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sabato, novembre 19, 2011

UN'OCCHIATA AL NUOVO GOVERNO 

Sarà un caso, ma l’Italia si è affidata ai due “SuperMario” che possiede: uno è quello collocato alla BCE (Draghi) e l’altro è quello a cui è stato affidato il nuovo governo (Monti); il primo potrebbe fare quello che da più parti gli viene chiesto – vedi mio post del 15/11 – e cioè comportarsi come il Governatore di una Banca Centrale e difendere – anche con l’emissione di nuova moneta – i propri titoli, comprendendo in questa categoria tutti quelli dei vari Paesi aderenti all’U.E.; non lo farà, cioè non copierà il Giappone e l’America, unici due Paesi che riescono a respingere l’attacco degli speculatori al proprio debito sovrano.
Il secondo (Monti), è proprio in questi giorni dedito ad ottenere la “fiducia” del Parlamento e, circa il dettaglio della sua ricetta per uscire dalla crisi, ne riparleremo nel prossimo post; per ora limitiamoci a fare qualche considerazione – anche scherzosa, il professore mi scuserà! – su alcune battute del neo premier: la prima è quella che ha fatto all’inizio della sua avventura: “equità e crescita, abolendo i privilegi”.
Mi verrebbe da dire che uno dei “privilegiati” è proprio lui, dato che la nomina a senatore a vita gli ha comportato un compenso – a vita – di oltre 38/mila euro mensili, diviso in 24/mila euro di indennità e in altri 14/mila di rimborsi spese; oltre all’indennità di premier. Ma lasciamo stare questo discorso e passiamo ai “privilegi degli altri”: anche in questo caso, il nostro SuperMario non ha bisogno di guardare lontano;: pochissimi giorni prima che lui si insediasse, il Parlamento ha approvato un rifinanziamento di una leggina (chiamata “legge mancia”) che autorizza una spesa di 150/milioni di euro per piccoli interventi nei singoli Feudi Elettorali, spesa che verrebbe decisa direttamente dagli interessati; se questo non è un “privilegio” dei più odiosi!!
Ma il nostro Monti, dopo aver chiesto tempo fino alla fine della legislatura (metà 2013), si renderà conto che niente è scontato con i “galletti” che ha per le mani: basta che non gli votino un provvedimento che la situazione prende tinte fosche; e questo – a parte i “NO” scontati della Lega, può avvenire se qualcuno dei “grossi partiti” si sente toccato in qualche interesse elettorale: chiaro il concetto??
Ha detto di voler coniugare “equità e crescita”, avvertendo che dovremo fare dei “sacrifici”; è naturale che sia così, spero che nessuno sperasse di poterla passare liscia; i sacrifici – mi auguro di sbagliare – saranno fatti dalla gente “medio bassa”, tipico target che i politici prendono di mira, anche perché è la più numerosa e la più facile ad individuare.
Alludo alla reintroduzione dell’ICI, tipica “tassa facile” in quanto legata ad una cosa concreta (la casa) e che cadrà sulle spalle di persone che hanno seguito la tipica mentalità italiana, quella che recita “fatti un tetto sulla testa” e infatti siamo il popolo che ha il maggior numero di possessori di case; bel risultato e bel ringraziamento!!
Un ultimo commento: era convinzione comune che il solo fatto di assegnare l’incarico di formare il nuovo governo ad un “tecnico” come Monti, sarebbe stato sufficiente a far rientrare l’attacco degli speculatori nei confronti del debito sovrano italiano; sbagliato! Gli speculatori non si sono fidati del solo nome ed hanno continuato l’attacco portando lo spreed verso livelli record ed anzi, in questa manovra, hanno coinvolto anche la Francia e la Spagna che stanno registrando dati negativi finora mai raggiunti.
Il segnale è chiaro: non basta il nome, vogliamo vedere i provvedimenti e poi, se del caso, abbasseremo la mira dei nostri cannoni; questa sembra la frase degli speculatori nei confronti del governo Monti; possiamo dar loro torto? Bastardi ma furbi!!

