<$BlogRSDUrl$>

sabato, maggio 29, 2010

COMINCIANO I PIANTI 

Prima ancora che la manovra sia uscita dal Parlamento con tutti i ritocchi del caso, alcuni comparti hanno già cominciato a levare alti lamenti ed a parlare di “insopportabili provvedimenti”: è il caso delle Regioni che, per la verità, sopporteranno una buona fetta dei tagli che verranno apportati alla spesa pubblica.
Ma quando si parla di Regioni bisogna stare attenti e indicare per nome e cognome; è bene precisare che la mappatura della situazione in vista del federalismo fiscale, ci pone davanti un quadro interessante: abbiamo solo cinque regioni che possiamo definire “virtuose” : oltre al Lazio, sono quattro regioni del Nord e precisamente il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna.
Che cosa fanno queste regine di virtù? Semplice, versano allo Stato più di quanto ottengono sotto forma di trasferimenti e servizi pubblici; il totale di questi avanzi positivi ammonta a 56miliardi di euro che non è peraltro sufficiente a compensare i 75miliatrdi di “rosso” che producono le altre regioni che definiremo “cicale”.
Tra quelle virtuose spicca la Lombardia che ha un avanzo di 42.6miliardi, mentre tra le “cicale”, abbiamo un terzetto che si litiga la palma dell’ultimo della classe: la Puglia con 13.7miliardi di disavanzo, la Campania con 17.3miliardi e la Sicilia con 21.7 miliardi.
È chiaro che queste cifre producono l’insoddisfazione del Nord sui presunti sprechi del Sud e lasciano spazio ad avventati discorsi sulla secessione; l’assunto del problema è vecchio e molto semplice: si dice ”il Nord lavora e produce, mentre il Sud spreca le risorse che riceve da amministrare”. Il che, non è sempre così, sia chiaro!!.
Quando i singoli ministeri andranno a ridistribuire le risorse che ricevono (diminuite vistosamente) è chiaro che i comparti che vengono considerati “meno importanti”, tipo la cultura, la lirica, il cinema, il teatro, ecc. subiranno un’ulteriore taglio dopo quello subito in quest’annata. E quindi c’è da aspettarsi una nuova ondata di sollevazioni da parte di orchestrali e funzionari dei Teatri italiani che già sono con le armi pronte per sparare ad alzo zero contro il povero Ministro dei Beni Culturali.
Ma anche tra questi illustri signori c’è chi ragiona con la testa e quindi si merita una breve ma appropriata citazione; è il Presidente dell’ANFOLS – Associazione Nazionale delle Fondazioni liriche e sinfoniche, il quale rassicura il mondo della lirica sul fatto che la situazione attuale possa avere effetti devastanti; “dobbiamo adattare i nostri funzionamenti alla crisi perché non siamo più importanti di un ospedale o di una scuola; dobbiamo dare un contributo, ma se alziamo barricate ideologiche mi sembra difficile darlo”. Che dire? Mi sembrano parole di buon senso, le uniche che ho letto in quel settore che si aspetta che tutto il mondo gli lecchi le scarpe; ormai non è così e dobbiamo considerare che ci sono priorità diverse, per cui non si potrà continuare a gettare denaro in spettacoli fatti solo per pochi intimi (l’autore, gli orchestrali ed i famigli), quando ci sono malati che non trovano un posto letto in ospedale.
Però, nel settore della lotta agli evasori, è accaduto un fatto che mi ha indotto a riflettere ed a stigmatizzare: mi riferisco al trattamento riservato al “povero” Briatore ed alla famiglia, beccati su un mega-yacht e trasferiti “d’ufficio” sulla terra ferma: le vicende del piccolo Natan-Falco e della bella Elenoire mi hanno commosso; vedere queste due persone private improvvisamente della loro “barchetta” e costrette a vivere provvisoriamente nell’angusta suite di un albergo a 7 stelle o addirittura in qualche mega villa, è veramente straziante e mi ha fatto versare fiumi di lacrime; con me c’erano i cassaintegrati e i disoccupati, tutti solidali con Briatore e famiglia.!!

