venerdì, maggio 27, 2011
ANCORA SULLA PUBBLICITA'
All’incirca un mese fa (29 aprile) ho parlato della pubblicità televisiva ed ho trattato alcuni spot che – nell’attuale panorama televisivo – mi avevano particolarmente colpito; oggi penso di “bissare”, trattando di altri commercial che mi sono sembrati interessanti.
Il primo . anche per il “tempo” che ci sta portando verso l’estate – è quello dello yogurt Activia che vede alle prese le due simpatiche ragazze: Geppi Cucciari –con qualche chilo di troppo ma molta simpatia – e la Marcuzzi che continua imperterrita a propagandare le virtù quasi miracolose di un enzima, il bifidus actiregularis, presente in quel prodotto e indicatissimo – a suo dire - per controllare la linea di tutti coloro che stanno per mettersi in costume da bagno.
Il breve commercial è centrato sulla differenza sia fisica che psicologica delle due protagoniste: la Cucciari, gonfia e rotondetta ma simpaticona, e la Marcuzzi, che dall’alto della sua invidiabile magrezza. ci dispensa astruse formule di biologia medica, delle quali ovviamente non conosce il significato; potere della pubblicità!!
Un altro spot mi è sembrato valido: quello della Birra Moretti, centrato sull’attinenza del colore giallo – abbinato alla birra ed all’oro - e che si conclude con lo slogan: la perfezione ha il colore dell’oro”, recitato da quel grandissimo attore, ma soprattutto dalla grande voce di Orso Maria Guerini; mi sa che questo commercial sia l’unico attuale “impegno” del bravissimo attore e questo forse mi incita ad apprezzarlo.
Uno spot che ha un plot narrativo assai gustoso è quello della carta “Foxy”, presentata dalla moglie di Archimede che sta rimproverando il marito per tutto il bagnato che sta facendo sulla loro tavola nel provare la teoria dei “vari comunicanti”; e meno male che c’è Foxy”, altrimenti come si sarebbe potuto asciugare così presto??
Nel mio post del 29/4, ebbi a trattare dello spot di Polident, la polvere per mantenere ferma la dentiera della simpatica postina; adesso il problema – utilizzare al meglio la protesi – viene ripreso dalla Kukident che presenta subito all’inizio un “giovanilissimo” barbecue sulla spiaggia e due persone (un uomo e una gonna) che stanno rosicchiando avidamente dei crostacei; una voce fuori campo ci informa che “uno dei due porta la dentiere; individua chi!”. Poiché non si riesce a vedere alcuna differenza nel modo di mangiare dei due personaggi, il messaggio sottaciuto è che la polvere di Kukident riesce a mascherare perfettamente qualsiasi problema indotto dalla dentiera; da notare che i due attori – giovanili ma non giovani – sembrano anche legati da un rapporto sentimentale (coniugi o amanti??).
E vorrei chiudere con un filmato che presenta due “testimonial” di grande prestigio: Alessandro Del Piero e Cristina Chiabotto; i due pubblicizzano le due acque minerale “Uliveto” e “Rocchetta” ormai da diverso tempo e, saltuariamente sono coadiuvati da un’anziana signora che interpreta il ruolo di una arzilla suora; in questo spot, i due personaggi sono reduci da una cena pantagruelica con alcuni amici, ma le proprietà – anche digestive – vantate da Del Piero nei confronti dell’Uliveto, lo indicano agli altri come l’ideale conduttore dell’auto che li riporta a casa.
E fin qui, dopo gli slogan di rigore che magnificano le doti delle due acque minerali, abbiamo una piccolo epilogo che ci mostra l’auto dei due personaggi che viene sorpassata – a sinistra e in una tortuosa strada di un lungomare – da una moto sidecar sulla quale è trasportata la fatidica “suora” che ripete lo slogan: “le acque della salute”; si è dato un pessimo esempio di cattiva guida su strade piene di curve e questo mi sembra tanto diseducativo, dato che ci sono due personaggi che i giovani ammirano.
Il primo . anche per il “tempo” che ci sta portando verso l’estate – è quello dello yogurt Activia che vede alle prese le due simpatiche ragazze: Geppi Cucciari –con qualche chilo di troppo ma molta simpatia – e la Marcuzzi che continua imperterrita a propagandare le virtù quasi miracolose di un enzima, il bifidus actiregularis, presente in quel prodotto e indicatissimo – a suo dire - per controllare la linea di tutti coloro che stanno per mettersi in costume da bagno.
