetana è un fatto interno della Cina, riporta alla ribalta il concetto dei diritti umani che da sempre è stato misconosciuto dal regime comunista.
Non a caso, proprio mentre erano in corso queste discussioni, la stampa internazionale faceva ascendere a 140 i morti per i disordini nello Provincia dello Xiniiang, dove gli “uiguri” (turcofoni musulmani che costituiscono circa la metà della popolazione) chiedono una autonomia operativa che il governo centrale non accetta neppure di discutere (da notare che la Provincia sopra citata è grande almeno quanto la metà dell’Italia ed ha una popolazione di circa 20milioni).
La stampa nostrale si è sprecata nell’attribuire a Napolitano “grande coraggio” nel “richiamare” il compagno Hu al rispetto dei diritti umani ed ha posto questo atteggiamento in controluce con quello tenuto da Ciampi nel 2005, quando in occasione del suo viaggio in Cina non aprì bocca – almeno ufficialmente – sull’argomento spinoso dei diritti umani e fece comunque dei “buoni affari”.
Gli stessi buoni affari che si sono fatti a Roma quando il Presidente Hu ha ricevuto gli industriali italiani ed ha dichiarato la disponibilità cinese ad investire in Italia qualcosa come 4 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro); le aziende alle quali sarebbe interessato il colosso asiatico sono, naturalmente la FIAT, compresi Ferrari e Maserati, ma anche Finmeccanica (elicotteri e radar) e il Gruppo “Marazzi” di Sassuolo.
Tornando per un momento al Presidente Napolitano, c’è da notare che – prima di recarsi, domani, a L’Aquila per l’apertura del G8 – sarà impegnato oggi in una ben più triste cerimonia: le esequie dei caduti nella tragedia ferroviaria accaduta la scorsa settimana a Viareggio; ai “grandi” del Mondo riuniti nella città abruzzese potrà dire che in questa tragica circostanza abbiamo dato prova, se non altro, di grande “integrazione”, dato che quasi il 50% dei morti è extra-comunitario (9 su 22).
E questo atto di integrazione – il quale, per la verità, è opera del Padreterno e non nostro – ci potrebbe facilitare nella vicenda delle badanti e delle colf alle quali concedere una sorta di “cittadinanza onoraria”; il motivo del contendere è molto semplice secondo la nuova legge sulla “sicurezza”, coloro che non hanno il visto di soggiorno sono considerati “delinquenti” e quindi passibili di arresto; se questo avviene per colf e badanti, chi si occupa del nonnetto e della nonnetta? Calderoli??!!Mi sembra ovvio considerare lo status delle badanti in maniera particolare, visto la particolarità dell’opera che sono chiamate a svolgere in Italia e che è diventata ormai una cosa assolutamente indispensabile. Insomma, dato che lo Stato non riesce ad occuparsi degli anziani, almeno non metta loro i bastoni tra le ruote (cioè le badanti)!!
Per il momento, l’incontro più importante è stato quello con il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale – al di là delle frasi di rito e dei complimenti di facciat - il nostro ha fatto, grosso modo, questo discorso: “rispettiamo le ragioni cinesi per la sua integrità ed anche per l’autonomia decisionale, ma il progresso che ha fatto registrare l’economia cinese, pone nuove esigenze in materia di diritti umani”.
In sostanza il nostro Presidente, dopo aver riconosciuto che la questione tibetana è un fatto interno della Cina, riporta alla ribalta il concetto dei diritti umani che da sempre è stato misconosciuto dal regime comunista.
Non a caso, proprio mentre erano in corso queste discussioni, la stampa internazionale faceva ascendere a 140 i morti per i disordini nello Provincia dello Xiniiang, dove gli “uiguri” (turcofoni musulmani che costituiscono circa la metà della popolazione) chiedono una autonomia operativa che il governo centrale non accetta neppure di discutere (da notare che la Provincia sopra citata è grande almeno quanto la metà dell’Italia ed ha una popolazione di circa 20milioni).
La stampa nostrale si è sprecata nell’attribuire a Napolitano “grande coraggio” nel “richiamare” il compagno Hu al rispetto dei diritti umani ed ha posto questo atteggiamento in controluce con quello tenuto da Ciampi nel 2005, quando in occasione del suo viaggio in Cina non aprì bocca – almeno ufficialmente – sull’argomento spinoso dei diritti umani e fece comunque dei “buoni affari”.
