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sabato, febbraio 17, 2007

QUINDICI ANNI DA TANGENTOPOLI 

Quindici anni or sono veniva arrestato Mario Chiesa e questo evento dava inizio al ciclone Tangentopoli che doveva tenere con il fiato sospeso milioni di italiani, incollandoli al telegiornale della sera che dava le ultime notizie sugli arresti e sulle indagini e che ha consentito luminose carriere a magistrati fino ad allora sconosciuti

Quindici anni sono abbastanza per tentare un bilancio di quello che è stato e di quello che è stato prodotto; anzitutto due cifre: sono stati 3.175 gli individui rinviati a giudizio, dei quali 1.233 condannati (39%).

La Corte dei Conti – organo deputato a controllare il buon funzionamento della macchina statale – non esprime giudizi che ci possano tranquillizzare: sia l’organizzazione centrale che quelle delle varie periferie continuano a parlare di corruzione dilagante e fanno anche delle cifre – cifre che fanno accapponare la pelle – che la indicano nella mostruosa cifra di 70 miliardi di euro all’anno (due finanziarie).

Viene inquadrato anche la metodica di questo malaffare, ma – e sono anni che ci vengono spiattellate queste accuse – nessuno sembra più interessato a mettere mano a questa forma di corruzione che ha le sue principali attività illecite in quelle che vengono definite “consulenze allegre” e “poltrone facili” negli Enti Locali (che poi sono quelli che più si lamentano della stretta governativa).

In questo periodo, che è lo stesso in cui la Corte dei Conti esibisce la sua relazione annuale, i rilievi della magistratura contabile sono sempre gli stessi: consulenze non necessarie all’ente ma messe in piedi al solo scopo di favorire “qualcuno”, il quale stornerà poi una parte della prebenda a favore di colui che si è adoperato per fargliela avere (quest’ultimo commento è ovviamente mio e non della Corte dei Conti).

Una cosa che mi lascia perplesso è l’assolta indifferenza della gente per questa situazione, circostanza che agevola non solo coloro che effettuano le “dazioni”, ma soprattutto coloro che le ricevono.

Esiste – a livello mondiale – un organismo che si occupa di monitorare il fenomeno della corruzione; il suo nome è “Trasparency International” e da vari anni colloca il nostro paese in fondo alle classifiche europee (19°) e a metà classifica per quelle mondiali (45°): questa rilevazione indica nella Finlandia il paese più virtuoso (voto 9,6) seguita da Danimarca e Svezia, mentre all’Italia viene assegnato un modesto 4,9 che le consente di precedere la Repubblica Ceca, ma che la vede soccombere davanti a Ungheria e Slovenia.

Se poi si scende nei particolari, la struttura italiana di “T.I.” rivela che l’89% degli intervistati ritiene che i partiti politici siano corrotti ed il 72% riserva lo stesso trattamento agli organi d’informazione, mentre il 71% guarda con sospetto addirittura gli uffici erariali, mentre il 67% è convinto che il sistema giudiziario sia corrotto e il 65% pensa la stessa cosa del sistema sanitario.

Chi viene salvato da questa bufera? Il 60% degli italiani ritiene “non corrotto” il sistema dell’istruzione, mentre il 56% ha fiducia nei sacerdoti e nella polizia ed il 53% nell’Esercito.

Vorrei chiudere con una considerazione che non è mia ma di uno scrittore contemporaneo: De Gasperi ha finito i suoi giorni in una modesta villetta donatagli dal partito, Nenni in una analoga abitazione dii Formia, Mussolini quando fu messo a testa in giù a Piazzale Loreto, non gli cadde un soldo dalle tasche: tre casi assai diversi l’uno dall’altro ma che non saprei a quale politico contemporaneo appiccicare.

Ripeto: la citazione non è mia ma la faccio mia!!

venerdì, febbraio 16, 2007

ZIBALDONE N.2/2007 

In questo secondo zibaldone del nuovo anno ho racchiuso due argomenti che mi hanno particolarmente colpito e che spero siano anche di vostro interesse.

IL PRIMO argomento si riferisce alla presentazione di un recente libro sulla Cina del dopo Mao e la citazione che mi ha colpita è questa: “certo che tra qualche anno anche loro si allineeranno ai nostri standard e allora…”,

Ma andiamo con ordine e vediamo come è scaturita la frase in questione: l’intervistatore ha detto all’autore del volume che appariva strano come in una Repubblica Comunista, con tanto di Comitato Centrale che ha in mano tutte le leve del potere, si sia potuta avere questo sviluppo economico così eccezionale; l’intervistato ha ribattuto che è proprio l’inquadramento di tutto il popolo – come avviene in pieno regime totalitario – che si è potuto verificare il boom che tutti conosciamo; basti pensare che in Cina esiste il Sindacato, uno solo, e che il suo scopo è quello di gestire tutti i lavoratori dell’immenso paese, dove – è bene ricordare – è proibito lo sciopero ed i contravventori vengono messi in galera.