giovedì, maggio 27, 2010

PRIME IMPRESSIONI SUI TAGLI 

Non ho ancora letto nei dettagli il dispositivo di legge che sta andando in Parlamento per l’approvazione; per di più non so quante di queste proposte resteranno dopo il dibattito e gli “accordi” tra maggioranza e opposizione; ciononostante il complesso della manovra non mi convince del tutto.
Se nel totale dei 24miliardi di euro da rastrellare nei due anni, più del 50%, esattamente 13,2miliardi è a carico degli Enti Locali (Regioni, Comuni e Province), mi vedo costretto a fare una amara considerazione: dove non arriva, il governo centrale demanda alla periferia il taglio per rientrare nei parametri previsti: è vigliaccheria? Non è solo questo, ma forse nella caccia “agli sprechi” la periferia è quella che più potrebbe recepire!! Ma per fare questo dovrebbe dare la caccia a tutte le “collaborazioni” che ha nei confronti di amici e di amici degli amici, nonché di amici del segretario locale ed anche di amici del segretario nazionale: insomma, di “amici” che svolgono una professione e che vengono invitati a dare delle collaborazioni – la maggior parte assolutamente inutili – lautamente retribuite; poi se mi chiedete se una parte di tale prebenda rientra nelle tasche del proponente “pubblico”, questo non posso affermarlo con certezza, ma solo supporlo; chiaro il concetto?
Comunque, gli Enti locali, che non sono degli sprovveduti, prima di eliminare queste utili collaborazioni esterne, preferiscono tagliare la spesa sociale e quindi rifarsela con bambini (asili nido, scuole, ecc.) e con anziani (sanità, assistenza, ecc.); anche perché questi gruppi sociali particolarmente deboli, possono essere utilizzati come “massa di manovra” per far leva sul governo e rientrare in possesso delle cifre del passato.
Oltre a questi tagli a Regioni ed altri Enti Locali, la manovra si sostanzia nella solita caccia all’evasione fiscale, nella ricerca di false pensioni di invalidità e nel blocco delle assunzioni degli stipendi nello Stato per 4 anni; ci sono poi i tagli che variano dal 5 al 10 per cento a secondo degli importi, per gli introiti di manager pubblici, ministri, sottosegretari, magistrati, nonché il dimezzamento dei contributi ai partiti.
Che cosa manca, a mio avviso? Sostanzialmente sono due i comparti nei quali avrei agito: il primo è una super tassazione a tutte i guadagni di borsa, cioè a quella che io definisco la rendita parassitaria; capisco benissimo che non è facile rintracciare queste situazioni e sottoporle a severe imposizioni fiscali, ma con l’elettronica si dovrebbe avere la tracciabilità di tutte le transazioni che avvengono in Borsa e da qui a ricavarne una situazione aggiornata, mi sembra che il passo sia breve; oppure quelle “figure” non possono essere disturbate? Questo perché non sono volti famosi ma gente che agisce nell’ombra e da lì non ama uscire? Forse!! Ma per me sono i veri “potenti”!!
L’altro intervento è quello di cui ho parlato tempo addietro e che venne definito: “fare pagare i ricchi e dare ai poveri”; come? Con quella super tassazione del 20% o anche più, limitata a due anni, da applicare sugli stipendi o comunque sui redditi che superano i 200mila euro annui; forse non si ricaverebbe una enormità, ma l’immagine per la gente comune, per quella che subirà dei tagli a scuola e assistenza, sarebbe stata importante: avrebbe pensato che finalmente anche i ricchi pagavano qualcosa!!
Un’ultima notizia: i risparmi decisi autonomamente da Quirinale, Parlamento e Consulta, sono destinati ad integrare i fondi della Cassa Integrazione che, purtroppo, ancora per qualche tempo sarà di gran moda. Bravi!!
Comunque, tutto quello che ho detto sopra, potrebbe essere ribaltato, in meglio o in peggio, quindi aspettiamo a trarre delle conclusioni definitive.

