sabato, marzo 28, 2009
RIFLESSIONI SU ARGOMENTI DIVERSI
In questo post vorrei fare alcune riflessioni su argomenti assolutamente diversi l’uno dall’altro e quindi è inutile cercare qualche legame: l’unico è che hanno suscitato il mio interesse; spero anche il vostro!
Per esempio: ci siamo resi cento che Sky è diventata una nuova RAI? Cosa intendo dire: le televisioni cosiddette “generaliste” si dividevano il mercato della pubblicità e il canone: la Rai arraffava da entrambe le fonti, mentre le private, Mediaste, La7 e le altre minori, campavano solo con le entrate pubblicitarie.
Sky, nata come televisione satellitare, per il cui servizio fa pagare una sorta di canone, sia pure mascherato da abbonamento, per un certo periodo ha campato solo con questo introito e non faceva pubblicità; adesso, oltre all’abbonamento – il bouquet base, senza cioè i film e lo sport, costa 30,50 euro il mese cioè 366 euro l’anno, più di tre volte il canone Rai – carica tutti i programmi di una quantità altissima di spot pubblicitari.
Ci siamo quindi ritrovati una seconda Rai, che fa grosso modo le stesse cose delle altre reti “generaliste” e incassa anche un cospicuo contributo dei telespettatori; è appena il caso di aggiungere che Sky è un autentico monopolista per quanto riguarda le trasmissioni via satellite e questo, dopo avere bofonchiato contro Mediaset, è stato da tutti accettato supinamente.
Un’atra riflessione mi scappa di farla sulla situazione alla Piaggio – regno di Colaninno, patron Alitalia – dove il rinnovo contrattuale, già siglato da Cisl e Uil, non è stato accettato dalla Cgil che ha preferito andare al referendum, con tutti i rischi che questo atteggiamento comporta; ebbene, la maggioranza dei propri iscritti (57,6%) ha votato per l’accettazione del nuovo contratto.
In questa situazione di crisi nella quale i posti di lavoro diminuiscono a tutto spiano, se il sindacato perde di vista i desideri degli iscritti, siamo davvero alla frutta; da notare che è stato determinante il voto degli impiegati che per circa l’85% hanno voltato le spalle alla Cgil votando per il contratto; alcune dichiarazioni dei due fronti: quella del SI al contratto “con questi chiari di luna meglio poco che i licenziamenti”, mostra ragionevolezza, anche troppa, mentre quella del NO “volevamo più soldi e meno lavoro e abbiamo avuto l’esatto contrario” mette il dito nella piaga: questo nostro industrialismo senza etica, cerca di approfittare anche di questa crisi per fare i propri affari, ovviamente a danno del lavoratore.
Vi ricordare il caso di quella ragazzina di 15 anni, Chantelle, che ha partorito una bambina il cui padre – a detta della madre e della nonna – avrebbe dovuto essere un ragazzo di 13 anni, tale Alfie, soprattutto invogliato a rivendicare la paternità, dal sostanzioso gruzzoletto messo a disposizione della coppia da un giornale inglese ?
Ebbene, la prova del Dna ha dimostrato che Alfie non è il padre della piccola Maisie e quindi la caccia continua; da notare che almeno una mezza dozzina di adolescenti ha avuto rapporti sessuali completi con Chantelle e quindi l’individuazione del genitore non sarà cosa facilissima; problemi del nostro tempo!
L’ultimo argomento riguarda la giustizia italiana: dopo la “bocciatura” da parte della Banca Mondiale (Italia al 156° posto), l’Europa ci impone, finalmente, delle data precise per fare delle riforme che abbrevino la durata dei processi: il 2009 per le procedure amministrative e il 2010 per le cause civili e penali.
Ora non ci sono più scuse! Le riforme vanno fatte e alla svelta, pena sanzioni europee!
Per esempio: ci siamo resi cento che Sky è diventata una nuova RAI? Cosa intendo dire: le televisioni cosiddette “generaliste” si dividevano il mercato della pubblicità e il canone: la Rai arraffava da entrambe le fonti, mentre le private, Mediaste, La7 e le altre minori, campavano solo con le entrate pubblicitarie.
Sky, nata come televisione satellitare, per il cui servizio fa pagare una sorta di canone, sia pure mascherato da abbonamento, per un certo periodo ha campato solo con questo introito e non faceva pubblicità; adesso, oltre all’abbonamento – il bouquet base, senza cioè i film e lo sport, costa 30,50 euro il mese cioè 366 euro l’anno, più di tre volte il canone Rai – carica tutti i programmi di una quantità altissima di spot pubblicitari.
Ci siamo quindi ritrovati una seconda Rai, che fa grosso modo le stesse cose delle altre reti “generaliste” e incassa anche un cospicuo contributo dei telespettatori; è appena il caso di aggiungere che Sky è un autentico monopolista per quanto riguarda le trasmissioni via satellite e questo, dopo avere bofonchiato contro Mediaset, è stato da tutti accettato supinamente.
Un’atra riflessione mi scappa di farla sulla situazione alla Piaggio – regno di Colaninno, patron Alitalia – dove il rinnovo contrattuale, già siglato da Cisl e Uil, non è stato accettato dalla Cgil che ha preferito andare al referendum, con tutti i rischi che questo atteggiamento comporta; ebbene, la maggioranza dei propri iscritti (57,6%) ha votato per l’accettazione del nuovo contratto.
In questa situazione di crisi nella quale i posti di lavoro diminuiscono a tutto spiano, se il sindacato perde di vista i desideri degli iscritti, siamo davvero alla frutta; da notare che è stato determinante il voto degli impiegati che per circa l’85% hanno voltato le spalle alla Cgil votando per il contratto; alcune dichiarazioni dei due fronti: quella del SI al contratto “con questi chiari di luna meglio poco che i licenziamenti”, mostra ragionevolezza, anche troppa, mentre quella del NO “volevamo più soldi e meno lavoro e abbiamo avuto l’esatto contrario” mette il dito nella piaga: questo nostro industrialismo senza etica, cerca di approfittare anche di questa crisi per fare i propri affari, ovviamente a danno del lavoratore.
Vi ricordare il caso di quella ragazzina di 15 anni, Chantelle, che ha partorito una bambina il cui padre – a detta della madre e della nonna – avrebbe dovuto essere un ragazzo di 13 anni, tale Alfie, soprattutto invogliato a rivendicare la paternità, dal sostanzioso gruzzoletto messo a disposizione della coppia da un giornale inglese ?