Il breve commercial è centrato sulla differenza sia fisica che psicologica delle due protagoniste: la Cucciari, gonfia e rotondetta ma simpaticona, e la Marcuzzi, che dall’alto della sua invidiabile magrezza. ci dispensa astruse formule di biologia medica, delle quali ovviamente non conosce il significato; potere della pubblicità!!
Un altro spot mi è sembrato valido: quello della Birra Moretti, centrato sull’attinenza del colore giallo – abbinato alla birra ed all’oro - e che si conclude con lo slogan: la perfezione ha il colore dell’oro”, recitato da quel grandissimo attore, ma soprattutto dalla grande voce di Orso Maria Guerini; mi sa che questo commercial sia l’unico attuale “impegno” del bravissimo attore e questo forse mi incita ad apprezzarlo.
Uno spot che ha un plot narrativo assai gustoso è quello della carta “Foxy”, presentata dalla moglie di Archimede che sta rimproverando il marito per tutto il bagnato che sta facendo sulla loro tavola nel provare la teoria dei “vari comunicanti”; e meno male che c’è Foxy”, altrimenti come si sarebbe potuto asciugare così presto??
Nel mio post del 29/4, ebbi a trattare dello spot di Polident, la polvere per mantenere ferma la dentiera della simpatica postina; adesso il problema – utilizzare al meglio la protesi – viene ripreso dalla Kukident che presenta subito all’inizio un “giovanilissimo” barbecue sulla spiaggia e due persone (un uomo e una gonna) che stanno rosicchiando avidamente dei crostacei; una voce fuori campo ci informa che “uno dei due porta la dentiere; individua chi!”. Poiché non si riesce a vedere alcuna differenza nel modo di mangiare dei due personaggi, il messaggio sottaciuto è che la polvere di Kukident riesce a mascherare perfettamente qualsiasi problema indotto dalla dentiera; da notare che i due attori – giovanili ma non giovani – sembrano anche legati da un rapporto sentimentale (coniugi o amanti??).
E vorrei chiudere con un filmato che presenta due “testimonial” di grande prestigio: Alessandro Del Piero e Cristina Chiabotto; i due pubblicizzano le due acque minerale “Uliveto” e “Rocchetta” ormai da diverso tempo e, saltuariamente sono coadiuvati da un’anziana signora che interpreta il ruolo di una arzilla suora; in questo spot, i due personaggi sono reduci da una cena pantagruelica con alcuni amici, ma le proprietà – anche digestive – vantate da Del Piero nei confronti dell’Uliveto, lo indicano agli altri come l’ideale conduttore dell’auto che li riporta a casa.
E fin qui, dopo gli slogan di rigore che magnificano le doti delle due acque minerali, abbiamo una piccolo epilogo che ci mostra l’auto dei due personaggi che viene sorpassata – a sinistra e in una tortuosa strada di un lungomare – da una moto sidecar sulla quale è trasportata la fatidica “suora” che ripete lo slogan: “le acque della salute”; si è dato un pessimo esempio di cattiva guida su strade piene di curve e questo mi sembra tanto diseducativo, dato che ci sono due personaggi che i giovani ammirano.
mercoledì, maggio 25, 2011
TUTTI PARLANO DI VECCHIAIA
Una delle parole che al giorno d’oggi è più pronunciata è “vecchiaia”; la si usa in antitesi a “giovinezza”, la si usa anche per accennare i problemi della gente; insomma la si usa molto e alcune volte a sproposito.
Andiamo con ordine e troviamo prima la definizione del termine “vecchiaia”: il Devoto Oli dice: “la fase più avanzata del ciclo biologico, nella quale si manifestano vistosi fenomeni di decadimento fisico e un generale indebolimento dell’organismo”; ma ora proviamo a leggere le definizioni di parole similari: la prima è “senescenza” e recita così: “processo biologico, seguente all’età matura, caratterizzato specialmente da modificazioni strutturali e dal decadimenti di varie attività e funzioni fisiologiche”.
Avrete notato che la ricerca di differenziare i termini inerenti la vecchiaia non mi ha condotto da nessuna parte in quanto tutti, in bella sostanza, affermano la stessa cosa: “decadimento fisico e mentale”; ma come possiamo conciliare questa “certezza” con quanto ci dicono le statistiche e cioè che siamo una società con sempre meno giovani e sempre più anziani, fatta come è di tanti decrepiti “vecchi” e sempre meno di bei giovanotti o vezzose signorine.
Ma andiamo avanti e così scopriamo che il problema di questi anziani, o senescenti, fate voi, è quello di capire quanto ancora dureranno in vita; nessuno ci ha mostrato una sorta di registro in cui c’è la data in cui ognuno di noi lascerà questa valle di lacrime e quindi tutti siamo curiosi di apprendere “quanto ci resta”.
