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sabato, dicembre 20, 2008

LA DEMOCRAZIA 

Prendo spunto dalla vicenda delle scarpe tirate addosso a Bush da un giornalista iracheno (Muntasser Al Zaid) e soprattutto dalle polemiche che si sono accese in merito a questo evento: l’opinione della stampa si è divisa, sostanzialmente, in due fronti opposti, uno che ricordava a tutti come un gesto del genere avrebbe comportato – all’epoca di Saddam – l’immediata fucilazione del malcapitato tiratore di scarpe e, per le successive manifestazioni di solidarietà inscenate da molte persone, la considerazione che queste si sono potute svolgere solo dopo la cacciata del tiranno e dei suoi scherani.
L’altra parte, di contro, rileva che le manifestazioni di odio nei confronti dei liberatori americani, sono un segnale che il “trapianto di democrazia” voluto dagli USA – ma anche da altri paesi occidentali – non è ben visto dalle due etnie religiose irachene, i sanniti e gli sciiti e quindi dovremmo ripensarci.
D’altronde, non ci viene detto, né dal giornalista protestatorio (che anzi si è scusato) e neppure da altri, cosa vogliano in concreto gli iracheni; in attesa che questo avvenga, vorrei fare un breve discorso sulla democrazia, quella cosa che – come diceva Churchill con la sua tipica ironia britannica – “è il migliore dei sistemi possibili”.
Per gli occidentali, la democrazia, specie dopo la sua saldatura con il liberalismo economico, è diventata il Bene Assoluto, un valore così universale che, più che un diritto, è un “dovere” fare adottare anche a popolazioni che hanno storia, tradizioni e vissuti assai diversi dai nostri e quindi la sentono come una camicia di forza.
Fra i detrattori della democrazia, alcuni sostengono che il suo significato “governo del popolo” o comunque della maggioranza, fa sì che diventi il “governo dei mediocri”; il primo a sostenerlo è stato un anonimo ateniese del V secolo avanti Cristo che ha lasciato questa frase: “Dovunque sulla faccia della Terra i migliori sono nemici della democrazia”; successivamente il concetto è stato ripreso ed ampliato da Platone ed Aristotele e – dopo ventitré secoli da Hegel e quindi da Blanc, Summer Maine, Gramsci e tanti altri, fino a giungere ai nostri giorni.
In sostanza, la democrazia – in antitesi col potere carismatico – sceglie a maggioranza, che è lo strumento tecnico cardine di ogni sistema elettorale democratico e tutti, in linea di principio, vi possono partecipare; poi la maggioranza sceglie al proprio interno dei “rappresentanti” e quindi, inevitabilmente, dei mediocri, perché è assolutamente assiomatico che la maggioranza non possa essere una élite.
Alexis de Tocqueville, nel suo saggio “La democrazia in America” scrive “al mio arrivo negli Stati Uniti, fui molto sorpreso fino a qual punto il merito fosse così scarso nei governanti; invano voi cercherete un uomo celebre, quasi tutti i suoi membri sono oscuri personaggi il cui nome non vi dice nulla”.
Noi, ovviamente, dopo quasi due secoli dalle parole di Tocqueville, non siamo affatto sorpresi della mediocrità dei governanti – non solo dei nostri – ma tale mediocrità è il prezzo che la democrazia paga ad un valore che le sta molto più a cuore: la libertà.
Insomma, per tirare due somme da quanto detto finora, domandiamoci se è giusto che noi si debba “imporre” questo sistema che a noi va bene ma non è detto che possa essere utile anche ad altri Paesi dalle origini e dalle storie così diverse dalle nostre; ricordiamoci che il bivio tra carisma e libertà che noi abbiamo risolto privilegiando quest’ultima, non a tutti può andare bene anche, ma direi soprattutto, per come lega la democrazia al sistema economico.