giovedì, novembre 17, 2011

GOVERNO TECNICO 

Abbiamo perduto “tre-monti” ed abbiamo acquisito un solo “monti”: ci abbiamo guadagnato o perduto? Sarà il futuro a dircelo.
Il professor Mario Monti ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo e, fatti salvi alcuni distinguo, quasi tutte le forze politiche hanno dato il loro appoggio. Ho parlato di “appoggio”, perché è bene ricordarci tutti che il governo Monti dovrà varare dei provvedimenti, abolire o modificare delle norme e per fare tutto questo occorre l’avallo del Parlamento; per operare senza Il Parlamento, occorrerebbe un colpo di stato, qualcosa cioè che cancelli ogni carica elettiva; ma non mi sembra questo il caso!!
Il buon Carlo Marx diceva che “il governo è la commissioni d’affari della borghesia” e questo esecutivo mi sembra ben allineato a questa definizione.
Il grosso e insostenibile problema italiano è stato – e continua ad essere – l’indebitamento netto che si è attestato su valori insostenibili; ma facciamone una breve storia: durante la cosiddetta Prima Repubblica è cresciuto dal 55.9% del Pil, nel 1981 al 115.6% del 1993: ricorderete che in quei tempi storici c’erano autorevoli ministri che affermavano, senza pudore, che il Debito pubblico non significava niente, dato che lo stesso era come una sorta di debito che si crea all’interno della stessa famiglia.; e di questa teoria erano convinti tutti, destra, centro e sinistra: questo per la storia!
Nella Seconda Repubblica il Debito non è aumentato di molto (oggi è al 120%), ma nel frattempo abbiamo avuto l’Euro e la globalizzazione dei mercati finanziari e pertanto questo dannato debito è passato da “debito di famiglia” a debito di stato e quindi merce su cui le iene della finanza possono gettarsi contro per sbranarlo.
La chiamata di Monti per l’avventura del nuovo governo rappresenta – sono parole di Prodi che io mi limito a sottoscrivere – una autentica “sconfitta della politica”, ma la sconfitta non è di oggi, ma risale a quando abbiamo spento lo “stellone” che ci guidava, e ci siamo incamminati sull’impervio cammino dell’Unione Europea.
Ed in quell’occasione, l’Europa – o meglio i suoi banchieri – hanno realizzato quello che era il grande sogno di Rotschild, che nella seconda metà del settecento, così scriveva: “autorizzatemi ad emettere moneta e a controllare i sistemi monetari del Paese ed io non mi preoccuperò più di chi fa le leggi”. Peccato che non ha potuto gioire, ma con l’avvento di Maastricht si è avverata prima la nascita dell’Euro e poi il sogno è diventato realtà: la sovranità monetaria passa dagli Stati alla Banca Centrale Europea, la quale non risponde ad alcuna autorità politica; “chi fa le leggi” è irrilevante; e nel momento eccezionale emerge il vero titolare del potere: il tecnico della finanza.
Quindi, anche da noi arriverà questa verità sostanziale e la politica sarà costretta a fare un passo indietro a beneficio di questa nuova figura che farà quello che riterrà opportuno per sistemare le cose; ovviamente in maniera del tutto “irresponsabile”, cioè senza dover rispondere a nessuno degli eventuali fallimenti, ma avendo solo i ringraziamenti per quello di buono che saprà fare. Sembra che del nuovo governo faranno parte solo dei “tecnici” – quelli di cui parlavo sopra – senza che nessun politico venga invitato ad entrare, forse per non connotare in forma partitica l’esecutivo.
Certo che alcune riforme “indigeste” sul tipo di quella del lavoro o quella della giustizia oppure quella fiscale, dovranno essere “digerite” dal fronte politico, parte del quale magari le gradirà; e se qualcuno non le vuole? Semplice, Monti deve contare i voti e abbandonare il vestito da tecnico per indossare quello da politico; altrimenti la politica ri-prenderà il sopravvento sull’esecutivo e saremo daccapo; chiaro il concetto??

martedì, novembre 15, 2011

BRICS 

La parola del titolo di questo post è soltanto un acronimo di “Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica”, cioè cinque Paesi che possono veramente condizionare la vita economica dell’intero pianeta.
I cinque Paesi che ho sopra menzionato, contano in quanto sono i soli ad avere “le casse piene” e, siccome noi – europei ed americani – le abbiamo vuote, ci appelliamo a loro perché creino in seno al FMI una sorta di meccanismo di intervento sulla base di quello che già avviene con la BCE; intendo, in grossa sostanza, di denaro fresco da gettare sul mercato quando i debiti sovrani superano la soglia del non ritorno e i Buoni del Tesoro dei Paesi sotto attacco speculativo, rischiano di diventare carta straccia, come è avvenuto in Grecia e come rischia di accadere anche in Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia.
Delle cinque lettere che formano il titolo, la più “importante” è sicuramente la “C”, cioè la Cina, che ha in cassaforte delle riserve valutarie prossime ai 3.5/trilioni di dollari (per renderlo più comprensibile dirò 3500/miliardi di dollari), una cifra assolutamente astronomica che il gigante orientale ha accumulato in dieci anni, da quando è stato incautamente ammesso al WTO e, con la sua concorrenza agguerrita (sleale?) ha progressivamente messo KO la piccola e media impresa di quasi tutti i Paesi europei, Italia in testa a tutti, ma anche quella degli Stati Uniti.
Riprendo la cifra “mostruosa” che ho sopra citato e per evidenziare ancora meglio la differenza tra la Cina e gli altri, dirò che le riserve valutarie della Russia sono di 525/miliardi (meno di un sesto), quelle dl Brasile, India e Sudafrica ammontano a “soli” 300/miliardi (più di un decimo di quelle cinesi).
Pertanto, è principalmente dalla Cina che l’Europa e l’America può aspettarsi una boccata d’ossigeno; per la verità. negli USA questo rapporto è già iniziato, dato che la Cina ha in portafoglio quasi ¾ dei bond americani e quindi il volante della macchina finanziaria e nelle mani cinesi. Ma sia chiaro che se l’aiuto ci sarà, non sarà disinteressato; il regime di Pechino chiede due cose: il riconoscimento dello status di “economia di mercato”, con conseguente maggiore penetrazione in tutte le economie e più potere in seno al FMI, vista la forza del Paese asiatico.
In piena crisi “mondiale” la Cina ha incrementato il numero delle unità imprenditoriali stanziate nel nostro Paese in maniera impressionante: negli ultimi 8 anni sono aumentate del 150%, mentre dal 2009 la crescita è stata dell’8,5%; in questo stesso periodo, le imprese italiane sono diminuite dello 0,4%. Se usciamo dalle considerazioni di carattere percentualistico, scopriamo che alla fine dello scorso anno, gli imprenditori cinesi hanno superato la soglia delle 54/mila unità.
Come combattere questi colossi che sono vicini a schiacciarci? Da qualche parte, una corrente dell’economia mondiale afferma che una soluzione al problema attuale sarebbe quello di gonfiare la liquidità monetaria, anche a costo di generare inflazione.
È quello che stanno provando a mettere in pratica sia la Federal Reserve americana che la Banca centrale giapponese; a detta di questi economisti, la BCE dovrebbe imitare i colleghi americani e giapponesi e stampare gli euro di cui l’Europa ha bisogno; in caso contrario – continuano questi economisti – dobbiamo rassegnarci all’asfissia.
Il nostro Mario Draghi, appena arrivato alla guida della BCE, sarà d’accordo con questa ricetta? Ed anche: riuscirà a piegare le resistenze tedesche, contrarie a questa operazione monetaristica?