Gli stessi buoni affari che si sono fatti a Roma quando il Presidente Hu ha ricevuto gli industriali italiani ed ha dichiarato la disponibilità cinese ad investire in Italia qualcosa come 4 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro); le aziende alle quali sarebbe interessato il colosso asiatico sono, naturalmente la FIAT, compresi Ferrari e Maserati, ma anche Finmeccanica (elicotteri e radar) e il Gruppo “Marazzi” di Sassuolo.
Tornando per un momento al Presidente Napolitano, c’è da notare che – prima di recarsi, domani, a L’Aquila per l’apertura del G8 – sarà impegnato oggi in una ben più triste cerimonia: le esequie dei caduti nella tragedia ferroviaria accaduta la scorsa settimana a Viareggio; ai “grandi” del Mondo riuniti nella città abruzzese potrà dire che in questa tragica circostanza abbiamo dato prova, se non altro, di grande “integrazione”, dato che quasi il 50% dei morti è extra-comunitario (9 su 22).
E questo atto di integrazione – il quale, per la verità, è opera del Padreterno e non nostro – ci potrebbe facilitare nella vicenda delle badanti e delle colf alle quali concedere una sorta di “cittadinanza onoraria”; il motivo del contendere è molto semplice secondo la nuova legge sulla “sicurezza”, coloro che non hanno il visto di soggiorno sono considerati “delinquenti” e quindi passibili di arresto; se questo avviene per colf e badanti, chi si occupa del nonnetto e della nonnetta? Calderoli??!!Mi sembra ovvio considerare lo status delle badanti in maniera particolare, visto la particolarità dell’opera che sono chiamate a svolgere in Italia e che è diventata ormai una cosa assolutamente indispensabile. Insomma, dato che lo Stato non riesce ad occuparsi degli anziani, almeno non metta loro i bastoni tra le ruote (cioè le badanti)!!
lunedì, luglio 06, 2009
PARLIAMO UN PO' DI PUBBLICITA'
E’ un po’ di tempo che non affrontiamo il problema della pubblicità, comparto economico che produce reddito ma dà anche l’immagine dell’andamento commerciale; sotto questo aspetto – anche adesso che siamo in “bassa stagione” per l’audience televisiva – non ho rilevato alcuna cedenza nelle pianificazioni e pure le situazioni semestrali di Mediaset e della RAI, non mostrano cali di nessun genere.
Possiamo quindi affermare che se va bene la pubblicità va bene anche il resto del Paese? Direi di no, anche perché non dimentichiamo che la pubblicità può essere considerata anche come l’ultima risorsa da mettere in campo prima di “chiudere”!
E non si pronunci la solita frase fatta “a me la pubblicità non interessa, io compro secondo le mie idee”, perché una buona parte dell’attività dei pubblicitari è proprio quella di “creare idee” per i telespettatori; quindi….!!
Ed anche l’affermazione che “quel certo spot non mi dice niente”, sta solo a ribadire che ogni campagna pubblicitaria ha il proprio target – cioè coloro ai quali è diretta prioritariamente – che, nel caso specifico puoi non essere tu, ma il tuo amico; comunque, alla fine dei giochi, tutti – chi in un verso, chi nell’altro – veniamo investiti dal messaggio e ne rimaniamo consciamente o inconsciamente influenzati.
Non ci dimentichiamo mai che fare pubblicità costa e quindi le aziende lo fanno solo perché rende, altrimenti non spenderebbero certo delle cifre che non danno risultati.
Ma vediamone qualcuno di questi spot e, se ci riusciamo facciamoci anche quattro risate: come non sorridere al commercial della Dash, nella quale brilla per arguzia e furbizia la bambina alla quale l’attore preconizza “questa farà strada!” ; ma dove si affermerà lo spirito della bambina non appena diventerà grandicella? Se vogliamo farle un vero augurio di felicità, preconizziamole un futuro da “velina” e vedrete che, colpirà perfettamente il desiderio proprio e dei genitori; c’è poi la Alessia Marcuzzi – onusta di gloria per la presentazione del “Grande Fratello” – che consiglia ad un’amica quel certo Yogurt, in quanto lo stesso contiene il “bifidus regularis” che è quello che ci vuole per “sgonfiare”; e lo dice con un’aria che sembra quella di una grande scienziata, mentre sappiamo tutti la sua provenienza; piccola notazione: nel primo piano della mano della Marcuzzi che regge il barattolino, un’unghia ha la camicia (come dicevamo da ragazzi), cioè è sporca nella parte tra l’unghia e la carne.