Ebbene, la prova del Dna ha dimostrato che Alfie non è il padre della piccola Maisie e quindi la caccia continua; da notare che almeno una mezza dozzina di adolescenti ha avuto rapporti sessuali completi con Chantelle e quindi l’individuazione del genitore non sarà cosa facilissima; problemi del nostro tempo!
L’ultimo argomento riguarda la giustizia italiana: dopo la “bocciatura” da parte della Banca Mondiale (Italia al 156° posto), l’Europa ci impone, finalmente, delle data precise per fare delle riforme che abbrevino la durata dei processi: il 2009 per le procedure amministrative e il 2010 per le cause civili e penali.
Ora non ci sono più scuse! Le riforme vanno fatte e alla svelta, pena sanzioni europee!
venerdì, marzo 27, 2009
E SE FOSSE VERO DAVVERO ??
Nel mio post del 22 scorso – neppure una settimana fa – ipotizzavo in forma di sogno, una “incazzatura” generale dei poveri ai danni dei ricchi; il tutto prendeva lo spunto da un film, cioè da un’opera di fantasia e in quello scritto facevo notare questa circostanza, ma aggiungevo che, qualche volta, le cose che gli autori comunicano tramite un messaggio di “finzione” come è un film, si possono tramutare in realtà.
Ebbene - senza voler cantare vittoria e neppure alleluia, era ora! - qualche segnale sia pure timido in tal senso possiamo coglierlo da alcune notiziole che ci pervengono dalla Francia e dalla Scozia; come di consueto vediamo le vicende.
In Francia, il direttore della filiale della 3M – azienda statunitense – è stato sequestrato dai suoi dipendenti e tenuto “prigioniero” nel suo ufficio per oltre un giorno; unica concessione è stata quella di andare in bagno e, con quello che gli stava accadendo penso che sarà accaduto varie volte!!.
Quale il motivo di tale atteggiamento dei lavoratori? Il manager, a capo di una struttura che conta 235 dipendenti, ha comunicato il licenziamento di quasi il 50% delle maestranze (110 impiegati) e da questo è scaturita la protesta dei lavoratori che chiedevano nuove condizioni finanziarie per i 110 licenziati e assicurazioni per coloro che rimangono al lavoro.
Dopo 17 ore di trattativa il manager è stato liberato ma non è dato sapere – almeno io non lo so – se un accordo sia stato trovato oppure no; è presumibile che abbia prevalso la prima ipotesi, in quanto altrimenti non avrebbe avuto senso la “liberazione”.
Da notare che in Francia c’era già stato, giorni addietro, un altro “boss napping”, cioè “sequestro di manager”, e questa volta il rapito era l’Amministratore Delegato della Filiale della Sony: anche in questo caso sembra che un accordo sia stato trovato.
In Scozia, precisamente a Edimburgo, i lavoratori, riuniti in una associazione “anti-capitalismo”, hanno attaccato, di notte, la casa di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland; nell’azione sono state spaccate quattro finestre della villa e danneggiato seriamente la Mercedes che era parcheggiata all’esterno; il manager – battezzato dalla stampa “Fred il trituratore” per la facilità con cui risanava aziende tagliando sul costo del lavoro – è diventato in Gran Bretagna il catalizzatore della rabbia popolare, specie quando sono emerse le cifre della sua buonuscita:: 16.9 milioni di sterline (circa 18 milioni di euro) e una pensione vitalizia annuale di 700mila sterline (762mila euro), mentre la banca da lui finora amministrata ha chiuso il 2008 con una perdita di 24.1 miliardi di sterline (27 miliardi di euro) e il Governo è stato costretto ad intervenire per evitare il fallimento dell’Azienda.
Il gruppo che ha rivendicato l’azione dimostrativa si firma con un nome che non lascia spazio a equivoci: “Bank bosses are criminals” la cui traduzione è anche facile: “i banchieri sono delinquenti”; in aggiunta il gruppo ha inviato ai media una e-mail nella quale, oltre a rivendicare l’atto vandalico, annunciava altre azioni del genere.
Insomma, non sarà la rivoluzione, ma potrebbe essere un promettente inizio di qualcosa di veramente interessante; se, come sembra molto probabile, questa crisi continuerà e metterà con il culo per terra una gran massa di gente, non vedo il motivo per il quale queste persone non possano cercare – oltre ad un nuovo lavoro – anche di farla pagare a coloro che sono i veri, autentici responsabili e che sono ancora tutti ai loro posti, con stipendi e benefit a malapena intaccati dall’azione di qualche governo; in sostanza con il culo al calco. Speriamo bene, anche se è meglio non farsi illusioni!!
Ebbene - senza voler cantare vittoria e neppure alleluia, era ora! - qualche segnale sia pure timido in tal senso possiamo coglierlo da alcune notiziole che ci pervengono dalla Francia e dalla Scozia; come di consueto vediamo le vicende.
In Francia, il direttore della filiale della 3M – azienda statunitense – è stato sequestrato dai suoi dipendenti e tenuto “prigioniero” nel suo ufficio per oltre un giorno; unica concessione è stata quella di andare in bagno e, con quello che gli stava accadendo penso che sarà accaduto varie volte!!.
Quale il motivo di tale atteggiamento dei lavoratori? Il manager, a capo di una struttura che conta 235 dipendenti, ha comunicato il licenziamento di quasi il 50% delle maestranze (110 impiegati) e da questo è scaturita la protesta dei lavoratori che chiedevano nuove condizioni finanziarie per i 110 licenziati e assicurazioni per coloro che rimangono al lavoro.
Dopo 17 ore di trattativa il manager è stato liberato ma non è dato sapere – almeno io non lo so – se un accordo sia stato trovato oppure no; è presumibile che abbia prevalso la prima ipotesi, in quanto altrimenti non avrebbe avuto senso la “liberazione”.
Da notare che in Francia c’era già stato, giorni addietro, un altro “boss napping”, cioè “sequestro di manager”, e questa volta il rapito era l’Amministratore Delegato della Filiale della Sony: anche in questo caso sembra che un accordo sia stato trovato.