domenica, novembre 13, 2011

COSA SUCCEDE IN POLITICA? 

La crisi, pur continuando ad essere finanziaria ed economica, è diventata anche politica in quanto il governo Berlusconi è giunto al capolinea e, a quanto si vocifera, Napolitano vuol fare come Scalfaro è costituire un “governo del Presidente”: ne ha le capacità e probabilmente ha maggiori possibilità del suo predecessore, dato che al momento le strade sono solo due: elezioni anticipate (circa 45 giorni per predisporle e realizzarle: troppo!) o governo di una personalità “super partes” sul tipo dell’ex Commissario Europeo, Mario Monti.
Ma per noi comuni mortali che non hanno la minima possibilità di incidere nelle scelte della politica, cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Mettendo da parte i tagli e le restrizioni che l’Europa ci impone e che il nuovo governo dovrà in qualche modo realizzare, scendiamo nel pratico, nel concreto e vediamo come possiamo fare “a mettere insieme il pranzo con la cena”.
Mentre la situazione del lavoro continua a rimanere assai preoccupante – nessuno assume in attesa di “tempi migliori” – si hanno aumenti di forte impatto anche su quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo fronte da difendere: gli alimentari e l’energia.
Per esempio, rispetto a un anno fa, abbiamo una sequela di aumenti che preoccupa non poco il capofamiglia e comunque tutti quelli che hanno i soldi contati: ad esempio, il pane è aumentato del 5.1%, il petto di pollo del 4.3%, il prosciutto crudo del 3.8%, il latte fresco del 7%, le patate del 6.3%, il parmigiano del 6.6%.
Nel campo della mobilità abbiamo la benzina che è cresciuta del 17.5% e le riparazioni auto del 19.8%; inoltre, nel campo delle bollette energetiche, il gas è cresciuto dell’11.4% e il gasolio da riscaldamento del 16%.
Mi dispiace di avervi disegnato un panorama così fosco, ma queste cifre provengono dall’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori e, sia pure in tempi più dilatati, avrebbero colpito anche la vostra attenzione.
Possiamo attenderci un interesse dal nuovo esecutivo su questi problemi contingenti? Sarei tentato di dire subito di “SI”, ma poi rifletto e credo che i macro-problemi porteranno via tanto di quel tempio che non rimarrà spazio per quelli minimali della gente comune, come l’aumento del pane e quello del latte: cose che nessun leader politico “conosce” se non da resoconti scritti!!
Un altro problema che l’attuale esecutivo non ha affrontato e che spero possa far parte dell’agenda del prossimo è quello della “giustizia”, intendendo: il sovraffollamento delle nostre carceri che le rendono peggiori di Guantanamo, il tempo biblico dei nostri processi che rende la giustizia una sostanziale ingiustizia e, per finire, una maggiore attenzione al lavoro dei giudici; alcuni esempi.
A Gela un giudice ha impiegato otto anni per depositare le sentenze del processo “Grande Oriente” e quindi a quel punto gli imputati erano già liberi; il GIP di Catania “dimentica” di depositare le condanne da lui stesso comminate e così gli imputati sono stati messi in libertà; un procedimento civile iniziato nel 1970 da tale Guglielmo Pisciottu, allora sessantacinquenne, non ha ancora trovato una sua conclusione e così l’uomo, a 107 anni di età, è morto senza conoscere come sarebbe andato a finire il suo processo; credo che il nuovo Ministro di Giustizia farà bene a mettere un occhio sull’andamento dell’amministrazione della giustizia.
Comunque ne riparleremo quando sarà insediato il nuovo esecutivo, al quale faccio gli auguri di buon lavoro e lo invito a non guardare in faccia a nessuno!!

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