Ebbene, sembra che in Inghilterra abbiano scoperto che da una semplice analisi del sangue si possa stabilire quanto vivremo, magari non “il giorno”, ma almeno l’anno; sembra che entro una diecina d’anni sarà alla portata di tutti e già iniziamo a sentire: io non lo voglio sapere ed io invece sì, io ho paura di saperlo e via di questo passo. Questo perché dobbiamo convenire che interrogare il futuro e scoprire quale sarà la nostra sorte, ci spaventa moltissimo ma – al tempo stesso – ci affascina, in quanto tutti viviamo nell’illusione di essere eterni e scoprire che abbiamo una “fine” ci terrorizza.
Ognuno di noi, infatti, s’illude che il mondo non potrà mai fare a meno di lui e, al tempo stesso abbiamo paura di essere soppiantati da altri, migliori di noi, con nuove mentalità e cultura e quindi aspiriamo a sopravvivere in continuazione: quest’ultima affermazione è solo virtuale, ma ha il suo fascino e quindi la uso!!
In sostanza, abbiamo paura di essere “soppiantati” da altri, anche perché abbiamo la sensazione che nessuno – meglio di noi – potrà portare avanti la nostra cultura e quindi, temiamo che la nostra dipartita cancellerà la cultura della nostra epoca, perché nessuno di coloro che ci sopravvivrà riuscirà a darne piena testimonianza come noi.
È una sciocchezza, ma è anche una scusa “morale” con cui nascondiamo la paura dell’ignoto che noi abbiamo e che cerchiamo di lenire con la religione, investendo il buon Dio delle nostre angosce di morte e del terrore del Nulla che temiamo ci aspetti.
A chi nega l’esistenza di Dio replicano i credenti che l’uomo “sente il bisogno di Dio e che non c’è al mondo alcun bisogno cui non corrisponda un oggetto di questo bisogno”; quindi, il bisogno di Dio ne confermerebbe l’esistenza: troppo logico!!
Ma l’uomo – lasciando da parte Dio – cerca inutilmente di rimuovere la presenza della morte, realtà ineluttabile che tutti noi cerchiamo di rigettare nei meandri più profondi della nostra mente, laddove non riusciamo ad arrivare con la sola logica, quella logica, si badi bene, che ci è stata data dal buon Dio e che ognuno di noi usa come meglio crede; ed anche questo libero arbitrio è una facoltà che ci viene data da Dio!!
Andiamo con ordine e troviamo prima la definizione del termine “vecchiaia”: il Devoto Oli dice: “la fase più avanzata del ciclo biologico, nella quale si manifestano vistosi fenomeni di decadimento fisico e un generale indebolimento dell’organismo”; ma ora proviamo a leggere le definizioni di parole similari: la prima è “senescenza” e recita così: “processo biologico, seguente all’età matura, caratterizzato specialmente da modificazioni strutturali e dal decadimenti di varie attività e funzioni fisiologiche”.
Avrete notato che la ricerca di differenziare i termini inerenti la vecchiaia non mi ha condotto da nessuna parte in quanto tutti, in bella sostanza, affermano la stessa cosa: “decadimento fisico e mentale”; ma come possiamo conciliare questa “certezza” con quanto ci dicono le statistiche e cioè che siamo una società con sempre meno giovani e sempre più anziani, fatta come è di tanti decrepiti “vecchi” e sempre meno di bei giovanotti o vezzose signorine.
Ma andiamo avanti e così scopriamo che il problema di questi anziani, o senescenti, fate voi, è quello di capire quanto ancora dureranno in vita; nessuno ci ha mostrato una sorta di registro in cui c’è la data in cui ognuno di noi lascerà questa valle di lacrime e quindi tutti siamo curiosi di apprendere “quanto ci resta”.
Ebbene, sembra che in Inghilterra abbiano scoperto che da una semplice analisi del sangue si possa stabilire quanto vivremo, magari non “il giorno”, ma almeno l’anno; sembra che entro una diecina d’anni sarà alla portata di tutti e già iniziamo a sentire: io non lo voglio sapere ed io invece sì, io ho paura di saperlo e via di questo passo. Questo perché dobbiamo convenire che interrogare il futuro e scoprire quale sarà la nostra sorte, ci spaventa moltissimo ma – al tempo stesso – ci affascina, in quanto tutti viviamo nell’illusione di essere eterni e scoprire che abbiamo una “fine” ci terrorizza.
