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domenica, marzo 12, 2006

L'INDIPENDENZA E IMPARZIALITA' DELLA STAMPA 

Ammetterete che sono stato bravo – e soprattutto di parola – nel non immischiarmi nella campagna elettorale in corso; ho lasciato e continuerò a lasciare che i due galletti (o capponi?) continuino a beccarsi senza con questo dire la mia; sul come comportarsi l’ho detto in tempi non sospetti.
Questo mio breve intervento riguarda la presa di posizione di Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, numero uno tra i quotidiani italiani: egli ha detto che in questa campagna elettorale il giornale da lui diretto si sarebbe schierato a fianco di Prodi e conseguentemente contro Berlusconi.
Ho già detto varie volte che nei confronti di coloro che usano un mezzo di comunicazione è “assurdo” invocare la imparzialità, in quanto essa non esiste proprio per effetto della natura stessa del mezzo su cui si opera; poiché lo strumento mediatico richiede delle scelte continue – cosa pubblicare, cosa non pubblicare, in che modo pubblicare quello che si è deciso, ecc. – e questo fatto manda a carte quarantotto l’invocata imparzialità e fa invece apparire, coscientemente o meno, l’idea dell’autore della comunicazione e quindi il suo pensiero sull’evento.
Detto questo, però, il Dottor Mieli ha commesso – secondo me – un reato di abuso di potere, in quanto ha praticamente affermato che tutti i suoi collaboratori dovranno uniformarsi a questa “sua” scelta; in concreto, se lui avesse detto “io mi schiero con Prodi”, sarebbe stato nel pieno dei suoi diritti, ma quando dice “il giornale si schiera con Prodi”, poiché il giornale non è soltanto lui, ma è composto da tanti altri professionisti, vuole sottacere che tutti dovranno uniformarsi a questa scelta; e questo alla faccia della tante volte sbandierata indipendenza del giornalista!
Se lo ricordi il segretario della FNSI, il sindacato dei giornalisti, che quella dell’indipendenza è una battaglia che ancora non è stata assolutamente vinta, tant’è vero che si verificano questi casi.
A conforto di quanto sopra, la polemica all’interno della redazione è già altissima, addirittura c’è qualcuno che chiede le dimissioni del direttore; anche i lettori – specie i milanesi – sono in subbuglio e stanno meditando addirittura una sorta di sciopero dell’acquisto; ovviamente queste polemiche sono, se non altro, ben viste dal candidato “non scelto” da Mieli.
Il quale Mieli – dovreste ricordarlo - nel 2001 venne indicato come nuovo Presidente RAI, ma egli rifiutò l’investitura dopo che ebbe saputo la prebenda che gli sarebbe spettata: solo mezzo milione di euro (un miliardo del vecchio conio); “ma come, ma se guadagno il triplo solo facendo l’opinionista” ebbe a rispondere a chi gli offriva la poltrona e non se ne fece nulla.
Questo è il soggetto; meditiamo gente, meditiamo sui perché e sui percome !
E adesso un mio “arrivederci” fra sette giorni: parto oggi per Catania da dove poi mi porterò a Taormina per tenere un Corso di lettura del Cinema in una scuola media superiore (ginnasio e Liceo): speriamo vada tutto per il meglio.
Dico arrivederci, perché in questi sette giorni (rientrerò domenica 19 in serata), nonostante abbia la possibilità di accedere ad un P.C., voglio “lasciarvi in pace” e poi perché fuori dalla mia sede abituale scrivo peggio e mal volentieri.
Allora, arrivederci fra sette giorni e buona salute a tutti.

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