venerdì, dicembre 19, 2008

CATTIVI MAESTRI 

Esistono tante categorie, tante specie di cattivi maestri che per esaminarle tutte ci vorrebbe un libro: mi limito qui ad esporne un paio, salvo poi a riprendere il discorso a tempo debito.
La prima esemplificazione di cattivo maestro è – mi immagino la meraviglia di tutti voi – l’uscita pubblica di Gianfranco Fini, a proposito delle leggi razziali antiebraiche, delle quali si celebra in questi giorni il 70° anniversario (1938-2008); in occasione della cerimonia ufficiale, l’ex segretario del M.I.S., ha detto che “c’è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme a una legislazione antiebraica e perché – salvo talune luminose eccezioni – non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza nemmeno - mi duole dirlo – da parte della Chiesa cattolica”.
E adesso vediamo perché considero Fini un “cattivo maestro”: lui nel 1938 non c’era, neppure io, ma entrambi, immagino, abbiamo letto qualche libro di storia circa quel periodo e tutti e due ci siamo fatti un’idea della “dittatura fascista” che è stata una vera e propria azione di un totalitarismo esasperato, portato fino ai più minuti ingranaggi della vita sociale ed economica del Paese.
E allora mi chiedo – e gli chiedo – in quale parte della società dell’epoca intravede la possibilità di “fare resistenza” ad una normativa messa in piedi da un governo, appunto quello fascista, che non ammetteva il minimo dissenso; l’unica attività di resistenza fu realizzata dalle “talune eccezioni luminose” di cui si parla nella dichiarazione di Fini, ma ovviamente non possiamo considerarle come movimento di popolo.
Per quanto riguarda la stilettata alla Chiesa cattolica, non credo di avere l’autorità e neppure la conoscenza per confutarla o per accettarla; certo è che il Vaticano, con il proprio quotidiano “Osservatore Romano” ha reagito come se fosse stato morso da una tarantola e questo m’induce a pensare che qualcosa di vero possa esserci.
Fin qui va tutto bene, ma non abbiamo detto perché la dichiarazione di Fini fa diventare il personaggio un “cattivo maestro”: perché il risalto mediatico che è stato dato alla cosa e l’autorevolezza del personaggio – attualmente Presidente della Camera – induce la gente comune a credere che sia tutto vero, cioè a prendere la dichiarazione fatta da un politico come se fosse fatta da uno storico; e invece non è così, quindi per conoscere la vera situazione dell’Italia ai tempi delle Leggi razziali, bisogna leggere alcuni volumi di storia e non fermarsi alla frase di un politico: chiaro il concetto?
Facciamo un grande salto in avanti e spostiamoci sulla televisione – vera cassaforte di “cattivi maestri” – per sottoporre al vostro giudizio una trasmissione che va in onda su Canale 5 e Rete 4: si tratta di “Forum”, condotta da Rita dalla Chiesa.
In questa trasmissione vengono trattate alcune “liti” tra persone e giudicate da “finti” giudici, cioè da persone – giudici in pensioni, avvocati e altro – che cercano di giudicare sulla base del Codice, quando è possibile, oppure sulla scorta del proprio buonsenso; la Rita Dalla Chiesa è affiancata da due giovanotti – uno rosso di capelli ed uno moro – che hanno compiti di assistenza ma che “osano” dire la propria idea sul tema etico trattato, quasi fossero degli esperti, mentre in realtà non hanno nessun titolo a parlare e mi sembra anche poca dimestichezza con la lingua; ecco, per effetto della potenza del mezzo TV, queste idee dei due “signori nessuno”, diventano patrimonio dei telespettatori come se fossero pareri di autentici esperti.
Attenzione quindi, quei due sono dei “signori nessuno”, ed il loro parlare deve essere preso come tale; ricordatelo sempre!!

giovedì, dicembre 18, 2008

E LA DISOCCUPAZIONE ?? 