A questo punto è arrivata la frase dell’inizio “certo che tra qualche anno….”, ma io vorrei andare un po’ oltre e tirare fuori un concetto che ho già avuto modo di esprimere altre volte e cioè: ma chi l’ha detto che saranno i cinesi ad adeguarsi al nostra standard di civiltà e di libertà individuali e non saremo invece noi a ritrovarsi con gli standard e le libertà dei cinesi, “imposti” da qualcuno in forza di una crescita economica del nostro paese che altrimenti resterebbe dietro gli altri e questo – in pieno regime di globalizzazione – non ce lo possiamo certo permettere.

Se ci pensate un attimo, vedrete che così facendo verrebbero distrutte tutte quelle cose che tanto stanno a noia a “coloro che detengono il potere”: in particolare le libertà individuali che nel mondo occidentale albergano da varie generazioni, ma nessuno sembra accorgersene, tanto appaiono naturali; certo che se ci imponessero dove abitare, oppure che tipo di famiglia mettere in campo, allora, forse…..

Il SECONDO argomento che potete trovare su tutti i quotidiani, è il gran chiasso che si sta facendo sull’ampliamento della base americana di Vicenza; i discorsi vanno dai massimi sistemi della cosiddetta “sinistra antagonista” (mai dare ospitalità a chi bombarda) a sottili disquisizioni di ambientalisti vicentini e nazionali (al soldo della stessa sinistra antagonista) laddove si paventa un carico eccessivo di prelievo dell’acqua dalle falde del sottosuolo della base.

Nessuno che si sia dato il pensiero di andare ad intervistare gli oltre 1000 impiegati civili della base che con gli sporchi dollari americani mantengono altrettante famiglie e che, con la negazione dell’ampliamento, verrebbero messi in mezzo ad una strada (gli americani hanno già detto che se non li vogliamo andranno da un’altra parte); mi chiedo e vi chiedo, c’è un cane di politico – locale o nazionale – che ha pensato a queste mille persone ed ha predisposto un piano alternativo per la loro collocazione?

Non vorrei che fossero utilizzati alla stregua degli handicappati che vengono appioppati alle aziende della zona in funzione proporzionale al numero dei dipendenti e che vengono trattati….beh, lasciamo perdere.

Sarebbe invece molto interessante sapere che cosa ne pensano questi 1000 vicentini, ma nessun giornale o televisione li intervista; forse hanno paura di rilasciare dichiarazioni?


giovedì, febbraio 15, 2007

L'ANELLO DELL'AMORE 

Ieri, 14 febbraio si è consumata la cosiddetta Festa dell’Amore che viene collocata in coincidenza della ricorrenza di San Valentino, promosso a tutti gli effetti, nel grado di “protettore degli innamorati”. Vogliamo dare alcuni commenti circa questa festività di sicuro gusto consumistico? Certo che vogliamo!!

E a questo proposito mi voglio riferire inizialmente ad una pagina pubblicitaria che ho trovato ieri su vari giornali – in particolare quelli gratuiti che vengono distribuiti alle Stazioni Ferroviarie e che vanno principalmente a studenti e pendolari – e che mostra uno strano anello e che ha due slogan, quello superiore con caratteri più grossi e marcati, recita “A San Valentino niente le farà più piacere”, mentre quello inferiore da maggiori spiegazioni sull’oggetto: “Play Vibrations è l’anello stimolante per lui e per lei, per 20 minuti di vibrante piacere”; il produttore dello strumento è la Durex, famosa azienda legata al mondo dei preservativi.