In Scozia, precisamente a Edimburgo, i lavoratori, riuniti in una associazione “anti-capitalismo”, hanno attaccato, di notte, la casa di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland; nell’azione sono state spaccate quattro finestre della villa e danneggiato seriamente la Mercedes che era parcheggiata all’esterno; il manager – battezzato dalla stampa “Fred il trituratore” per la facilità con cui risanava aziende tagliando sul costo del lavoro – è diventato in Gran Bretagna il catalizzatore della rabbia popolare, specie quando sono emerse le cifre della sua buonuscita:: 16.9 milioni di sterline (circa 18 milioni di euro) e una pensione vitalizia annuale di 700mila sterline (762mila euro), mentre la banca da lui finora amministrata ha chiuso il 2008 con una perdita di 24.1 miliardi di sterline (27 miliardi di euro) e il Governo è stato costretto ad intervenire per evitare il fallimento dell’Azienda.
Il gruppo che ha rivendicato l’azione dimostrativa si firma con un nome che non lascia spazio a equivoci: “Bank bosses are criminals” la cui traduzione è anche facile: “i banchieri sono delinquenti”; in aggiunta il gruppo ha inviato ai media una e-mail nella quale, oltre a rivendicare l’atto vandalico, annunciava altre azioni del genere.
Insomma, non sarà la rivoluzione, ma potrebbe essere un promettente inizio di qualcosa di veramente interessante; se, come sembra molto probabile, questa crisi continuerà e metterà con il culo per terra una gran massa di gente, non vedo il motivo per il quale queste persone non possano cercare – oltre ad un nuovo lavoro – anche di farla pagare a coloro che sono i veri, autentici responsabili e che sono ancora tutti ai loro posti, con stipendi e benefit a malapena intaccati dall’azione di qualche governo; in sostanza con il culo al calco. Speriamo bene, anche se è meglio non farsi illusioni!!
giovedì, marzo 26, 2009
DA "MOSTRO" A OSPITE TV
Ricorderete tutti il pasticciaccio dello stupro al Parco della Caffarella, con due romeni arrestati perché ritenuti responsabili del brutale atto nei confronti di una ragazzina che stava amoreggiando con il fidanzato: i loro soprannomi, affibbiati dalla stampa, erano “faccia da pugile” e ”il biondino”.
Possiamo anche parlare di rei confessi, in quanto “faccia da pugile” era stato indicato proprio da “il biondino” che, nel contempo, si era auto accusato di aver commesso lo stupro, mentre l’amico stava a guardare; la scusa addotta era stata che dopo un inizio dell’avventura mirato “solo” alla rapina, le fresche carni della ragazza avevano fatto ribollire il sangue ed allora c’era stato lo stupro; l’esame del DNA, con grande sorpresa degli investigatori, aveva dato parere negativo e quindi “faccia da pugile” – mentre l’amico rimaneva in galera per altri reati – è stato scarcerato; alla domanda sul perché in un primo tempo si erano accusati del reato, la risposta è stata che “erano stati indotti dai poliziotti romeni che avevano condotto l’interrogatorio”: mistero ancora irrisolto!
Appena liberato Karol Racz – questo il suo nome – è stato condotto a registrare una sua partecipazione a “Porta a Porta” e, il giorno seguente, ha imperversato su quasi tutte le emittenti per l’intero pomeriggio: era diventato un divo e mi auguro che si sia fatto anche pagare, perché questo è ciò che ci meritiamo!
In queste apparizioni televisive, ha inviato tutta una serie di “pillole di verità”, cominciando col dire che lui è stato in un orfanotrofio fino all’età di 18 anni e che è tutt’altro che uno stupratore: figuriamoci che voleva farsi “monaco”! Ha continuato affermando di non essere mai stato al Parco della Caffarella e, a quanto gli risulta, neppure l’amico Alexandru Loyos, “il biondino” colui cioè che lo accusa, ci sarebbe mai stato; ovviamente non sa perché il compatriota si sia accanito su di lui, ma lui giura sulla sua innocenza e precisa che in Romania non ha mai fatto niente di male e di avere la fedina pulita: solo una volta è stato multato perché viaggiava sul treno senza biglietto!! Per la verità i dati provenienti dalla Romania sono ben diversi e parlano di quattro condanne subite dal 1997 al 2005 per furto aggravato, ma la risposta è immediata ed è “all’italiana”: si tratta di un disgraziato caso di omonimia!
Insomma, la commozione ricercata dai conduttori dei talk-show è stata facilmente raggiunta e le inquadrature degli occhi lucidi di ospiti e pubblico hanno fatto il resto. Il nostro Karol, debitamente scortato dal suo avvocato, tale Lorenzo La marca, a caccia anch’esso della sua fetta di notorietà, ha dichiarato di essere in Italia per cercare un onesto lavoro e di essere un bravo pasticciere, mestiere che vorrebbe intraprendere se qualche proprietario di forno o pasticceria lo vorrà chiamare: siamo arrivati anche allo spot sulla ricerca del lavoro!!
Ci sarebbe da aggiungere che la Romania ha gelato il nostro Ministro per le Politiche Europee, Ronchi, in visita ufficiale, mostrando una sostanziale indifferenza sull’evento; ma a queste situazioni ufficiali, mi piace anteporre la sorte che possiamo prevedere per Karol dopo la presentazione televisiva: se fosse in partenza un qualche reality sarei pronto a scommettere che il romeno sarebbe ingaggiato; ma anche senza questo “appoggio”, non faccio fatica a pronosticargli un futuro di “comparsate”, in televisione ma anche in qualche discoteca che ricerca l’effetto “forte”: insomma, la vita scorrerà discretamente bene, anche se la notorietà che nasce dal nulla risulta effimera e veloce a scomparire; se lo ricordi Karol, e se può cerchi di mettere a profitto le sue conoscenze di pasticceria, sulla quale c’è più fatica ma anche più sicurezza!!
Possiamo anche parlare di rei confessi, in quanto “faccia da pugile” era stato indicato proprio da “il biondino” che, nel contempo, si era auto accusato di aver commesso lo stupro, mentre l’amico stava a guardare; la scusa addotta era stata che dopo un inizio dell’avventura mirato “solo” alla rapina, le fresche carni della ragazza avevano fatto ribollire il sangue ed allora c’era stato lo stupro; l’esame del DNA, con grande sorpresa degli investigatori, aveva dato parere negativo e quindi “faccia da pugile” – mentre l’amico rimaneva in galera per altri reati – è stato scarcerato; alla domanda sul perché in un primo tempo si erano accusati del reato, la risposta è stata che “erano stati indotti dai poliziotti romeni che avevano condotto l’interrogatorio”: mistero ancora irrisolto!