In questa sarabanda di inviti al consumo, ci siamo dimenticati di esaminare la situazione della forza lavoro che mostra dei numeri preoccupanti nell’intera Europa; dico questo perché finora questa forza lavoro è stata considerata anche – forse soprattutto – un elemento atto a consumare quello che gli proviene dal proprio lavoro; insomma una sorta di tubo digerente che da una parte riceve e dall’altra espelle: ovviamente, il tubo, al termine dell’operazione, resta vuoto.
Ma vediamo le cifre che evidenziano il problema: la media europea è del 7,1% e da questo dato ne discendono alcuni superiori ed altri inferiori: tra i primi abbiamo la Spagna con il 12,8 e la Francia con l’8,2, mentre tra i secondi ci siamo noi con il 6.8%, l’Inghilterra con il 5,7% e l’Olanda con appena il 2,5%.
Dall’esame di queste realtà abbiamo lo spaccato dell’Europa e, a fronte di Paesi messi maluccio come le Spagna e la Francia, abbiamo delle situazioni in netta controtendenza come l’Olanda.
Vediamo ora come alcuni Paesi pensano di affrontare la situazione: a casa nostra abbiamo già una proposta del Segretario della UIL, Raffele Bonanni, fatta propria anche dalla maggioranza che sta preparando un Decreto, in cui si propone una settimana “cortissima”: 4 giorni lavorativi soltanto a retribuzione invariata: la differenza sarebbe in parte a carico delle Aziende e in parte se la potrebbe accollare lo Stato.
In Germania, il cui dato è in linea con la media europea (7,1%), la Merkel ha promesso aiuti alle imprese per 200 miliardi entro il 2012; nel contempo ha chiesto alla grande industria di rinunciare a licenziamenti massicci e, in cambio, i dipendenti si dovrebbero dimostrare disponibili a ogni misura che possa ridurre i costi di produzione, quindi congelamento di tutti gli aumenti salariali provenienti dagli automatismi contrattuali e rinvio di tutti i contratti in scadenza; inoltre si prevede un ritorno al vecchio sistema Volkswagen che contempla una settimana di 28 ore concentrate su 4 giorni lavorativi e possibilità di lavoro straordinario, anche notturno, non retribuito.
In Francia, il fantasioso Sarkozy puntava su un concetto che ha alla base la novità della domenica lavorativa: infatti l’idea era quella di offrire respiro all’asfittico mercato del lavoro creando nuove opportunità e cioè permesso di aperture domenicali per negozi e grandi magazzini situati in località con più di un milione di cittadini ed estensione del permesso di lavorare la domenica anche alle realtà commerciali situate in zone turistiche e di frontiera.
Il primo rifiuto a questa iniziativa è venuta – manco a dirlo – dalla Chiesa che ha affermato come “non sia bene lavorare la domenica, in quanto tale pratica potrebbe nuocere all’equilibrio della società”.
In sede di votazione il provvedimento ha visto una strana saldatura tra elementi cattolici e socialisti: i primi hanno opposto il rifiuto di cui sopra è cenno, mentre i secondo hanno presentato 4.200 emendamenti contrari che, uniti alla fronda dei deputati cattolici all’interno dell’UMP, ha costretto il Ministro del Commercio ad un faticoso compromesso per cui i negozi saranno aperti una sola domenica ogni quattro.
Mentre resta da notare che gli economisti stanno già spostando in avanti il termine della fine di questa recessione (stiamo parlando della seconda metà del 2010), il dramma che incombe sull’intera Europa riguarda centinaia di migliaia di persone, di famiglie, sulle quali si abbatterà la perdita del lavoro: non è uno scherzo; le forze politiche sono chiamate a risolvere il problema prima che diventi una polveriera.

mercoledì, dicembre 17, 2008

E' SOLTANTO UNA MIA IDEA ... 

Dico nel titolo che “è soltanto una mia idea” e infatti è così; non ho prove neppure indiziarie per suffragare quello che io penso e quindi prendetelo per ciò che vale, cioè soltanto per una mia idea; e di questa mia idea, se non ne parlo con voi …
È un periodo – diciamo un mesetto o poco più – che la magistratura è scatenata contro varie amministrazioni locali nelle quali sembra che la mazzetta sia all’ordine del giorno: è cominciato con il Comune di Firenze dove alcuni assessori sono indagati per corruzione ed altri illeciti, in relazione ad un’area fabbricativa alla periferia della città, di proprietà del finanziere Ligresti; è proseguita con il Comune di Pescara, dove è indagato il Sindaco ed il patron di AirOne, Carlo Toto; spostiamoci poi verso Potenza dove il noto PM John Henry Woodcock ha indagato il Presidente della Regione, Vito De Filippo, insieme all’A.D. di Total Italia e ad un deputato attualmente in carica, tale Salvatore Margiotta, in merito a presunte tangenti nel campo delle estrazioni petrolifere in Basilicata; per finire, spostiamoci a Napoli, dove si sta abbattendo l’ennesimo ciclone giudiziario che, se salva il Sindaco Iervolino, colpisce vari assessori, compreso quel Nunes che tempo fa, forse sapendo tutto, non trovò di meglio che suicidarsi.
Come si usa dire nelle favole, facciamo un passo indietro e cominciamo a vedere l’appartenenza politica degli indagati: sono nella quasi totalità appartenenti al PD ed anzi, il Sindaco di Pescara riveste anche la carica di Segretario regionale del partito.
C’è da aggiungere che a monte di questa burrasca c’è un evento che apparentemente non c’entra niente: la lotta tra le due procure – Catanzaro e Salerno – con avvisi di garanzia “incrociati” che colpiscono i Procuratori Generali delle due città e oltre dieci P.M.; ricorderete che a margine di tali fatti, c’è stato l’intervento del CSM che ha – per ora – solo minacciato il trasferimento dei due reprobi e….basta.
Sempre su questa vicenda c’è stata una sorta di sollevazione politica tesa ad approvare una nuova legislatura nel campo giudiziario e, sembrerebbe uno dei pochi casi in cui entrambi gli schieramenti – salvo alcune eccezioni – sono d’accordo nel mettere mano ad una riforma nel più breve tempo possibile; ho già citato Luciano Violante, indiscusso leader del “partito dei giudici” che ha dichiarato come “la riforma sia necessaria in quanto i magistrati hanno troppo potere”.
E allora, a questo punto tiriamo le somme: la corrente estremista della Magistratura che vede per la prima volta la possibilità che si saldi una sorta di alleanza tra i due schieramenti politici per mettere mano ad una riforma, manda una serie di “avvertimenti” alla parte politica che riteneva essere dalla sua parte e che invece scopre di non averla più al suo fianco.
In questo messaggio – che è anzitutto una chiara dimostrazione di forza – la Magistratura avverte il PD che se si allea con coloro che vengono considerati “ nemici dei giudici”, le armi a disposizione dei tanti PM italiani possono essere puntate verso Veltroni e compagni, tanto più che l’accerchiamento della forza politica si completerebbe con Di Pietro che agisce dall’interno (almeno finché ce lo tengono).
Non mi chiedete se ho delle prove a suffragare questa mia congettura, in quanto ho già detto che non ne ho; mi sono limitato a fare due più due ed a mostrare il risultato; so benissimo che nella vita – e in politica in modo particolare - molte volte la banale sommatoria può nascondere un errore e quindi ve la do come l’ho pensata e basta!
Se qualcuno ha un’idea migliore, me lo faccia sapere.