Un discorso a parte merita la Telecom che si è disfatta di Abatantuono ed è rimasta con la Elena Sofia Ricci e i due ragazzi; lo slogan, “io sto con Telecom” detto in forma aulica, è una sorta di “invito agli italiani” ad unirsi sotto la bandiera dell’azienda nazionale più rappresentativa nel campo della telefonia. Manca l’Inno di Mameli!
E la carta igienica “Foxy” ha addirittura scomodato il padre Dante; due persone, Dante e presumibilmente Beatrice, sono in una stanza arredata in stile ‘300, e l’uomo appone il punto finale ad una maxi-poesia che termina con la celebre frase “…e tornammo a rivedere il sole e l’altre stelle”; è chiaramente il grande poeta che termina il suo capolavoro, mentre la donna, Beatrice, è preoccupata della lunghezza del poema, al che Dante replica con la “fatidica” frase “…è nemmeno un rotolo” a mostrare al volgo ed all’inclita che il rotolone Foxy non è solo grande, ma è addirittura “smisurato”.
E la coppia della quale abbiamo seguito le prime disavventure coniugali? Si, quella che usa il detersivo per lavastoviglie “Fairy”! Pensate che il marito, in occasione di una riunione con altri amici, indica una stoviglia lavata con Fairy, come la stella più brillante del firmamento! Ma dico, ce ne vuole di fantasia !!
Possiamo quindi affermare che se va bene la pubblicità va bene anche il resto del Paese? Direi di no, anche perché non dimentichiamo che la pubblicità può essere considerata anche come l’ultima risorsa da mettere in campo prima di “chiudere”!
E non si pronunci la solita frase fatta “a me la pubblicità non interessa, io compro secondo le mie idee”, perché una buona parte dell’attività dei pubblicitari è proprio quella di “creare idee” per i telespettatori; quindi….!!
Ed anche l’affermazione che “quel certo spot non mi dice niente”, sta solo a ribadire che ogni campagna pubblicitaria ha il proprio target – cioè coloro ai quali è diretta prioritariamente – che, nel caso specifico puoi non essere tu, ma il tuo amico; comunque, alla fine dei giochi, tutti – chi in un verso, chi nell’altro – veniamo investiti dal messaggio e ne rimaniamo consciamente o inconsciamente influenzati.
Non ci dimentichiamo mai che fare pubblicità costa e quindi le aziende lo fanno solo perché rende, altrimenti non spenderebbero certo delle cifre che non danno risultati.
Ma vediamone qualcuno di questi spot e, se ci riusciamo facciamoci anche quattro risate: come non sorridere al commercial della Dash, nella quale brilla per arguzia e furbizia la bambina alla quale l’attore preconizza “questa farà strada!” ; ma dove si affermerà lo spirito della bambina non appena diventerà grandicella? Se vogliamo farle un vero augurio di felicità, preconizziamole un futuro da “velina” e vedrete che, colpirà perfettamente il desiderio proprio e dei genitori; c’è poi la Alessia Marcuzzi – onusta di gloria per la presentazione del “Grande Fratello” – che consiglia ad un’amica quel certo Yogurt, in quanto lo stesso contiene il “bifidus regularis” che è quello che ci vuole per “sgonfiare”; e lo dice con un’aria che sembra quella di una grande scienziata, mentre sappiamo tutti la sua provenienza; piccola notazione: nel primo piano della mano della Marcuzzi che regge il barattolino, un’unghia ha la camicia (come dicevamo da ragazzi), cioè è sporca nella parte tra l’unghia e la carne.
Un discorso a parte merita la Telecom che si è disfatta di Abatantuono ed è rimasta con la Elena Sofia Ricci e i due ragazzi; lo slogan, “io sto con Telecom” detto in forma aulica, è una sorta di “invito agli italiani” ad unirsi sotto la bandiera dell’azienda nazionale più rappresentativa nel campo della telefonia. Manca l’Inno di Mameli!