Appena liberato Karol Racz – questo il suo nome – è stato condotto a registrare una sua partecipazione a “Porta a Porta” e, il giorno seguente, ha imperversato su quasi tutte le emittenti per l’intero pomeriggio: era diventato un divo e mi auguro che si sia fatto anche pagare, perché questo è ciò che ci meritiamo!
In queste apparizioni televisive, ha inviato tutta una serie di “pillole di verità”, cominciando col dire che lui è stato in un orfanotrofio fino all’età di 18 anni e che è tutt’altro che uno stupratore: figuriamoci che voleva farsi “monaco”! Ha continuato affermando di non essere mai stato al Parco della Caffarella e, a quanto gli risulta, neppure l’amico Alexandru Loyos, “il biondino” colui cioè che lo accusa, ci sarebbe mai stato; ovviamente non sa perché il compatriota si sia accanito su di lui, ma lui giura sulla sua innocenza e precisa che in Romania non ha mai fatto niente di male e di avere la fedina pulita: solo una volta è stato multato perché viaggiava sul treno senza biglietto!! Per la verità i dati provenienti dalla Romania sono ben diversi e parlano di quattro condanne subite dal 1997 al 2005 per furto aggravato, ma la risposta è immediata ed è “all’italiana”: si tratta di un disgraziato caso di omonimia!
Insomma, la commozione ricercata dai conduttori dei talk-show è stata facilmente raggiunta e le inquadrature degli occhi lucidi di ospiti e pubblico hanno fatto il resto. Il nostro Karol, debitamente scortato dal suo avvocato, tale Lorenzo La marca, a caccia anch’esso della sua fetta di notorietà, ha dichiarato di essere in Italia per cercare un onesto lavoro e di essere un bravo pasticciere, mestiere che vorrebbe intraprendere se qualche proprietario di forno o pasticceria lo vorrà chiamare: siamo arrivati anche allo spot sulla ricerca del lavoro!!
Ci sarebbe da aggiungere che la Romania ha gelato il nostro Ministro per le Politiche Europee, Ronchi, in visita ufficiale, mostrando una sostanziale indifferenza sull’evento; ma a queste situazioni ufficiali, mi piace anteporre la sorte che possiamo prevedere per Karol dopo la presentazione televisiva: se fosse in partenza un qualche reality sarei pronto a scommettere che il romeno sarebbe ingaggiato; ma anche senza questo “appoggio”, non faccio fatica a pronosticargli un futuro di “comparsate”, in televisione ma anche in qualche discoteca che ricerca l’effetto “forte”: insomma, la vita scorrerà discretamente bene, anche se la notorietà che nasce dal nulla risulta effimera e veloce a scomparire; se lo ricordi Karol, e se può cerchi di mettere a profitto le sue conoscenze di pasticceria, sulla quale c’è più fatica ma anche più sicurezza!!
mercoledì, marzo 25, 2009
IL PAPA E IL PRESERVATIVO
Troverete strano che io – laico puro sangue come dimostrano tutti i miei scritti – mi erga a porgere al Papa un modesto aiuto nella vicenda della frase sui preservativi pronunciata durante il recente viaggio in Africa.
In concreto, il Papa ha detto che il preservativo non è quello che risolve il problema dell’AIDS in quel disgraziato continente; ed io da parte mia posso solo aggiungere che a una persona affetta da un tumore alla testa, l’analgesico che gli viene fornito per lenire il mal di testa non è certo un elemento di cura; serve anche l’analgesico, ma dobbiamo trovare il modo di curare il male.
L’Europa invece, con la Francia in testa, ha lanciato durissime accuse contro il Papa e ha confermato il massiccio invio di condom in Africa; ma delle altre cose che Benedetto XVI ha detto nel suo discorso non ho letto nei commenti dei bravi pennivendoli ormai asserviti al potere, chiunque esso sia: in particolare il pressante invito lanciato alle nazioni ricche perché onorino finalmente gli impegni che prendono ai vari G10,G20, ecc. (per fare bella figura) nei confronti del terzo mondo e disattendono regolarmente (e non fanno brutta figura perché nessuno, escluso il Papa, glielo rinfaccia).
Mi riferisco in particolare alla percentuale sul Pil (bassa, 0 virgola qualcosa) che tutti si sono impegnati a versare ai paesi africani più bisognosi; nessuno ha cacciato un soldo, salvo qualche sporadica donazione che sembra soprattutto fatta per accaparrarsi alcune commesse ben lucrose e per ricevere – come ristorno – attraverso l’amico fidato, dei bei soldini.
E mi riferisco anche all’altro concetto espresso dal Papa in merito all’AIDS, quando invita i paesi occidentali a promuovere una campagna in modo che la cura della malattia sia resa gratuita per gli ammalati e non gravi sui già disastrati bilanci degli stati; di questo, come dell’inadempienza sugli aiuti, si possono leggere solo poche righe e assolutamente niente nei titoli e neppure nell’”occhiello” dei tanti articoli letti.
Ed allora ecco che mi è venuta in mente una ragione per la quale siamo in presenza di questo atteggiamento dei governanti (e dei loro schiavetti giornalisti): inviare massicce forniture di preservativi (che tra l’altro rappresentano un business per qualche amico dell’amico del socio, ecc.) e con questo sentirsi in pace con la coscienza e continuare ad abbuffarsi sulle tante materie prime che il continente africano “dona” ai ricchi della terra, venendone ripagato con milioni di condom: non c’è che dire, un affarone!
In questi giorni si è poi assistito al modo come i paesi ricchi – nel caso specifico la Cina – trattano i paesi africani, anche quelli più evoluti come il Sud Africa, che ha avuto l’altolà alla concessione del visto d’ingresso per il Dalai Lama; arma usata per il ricatto la possibile interruzione dei rapporti economici; ed il Sud Africa? Ha chinato il capo e ha detto semplicemente “obbedisco”.
Ed anche di questo problema, l’unico che ne ha parlato è stato il Papa, quando ha detto agli africani “non lasciatevi sopraffare da politici spietati e neppure da avidi affaristi” cogliendo in pieno la situazione che si sta sviluppando in Africa, dove le risorse naturali – l’ultima, il petrolio, sembra essere della Cina – stanno passando da un paese all’altro senza che gli africani ne abbiano il minimo vantaggio,
Insomma, mi sa tanto che questo Papa, con la sua timidezza innata e con il suo antipatico modo di fare, sia l’unico argine che al momento si erge contro le sopraffazioni del ricco sul povero, e questo scontenta qualcuno ma, quel che è peggio, non è compreso da coloro che sono oggetto del suo tentativo di salvezza.