Ognuno di noi, infatti, s’illude che il mondo non potrà mai fare a meno di lui e, al tempo stesso abbiamo paura di essere soppiantati da altri, migliori di noi, con nuove mentalità e cultura e quindi aspiriamo a sopravvivere in continuazione: quest’ultima affermazione è solo virtuale, ma ha il suo fascino e quindi la uso!!
In sostanza, abbiamo paura di essere “soppiantati” da altri, anche perché abbiamo la sensazione che nessuno – meglio di noi – potrà portare avanti la nostra cultura e quindi, temiamo che la nostra dipartita cancellerà la cultura della nostra epoca, perché nessuno di coloro che ci sopravvivrà riuscirà a darne piena testimonianza come noi.
È una sciocchezza, ma è anche una scusa “morale” con cui nascondiamo la paura dell’ignoto che noi abbiamo e che cerchiamo di lenire con la religione, investendo il buon Dio delle nostre angosce di morte e del terrore del Nulla che temiamo ci aspetti.
A chi nega l’esistenza di Dio replicano i credenti che l’uomo “sente il bisogno di Dio e che non c’è al mondo alcun bisogno cui non corrisponda un oggetto di questo bisogno”; quindi, il bisogno di Dio ne confermerebbe l’esistenza: troppo logico!!
Ma l’uomo – lasciando da parte Dio – cerca inutilmente di rimuovere la presenza della morte, realtà ineluttabile che tutti noi cerchiamo di rigettare nei meandri più profondi della nostra mente, laddove non riusciamo ad arrivare con la sola logica, quella logica, si badi bene, che ci è stata data dal buon Dio e che ognuno di noi usa come meglio crede; ed anche questo libero arbitrio è una facoltà che ci viene data da Dio!!
lunedì, maggio 23, 2011
INDIGNADOS
Tempo addietro,parlando della crisi che non accennava a indietreggiare – almeno sotto il profilo dei posti di lavoro – ebbi a dire che mi sarei aspettato una reazione ”furiosa” dei giovani, i più tartassati, e che se non avveniva era solo perché potevano permettersi di campare con la pensione del nonno; ma fino a quando??
Ebbene, adesso sono stato ripagato da alcune notizie che provengono dalla Spagna e che sposano la mia tesi: finalmente i giovani s’incazzano e si mobilitano; si tratta di una sorta di “tribù”, convocata attraverso i soliti social network che si definisce “indignados” (non c’è bisogno di traduzione) e che sta occupando diverse piazze di Madrid e Barcellona, proprio mentre si stanno tenendo le elezioni amministrative e quindi le manifestazioni sono vietate dalla legge; ma, come è nel sano spirito dei giovani, chi se ne frega della legge, noi siamo “indignados” e manifestiamo per affermare la necessità di una “democrazia reale” contro il “bipartitismo tossico” e contro la collusione tra banchieri e politicanti. Come si vede, questi slogan sono realmente “universali” e potrebbero benissimo appartenere anche al nostro Paese, senza togliere una virgola, e portano in Occidente gli ideali di Piazza Tahir, al Cairo, dove hanno avuto inizio le rivolte di alcuni Paesi arabi e stanno ricevendo la solidarietà – naturalmente a mezzo Facebook e Twitter – dei giovani di moltissimi Paesi.
Mentre i “vecchi” politici cercano di strapparsi le varie municipalità, i giovani accampati in molte piazze non sono interessati a questa sterile manifestazione della politica e si dicono equidistanti da socialisti (che sembra abbiano perso) e popolari.
Depurati da istanze di respiro “spagnolo”, come l’abolizione della monarchia e la condanna del franchismo, alcune delle principali rivendicazioni mi appaiono valide per tutti, quindi anche per noi: 1) fine del precariato lavorativo e salario minimo per tutti, 2) riforme fiscali che favoriscano i redditi più bassi, 3) utilizzo del referendum popolare per ogni legge o riforma importante, 4) riforma della classe politica e abolizione dei privilegi sul tipo delle pensioni e dei vitalizi, 5) divisione dei poteri, con i giudici che non devono avvicinarsi alla politica e con la religione che deve diventare “solo” un fatto privato, 6) uso delle nuove tecnologie per una vera democrazia partecipata; ed altri di minore importanza, ma tutti molto “suggestivi”.
Quasi in contemporanea è uscito in Francia un pamphlet di trenta pagine che in pochi giorni ha venduto un milione di copie: lo ha scritto un vecchio signore (93 anni) di nome Stéphane Hessel e porta per titolo “Indignez-vou!”, cioè “indignatevi” ed è un feroce invito a ribellarsi alla “dittatura del denaro” e a dire “basta” alle ingiustizie di cui è piena la nostra attuale società.