martedì, dicembre 16, 2008

LA MADRE DEGLI IMBECILLI E' SEMPRE GRAVIDA 

L’America, ma di conseguenza anche il resto del mondo, non avevano certo bisogno di un nuovo scandalo finanziario e invece questo si è puntualmente verificato e nel modo più banale e scontato che si possa immaginare.
Il sistema per truffare è semplice e – proprio perché semplice – geniale: si offre ai sottoscrittori di un certo fondo una remunerazione addirittura “mostruosa” (così è stata definita dai truffati) e, per i primi tempi si fa fronte con il capitale immesso da nuovi aderenti; questa struttura a forma di piramide aveva gli ultimi investitori che in realtà, pur ricevendo rendimenti allettanti mensilmente, di fatto si vedevano sottrarre lentamente il capitale che serviva all’inventore della truffa per pagare “la vetta” della piramide che, dopo un certo periodo, aveva chiesto di uscire dal gioco.
Bernard Madoff – questo il nome del truffatore, ex Presidente di Nasdaq – a un certo punto restituiva agli investitori una piccola parte del capitale da diversificare altrove, simulando così un rendimento altissimo che – attraverso il passa parola – provocava enormi raccolte di denaro.
Destinatari della truffa questa volta non sono “ingenui” borghesi, dentisti e commercianti., ma VIP della più bell’acqua, miliardari che desideravano accrescere ancora di più il proprio capitale, insomma tutta gente della quale non riesco ad essere dispiaciuto di quanto accaduto: ingordi,ben vi sta!!
Vogliamo fare qualche nome di questi “ingenui” caduti nella trappola di Madoff: per l’amore che ho per il cinema do la preferenza a Steven Spielberg, rimasto intrappolato in questo “Jurassic Park” di natura finanziaria; è in buona compagnia, anzitutto di un Premio Nobel, Elie Diesel, e poi del magnate immobiliare, Mortimer Zukerman che è addirittura, Editore e Direttore del Daily News e dell’autorevole “News and World Report”.
Sembra che la frana di Madoff sia del livello di oltre 50 miliardi di dollari, una cifra colossale che in questi tempi si legge solo come aiuto alle case automobilistiche; eppure questo pare essere l’ammanco rilevato che, ovviamente, si riversa anche su tutta una serie di aziende di credito tra le quali la palma del più inguaiato spetta alla spagnola Banca di Santander con una esposizione di 2.3 miliardi di euro, seguita dall’Hsbc con 1 miliardo e dall’Union Bancarie Prive con 925 milioni; anche l’Italia – che notoriamente non si fa mancare mai niente – ha voluto partecipare al festival dell’ingenuo ed infatti l’Unicredit è inguaiata per 75 milioni, il Banco Popolare per 68 e Mediobanca per 671 mila (dollari in questo caso e non euro).
In Italia abbiamo piccole – proporzionalmente al resto – esposizioni allo tsunami finanziario di Madoff, ma ci lascia perplesso che una truffa nata proprio in America i primi del ‘900, sia ancora praticabile e trovi ancora tanti “ingenui” pronti a cascare nel tranello; pensate che la truffa ha anche un titolo, si chiama “schema Ponzi”, dal nome del primo truffatore che è, guarda caso, un italiano emigrato in Canada dove fu condannato per truffa ed emigrò subito dopo negli USA dove ebbe a mettere in piedi diverse truffe, la più famosa delle quali fu appunto quella dello schema a piramide e con la quale incassò 9 milioni e mezzo di dollari truffando circa 10 mila cittadini “ingenui” della media borghesia di Boston; venne condannato a 7 anni e mezzo e, dopo un’altra truffa negli USA, emigrò in Brasile e lì mori, povero in canna, nel 1949.
Con il termine “ingenui” intendo imbecilli ed aggiungo anche “ingordi” e sprovveduti; passi per il privato ma da questi VIP e dalle Banche non me l’aspettavo: vergogna!