In concreto, il Papa ha detto che il preservativo non è quello che risolve il problema dell’AIDS in quel disgraziato continente; ed io da parte mia posso solo aggiungere che a una persona affetta da un tumore alla testa, l’analgesico che gli viene fornito per lenire il mal di testa non è certo un elemento di cura; serve anche l’analgesico, ma dobbiamo trovare il modo di curare il male.
L’Europa invece, con la Francia in testa, ha lanciato durissime accuse contro il Papa e ha confermato il massiccio invio di condom in Africa; ma delle altre cose che Benedetto XVI ha detto nel suo discorso non ho letto nei commenti dei bravi pennivendoli ormai asserviti al potere, chiunque esso sia: in particolare il pressante invito lanciato alle nazioni ricche perché onorino finalmente gli impegni che prendono ai vari G10,G20, ecc. (per fare bella figura) nei confronti del terzo mondo e disattendono regolarmente (e non fanno brutta figura perché nessuno, escluso il Papa, glielo rinfaccia).
Mi riferisco in particolare alla percentuale sul Pil (bassa, 0 virgola qualcosa) che tutti si sono impegnati a versare ai paesi africani più bisognosi; nessuno ha cacciato un soldo, salvo qualche sporadica donazione che sembra soprattutto fatta per accaparrarsi alcune commesse ben lucrose e per ricevere – come ristorno – attraverso l’amico fidato, dei bei soldini.
E mi riferisco anche all’altro concetto espresso dal Papa in merito all’AIDS, quando invita i paesi occidentali a promuovere una campagna in modo che la cura della malattia sia resa gratuita per gli ammalati e non gravi sui già disastrati bilanci degli stati; di questo, come dell’inadempienza sugli aiuti, si possono leggere solo poche righe e assolutamente niente nei titoli e neppure nell’”occhiello” dei tanti articoli letti.
Ed allora ecco che mi è venuta in mente una ragione per la quale siamo in presenza di questo atteggiamento dei governanti (e dei loro schiavetti giornalisti): inviare massicce forniture di preservativi (che tra l’altro rappresentano un business per qualche amico dell’amico del socio, ecc.) e con questo sentirsi in pace con la coscienza e continuare ad abbuffarsi sulle tante materie prime che il continente africano “dona” ai ricchi della terra, venendone ripagato con milioni di condom: non c’è che dire, un affarone!
In questi giorni si è poi assistito al modo come i paesi ricchi – nel caso specifico la Cina – trattano i paesi africani, anche quelli più evoluti come il Sud Africa, che ha avuto l’altolà alla concessione del visto d’ingresso per il Dalai Lama; arma usata per il ricatto la possibile interruzione dei rapporti economici; ed il Sud Africa? Ha chinato il capo e ha detto semplicemente “obbedisco”.
Ed anche di questo problema, l’unico che ne ha parlato è stato il Papa, quando ha detto agli africani “non lasciatevi sopraffare da politici spietati e neppure da avidi affaristi” cogliendo in pieno la situazione che si sta sviluppando in Africa, dove le risorse naturali – l’ultima, il petrolio, sembra essere della Cina – stanno passando da un paese all’altro senza che gli africani ne abbiano il minimo vantaggio,
Insomma, mi sa tanto che questo Papa, con la sua timidezza innata e con il suo antipatico modo di fare, sia l’unico argine che al momento si erge contro le sopraffazioni del ricco sul povero, e questo scontenta qualcuno ma, quel che è peggio, non è compreso da coloro che sono oggetto del suo tentativo di salvezza.
martedì, marzo 24, 2009
JADE COME DIANA ?
Troverete strano, addirittura “blasfemo” l’accostamento, ma quello che lega le due figure è il modo come le due donne sono state utilizzate dai mass-media e, di conseguenza, la figura che ne è scaturita.
Ma andiamo con ordine e partiamo, come sempre dalla vicenda: luogo della storia è la Gran Bretagna; Jade è una ragazza di soli 27 anni morta ieri l’altro a causa di un tumore maligno al collo dell’utero, ed infine Diana è la moglie – separata – del Principe Carlo d’Inghilterra, anch’essa morta a seguito del tragico impatto della sua auto contro uno dei piloni di un tunnel parigino, mentre lei era insieme all’ultimo amante.
Jade era una bella ragazza che apparve nel 2002 al “Big Brother” – il Grande fratello inglese – dove si classificò al terzo posto a seguito del gradimento del pubblico che premiò le sue intemperanze; uscita dal reality, dopo tutte le esibizioni previste, proprio mentre sta per uscire dalla grande ribalta, lancia un profumo “Sshhh by Jade Goody”, che ha grande successo e che viene ancora comperato dal pubblico.
Si gode i soldi che guadagna con il profumo, ma il richiamo della ribalta è troppo forte: partecipa, con la madre, al “Grande Fratello Vip” del 2007 e si fa subito notare per le battute razziste che rivolge all’attrice indiana Shilpa Shetti, famosissima nel cinema di Bollywood; al termine del reality, gli organizzatori, per promuovere una sorta di “pace” tra le due donne, organizzano il grande incontro al “Big Boss”, edizione indiana del Grande Fratello. Sarà proprio durante lo svolgimento del reality che – in una “chiamata nel confessionale” – le viene comunicato l’esito delle analisi: il suo tumore al collo dell’utero è maligno; la ragazza scoppia a piangere ed abbandona la platea televisiva. Ed è qui che Jade combina l’ultimo “affare” della sua vita: dopo essersi sposata con tale Jack Tweed, visto che le metastasi stanno avanzando e la riducono ad una larva umana, decide di “vendere la sua agonia” a un settimanale e ad un canale televisivo; una delle prime apparizioni in questa veste è il battesimo che le viene impartito nella cappella dell’Ospedale, dove Jade tiene in braccio i suoi due figli avuti da una precedente relazione ed è accompagnata dal marito e dal padre dei suoi figli.
Tutto quello che le proviene dalla sua attività di “morente che si fa riprendere” andrà ai figli, essendo escluso da questo “bottino” il marito ed i genitori: stiamo parlando di circa due milioni di euro, ma la cifra è in continuo aumento per la vendita delle esclusive.