Il “vecchio” Hessel, intervistato in occasione dell’uscita del suo libro, afferma che le rivolte in Tunisia, in Egitto e in Libia sono indubbiamente una forma di “indignazione” e che ritiene una felice coincidenza che il suo libretto sia uscito proprio in quel momento storico; e aggiunge che lui non pensa ad una violenza vera e propria, ma ad una “fermezza” che assuma i connotati della violenza quando si tratta restando fermi nelle proprie posizioni; insomma, vincere senza soldati e senza bombe si può!!
Torniamo agli “indignados” spagnoli: non fanno menzione di cosa c’è dopo queste manifestazioni – assolutamente pacifiche – se cioè si aspettano che il potere si “auto-modifichi”; se è così credo che siamo nel campo delle utopie più utopistiche; nessuno si modifica se non c’è qualcuno o qualcosa che – con le buone o con le cattive - non lo “aiuta” a modificarsi! Comunque, staremo a vedere e tanti auguri ai giovani!!
Ebbene, adesso sono stato ripagato da alcune notizie che provengono dalla Spagna e che sposano la mia tesi: finalmente i giovani s’incazzano e si mobilitano; si tratta di una sorta di “tribù”, convocata attraverso i soliti social network che si definisce “indignados” (non c’è bisogno di traduzione) e che sta occupando diverse piazze di Madrid e Barcellona, proprio mentre si stanno tenendo le elezioni amministrative e quindi le manifestazioni sono vietate dalla legge; ma, come è nel sano spirito dei giovani, chi se ne frega della legge, noi siamo “indignados” e manifestiamo per affermare la necessità di una “democrazia reale” contro il “bipartitismo tossico” e contro la collusione tra banchieri e politicanti. Come si vede, questi slogan sono realmente “universali” e potrebbero benissimo appartenere anche al nostro Paese, senza togliere una virgola, e portano in Occidente gli ideali di Piazza Tahir, al Cairo, dove hanno avuto inizio le rivolte di alcuni Paesi arabi e stanno ricevendo la solidarietà – naturalmente a mezzo Facebook e Twitter – dei giovani di moltissimi Paesi.
Mentre i “vecchi” politici cercano di strapparsi le varie municipalità, i giovani accampati in molte piazze non sono interessati a questa sterile manifestazione della politica e si dicono equidistanti da socialisti (che sembra abbiano perso) e popolari.
Depurati da istanze di respiro “spagnolo”, come l’abolizione della monarchia e la condanna del franchismo, alcune delle principali rivendicazioni mi appaiono valide per tutti, quindi anche per noi: 1) fine del precariato lavorativo e salario minimo per tutti, 2) riforme fiscali che favoriscano i redditi più bassi, 3) utilizzo del referendum popolare per ogni legge o riforma importante, 4) riforma della classe politica e abolizione dei privilegi sul tipo delle pensioni e dei vitalizi, 5) divisione dei poteri, con i giudici che non devono avvicinarsi alla politica e con la religione che deve diventare “solo” un fatto privato, 6) uso delle nuove tecnologie per una vera democrazia partecipata; ed altri di minore importanza, ma tutti molto “suggestivi”.
Quasi in contemporanea è uscito in Francia un pamphlet di trenta pagine che in pochi giorni ha venduto un milione di copie: lo ha scritto un vecchio signore (93 anni) di nome Stéphane Hessel e porta per titolo “Indignez-vou!”, cioè “indignatevi” ed è un feroce invito a ribellarsi alla “dittatura del denaro” e a dire “basta” alle ingiustizie di cui è piena la nostra attuale società.
Il “vecchio” Hessel, intervistato in occasione dell’uscita del suo libro, afferma che le rivolte in Tunisia, in Egitto e in Libia sono indubbiamente una forma di “indignazione” e che ritiene una felice coincidenza che il suo libretto sia uscito proprio in quel momento storico; e aggiunge che lui non pensa ad una violenza vera e propria, ma ad una “fermezza” che assuma i connotati della violenza quando si tratta restando fermi nelle proprie posizioni; insomma, vincere senza soldati e senza bombe si può!!
Torniamo agli “indignados” spagnoli: non fanno menzione di cosa c’è dopo queste manifestazioni – assolutamente pacifiche – se cioè si aspettano che il potere si “auto-modifichi”; se è così credo che siamo nel campo delle utopie più utopistiche; nessuno si modifica se non c’è qualcuno o qualcosa che – con le buone o con le cattive - non lo “aiuta” a modificarsi! Comunque, staremo a vedere e tanti auguri ai giovani!!