lunedì, dicembre 15, 2008

OTTIMISMO O INSIPIENZA ?? 

In questi ultimi giorni, molti personaggi, più o meno autorevoli, stanno lanciando messaggi d’ottimismo rivolti a promuovere lo shopping natalizio e comunque a spalmare melassa sulle ferite degli italiani; tra i tanti gridi all’ottimismo, ne ho presi tre, lanciati da altrettanti personaggi, diversissimi tra loro ma accomunati da una caratteristica comune, l’insipienza. (significato secondo il Devoto – Oli: “totale mancanza di impegno intellettuale o morale”).
Il primo è stato il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che dall’alto del suo scranno e soprattutto dalla vetta dei tanti miliardi posseduti, si arroga il diritto di consigliare: “Abbiate fiducia, è l’ora di spendere, non di risparmiare”.
Un solo commento: per spendere avendo poco denaro in cassa, bisogna avere fiducia assoluta e cieca in un futuro roseo; chi dovrebbe darcela questa fiducia? Lei??
Il secondo personaggio VIP è Roberto Cavalli che ha ieri l’altro inaugurato un ristorante che ha chiamato “Club Cavalli” e che ha sede in una Chiesa sconsacrata nel pieno centro di Firenze; l’inaugurazione è stata festeggiata da un nutrito plotone di VIP o aspiranti tali, da Marta Marzotto a Jo Squillo, da Geri Halliwell a Ezio Greggio, tutti impegnati a sbafare e a farsi vedere che loro c’erano e gli altri no!.
Lo stilista Cavalli ha dichiarato che il locale, dall’arredamento costosissimo, è stato messo in piedi per “dare una mano alla figlia ed al di lei compagno” e che è – sono parole di Cavalli – “un invito a non avere troppa paura e a non smettere di sognare”.
Il terzo VIP, anzi questo è un “vippone”, che ha dichiarato la propria fiducia nel futuro è stato il geom. Flavio Briatore, boss della Renault corse, il quale, dalla Versilia dove già possiede il celebre “Twiga” e dove ha inaugurato il Museo del Motore a Scoppio, dichiara che “si può tornare ai fasti di un tempo, purché lo spirito d’iniziativa degli imprenditori versiliesi sia quello giusto”.
Ed ora anche il geometra, uomo dal passato misterioso, personaggio balzato alla ribalta con una disponibilità di denaro mostruosa (ha comprato una squadra di calcio in Inghilterra!!), ci invita a rischiare, a investire, insomma – in una parola – a spendere.
Torniamo al comune denominatore dei tre personaggi e, dopo aver confermato l’assenza dei due impegni, come sopra detto, cioè intellettuale e morale, possiamo aggiungere anche una caratteristica, magari meno precisa lessicalmente, ma forse ancora più pregnante: tutti e tre hanno molti soldi ma sono di quella categoria che un mio amico chiama “dai soldi freschi”, cioè di recente acquisizione.
So di farmi dei nemici nello scrivere quel che segue, ma io – confesso di fronte a tutti voi – invidio questi tre personaggi e quindi – se ne parlo male – un po’ è colpa anche della gelosia; mi spiego meglio: nel lontano passato, le categorie della gente non ammettevano se non rari scavalcamenti; sei nato re e resti re, sei nato mendico e resti mendico, sei nato nobile e fai il nobile, sei nato contadino fai il contadino.
Adesso, dopo che il mondo occidentale ha sbandierato ai quattro venti l’uguaglianza, senza essere in grado di renderla operativa, tutti si sentono uguali a tutti e pertanto, mentre non potevo essere invidioso del nobile, adesso posso esserlo dello “stilista” o del “personaggio TV” o comunque di coloro che si sono fatti un sacco di soldi.
Quindi, per concludere, mentre il contadino non poteva essere invidioso del nobile perché sapeva bene di correre su due campionati diversi, adesso che giochiamo tutti insieme (l’eguaglianza) l’invidia ci sta e rosica mica poco!!