Ho visto la pagina in questione alla Stazione di Firenze, mentre prendevo il treno per recarmi in ufficio; poiché non ci ho capito molto circa il funzionamento dello strumento, appena giunto nel luogo di lavoro ho chiamato alcuni miei collaboratori – tutti molto giovani – ed ho chiesto loro se conoscevano l’oggetto e come funzionava; mi hanno guardato come se avessi chiesto loro informazioni sulla Cupola di San Pietro oppure sul funzionamento dell’ascensore e poi – dopo avere ingoiato alcuni commenti salaci sulle mie conoscenze – sono passati a spiegarmi come agisce questa sorta di anello: si tratta infatti di un cerchio di metallo che ha attaccato un aggeggio che nell’immaginario “dell’anello” dovrebbe rappresentare il solitario o comunque la parte della pietra preziosa, mentre in effetti è il contenitore di una micro pila che fa vibrare lo strumento dopo che questo è applicato attorno all’organo genitale maschile, provocando – mi hanno detto – piacere all’uomo ed anche alla donna nella successiva (ed eventuale) penetrazione.

Non so se sono riuscito a spiegare l’oggetto, ma lo spero; quello che mi lascia interdetto è che questa pubblicità, chiaramente rivolta a giovani maschietti, possa indurre loro a comprare questo strumento, come se quello di cui ognuno di noi è dotato (mettiamoci anche un po’ di fantasia, perbacco!) non fosse sufficiente a provocare il piacere all’interno della coppia.

A questo proposito e tornando alla lezione impartitami dai miei giovani collaboratori, mi è stato detto che l’oggetto – in vendita in Farmacia, Supermercati e nelle migliori tabaccherie – è ormai un bel pezzo che sta andando a ruba, come si dice dalle mie parti, a dimostrazione che la trovata ha avuto un grande successo; tra chi? Cioè, chi ne sono gli acquirenti? Sembra, anche dall’impostazione pubblicitaria, che il target sia abbastanza giovanile, senza escludere, però, qualche persona oltre la mezza età di provenienza Viagra, alla ricerca di nuovi stimolanti.

Ma in tutto questo San Valentino cosa c’entra? Ci rendiamo conto – voglio sperare – che stiamo rendendo “l’amore” uguale al “sesso”, mentre è solo nel connubio delle due forme spirituali che si basa la “relazione”?

Meditiamo, gente, meditiamo e non continuiamo a cadere preda del consumismo anche quando si parla di spirito!!


martedì, febbraio 13, 2007

LIQUIDAZIONI D'ORO 

Il tormentone del momento riguarda la liquidazione che Giancarlo Cimoli, dimissionario o dimissionato Presidente di Alitalia, percepirà: sembra che la buonuscita del manager pubblico ammonti ad una cifra da stabilire compresa tra i 5 e gli otto milioni di euro, oltre ad una dichiarazione che gli verrà rilasciata e nella quale sarà messo al riparo da eventuali future azioni di responsabilità patrimoniale per lo sfacelo dei conti da lui amministrati: in soldini, al bravo presidente non si potrà mai contestare niente!

Ma facciamo un passo indietro ed andiamo a trovare il grande Cimoli ai vertici delle Ferrovie, dalle quali se ne è andato potendo vantare un aumento del disavanzo, una sempre più netta frizione tra dirigenza e personale e – quello che forse è più importante – una bocciatura della clientela per quanto attiene al funzionamento dell’azienda: per questo bel capolavoro al signor Presidente veniva concessa una sommetta a titolo di buonuscita pari a 6,7 milioni di euro.

Arrivato in Alitalia con il compito specifico di “salvare” la gloriosa compagnia di bandiera, si è accinto all’improbo lavoro forte di uno stipendio annuale di 2 milioni e 269 mila euro (circa 189 mila euro al mese) che nel 2006 – in pieno sfascio dell’azienda – veniva “ritoccato” con un aumento del 23% arrivando a quasi 2 milioni e 800 mila euro (circa 230 mila euro mensili) e facendo registrare il record tra i manager dell’aviazione europea.

Come “chicca”, sembra che quest’ultimo aumento derivi da una sorta di bonus assegnato al dirigente sulla scorta dei risultati conseguiti: da notare che il 2006 si è chiuso con un deficit di 380 milioni di euro e con una dichiarazione “storica” di Cimoli nella quale affermava che “l’unico modo per ripianare il debito era non far volare gli aerei”.

Su tutta questa situazione, alcuni deputati – appartenenti sia alla maggioranza che all’opposizione – hanno presentato un’interrogazione urgente al premier ed al Ministro dell’Economia, tenuto conto che anche la Procura di Roma ha chiesto la documentazione sulle prebende di Cimoli – dopo avere acquisito quella su Rai, Poste, Ferrovie, Enel e Anas – a fronte di una indagine che ha preso il nome suggestivo di “stipendi d’oro” e che vede coinvolti vari dirigenti di aziende a partecipazione statale; di quest’ultima indagine non ho la minima fiducia, in quanto c’è troppa commistione tra indagatori ed indagati e troppi interessi da salvaguardare; per quanto riguarda poi la politica, peggio ancora, visti gli stipendi che vi circolano e di cui parlerò in un prossimo post.