E la carta igienica “Foxy” ha addirittura scomodato il padre Dante; due persone, Dante e presumibilmente Beatrice, sono in una stanza arredata in stile ‘300, e l’uomo appone il punto finale ad una maxi-poesia che termina con la celebre frase “…e tornammo a rivedere il sole e l’altre stelle”; è chiaramente il grande poeta che termina il suo capolavoro, mentre la donna, Beatrice, è preoccupata della lunghezza del poema, al che Dante replica con la “fatidica” frase “…è nemmeno un rotolo” a mostrare al volgo ed all’inclita che il rotolone Foxy non è solo grande, ma è addirittura “smisurato”.
E la coppia della quale abbiamo seguito le prime disavventure coniugali? Si, quella che usa il detersivo per lavastoviglie “Fairy”! Pensate che il marito, in occasione di una riunione con altri amici, indica una stoviglia lavata con Fairy, come la stella più brillante del firmamento! Ma dico, ce ne vuole di fantasia !!
domenica, luglio 05, 2009
OBAMA ALLA PROVA G8
Al G8 che si aprirà mercoledì prossimo a L’Aquila, Barack Obama sarà indubbiamente l’ospite più importante, sia per la carica che riveste – Presidente degli Stati Uniti d’America – e sia perché è la prima apparizione in tale veste al tavolo dei Paesi più importanti del mondo (si pensi che ci sarà il 90% del Pil prodotto sulla Terra).
L’abbronzato Obama arriva a questa assise con alcune situazioni nelle quali ha già detto la sua, ma i risultati non si sono ancora visti pienamente: per esempio l’Iraq che dopo l’annuncio del disimpegno americano festeggia la cosa come una vittoria dell’esercito iracheno e indice la “Giornata della libertà” per ricordare l’evento.
In Patria, specie i repubblicani non saranno contenti; per di più abbiamo un povero vecchietto come il Presidente della Corea del Nord, che proprio il 4 luglio – giorno di festa in America (Indipendence day) – lancia ben 7 missili a corto raggio e un paio a lunga gittata (questi ultimi potrebbero raggiungere addirittura l’Alaska) come sfida a colui che lo ha “invitato” ad abbozzarla con il nucleare (il fatto poi che i due missili a lunga gittata non abbiano funzionato a pieno regime è solo un dettaglio).
A L’Aquila si ritroverà con il “nuovo amico” Medvedev – Presidente Russo – dallo stesso Obama definito “un’altra cosa rispetto a Putin”; il fatto, caro Barack, è che i due russi formano una bella coppia, come i due poliziotti nei telefilm americani (uno interpreta il buono e l’altro il cattivo), ma l’obiettivo di entrambi è la supremazia almeno europea (meglio se mondiale); quindi attenzione a dir male di uno alle spalle dell’altro, perché tanto se lo raccontano.
C’è poi la situazione iraniana che non lascia certo tranquillo Obana; la vittoria di Ahmadinejad, anche se largamente prevista, non è stata bene accetta dal mondo occidentale che sponsorizzava Mousavi; i disordini – non ancora del tutto sopiti – hanno di fatto interrotto il dialogo proposto da Obama e sostanzialmente accettato dagli iraniani; tutti si chiedono quando e se riprenderà, interessati alla situazione petrolifera piuttosto che a quella politica.
In Patria deve risolvere il problema della crisi mondiale che negli USA ha avuto inizio e dove si avverte con maggiore violenza; il Presidente della Federal Reserve, quel Ben Bernanke amico di Obama, nel suo recente intervento davanti alla Camera dei Rappresentanti, ha ammesso che il pericolo maggiore che si ha in America è l’aumento spropositato del deficit a lungo termine del Debito Pubblico, acuito dalle prime misure anticrisi prese dal Governo.