E adesso veniamo all’accostamento – ardito, lo riconosco – con il personaggio di Diana Spencer; i cancelli della casa di Jade sono stati sepolti da valanghe di fiori e da messaggi di cordoglio e questo, se ricordate, è quanto gli inglesi, di solito freddini in proposito, riservarono alla Principessa di Galles; ma c’è di più, per la morte della ancor giovane Jade, si sono scomodati tutti i Vip dell’Impero britannico, a cominciare dal Primo Ministro Brown che si è dichiarato “profondamente addolorato” ed ha definito Jade “una donna coraggiosa nella vita come nella morte”; il leader dell’opposizione non è stato da meno, e altri politici di grosso calibro si sono allineati al cordoglio nazionale.
Vedete adesso che il parallelo con Diana regge? Anche in quel caso molti big della politica e della società inglese furono “trascinati” dal cordoglio del grande pubblico e le riservarono un funerale degno di una regina.
Cos’è che lega le due figure femminili? Il fatto che della loro immagine si fosse impossessato il mezzo televisivo facendole assurgere al ruolo di “eroine”. Tutto quello che hanno combinato fino alla loro morte, viene sublimato dai mass-media e diventa “una immagine”, ben distinta e distante dalla realtà. Chiaro il concetto??
Ma andiamo con ordine e partiamo, come sempre dalla vicenda: luogo della storia è la Gran Bretagna; Jade è una ragazza di soli 27 anni morta ieri l’altro a causa di un tumore maligno al collo dell’utero, ed infine Diana è la moglie – separata – del Principe Carlo d’Inghilterra, anch’essa morta a seguito del tragico impatto della sua auto contro uno dei piloni di un tunnel parigino, mentre lei era insieme all’ultimo amante.
Jade era una bella ragazza che apparve nel 2002 al “Big Brother” – il Grande fratello inglese – dove si classificò al terzo posto a seguito del gradimento del pubblico che premiò le sue intemperanze; uscita dal reality, dopo tutte le esibizioni previste, proprio mentre sta per uscire dalla grande ribalta, lancia un profumo “Sshhh by Jade Goody”, che ha grande successo e che viene ancora comperato dal pubblico.
Si gode i soldi che guadagna con il profumo, ma il richiamo della ribalta è troppo forte: partecipa, con la madre, al “Grande Fratello Vip” del 2007 e si fa subito notare per le battute razziste che rivolge all’attrice indiana Shilpa Shetti, famosissima nel cinema di Bollywood; al termine del reality, gli organizzatori, per promuovere una sorta di “pace” tra le due donne, organizzano il grande incontro al “Big Boss”, edizione indiana del Grande Fratello. Sarà proprio durante lo svolgimento del reality che – in una “chiamata nel confessionale” – le viene comunicato l’esito delle analisi: il suo tumore al collo dell’utero è maligno; la ragazza scoppia a piangere ed abbandona la platea televisiva. Ed è qui che Jade combina l’ultimo “affare” della sua vita: dopo essersi sposata con tale Jack Tweed, visto che le metastasi stanno avanzando e la riducono ad una larva umana, decide di “vendere la sua agonia” a un settimanale e ad un canale televisivo; una delle prime apparizioni in questa veste è il battesimo che le viene impartito nella cappella dell’Ospedale, dove Jade tiene in braccio i suoi due figli avuti da una precedente relazione ed è accompagnata dal marito e dal padre dei suoi figli.
Tutto quello che le proviene dalla sua attività di “morente che si fa riprendere” andrà ai figli, essendo escluso da questo “bottino” il marito ed i genitori: stiamo parlando di circa due milioni di euro, ma la cifra è in continuo aumento per la vendita delle esclusive.
E adesso veniamo all’accostamento – ardito, lo riconosco – con il personaggio di Diana Spencer; i cancelli della casa di Jade sono stati sepolti da valanghe di fiori e da messaggi di cordoglio e questo, se ricordate, è quanto gli inglesi, di solito freddini in proposito, riservarono alla Principessa di Galles; ma c’è di più, per la morte della ancor giovane Jade, si sono scomodati tutti i Vip dell’Impero britannico, a cominciare dal Primo Ministro Brown che si è dichiarato “profondamente addolorato” ed ha definito Jade “una donna coraggiosa nella vita come nella morte”; il leader dell’opposizione non è stato da meno, e altri politici di grosso calibro si sono allineati al cordoglio nazionale.
Vedete adesso che il parallelo con Diana regge? Anche in quel caso molti big della politica e della società inglese furono “trascinati” dal cordoglio del grande pubblico e le riservarono un funerale degno di una regina.
Cos’è che lega le due figure femminili? Il fatto che della loro immagine si fosse impossessato il mezzo televisivo facendole assurgere al ruolo di “eroine”. Tutto quello che hanno combinato fino alla loro morte, viene sublimato dai mass-media e diventa “una immagine”, ben distinta e distante dalla realtà. Chiaro il concetto??
lunedì, marzo 23, 2009
VIVA IL PRINCIPE
Sabato scorso il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, rampollo dell’ultima casa regnante italiana, ha vinto la gara abbinata alla trasmissione televisiva “Ballando con le stelle” in onda su Rai 1; prima considerazione: la trasmissione – condotta da una esagitata Milly Carlucci, ha stracciato tutti gli altri programmi che le altre emittenti le hanno contrapposto, in particolare “La Corrida”, storico programma inventato dal compianto Corrado e adesso presentato da Gerry Scotti su Canale 5.
Non è che il panorama televisivo del sabato sera fosse particolarmente appetibile – vi prego, andate al cinema la sera!! – ma i numeri fatti registrare dalla trasmissione di Rai 1 sono veramente alti, eppure il programma della Carlucci è di una banalità disarmante, in quanto si tratta di coppie di ballerini – di cui uno è un volto noto e l’altro è un professionista della danza – che si scontrano e vengono giudicati da una giuria composta da VIP O quasi) e da un telefoto: sembra che sia stato proprio quest’ultimo sistema a decretare la vittoria del Principe che nel rush finale ha ottenuto il 75% delle preferenze, lasciando all’avversario – tale Andrea Montovoli del quale non conosco né arte né parte – solo il 25%; un trionfo per il nostro Principe che molte volte in trasmissione il critico Guillermo Mariotto ha chiamato “Principe Piripicchio”, senza che Emanuele si offendesse, a dimostrazione del buon carattere dell’individuo.