domenica, dicembre 14, 2008

LA PARTE GIUSTA 

Qual è la parte giusta nella vita? Tutti noi siamo chiamati a “scegliere” al grande bivio che l’esistenza ci presenta di continuo e, alcuni di noi, imbroccano la parte giusta e altri invece quella sbagliata. Questo ragionamento “pseudo filosofico” mi serve per introdurre quanto sta accadendo a margine della vicenda Alitalia, ma con una parte minore della vicenda, quella dei creditori della nostra ex Compagnia di bandiera, che sembra non interessare a nessuno.
“Mi dicono, sa lei è creditore della “bad company” e purtroppo la CAI con lei non ha obblighi”: questo è grosso modo lo sfogo di un industriale che ha di recente costruito per Alitalia tutte le sale VIP di Fiumicino e di Linate, per un totale di un milione e quattrocento mila euro di credito vantato e a fronte del quale non ha incassato niente.
Nel caso specifico, la parte giusta è CAI – cioè la nuova compagnia che si addenta la parte buona di Alitalia – mentre la parte sbagliata è quella di chi è rimasto coinvolto in Alitalia, la bad company, cioè la parte cattiva della compagnia, e adesso si ritrova con un pugno di mosche dopo avere addirittura già pagato l’IVA sulla fatturazione del credito e non averlo ancora incassato.
L’industriale di cui sopra ha anche un nome – Aldo De Marco – ed è titolare di una piccola ma stimata azienda che fa parte della lista, lunghissima, delle aziende creditrici di Alitalia. Solo per lo scalo di Fiumicino le imprese coinvolte nel disastro sono una trentina, nelle quali lavorano quasi ottocento dipendenti (una media di una venticinquina l’una) che stanno rischiando il posto di lavoro e dei quali nessuno si occupa: per i piloti (il cui numero è molto simile a questo) si è mobilitato tutto quello che era possibile mobilitare – è mancato solo il Papa, poi c’erano tutti – mentre per questi signori che dovrebbero essere altrettanto meritevoli di tutela e di attenzione, nessuno si muove e, ancora peggio, nessuno ne parla.
Si è formato un comitato spontaneo per la tutela delle imprese creditrici costituito da un primo lotto di 14 aziende con un credito di 15 milioni di euro; hanno incontrato i vertici della Regione Lazio che “si sono mostrati interessati a difendere la loro causa, magari con una legge ad hoc che potrebbe aiutare le imprese ad attingere al credito agevolato”; ho messo tra virgolette questa parte in quanto non è opera mia ma ricalca quanto uscito dalla Regione: il termine “interessati a difendere” poteva essere solo appannaggio di una struttura pubblica che comprende tutta gente “con il culo al caldo” (quest’ultimo virgolettato è mio!!).
Pensate che per i piloti in esubero – mi pare poco più di mille unità – si è snaturata la Cassa Integrazione, portandone la durata fino a 7 anni (mi sembra più una pensione che un intervento tampone); di contro per questi lavoratori dell’indotto Alitalia non c’è proprio niente e per di più, trattandosi in massima parte di piccole o medie aziende, anche l’approccio al welfare è particolarmente difficile.
Concludo con una “sensata” dichiarazione del titolare di una di queste aziende in difficoltà, il cui contenuto sposo integralmente: “Il nostro Paese è uno strano Paese: chi sbaglia, come gli amministratori di Alitalia, non paga e gli danno pure liquidazioni milionarie e chi non sbaglia, come noi, invece paga; la mia azienda lavora da 20 anni con Alitalia e tutto è andato bene fino all’inizio del 2008, poi tutto è precipitato, tant’è vero che da otto mesi non ricevo più una lira, nonostante abbia continuato le forniture”.
Caro amico, si vede che lei è dalla parte sbagliata nel bivio della vita e questa posizione è impossibile cambiarla: lei è lì e ci resta, purtroppo!!

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