martedì, maggio 25, 2010

TAGLI, RITAGLI E FRATTAGLIE 

Ricordate il programma televisivo che portava il titolo di questo post? Era ironico, proprio come vorrei essere io con questo scritto; anche perché è inutile essere seri, dato che ancora non abbiamo una visione completa dei programma dei tagli che l’esecutivo si appresta a fare per risanare la baracca: abbiamo solo delle “voci”, dei “rumors”, tutte cose che vengono lanciate “per vedere l’effetto che provocano” e basta!!
Nel mirino del tesoro sembra esserci un taglio del 10% per i manager pubblici con stipendi oltre i 130mila euro annui, mentre quelli che percepiscono da 50 a 90mila euro il taglio è “solo” del 5%; per ministri e sottosegretari il taglio è del 10% ma solo per la parte eccedente gli 80mila euro; altre stupidaggini ci saranno in altre “caste” più o meno nobili ma saranno, come dire, solo punture di spillo, mentre la situazione richiederebbe l’uso dell’accetta e qui mi sembra che nessuno la impugni!!
Poi ci sarebbero le “onnipresenti” pensioni ma – fermo restando il solito innalzamento dell’età pensionabile – non mi sembra che si possa trovare grosse cifre; e allora? Sono apparsi in questi giorni due comparti che sono sulla bocca di tutti: la caccia all’evasione fiscale e quella ai falsi invalidi; entrambi sono di grosso impatto mediatico, ma anch’esse mi appaiono di scarso peso remunerativo immediato.
La prima (caccia all’evasione fiscale) mi fa sorgere immediatamente una domanda: ma c’era bisogno della crisi per scoprire che c’erano una marea di evasori e un oceano di elusori? Ma non lo sapevano anche le pietre della strada che stiamo galleggiando in mezzo al “nero” che più nero non si può? Come battuta satirica, la più gustosa l’ho sentita a “Striscia la Notizia”: “finora non hanno fatto la caccia ma la pesca, cioè hanno catturato i pesci ma, sportivamente, li hanno ributtati in acqua”; non male vero?
Comunque, battute a parte, sappiamo tutti che tra l’individuazione dell’evasore e l’introito dei denari ce ne passa di tempo, tra sentenze, ricorsi e compagnia bella, quindi non mettiamo subito in cantiere delle prede che ancora non sono morte.
L’altra cosa che è sulla bocca di tutti è la lotta alle false pensioni di invalidità: anche di questa situazione mi vedo costretto a dire che la cosa era risaputa: si sono susseguiti i governi – di centro destra e di centro sinistra – tutti lo hanno messo nel programma, ma se si esclude qualche cattura, opportunamente reclamizzata su stampa e TV, non si va oltre; su questo comparto particolarissimo, mi permetto andare un po’ oltre e fare un discorsino più serio: stante l’illegalità di coloro che non essendo invalidi, ne chiedono la pensione, mi verrebbe da dire che “chiedere non è reato”, finché tale richiesta non viene suffragata da certificati medici, analisi specifiche, accertamenti sanitari e via discorrendo. Quindi, al pensionato dichiarato cieco che invece guida l’automobile, oltre a togliergli la pensione non si va e allora bisogna andare oltre il singolo; quello che infatti dovrebbe essere colpito con particolarissima durezza è l’iter sanitario per l’ottenimento di tale beneficio: si parte dal primo medico che ha diagnosticato una cecità (esemplifico, ovviamente) per poi proseguire con lo specialista che ha confermato tale diagnosi fino a giungere alla struttura pubblica che ha controllato le cartelle cliniche dei medici e ha visitato il richiedente la pensione, trovandolo idoneo a ricevere il vitalizio.
Ebbene, tutte queste persone, dopo la radiazione dall’ordine dei medici, dovrebbero essere cacciati in prigione e costretti a restituire, in solido, allo Stato almeno una parte di quanto illegittimamente percepita dal pensionato; così, almeno servirebbe di lezione!
Meglio di niente, vada per l’educazione per il futuro!! Che ne dite??

domenica, maggio 23, 2010

MA TU CE L'HAI IL CAMMELLO? 