A lato di tutte queste iniziative, il legale di Cimoli ha rilasciato una dichiarazione nella quale afferma che “non vi è alcun contratto che garantisca 8 milioni di euro in caso di recesso anticipato e non vi è alcuna trattativa tra Cimoli e il Ministero dell’Economia in relazione ad una qualsiasi buonuscita”.

Cosa si arguisce da tutto questo: che viene smentito “il contratto”, ma non la buonuscita, anche se per questa non sono in corso delle trattative, probabilmente perché non ce n’è bisogno, essendo già stato trattato tutto quello che c’era da trattare nel momento in cui Cimoli è stato “dimissionato” e sostituito da un nuovo alto burocrate che guadagnerà, grosso modo, quanto lui e combinerà, grosso modo, gli stessi malestri.

Trovate che sono pessimista??


domenica, febbraio 11, 2007

LIBERALIZZARE LA BENZINA ??? 

Dopo lo sciopero (o meglio la serrata) dei benzinai nei giorni scorsi, se ne prevede un’altro più lungo (4 giorni anziché 2) a cavallo tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo; quale il motivo del contendere? Nel contesto dell’ultima “lenzuolata” (così è stata definita dalla stampa) di liberalizzazioni messa in piedi dal Ministro Bersani, un posto di rilievo – a suo dire – l’avrebbe la possibilità di mettere i distributori di benzina all’interno dei Centri Commerciali, operazione che dovrebbe portare ad una diminuzione non indifferente del costo dei carburanti.

Alcuni commenti s’impongono: il primo è che trovo comodo (per non dire scandaloso) che lo Stato si preoccupi della diminuzione di un prodotto sul quale grava pesantemente la tassazione erariale: pensate che quando mettiamo 10 euro di benzina, sette circa vanno allo stato ed i rimanenti tre vengono divise tra i petrolieri, i raffinatori, i trasportatori e, per ultimo, i benzinai, cioè l’anello finale della filiera che ha l’incombenza di distribuire il prodotto.

Questi tre miseri euro che vengono suddivisi tra vari operatori del settore, sono adesso sotto l’occhio vigile del Ministero dell’Industria e sembra che – tra i vari componenti del settore distributivo, sia stato scelto l’ultimo (cioè i benzinai) per cercare un risparmio per gli utenti.

Ho già detto che tra il benzinaio sotto casa e Moratti non ho dubbi su chi abbia più soldi; ma voglio aggiungere che per Bersani è molto più facile attaccare il benzinaio che Moratti, stante le tante “protezioni” che quest’ultimo ha anche in campo politico.

Meno reverenzialità pare dimostrare la Procura di Roma che sembrerebbe essere scesa in campo sia contro i petrolieri che i benzinai: per i primi si sta indagando circa una sorta di “cartello” che esisterebbe in forma surrettizia per le variazioni dei prezzi, mentre per i secondi si sta esaminando il fatto della disattivazione, durante la recente serrata, dei self service che invece, per legge, dovrebbero rimanere sempre aperti.

Per quanto attiene l’attività dei petrolieri, mi sembra di ricordare che anche l’Antitrust ha aperto una istruttoria formale nei confronti di nove compagnie petrolifere accusate di scambi di informazioni, modifiche pilotate dei prezzi ed alterazione delle regole di mercato; in una parola “cartello”, eventualità che adesso è anche all’esame della magistratura.

Se volete, possiamo fare una scommessa: i benzinai qualche guaio lo passeranno, anche perché vanno ad impattare una riforma che per Bersani è qualificante ed anche perché intralciano l’attività dei Centri Commerciali (leggi Coop) che si stanno già attrezzando per mettere in piedi questa nuova vendita.

Per quanto riguarda invece i petrolieri, lì ci sarà da lottare maggiormente, perché agli stramiliardi che possono essere gettati nella mischia, si aggiunge il potere politico che essi hanno come categoria, potere che è ben più difficile intaccare di quello dei benzinai, oppure dei parrucchieri e dei farmacisti (tanto per citare alcune delle ultime liberalizzazioni).

Comunque sia, entrambe queste categorie (petrolieri e benzinai) stanno all’interno di quei famosi 3 euro su 10; possibile che a nessun ministro venga in mente di andare a toccare quegli altri 7 euro che fanno elevare così tanto il prezzo dei carburanti??


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