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venerdì, luglio 20, 2012

ZIBALDONE N.7 


In questo mese, mi hanno incuriosito quattro notizie che spero siano gradite anche ai miei lettori che, magari le hanno già notate sulla stampa ma non le hanno sottolineate in modo particolare ed allora io ve le ricordo.
LA PRIMA si riferisce ad un argomento che potrebbe incidere anche sul Pil del prossimo futuro; facciamo un passo indietro: ricordate la “farfallina” che Belen esibì in occasione del Festival di Sanremo? Ebbene, il suo ex compagno, Fabrizio Corona afferma che “il marchio”, che adesso viene legato a borse, scarpe, t-shirt, intimo ed accessori, era già stato “brevettato”
Dichiarazione del bel Fabrizio: “la trovata della farfallina era pianificata; due giorni prima che la foto apparisse su tutti i giornali, avevo già brevettato il marchio”; e questo è la conferma che sui media non appare niente “per caso” ma ci viene sempre “messo” per qualche scopo.
LA SECONDA riguarda la spending review; nella mia città esiste una “Casa dello Studente” che potremmo chiamare l’emblema dello spreco: nonostante che il certificato di ultimazione risalga al febbraio 2010, la struttura risulta ancora chiusa ed inutilizzata (non ci sono neppure gli arredi interni); ma fin qui saremmo nello “spreco ordinario”, ma quello che la porta in quello “super” è che una delle poche cose che è terminata è l’impianto elettrico e, infatti, agli allibiti passanti la struttura appare illuminata giorno e notte. Che sia il fantasma di qualche appartenente alla “casta” che accende la luce??
LA TERZA è avvenuta in Germania, per l’esattezza a Berlino, e riguarda un ragazzo di venti anni che per otto mesi ha preso in giro tutte le autorità della capitale tedesca, fingendo di aver vissuto per anni nei boschi, insieme con i cinghiali ed i pochi lupi superstiti. La vicenda mi richiama alla mente un famoso film di Truffault, “Il ragazzo selvaggio”, ma andiamo avanti con la nostra storia.
Il “ragazzo dei  boschi”, come era stato ribattezzato, è stato scoperto proprio dai suoi genitori che hanno riconosciuto la sua foto apparsa sui giornali: è olandese, ha già un figlio di due anni e non ha mai dormito in un bosco; insomma è solo un piccolo imbroglione, ma ha avuto il merito di generare fantasie a tutto spiano; peccato che sia stato scoperto vanificando così l’immagine di un novello Tarzan.
LA QUARTA riguarda un libro che è stato presentato in pompa magna addirittura alla Camera dei Deputati; il suo titolo – Lotta di tasse – scimmiotta un detto famoso (Lotta di classe) e, secondo il suo autore, Francesco Delzio, contiene alcune tesi, anche ardite, nel campo della fiscalità.
Le idee del Delzio non sono indolori: arrivano addirittura a invocare l’espulsione sociale per gli evasori, ovvero l’esclusione dai servizi sociali e a questo viene abbinato una sorta di “bollino blu” per coloro che hanno tenuto un retto comportamento nel commercio; ed infine quella più determinante: l’obbligo del fallimento per coloro che presentano dichiarazioni Irpef o Ires in negativo per cinque anni.
All’incontro era presente il sottosegretario Improta che si è trovato d’accordo con le tesi dell’autore; in particolare ha detto “secondo me gli evasori dovrebbero essere esclusi da tutti i servizi pubblici, con l’unica eccezione del pronto soccorso”.
Insomma, possiamo inquadrare anche questo libro come uno strumento nella lotta all’evasione fiscale, magagna che affligge il nostro Paese da tantissimi anni e che i politici di tutte le estrazioni hanno sempre sottostimato. Speriamo che questo andazzo stia per mutarsi in qualcosa di più produttivo per l’intera comunità, ma ci spero poco!!

mercoledì, luglio 18, 2012

E DOPO MONTI ?? 