Obama ha anche un problema che possiamo definire “di fondo”: gli americani che gli hanno dato il voto sono in massima parte quelli provenienti dagli stati del Sud e da coloro che sono riusciti a venir via dagli Stati sudamericani, letteralmente spogliati dalla politica reazionaria degli Stati Uniti; ovvio che con tale base elettorale il peso del potere nel governo americano non può continuare a ricadere sui “WASP”, acronimo di White-Anglo-Saxon-Protestant,(Bianchi, Anglo, Sassoni e Protestanti) cioè coloro che si ritengono i padri fondatori della nazione e pertanto ne rivendicano la gestione; con l’avvento del primo presidente di colore, avvertono che qualcosa sta cambiando in America e non sembrano disposti ad accettare tale cambiamento.
Ecco perché la sua partecipazione al G8, con annessa udienza papale all’intera famiglia , rappresenta una sorta di “esame” per il giovane Barack che, peraltro, nella circostanza potrà avvalersi dell’amicizia del padrone di casa, quel Berlusconi che per mettersi in mostra farebbe carte false. Figuriamoci poi quando gioca in casa.
L’abbronzato Obama arriva a questa assise con alcune situazioni nelle quali ha già detto la sua, ma i risultati non si sono ancora visti pienamente: per esempio l’Iraq che dopo l’annuncio del disimpegno americano festeggia la cosa come una vittoria dell’esercito iracheno e indice la “Giornata della libertà” per ricordare l’evento.
In Patria, specie i repubblicani non saranno contenti; per di più abbiamo un povero vecchietto come il Presidente della Corea del Nord, che proprio il 4 luglio – giorno di festa in America (Indipendence day) – lancia ben 7 missili a corto raggio e un paio a lunga gittata (questi ultimi potrebbero raggiungere addirittura l’Alaska) come sfida a colui che lo ha “invitato” ad abbozzarla con il nucleare (il fatto poi che i due missili a lunga gittata non abbiano funzionato a pieno regime è solo un dettaglio).
A L’Aquila si ritroverà con il “nuovo amico” Medvedev – Presidente Russo – dallo stesso Obama definito “un’altra cosa rispetto a Putin”; il fatto, caro Barack, è che i due russi formano una bella coppia, come i due poliziotti nei telefilm americani (uno interpreta il buono e l’altro il cattivo), ma l’obiettivo di entrambi è la supremazia almeno europea (meglio se mondiale); quindi attenzione a dir male di uno alle spalle dell’altro, perché tanto se lo raccontano.
C’è poi la situazione iraniana che non lascia certo tranquillo Obana; la vittoria di Ahmadinejad, anche se largamente prevista, non è stata bene accetta dal mondo occidentale che sponsorizzava Mousavi; i disordini – non ancora del tutto sopiti – hanno di fatto interrotto il dialogo proposto da Obama e sostanzialmente accettato dagli iraniani; tutti si chiedono quando e se riprenderà, interessati alla situazione petrolifera piuttosto che a quella politica.
In Patria deve risolvere il problema della crisi mondiale che negli USA ha avuto inizio e dove si avverte con maggiore violenza; il Presidente della Federal Reserve, quel Ben Bernanke amico di Obama, nel suo recente intervento davanti alla Camera dei Rappresentanti, ha ammesso che il pericolo maggiore che si ha in America è l’aumento spropositato del deficit a lungo termine del Debito Pubblico, acuito dalle prime misure anticrisi prese dal Governo.
Obama ha anche un problema che possiamo definire “di fondo”: gli americani che gli hanno dato il voto sono in massima parte quelli provenienti dagli stati del Sud e da coloro che sono riusciti a venir via dagli Stati sudamericani, letteralmente spogliati dalla politica reazionaria degli Stati Uniti; ovvio che con tale base elettorale il peso del potere nel governo americano non può continuare a ricadere sui “WASP”, acronimo di White-Anglo-Saxon-Protestant,(Bianchi, Anglo, Sassoni e Protestanti) cioè coloro che si ritengono i padri fondatori della nazione e pertanto ne rivendicano la gestione; con l’avvento del primo presidente di colore, avvertono che qualcosa sta cambiando in America e non sembrano disposti ad accettare tale cambiamento.
Ecco perché la sua partecipazione al G8, con annessa udienza papale all’intera famiglia , rappresenta una sorta di “esame” per il giovane Barack che, peraltro, nella circostanza potrà avvalersi dell’amicizia del padrone di casa, quel Berlusconi che per mettersi in mostra farebbe carte false. Figuriamoci poi quando gioca in casa.