Già, ma è buon carattere oppure è un indice di “cepparellite”, definizione che viene data dalle mie parti a coloro che non sono proprio del “fulmini di guerra”? A dire il vero il giovane Emanuele non ha l’aria di essere molto “vispo”, ma ognuno è quello che è; per la verità non mostra neppure di avere quella boria che aleggia nell’atteggiamento del padre, Vittorio Emanuele (senza numero perché non ha mai regnato), il quale viene ricordato soprattutto per alcune disavventure di carattere penale, dal ragazzo ucciso in prossimità dell’Isola Cavallo (per il cui atto non ha fatto neppure un giorno di carcere) fino ad arrivare all’inchiesta del P.M. John Woodcock su vari illeciti nei Casinò, accompagnati da richieste di favori a ragazze in cerca di gloria; il processo dovrebbe avvenire nei prossimi mesi.
Ma torniamo a Emanuele; alle ultime elezioni politiche ha presentato una sua lista, “Valori e Futuro” che più di un partito politico sembra il nome di una “finanziaria”; il flop è stato completo ma il tenace giovanotto ha già dichiarato di avere intenzione di insistere nella carriera politica e di ricercare una candidatura alle prossime “europee” nel partito di Casini, sul quale si spende in lodi sperticate.
“Sono stato finalmente me stesso; ringrazio gli italiani che mi hanno scoperto”: questa la prima dichiarazione del Principe subito dopo la vittoria, facendo intendere che questa attività di “show man” potrebbe essere una soluzione per il proprio futuro, al momento non certo brillantissimo; a quanto se ne sa, il Principe ha un impiego presso una società finanziaria, e la sua funzione è quella di ricercare amicizie di “ricchi scemi” intenzionati ad investire in valori mobiliari; dopo avere provato il brivido della ribalta televisiva, rientrare nel grigiore della vita lavorativa non deve essere particolarmente accattivante.
Comunque amici carissimi, sia la trasmissione che il vincitore sono quello che il pubblico vuole fortissimamente, a dimostrazione che il grado di rincoglionimento della gente è in uno stadio avanzatissimo e che ormai ci sono poche speranze di invertire questa andamento; io continuo a tuonare su questi miei scritti e sulle conferenze che mi capita di fare, ma il risultato è sconfortante; peccato, specie per i giovani!!
Non è che il panorama televisivo del sabato sera fosse particolarmente appetibile – vi prego, andate al cinema la sera!! – ma i numeri fatti registrare dalla trasmissione di Rai 1 sono veramente alti, eppure il programma della Carlucci è di una banalità disarmante, in quanto si tratta di coppie di ballerini – di cui uno è un volto noto e l’altro è un professionista della danza – che si scontrano e vengono giudicati da una giuria composta da VIP O quasi) e da un telefoto: sembra che sia stato proprio quest’ultimo sistema a decretare la vittoria del Principe che nel rush finale ha ottenuto il 75% delle preferenze, lasciando all’avversario – tale Andrea Montovoli del quale non conosco né arte né parte – solo il 25%; un trionfo per il nostro Principe che molte volte in trasmissione il critico Guillermo Mariotto ha chiamato “Principe Piripicchio”, senza che Emanuele si offendesse, a dimostrazione del buon carattere dell’individuo.
Già, ma è buon carattere oppure è un indice di “cepparellite”, definizione che viene data dalle mie parti a coloro che non sono proprio del “fulmini di guerra”? A dire il vero il giovane Emanuele non ha l’aria di essere molto “vispo”, ma ognuno è quello che è; per la verità non mostra neppure di avere quella boria che aleggia nell’atteggiamento del padre, Vittorio Emanuele (senza numero perché non ha mai regnato), il quale viene ricordato soprattutto per alcune disavventure di carattere penale, dal ragazzo ucciso in prossimità dell’Isola Cavallo (per il cui atto non ha fatto neppure un giorno di carcere) fino ad arrivare all’inchiesta del P.M. John Woodcock su vari illeciti nei Casinò, accompagnati da richieste di favori a ragazze in cerca di gloria; il processo dovrebbe avvenire nei prossimi mesi.
Ma torniamo a Emanuele; alle ultime elezioni politiche ha presentato una sua lista, “Valori e Futuro” che più di un partito politico sembra il nome di una “finanziaria”; il flop è stato completo ma il tenace giovanotto ha già dichiarato di avere intenzione di insistere nella carriera politica e di ricercare una candidatura alle prossime “europee” nel partito di Casini, sul quale si spende in lodi sperticate.
“Sono stato finalmente me stesso; ringrazio gli italiani che mi hanno scoperto”: questa la prima dichiarazione del Principe subito dopo la vittoria, facendo intendere che questa attività di “show man” potrebbe essere una soluzione per il proprio futuro, al momento non certo brillantissimo; a quanto se ne sa, il Principe ha un impiego presso una società finanziaria, e la sua funzione è quella di ricercare amicizie di “ricchi scemi” intenzionati ad investire in valori mobiliari; dopo avere provato il brivido della ribalta televisiva, rientrare nel grigiore della vita lavorativa non deve essere particolarmente accattivante.
Comunque amici carissimi, sia la trasmissione che il vincitore sono quello che il pubblico vuole fortissimamente, a dimostrazione che il grado di rincoglionimento della gente è in uno stadio avanzatissimo e che ormai ci sono poche speranze di invertire questa andamento; io continuo a tuonare su questi miei scritti e sulle conferenze che mi capita di fare, ma il risultato è sconfortante; peccato, specie per i giovani!!
domenica, marzo 22, 2009
OGNUNO PER SE
Come era prevedibile, i Paesi europei stanno affrontando la crisi che attanaglia l’intero pianeta, con normative ed atteggiamenti che niente hanno da spartire con una “unità d’intenti”che ci aspetteremmo dall’U.E. (decrittato significa unione europea, quindi!!).
Lo spettro protezionista incombe sullo scenario economico europeo, frutto forse della necessità dei singoli governanti di “accontentare” il loro elettorato; fatto sta che siamo passati dal “buy american” di Obama al “compra francese” (che vuol dire la stessa cosa) varato da Sarkozy e, intanto, il buio della crisi aumenta e, peraltro, gli stati che si comportano in questo modo non sembra che abbiano avuto particolari benefici.
L’ultimo esempio dell’ordine sparso in cui si muove l’Europa, ci giunge nel campo dell’energia: dopo un accordo – che vale quel che vale – tra tutti i paesi aderenti all’U.E., nel quale si stabilivano alcuni punti fermi, uno dei quali era la molteplicità delle fonti di approvvigionamento, la Germania della Merkel ha stipulato un patto con la Russia di Putin, nel quale si concede una sorta di “esclusiva” ai sovietici per le forniture di gas; quindi totale controtendenza agli accordi europei.