Da più parti si levano vibranti richiami al professor Monti affinché receda dalla sua posizione e accetti di ricandidarsi nel 2013; non è stato chiarito da nessuna parte se l’attuale premier verrebbe “ingaggiato” in qualche partito oppure se dovrebbe formarne uno lui, tutto nuovo e lucido di pulizia.
Al momento Monti continua a dire che non resterà a Palazzo Chigi un minuto di più della scadenza naturale del suo governo e che non farà parte dei candidati alle prossime elezioni.
Ma a qualcuno è venuto in mente che Monti non ha bisogno di essere “eletto” in Parlamento, dato che il suo amico Napolitano – poche ore prima di insediarlo a Palazzo Chigi – lo ha nominato senatore a vita e quindi in Parlamento c’è già ora e ci sarà anche dopo, finché salute lo protegge.
E da quella posizione privilegiata – in quanto eletto da nessuno ma “nominato” da qualcuno – potrà rispondere a eventuali chiamate di soccorso di questo o quel personaggio pubblico e quindi potrebbe ritrovarsi daccapo a Palazzo Chigi.
Pateticamente (è la parola giusta!) ho letto che Berlusconi intende candidarsi alle prossime elezioni perché “me lo chiedono la gente e gli imprenditori” (meno male che non ha detto “gli operai”); al di là dell’assurdità della faccenda – l’uomo è finito come un limone spremuto a macchina – vale la pena di riportare una dichiarazione del nemico Di Pietro: “se torna evidentemente ha qualche affare da sistemare”; ecco, questa ipotesi è più plausibile della “chiamata nazionale”.
Ma prima di parlare dei candidati, mi sembrerebbe più logico affrontare il problema della legge elettorale; si voterà ancora con il “porcellum” oppure i partiti presenti in Parlamento troveranno una nuova formula?
Su questo argomento ne ho sentite tante, a cominciare dal semipresidenzialismo vagheggiato da Berlusconi fino alla copiature del sistema spagnolo ed al “doppio turno”; ma una cosa non me l’aspettavo e cioè che alcuni politici di rango abbiano definito “pericoloso” il ritorno alle preferenze scelte dall’elettore.
Lo ha affermato Dario Franceschini, membro di razza del PD il quale non ci degna però di alcuna spiegazione circa il motivo di questa pericolosità; quindi proviamo ad ipotizzare qualcosa e cioè che per qualcuno le preferenze potrebbero rivelarsi pericolose, visto che se fosse la gente a decidere le Minetti e gli Scilipoti non entrerebbero in Parlamento, ma anche qualche altro dinosauro della politica potrebbe non essere rieletto per l’ennesima volta (niente pianti, gli rimarrebbe la lauta pensione).
Ma quello che più mi colpisce è che un partito che reca nel nome il termine “democratico” abbia una così bassa considerazione della democrazia; certo non mi dovrei dimenticare che gli inventori della democrazia a responsabilità limitata sono tre pezzi grossi toscani del PD che sono stati gli inventori della legge elettorale regionale toscana che, per prima, ha tolto agli elettori la facoltà di scegliere gli eletti, consegnando questa facoltà direttamente ai partiti.
È stato il primo scempio della legge elettorale presto imitato dal porcellum; non so chi può vantarsi della primogenitura, ma tanto conta poco, perché entrambi raggiungono lo stesso risultato: togliere il potere all’elettore per consegnarlo ai partiti.
Poi ci stupiamo se molti elettori – di tutti i partiti presenti in parlamento – vanno alle urne e scelgono il movimento 5 stelle di Grillo; amici, siamo in chiave con la famosa frase “una risata vi seppellirà” e chi meglio di Grillo può provocarla?!

lunedì, luglio 16, 2012

IL FLOP DEI "SALDI" 


Da qualche giorno è cominciato uno dei “riti” del consumismo contemporaneo; purtroppo, il momento economico ha messo più di un bastone tra le ruote dei nostri commercianti; le associazioni parlano di un 30% in meno.
D’altronde, non ci possiamo dimenticare che la gente comune è uscita da pochi giorni dal salasso dell’IMU e sta affrontando un nuovo prelievo forzoso: la TIA – Tariffa igiene ambientale - che i nostri Comuni, hanno aumentato di un buon 25% rispetto all’anno scorso; quindi, vista la situazione non c’era da sperare in niente di meglio.
E poi, non dimentichiamo che in questa sarabanda continua di consumi, l’acquisto di un nuovo capo di abbigliamento, deve avere come contraltare la “rottamazione” di un analogo oggetto; questo perché la capacità dei nostri armadi è quella e non possiamo andare oltre, a meno che non si voglia cambiare anche il mobile.
Voglio dire che non possiamo affermare che c’è una necessità cogente di “quel” capo, ma solo un desiderio – più o meno importante – di esibirlo; sono stato chiaro?
Ed allora, ecco che mi torna la smania di ripetere un discorso che ho già fatto varie volte: perché non “approfittiamo” di questo momento storico  per ritornare a vecchie abitudini di consumo e così vanificare tutte le stronzate che gravano sugli spread, sui tassi esteri, ecc.; insomma, perché non rivalutare alcuni concetti che anche il cinema ci ha mostrato varie volte, senza però che ci rimanesse attaccato niente di valido.
Alludo alla figura di Francesco d’Assisi, il “poverello”, come venne chiamato, colui che con la sua povertà rovesciò il Mondo e con il suo modo di intendere la vita, esibì una vera, autentica libertà e quindi una proposta veramente rivoluzionaria.
Mi è tornata in mente questa grande figura di “santo”, quando ho appreso che l’ottantenne Liliana Cavani ha in animo di realizzare un terzo film su San Francesco, dopo quelli usciti nel 1966 e nel 1989, quest’ultimo per la TV.
La grande regista nostrana, autentica maestra dell’arte cinematografica, sembra intenzionata a riproporre la figura di Francesco, colui che – nato ricco – si spoglia di tutto e nella povertà e nella semplicità di vita, trova l’assoluto, la pace interiore, la comunione con Dio.
Ho appreso anche – da un’altra fonte – che alla prossima Mostra di Venezia avrò l’opportunità di incontrare la Cavani, in quanto alla kermesse veneziana presenterà “Clarisse”, un documentario su una quindicina di suore di clausura di Urbino con cui da alcuni anni è entrata in contatto.
Certo che la Cavani non finisce mai di stupirmi: nata da una famiglia a dir poco laica, anch’essa profondamente laica, ammira queste suore e il grande Francesco; come mai, proprio oggi che nessuno trova niente di buono nella povertà, lei continua a rimestare in queste figure che hanno nella povertà il loro autentico “carisma”?
Forse perché lega il concetto di “povertà” con quello di “dignità”, cioè quel bene assoluto che – secondo il filosofo Quinet – è indispensabile per raggiungere la libertà, quella vera; ma noi tutti, per possederla, dobbiamo andarle incontro e non credere che sarà lei a venire verso di noi, senza che facciamo un passo verso di lei.
Ma guarda come mi ha preso la mano quest’argomento: dai saldi siamo arrivati alla “povertà” e da questa alla “dignità”; quale il filo conduttore? Forse il fatto che questa civiltà ci ha condannati ad utilizzare la nostra forza solo per accrescere il presunto “benessere”, fatto di cose nuove da comprare, cose che magari non servono ma che ci danno l’illusione della gioia; gioia che Francesco provava già con il suo vecchio saio.

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