Il significato del titolo cercherò di spiegarlo nel corso del post, ma vedrete che sarà interessante scoprire “il possessore” del cammello; anzitutto diciamo subito che stiamo occupandoci dei problemi finanziari legati alla presente crisi economica mondiale e, in particolare al problema delle Borse, autentico termometro sul quale si valuta l’andamento di un paese; ma è un giusto termometro??
Che cosa è la Borsa Valori? La Borsa valori è un mercato, altamente regolamentato (vedremo dopo in quale modo), dove vengono scambiati valori mobiliari e valute estere. Si tratta di un mercato secondario, perché vengono trattati strumenti finanziari che sono già stati emessi e che sono quindi già in circolazione; è inoltre un mercato ufficiale (o regolamentato) poiché sono disciplinate in modo specifico tutte le operazioni di negoziazione, le loro modalità, e gli operatori e tipologie contrattuali ammessi. Compito della Borsa è quello di ricevere gli ordini di compravendita dagli operatori ed eseguirne la compravendita, attenendosi alla legge della domanda e dell'offerta. Il lavoro degli operatori (traders) viene chiamato trading ("scambio") dato che appunto viene scambiato uno strumento finanziario con del denaro contante.
Fin qui tutto chiaro, tutto limpido, solo che a quanto sopra detto deve essere aggiunto il problema delle vendite allo scoperto (“naked”, cioè “nude”, senza niente da entrambe le parti) e qui entra in gioco la storiella dalla quale ho tratto il titolo del post.
All’ombra di una palma, due arabi stanno trattando da ore la vendita di un cammello; ad un certo punto il venditore, spazientito, sbotta “Ma tu i soldi li hai per comprare il cammello?” ed il venditore risponde “Tranquillo, amico mio, fammi vedere finalmente questo tuo benedetto cammello e solo allora ti farò vedere i miei soldi”: in concreto erano due operatori di borsa che stavano operando “allo scoperto”!!
Infatti, in un mercato normale siamo certi che lo scambio di “soldi veri” contro “titoli posseduti” è garantito da una autorità, così come è assicurato che il prezzo si forma grazie a regole corrette di domanda e offerta; ma se il tutto avviene “allo scoperto”, succede che i due contraenti non hanno né i soldi e neppure i titoli e quindi è solo una scommessa, nella quale uno è rialzista e l’altro è ribassista, un po’ come la scommessa su due cavalli, in cui io dico che vince quello bianco e tu quello nero.
Una quindicina di giorni fa, a Wall Street, il titolo “Procter & Gamble” ha subito in pochi minuti un crollo di circa il 50% senza alcun motivo “industriale” apparente, ma solo perché attaccato dalla speculazione che ha buon gioco in quanto opera in un mercato regolato malissimo; poi arriva la Merkel che proibisce la vendita allo scoperto, cioè senza titoli e senza soldi, e molti s’indignano, invece di ringraziarla, come dovrebbero fare coloro che vanno in borsa non per speculare ma per investire: è diverso!!
Comunque, se la gente vuole scommettere, lo faccia pure, ma non per questo determini l’andamento di un mercato e, alla lunga, addirittura dell’economia di una Nazione; lo faccia nei modi e nei luoghi appositamente adibiti.
Io sono un appassionato di cavalli – non uno scommettitore – e capisco che il gioco sia una delle principali fonti di entrata che mandano avanti il sistema; ma il tutto avviene nella nicchia ristretta dell’ippica e non travalica oltre; cioè non determina e non incide su nient’altro che sul comparto ippico che, se le scommesse aumentano, vede la propria situazione migliorare, se diminuiscono, tutti i componenti devono tirare la cinghia: ma oltre a questo non andiamo, non si rischia di diminuire la pensione o lo stipendio di qualcuno per questo calo del settore ippico. Chiaro il concetto!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?