Fin qui tutto regolare, tutto nella norma, dato che ogni Paese agisce come meglio crede per quanto riguarda la sua economia, però, quando gli euroscettici – come me – dicono che questa U.E. è uno dei più grandi bluff della storia, non ci tacciate di volontà di distruggere gli accordi internazionali, perché la verità è di fronte agli occhi di tutti, basta aprirli e guardare e non tenerli chiusi e sognare una unità che non esiste.
È chiaro che in questo periodo in cui tramonta il miraggio (o realtà?) delle opportunità offerte dalle interdipendenze delle varie economie (globalizzazione), sembra che stia per sorgere un’alba all’insegna del motto “ognuno per se e Dio per tutti”; e se questo atteggiamento si sposta dalle singole iniziative ad una generalizzazione europea, tutti ci troveremo a pagare ancora più tasse per riparare i guasti provocati da speculatori – mobiliari ed immobiliari – che ci hanno condotto a questa situazione.
Ma un rivoluzionario “da salotto” come amo definirmi, sente che questa situazione potrebbe anche portare qualche buona notizia; se i milioni di disoccupati e/o cassaintegrati cominciano a sentire l’intollerabilità di questa situazione e lasciano le loro abitazioni per scendere sempre più numerosi nelle piazze, ci sta che si realizza quella “saldatura” di carattere multinazionale che non si è realizzata tra ricchi e che potrebbe invece avvenire tra poveri.
E la motivazione è molto semplice: mentre il ricco ha qualcosa da difendere e questo qualcosa è al disopra di ogni potenziale strategia unitaria, il povero non ha proprio niente da perdere e quindi utilizza l’ultima cosa che gli è rimasto: la possibilità di incazzarsi e di gridare questo stato d’animo al mondo intero.
Quest’ultima frase mi riporta indietro nel tempo e precisamente alla seconda metà degli anni ’70, quando il regista Sidney Lumet realizzò il suo film forse più interessante, quel “Quinti Potere” che mostra un conduttore televisivo che, dopo essere impazzito, invita il pubblico ad alzarsi dalla sua sedia e ad affacciarsi alla finestra per gridare uno slogan che all’epoca fece scuola: “sono incazzato e tutto questo non lo accetto più”.
Non voglio ipotizzare con questo una rivoluzione planetaria dei lavoratori incazzati, ma coloro che continuano a rubare sulla pelle dei disgraziati, potrebbero sentire qualche brivido correre sulla loro schiena: nel film che ho sopra citato sono milioni i telespettatori che si affacciano alle loro finestre e urlano lo slogan; chiaro che è un film, ma chi ci dice che non possa tramutarsi in realtà??.
Lo spettro protezionista incombe sullo scenario economico europeo, frutto forse della necessità dei singoli governanti di “accontentare” il loro elettorato; fatto sta che siamo passati dal “buy american” di Obama al “compra francese” (che vuol dire la stessa cosa) varato da Sarkozy e, intanto, il buio della crisi aumenta e, peraltro, gli stati che si comportano in questo modo non sembra che abbiano avuto particolari benefici.
L’ultimo esempio dell’ordine sparso in cui si muove l’Europa, ci giunge nel campo dell’energia: dopo un accordo – che vale quel che vale – tra tutti i paesi aderenti all’U.E., nel quale si stabilivano alcuni punti fermi, uno dei quali era la molteplicità delle fonti di approvvigionamento, la Germania della Merkel ha stipulato un patto con la Russia di Putin, nel quale si concede una sorta di “esclusiva” ai sovietici per le forniture di gas; quindi totale controtendenza agli accordi europei.
Fin qui tutto regolare, tutto nella norma, dato che ogni Paese agisce come meglio crede per quanto riguarda la sua economia, però, quando gli euroscettici – come me – dicono che questa U.E. è uno dei più grandi bluff della storia, non ci tacciate di volontà di distruggere gli accordi internazionali, perché la verità è di fronte agli occhi di tutti, basta aprirli e guardare e non tenerli chiusi e sognare una unità che non esiste.
È chiaro che in questo periodo in cui tramonta il miraggio (o realtà?) delle opportunità offerte dalle interdipendenze delle varie economie (globalizzazione), sembra che stia per sorgere un’alba all’insegna del motto “ognuno per se e Dio per tutti”; e se questo atteggiamento si sposta dalle singole iniziative ad una generalizzazione europea, tutti ci troveremo a pagare ancora più tasse per riparare i guasti provocati da speculatori – mobiliari ed immobiliari – che ci hanno condotto a questa situazione.
Ma un rivoluzionario “da salotto” come amo definirmi, sente che questa situazione potrebbe anche portare qualche buona notizia; se i milioni di disoccupati e/o cassaintegrati cominciano a sentire l’intollerabilità di questa situazione e lasciano le loro abitazioni per scendere sempre più numerosi nelle piazze, ci sta che si realizza quella “saldatura” di carattere multinazionale che non si è realizzata tra ricchi e che potrebbe invece avvenire tra poveri.
E la motivazione è molto semplice: mentre il ricco ha qualcosa da difendere e questo qualcosa è al disopra di ogni potenziale strategia unitaria, il povero non ha proprio niente da perdere e quindi utilizza l’ultima cosa che gli è rimasto: la possibilità di incazzarsi e di gridare questo stato d’animo al mondo intero.
Quest’ultima frase mi riporta indietro nel tempo e precisamente alla seconda metà degli anni ’70, quando il regista Sidney Lumet realizzò il suo film forse più interessante, quel “Quinti Potere” che mostra un conduttore televisivo che, dopo essere impazzito, invita il pubblico ad alzarsi dalla sua sedia e ad affacciarsi alla finestra per gridare uno slogan che all’epoca fece scuola: “sono incazzato e tutto questo non lo accetto più”.
Non voglio ipotizzare con questo una rivoluzione planetaria dei lavoratori incazzati, ma coloro che continuano a rubare sulla pelle dei disgraziati, potrebbero sentire qualche brivido correre sulla loro schiena: nel film che ho sopra citato sono milioni i telespettatori che si affacciano alle loro finestre e urlano lo slogan; chiaro che è un film, ma chi ci dice che non possa tramutarsi in realtà??.